Anno IV – Numero 582
BACHECA
Ordine
1. Crisi occupazionale:
Istituito un fondo di
solidarietà per i colleghi
iscritti all’ albo in stato
di disoccupazione
2. Corsi ECM 2015
3. Ordine: Esami del
sangue
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. dieta e digiuno?
spengono
l’infiammazione
5. malattie infiammatorie
croniche intestinali:
tutto quel che c’è da
sapere
Prevenzione e
Salute
6. Esami del sangue:
Transferrina serica
7. In arrivo la pasta che
non ingrassa prodotta
con la farina di fagiolo
8. Menopausa: vampate
di calore possono
durare anche 14 anni
Mercoledì 17 Febbraio 2015, S. Simone, Cinzia, Claudio
Proverbio di oggi………..
'A carcioffola s'ammonna 'a 'na fronna 'a vota.
Il carciofo va pulito foglia per foglia (bisogna fare le cose con pazienza)
ORDINE: CORSI ECM 2015
in Bacheca a pag. 6 l’Elenco dei Corsi
DIETA E DIGIUNO?
SPENGONO L’INFIAMMAZIONE
Il ridotto apporto calorico innesca la produzione di una molecola che
mette a riposo il sistema immunitario. E’ così che il corpo si protegge
da alcune malattie
Una medicina chiamata dieta e digiuno. Da tempo
gli scienziati affermano che ridurre l’apporto di
calorie è di fondamentale importanza nel prevenire
molte delle malattie associate all'invecchiamento e
ad uno stile di vita sedentario. Oggi, grazie ad una ricerca pubblicata su Nature
Medicine sappiamo anche il perché:
mangiare meno e digiunare innescano la produzione di una molecola capace
di spegnere l’infiammazione cronica.
Il composto in questione, noto con il nome di beta-idrossibutirrato (BHB),
agisce direttamente fermando la produzione di un’importante molecola che ha
il compito di stimolare alcune strutture della cellula a mettere in atto una
potente risposta infiammatoria. In particolare si tratta di un composto
prodotto in grandi quantità nelle persone colpite da malattie auto immuni,
diabete di tipo 2, morbo di Alzheimer e arteriosclerosi.
BHB è prodotto quando il corpo è sottoposto a digiuno, dieta ed esercizio fisico
ad alta intensità . Pur sapendo che le prime due attività portano il corpo ad
abbassare lo stato di infiammazione, il meccanismo con cui ciò avviene era
ancora in gran parte sconosciuto. Dai dati è emerso che più era elevata la
quantità di molecola fornita e più basso era lo stato di infiammazione. Un
risultato importante che in futuro potrebbe essere sfruttato nel trattamento
precoce di molte malattie che condividono un’aumentata produzione di
molecole in grado di scatenare la risposta infiammatoria. (Salute, Sole 24 ore)
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 582
PREVENZIONE E SALUTE
Ordine: ESAMI DEL SANGUE
Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto
Capire e interpretare gli esami di laboratorio è compito del medico.
Il ruolo del Farmacista è quello di fornire informazioni è quindi di evitare una lettura «fai da te»
(inutile e persino potenzialmente pericolosa) dei parametri che si possono trovare sul referto del
laboratorio, nonché di fornire una base culturale per far si che il paziente possa capirsi meglio col
medico, e prepararsi, eventualmente, a fargli le domande giuste.
Gli esami per il Ferro
La carenza di ferro nel sangue viene di solito associata all'anemia. Ma non è sempre così, e , soprattutto,
gli esami per valutare il metabolismo del ferro sono diversi, e vanno valutati nel loro insieme.
Gli esami per il ferro sono: Ferritina, Sideremia e Transferrina serica.
Nell’edizione odierna parliamo della Transferrina serica
transferrina
200-300 mg/dl
Che cosa si misura: Il test misura la capacità totale del corpo
sierica
capacitÃ
ferro-legante
totale
250-380 microgrammi/dl
di trasportare il ferro; di fatto, siccome il trasporto del ferro nel
sangue è effettuato da una sola proteina, la transferrina, questa
misura può essere anche espressa come concentrazione della transferrina nel sangue.
La transferrina è una proteina che trasporta il ferro dall’intestino e dal fegato ai tessuti che ne hanno
bisogno.
Nel sangue, la transferrina può trovarsi sia in forma libera, non legata al ferro (transferrina insatura), sia in
forma legata al ferro (transferrina satura).
La quota di transferrina legata coincide con il valore della sideremia.
Quando e perché il test è indicato: Il test serve a determinare la capacità del corpo di trasportare il
ferro, ma è usato anche per seguire la funzionalità del fegato e per valutare lo stato nutrizionale di un
individuo. L’esame non rientra nei test di routine, ma viene prescritto, insieme ai test della sideremia e
della ferritina sierica, quando il medico sospetta condizioni associate a valori anomali di ferro
(emocromatosi, emosiderosi, anemie, eccetera).
Come si fa il test
Per effettuare il test è sufficiente prelevare un campione di sangue dalla vena di un braccio.
Quali sono i valori normali: In un individuo adulto normale circa un terzo della transferrina sierica
misurata viene utilizzata per trasportare ferro. Per calcolare rapidamente la capacità ferro-legante totale
conoscendo la concentrazione della transferrina sierica, si può usare la seguente formula: capacità ferrolegante totale (microgrammi/dl) = transferrina (mg/dl) * 1,25.
Come interpretare i risultati dell’esame: Una bassa capacità ferro-legante totale può indicare una
malattia genetica chiamata emocromatosi, anemie causate da infezioni o malattie croniche, malnutrizione,
cirrosi epatica, sindrome nefrosica (una malattia renale che causa un’eccessiva perdita di proteine con le
urine), assunzione dell’ormone ACTH o dell’antibiotico cloramfenicolo. Una capacità ferro-legante totale
elevata indica generalmente una carenza di ferro.
Per esempio, nell’anemia sideropenica (da carenza di ferro), si osserva un’iniziale riduzione della ferritina,
seguita da un aumento della capacità ferro-legante totale e da una riduzione della sideremia.
Anche l’assunzione della pillola contraccettiva può incrementare la capacità ferro-legante.
Va comunque ribadito che questo esame, va interpretato alla luce di una visione complessvia degli esami
che riguardano il metabolismo del ferro nell'organismo. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 582
PREVENZIONE E SALUTE
IN ARRIVO LA PASTA CHE NON INGRASSA PRODOTTA
CON LA FARINA DI FAGIOLO
I ricercatori dell'Università Cattolica di Piacenza stanno sviluppando un prodotto
senza glutine che non scuoce e viene assorbito più lentamente
Una pasta senza glutine che non scuoce e non fa ingrassare. E' il nuovo prodotto alimentare
proveniente dai laboratori dell'Università Cattolica di Piacenza,
dove un team di studiosi sta perfezionando una "ricetta" a base
di farina di fagiolo dal basso indice glicemico. L'obiettivo è quello
di evitare nei celiaci l'aumento di peso e l'incidenza di malattie
metaboliche causati dal consumo di alimenti "gluten free".
Un amido più "leggero" - Gli alimenti contenenti amido
(pane, pasta e prodotti da forno) che compongono la dieta senza
glutine sono caratterizzati da un rapido assorbimento e alti indici
glicemici (Ig), con conseguente aumento di peso e di rischio di malattie metaboliche. Una situazione a
dir poco spiacevole che ha spinto il team piacentino a "ipotizzare l'utilizzo di fonti alternative di amido
con un basso Ig come i legumi", ad assorbimento più lento se paragonato a quello dei cereali .
La farina di fagiolo - Per riuscire nel loro intento i ricercatori hanno utilizzato tra gli ingredienti una
farina ricavata da diverse varietà di fagiolo, ottenendo in via sperimentale una pasta che resiste di più
alla cottura e dal gusto e dal profumo eccellenti. Secondo Gianluca Giuberti, coordinatore del progetto
di ricerca, il prossimo passo dello studio "sarà quello di valutare definitivamente l'efficacia dimagrante
di questi prodotti su persone affette da celiachia".
"I risultati ottenuti sono molto promettenti" ha dichiarato Francesco Masoero, direttore dell'Istituto di
Scienze degli alimenti e della nutrizione, che ha aggiunto: "i dati mostrano come l'inclusione di farina
di fagiolo possa ridurre notevolmente l'indice glicemico della pasta, senza però modificare le
principali caratteristiche tecnologiche del prodotto". (Salute, Corriere)
MENOPAUSA:
VAMPATE di CALORE POSSONO DURARE ANCHE 14 ANNI
I sintomi della menopausa possono durare molto piu' di quanto si pensava.
Uno studio ha scoperto che le donne possono soffrire di vampate di colore e
di sudorazione notturna fino a 14 anni. Questo studio ha coinvolto 1.449
donne con frequenti vampate di calore o sudorazione notturna. Le
partecipanti sono state seguite dal 1996 al 2003. Lo studio ha permesso di
rilevare che i sintomi della menopausa durano in media 7,4 anni.
La metà delle donne ha sofferto meno, ma l'altra metà ha riportato i sintomi più a lungo. Alcune
addirittura sono arrivate a soffrire fino a 14 anni.
In generale, le donne afro-americane e ispaniche hanno sperimentato le vampate di calore per un
tempo significativamente più lungo rispetto alle donne bianche e asiatiche.
Lo studio ha anche rilevato che prima iniziano le vampate piu' a lungo durano.
Inoltre, i ricercatori hanno trovato che le donne con i sintomi piu' duraturi tendevano ad essere meno
istruite, piu' stressate, depresse e ansiose. "La durate media di 7,4 anni mette in evidenza i limiti della
raccomandazione che prevede di seguire una terapia ormonale a breve termine e sottolinea la
necessità di individuare terapie sicure a lungo termine per il trattamento dei sintomi vasomotori".
(AGI) .
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 582
SCIENZA E SALUTE
MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI:
TUTTO QUEL CHE C’È DA SAPERE
In arrivo nuovi farmaci biologici e un’iniziativa per
sostenere i pazienti e i famigliari
Un esordio non sempre facile da diagnosticare: Sono indicate
con un acronimo quasi gradevole: MICI, cioè malattie infiammatorie
croniche intestinali, ma non se ne sente parlare spesso. Perché sono
patologie che fanno sentire a disagio chi ne soffre, provocano
imbarazzo e a volte vergogna. Eppure duecentomila nostri connazionali ci devono convivere. Per il
resto della vita.
Diarrea mista a sangue, emorragie anali, urgenza di andare in bagno ad evacuare: il solo elencare le
manifestazioni patologiche più frequenti e fastidiose (e che non sono neanche tra le più pericolose)
forse può già mettere a disagio il lettore. Ma sapere cosa sono le MICI può servire a far conoscere a
diffondere l'argomento a una più vasta platea, facendo giungere informazioni preziose anche a chi
magari già ne è afflitto senza ancora saperlo, aiutandolo: arrivare a una diagnosi rapida è infatti il
metodo più efficace per consentire di migliorare la qualità della vita.
Perché cominciano molto spesso con sintomi non strettamente specifici, come febbre, astenia,
dimagrimento, dolori addominali: poi si aggiungono quelli che possono sembrare “normali†segni del
decorso di una gastroenterite recidiva (diarrea, vomito) e prima che si formuli una diagnosi definitiva
possono passare anche cinque anni.
Fanno il loro esordio generalmente tra i 16 ed i 35 anni e dopo i 65, ma restano a far compagnia ai
soggetti colpiti per tutta la loro esistenza. “Chi è afflitto da MICI deve fare i conti con patologie
imbarazzanti e molto spesso (40% dei casi) invalidanti â€.
Una convivenza davvero difficile: Oltre alla continua minaccia di complicanze, si aggiungono
infatti le limitazioni, come i frequenti ricoveri, e i condizionamenti nelle normali attività quotidiane,
che alterano pesantemente la qualità della vita.
“I soggetti colpiti, sono nel pieno della loro fase produttiva, sia dal punto di vista scolastico, sia
lavorativo e sono continuamente sottoposti a fasi di remissione e riacutizzazione: in un terzo dei casi
l’andamento clinico richiede trattamenti aggressivi o l’intervento chirurgicoâ€.
Una disabilità non sempre visibile, che causa problemi sul posto di lavoro e a scuola: “il 70% dei
soggetti è costretto ad assentarsi dal lavoro, mentre il 40% deve lasciarlo o cambiarlo e non sono
infrequenti i casi di mobbingâ€.
“Per non parlare di quel 20% dei pazienti che subisce la fine di un rapporto affettivo†aggiunge.
Accendere i riflettori sulle MICI: Nasce l’iniziativa Ora che mi ci fai pensare, un progetto promosso
da AMICI onlus - Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino:
i pazienti con MICI, o i loro famigliari, sono invitati a raccontare attraverso un video momenti della
loro vita quotidiana. Con le migliori scene di tutti i video girati dai pazienti verrà realizzato un
cortometraggio. Per promuovere l’iniziativa, è stato realizzato uno spot visibile attraverso il sito
www.orachemicifaipensare.it dove i pazienti potranno caricare i loro video fino al 30 aprile.
“Tutti i pazienti potranno contribuire con i loro video per fornire spunti di riflessione a chi non
conosce queste patologie ma anche a chi ci convive ogni giorno. Il risultato finale sarà un
cortometraggio che dovrà soprattutto aiutare i pazienti ad avere fiducia e a vivere con maggiore
positività : sembra paradossale ma è più facile accettare, seppure nella propria devastante tragicità , chi
ha il cancro e sta morendo rispetto a chi soffre di colite e deve andare al bagno di continuoâ€.
Vediamole dunque da vicino queste patologie misconosciute.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 582
Malattie poco conosciute ma sempre più diffuse anche tra i giovanissimi
Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino sono sostanzialmente solo due:
ï‚· la colite ulcerosa e la malattia di Crohn.
Colite Ulcerosa: coinvolge una parte limitata dell’apparato digerente, localizzandosi nel retto e nel
colon, dove erode la mucosa provocando ulcerazioni multiple. Oltre a diarrea, dolori al ventre e
febbre, possono insorgere complicanze come emorragie e perforazioni intestinali, polipi, e aumento
del rischio di tumore al colon-retto. Ma sovente colpisce anche altri organi, provocando artrite
periferica, eritema, psoriasi e trombocitosi. La diagnosi si effettua con colonscopia ed esame istologico
del tessuto prelevato tramite biopsia.
La malattia di Crohn, è invece “molto più subdola da individuare perché diarrea e dolore addominali
sono presenti all’esordio solo nel 70% dei casi e si manifesta spesso con sintomi che non riguardano
l’intestino, come febbre, anemia, lesioni cutanee e artritiâ€.
Ecco perché il ritardo diagnostico a volte può raggiungere i sei anni.
“La maggioranza dei soggetti colpiti deve purtroppo sottoporsi a interventi chirurgici poiché la malattia
provoca ascessi intestinali, fistole e stenosi che possono causare occlusioni intestinaliâ€.
Cause ancora ignote:“Non c’è una causa scatenante†dice il prof. Orlando “verosimilmente esiste
una predisposizione genetica che in concomitanza a fattori esterni, quali infezioni virali o batteriche,
altera la flora batterica intestinaleâ€. Che non viene più riconosciuta dal sistema immunitario e quindi
aggredita, con conseguente comparsa di lesioni nell’intestino.
Nella Malattia di Crohn sono state individuate alcune mutazioni genetiche, ma sono presenti solo in un
terzo dei soggetti, mentre la colite ulcerosa colpisce sovente chi ha avuto precedenti in famiglia.
“È curioso il ruolo che il fumo gioca nelle due patologie: nella malattia di Crohn i fumatori hanno un
decorso più aggressivo, mentre i pazienti con colite ulcerosa sembrano protetti dall’abitudine al
fumo, ma non conosciamo la motivazione di questa correlazioneâ€.
Le terapie farmacologiche
Anche se la diagnosi precoce resta ad oggi il primo metodo per migliorare la qualità della vita dei
pazienti (prima si interviene, più efficace è il trattamento), negli ultimi 15 anni “si sono fatti balzi da
gigante nelle innovazioni terapeuticheâ€. “Soprattutto grazie all’avvento dei farmaci biologici: anche
se si applicano solo ai casi più gravi, a breve termine riducono gli interventi chirurgici e le
ospedalizzazioni, rendendo la vita dei pazienti più semplice e normaleâ€.
Grazie a farmaci biologici come ad esempio infliximab “per la prima volta siamo riusciti a ottenere la
guarigione delle ulcere della mucosa intestinale nella Malattia di Crohn nel 40% dei casi entro il
primo anno di trattamento; tanto nella Colite Ulcerosa quanto nella Malattia di Crohn i farmaci
biologici hanno permesso di ridurre l’utilizzo di steroidi in quei pazienti che dovevano ricorrere ad essi
in maniera continuativa, favorendo lo “svezzamento†dal cortisoneâ€.
Sono farmaci però molto costosi. Dal 28 gennaio 2015 l’AIFA ha decretato la rimborsabilità del
Golimumab, un nuovo anticorpo monoclonale umano di ultima generazione per il trattamento della
Colite Ulcerosa di grado moderato-severo in pazienti adulti che non hanno ottenuto risposta
soddisfacente alle terapie tradizionali.
“L’arrivo in Italia di golimumab è un’importante opportunità vista l’efficacia consolidata del farmaco e
la comodità d’uso per i pazienti che, dopo la prima somministrazione in ambulatorio ospedaliero,
possono comodamente autosomministrarsi il farmaco a casa con le penne pre-riempite una volta
ogni 4 settimaneâ€.
“Golimumab è concepito per agire selettivamente contro il Fattore di Necrosi Tumorale, TNF-alfa, la
molecola che rappresenta uno dei “motori†principali dell’infiammazione. La sua sovrapproduzione è
infatti il denominatore comune delle malattie infiammatorie croniche intestinali e di altre malattie
autoimmuni oltre ad essere implicata in molte patologie a base infiammatoria. (Salute, Panorama)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno IV – Numero 581
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Ordine: Corsi ECM 2015–SESSIONE PRIMAVERILE
Sessione Primavera – Si informa che da Mercoledì 18 Febbraio è possibile
prenotare sul sito istituzionale dell’ordine i Corsi ECM Gratuiti 2015.
DATA
TITOLO DEL CORSO
Domenica 22 Febbraio
ore 9.30
Sabato 28 Febbraio
ore 9.30
Sabato 07 Marzo
ore 9.30
Domenica 15 Marzo
Ore 9.30
Sabato 21 Marzo
ore 9.30
Domenica 29 Marzo
Ore 9.30
Sabato 18 Aprile
ore 9.30
Domenica 19 Aprile
ore 9.30
Low Dose Medicine Omeopatia, Omotossicologia e Nutraceutica
Basate sull’Evidenza (III parte)
La medicina naturale nelle epatopatie virali e croniche
Sabato 09 Maggio
ore 9.30
Sabato 16 Maggio
ore 9.30
Sabato 23 Maggio
ore 9.30
Sabato 30 Maggio
ore 9.30
Sabato 06 Giugno
ore 9.30
La malattia psoriasica: una condizione su cui riflettere
Low Dose Medicine Omeopatia, Omotossicologia e Nutraceutica
Basate sull’Evidenza (IV parte)
Deficit neurocognitivi
Low Dose Medicine Omeopatia, Omotossicologia e Nutraceutica
Basate sull’Evidenza (V parte)
La medicina naturale nelle steatosi e steato-epatiti
Low Dose Medicine Omeopatia, Omotossicologia e Nutraceutica
Basate sull’Evidenza (VI parte)
Corso ECM:“XI ed. I° PARTE:
“Corso teorico-pratico di rianimazione Cardio-Polmonare e
defibrillazione cardiaca precoce SE (BLS-D)
Corso ECM:“XI ed. II° PARTE:
“Corso teorico-pratico di rianimazione Cardio-Polmonare e
defibrillazione cardiaca precoce SE (BLS-D)
Osteoporosi in Farmacia
CREDITI
Formativi
24 (totali)
5+
10 FAD
5+
10 FAD
24 (totali)
5+
10 FAD
24 (totali)
5+
10 FAD
24 (totali)
I Contraccettivi
Il ruolo del farmacista:
Responsabilità Civili, Penali e Amministrative
10 +
10 FAD
5+
10 FAD
5+
10 FAD
5+
FAD 10
FAD: Ogni Partecipante al Corso Residenziale può Iscriversi al Corso FAD
gratuito di 10 crediti
Lunedì 16 Marzo
ore 21.00
Lunedì 20 Aprile
ore 21.00
SERATE MONOTEMATICHE
Le possibilità terapeutiche nella malattia emorroidaria.
(prof. Gennaro Rispoli)
Nuovi Anticoagulanti orali (NAO): vantaggi e limiti.
(prof. Maurizio Santomauro)
COME PRENOTARSI: da Mercoledì 18 Febbraio è possibile prenotare i Corsi ECM 2015
1- collegarsi sul sito dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it
2- home page del sito dell’Ordine/sezione ECM
3- Prenotazioni
4- Accesso all’area riservata mediante username e password
5- Scegliere i corsi da prenotare