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FARMADAY
– IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno I – Numero 58
I FARMACI BIOLOGICI
: ma non solo lo screening migliora le prospettive di trattamento e cura. Se
in epoca “
pre-biologica
”, per coloro che ricevevano una diagnosi con la malattia in stadio avanzato,
la sopravvivenza era inferiore all’anno, con l’avvento dei farmaci biologici, come
BEVACIZUMAB
,
integrati alla chemioterapia, i pazienti hanno visto un allungamento progressivo del loro tempo di
vita. “
Le attuali strategie terapeutiche si basano sull’integrazione di farmaci chemioterapici con i
nuovi farmaci biologici ed in alcuni casi con la chirurgia o altri trattamenti locali
”, ha spiegato
Alfredo Falcone
, Professore di Oncologia Medica dell’Università di Pisa. “
Tra i farmaci biologici
ricordo il bevacizumab, un anticorpo anti-VEGF, che lega un fattore di crescita per i vasi sanguigni e
in questo modo “affama” il tumore, rallentandone la progressione e rendendolo più sensibile alla
chemioterapia
. Altri tipi di anticorpi vengono utilizzati in pazienti con tumori con caratteristiche
bio-molecolari particolari, relative al gene KRAS che non deve essere mutato, e che vengono
utilizzati sempre generalmente in combinazione con la chemioterapia, sia inizialmente in casi
selezionati, sia dopo fallimento di altri trattamenti”.
LA GUARIGIONE
: Grazie all’individuazione di una sequenza ottimale nella somministrazione dei
farmaci e alla chirurgia, infatti, in alcuni casi può essere raggiunto il traguardo della guarigione.
Anche in pazienti che si presentano inizialmente con metastasi non operabili, siamo in grado oggi
con trattamenti intensivi di indurre una regressione della malattia, in modo da rendere possibile un
intervento chirurgico successivo
”, ha continuato Falcone. “La cosiddetta “
terapia di conversione
”,
che in alcuni casi può portare alla guarigione o comunque a sopravvivenze prolungate”.
UNA MIGLIORATA QUALITÀ DELLA VITA
: “Negli altri casi, anche quando la guarigione non è
purtroppo un obiettivo perseguibile, siamo però in grado di indurre una regressione o
stabilizzazione della malattia ritardandone l’evoluzione, e quindi riuscendo a far convivere il
paziente con la malattia più a lungo e spesso anche con una buona qualità di vita”, ha spiegato
ancora Falcone. Infatti, importante obiettivo ora raggiungibile è la possibilità di convivere nel
tempo con la neoplasia senza peggiorare la qualità di vita del paziente. “Circa il 25-30% dei pazienti
presentano metastasi al momento della diagnosi, e persiste una porzione di pazienti che, pur
avendo diagnosticato il tumore in fasi precoci, peggiorano in un arco di tempo che va dai 6 mesi ai
due anni”. “Ma oggi abbiamo studiato una sequenza ottimale nella somministrazione dei farmaci,
che può aiutarci anche in questi casi:
consiste in un intervento chemioterapico di prima linea in
combinazione con un farmaco biologico e un intervento con un farmaco chemioterapico diverso in
seconda linea
,
combinato con lo stesso farmaco biologico
.
Quando la chemioterapia fallisce, deve
essere cambiata, mentre il farmaco biologico viene mantenuto perché continua a rallentare la
crescita del tumore con un ulteriore beneficio di sopravvivenza
”, ha continuato. “
La disponibilità di
questi nuovi farmaci
che si dimostrano efficaci, pur non essendo in grado di eradicare tutto il
tumore, permette all’oncologo di dare un beneficio al paziente, non solo allungandogli la vita, ma
anche migliorandola in termini di qualità
. Ad es., un paziente che ha dolore e che non respira bene,
grazie al trattamento con il farmaco biologico può stare meglio. Al contrario della chemioterapia, il
farmaco biologico ha una
tossicità bassissima
e non peggiora la qualità di vita del paziente”. Le
terapie mirate costituiscono un approccio nuovo alla cura del cancro inibendo la crescita e la
diffusione del cancro modulando specifici processi molecolari e cellulari che partecipano allo
sviluppo della patologia: poiché sono mirate ai processi specifici del cancro, le terapie biologiche
possono essere potenzialmente più efficaci di altre terapie e meno tossiche per le cellule sane, non
cancerose. Per ora non sono destinate a sostituire chemioterapia e radioterapia, ma possono
aprire nuove prospettive di trattamento e forse cura. (
Farmacista online
)
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