Anno II – Numero 104 Mercoledì 30 Gennaio 2013, S. Martina, S. Savina DOMANDA E RISPOSTA Notizie in Rilievo • Patologie e Salute 1. Amenorrea primaria, quando il ciclo non arriva. 2. 3. 4. 5. 6. 7. PERCHÉ LE MANI A MOLLO RAGGRINZISCONO? Il fenomeno è un adattamento evolutivo, che serve a migliorare la presa quando si sta in acqua. Lo ha definitivamente confermato una recente ricerca dell'Università di Stili di vita e Salute Newcastle pubblicata su Royal Society journal Biology Letters. Sessualità: i consigli per I ricercatori hanno fatto svolgere un esperimento a un gruppo di volontari: scongiurare la raccogliere una serie di oggetti in marmo immersi nell'acqua e farli passare disfunzione erettile per piccole fessure. I volontari con le dita avvizzite sono riuscite a svolgere il loro compito molto più velocemente degli altri. NON SI SCIVOLA: Come ha mostrato uno studio precedente pubblicato su Brain, Behaviour and Evolution, le pieghe non sono comunicanti fra loro. Per questo, quando il dito preme su una superficie dura (per es., se si cerca Bellezza e Salute di afferrare un oggetto) l’acqua scivola via creando una maggiore superficie Capelli: chiedono protezione contro il di contatto, il che agevola la presa. In altre parole le rughe agiscono come il grande freddo battistrada negli pneumatici. Nutrizione e Salute QUESTIONE DI NERVI: L’avvizzimento delle mani in acqua è un fenomeno Infarto miocardico: sempre reversibile, controllato dal sistema nervoso. Ne è la prova il fatto Diagnosi e farmaci che, se i nervi dell’ultima parte della dita sono lesionati, le dita a mollo non raggrinziscono. Ma concretamente da quale fenomeno è causato? Domanda e Risposta DITA GONFIE: La pelle si raggrinzisce quando facciamo il bagno perché si Perché le mani a mollo gonfia d’acqua. Lo strato corneo, la parte più superficiale della pelle, è raggrinziscono? costituito da cheratina, una proteina che per sua natura si lega all'acqua e Perché le forme dell’ombelico variano alle sostanze grasse. Quando immergiamo le mani a lungo, la cheratina tanto? assorbe acqua e si gonfia, cosa che non accade invece negli strati Acquafobia: come affrontarla e vincerla sottostanti della pelle. Il risultato è che lo strato corneo diventa più ampio rispetto alla superficie sottostante, e di conseguenza forma delle pieghe. Il fenomeno è chiaramente visibile sulle mani e sui piedi perché in questi punti la cheratina è più abbondante che in altre parti del corpo. Anche i capelli e le unghie sono ricchi di cheratina, ma hanno una struttura differente. Tuttavia anche in queste parti del corpo l’acqua si lega alla proteina: le unghie diventano più morbide e i capelli più ricci. (Focus) Sito web Istituzionale: Istituzionale: E-Mail: Social -Seguici Seguici su Facebook, Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.ordine farmacistinapoli.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 104 PATOLOGIE E SALUTE AMENORREA PRIMARIA, QUANDO IL CICLO NON ARRIVA Con il termine medico amenorrea si intende un disturbo della sfera esclusivamente femminile, ovvero la mancanza o la sospensione del fisiologico ciclo mestruale. Esistono delle condizioni, ben note in cui l’amenorrea è normale e dunque non deve assolutamente preoccupare: sono delle fasi tipiche della vita biologica della donna che corrispondono al periodo prepuberale, alla menopausa, ma anche alla gravidanza e all’allattamento. Esclusi questi casi l’amenorrea va considerata effetto di un problema di salute e dunque ne va indagata la causa precisa. Diverso è il caso dell’amenorrea primaria AMENORREA PRIMARIA, COS’È? Un caso a se stante è però l’amenorrea primaria (o primitiva) che consiste nella mancanza di ciclo mestruale nelle giovani donne dopo la fase della pubertà, quando in realtà la prima mestruazione non è cioè mai arrivata. Le cause sono diverse. Nella maggior parte dei casi si tratta di malformazioni dell’apparato genitale, utero e ovaie, ma anche di difetti endocrini per lo più dell’ipofisi con conseguente mancata o adeguata formazione di estrogeni e progesterone. Purtroppo si stanno sviluppando anche numerosi casi legati alla malnutrizione (pensiamo al fatto che l’anoressia si sta notevolmente abbassando come età di incidenza e quindi al rischio correlato per la salute delle giovanissime). AMENORREA PRIMARIA, LA DIAGNOSI: Normalmente il primo ciclo mestruale compare tra i 12 ed i 13 anni al massimo. Se questo non accade è importante rivolgersi ad un ginecologo per la diagnosi delle cause, da cui estrapolare poi un’eventuale terapia. In tali casi, oltre ad una ecografia all’addome che valuti il corretto sviluppo di utero ed ovaie, il medico avrà bisogno di una serie di esami del sangue (dosaggi ormonali) o delle urine, oppure di test dinamici, di stimolazione. Prima si procede a questa fase e meglio sarà. AMENORREA PRIMARIA, LE CURE: Purtroppo non sempre esistono cure adeguate, come nel caso del mancato sviluppo degli organi riproduttivi (che possono dipendere anche da patologie genetiche di più vasta sintomatologia). Esistono poi, negli altri casi terapie farmacologiche: ormono – stimolanti e ormonali sostitutive, da somministrare in modalità diverse a seconda delle cause scatenanti. Se invece la causa è una malnutrizione (o anche una malattia infettiva), è importante agire contro la patologia: la comparsa delle mestruazioni sarà sinonimo di guarigione. Lo stesso dicasi per i casi di amenorrea psicogena, dovuta ad un trauma psico-emotivo.(Salute Pour Femme) DOMANDA E RISPOSTA Perché le forme dell’ombelico variano tanto? La forma dell’ombelico non dipende da fattori genetici o dalle condizioni dell’utero ma, più semplicemente, dal modo in cui il cordone ombelicale è stato annodato dal medico. Al momento della nascita, il medico taglia il cordone ombelicale che unisce il bambino alla madre e lega l’estremità che resta in un piccolo nodo sulla pancia del bambino. Quando la ferita guarisce, il nodo si stacca e lascia il caratteristico incavo, che può essere più o meno esposto a seconda del modo in cui la ferita si rimargina, dell’abilità del chirurgo che ha fatto il nodo e da quanta parte del cordone è stata lasciata: se troppa, l’ombelico sporgerà all’esterno. (Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 104 STILI DI VITA E SALUTE SESSUALITÀ, I CONSIGLI PER SCONGIURARE LA DISFUNZIONE ERETTILE Le cause della disfunzione erettile sono molte e molto diverse fra loro. Non mancano i casi in cui il problema principale sono problemi di circolazione sanguigna e altri problemi di salute apparentemente indipendenti dalle funzioni sessuali, ma che, in realtà, influenzano il funzionamento degli organi genitali. Qualche esempio? Il diabete e l'obesità. Ecco qualche consiglio per modificare i fattori di rischio e scongiurare la comparsa di problemi di erezione. ESERCIZIO FISICO PER PROTEGGERE LA SALUTE SESSUALE. Secondo uno studio dell'Università di Harvard bastano 30 minuti di camminata al giorno per ridurre del 41% il rischio di disfunzione erettile. Non solo, gli uomini di mezza età che hanno contemporaneamente problemi di sovrappeso e di erezione possono migliorare la situazione mantenendosi fisicamente attivi. DIETA AMICA DEL SESSO. La ricerca ha dimostrato che gli uomini che scelgono un'alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali e pesce e a basso contenuto di carne rossa e processata e cerali raffinati hanno una minore probabilità di sviluppare problemi di disfunzione erettile. Attenzione, però, alla vitamina B12: sue carenze possono favorire l'insorgenza del disturbo. Fra i cibi che ne sono più ricchi sono inclusi il fegato, le cozze, il polpo e lo sgombro. L'IMPORTANZA DELLA SALUTE CARDIOVASCOLARE. Pressione alta, iperglicemia, colesterolo alto e trigliceridi mettono a rischio la circolazione sanguigna anche nel pene, indispensabile per una buona erezione. Sottoporsi a regolari controlli medici permette di scoprire il prima possibile eventuali problemi e di mettere in atto cambiamenti nello stile di vita o iniziare ad assumere farmaci che evitino il peggioramento della situazione. UN GIROVITA IMBARAZZANTE. Un uomo con una vita di circa 107 cm ha una probabilità di sviluppare la disfunzione erettile superiore del 50% rispetto a un uomo con un girovita di 81 cm. In effetti l'obesità aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e diabete, due importanti cause di disfunzione erettile. Non solo, il grasso in eccesso interferisce con diversi ormoni e può, così, contribuire al problema. MUSCOLI IN FORMA. Un pavimento pelvico in forma aumenta la rigidità durante l'erezione e aiuta a trattenere il sangue nel pene. Per rinforzarlo ci si può affidare agli esercizi di Kegel, che consistono in semplici contrazioni volontarie dei muscoli compresi tra i genitali e l'ano. La ricerca ha dimostrato che questi esercizi, abbinati alla perdita di peso e a cambiamenti dello stile di vita come smettere di fumare e limitare il consumo di alcol, permettono di migliorare i problemi di erezione più che i soli cambiamenti di stile di vita. (Focus) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 104 BELLEZZA E SALUTE 1. Capelli: chiedono protezione contro il grande freddo Enrico Mariotti, Hair Stylist, ci suggerisce come aiutare la capigliatura a superare i rigori invernali senza perdere luce, vitalita’ e morbidezza. Termometro in picchiata. Bruschi sbalzi di temperatura tra l’interno e l’esterno. Tassi elevati di inquinamento nelle grandi citta’. Affrontare l’inverno non e’ semplice, neppure per i capelli, fibre vive che come l’intero organismo risentono dei rigori della stagione piu’ fredda. Il segreto per aiutare la chioma a superare i mesi invernali senza perdere equilibrio e bellezza e’ mettere in atto le opportune contromisure: proteggere sempre la testa con un cappello e dedicare alla capigliatura cure attente e puntuali con prodotti ad azione protettiva, idratante e rigenerante. 2. Operazione morbidezza già a partire dallo shampoo Enrico Mariotti, hair stylist, ci regala le dritte giuste per dare corpo, tenuta e lucentezza anche ai capelli più sottili e delicati. Idratati e nutriti in profondità, i capelli si mostrano pieni e luminosi. A volte però non è facile mettere d’accordo nutrimento e leggerezza. IL SEGRETO? Scegliere prodotti di ultima generazione, in grado di rispondere a questa esigenza grazie a formulazioni innovative, frutto di moderne tecnologie. Come shampoo ultra-delicati che purificano in profondità senza impoverire la fibra e balsami con speciali agenti micro-fortificanti che sanno prendersi cura dei capelli idratandoli e ammorbidendoli in tutta leggerezza: si risciacquano in un attimo, senza che rimangano residui che possono appesantire la chioma. Persino le nuove maschere hanno formule ultra-light: l’alta concentrazione di attivi idratanti assicura un’azione trattante intensa, con un effetto “peso piuma” sui capelli. ACQUAFOBIA: COME AFFRONTARLA E VINCERLA Come aiutare il vostro bambino a superare la paura dell'acqua, fobia comune anche a molti campioni di nuoto che ne soffrivano da piccoli è ormai immotivata. Il vostro bimbo si rifiuta di entrare in acqua? Questa fobia, che colpisce circa 3 bambini su 100, non mai immotivata. Può essere generata dall’idea che l’acqua sia un liquido penetrabile, in cui si può affondare (come gli oggetti che i bambini possono buttare in acqua), dalla sensazione di infinito che il mare restituisce ai loro occhi, oppure dalla percezione della piscina come qualcosa di profondo e poco gestibile. CHE FARE? Con qualche piccolo trucco e un po’ di pazienza e' possibile aiutarli a godere di tutto il divertimento che le attività in acqua possono offrire. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 104 PATOLOGIE E SALUTE INFARTO MIOCARDICO: DIAGNOSI E FARMACI DIAGNOSI: La diagnosi di infarto miocardico si basa sulla ricerca nel sangue del paziente di markers specifici del danno cardiaco, unitamente all'esecuzione di un elettrocardiogramma per ricercare variazioni significative dell'attività elettrica del cuore (ricordiamo che il tessuto muscolare danneggiato è incapace di condurre l'impulso nervoso in maniera normale). Importante risulta anche l'anamnesi, che prevede l'analisi dei sintomi che hanno portato il paziente a richiedere l'intervento dei soccorsi. La diagnosi differenziale va posta con altre cause tipiche di dolore toracico, come reflusso gastroesofageo, embolia polmonare, dissezione aortica, pneumotorace e rottura esofagea. Per convenzione internazionale, si pone diagnosi probabile o definitiva di infarto se sono soddisfatti - rispettivamente - due o tre dei seguenti criteri: dolore toracico di tipo ischemico per più di 20 minuti, variazioni del tracciato elettrocardiografico alterazione dei marker sierici di danno cardiaco (come la frazione MB della creatina chinasi e le troponine I e T cardiospecifiche). Gli ultimi due punti hanno un'importanza superiore, in quanto alcuni casi di infarto si presentano in modo asintomatico o paucisintomatico. In associazione agli esami tradizionali possono essere eseguite anche radiografie toraciche, angiografie coronariche ed ecocardiografie. FARMACI E TRATTAMENTO: il successo terapeutico dell'infarto dipende innanzitutto dalla prontezza con cui il malcapitato richiede l'intervento dei soccorsi sanitari. Altrettanto importante è che gli individui già colpiti in passato da un attacco cardiaco seguano scrupolosamente le indicazioni ricevute dai medici, che possono raccomandare l'assunzione di nitroglicerina o aspirina alle prime avvisaglie di un nuovo infarto. I farmaci generalmente somministrati ai pazienti colpiti da un infarto possono includere: aspirina: ha proprietà anticoagulanti e contribuisce pertanto a mantenere il sangue più fluido; trombolitici: aiutano a dissolvere i coaguli di sangue che ostruiscono il normale afflusso di sangue al cuore. La loro efficacia terapeutica è tanto maggiore quanto più precocemente vengono somministrati, al punto tale che dopo 12 ore dalla comparsa dei primi sintomi i rischi di una loro assunzione (emorragie, ipotensione, bradicardia, reazioni anafilattiche, aritmie) superano i possibili benefici. Nitroderivati: sono vasodilatatori non selettivi che riducono il lavoro cardiaco (minor sangue da pompare in circolo); di conseguenza abbassano anche il consumo miocardico di ossigeno, cosa particolarmente utile in caso di infarto. Antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti: ostacolano la trombosi, quindi un nuovo infarto. Beta-bloccanti: riducono la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, hanno proprietà antiaritmiche ed abbassano la domanda miocardica di ossigeno. ACE-inibitori: potenti vasodilatatori che riducono il lavoro cardiaco. Farmaci per abbassare il colesterolo (ad es. statine e fibrati). Tramite l'intervento di bypass si crea un ponte artificiale che permette di aggirare l'ostacolo alla circolazione e ripristinare il corretto afflusso di nutrienti alle aree sofferenti. Un paziente colpito da infarto può anche essere sottoposto all'angioplastica, una tecnica tramite la quale si introduce un catetere su cui è montato un palloncino; questo viene gonfiato all'altezza della stenosi (restringimento) esercitando un notevole schiacciamento del materiale che ostruisce il vaso. (Sn)