Anno II – Numero 101 AVVISO Concorso Straordinario: Bando Emilia Romagna Venerdì 25 Gennaio 2013, S.Francesco di Sales EMILIA ROMAGNA: Concorso Straordinario Pubblicato il bando per l'apertura di nuove sedi farmaceutiche per assegnare 178 nuove sedi farmaceutiche. REGIONE Notizie in Rilievo • Scienza e Salute 1. Anche decaffeinato, purchè caffè: svelata protezione contro il cancro alla bocca. 2. Nei fondi del caffè una miniera di antiossidanti Stili di vita e Salute 3. Dimagrire con lo sport, ma troppo fa male “bastano 30 minuti due volte alla settimana” Bellezza e Salute 4. Gli snellenti notturni funzionano davvero Nutrizione e Salute 5. Artrite reumatoide e acidi grassi Politica e Salute 6. Ritirato farmaco contro l’ipertensione Curiosità 7. Perché si fanno gli scarabocchi? 8. Uno sportivo può essere vegetariano? N. SEDI a SCADENZA N. FORMA CONCORSO PARTECIPANTI ASSOCIATA Liguria Lazio Veneto Lombardia Toscana Piemonte Abruzzo 89 279 224 343 131 147 85 30/11/2012 13/12/2012 16/12/2012 19/12 2012 21/12/2012 22/12/2012 11/01 2013 Sicilia Marche Calabria Emilia Romagna TOTALE 222 62 91 178 11/02/2013 16/2/2013 21/2/2013 22/2/2013 1851 941 2449 2270 3560 2071 1777 1223 339 1281 1003 1577 922 770 522 14291 6414 CURIOSITA’ PERCHÉ SI FANNO GLI SCARABOCCHI? In genere sono interpretati come indice di svogliatezza e distrazione, ma Jackie Andrade, psicologa dell’Università di Plymouth (Inghilterra), ha dimostrato che hanno una specifica funzione: aumentare la concentrazione e la capacità di memorizzare le nuove informazioni. In una ricerca ha chiesto a 40 volontari di ascoltare una conversazione telefonica di 2,5 min. che riguardava l’organizzazione di una festa: i partecipanti all’esperimento dovevano annotare i nomi degli invitati che venivano menzionati. Ma, intanto, a metà di loro fu anche chiesto di scarabocchiare su un block notes. In seguito, questi ultimi sono riusciti a ricordare il 29% di particolari in più rispetto agli altri di quanto era stato detto nel corso della telefonata. CONTRO LA NOIA: durante attività noiose, come una riunione, una lezione o una lunga telefonata, la nostra mente tende a distrarsi e a lasciarsi andare a sogni a occhi aperti: gli scarabocchi ci aiuterebbero a tenere sveglia l’attenzione e a restare concentrati su ciò che stiamo ascoltando. PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 101 SCIENZA E SALUTE ANCHE DECAFFEINATO, PURCHÉ CAFFÈ: SVELATA PROTEZIONE CONTRO IL CANCRO ALLA BOCCA Bere più di quattro tazze di caffè al giorno riduce del 49% la probabilità di sviluppare un cancro alla bocca o alla gola. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'American Cancer Society di Atlanta (Usa), secondo cui l'effetto non sarebbe dovuto alla caffeina, ma ad una o più delle altre centinaia di sostanze antiossidanti presenti in questa bevanda. Infatti secondo quanto riportato sulle pagine dell'American Journal of Epidemiology il tè, pur contenendo caffeina, non protegge da queste forme di tumore, mentre il caffè decaffeinato ha le stesse proprietà di quello “classico”. STUDIO: Per arrivare a questa conclusione gli autori dello studio hanno analizzato i dati relativi ai partecipanti al Cancer Prevention Study II. Fra questi, 868 sono deceduti a causa di un tumore alla bocca o alla faringe. Lo studio delle loro abitudini alimentari ha svelato che indipendentemente da altri fattori di rischio, come il fumo e il consumo eccessivo di alcol, i forti consumatori di caffè hanno una probabilità quasi dimezzata di avere a che fare con questi tipi di tumore, ma nulla si sa riguardo ai meccanismi responsabili di questo effetto. “Il caffè – contiene numerosi composti biologicamente attivi che possono aiutare a ridurre il rischio di sviluppare un cancro e morirne. Nuove ricerche saranno necessarie per fare chiarezza sui meccanismi biologici attraverso cui il caffè può aiutare a proteggere contro questi tumori spesso fatali”. (Salute 24) NEI FONDI DEL CAFFÈ UNA MINIERA DI ANTIOSSIDANTI Il caffè è una fonte inesauribile di antiossidanti. Anche i suoi resti, i cosiddetti fondi del caffè, ne contengono abbastanza da essere interessanti per chi cerca fonti alternative di queste molecole dall'attività anti-invecchiamento. A dimostrarlo sono le analisi condotte dai ricercatori dell'Università di Navarra di Pamplona (Spagna) e della Technische Universität di Berlino, pubblicate sul Journal of Agricultural and Food Chemistry. L'IMPORTANZA DELLA PREPARAZIONE. Le analisi hanno svelato un altro particolare interessante: la quantità di antiossidanti che rimane nei fondi del caffè non dipende dalla miscela utilizzata nella preparazione, ma nel metodo scelto. I ricercatori hanno concentrato la loro attenzione su due diversi tipi di caffè – miscela Arabica e miscela Robusta, ma hanno svelato che ciò che conta è se vengono utilizzate per preparare un espresso tradizionale o un infuso, se vengono usate sotto forma di cialde o se sono utilizzate all'interno di una caffettiera moka. In quest'ultimo caso la capacità antiossidante di un estratto acquoso dei fondi del caffè è trascurabile. Nelle altre situazioni, invece, ne è pari, rispettivamente, al 59,2-85,6%, a un massimo del 42% e al 46 -102,3% di quella del caffè pronto da bere. UN POSSIBILE BUSINESS. Per quanto riguarda il tipo e i livelli di antiossidanti residui, nei fondi del caffè si trovano quantità di acidi caffeilchinici da 4 a 7 volte maggiori che nella bevanda preparata, corrispondenti a 6,22-13,24 mg per grammo di fondo. Fra queste molecole la più rappresentata è l'acido dicaffeilchinico, presente in concentrazioni di 3,31-5,79 mg per grammo di fondi del caffè. I ricercatori hanno spiegato che ogni anno nel mondo vengono prodotto 20 milioni di tonnellate di fondi del caffè, la maggior parte delle quali sotto forma di cialde esauste o di scarti delle macchine per l'espresso utilizzate sia in casa, sia negli esercizi commerciali. Tutti questi avanzi potrebbero presto diventare fonti preziose di antiossidanti e di altre sostanze utili. (Salute 24) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 101 STILI DI VITA E SALUTE DIMAGRIRE CON LO SPORT, MA TROPPO FA MALE "BASTANO 30 MINUTI DUE VOLTE A SETTIMANA" Il New York Times ha messo insieme studi recenti e tutti dimostrano che si perde peso più in fretta facendo ginnastica senza esagerare. Chi ne fa troppa mangia di più e 'brucia' solo durante l'esercizio. Il parere degli esperti dell'Istituto di Medicina dello Sport di Torino Sul fitness e i suoi benefici viene ogni giorno scritto e detto di tutto: che allunga la vita, che rinforza il cervello, che migliora l'umore, che purifica il corpo dalle tossine. In un certo senso, è tutto vero. Lo è nella misura in cui gli esercizi vengano fatto con criterio, sotto la guida di un istruttore e dopo controlli medici che certifichino uno stato di buona salute. Lo è nella misura in cui non si esageri. Perché troppo sport, avverte la scienza, fa male, e questa realtà, vera come i suoi benefici, non viene divulgata altrettanto frequentemente, forse per non scoraggiare del tutto i pigri, già poco inclini a staccarsi da computer e auto e andare a correre. Gli effetti di un'eccessiva attività fisica si ripercuotono sul cuore in primis, sovraccaricandolo e indebolendolo prima del tempo. E non è vero che chi fa sport ogni giorno dimagrisce più velocemente di chi lo pratica due volte a settimana. Lo JOGGING, ha spiegato Gretchen Reynolds, esperta di salute del New York Times, per quanto rientri nell'olimpo delle attività che producono molti benefici e pochi effetti collaterali, è bene praticarlo al massimo tre volte a settimana e per non più di un'ora. In particolare, uno studio condotto l'anno scorso su 52.656 adulti americani ha rilevato che chi corre da 1 a 30 chilometri in sette giorni, ad una velocità non eccessiva, vive effettivamente più a lungo di chi conduce una vita sedentaria - ed è questa la parte più interessante della ricerca - anche di chi in una settimana macina molti chilometri in più. "Questi dati confermano la teoria che non è vero che più si fa movimento e più aumentano, in automatico, i benefici per la salute". Nel corso di un'altra ricerca condotta in Danimarca, un gruppo di giovani uomini in sovrappeso è riuscito a dimagrire di più e meglio dopo 13 settimane di attività moderata, condotta più volte a settimana per non più di mezz'ora, rispetto a un altro gruppo che aveva lavorato il doppio. Questo perché, generalmente chi fa molto sport mangia anche di più e più spesso e concentra tutta la propria attività fisica in quei momenti di allenamento, senza abituarsi a condurre una vita sana. Al contrario, chi si dedica al fitness in modo moderato abitua il corpo a stare in movimento e rende lo sport parte integrante della propria vita, al punto che preferisce salire con le scale piuttosto che con l'ascensore e muoversi per la città camminando piuttosto che con l'automobile. Secondo gli esperti dell'Ist. di Medicina dello Sport di Torino, perché il corpo modifichi o migliori le proprie attività di base ci vuole una certa frequenza e durata nell'allenamento. E' necessario un impegno di almeno 2 volte alla settimana per un minimo di 30 min. di attività e, per risultati maggiori, è bene allungare il tempo ed intensificare la frequenza settimanale, concedendo però sempre al corpo le dovute pause di riposo per il recupero, pari ad almeno 2 giorni alla settimana, per permettere all'organismo di organizzarsi per ricevere gli stimoli ricevuti. Anche la sistematicità è fondamentale, perché i primi risultati non si vedono prima di due mesi. Un programma di allenamento adatto a qualsiasi luogo ci si trovi e che non implichi effetti collaterali, potrebbe essere di circa 40-60 min. totali due, tre volte a settimana e impostato in 5 min. di stretching iniziali (esercizi a terra, distesi o seduti ed esercizi da svolgere in piedi), 20-30 min di attività aerobica (corsa nel parco, salita ripetitiva con pause delle scale di casa, salto alla corda in casa o fuori, cyclette), 10-15 min. di rinforzo muscolare (esercizi per le braccia o per le arti inferiori utilizzando piccoli pesi o il proprio corpo come sovraccarico) e 5-10 min. di stretching finale. (S. Ficogelli) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 101 BELLEZZA E SALUTE GLI SNELLENTI NOTTURNI FUNZIONANO DAVVERO Ricerca italiana: le creme per combattere l'adiposità su pancia e fianchi danno buoni risultati se vengono applicate prima di andare a dormire Applicare un trattamento snellente la sera prima di andare a dormire è una pratica che funziona davvero per assottigliare pancia e fianchi. L'efficacia delle creme snellenti è stata dimostrata da uno studio condotto da due istituzioni serie: l'Istituto dermatologico San Gallicano di Roma e il dip. di dermatologia dell'Univ. di Pavia. Cento donne fra i 18 e i 46 anni con adiposità localizzate su addome, fianchi, cosce e glutei, che volevano dimagrire, sono state divise in due gruppi. Il I° applicava ogni sera lo snellente, seguito da un massaggio di 3 min. l'altro gruppo un prodotto placebo privo di principi attivi. RISULTATI: Dopo quattro settimane, le donne del primo gruppo hanno fatto registrare una riduzione media di 2,1 centimetri del girovita e di 1,8 a livello delle anche e delle cosce. Anche il pannicolo adiposo, misurato con ultrasuoni, è diminuito significativamente usando gli snellenti di notte. «Durante il riposo notturno le cellule della pelle sono più attive e lavorano per riparare i danni ossidativi subiti durante il giorno», spiega Enzo Berardesca, responsabile della dermatologia clinica al San Gallicano e primo autore dello studio, pubblicato sull'International Journal of Cosmetic Science. «Di notte la pelle è più ricettiva ai principi snellenti dei trattamenti, come sali marini, alghe e argilla. Infine, la posizione orizzontale che si assume mentre si dorme agevola l'eliminazione dei liquidi in eccesso che contribuiscono ai gonfiori localizzati». (Salute e Benessere) NUTRIZIONE E SALUTE ARTRITE REUMATOIDE E ACIDI GRASSI L'assunzione di acidi grassi polinsaturi omega 3, grassi dal pesce e acidi grassi monoinsaturi sembra influenzare l'attività dell'AR, riducendo l'infiammazione. Secondo i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori giapponesi su 37 pazienti con artrite reumatoide, l’attività della malattia potrebbe essere legata allo stato nutrizionale associato alle abitudini alimentari e allo stress ossidativo. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a valutazione dello stato nutrizionale (parametri antropometrici e biochimici) dello stress ossidativo (nel siero e nella saliva) e dei consumi alimentari. Nel gruppo in cui la malattia era molto attiva, i livelli sierici di leptina e albumina erano significativamente scarsi, tuttavia i marcatori infiammatori erano aumentati. Nello stesso gruppo, la valutazione delle abitudini alimentari ha mostrato un consumo minore di polinsaturi e monoinsaturi. Anche i marcatori di stress ossidativo e i livelli di adipochine e di albumina sierici concordavano con un deterioramento generale dello stato nutrizionale caratteristico dell’AR in fase attiva. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 101 POLITICA E SALUTE RITIRATO FARMACO CONTRO L'IPERTENSIONE associazione olmesartan/amlodipina:Terapia molto efficace per 180mila pazienti, la decisione sarebbe legata al tetto di spesa fissato dall'Aifa, ritenuto troppo basso «In questi giorni ci è stato comunicato il ritiro volontario dal commercio, da parte di 3 aziende, di tutte le combinazioni precostituite, in un'unica pillola, basate sull'associaz. olmesartan/amlodipina, due farmaci molto utilizzati ed efficaci nel trattamento dell'ipertensione arteriosa». Lo annuncia il presidente della Società italiana dell'ipertensione arteriosa Massimo Volpe, spiegando così una vicenda che ha suscitato l'allarme della società scientifica: «È una misura legata a ragioni economiche e non di salute, che danneggerà oltre 180mila pazienti e creerà confusione tra i medici e i malati. Ma soprattutto è una decisione presa per ragioni economiche su un prodotto che funziona bene e ha favorito l'aderenza alla terapia contro l'ipertensione». RIMBORSATA - Da quando questa terapia, attualmente disponibile in tutti i Paesi europei, è stata ammessa nel 2012 alla rimborsabilità da parte del SSN anche nel nostro Paese, «oltre 180.000 pazienti con ipertensione sono stati messi in trattamento. Oltre a essere efficace e ben tollerata, questa terapia garantisce da una parte una maggiore aderenza al trattamento prescritto, dall'altra un miglior controllo della pressione arteriosa, combinando in una singola pillola due principi attivi diversi e complementari». Il ritiro dal commercio, «dovuto apparentemente a motivi finanziari, espone ora tutti i pazienti trattati a visite aggiuntive e all'adozione di nuovi schemi terapeutici, oltre al possibile disorientamento legato al cambiamento della cura. Per questo ho scritto al ministro della Salute Renato Balduzzi affinché faccia da tramite per trovare una soluzione». TETTO DI SPESA - Prevedibile, infatti, l'ondata di confusione. «Quando un medicinale viene ritirato, spesso accade perché sono stati riscontrati problemi: dunque, anche se in questo caso la scelta è stata delle aziende per motivi economici, i pazienti potrebbero preoccuparsi e chiedersi che cosa non andava nella terapia». A spingere «le tre aziende che commercializzavano le combinazioni dei due farmaci a dosaggi diversi a rinunciare - prosegue Volpe - è il tetto di spesa fissato dall'Aifa per il medicinale». Un tetto giudicato troppo basso dalle aziende, «ma in questo caso in ballo c'è una terapia che funziona benissimo». «i medici verranno privati della possibilità di prescrivere una terapia antipertensiva efficace e sicura per il trattamento di una delle malattie più diffuse e frequenti in Italia. E i malati dovranno cambiare cura». La speranza è che il ministero e le aziende coinvolte, insieme all'Aifa, possano «trovare una soluzione». (Adnkronos Salute) UNO SPORTIVO PUÒ ESSERE VEGETARIANO? Il più famoso è sicuramente Carl Lewis, vegetariano dal 1990, che sostiene di essere così riuscito ad allungare la sua carriera vincendo tre ori olimpici e due mondiali. Un altro atleta storico che ha rinunciato alla carne è Edwin Corley Moses, oro nei 400 metri ostacoli ai Giochi olimpici del 1976 e del 1984. Ha fatto la stessa scelta la tennista Martina Navrátilová, vincitrice a 50 anni degli US Open 2006. Alle Olimpiadi di Londra 2012 l'inglese Lizzie Armitstead ha vinto la medaglia d'argento nella prova di ciclismo su strada. VEGANI? SI PUÒ: Anche il ciclista statunitense David Zabriskie, conosciuto per essere un campione vegetariano è passato al veganismo prima del Tour de France 2011 e l'anno passato ha vinto i campionati USA nella prova a cronometro. Le 8 mila calorie che servono quotidianamente a un ciclista le ottiene da verdure, farinacei, bevande energetiche.