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FARMADAY
– ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III –Numero
423
PREVENZIONEESALUTE
LAMIATIROIDE«PIGRA»PUÒCREAREPROBLEMI
INGRAVIDANZA?
Inattesadi unbambino ladosegiornalieradel farmacova rivista
Domanda
:
Ho 30 anni e desidererei avere un bambino. Durante l’adolescenza ho sofferto di problemi
alla tiroide emi è stato detto che questo avrebbe potuto ripercuotersi sulla
fertilità e sulla gravidanza. All’epoca, in seguito a cicli frequenti e
abbondanti, ero diventata anemica e mi era stato diagnosticato un
ipotiroidismonongrave. Daalloraprendounadoseminimadi
levotiroxina
,
farmaco che «compensa» il lavoro non svolto dalla mia tiroide.
Che cosa
dovrei fareadesso, invistadi unagravidanza?
E il futurobambino rischiaproblemi di salute legati allamiapatologia?
Risponde
Paolo Beck-Peccoz, ordinario di endocrinologia, Univ. degli Studi di Milano, presidente
dell’Associazione italiana tiroide.
La necessità di un corretto apporto iodico con l’uso continuativo di sale da cucina rafforzato con lo
iodio («
Poco sale, ma iodato
» è l’indicazione dell’Associaz. Italiana Tiroide) e di una diagnosi precoce
dei vari disturbi che possono interessare la tiroide sono i messaggi della Settimana Mondiale della
Tiroide (19-25maggio), organizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul corretto funzionamento
di questa«preziosa»ghiandola, che regolagranpartedelmetabolismodel nostro corpo.
I disturbi tiroidei interessano circa sei milioni di italiani, sono otto volte più frequenti nelle donne che
nei maschi, e per ragioni soprattutto ormonali tendono amanifestarsi inmomenti «cruciali» della vita
femminile: pubertà, gravidanza, subitodopo il parto,menopausa.
Andando ad interferire, ad es., con la comparsa del primo ciclo mestruale, causando problemi
d’infertilitàoaumentando il rischiodi aborto spontaneoepartoprematuro.
Per questo, di fronte a una donna che ha problemi ad avere un figlio (specie in considerazione
dell’avanzaredell’etàdellaprima gravidanza), fra le varie verificheda fare bisogna anche valutare se la
tiroide funziona adeguatamente.
Alterati valori di ormoni tiroidei circolanti o lapresenzadi anticorpi
antitiroidei possono infatti avereun impattonegativonell’impiantodell’embrione enelleprime fasi
dello sviluppoembrionale
.
IPOTIROIDISMO INGRAVIDANZA:
L’ipotiroidismo interessa circa 2 donne su 100 nell’età fertile e
aumenta consistentemente con l’avanzare dell’età, fino a raggiungere una frequenza di 1-2 donne su
10. Se, come nel suo caso,
la futura mamma soffre di ipotiroidismo e la tiroide non è in grado di
produrre le quantità di ormone necessaria, si deve sostituire ciò che è venuto a mancare con
l’assunzionegiornalieradi levotiroxina, sostanzanaturale somministrataadosi fisiologiche
.
Per valutare la correttezzadelledosi impiegatebasterà
dosare i livelli di TSH
: all’iniziodopo2e6mesi,
epoi una voltaall’anno.
Studi scientifici hanno dimostrato che dopo aver iniziato le cure necessarie crescono le possibilità di
avereunbambinoe si hannomaggiori probabilitàdi successonei casi di fecondazione in vitro. Ora che
desidera un figlio, lei, che già segue correttamente la cura da anni, dovrebbe solo verificare che il
dosaggio prescrittole sia quello appropriato. Poi, una volta in gravidanza, dovrà adeguare la dose
giornaliera di ormone (solitamente serve un aumento del 30-40%) per garantire al feto la dovuta
quantità, dato che la tiroide fetale inizierà a funzionare solo dopo il terzo mese di gestazione.
L’ipotiroidismo durante la gestazione va attentamente evitato, perché potrebbe comportare serie
complicanze: aumenta il rischiodi distaccodellaplacenta, di aborto spontaneoedi nascitaprematura,
oltre a esporre il bambino al pericolo futuro di manifestare problemi d’apprendimento e sviluppo,
anchequesti regolati dai preziosi ormoni tiroidei.
(Salute, Corriere)