Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno IV – Numero 620 AVVISO Ordine 1. Progetto “Un Farmaco per Tutti”; raccolta di farmaci non scaduti 2. Ordine: quota sociale Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Per fare sogni d’oro conta anche quello che si mette in tavola 4. Quando il troppo zucchero coglie in piedi 5. Cancro, un farmaco riduce il rischio di sviluppare un tumore Prevenzione e Salute 6. Le calorie sui menu inducono a mangiare meno 7. Tonifica le braccia con cacao e papaia Curiosità 8. Perché al telefono si dice “pronto”? Lunedì 13 Aprile 2015, S. Martino, Ermenegildo Proverbio di oggi……….. 'O pietto forte vence 'a mala sciorta (Il coraggio vince la sfortuna) Le CALORIE SUI MENU INDUCONO A MANGIARE DI MENO Mostrare sul menu di un ristorante il numero di calorie contenute in ogni piatto può influenzare le scelte dei clienti. Lo ha dimostrato uno studio secondo cui a essere piu' influenzati sono i soggetti che non penserebbero a questo aspetto. STUDIO: ha coinvolto i clienti di un ristorante che hanno ricevuto tre tipi di menu:  uno normale,  uno con indicate le calorie di ogni piatto  una in cui il conteggio era raffigurato dalle luci di un semaforo, con il rosso per piatti sopra le 800 calorie. Il primo gruppo ha ordinato in media menu da 817 calorie, il secondo da 765 e il terzo da 696 calorie. "Anche se la differenza sembra minima - se perpetuata nel tempo potrebbe implicare una perdita di peso significativa, proprio nelle persone che più' ne avrebbero bisogno". (Sn) CURIOSITA’ PERCHÉ AL TELEFONO SI DICE “PRONTO”? Su questo argomento non è possibile dare una risposta certa, ma si sono formulate varie ipotesi. La più accreditata fa risalire l’usanza ai primissimi tempi della telefonia, quando tutti i collegamenti venivano effettuati tramite l’operatore, un po’ come accadeva per le interurbane ancora fino al 1970. L’abbonato si metteva in contatto con le centraliniste, che tentavano di prendere la linea e poi avvertivano l’abbonato quando il collegamento era pronto. Da qui forse l’uso di precedere la conversazione con un “pronto”. Il tono brusco con cui “pronto” è pronunciato potrebbe invece essere in relazione col fatto che i primi utenti del telefono furono militari, poliziotti e pompieri: il primo collegamento telefonico a Milano avvenne proprio fra il Municipio e la caserma dei pompieri. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 620 SCIENZA E SALUTE PER FARE SOGNI D’ORO CONTA ANCHE QUELLO CHE SI METTE IN TAVOLA Attenti alla cena: formaggi, cibi speziati, cioccolato, consumati tardi, potrebbero essere forieri di sonni agitati Pancia troppo piena brutti sogni mena: è un vecchio proverbio, ma che ci sia del vero ce lo dice ora uno studio (pubblicato su Frontiers in Psychology) nel quale ricercatori canadesi, utilizzando vari questionari, hanno valutato su un campione di 382 studenti universitari parametri legati al sonno, ai sogni e alle abitudini alimentari. Secondo il 18% dei partecipanti i sogni erano influenzati dal consumo di certi cibi o da un pasto a tarda ora. Sogni più vividi a digiuno Tra gli alimenti più citati come “istigatori” di sogni sia disturbati, sia bizzarri figuravano i prodotti lattiero caseari seguiti da cioccolato, dolci, cibi speziati e carne. Fra le ipotesi dei ricercatori il fatto che (oltre al peso delle credenze relative a certi cibi) a influire sui sogni-direttamente o indirettamente attraverso un’interruzione del sonno - siano i disturbi che in individui sensibili possono insorgere in seguito al consumo di determinati alimenti. L’ipotesi sarebbe avvalorata anche dalla frequenza con cui i prodotti lattiero caseari sono stati indicati come “istigatori” di sogni inquieti e dalla elevata diffusione della intolleranza al lattosio nella popolazione canadese. Infine, la vividezza dei sogni è stata riportata con più frequenza da chi era stato per più tempo senza mangiare (per esempio, da chi aveva cenato molto presto) ed è risultata associata a una dieta più salutare. Puntare sui classici cibi rilassanti «La nostra capacità di sognare risente, comprensibilmente, di fattori esterni come il cibo - sostiene Pierluigi Politi, professore di psichiatria all’Università di Pavia -. Tuttavia, i sogni continuano a rappresentare un contatto privilegiato con il nostro mondo interno e in questo senso, la “competenza” del nostro organismo nel digerire cibi “pesanti” può essere letta come una metafora della nostra capacità di metabolizzare, attraverso il sogno, vicende reali, spesso perfino più pesanti e indigeste dei cibi stessi». «In attesa di saperne di più, - conclude Giuseppe Fatati, presidente Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica - puntiamo su cene leggere e, se non siamo intolleranti, anche sul tradizionale bicchiere di latte tiepido che può avere un effetto rilassante». Addio camomilla, in Francia si usa la zuppa di lattuga Non solo camomilla per dormire meglio. Anche la lattuga sembra ottima per le sue proprietà calmanti e sedative. In Italia la lattuga si mangia per lo più cruda, in insalata, ma basta dare un'occhiata al di là delle Alpi per trovare in Francia diverse versioni di ricette di zuppe e vellutate a base di lattuga cotta. Un modo semplice per presentare in tavola in tre soli quarti d'ora, fra preparazione e cottura, un'ottima zuppa è per esempio quello che segue. Comprare una lattuga freschissima e tre gambi di sedano. Lavare e affettare il tutto molto sottilmente, insieme a mezzo chilo di patate. Versare le verdure in un litro e mezzo di brodo di pollo. Lasciare cuocere per tre quarti d'ora. Per un tocco all'italiana: spolverare la zuppa con dell'ottimo grana grattugiato e aggiungere un giro d'olio extravergine. Servire in tavola con un paio di fette di pane tostato e... buona notte. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 620 QUANDO IL TROPPO ZUCCHERO COGLIE IN PIEDI Fino al 15 per cento dei diabetici soffre di problemi seri alle estremità: dolori e ulcere. Uno dei responsabili dei sette centri di eccellenza per la cura di questa complicazione della malattia spiega come prevenirli Oggi l’aspettativa di vita delle persone colpite da diabete non è sostanzialmente diversa da quella della popolazione sana. I problemi principali della malattia restano le complicazioni croniche dovute alla sofferenza dei piccoli vasi arteriosi, con danni soprattutto alla retina e ai nervi periferici. Una delle conseguenze più diffuse di quest’ultima eventualità, è il cosiddetto piede diabetico che si manifesta con ulcerazioni associate ad anomalie neurologiche e a vari gradi di arteriopatia. Queste lesioni, se non trattate in maniera adeguata, possono peggiorare e infettarsi fino a rendere necessarie soluzioni drastiche, dall’amputazione di un dito fino all’intero piede. Ma vediamo nello specifico quali sono le principali cause del piede diabetico e, soprattutto, come curarlo. Ne parliamo con E. Brocco, resp. Unità Osp. terapia del piede diabetico del Policlinico di Abano Terme. «Il piede diabetico compare solo in presenza di neuropatia e cioè quando il diabete colpisce il sistema nervoso periferico. La malattia danneggia i nervi fino ad alterare la capacità di percepire il dolore e i cambiamenti termici a livello del piede; il paziente non si rende conto della presenza di lesioni plantari che, progredendo, danno origine a pericolose ulcere». «Le aree più colpite, ma anche quelle più importanti da tutelare, sono la pianta, le dita e i margini del piede. Il piede diabetico è spesso complicato dall'arteriopatia, con progressiva stenosi o occlusione delle arterie, che riduce l’afflusso di sangue. Questi casi si definiscono piede neuro-ischemico e possono portare alla gangrena del piede. Un quadro, invece, di origine neuropatica, gravemente invalidante e che colpisce tutte le articolazioni del piede, comprese quelle della caviglia, è la osteoartropatia di Charcot. Quest'ultima è caratterizzata da una progressivo rimaneggiamento e deformità osteoarticolare del piede, tale da richiedere, nei casi più gravi, chirurgia correttiva o amputazione». Purtroppo, nonostante la diabetologia italiana sia all'avanguardia nel mondo, nel Paese ci sono pochi centri di riferimento per la cura di questa complicazione. «Oltre a noi, abbiamo Pisa, Pistoia, Roma, Milano, Verona e Ancona - sottolinea Brocco -. In molte strutture le competenze ci sarebbero tutte, ma farle agire sinergicamente è spesso una missione impossibile». Il trattamento del piede diabetico prevede tre aspetti principali: lo scarico delle pressioni plantari, il trattamento dell'infezione e il trattamento dell'arteriopatia. Puntualizza l’esperto: «Se applicato correttamente, questo percorso garantisce nel 90% dei casi la guarigione. Questi sono i nostri dati, assolutamente sovrapponibili a quelli degli altri centri d’eccellenza». Per fare prevenzione, è bene andare periodicamente da un podologo. «Bisogna evitare di traumatizzare il piede in qualsiasi modo, controllando calli, unghie e scegliendo calzature adeguate alla forma del piede. Il soggetto diabetico deve monitorare la comparsa di arrossamenti o ferite e se riscontra anomalie recarsi dal suo medico, dal diabetologo o da un podologo. Il medico deve controllare se ci sono lesioni e, nel caso, diagnosticare il piede diabetico. Una volta diagnosticato, bisogna capire se ripristinare la circolazione chirurgicamente o tramite l’angioplastica, in altre parole, dilatando le arterie di calibro ridotto. Questo trattamento migliora il flusso di sangue e riduce notevolmente il rischio di amputazione, di infezione delle ulcere e il dolore nel camminare. Se le lesioni risultano non più guaribili con le tecniche di medicazione, il trattamento chirurgico può correggere il problema conservando comunque la funzione deambulatoria del piede». In Italia sono circa quattro milioni i malati di diabete di tipo 1 e 2; di questi fino al 15% soffre di piede diabetico nel corso della propria vita. Tanto che (almeno) il 50% delle amputazioni non traumatiche è riconducibile al diabete. (salute, Il giornale) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 620 PREVENZIONE E SALUTE TONIFICA le BRACCIA CON CACAO e PAPAIA Trasformali in scrub e unguenti da applicare sulle zone in cui i tessuti sono più cedevoli: puoi ridurre ad un tempo grasso e rilassamento cutaneo Qual è il cruccio della maggior parte delle donne quando arrivano intorno ai 50 anni? Le braccia, sicuramente, perché perdono tono e compattezza. Certo: le conseguenze della progressiva diminuzione degli estrogeni dovuta alla menopausa non si possono fermare e, purtroppo, con essi diminuisce la produzione della sostanza acquosa e ricca di collagene ed elastina che sostiene la pelle. Oggi sappiamo che ci sono principi attivi vegetali che possono aiutarci a ripristinare quelle sostanze preziose per tonificare e rassodare i nostri tessuti e movimenti di ginnastica mirata per rinforzare e migliorare il tono muscolare. Ecco perché una “strategia d’attacco” ben strutturata può fare miracoli! Ma sarebbe bene cominciare appena si notano i primi cedimenti e non dimenticare che per il rassodamento delle braccia occorrono tempi lunghi e molta costanza. E se le tue braccia sono già sciupate? Non scoraggiarti e segui i nostri consigli. Ti aiutano grassi e vitamine: Cosa occorre alla pelle per mantenersi giovane? Acqua, vitamine (soprattutto A, C, E, F), lipidi (che trattengono l’acqua nei tessuti e stimolano la produzione delle fibre di sostegno), minerali e oligoelementi. Gli oli vegetali, in particolare, contengono grassi così simili a quelli della pelle che vengono assorbiti facilmente e possono agire là dove la pelle ne ha necessità e in essi troviamo anche le vitamine liposolubili cioè la A e la E, gli Omega 3 e 6. Tutti questi “ingredienti” sono i protagonisti dei trattamenti che ti illustriamo qui, indispensabili per rendere sode e compatte le tue braccia. Argilla e amamelide ricompattano la cute: Metti in una ciotola 2 cucchiai di argilla bianca, un cucchiaio di sale rosa dell’Himalaya fino, un cucchiaio di acqua di amamelide e amalgama bene; aggiungi un cucchiaino di olio di papaia e mescola fi no ad ottenere una crema omogenea. Massaggia le braccia dal basso e salendo fi no alla spalla con movimenti avvolgenti del palmo della mano, prima sulla parte esterna, poi mediana ed infine arrivando alla spalla. Torna indietro con il palmo sollevato, perché i movimenti sono sempre dal basso in alto, drenanti e tonificanti. Ripeti 5 volte e risciacqua. Col burro profumato nutri derma e collagene: Mescola in 2 cucchiai di burro di cacao, un cucchiaino di olio di papaia, un cucchiaino di acqua di amamelide, 3 gocce di olio essenziale di menta piperita, 2 gocce di olio essenziale di Ylang ylang e una capsula di polvere di acerola. Amalgama e massaggia con le mani ad anello iniziando dal polso fino al gomito per 6 volte e poi con movimenti avvolgenti dal gomito alla spalla dividendo il braccio in tre sezioni: esterna, mediana e interna. Fai 4 passaggi per ogni sezione partendo dal gomito e risalendo. Ripeti ogni sera dopo la doccia. Con la ginnastica rassodante previeni grinze e cedimenti: Ecco la ginnastica per far lavorare il tricipite, quel muscolo che sta tra il gomito e l’ascella proprio dove i cedimenti sono più evidenti. Prendi una palla di gomma dura del diametro di 18/20 centimetri. In piedi, inspirando, stringi la palla con le mani e lentamente appoggiala sulla testa; distendi le braccia prima verso l’alto e poi indietro, piega i gomiti e avvicina la palla alla nuca; espirando ritorna alla posizione di partenza e ripeti 15 volte. (Salute, Tgcom24, Obiettivo Benessere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 620 SCIENZA E SALUTE CANCRO, UN FARMACO RIDUCE IL RISCHIO DI SVILUPPARE UN TUMORE Sono diverse le pubblicazioni che hanno associato il consumo abituale del noto farmaco a base di acido acetilsalicilico, alla riduzione del rischio cancro. Una dose ridotta del noto farmaco a base di acido acetilsalicilico ogni giorno per proteggersi dal cancro. Questo farmaco è infatti la singola azione più efficace per la prevenzione. L’osservazione è contenuta in uno studio dello University College London che azzarda anche una previsione: entro il 2050 saranno rari i decessi causati dal cancro a un’età inferiore a 80 anni. Una previsione basata sulla proiezione delle tendenze attuali, sottolinea un accademico dell’ateneo inglese. Per il professor Jack Cuzick, autore principale dello studio, sarebbe raccomandabile l’assunzione di questo farmaco a basso dosaggio (75mg), per una decade compresa fra i 50 e i 65 anni. «Nella comunità scientifica si è raggiunto un ampio consenso sulle conseguenze di un consumo abituale di questo farmaco a base di acido acetilsalicilico. Diversi lavori hanno associato questo consumo alla riduzione del rischio di sviluppare tumori in diverse sedi», esordisce il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. «Questa correlazione è stata ricavata dall’analisi dei dati di molti studi effettuati su vasta scala sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari. Secondo uno studio apparso su Lancet,questo farmaco non ha solo l’effetto di ridurre l’incidenza dei tumori ma anche di rallentarne la progressione maligna e la frequenza di produrre metastasi», continua il professore. Gli effetti antinfiammatori dell’aspirina: Tra le pubblicazioni che hanno affrontato il ruolo preventivo di questo noto farmaco basta citare la ricerca della Queen Mary University di Londra apparsa su Annals of Oncology, secondo cui il numero di decessi e casi di tumore all’apparato digerente si riduce del 30/40% grazie al consumo quotidiano di di acido acetilsalicilico, e tre studi dell’Università di Oxford pubblicati da Lancet, che si sono concentrati invece sui tumori al colonretto, esofageo, gastrico, delle vie biliari e della mammella. Ma in che modo si gioverebbe dall’assunzione di questo farmaco? «Molto probabilmente – spiega il professor Mantovani – perché ha un effetto antiinfiammatorio: una delle condizioni necessarie per cui si sviluppa un tumore è proprio la presenza di una componente infiammatoria». Se il consenso è stato raggiunto sull’associazione tra questo farmaco e la riduzione del rischio, l’idea di raccomandarne a tutti la somministrazione è ancora “dibattuta”, sottolinea lo specialista. «Su questo tema si riflette da dieci anni. Non possiamo dire a tutti di farne uso. Se un paziente prende abitualmente questo farmaco, ad esempio per il trattamento o la prevenzione delle patologie cardiovascolari, allora ha un motivo in più per prenderlo, ovvero la sua proprietà preventiva per i tumori», conclude il professor Mantovani. (Salute, Humanitas) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 620 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca ORDINE: “UN FARMACO PER TUTTI” L’Ordine in collaborazione con Federfarma Napoli, con la curia arcivescovile di Napoli e con il patrocinio della Regione Campania, ha organizzato l’iniziativa benefica “Un Farmaco per Tutti”. Il progetto ha come finalità il riutilizzo di farmaci non ancora scaduti e correttamente conservati donati da cittadini e raccolti nelle farmacie che aderiranno al progetto. Il tutto per finalità umanitarie ed assistenza socio-sanitaria. I farmaci raccolti all’interno delle farmacie resesi disponibili saranno poi smistati ai vari enti assistenziali che hanno aderito all’iniziativa. ORDINE:Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato nel Consiglio del 19 Novembre 2014 uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2015. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2015 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti  i requisiti per la partecipazione,  l’importo del fondo di solidarietà  le modalità di partecipazione. L’istanza potrà essere presentata nel periodo: 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale) ORDINE: QUOTA SOCIALE Si Comunica che in questo periodo, Equitalia Sud SpA, Agente della riscossione dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli, sta recapitando l’avviso di pagamento relativo alla Tassa di iscrizione per l’anno 2015, di euro 150,00. Tutti i Colleghi che non avessero ancora ricevuto tale avviso, possono rivolgersi direttamente agli Uffici dell’Ordine o inviare una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. per conoscere le modalità di pagamento. Si ricorda che il mancato adempimento, fa venir meno il requisito per mantenere l’iscrizione all’Albo Professionale.

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