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FARMADAY
– IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno I – Numero 58
PATOLOGIE
TUMORE DEL COLON-RETTO. LA GUARIGIONE È
POSSIBILE, ANCHE CON LE METASTASI
A Roma, gli esperti hanno discusso del trattamento di uno dei quattro ‘big killer’
dell’oncologia, il cancro al colon-retto. Tra screening sempre più accurati e farmaci
biologici ecco tutte le novità, che in alcuni casi possono non fermarsi solo al
trattamento, ma portare alla guarigione, anche nelle fasi più avanzate
.
Fino a poco tempo fa
non lasciava molte speranze ai pazienti cui veniva diagnosticato
,
spesso
perché veniva riconosciuto troppo tardi, a stadio molto avanzato e
dopo la comparsa di metastasi
: oggi il tumore del colon-retto è
ancora uno dei quattro tumori più letali, dopo quello del polmone,
della mammella e della prostata, ma grazie agli avanzamenti della
ricerca e all’introduzione delle terapie biologiche,
oggi migliorano le
prospettive in termini di sopravvivenza e qualità di vita, e talvolta è
possibile guarire anche le forme più avanzate
. Sull’evoluzione delle
strategie di trattamento e sulle prospettive future, si è fatto il punto proprio a Roma in un evento
dal titolo “
Strategie terapeutiche per il tumore del colon-retto
:
scenari attuali e prospettive future
”,
che ha visto partecipare i massimi esperti italiani della neoplasia.
“Il tumore del colon-retto è uno dei più frequenti nel mondo occidentale, globalmente è la quarta
causa di cancro in assoluto, ma diventa la seconda nel sesso maschile e la terza in quello
femminile, considerati separatamente”, ha commentato Carlo Barone, Professore di Oncologia
Medica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. “
I nuovi casi nel mondo sono circa 1
milione l’anno e più di 250.000 solo in Europa
.
In Italia, gli ultimi dati del 2005 indicano
un’incidenza di circa 40.000 casi ogni anno. Può insorgere in qualsiasi fascia d’età, con esclusione di
quelle più giovani; l’incidenza è dai 40 anni in su, con un picco massimo dopo i 65 anni
”.
LO SCREENING:
se diagnosticata precocemente, è quasi sempre possibile asportare la massa
maligna; tuttavia, spesso i sintomi iniziali possono essere confusi con quelli di altre patologie e al
momento della diagnosi il tumore può essersi già diffuso in altre parti del corpo. “Il cancro del
colon è una patologia in cui frequentemente la diagnosi è tardiva: si stima che il ritardo diagnostico
medio sia intorno a sei mesi. I sintomi più comuni di questa neoplasia non sono specifici se
considerati separatamente e vanno quindi interpretati nell’ambito generale del quadro clinico del
paziente”, ha aggiunto Barone. Quando questo accade, il trattamento della malattia è più difficile e
la prognosi peggiora notevolmente, anche se grandi passi in avanti sono stati fatti con uno
screening più accurato:“Considerando che la sopravvivenza globale a 5 anni è di circa il 60%,
mentre per i pazienti con tumori metastatici è inferiore al 5%, è evidente quanto la tardività della
diagnosi sia un elemento cruciale nella prognosi e quanto sia importante effettuare uno screening:
per i soggetti a rischio generico una maggiore attenzione si deve avere dopo i 50 anni, nella fascia
a rischio intermedio gli esami si cominciano ad effettuare 5-10 anni prima dell’età in cui è stata
effettuata la diagnosi di cancro del colon nel familiare di primo grado affetto; infine, coloro che
presentano un rischio elevato, ovvero quel 5-10% di casi di origine genetica, deve iniziare a
sottoporsi allo screening molto precocemente, anche prima dei 15 anni”, ha concluso.