Anno IV – Numero 606
AVVISO
Ordine
1. Ordine: Quota sociale
2015
2. Ordine:Istituito un
sussidio per i Colleghi
Iscritti all’Albo in Stato
di Disoccupazione
3. Obbligo per i
professionisti sanitari di
stipulare assicurazione
Lunedì 23 Marzo 2015, S. Fedele
Proverbio di oggi………..
Pare nu' maccarone senza pertuso (E' un uomo senza personalità )
Sesso, dormire aumenta il desiderio nelle
donne: +14% per ogni ora di sonno "extra"
Lo rivela una ricerca condotta su 171 studentesse di college
americani: il risultato non cambia a seconda dell'età o
Notizie in Rilievo dell'umore
Scienza e Salute
4. Un test con il tapisroulant per calcolare
l’aspettativa di vita
5. Asma e bronchite
cronica. Il problema è
l’aderenza alle cure
6. "Pizza e cioccolato
come droghe, possono
creare dipendenza"
Prevenzione e
Salute
7. Immunità per
chiunque utilizzi i
defibrillatori automatici
8. Sesso, dormire
aumenta il desiderio
nelle donne: +14% per
ogni ora di sonno
"extra"
Dormire tanto (e bene) aumenta il desiderio sessuale
nelle donne. A rivelarlo è uno studio dell'UniversitÃ
del Michigan. Il risultato? Per ogni ora di riposo
guadagnata, aumenta del 14% la voglia di avere
rapporti col proprio partner.
Salute sotto le lenzuola - I risultati pubblicati sulla rivista The Journal of
Sexual Medicine hanno evidenziato che l'aumento della libido è indipendente
da fattori come l'età , l'umore e la presenza del ciclo mestruale. Ogni ora
"extra" di riposo, ha giovato alla vita sotto le lenzuola, aumentando del 14% le
probabilità di fare sesso il giorno dopo.
Il segreto è dormire il giusto - L'obiettivo della ricerca era quello di
verificare fattivamente l'influenza del sonno sul desiderio sessuale e
l'eccitazione e che, al di là degli innegabili fattori fisici e psicologici, il sonno
insufficiente può ridurre la libido nelle donne. L'autore dello studio, spiega:
"Penso che il messaggio da portare a casa non dovrebbe essere che in generale
più sonno è meglio, ma che è importante un numero adeguato di ore di riposo,
quelle di cui il nostro fisico e la nostra mente hanno bisogno". (Tgcom24)
Il PAPA a Napoli: l’ORDINE presente
L’Ordine insieme agli altri ordini professionali, ai
rappresentanti della Giustizia e dell’Università hanno accolto il
Santo Padre a Scampia. L’Ucfi, era a Piazza del Plebiscito
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 606
SCIENZA E SALUTE
ASMA E BRONCHITE CRONICA
IL PROBLEMA È L’ADERENZA ALLE CURE
Solo il 14,3% dei malati si cura regolarmente. E il problema è maggior fra i
giovani. In arrivo nuove formulazioni per limitare il problema
Ben 7,7 milioni di italiani soffrono di malattie respiratorie croniche, ovvero
asma e Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva. Per la prima i casi si
concentrano in età giovanile (circa 1.2 milioni i bambini e ragazzi under 18
con asma, di cui poco meno di un milione gli under 14), mentre la seconda,
Bpco, cresce con l’avanzare dell’età per arrivare a mietere 4 milioni e mezzo
milioni di malati tra gli ultrasessantacinquenni. Giovani e meno hanno però in comune la negligenza
nel seguire le terapie prescritte, che accomuna in media oltre la metà dei pazienti.
Ora però è disponibile una nuova cura che, somministrata attraverso un sistema di rilascio apri-inalachiudi a prova di errore, consente con un’unica inalazione giornaliera di tenere sotto controllo
entrambe le malattie croniche lungo tutto l’arco della giornata.
«Uno su dieci soffre di queste malattie respiratorie con importanti problemi di salute, ospedalizzazione
e di costo per tutta la comunità : solo il 14,3% delle persone in terapia si cura regolarmente.
Il problema è enorme negli under 14, perché sette su 10 non assumono costantemente le terapie, ma
non va molto meglio tra i teenagers (non lo fanno 6 su 10) e neppure fra gli adulti, che nella metà dei
casi non aderiscono ai trattamenti come dovrebbero e non seguono le prescrizioni per più di tre mesi
l’anno. E fra gli anziani, over 65, si torna alle pessime abitudini degli adolescenti».
Purtroppo, dati alla mano, se l’aderenza alle terapie non è ottimale, cresce del 20% la probabilità di un
peggioramento dei sintomi e sale il rischio di riacutizzazione e di conseguente ricovero ospedaliero.
Così, di conseguenza, raddoppia pure la spesa per il trattamento.
«Inoltre molti malati hanno difficoltà a ricordarsi di assumere regolarmente il farmaco prescritto, di
portarlo con sé e usarlo a scuola o al lavoro. Salvo poi trovarsi improvvisamente impreparati ad
affrontare una crisi o il resto della giornata con il respiro corto».
Le indagini svolte presso medici e pazienti hanno poi evidenziato che oltre il 60% dei malati preferisce
un regime che preveda una sola somministrazione giornaliera, mentre molti sanitari gradirebbero
terapie più semplici da gestire: rapide e veloci per i ragazzi, portatili e che non richiedano eccessivi
sforzi manuali agli anziani.
Posto che il trattamento con la combinazione tra corticosteroidi per via inalatoria e broncodilatatori a
lunga durata d’azione rappresenta uno dei capisaldi nel trattamento delle patologie respiratorie
croniche, è in questo contesto che s’inserisce il nuovo medicinale.
Si tratta di un’associazione fissa di un corticosteroide (fluticasone furoato) e di un broncodilatatore
(vilanterolo) che, assunta una volta al giorno e in un unico dosaggio per asma o bpco, protegge il
paziente nell’arco delle 24 ore, fino al mattino successivo. E per essere sicuri di accompagnare
l’efficacia con la semplicità , l’erogatore del farmaco è stato riprogettato da zero per consentire di fare
tutto con tre semplici e rapidi gesti alla portata di tutti: apri, inala e chiudi, senza timore di sbagliare.
Nello specifico la cura è indicata per il trattamento sintomatico degli adulti con Bpco con una storia di
riacutizzazioni nonostante la terapia regolare con broncodilatatori. È inoltre indicata nel trattamento
regolare dell’asma negli adulti e negli adolescenti con più di 12 anni, quando sia appropriato l’uso di un
medicinale di combinazione (beta2-agonista a lunga durata di azione e corticosteroide per via
inalatoria). Infine, può essere prescritta in pazienti non adeguatamente controllati con corticosteroidi
per via inalatoria e beta2-agonisti per inalazione a breve durata d’azione usati al bisogno.
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 606
SCIENZA E SALUTE
"PIZZA E CIOCCOLATO COME DROGHE, POSSONO
CREARE DIPENDENZA"
Alcuni cibi altamente lavorati inducono cervello a provare piacere e a richiederne
ancora. Lo rivela uno studio dell'università del Michigan
CIOCCOLATINI o cibi prelibati che agiscono come droghe. Prelibatezze
delle quali piano piano non si può più fare a meno. Alcuni alimenti, tra
cui quelli più amati dai golosi come la pizza, le patatine fritte o il
cioccolato, innescano nel cervello gli stessi meccanismi di ricompensa
prodotte dagli stupefacenti. E' questa la conclusione di un lungo studio
dell'Università del Michigan che mette sotto accusa snack, condimenti
e tutti quei menù 'che ci rendono schiavi', perché è spesso difficile
farne a meno quando ce li troviamo davanti o se ci vengono offerti.
Ora gli esperti statunitensi sono riusciti a dimostrare come nell'uomo alcuni cibi altamente lavorati
inducono il cervello a provare piacere, stimolandolo a richiederne ancora.
Gli alimenti a rischio. Leccornie particolarmente gustose innescherebbero quindi fenomeni celebrali
simili a fumo, alcol e droga.
Dolcetti, caramelle, zuccheri e condimenti sarebbero da evitare, perché è difficile fermarsi quando si
incomincia a mangiarli.
Ma tutto questo non succede quando a tavola si portano piatti 'light'. L'effetto dipendenza non si crea
infatti con prodotti alimentari come riso e salmone, quindi non raffinati. Questi infatti non sono stati
associati dai ricercatori con comportamenti simili alla dipendenza.
Lo studio, apre una nuova frontiera per diete personalizzate contro l'obesità e il sovrappeso.
"Possiamo modificare il modo con cui approcciamo il trattamento all'obesità . Non più solo diete
ferree, con il 'taglio' di alcuni alimenti, grazie ad un approccio più simile a quello che già si usa per
chi è dipendente da droghe e alcol".
La difficoltà di fermarsi. Il concetto di dipendenza da cibo è controverso fra gli studiosi del settore,
ma è facilmente dimostrabile che gli alimenti trasformati, grassi, zuccherini come la pizza, il cioccolato,
le patatine e i biscotti sono nocivi per la salute perché se ne fa un consumo spesso eccessivo.
Non è facile limitare la quantità di questi cibi. La dottoressa Avena ha chiesto a 504 partecipanti di
identificare i prodotti che li rendono succubi del cibo. Ha incoraggiato i partecipanti a utilizzare la Yale
Food Addiction Scale, che chiede ai pazienti di contare il numero di volte in cui ripetono frasi del tipo:
 "Io mangio al punto in cui mi sento male fisicamente"
 "Passo un sacco di tempo a sentirmi appesantito dal cibo".
Cibo spazzatura. Una ricerca precedente, aveva già messo in relazione alimentazione e dipendenza.
In un esperimento gli esperti erano riusciti a dimostrare che il cibo spazzatura è recepito
dall'organismo come una vera e propria droga.
La differenza tra il cibo e la droga è data dal fatto che mangiando si arriva ad avere la sensazione di
sazietà , cosa che manca quando si assumono droghe.
L'ormone che rende dipendenti. In laboratorio è stato dimostrato come gli alimenti, ai quali sono
stati aggiunti sali, zuccheri e grassi, vanno ad agire sui recettori della dopamina, proprio quello che
accade quando si prendono droghe.
In questo modo quindi si arriva alla dipendenza fisica, all'assuefazione, visto che l'assunzione di cibi
grassi stimola i recettori di questo ormone. Se questi recettori non vengano più stimolati, il corpo si
sente privato di una sostanza che di conseguenza richiede al proprio organismo, innescando il
meccanismo della dipendenza. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 606
IMMUNITÀ PER CHIUNQUE UTILIZZI I DEFIBRILLATORI
AUTOMATICI
Chiesta una norma che escluda responsabilità legali quando si presti soccorso
anche senza specifica formazione: l’apparecchio è sicuro e guida il soccorritore.
Il nostro Ordine Professionale da diversi anni porta avanti questo progetto. Infatti sono state organizzate
ben 15 ediz. di “Corso pratico all’uso del defibrillatore
semiautomatico, BLSD†che hanno permesso di formare più
di 500 Colleghi Farmacisti. Per ultimo, il mese scorso ha
effettuato, in collaborazione con Federfarma, la distribuzione
nelle Farmacie di Napoli e Provincia, di volantini che
riportano le “Guida alle manovre antisoffocamento nei
Bambiniâ€. Sono stati distribuiti 120.000 volantini.
Si chiama “legge del Buon Samaritano†e potrebbe
contribuire a colmare la distanza abissale tra il 2-3% della
media nazionale di quanti sopravvivono a un attacco
cardiaco e il 36% di sopravvivenza registrata nei luoghi dove
invece sia presente una rete di defibrillatori accessibili ad
ogni cittadino.
Se applicata, questa legge consentirebbe a chiunque di poter
utilizzare un defibrillatore automatico o semiautomatico
esterno in caso di necessità senza temere conseguenze legali di tipo civile o penale.
Per quanto riguarda quelle medico-sanitarie l’apparecchio salva-vita (in grado di fare ripartire con una
scossa elettrica il cuore in caso di fibrillazione ventricolare) infatti è sicuro, guida il soccorritore,
permettendo la scarica solo se effettivamente necessaria.
La richiesta anche dalla vedova di Vigor Bovolenta: La norma introdurrebbe una specie di
“immunità †per i soccorritori non professionisti che nella legislazione oggi vigente in Italia possono
usare i defibrillatori solo dopo un corso di addestramento certificato e una “autorizzazione†dei
servizi 118.
A rilanciare la richiesta, rivolta alle massime autorità dello Stato - dal Presidente della Repubblica, al
Ministro della Salute, di introdurre la “legge del Buon Samaritano†sono una decina di associazioni e,
vedova di Vigor Bovolenta, il campione di volley morto in campo nel marzo del 2012 proprio per un
attacco cardiaco. «La norma - dovrebbe contenere una semplice frase aggiunta all’articolo 1, comma 1
della legge 120 del 3 aprile 2001, cioé: «È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede
extra ospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che
abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare, ovvero in caso
di necessità e in assenza di personale addestrato, chiunque può utilizzare un defibrillatore
automatico o semiautomatico esterno (in corsivo la frase in aggiunta)».
La situazione in alcuni paesi europei : Si tratterebbe di attuare così la Dichiarazione del
Parlamento europeo del 14 giugno 2012 sull’istituzione di una settimana di sensibilizzazione
sull’arresto cardiaco: al punto 4, il Parlamento invita la Commissione e gli Stati membri «ad adottare
una legislazione armonizzata in tutta l’Ue, al fine di garantire l’immunità da ogni responsabilità ai
soccorritori non professionisti che offrono volontariamente assistenza in caso di emergenza cardiaca».
In Francia, i cartelli che segnalano la presenza di un defibrillatore riportano la frase di un Decreto
ministeriale del 2007 che autorizza chiunque a usare il defibrillatore.
«Dovrebbe passare il messaggio - che non bisogna avere paura di iniziare la rianimazione
cardiopolmonare in generale». (salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 606
UN TEST CON IL TAPIS-ROULANT
PER CALCOLARE L’ASPETTATIVA DI VITA
Camminare incrementando pendenza e velocità è un ottimo indicatore per
calcolare la forma fisica e individuare rischi cardio-vascolari
Si chiama FIT Treadmill Score ed è un nuovo test messo a punto dai
ricercatori della Johns Hopkins University per calcolare il rischio di
un decesso nei prossimi dieci anni: si adatta a chiunque, anche a chi
non ha mai avuto problemi di cuore, e soprattutto è semplicissimo.
Basta infatti salire su un tapis-roulant e camminare, incrementando
pian piano pendenza e velocità : a seconda del grado di forma fisica e
della frequenza cardiaca massima raggiunta, si può definire con
un’ottima approssimazione chi rischia di più e ha bisogno di una
prevenzione più incisiva.
Un test molto semplice e veloce: I dati che corroborano l’efficacia del test sono stati ottenuti su
oltre 58mila adulti sottoposti a un test cardiaco da sforzo fra il 1991 e il 2009 per valutare sintomi
come dolori al torace, mancanza di fiato, capogiri.
I ricercatori hanno registrato i risultati dell’esame e quindi le eventuali morti dei partecipanti negli anni
successivi, quindi hanno creato una formula per calcolare il rischio di mortalità a partire dai dati che è
possibile raccogliere dall’esame condotto su un tapis-roulant.
«Tutti sappiamo che essere in buona forma fisica allunga la vita, ma abbiamo voluto quantificare la
probabilità di mortalità in base all’età , al sesso e al grado di fitness a partire da dati molto semplici,
ottenibili in chiunque semplicemente camminando su un tapis-roulant con pendenza e velocità che
aumentano – spiega il cardiologo Haitham Ahmed della Johns Hopkins –.
Con la nostra formula non servono altri test cardiologici, basta quello da sforzo. Per di più sappiamo
che le malattie cardiovascolari non sono “tutto o nulla†ma si presentano con uno spettro di condizioni
molto variegate: anche uno stress test apparentemente normale può dare indizi sul reale stato di forma
di cuore e polmoni, utili per una migliore prevenzione. Il FIT test sembra in grado di intercettare bene
questa “complessità †del rischio cardiovascolare, senza neppure dover tenere conto di altri dati come
pressione e frequenza cardiaca o di fattori di rischio ulteriori, dal diabete alla familiarità ».
Calcolare il livello di forma fisica: L’analisi è facile: si esegue un normale test da sforzo, quindi si
inseriscono nella formula la frequenza cardiaca massima tollerata dal paziente e gli equivalenti
metabolici dell’esercizio sostenuto durante il test (o MET).
I MET indicano la quantità di energia spesa dall’organismo mentre compie un determinato lavoro:
un’attività intensa come la corsa richiede ad esempio più energia, una maggior tolleranza allo sforzo e
un miglior livello di forma fisica di una camminata lenta, perciò a seconda della pendenza e della
velocità raggiunte dal paziente sul tapis-roulant cambia il valore di MET da registrare.
La formula tiene poi conto dell’età e del sesso; il calcolo è elementare e si ottiene un punteggio da -200
a +200, correlato a un relativo rischio di mortalità a dieci anni che varia da un incremento del 2% fino a
un aumento di circa il 40%. Gli autori hanno anche messo a punto una sorta di grafico nel quale si può
avere un’immediata percezione del pericolo, interpolando età , sesso e forma fisica calcolata con la
formula. «Illustrare in maniera evidente il rischio può servire ad allertare le persone per indurle a far
qualcosa per diminuire il pericolo. Anche tenendo conto di fattori di rischio cardiovascolari molto
“potenti†come il diabete o la familiarità , la predittività del FIT test è risultata eccellente: significa che
avere cuore e polmoni in forma conta moltissimo per una buona aspettativa di vita, per cui incentivare
l’esercizio fisico rimane un caposaldo della prevenzione». (salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 606
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: QUOTA SOCIALE
Si Comunica che in questi giorni, Equitalia Sud SpA, Agente della riscossione dell’Ordine dei Farmacisti
della Provincia di Napoli, sta recapitando l’avviso di pagamento relativo alla Tassa di iscrizione per
l’anno 2015, di euro 150,00.
Tutti i Colleghi che entro il 31 marzo p.v. non avessero ancora ricevuto tale avviso, possono
rivolgersi direttamente agli Uffici dell’Ordine o inviare una e-mail all’indirizzo
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. per conoscere le modalità di pagamento.
Si ricorda che il mancato adempimento, fa venir meno il requisito per mantenere l’iscrizione all’Albo.
ORDINE:Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in STATO DI DISOCCUPAZIONE
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo
che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato nel Consiglio del 19 Novembre 2014 uno specifico “Fondo di
solidarietà †messo a bilancio nel 2015.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2015 l’erogazione di
un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si
trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti:
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata
da: 1. Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: OBBLIGO PER I PROFESSIONISTI SANITARI DI
STIPULARE UN’ASSICURAZIONE
Come noto, dal 15 agosto u.s. vige l’obbligo per i professionisti sanitari di stipulare
un’assicurazione contro i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale.
Il DL n. 158/2012, convertito, con modificazioni, dalla L n. 189/2012, ha demandato ad un successivo
regolamento la definizione dei requisiti minimi e di uniformità necessari per l’idoneità dei contratti
assicurativi sottoscrivibili; regolamento che a tutt’oggi non è stato ancora emanato.
Pertanto, poiché l’art. 5 del D.P.R. n. 137/2012 qualifica come illecito disciplinare la violazione di tale
obbligo assicurativo, il Ministero della Salute aveva richiesto al Consiglio di Stato se l’obbligatorietÃ
assicurativa sussistesse anche per i professionisti del settore sanitario o se per questi ultimi la
normativa di riferimento dovesse considerarsi rinviata all’emanazione del regolamento stesso.
Il Consiglio di Stato ha chiarito che, fino all’emanazione del regolamento che disciplinerà i requisiti di
idoneità dei contratti assicurativi per gli esercenti le professioni sanitarie, la mancata stipula della
polizza assicurativa da parte dei professionisti sanitari non costituirà illecito disciplinare.