Giovedì 31 Gennaio 2013, S. Giovanni Anno II – Numero 105 AVVISO 1. Concorso Straordinario: Friuli Venezia Giulia Notizie in Rilievo • Prevenzione e Salute 2. Tumore al seno, ecco come Napoli si è attrezzata per vincere la battaglia • Stili di vita e Salute Bosco CONCORSO STRAORDINARIO: FRIULI VENEZIA GIULIA La Regione FRIULI VENEZIA GIULIA ha pubblicato il bando di concorso straordinario in data 30/01/2013 per assegnare 49 sedi farmaceutiche. È possibile presentare domanda di partecipazione al concorso dal 30/01/2013 alle ore 18:00 del 01/03/2013 REGIONE 3. Il colesterolo e gli Italiani • Dermatologia e Salute 4. I funghi dell’alluce si eliminano con lo smalto • Nutrizione e Salute 5. IL’alcol non è amico del sonno 6. Mangia , ti alleni meglio Liguria Lazio Veneto Lombardia Toscana Piemonte Abruzzo 89 279 224 343 131 147 85 30/11/2012 13/12/2012 16/12/2012 19/12 2012 21/12/2012 22/12/2012 11/01 2013 Sicilia Marche Calabria Emilia Romagna Friuli V. Giulia 222 62 91 178 12/02/2013 16/2/2013 21/2/2013 22/2/2013 49 01/3/2013 TOTALE • Curiosità 7. Che cos’è il nirvana? N. SEDI a SCADENZA N. FORMA CONCORSO PARTECIPANTI ASSOCIATA 1900 941 2449 2270 3560 2071 1777 1223 339 1281 1003 1577 922 770 522 14291 6414 CHE COS’È IL NIRVANA? Nirvana è una parola che deriva dal sanscrito e significa estinzione, oppure ciò che è soffiato via, che si spegne. È un termine dei testi buddisti che esprime un concetto difficilmente traducibile nell’ambito della cultura occidentale. Possiamo provarci dicendo che il nirvana è considerato una non-condizione: con il suo raggiungimento si interrompe il cerchio della trasmigrazione delle anime e si ha l’annullamento del karma, ossia della forza prodotta dalle azioni che legano l’uomo al ciclo delle rinascite. Il nirvana quindi mette fine all’esistenza materiale ed è una specie di gradino preliminare verso la perfezione spirituale. Una volta raggiunto il nirvana, l’essere conosce la vera vita, libera da ogni contaminazione materiale. PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 105 PREVENZIONE E SALUTE TUMORE AL SENO. ECCO COME NAPOLI SI È ATTREZZATA PER VINCERE LA BATTAGLIA Tre centri di eccellenza, il Cardarelli, il Pascale e la Federico II trainano il miglioramento: così in venti anni è aumentato sia il numero di pazienti che riescono a guarire, che l’aspettativa di vita complessiva dopo le terapie. E contemporaneamente è migliorata la qualità della vita delle pazienti. In Campania sono circa 50.000 le donne affette da tumore alla mammella e ogni anno nella regione si registrano circa 4.000 nuovi casi: grazie alla diagnosi precoce e a terapie sempre più mirate e potenti, un numero crescente di pazienti arriva alla guarigione, mentre l’aspettativa di vita è in aumento. E soprattutto, la qualità della vita diventa parametro cruciale per la terapia. E in più, tre centri di eccellenza:l’Osp. Cardarelli, l’Ist. Naz. Tumori Pascale e l’Azienda Osp. Univ. Federico II. “Se nel periodo tra il ‘90 e il ‘94 la sopravvivenza a 5 anni riguardava l’81% delle pazienti, oggi possiamo stimarla poco sotto al 90%”, ha spiegato G. Cartenì, Dir. Medico Responsabile U.O.C. di Oncologia Medica “A. Cardarelli”. “I risultati più rilevanti sono stati ottenuti nei confronti del CA alla mammella HER2 positivo, una forma aggressiva che interessa circa il 25% delle pazienti e colpisce soprattutto le giovani donne: la svolta si è avuta con il TRASTUZUMAB, un anticorpo monoclonale in grado di ridurre del 40-50% la mortalità”. Risultati importanti, che però non vanno a scapito della qualità della vita delle pazienti poichè negli ultimi anni, l’attenzione si è concentrata ancor di più su questo aspetto. L’Ist. Naz. Tumori di Napoli è il Centro coordinatore di uno studio internazionale volto a sperimentare una nuova modalità di somministraz. sottocutanea della terapia biologica per il trattamento del tumore HER2 positivo, che ha dimostrato un’efficacia sovrapponibile alla somministraz. per endovena, con il grande vantaggio di migliorare la qualità di vita delle pazienti grazie a tempi di infusione più brevi e ad una minore invasività; la durata del trattamento sc è di circa 5 min. contro i 30-90 min. della somministraz. ev; non c’è attesa per la poltrona infusionale e nel complesso la permanenza in ospedale è ridotta; infine con un apposito dispositivo medico la somministraz. sc di trastuzumab potrebbe in futuro essere eseguita a casa direttamente dalla paziente”, ha spiegato M. De Laurentiis, Oncol. Med. Senologica, Ist. Naz. Tumori “G Pascale”. NOVITA’: come si può immaginare, la ricerca sul tumore HER2 positivo non si ferma. “Le opzioni terapeutiche in sperimentazione potranno aumentare le opportunità di cura delle pazienti con tumore al seno HER2 positivo, migliorando l’attività terapeutica già ottimale del trastuzumab con il nuovo anticorpo monoclonale PERTUZUMAB, utilizzato sia in fase precoce che metastatica, riusciamo a ottenere una completa distruzione delle cellule tumorali; l’altra molecola, T-DM1 è un anticorpo coniugato con una potente tossina che ha la capacità di distruggere la cellula tumorale una volta incamerata nella cellula. Entrambe le molecole hanno dimostrato un miglioramento della sopravvivenza delle pazienti in trattamento, uno degli obiettivi più difficili da ottenere nelle pazienti con malattia mammaria metastatica”, ha detto S. De Placido, Prof. Ord. di Oncologia Medica, Az. Ospedaliera Univ. Federico II. Da Napoli, in definitiva, arrivano due buone notizie per le pazienti con tumore alla mammella HER2 positivo: i nuovi farmaci a bersaglio molecolare e le nuove forme di somministraz. sc stanno cambiando la storia naturale della malattia e la qualità di vita delle pazienti colpite da questa forma di tumore. (Farmacista online) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 105 STILI DI VITA E SALUTE IL COLESTEROLO E GLI ITALIANI Il colesterolo elevato è il fattore di rischio cardiovascolare più diffuso in Italia. Fonte: Atlante italiano malattie cardiovascolari Ital hearth j 2004. In Italia il 21% degli uomini e il 25% delle donne ha il valore della colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl. Il 62% degli uomini e il 61% delle donne ha un livello elevato di colesterolo LDL (maggiore cioè di 115 mg/dl). Inoltre, il 36% degli uomini e il 33% delle donne ha valori prossimi al valore soglia e cioè hanno un valore di colesterolemia totale compresa fra 200 e 239 mg/dl. Ipercolesterolemia in Italia Tipo di Colesterolo Colesterolo totale Colesterolo totale Colesterolo LDL Popolazione Italiana % >240 200 - 239 >115 21% uomini 25% donne 36% uomini 33% donne >60% Un fattore di rischio sottovalutato (In fig. Fattori di rischio cardiovascolare in Italia) Nonostante l'ipercolesterolemia sia stata riconosciuta come fattore di rischio maggiore già da molti anni, il controllo del colesterolo in eccesso resta difficoltoso. Il problema viene sottovalutato anche perché l'aumento dei livelli di colesterolo non si manifesta con sintomi diretti. D'altra parte i propri livelli di colesterolo sono facilmente controllabili con una normale analisi del sangue. E'importante quindi avere una solida consapevolezza del rischio e quindi essere motivati a impegnarsi per tenere sotto controllo la propria colesterolemia. E' stato osservato che a una riduzione dei livelli di colesterolo cattivo di 30 mg/dl corrisponde una riduzione del rischio cardiovascolare del 30% (Circulation2004). La modifica dello stile di vita e in particolare delle abitudini alimentari è ritenuta la base degli interventi per il controllo del colesterolo. Sito web Istituzionale: Istituzionale: E-Mail: Social -Seguici Seguici su Facebook, Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.ordine farmacistinapoli.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 105 DERMATOLOGIA E SALUTE I FUNGHI DELL'ALLUCE SI ELIMINANO CON LO SMALTO Guarda le unghie dei tuoi. C'è un'unghia ingiallita? O con una parte colorata di nero? C'è un ispessimento laterale? O un rigonfiamento come se l'unghia si staccasse dalla base? Quasi certamente si tratta di onicomicosi, un'infezione provocata da parassiti che si nutrono di cheratina, la proteina che costituisce lo strato corneale dell'unghia. È un problema in aumento, si stima rappresenti i due terzi dei casi di micosi registrati ogni anno in Italia. E non è solo un problema estetico: non di rado i funghi delle unghie possono essere associati a patologie come diabete, insufficienza venosa cronica e patologie immunodepressive. Quindi, la prima cosa da fare quando riscontri un'alterazione (per lo più all'alluce, il dito più esposto a traumi) è di rivolgerti al dermatologo. Una volta escluse complicazioni, ti potrai concentrare sulla cura dell'onicomicosi che, se trascurata, può portare alla perdita dell'unghia e al diffondersi dell'infezione fungina in altre dita o a tutto il piede. TRATTAMENTI: a livello locale i trattamenti sono due. 1. La prima è il currettage, cioè la rimozione della lamina distaccata e dei residui dal letto ungueale: è un'operazione delicata da affidare a un podologo e non a un'estetista. 2. Poi, i farmaci antimicotici. Quelli per bocca vanno riservati ai casi più gravi, mentre fra quelli a uso locale ottimi risultati si ottengono con un prodotto da banco come lo smalto curativo a base di ciclopiroxolamina, che ha anche il vantaggio di essere idrosolubile: si applica per circa 6 mesi la sera prima di andare a letto e al mattino dopo si rimuove sciacquandolo con acqua ed evitando così l'uso di acetone, che disidrata l'unghia e la rende più fragile. REGOLE DI PREVENZIONE? Dato che i funghi proliferano in ambienti caldi e umidi, lavati spesso i piedi asciugandoli bene e non dimenticare le ciabatte sotto le docce comuni (es.spogliatoi). (Sn) NUTRIZIONE E SALUTE L'ALCOL NON È AMICO DEL BUON SONNO Bere alla sera aiuta ad addormentarsi più in fretta ma riduce il tempo della fase rem, quella in cui si sogna L'alcol, se preso prima di dormire, sconvolge il ciclo del sonno e può anche provocare insonnia. È questa la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research, secondo cui anche se il cosiddetto bicchiere della staffa aiuta ad addormentarsi più velocemente, in realtà accorcia una delle fasi del sonno più soddisfacenti, quella rem in cui si sogna. Se assunto troppo spesso, l'alcol può causare insonnia. I PROBLEMI - «Uno o due bicchieri possono essere utili nel breve periodo - ma se presi in modo continuativo possono provocare diversi problemi. Se si beve, è meglio aspettare 1,5-2 ore prima di andare a letto, in modo che l'alcol venga metabolizzato. Le persone inoltre possono diventare dipendenti dall'alcol per dormire, avere un sonno meno ristoratore e iniziare a russare». Aumentando le dosi, «l'alcol soffoca il respiro, e può trasformare - non russatori in russatori, e chi russa in persone con sonni in apnea, dove il respiro è interrotto». I ricercatori inglesi hanno revisionato oltre un centinaio di studi, e scoperto che l'alcol cambia il sonno in tre modi: 1. ne accelera l'inizio, facendo addormentare più in fretta; 2. fa cadere in un sonno molto profondo; 3. il sonno diventa più frammentato e meno piacevole nella seconda parte della notte. L'alcol riduce il tempo della fase rem, in cui si sogna, e il sonno diventa quindi meno ristoratore. (Fonte: Ansa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 105 NUTRIZIONE E SALUTE MANGIA, TI ALLENI MEGLIO Ma dopo lo sport niente abbuffate, servono frutta e verdura deacidificanti La ricetta, è semplice: che sia corsa o bicicletta all’aperto, tapis roulant o vogatore al chiuso in palestra, un’attività fisica regolare, prevalentemente aerobica di intensità moderata, svolta per 35-40 minuti tre volte alla settimana, è in grado di proteggere l’apparato cardiovascolare da molte malattie e tenere a bada fattori di rischio come il grasso nel sangue, il diabete, l’obesità, l’osteoporosi. Inoltre, conta mangiare bene. Anche il cibo, per ottimizzare e integrare il lavoro fisico, svolge una parte cruciale. «L’errore che molti commettono è quello di mangiare a dismisura dopo essersi allenati - spiega Guidalberto Guidi, cardiologo e specialista in medicina dello sport e preventiva - mentre è vero che dobbiamo mangiare per quello che faremo e non per quello che abbiamo fatto». Il consiglio è di alimentarsi «due, tre ore prima dello sforzo fisico con una ricca colazione - prosegue Guidi - che sia in linea con la dieta mediterranea: significa del pane, meglio se integrale, accompagnato con formaggio o prosciutto, ma anche con buona marmellata fatta in casa o del miele». Dopo l’esercizio fisico la prima regola impone di bere per reidratarsi: acqua o un integratore a soluzione idrosalina. E, sorpresa, può andare bene un bicchiere di vino moscato: «Idrata, ha una minima gradazione alcolica, è ricco di sali minerali e di antiossidanti. Basta non abusarne». Largo anche ai cibi alcalinizzanti, «che aiutino a neutralizzare l’acidità prodotta dal lavoro muscolare: la scelta cade quindi su frutta e verdura fresca di stagione. Vanno invece riservate al pasto successivo le proteine del pesce, della carne o quelle vegetali per ricostruire quanto bruciato dal movimento ed evitare che l’organismo attinga da quelle della “casa”». Attività fisica costante e dieta mediterranea sono la migliore assicurazione per una buona salute: significa mettere in tavola pasta, olio di oliva, proteine dei legumi, verdura, frutta, «iniziando sempre il pasto con le verdure e cercando di recuperare l’ordine cronologico giusto, quindi prevalentemente carboidrati a colazione e a pranzo, proteine la sera. E per mantenere il giusto peso, attenzione a non esagerare». Resta un ultimo interrogativo: come scegliere tra le tante attività che in questo periodo propongono le palestre? Al di là delle preferenze personali, che ci spingono tra le musiche dei balli afro e latino americani o tra le mosse del combat fitness, resta il fatto che «le tipologie di esercizio fisico si differenziano tra il training di tipo aerobico di resistenza e quello anaerobico di potenza - sottolinea lo specialista -. Entrambe hanno effetti positivi sul cuore: le attività aerobiche come marcia, ciclismo, sci di fondo determinano un aumento di volume delle cavità cardiache; quelle anaerobiche fatte di scatti, lanci, sollevamento pesi, aumentano lo spessore del muscolo cardiaco». Un discorso a parte meritano cinquantenni e sessantenni. «Il fisiologico calo ormonale sia nelle donne sia negli uomini - conclude Guidi - provoca una riduzione della massa muscolare. L’attività fisica, fatta con misura sia con programmi cardiocircolatori sia con i pesi, è la soluzione vincente per mantenere tono e massa muscolare, impedendo che venga sostituita dal grasso, oltre che per prevenire l’osteoporosi». (C. Ferrero)