Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno IV – Numero 605 AVVISO Ordine 1. Ordine: Quota sociale 2. Ordine:Istituito un sussidio per i Colleghi Iscritti all’Albo in Stato di Disoccupazione 3. Obbligo per i professionisti sanitari di stipulare assicurazione Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Stop agli antibiotici inutili. Un test distingue virus e batteri 5. Far 'scrocchiare' dita e articolazioni fa male? Ecco cosa succede davvero nel nostro corpo 6. Chi non sa tenere a freno la collera rischia davvero di avere un infarto Prevenzione e Salute 7. Ordine: Esami del sangue: Elettroforesi proteine plasmatiche 8. GB, il piercing intimo sarà come una mutilazione genitale 9. Soffocamento: la manovra è salva-vita Venerdì 20 Marzo 2015, S. Alessandra, Claudia Proverbio di oggi……….. Pure 'ndurata, a cajola pe' l'auciello, è sempe 'nu carcere GRAN BRETAGNA, IL PIERCING INTIMO SARÀ COME UNA MUTILAZIONE GENITALE La pratica sarà considerata illegale e la norma sarà applicata anche alle donne che si sottopongono al piercing per motivi estetici Il piercing fatto agli organi genitali femminili, anche per ragioni estetiche, sarà considerato al pari di una mutilazione genitale: è quanto prevedono le nuove regole del Servizio sanitario inglese che entreranno in vigore da aprile. Il Dipartimento di Salute ha fatto sapere che sta prendendo ogni precauzione per registrare i piercing genitali fatti in un contesto abusivo e violento, e che queste nuove regole sono in linea con quelle dell’Oms. Le donne con piercing vaginale, verranno dunque classificate come vittime di mutilazione genitale e la pratica sarà considerata illegale al pari dell’infibulazione e i responsabili dell’esecuzione del piercing potrebbero essere indagati per reato. Anche per motivi estetici: La nuova regolamentazione, obbligatoria, si applicherà dunque anche alle donne che con il loro consenso si sono sottoposte a questa procedura per motivi cosmetici ed estetici, o perché ritengono così di aumentare e migliorare la loro vita sessuale. Le mutilazioni genitali sono una procedura non medica che intenzionalmente modifica l’aspetto degli organi genitali femminili, causando anche lesioni. L’Oms ha classificato il piercing come «procedura altamente nociva» e una vera propria mutilazione genitale. Le mutilazioni genitali: Nel mondo oltre 130 milioni di donne e ragazze hanno sofferto e subito mutilazioni genitali e nel Regno Unito sono in aumento le donne trattate negli ultimi mesi nei servizi sanitari a causa delle mutilazioni genitali. «Stiamo prendendo ogni precauzione per registrare i piercing genitali fatti in contesti violenti. La raccolta di dati ci aiuterà ad avere un quadro della natura del problema che stiamo affrontando». (Salute, Corriere) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 605 SCIENZA E SALUTE Ordine: ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto Nell’edizione odierna parliamo di ELETTROFORESI PROTEINE PLASMATICHE EMOCROMO MCHC, MCV, RDW, Emoglobina, Ematocrito, Globuli rossi, Globuli bianchi, ELETTROFORESI DELLE PROTEINE PLASMATICHE CHE COSA SI MISURA: L’elettroforesi del plasma è una tecnica che analizza le proteine presenti nel plasma, cioè la parte liquida del sangue. Con questo esame vengono separate ed esaminate le seguenti proteine: l’albumina, la più abbondante, le alfa1 globuline, le alfa2 globuline, le beta globuline e le gamma globuline. Alcune proteine plasmatiche sono prodotte dal fegato, mentre altre vengono rilasciate nel sangue da cellule che fanno parte del sistema immunitario, il sistema di difesa naturale dell’organismo. Le proteine plasmatiche sono indicatori molto importanti, perché alterazioni delle loro concentrazioni possono mettere in luce un gran numero di malattie. COME SI FA IL TEST: L’esame viene eseguito su un campione di plasma. Per ottenerlo si effettua un prelievo di sangue dalla vena di un braccio e si separa la frazione contenente le cellule da quella liquida. Prima di effettuare il prelievo è necessario un digiuno di 10-12 h. Inoltre, si sconsiglia di sottoporsi all’esame se si è in trattamento con un antibiotico, perché potrebbe alterare i risultati. QUALI SONO I VALORI NORMALI E COME INTERPRETARE I VALORI ANOMALI: La concentrazione normale delle proteine plasmatiche totali è 6-8 g/dl. Proteina plasmatica albumina Valori normali Se aumenta Se diminuisce malnutrizione, digiuno prolungato, malassorbimento, malattie renali 3,6-4,9 disidratazione, vomito, diarrea, eccessiva ed epatiche, alcolismo, ustioni, g/dl sudorazione infiammazioni, ipertiroidismo, gravidanza 0,2-0,4 g/dl malattie infiammatorie croniche, infettive, infarto cardiaco, assunzione pillola contraccettiva, gravidanza alfa2 globuline 0,4-0,8 g/dl malattie renali, malattie infiammatorie malattie epatiche gravi, diabete, croniche e acute, infezioni, infarto ipertiroidismo, rottura dei globuli cardiaco, sindrome di Down, diabete, rossi (emolisi), artrite reumatoide alcuni tumori beta globuline 0,6-1 g/dl alfa1 globuline gamma globuline anemia da carenza di ferro, alcuni casi di mieloma multiplo, ipercolesterolemia, gravidanza alcune malattie del sistema immunitario 0,9-1,4 dette gammopatie, mieloma multiplo, g/dl malattie epatiche croniche, infezioni, alcuni tumori, artrite reumatoide, lupus malattie epatiche gravi, malattia ereditaria rara chiamata enfisema congenito, malattie renali malnutrizione, cirrosi alcune malattie ereditarie del sistema immunitario PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 605 SCIENZA E SALUTE STOP AGLI ANTIBIOTICI INUTILI UN TEST DISTINGUE VIRUS E BATTERI Un esame del sangue messo a punto da un’azienda israeliana individua rapidamente se si tratta di un virus. I dubbi dell’esperto: «Non è risolutivo, diagnosi troppo generica» Usare o no l’antibiotico? Per rispondere a quello che è ormai diventato un vero e proprio dilemma, soprattutto nei mesi invernali, arriva in aiuto un nuovo test del sangue in grado di determinare se un paziente ha un’infezione virale acuta o un batterio. A metterlo a punto un’azienda israeliana, la MeMed, che ha annunciato la pubblicazione dei risultati di un ampio studio clinico prospettico multicentrico che convalida la capacità dell’esame, chiamato ImmunoXpert*. Il lavoro ha arruolato più di 1.000 pazienti ed è pubblicato sull’edizione online diPLoS One. Due infezioni difficili da distinguere Le infezioni batteriche e virali sono spesso clinicamente indistinguibili, e per questo possono portare a un uso eccessivo di antibiotici, contribuendo alla diffusione della resistenza a questi farmaci, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ha ormai proporzioni preoccupanti. Paradossalmente, l’incapacità di distinguere rapidamente i due tipi di infezioni comporta anche il sottoutilizzo di antibiotici, stimato per il 20-40% di tutte le infezioni batteriche (che per essere curate avrebbero bisogno dell’antibiotico a differenza di quelle virali), mettendo i pazienti a rischio di complicanze e di aumento dei costi sanitari. Il test è stato marcato Ce e approvato per l’uso clinico nell’Unione europea e in Israele. E’ attualmente in corso una distribuzione «pilota» in questi territori, che si amplierà per la fine di quest’anno. Ulteriori studi clinici sono in corso e la società ha in programma di condurre sperimentazioni anche negli Stati Uniti. Come funziona e i limiti: Diversamente dalla maggior parte dagli strumenti di diagnostica delle malattie infettive che si basano sulla rilevazione diretta degli agenti patogeni, il nuovo test decodifica la risposta immunitaria del corpo per caratterizzare con precisione la causa dell’infezione. La tecnologia si basa su una determinata proteina che viene indotta se l’infezione è virale. Ma se non è virale non è sempre detto che si tratti di un’infezione batterica, potrebbe trattarsi di un fungo, di un parassita, ed è questo uno dei limiti del nuovo esame. «Il nuovo test si affiancherà a quelli già a disposizione - spiega Franco Scaglione, professore di Farmacologia clinica, all’Università di Milano - e sapere se l’infezione è virale o no è un aiuto, ma è anche molto importante conoscere rapidamente qual è il virus o il batterio con cui ho a che fare per procedere con la terapia corretta. Inoltre un altro limite è che si tratta di un esame del sangue, che va quindi fatto in ospedale e che arriva a una diagnosi generica. Quando si arriva in ospedale non è sufficiente sapere che si tratta di un virus, è fondamentale sapere al più presto di quale virus si tratta. Non dimentichiamoci tra l’altro che già esiste un test rapido: il tampone per le faringotonsilliti individua subito se il mal di gola è causato da un virus (70%) o da un batterio (30%), ed era molto utile. Oggi viene utilizzato molto poco perché in termini di costi questo esame ha un prezzo più elevato dello stesso antibiotico». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 605 PREVENZIONE E SALUTE SOFFOCAMENTO: LA MANOVRA È SALVA-VITA Bambini e soffocamento, è una questione di attimi. Il rischio che il bambino ingerisca un oggetto oppure un piccolo cibo, come una semplice caramella, possa d’improvviso soffocare è all’ordine del giorno. Un incubo per tutte le mamme che andrebbero rassicurate con istruzioni salva-vita. «Le mamme, ma soprattutto gli insegnanti, dovrebbero ricevere una formazione specifica con corsi di addestramento alle manovre rianimatorie», spiega il dr Hayato Kurihara, resp. di Chirurgia d’urgenza e del trauma in Humanitas. Bambini, come intervenire in caso di soffocamento «Il soffocamento è la sesta causa di morte infantile – ma non bisogna dimenticare che il problema non riguarda solo i bambini in età pre-scolare, ma anche quelli più grandicelli. Le statistiche riportano come indicativa la fascia di età fino a 14 anni e per questo le probabilità di soffocamento andrebbero monitorate a scuola come in tutti gli altri centri di svago e frequentazione di bimbi e adolescenti». I casi di cronaca indicano che di fronte al soffocamento pochi sanno come comportarsi. Ecco quindi alcune indicazioni per le mamme. «Il segno più evidente – è la difficoltà respiratoria:  il bambino esprime con gli occhi il suo stato di malessere improvviso, non respira, non parla, gli occhi sono strabuzzati, la faccia diventa rossa». Se il bambino riesce a tossire è segno che il pezzo di cibo è incastrato solo parzialmente. In questo caso bisogna cercare di tranquillizzarlo e incoraggiarlo a tossire senza colpi sulla schiena. Evitare di dare da bere al bambino, perché si rischia che il frammento scenda più giù. «Il bambino deve essere invitato a guardare in alto e in questi casi, se ha più di un anno, si può optare per la manovra di Heimlich adoperata anche sugli adulti: il soccorritore cinge la persona dalle spalle premendo il pugno subito sotto lo sterno. Poi si eseguono una o o più compressioni, fino all’espulsione del corpo estraneo». Se il bimbo ha meno di tre anni bisogna agire con una manovra dedicata. «Ci si deve sedere sistemando il bimbo a faccia in giù sulle gambe, dando colpi sulla schiena dal centro verso l’esterno. Poi deve essere posto su un piano rigido praticando compressioni toraciche simili al massaggio cardiaco. Mai metterlo a testa in giù, perché non ci sono evidenze di efficacia». (Humanitas Salute) FAR 'SCROCCHIARE' DITA E ARTICOLAZIONI FA MALE? ECCO COSA SUCCEDE DAVVERO NEL NOSTRO CORPO Farsi 'scrocchiare' le dita, la schiena, le ginocchia dà una sensazione temporanea di benessere, ma per molti reca danni alle articolazioni; cosa succede al nostro corpo? Un video mostra esattamente cosa succede durante questa pratica e spiega che le ossa non vengono coinvolte. Un liquido chiamato liquido sinoviale lubrifica le articolazioni e, talvolta, un accumulo gassoso può verificarsi all'interno. Il crack acustico che si sente è dato da "l'esplodere di queste bolle di gas" e perciò non ha nulla a che fare con le ossa come molti pensano. Per far sì che il gas si riformi ci vogliono 20 minuti. Il Dottor Donald L. Unger ha deciso di fare da cavia umana e di scrocchiarsi le nocchie di una mano soltanto. Dopo sei anni ha verificato che non c'era alcuna traccia di artrite. (salute, Il Messaggero) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 605 SCIENZA E SALUTE CHI NON SA TENERE A FRENO LA COLLERA RISCHIA DAVVERO DI AVERE UN INFARTO Il cuore batte più veloce, la pressione sale, le coronarie si stringono, e così cresce la probabilità che placche aterosclerotiche si rompano, formando trombi Una lite in famiglia, un’incomprensione sul lavoro, un alterco nel traffico. E la rabbia sale a livelli di guardia: pugni stretti, sangue che va alla testa, sensazione di essere sul punto di esplodere. Stiamo rischiando un infarto. Secondo uno studio, infatti, nelle ore dopo uno scoppio d’ira la probabilità di un attacco di cuore sale di oltre 8 volte rispetto al normale. E pure le «crisi d’ansia» fanno male, perché nel giro di 2 ore il pericolo di infarto cresce di circa 9 volte. Il meccanismo: «I dati confermano l’esperienza: moltissimi ammettono di essersi arrabbiati poco prima di avere un infarto. Il meccanismo è simile a quello dell’evento scatenato da uno sforzo fisico troppo intenso:  negli eccessi di collera il cuore batte più veloce,  la pressione sale,  le coronarie si stringono e cresce la probabilità di rottura di placche aterosclerotiche ricche di colesterolo, una delle cause classiche di infarto. In alcuni succede tutto entro brevissimo tempo; nei pazienti in cui il cuore “cede” dopo un paio di giorni dal momento di rabbia è possibile che la placca si rompa, ma che il trombo vada a occludere le arterie solo nelle ore successive». Uno studio pubblicato su Circulation sottolinea che anche l’ansia e lo stress cronici compromettono la salute del cuore: nelle donne giovani, ancora più in tensione rispetto agli uomini per la necessità di far quadrare il cerchio fra famiglia, figli e lavoro, sarebbero responsabili di infarti e di un recupero più complicato dopo gli eventi cardiaci. Ansia e stress perenni: «In caso di ansia e stress “perenni” la pressione è mediamente più alta e si modifica la quantità di ormoni in circolo (come il cortisolo) tanto da alterare la pervietà delle arterie e l’aggregazione delle piastrine: tutto ciò favorisce l’attacco di cuore, perfino nelle donne giovani parzialmente protette dagli estrogeni. Con lo stress cronico non c’è la tipica rottura di placca, ma l’aumento del tono dei vasi favorisce la formazione improvvisa di un trombo che poi occlude un’arteria cardiaca. Un equilibrio ormonale delicato protegge i vasi dallo sviluppo di coaguli pericolosi, lo stress lo “sbilancia” e per questo può essere pericoloso. Nelle donne, inoltre, rabbia, ansia e stress sono alla base della sindrome di Tako-Tsubo o del cuore spezzato: in questi casi le arterie cardiache sono pervie, ma si verifica lo stesso una sorta di infarto, perché un grosso dispiacere o un forte stress comportano una produzione abnorme di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) che mandano “in tilt” il cuore». Gestire il nervosismo: Perciò, meglio imparare a gestire ira e nervosismo ed evitare per quanto possibile situazioni che ci fanno saltare la mosca al naso, anche perché uno studio della Columbia University di New York ha dimostrato che alti livelli di stress associati a depressione sono per il cuore una vera «tempesta perfetta», che incrementa del 48% il rischio di morte e infarto nel breve periodo. «Non è facile tenere sotto controllo stress e reazioni dovute alla collera, ma è bene ricordarsi che possono provocarci un attacco cardiaco. Per chi è ad alto rischio possono essere utili farmaci come i beta-bloccanti: oltre a ridurre la frequenza cardiaca e la pressione hanno una blanda azione ansiolitica, per cui si oppongono ai meccanismi alla base dell’infarto da attacco di rabbia». (Salute, Corriere) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 605 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca ORDINE: QUOTA SOCIALE Si Comunica che in questi giorni, Equitalia Sud SpA, Agente della riscossione dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli, sta recapitando l’avviso di pagamento relativo alla Tassa di iscrizione per l’anno 2015, di euro 150,00. Tutti i Colleghi che entro il 31 marzo p.v. non avessero ancora ricevuto tale avviso, possono rivolgersi direttamente agli Uffici dell’Ordine o inviare una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. per conoscere le modalità di pagamento. Si ricorda che il mancato adempimento, fa venir meno il requisito per mantenere l’iscrizione all’Albo. ORDINE:Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in STATO DI DISOCCUPAZIONE Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato nel Consiglio del 19 Novembre 2014 uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2015. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2015 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti:  i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà; modalità di partecipazione. L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1. Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale) ORDINE: OBBLIGO PER I PROFESSIONISTI SANITARI DI STIPULARE UN’ASSICURAZIONE Come noto, dal 15 agosto u.s. vige l’obbligo per i professionisti sanitari di stipulare un’assicurazione contro i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale. Il DL n. 158/2012, convertito, con modificazioni, dalla L n. 189/2012, ha demandato ad un successivo regolamento la definizione dei requisiti minimi e di uniformità necessari per l’idoneità dei contratti assicurativi sottoscrivibili; regolamento che a tutt’oggi non è stato ancora emanato. Pertanto, poiché l’art. 5 del D.P.R. n. 137/2012 qualifica come illecito disciplinare la violazione di tale obbligo assicurativo, il Ministero della Salute aveva richiesto al Consiglio di Stato se l’obbligatorietà assicurativa sussistesse anche per i professionisti del settore sanitario o se per questi ultimi la normativa di riferimento dovesse considerarsi rinviata all’emanazione del regolamento stesso. Il Consiglio di Stato ha chiarito che, fino all’emanazione del regolamento che disciplinerà i requisiti di idoneità dei contratti assicurativi per gli esercenti le professioni sanitarie, la mancata stipula della polizza assicurativa da parte dei professionisti sanitari non costituirà illecito disciplinare.

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