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FARMADAY
– IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 125
SCIENZA E SALUTE
UN “BACO” DEL CERVELLO CI FA ILLUDERE
DI ESSERE SUPERIORI
Possibili applicazioni nella cura dei depressi, meno “illusi” di se stessi
Si chiama “
illusione di superiorità
” ed è una specie di “
baco
” nel cervello
che colpisce la maggioranza delle persone portandole e
credere di essere
più brave degli altri a guidare
, o di
cucinare con risultati sopra la media
,
o
di essere un asso del multitasking
.
L’area è stata individutata grazie ad una ricerca pubb. sulla rivista
Pnas
e
condotta da M. Yamada del Molecular Imaging Center presso l’Istituto
Nazionale Giapponese di Scienze Radiologiche.
La scoperta può avere
applicazioni nella cura della depressione in quanto in un certo senso i
depressi sono meno “illusi” sul proprio conto
.
La maggior parte delle persone valuta se stessa superiore alla media, un
autoinganno cognitivo
chiamato, appunto,
illusione di superiorità
. I ricercatori nipponici ne hanno
scoperto l’origine:
l’illusione è determinata dall’interazione tra due regioni del cervello
, lo
striato
e la
corteccia frontale
e regolata dal neurotrasmettitore “del piacere”, la
dopamina
.
Il grado individuale di illusione di superiorità, spiega Yamada, è misurabile con un test cognitivo. Dopo
aver fatto questo su un campione di 26 individui i ricercatori ne hanno osservato il cervello con la
risonanza e visto che
tale illusione è creata da un certo pattern di attività in aree neurali chiave per
provare soddisfazione e piacere, nonché per il controllo dei comportamenti
.
Ma c’è di più: i ricercatori hanno scoperto che
individui anche moderatamente depressi non cadono
nell’illusione di superiorità, aspetto che conferma il cosiddetto realismo depressivo, ovvero il fatto
che i depressi sono più realisti delle persone sane
.
«I depressi hanno una visione più realista di se stessi - precisa - e quando sono depressi gravi una
visione pessimista. La nostra scoperta, quindi, indica che
alla base del realismo depressivo possa
esserci proprio l’incapacità di illudersi di essere sopra la media
. Quindi i meccanismi neurali da noi
scoperti potrebbero divenire il bersaglio di nuove terapie antidepressive». (
La stampa
)
IL MIELE DI MANUKA CONTRASTEREBBE L’AVANZARE
DEI TUMORI
Il miele di Manuka sarebbe capace di bloccare l'avanzare delle cellule cancerose,
impendendo il loro proliferare.
E' l'ipotesi valutata da una ricerca dell'Univ. degli Emirati Arabi Uniti
diretta dal dr Basel Al Ramadi e pubb. su
PloS One
. Gli scienziati hanno
messo sotto esame il
miele per le sue note proprietà curative,
cicatrizzanti e antibatteriche
.
Così, durante 5 anni di test, i ricercatori hanno impiegato l'alimento su
tumori umani ed animali, valutandone i risultati. Primo dato ad emergere, la validità a dosi ridotte:
il
miele di Manuka attaccava la massa tumorale già a basse dosi
(
0,6% di concentrazione
)
rallentandone la crescita
. Forse più importante, l'abilità del miele di provocare apoptosi (la morte
delle cellule) della massa tumorale, senza intaccare le cellule sane. Infine, Al Ramadi e colleghi
ritengono come
il miele di Manuka possa agire in tandem con la chemioterapia convenzionale,
potenziando i danni al tumore e riducendo gli effetti collaterali per la persona
. Per questo, sono in
agenda ricerche di approfondimento. (
Sn
)
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