Anno II – Numero 148 AVVISO Notizie in Rilievo Stili di vita e Salute 1. Sonno, quel naturale reset del corpo. Ecco i disagi del’ora legale. Scienza e Salute 2. Neuroprotesi per malati di SLA 3. In arrivo la capsula che difende cuore e stomaco. 4. Gravidanza e cuori piatti, avere un bimbo fa aumentare la taglia delle scarpe. 5. Ovulazione: sfatato mito. Il tono di voce si alza prima e dopo, non durante. Prevenzione e Salute 6. Allenarsi al mattino per ridurre l’appetito. • Professione 7. Liguria, pronti 120 defibrillatori Martedì 02 Aprile 2013, S. Francesco di Paola SUL SITO DELL’ORDINE IL VIDEO DEL CORSO TEORICO-PRATICO di RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE e DEFIBRILLAZIONE CARDIACA PRECOCE SEMIAUTOMATICA Nella Home page e/o nella sezione galleria video del sito istituzionale (www.ordinefarmacistinapoli.it), il video della simulazione del primo soccorso cardio rianimatorio. https://www.ordinefarmacistinapoli.it/in dex.php?option=com_banners&task=clic k&bid=8 LIGURIA, PRONTI 120 DEFIBRILLATORI Sono in arrivo in Liguria 120 nuovi defibrillatori che per la prima volta saranno installati in misura più diffusa in luoghi pubblici per essere usati da cittadini addestrati al loro utilizzo. la notizia è stata comunicata dall’assessore reg. alla Salute, C. Montaldo insieme con il responsabile del 118 ligure, F. Bermano. I 120 defibrillatori, finanziati attraverso uno stanziamento di 200mila euro messo a disposizione dal min. della Salute, si vanno ad aggiungere ai 533 già presenti in Liguria: per la maggior parte sono installati nelle sedi di associazioni convenzionate con il 118, oppure da vigili del Fuoco, polizia, guardia di Finanza, Capitaneria di Porto. Per la prima volta, però, i nuovi defibrillatori potranno essere usati anche dalla gente comune, in grado di intervenire e salvare una vita in caso di arresto cardio-circolatorio: «I nuovi defibrillatori, a differenza degli altri già presenti nella nostra regione - saranno collocati sul territorio in accordo con i sindaci e saranno messi a disposizione dei cittadini nelle zone di maggiore frequentazione». (Salute, Il Secolo XIX) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 148 STILI DI VITA E SALUTE SONNO, QUEL NATURALE RESET DEL CORPO ECCO I DISAGI DA ORA LEGALE Rischi cardiovascolari e meccanismi della fame sarebbero i due principali fattori legati allo spostamento delle lancette che quest'anno avverrà a Pasqua, nel prossimo week end. L'importanza per gli adulti di dormire almeno cinque ore. Attenzione alle apnee notturne Con il ritorno dell’ora legale anche chi normalmente dorme sonni tranquilli potrebbe sperimentare qualche disagio così come accade a ben 12 milioni di italiani che soffrono di vari disturbi del sonno. Ma se gli eventuali scompensi causati dall’ora in meno di sonno di domenica u.s. si superano nell’arco di pochi giorni, gli effetti sulla salute di una cronica deprivazione di sonno possono essere molto più preoccupanti. «Nella maggior parte dei casi, il sonno viene considerato una perdita di tempo. In realtà, quando dormiamo c’è un vero e proprio reset di tutte le funzioni vitali che ci consente di recuperare energie e risistemare l’organismo». A risentire di un cattivo rapporto con il sonno è soprattutto il cuore. Per es., si è visto che poiché quando si dorme si registra un graduale abbassamento e poi una risalita della pressione arteriosa, chi è insonne o soffre di frequenti risvegli ha degli sbalzi di pressione anormali, che aumentano il rischio di patologie cardiovascolari e possono condurre all’ipertensione. «I dati ci dicono che chi dorme meno di cinque ore per notte ha un aumento del rischio di ipertensione arteriosa anche del 20-25% persino se si tratta di soggetti normotesi». I rischi cardiovascolari sembrano aumentare proprio in concomitanza con il passaggio all’ora legale. SONNO e PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI: una ricerca ha evidenziato che il lunedì e il martedì successivi all’arrivo dell’ora legale c’è un incremento del 10% del pericolo di infarto. Rischio che si verifica anche in caso di apnee notturne, ovvero la cessazione totale del flusso respiratorio per 10 sec. Alcuni studi hanno dimostrato che l’apnea notturna colpisce circa il 60% dei pazienti che hanno ricevuto un impianto di defibrillatore o pacemaker. «Solo recentemente si è valutato il rapporto esistente fra apnee notturne e crisi ipertensive, ictus e aritmie cardiache, anche perché i nuovi sistemi di monitoraggio hanno favorito l’attenzione a questa particolare problematica». SONNO e OBESITA’: la privazione cronica di sonno o la presenza di disturbi notturni costituiscono un fattore di rischio anche per la comparsa di obesità. Secondo uno studio proprio il passaggio all’ora legale che coincide anche con il cambio di stagione può farci ingrassare per colpa dei suoi effetti sul metabolismo. «La carenza di sonno adeguato potenzia la produzione di grelina, l’ormone della fame, a scapito della leptina, ormone della sazietà, con conseguente aumento dell’appetito e rischio di sovrappeso e obesità». Il nesso tra peso e sonno è stato confermato di recente da uno studio. Per due settimane i ricercatori hanno preso in esame il comportamento di 16 volontari suddivisi in 2 gruppi: ad uno non è stato permesso di dormire più di 5 ore a notte l'altro poteva arrivare a 9. Ad entrambi i gruppi era stata data la stessa disponibilità di cibo. Gli studiosi hanno così potuto osservare come i volontari costretti a dormire meno mangiavano il 6% di calorie in più rispetto a chi non aveva carenze di sonno. Il risultato, dunque, era che chi dormiva di meno, ingrassava anche di più. SONNO e CERVELLO: anche il cervello risente di un cattivo rapporto con Morfeo sia in termini di memoria e funzioni cognitive che in termini di umore. «Nel sonno Rem, la fase in cui si fanno i sogni, si fa pulizia della mente, si consuma l'azione della deframmentazione: ordiniamo file, incaselliamo informazioni e facciamo spazio agli altri ricordi da incamerare». (Fonte: I. D’Aria, Salute, Repubblica) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 148 SCIENZA E SALUTE NEURO-PROTESI PER MALATI DI SLA Nuova tecnologia consente una vita normale a pazienti affetti da patologie neurodegenerative Protesi in grado di interpretare gli impulsi residui di braccio, sguardo o cervello per consentire una vita indipendente a pazienti affetti da malattie neurodegenerative come la Sla. Una speranza che arriva grazie al progetto Mundus - Multimodal Neuroprosthesis for Daily Upper limb Support- coordinato dal Politecnico di Milano in collaboraz. con alcuni centri di ricerca accademici e industriali del settore. L'OBIETTIVO - lo scopo di Mundus è aiutare i pazienti con patologie del sistema neuromotorio ad avere una vita indipendente, un semplice gesto fatto in modo autonomo può, infatti, dare dignità alla persona. Questo risultato è stato raggiunto mettendo a punto un sistema in grado di sfruttare gli stimoli volontari di ogni singolo utente in maniera personalizzabile e modulabile sulle sue capacità. Il progetto Mundus ha sviluppato una soluzione innovativa per supportare persone affette da malattie neurodegenerative come la Sclerosi laterale amiotrofica, la sindrome di Friedreich Ataxia, la Sclerosi Multipla o quadriplegie, assistendo il movimento del braccio e della mano per compiere attività quotidiane come bere, prendersi cura della propria persona e interagire con oggetti di uso quotidiano. COME FUNZIONA - Le neuro-protesi assistere le funzioni del braccio e della mano. Il controllo delle azioni avviene a seconda delle condizioni del paziente in modo personalizzabile e modulare attraverso segnali elettromiografici residui del braccio, il suo sguardo o, nei casi più compromessi, attraverso i segnali celebrali (Bci). Il peso del braccio è sostenuto da un esoscheletro leggero e poco ingombrante, che può essere fissato ad una sedia o a una sedia a rotelle qualsiasi. La persona comunica al sistema attraverso la modalità selezionata il punto che vuole raggiungere e la stimolazione elettrica neuromuscolare viene controllata in modo da attivare i muscoli del suo braccio per raggiungere l’obiettivo. La presa e l’apertura della mano possono anche essere attivate tramite la stimolazione con innovative matrici di elettrodi che garantiscono un movimento efficace e coordinato. (Fonte: Salute, Repubblica) IN ARRIVO la CAPSULA che DIFENDE CUORE e STOMACO Arriva in Italia un nuovo farmaco che associa, in un'unica cps, acetilsalicilico (81 mg) e un gastroprotettore, l'esomeprazolo (20 mg): due principi attivi che proteggono il cuore e difendono allo stesso tempo lo stomaco, riducendo l'incidenza di ulcera e migliorando l'aderenza dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Il nuovo farmaco è stato presentato a Milano e può rappresentare una svolta nella prevenzione di infarto e ictus. Uniti insieme i due farmaci consentono di evitare quei problemi gastrici, come ulcere e sanguinamenti, che rappresentano la principale causa di interruzione della terapia, che triplica il pericolo di infarto o ictus nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. La nuova terapia previene la formazione dei trombi, quei coaguli che, ostruendo i vasi sanguigni, possono impedire al sangue di apportare ossigeno al cuore o al cervello, causando infarto o ictus. ''A un anno dall'infarto miocardico - spiega P.L. Temporelli, past president del Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva - solo poco più del 70% dei pazienti assume regolarmente l'acido acetilsalicilico ed è stato dimostrato come la sospensione della terapia in pazienti ad alto rischio cardiovascolare raddoppi la probabilità di sviluppare una sindrome coronarica acuta, che si manifesta in media a 10 giorni dalla sospensione, e triplichi il rischio di ictus''. (Salute, Sani e Belli) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 148 SCIENZA E SALUTE GRAVIDANZA E PIEDI PIATTI, AVERE UN BIMBO FA AUMENTARE LA TAGLIA DELLE SCARPE La gravidanza può modificare permanentemente le dimensioni e la forma dei piedi, facendoli diventare piatti. A dimostrare quanto già sospettato da molte donne è uno studio dell'Università dell'Iowa (Usa) pubblicato sull'American Journal of Physical Medicine & Rehabilitation, secondo cui è probabile che alla base di questo fenomeno ci siano l'aumento di peso e la minore elasticità delle articolazioni durante la gestazione. Lo studio ha coinvolto 49 donne incinte. “Abbiamo misurato i piedi delle donne all'inizio della loro gravidanza e cinque mesi dopo il parto – ha raccontato Seigal, docente di ortopedia e riabilitazione all'Univ. dell'Iowa. Abbiamo scoperto che la gravidanza porta davvero a cambiamenti permanenti nei piedi”. Nel 60-70% dei casi, infatti, i piedi delle donne incinte diventano più lunghi e più larghi perché l'altezza della tipica inarcatura della loro pianta e la sua rigidità diminuiscono significativamente. La conseguente diminuzione dell'arco plantare porta ad un allungamento del piede variabile tra i 2 e i 10 millimetri, un cambiamento che si realizza soprattutto durante la prima gravidanza, mentre dopo altri eventuali parti la situazione può rimanere inalterata e non peggiorare ulteriormente. “Sappiamo che le donne, soprattutto quelle che hanno avuto figli, sono sproporzionatamente affette da disturbi muscoloscheletrici – ha spiegato Seigal -. E' possibile che questi cambiamenti del piede che si realizzano durante la gravidanza possano aiutare a spiegare perché, rispetto agli uomini, le donne sono esposte ad un maggior rischio di dolore o artrite a piedi, ginocchia, anche e colonna vertebrale”. Il prossimo obiettivo è capire se queste modificazioni della struttura del piede possono portare a problemi di salute e se è possibile mettere in atto strategie preventive già durante la gravidanza. (Fonte: S. Soligon. Salute, Sole 24 ore) OVULAZIONE, sfatato mito: IL TONO di VOCE si ALZA PRIMA e DOPO, NON DURANTE Non è vero che la voce delle donne sale durante l'ovulazione. È piuttosto vero il contrario: il tono della voce femminile subisce un'«impennata» verso l'alto subito prima dell'ovulazione, e poi immediatamente dopo. A sostenerlo è uno studio pubb. su Plos One. SFATATO MITO - Lo studio contesta risultati di ricerche precedenti che avevano rilevato che la voce delle donne si alza durante l'ovulazione per renderla più attraente e favorire l'uomo - dal punto di vista dell'evoluzione - nel riconoscimento del momento «giusto» per procreare e portare avanti la specie. Dopo aver registrato le variazioni nelle voci delle donne nel corso di un ciclo mestruale e averle comparate con i periodi di maggiore fertilità, è emerso che il tono sale nelle fasi pre-e postovulazione, facendo della voce un pessimo indizio per l'accoppiamento a fine procreativo. Non solo: lo studio ha rilevato anche che la voce delle donne durante le mestruazioni si indurisce e diventa più irregolare: il che potrebbe spiegare, dal punto di vista scientifico, perché alle cantanti d'opera viene concesso di riposarsi durante «quei giorni». (Fonte: Salute, Sole 24 ore) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 148 PREVENZIONE E SALUTE ALLENARSI AL MATTINO PER RIDURRE L'APPETITO Con 45 minuti di esercizio fisico cala l'interesse per il cibo, indipendentemente dal peso corporeo E se andare in palestra al mattino aiutasse a mangiare un po' di meno a pranzo? Anziché far venire fame l'esercizio, fatto in determinate ore del giorno, potrebbe rivelarsi un ottimo alleato per contenere l'appetito: lo sostiene una ricerca pubblicata su Medicine and Science in Sports and Exercise, condotta da specialisti della statunitense Brigham Young University, secondo cui il cervello risponderebbe diversamente di fronte al cibo se al mattino si è svolta un'attività fisica di grado almeno moderato per 45 minuti. ATTIVITA' NEURALE – In sostanza la fatica poco dopo la sveglia riuscirebbe a ridurre l'interesse per il pasto: J. LeCheminant e M. Larson, ricercatori della facoltà di Scienze Motorie, lo hanno dimostrato misurando l'attività cerebrale di 35 volontarie messe di fronte a immagini di cibi o altro dopo essersi o meno allenate al mattino. Metà del campione era costituito da donne normopeso, l'altra metà da donne obese; il primo giorno dell'esperimento le partecipanti hanno camminato a velocità sostenuta su un tapis roulant per 45 minuti, poi nel giro di un'ora sono state sottoposte a un elettroencefalogramma per valutare l'attività neuronale in risposta alla visione di 240 fotografie, per metà di piatti con cibo e per metà immagini di fiori. Una settimana dopo, nello stesso giorno e alla stessa ora, il test mediante l'EEG è stato ripetuto senza però la sessione di allenamento; in entrambe le occasioni inoltre le signore hanno indicato in appositi questionari il cibo che avevano mangiato e l'attività fisica eventualmente svolta nei giorni di test. APPETITO – Il risultato? Dopo essersi allenate al mattino le partecipanti hanno mostrato risposte cerebrali meno marcate di fronte al cibo, segno che questo interessava loro di meno; per giunta dai questionari è emerso che l'attività fisica al mattino aveva spinto tutte, obese e non, a muoversi di più nel resto della giornata. «Pensavamo che l'obesità avesse un effetto sulla motivazione al cibo e l'appetito, ma non è così – spiega LeCheminant –. Ce l'ha piuttosto l'esercizio fisico, e in maniera netta: muoversi significa ridurre l'interesse nei confronti degli alimenti. Peraltro nel giorno dell'esperimento le donne non mangiavano di più per "recuperare" le calorie consumate con il movimento: la dieta e l'introito calorico non erano molto dissimili quando le volontarie avevano fatto o meno esercizio al mattino. Questo tuttavia è uno dei pochi studi che hanno cercato di capire se l'attività fisica incida sulle risposte cerebrali di fronte al cibo e la motivazione a mangiare: dovremo capire per quanto tempo dopo l'allenamento l'interesse per il cibo resta limitato e che cosa accade quando ci si allena con regolarità e costanza. Ci sono molti fattori che influenzano la spinta a mangiare, l'esercizio fisico è solo uno dei tanti». Di certo sembra non essere irrilevante e, probabilmente, è davvero da sfatare l'idea secondo cui dopo lo sport si tende inevitabilmente a compensare le calorie perse mangiando di più: di recente un'altra ricerca ha dimostrato che muoversi aumenta la capacità di sentirsi sazi e migliora la capacità di controllo dei propri comportamenti, aiutandoci a “sopprimere” voglie inadeguate se stiamo tentando di stare a dieta. (Fonte: E. Meli, Salute, Corriere)