Anno IV – Numero 573
AVVISO
Ordine
1. Ordine: Pillola dei 5
giorni dopo: farmaco
anticoncezionale?
Aborto mascherato?
2. Ordine: Campagna di
prevenzione: Manovre
antisoffocamento.
Giovedì 05 Febbraio 2015, S. Agata
Proverbio di oggi………..
'O sazio nun crere 'o riuno (Il sazio non ascolta chi ha fame)
Ordine: Pillola dei 5 giorni dopo: farmaco
anticoncezionale? Aborto mascherato?
Scienza e Salute
Dopo l'Ema è arrivata la decisione dell'Unione europea: non
occorre la prescrizione. In Italia l'ultima parola spetta all'Aifa,
ma è già polemica. Anche i farmacisti verso l'obiezione.
3. Ecco di quante ore di
sonno avete veramente
bisogno
4. Pipì a letto: rischio
maggiore se si toglie il
pannolino troppo
presto
5. Cerotto “smartâ€
biodegradabile e
previene le infezioni
L’Ordine
in
collaborazione
con
l’associazione dei
Farmacisti Cattolici
della sezione di Napoli, ha organizzato per
Lunedì 9 Febbraio una serata tutta
dedicata alla pillola dei 5 giorni dopo.
L’argomento sarà affrontato non solo sotto l’aspetto scientifico ma anche dal
punto di vista bioetico e legislativo.
Notizie in Rilievo
Prevenzione e
Salute
6. Troppo computer
rovina il sonno
7. Germogli di broccoli
un'arma contro il cancro
al seno
8. Correre fa bene, ma
con moderazione per
non danneggiare il
cuore
Ordine: Campagna di prevenzione:
MANOVRE ANTISOFFOCAMENTO
Le farmacie al servizio dei cittadini:
“Cosa fare nei bambini per evitare il
soffocamento da corpo estraneo."
L’Ordine in collaborazione con Federfarma
Napoli ha organizzato una
“Campagna di Prevenzione sulle Manovre
Antisoffocamento in caso di ostruzione
delle vie aereeâ€.
Nei prossimi giorni saranno consegnate in
tutte le Farmacie di Napoli e Provincia la
locandina e i volantini da distribuire ai
cittadini.
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 573
PREVENZIONE E SALUTE
PIPÌ A LETTO: RISCHIO MAGGIORE SE SI
TOGLIE IL PANNOLINO TROPPO PRESTO
Il momento migliore è fra i 2 e i 3 anni, ma attenzione alla
stitichezza, che può compromettere il successo dell’impresa
C’è chi tenta di togliere il pannolino presto perché l’asilo nido incombe e si vorrebbe rendere il bimbo
più “indipendente†possibile; c’è chi vorrebbe liberarsene perché i pannolini inquinano, o perché sono
troppo cari per l’economia familiare. Tutte ragioni comprensibili, ma è meglio non essere troppo
frettolosi: secondo un’indagine pubblicata su Research and Reports in Urology, iniziare il “training†sul
vasino prima dei due anni triplicherebbe la probabilità di ritrovarsi poi a bagnare il letto e farsi la pipì
addosso da più grandicelli.
Indagine per fare chiarezza: Al di là delle difficoltà pratiche nell’abbandono del pannolino,
scegliere il momento giusto e capire quando è arrivata l’ora per provarci non è affatto semplice: non a
caso si tratta di uno dei dubbi più frequenti delle mamme. Per chiarire la questione, l’urologo pediatra
Steve Hodges ha studiato oltre 100 bimbi dai 3 ai 10 anni, la metà già visitati presso l’ambulatorio per
disturbi come urgenza urinaria o episodi ripetuti di incontinenza, la metà senza alcun tipo di problema
urinario. I genitori hanno risposto a un questionario sul momento in cui era iniziato l’“allenamentoâ€
all’uso del vasino e quindi il ricercatore ha cercato di capire se vi fosse una correlazione fra questo e i
disturbi successivi. Il legame c’è, eccome: il 60% dei bambini a cui il pannolino è stato tolto prima dei
due anni si facevano la pipì addosso negli anni seguenti, con un rischio 3 volte maggiore rispetto ai
piccoli che lo avevano abbandonato fra i due e i tre anni.
Problemi di stitichezza : Secondo Hodges tutto sta nella maggior tendenza a trattenere feci e pipì
dei bimbi più piccini, che non sarebbero perciò sufficientemente pronti per la svolta della toilette:
«Le feci trattenute ingrossano il retto, che a sua volta preme sulla vescica; questa riduce perciò la sua
capacità , mentre i nervi che la controllano diventano meno efficienti. Risultato, una maggior
probabilità di disturbi urinari successivi. Non a caso quasi tutti i bambini con problemi di incontinenza
erano anche costipati, in una misura 3 volte maggiore rispetto a quelli che non si facevano la pipì
addosso». I bimbi piccoli inoltre tendono a trattenere la pipì, un altro elemento che può portare a
contrazioni dell’organo e a una riduzione della sua capienza, con lo stesso effetto negativo sul rischio
di futura incontinenza. «La vescica continua a ingrandirsi fino a che si inizia a usare il vasino, perciò uno
svuotamento “al bisogno†come quello che si ha portando il pannolino sembra utile nei più piccini
perché favorisce il miglior sviluppo dell’organo», dice il pediatra.
Come capire quando è il momento giusto: Che molto dipenda dalla presenza di stitichezza lo
conferma il dato raccolto sui piccoli che avevano smesso di portare il pannolino molto tardi, dopo i tre
anni: anche in questo caso gli eventuali problemi di incontinenza da più grandicelli si sono registrati
soltanto in chi era cronicamente costipato, un elemento che secondo l’esperto «rende molto difficile
l’abbandono del pannolino. Purtroppo si tende a pensare che la stitichezza sia correlata solo alla
frequenza, in realtà un bimbo può andare in bagno tutti i giorni ed essere comunque costipato, con il
retto dilatato che premendo sulla vescica ne compromette la capacità : meglio osservare la forma delle
feci, se sono molto grandi o al contrario a forma di “pellet†bisogna sospettare».
Ma allora come si capisce quando è il momento più adatto per provare a usare il vasino? «Va
premesso che non c’è nulla di “magico†nei due anni, non è il periodo migliore a prescindere. Bisogna
provare a togliere il pannolino quando il bambino non è costipato, perché come abbiamo visto ciò può
compromettere la funzionalità piena della vescica, e quando ci si rende conto che è pronto a farlo, ad
esempio perché ha già una discreta autonomia motoria e capacità di linguaggio per avvertire di dover
andare in bagno o perché il pannolino resta asciutto a lungo». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 573
PREVENZIONE E SALUTE
Germogli di broccoli un'arma contro il cancro al seno
Mangiare i germogli di broccoli può proteggere dal cancro al seno. La verdura
inibisce, infatti, lo sviluppo delle cellule staminali tumorali, interrompendo
l'accrescersi della massa neoplastica.
E' quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista
“Clinical Cancer Researchâ€. Il sulforafano, in particolare,
sarebbe in grado oltre che di prevenire il cancro al seno, di
uccidere le cellule staminali che permettono alla neoplasia
di svilupparsi.
I germogli contengono, in misura 100 volt superiore alla
pianta matura, isotiocianato, dal caratteristico odore di
senape che ha un'azione disintossicante delle cellule. La ricerca dell'università americana è stato fatto
sui topi trattati con l'estratto di germogli. ma anche la pianta di matura di broccoli, contenente indolo3-carbinolo, ha effetti inibitori del cancro al seno. (Salute, Il Messaggero)
Ecco di quante ore di sonno avete veramente bisogno
Uno studio della National Sleep Foundation ha stabilito, età per età , quanto
dormire per il proprio bene
Poche cose sono meglio del dormire. E, casi
estremi di insonnia a parte, un terzo della
vita la trascorriamo proprio nel sonno.
Non è un caso che tra le nostre ricorrente
lamentele c’è quella di non dormire
abbastanza causa scuola e, poi, lavoro.
Un deficit che spesso recuperiamo, come ghiri, nel week end.
D’altronde il sonno, insieme al cibo, all’acqua e all’ossigeno è fonte di sopravvivenza primaria per
l’essere umano.
È infatti appurato che i disturbi notturni espongano a un maggior rischio di obesità , diabete e malattie
cardiache, con la conseguenze riduzione dell’aspettativa di vita.
Da sempre si discute sul minimo di ore necessarie da trascorrere sotto le lenzuola: sei, sette od otto?
Non si è mai capito. Ora il quesito esistenziale ha la sua risposta.
La National Sleep Foundation – ente di ricerca statunitense – ha condotto un’approfondita ricerca per
fasce d’età : un team di 18 specialisti ha lavorato per due anni arrivando dunque a stilare il grafico di
riferimento “age-to-ageâ€.
Fino ai 17 anni c’è più bisogno di dormire di quanto si pensasse.
Andando a ripercorrere la tabella - prendete nota - un neonato fino a 3 mesi necessita tra le 14 e le 17
ore di sonno, mentre dai 4 a 11 dalle 12 alle 15 ore.
I bimbi di 1-2 anni devono riposare almeno 11 ore (massimo 14), mentre in età prescolare (3-5 anni) il
sonno raccomandato è tra le 10 e le 13 ore.
Salendo, il range della scuola primaria e secondaria (6-13 anni) oscilla tra 10 e 11. Agli adolescenti dai
14 ai 17 anni bastano 8 ore (non più di 10).
Ed eccoci alla fascia adulta: da quando si compiono 18 anni a quando si entra nella terza età (65 anni)
vengono consigliate 7-9 ore.
Agli over 65, invece, è prescritto un riposto massimo di 8 ore. (Salute, Il Giornale)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 573
SCIENZA E SALUTE
TROPPO COMPUTER ROVINA IL SONNO
Ulteriore conferma degli effetti delle nuove tecnologie: stare tanto davanti allo
schermo ostacola l'addormentamento e il riposo.
Le nuove tecnologie ci accompagnano al lavoro, ci intrattengono
nei momenti di svago e spesso non ce ne liberiamo neppure
quando siamo a letto. E così il livello di attenzione è via via
aumentato e periodicamente si torna a parlare del loro effetto
sulla qualità del sonno. La notizia questa volta arriva
dall'Università di Bergen in Norvegia e riguarda i giovani: passare
troppo tempo davanti a computer e tablet ostacola l'addormentamento e arriva a ridurre il numero
di ore trascorse tra le braccia di Morfeo.
Sono questi i risultati di una ricerca, pubblicata oggi sul British Medical Journal Open, riguardante oltre
10 mila giovani di età compresa tra i 16 e i 19 anni, reclutati nello studio youth@hordaland condotto
nel 2012 in Norvegia. I ricercatori hanno raccolto dettagliate informazioni sull'uso da parte dei soggetti
dei più comuni dispositivi elettronici, computer, smartphone, Mp3, tablet, console di gioco e TV e i dati
sulle abitudini legate al sonno, come il tempo necessario per addormentarsi, le ore effettivamente
spese a dormire e quelle giudicate necessarie per sentirsi riposati.
La maggior parte dei ragazzi ha dichiarato di usare uno o più dispositivi poco prima di andare a letto e
ciò viene associato dai ricercatori ad un addormentamento difficoltoso. Ma - secondo i ricercatori - ad
essere critico non sarebbe tanto il momento della giornata, quando la maggior parte degli adolescenti
armeggia con gli smartphone o guarda la televisione. A contare, infatti, sarebbe anche il numero
complessivo di ore passate quotidianamente davanti allo schermo: si è visto che rimanervi almeno
quattro ore aumenta del 49% il rischio di impiegare oltre un'ora per addormentarsi. I ricercatori hanno
osservato un effetto cumulativo delle diverse piattaforme. Il rischio di impiegare più di sessanta minuti
per addormentarsi in chi usa quattro o più dispositivi è maggiore del 26% rispetto a chi ne usa uno
solo. Andando a vedere le ore di riposo, usare due o tre dispositivi si traduce in un aumento del 50%
del rischio di non dormire oltre le cinque ore per notte rispetto a chi usa un solo dispositivo. La
percentuale aumenta del 75% in chi usa quattro o più dispositivi.
I giovani hanno dichiarato di aver bisogno di dormire per almeno 8-9 ore per notte. I dati relativi alle
necessità individuali di riposo sono servite ai ricercatori per escludere che a passare più tempo al
computer fossero esattamente quei ragazzi che necessitavano di meno ore di sonno. Si è visto che chi
aveva passato almeno 2 ore online a comunicare via mail o via chat aveva una probabilità triplicata
rispetto agli altri di dormire meno di 5 ore a notte e il rischio aumentava con l'aumentare delle ore.
L'effetto sulla qualità e la durata del sonno, fanno sapere i ricercatori, potrebbe essere dovuto ad una
stimolazione del sistema nervoso oppure ad un'interferenza con i ritmi circadiani della luce emessa
dagli schermi che altererebbe l'orologio biologico.
Pur evidenziano le limitazioni metodologiche dello studio, incapace ad esempio di distinguere l'uso
dettato dalla noia per una pregressa mancanza di sonno o quello dettato dall'esigenza di contrastarla,
dall'uso che invece che leva il sonno, i ricercatori sostengono la necessità di avere delle linee guida
aggiornate alla luce delle numerose evidenze fin qui accumulate.
«L'uso di dispositivi elettronici è frequente tra gli adolescenti, tanto durante il giorno quanto al
momento di andare a letto. I risultati mostrano una relazione negativa tra l'uso della tecnologia e il
sonno e suggeriscono di inserire nelle raccomandazioni per il corretto uso dei dispositivi anche una
limitazione al loro uso». Considerando però l'inevitabile uso per ragioni scolastiche e sociali, in attesa
di studi più approfonditi, questo appello potrebbe tradursi nell'immediato nel suggerimento di
alternare il tempo speso al computer con momenti di svago e di attività fisica. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 573
PREVENZIONE E SALUTE
CORRERE FA BENE, MA CON MODERAZIONE PER NON
DANNEGGIARE IL CUORE
E’ necessario moderare la frequenza e la velocità della corsa per evitare danni alla
salute del cuore: probabilità di morte simile tra sedentari e strenui corridori
Correre troppo comporta gli stessi rischi di morte di stare perennemente sdraiati sul divano.
E’ questa, molto in sintesi, la conclusione alla quale è giunto un team di specialisti.
La ricerca: I ricercatori hanno selezionato 5048 partecipanti sani e con
un’età compresa tra i 20 e gli 86 anni e li hanno sottoposti a questionari
riguardanti la loro attività fisica. In base alle risposte dei volontari hanno
identificato 1.098 persone dedite al jogging e 413 con abitudini sedentarie,
monitorandoli per dodici anni.
Al termine di questo periodo gli studiosi danesi hanno registrato la morte
di 28 corridori e di 128 sedentari. I dati riguardanti la frequenza e la
velocità di corsa di ognuno dei partecipanti hanno permesso ai ricercatori di dividere in due categorie i
corridori:
 i cosiddetti “light joggersâ€, ovvero coloro che corrono per meno di due ore e mezza alla
settimana e con una velocità entro gli 8 km/h,
 gli “strenuous jogger†che invece si esercitano per più di quattro ore settimanali e corrono a
velocità superiori agli 11 km/h.
La moderazione per aiutare il cuore : L’analisi dei decessi ha permesso di evidenziare che gli
appartenenti alla prima categoria hanno il 78% di probabilità di morte in meno rispetto ai sedentari.
Il risultato più sorprendente però è quello che avvicina il rischio di mortalità dei sedentari a quello dei
corridori più instancabili, sottolineando come un eccesso di sforzo fisico prolungato nel tempo possa
essere estremamente dannoso per il cuore.
Secondo gli autori dello studio, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, la tabella
di allenamento che garantisce i migliori risultati prevede di correre:
 da una a 2.4 ore settimanali,
 non più di tre giorni su sette
 a velocità moderata o lenta.
«Se l’obiettivo di una persona è quello di migliorare la propria aspettativa di vita - ha precisato Peter
Schnohr, uno dei coautori dello studio - correre qualche volta alla settimana a un ritmo moderato è
una buona strategia. Gli eccessi non sono solo inutili, ma potenzialmente pericolosi». (Salute, Corriere)
Cerotto “smart†biodegradabile e previene le infezioni
Cerotti e garze intelligenti, biodegradabili e biocompatibili, basati su polimeri
naturali, in grado di incorporare oli essenziali, prevenire infezioni e facilitare la
guarigione di ferite ed ustioni.
E' il frutto della ricerca nel campo dei dispositivi biomedici condotta dal gruppo Smart Materials. Alla
base di questa innovazione nel campo dei prodotti per medicazioni di ustioni e ferite ci sono materiali
preparati grazie alle nanotecnologie, basati su polimeri naturali in grado di incorporare oli essenziali e
altri composti derivati da prodotti naturali quali cannella, menta e limone con diverse proprietà (antibatteriche, anti-infiammatorie, anti-ossidanti). Con i nuovi materiali si possono realizzare non solo
cerotti, ma vari tipi di medicazioni e altri dispositivi biomedici. (salute, Il mattino)