Anno III – Numero 496
AVVISO
Ordine
1. Sito: Nasce Offro e
Cerco Lavoro – Napoli
2. ORDINE: medaglie
alla professione e
giuramento di galeno
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Ossa fragili, perché
l’uomo è diventato il
«sesso debole»
4. Nel 2014 cento milioni
di visite mediche si
faranno attraverso il
web
Prevenzione e
Salute
5. I formaggi aiutano a
combattere il diabete?
6. Latte di mandorle
7. Perché in gravidanza
bisogna tenere sotto
controllo la glicemia
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Proverbio di oggi………..
‘O signore ‘e natura ‘a ll’azione s’ammesura.
Il vero signore si riconosce dalle azioni.
A chi mi dà da mangiare, lo rispetto come un padre.
Insediato il NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO
Eletto per acclamazione il nuovo direttivo del Consiglio
dell’Ordine e quello del Collegio dei Revisori dei Conti della
Provincia di Napoli per il triennio 2015/2017.
Un ringraziamento particolare ai Colleghi che hanno ricoperto con
professionalità e disponibilità le cariche Ordinistiche nell’ultimo triennio ed ai
numerosi Colleghi che con abnegazione e senso di appartenenza si sono recati
alle urne dandoci la loro fiducia. Ora, Buon lavoro.
CONSIGLIO DIRETTIVO
Santagada Vincenzo
Balestrieri Bianca Rosa
Carraturo Davide
Colesanti Silvio
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Lunedì 13 Ottobre 2014, S. Edoardo
Curiosità e Perchè
Presidente
Vice Presidente
Segretario
Tesoriere
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
Ascione Giovanni – Presidente
Di Maggio Annamaria
Sarti Alessandra
Supplente
D’Aniello Raffaela
CONSIGLIERI
Cinquegrana Crescenzo
Fusco Mariano
Iorio Riccardo Maria
Maggiore Tommaso
Magli Elisa
Marzano Raffaele
Meo Ciro
Petrone Riccardo
Pisano Giovanni
Russo Giovanni
Trama Ugo
8. Lasciare il letto disfatto
fa bene alla salute
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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E-MAIL:
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 496
PREVENZIONE E SALUTE
I FORMAGGI AIUTANO A COMBATTERE IL DIABETE?
Soffro di diabete: aumentando l’apporto di formaggi nella dieta posso avere
qualche vantaggio? Risponde il Prof. Giacinto Miggiano, Dir. del
Centro Nutrizione Umane, Università Cattolica di Roma
I formaggi, specie quelli ad alto quantitativo di grassi, sono tornati
sulla bocca (e nei piatti) degli italiani dopo che si è diffusa la
(presunta) notizia sulla capacità di questa componente grassa
nell’aiutare a combattere alcune malattie tipiche del metabolismo, fra cui anche il diabete.
Studio: Ad alimentare il ‘benefico’ convincimento, tutto da discutere però, è stato uno studio svedese
che ha preso in considerazione 27 mila persone, di cui il 60% donne di età compresa fra 45 e 74 anni.
Sono stati valutati alcuni parametri di carattere generale come ad esempio l’indice di massa corporea,
alcune abitudini correlate allo stile di vita quali l’attività fisica, il consumo di sigarette e alcol, i livelli di
istruzione e il regime alimentare, con particolare attenzione al consumo di formaggi in base al
contenuto e alla loro associazione con il rischio di diabete.
I partecipanti allo studio sono stati monitorati per 14 anni e in quest’arco di tempo i ricercatori hanno
registrato quasi 3 mila casi incidenti di diabete di tipo 2, specie fra i consumatori di formaggi più magri
o fra coloro che ne avevo limitato significativamente l’apporto nella dieta.
Risultati: Questo ha portato i ricercatori a concludere che, in particolare il grasso dei formaggi,
diminuirebbe del 23% il rischio di sviluppare diabete grazie all’influenza positiva sul metabolismo del
glucosio e la sensibilità all’insulina. Personalmente ritengo che lo studio, anche se condotto su una
popolazione numerosa, vada preso con precauzione in quanto l’associazione fra due fenomeni
(assunzione di formaggi e sviluppo di diabete, in questo caso) non significa automaticamente un
rapporto di causa/effetto. Inoltre questa relazione con i grassi (quelli saturi) dei formaggi non sembra
riprodursi con gli stessi tipi di grassi presenti nelle carni (grasse), portando a ipotizzare che altre
componenti possono invece influire su questa dinamica di insorgenza di diabete. Ovvero è fuorviante,
nel controllo delle variabili complesse, attribuire eventualmente ad una sola causa o ad un solo
componente di un alimento, una ‘reazione’ da parte dell’organismo. Ciò che conta non è il solo
componente, piuttosto un mix di componenti presenti in un alimento e la loro interrelazione.
Pertanto non è possibile arrivare a concludere che per prevenire il diabete, occorre 'mangiare'
formaggi grassi tanto più che essi possono essere fonte di colesterolo (sia che si tratti di quelli grassi
che magri, in misura variabile a seconda della stagionatura) che a sua volta può dare avvio a un rischio
cardiovascolare maggiore. Inoltre il contenuto di proteine animali presenti nei formaggi, unite ad altri
alimenti della stessa natura (carni, grassi animali), possono rendere più sensibili allo sviluppo di altre
malattie tipiche dell’età avanzata, come ad esempio i tumori. Dunque sì al consumo moderato di
formaggi, ma senza false aspettative di effetti protettivi contro le malattie del metabolismo o
oncologiche e no alla eliminazione di essi dalla dieta poiché si potrebbero innescare, per la carenza di
proteine, esiti contrari come ad es. possibili problemi di denutrizione. (Fondazione Veronesi)
LATTE DI MANDORLE
Preparare in casa questa bevanda rinfrescante è facile ed economico.
Dalle mandorle una ottima fonte di fibre e sali minerali
Bastano acqua e mandorle per preparare da soli un ottimo latte di mandorle, da bere
fresco o usare per dolci e budini golosi e salutari. Protagoniste assolute sono loro, le mandorle, ricche
di fibre e buone alleate in caso di stitichezza. Hanno un ottimo contenuto di sali minerali, come
magnesio, potassio, ferro, calcio e fosforo. Fanno bene in caso di ansia, insonnia e stanchezza.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 496
PREVENZIONE E SALUTE
PERCHÉ IN GRAVIDANZA BISOGNA TENERE SOTTO
CONTROLLO LA GLICEMIA
Monito per le future mamme: il controllo della glicemia durante la gestazione
previene il rischio di complicanze in età adulta e nel nascituro
Transitorio o no che sia, il diabete gestazionale - di norma presente soltanto nel corso della gravidanza
- può anche lasciare segni a lungo termine.
Le donne che presentano una ridotta tolleranza al
glucosio durante la dolce attesa risulterebbero più
esposte al rischio di incorrere in malattie cardiovascolari
nel corso della loro vita: questa la conclusione di uno
studio pubblicato sul Journal of the American Heart
Association. Al termine della ricerca, durata vent’anni, i
ricercatori hanno notato che le donne che gestivano con
difficoltà i livelli di glicemia nel corso della gravidanza,
avevano sviluppato con maggiore frequenza negli anni
a venire il diabete di tipo II o la sindrome metabolica: considerati fattori a rischio per l’insorgenza di
infarti e ictus. Molte di esse, inoltre, mostravano l’ispessimento delle pareti dell’arteria carotidea.
EFFETTI A LUNGO TERMINE? - La ricerca ha creato un allarme da non trascurare, secondo gli
esperti. Come spiega Matteo Bonomo, coordinatore del centro interdisciplinare diabete e
gravidanza dell’ospedale Niguarda di Milano, «la mamma che ha avuto un problema simile in
gravidanza, è più esposta al rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
Il figlio, invece, potrebbe essere in sovrappeso o obeso già durante l’infanzia, con una probabilità più
alta di diventare diabetico o affetto da sindrome metabolica in età adulta». I numeri della malattia
risultano in aumento, in parallelo alla maggiore diffusione del diabete di tipo 2, di cui la forma
gestazionale può rappresentare il prodromo.
Oggi si stima che il 12% delle donne in gravidanza sviluppino questa forma di resistenza all’insulina:
quasi il doppio rispetto a quelle conteggiate fino al 2008.
SCREENING - La diagnosi di diabete gestazionale è stata per diverso tempo oggetto di accese
discussioni: per quel che riguarda l’estensione dello screening (universale o mirato sui fattori di rischio)
e i test diagnostici da utilizzare. In Italia, dove per diversi anni l’orientamento prevalente è stato quello
di una procedura pressoché universale, la situazione è radicalmente mutata a partire dal 2010, con la
pubblicazione delle linee guida per una gravidanza fisiologica.
Oggi lo screening più esteso è effettuato tra la ventiquattresima e la ventottesima settimana di
gravidanza se la futura mamma è over 35, in sovrappeso, ha diversi casi di diabete in famiglia e alle
spalle una gravidanza caratterizzata da una macrosomia del feto. Nei casi a rischio, invece, l’intervento
avviene precocemente: tra la sedicesima e la diciottesima settimana di gestazione.
Terapie: fondamentali sono l’intervento dietetico e la correzione dello stile di vita. Accorgimenti che
possono prevenire il ricorso all’insulina, da assumere attraverso iniezioni e mai per bocca: ne va della
salute del nascituro.
(Fondazione Veronesi)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 496
OSSA FRAGILI, PERCHÉ L’UOMO
È DIVENTATO IL «SESSO DEBOLE»
L’osteoporosi non è una malattia al femminile, anzi: moltissimi uomini ne soffrono,
ma pochi sanno di essere a rischio, si controllano o si curano
Ma di osteoporosi possono ammalarsi anche gli uomini? «Sono
queste le prime parole di molti uomini di fronte alla diagnosi. Sconcertati,
sorpresi, pieni di vergogna e perfino un po’ umiliati», racconta Maria Luisa
Brandi, endocrinologa dell’univ. di Firenze e presidente della Firmo,
Fondazione italiana ricerca sulle malattie dell’osso: l’osteoporosi è una
malattia giudicata a torto da tanti un “problema da donne†e così
quest’anno la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, il prossimo 20 ottobre, sarà tutta dedicata ad
accendere i riflettori sulla fragilità ossea al maschile. Il senso della scelta sta tutto nei dati diffusi di
recente secondo cui oggi è l’uomo il vero sesso debole in materia di salute delle ossa: un terzo delle
fratture di femore avviene infatti in un maschio e nella maggior parte dei casi l’osteoporosi maschile è
più grave, tanto che la mortalità un anno dopo la frattura è del 37%, il doppio di quella femminile.
Un equivoco di genere: Purtroppo gli uomini pensano tuttora che la fragilità ossea non li riguardi,
invece un over 50 su cinque riporta prima o poi una frattura da osteoporosi:
«Quando gli uomini arrivano dal medico in genere hanno già avuto fratture inspiegabili e la diagnosi
per loro è una totale sorpresa, la maggioranza non pensa neppure che un uomo possa soffrire di
osteoporosi e tanti se ne vergognano: a volte è dura perfino fargli accettare la realtà - dice Brandi -.
Il primo tabù da abbattere, quindi, è far capire agli uomini che l’osteoporosi li riguarda, eccome.
Purtroppo per loro non esiste uno spartiacque come la menopausa, oltre cui le donne sono più attente
alle ossa e ne valutano lo stato; anche per gli uomini però dovrebbero essere usate le carte di rischio,
proprio come si fa con le over 50».
Molti dei fattori di rischio che si applicano alle donne, del resto, valgono anche per l’uomo:
una storia familiare di osteoporosi, l’età avanzata, una frattura dopo i 50 anni sono tutti elementi che
aumentano il pericolo di avere le ossa troppo fragili.
Fattori di rischio al maschile: «Inoltre, per gli uomini è un importante fattore di rischio un
eventuale ipogonadismo con deficit di testosterone. Il deficit di testosterone si ha anche in corso di
terapie per il cancro alla prostata: non di rado questi pazienti si fratturano e il primo pensiero corre
alle metastasi ossee, invece è colpa dell’osteoporosi. Nell’uomo, inoltre, occorre fare particolare
attenzione anche all’osteoporosi secondaria a terapie farmacologiche: un classico la cura prolungata
(oltre tre mesi) con glucocorticosteroidi, che proprio come accade nelle donne favorisce la comparsa di
fragilità ossea». Come nelle donne, sono pericolosi fumo e alcol in quantità , perché aumentano il
rischio di fratture; lo stesso dicasi per la sedentarietà , che fa male alle ossa, così come una carenza di
calcio o vitamina D.
«Certo, gli uomini tendono ad accumulare più tessuto osseo e ad avere ossa più grandi, inoltre si
fratturano mediamente più tardi: questo però non significa che l’osteoporosi non sia un problema per
loro, soprattutto con l’invecchiamento della popolazione. Sembra invece che pochi se ne siano resi
conto.
Significa che c’è ancora una sostanziale sottostima del problema, anche in chi ha più di 70 anni che
avrebbe diritto e bisogno, se non altro, di avere un buon apporto di vitamina D». L’intento della
Giornata, oltre ad aumentare la consapevolezza maschile sul tema, è anche spingere gli uomini a
sottoporsi a un controllo: basta rispondere a poche domande per capire se si è a rischio e sia
opportuno eseguire una densitometria ossea. I test si possono trovare anche online, sul sito della
Fondazione Firmo. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 496
SCIENZA E SALUTE
NEL 2014 CENTO MILIONI DI VISITE MEDICHE SI
FARANNO ATTRAVERSO IL WEB
Secondo gli esperti di telemedicina il 50% degli incontri face-to-face con il medico
potrebbero essere evitati grazie alla tecnologia
Una foto della pelle inviata via smartphone al dermatologo o il
controllo periodico di chi ha il pacemaker fatto direttamente a
casa. Si sta evolvendo così la medicina evitando di sacrificare ore
per spostamenti e attese in sala d'aspetto inutili. Si calcola che
quest'anno nel mondo 100 milioni di visite mediche saranno
fatte via web e il numero è destinato ad aumentare. A rilevare il
fenomeno, gli esperti riuniti alla European Telemedicine Conference di Roma.
Metà delle visite face-to-face può essere evitata - Daniel Martich della University of Pittsburgh
Medical Center ha spiegato: "Questo numero può sembrare alto, ma non lo è se si pensa che solo negli
Stati Uniti in un anno si fanno 600 milioni di visite, e metà potrebbe essere fatta via web".
A guidare la rivoluzione sono gli stessi pazienti. Il 55% degli statunitensi preferirebbe mandare una foto
di un problema alla pelle a un dermatologo per un controllo, mentre il 43% delle persone con
pacemaker o defibrillatori impiantabili vorrebbe dei check di routine "da remoto". (Salute, Tgcom24)
LASCIARE IL LETTO DISFATTO FA BENE ALLA SALUTE
Per chi non trova mai il tempo per rifare il letto la mattina, e diciamo che
comprende il 99% di tutti gli adolescenti, vi è una curiosità sorprendente.
Ricercatori britannici affermano che lasciare un letto disfatto fa bene alla salute. A quanto pare ciò è
possibile perché gli acari della polvere non sopravvivono su un
letto sfatto e si vanno a minimizzare o addirittura eliminare gli
allergeni che scatenano asma e allergie. Gli esperti avvertono che
gli acari prosperano nelle condizioni umide e calde create da un
letto ben fatto con lenzuola e coperte ben sistemate.
Insomma, per quanto non sia bello a vedersi, lasciare il letto
disfatto ha un effetto benefico per la salute, in particolare per chi è
affetto da allergie, perché si rimuove l’umidità creando condizioni
di asciutto che causano il disidratarsi e quindi ci libera dalla scomoda presenza di questi invisibili
animaletti facendoli morire. Invece, se rifacciamo il letto subito dopo esserci alzati, con l’umidità e il
tepore rimangono intrappolati tra le nostre coperte, lenzuola, cuscini e materassi e trovano un terreno
ideale per crescere e moltiplicarsi attentando al nostro benessere. “In casa gli acari della polvere si
nutrono di scaglie di pelle umana per questo amano condividere i nostri letti e gli allergeni che
producono vengono facilmente inalati durante il sonno e sono una delle principali cause di malattieâ€.
Secondo i ricercatori della Kingston University il letto disfatto sarebbe un luogo inospitale per gli acari
della polvere, che non riescono a proliferare in mancanza di umidità .
L’abitudine di lasciare il letto disfatto durante il giorno è un’arma efficace per contrastare questi
parassiti, in quanto si elimina l’umidità dalle coperte e dal materasso, disidratando e uccidendo gli
acari.
Al contrario, il calore e l’umidità di un letto occupato consentono agli acari di sopravvivere e di
proliferarsi. I maniaci dell’ordine dovranno farsene una ragione. (Curiosità e Perché)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 496
MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare.
MEDAGLIE alla PROFESSIONE LAUREATI FARMACISTI CON
40 ANNI DI LAUREA
(Laureati nell’anno 1974)
ALBANESE
ALFANI
ALDO ARRICHIELLO
BERTINI
BOSSA
BUONO
CAIAZZA
CASTALDO
CAUTIERO
COZZOLINO
DE RUGGIERO
DI FRANCO
FERRARA
Emma
Maurizio
Giovanni
Antonio
Pasquale
Catello
Anna
Ersilia
Giuseppe
Domenica
Ruggiero
Carmela
Antonio
FIMIANI
FUSCO
GILIBERTI
GIUDICEPIETRO
GRECO
GRISPELLO
LOPEZ
PIRAS
SCHIOPPA
SCOGNAMIGLIO
SIDIROPULOS
SPAGNUOLO
Luisa
Aldo
Giovanni
Giampiero
Maria
Donato
Ciro
Ermelinda
Francesco
Guido
Nikolaos
Maria Rosaria
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 496
MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare