Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno IV – Numero 661 AVVISO Ordine 1. Ordine: serata con il premio nobel per la medicina, prof. L. Ignarro 2. Corsi obbligatori: salute e sicurezza sul lavoro 3. Ordine: Istituito un sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Via libera ai superfarmaci anticolesterolo Prevenzione e Salute 5. 15 minuti per curare il giradito 6. Enterocolite 7. Lavarsi il viso, i 10 errori più comuni 8. Dal pollo e dal tacchino proteine di qualità e solo poche calorie Venerdì 12 Giugno 2015, S. Guido, Onofrio Proverbio di oggi……….. Fattella cu chi è megli''e te e fanc''e spese. ORDINE: SERATA CON IL PREMIO NOBEL PER LA MEDICINA, PROF. L. IGNARRO Sabato 20 Giugno 2015, ore 19.00, incontro presso la nostra sede dell’Ordine con il Prof. L. Ignarro, premio Nobel per la Medicina 1998 “per le scoperte concernenti l’ossido nitrico come molecola di segnale nel sistema cardiovascolare”. Nel corso dell’incontro sarà consegnata al prof. L. Ignarro una medaglia d’oro per la sua iscrizione all’albo d’oro del nostro Ordine. La cerimonia è aperta a tutti gli iscritti. Seppe di aver vinto il premio Nobel quando atterrò all'aeroporto di Capodichino a Napoli, città dove tenne la prima lezione dopo aver vinto il premio. Altro legame con Napoli è la sua origine, il padre era di Torre del Greco. ENTERECOLITE DESCRIZIONE E SINTOMI : L'enterocolite è un processo infiammatorio che colpisce la mucosa dell'intestino tenue e del colon. E' provocata da svariate cause: processi infettivi, intossicazioni alimentari, allergie alimentari, fattori termici(assunzione di cibi o bevande molto fredde) o, nei casi più gravi, da malattie di origine sconosciuta. Nelle forme lievi i sintomi principali sono costituiti da: dolori addominali sotto forma di crampi diffusi, diarrea (varie scariche quotidiane di feci in parte liquide e con residui alimentari chiaramente riconoscibili) e sete anche intensa. Nelle forme più gravi è di solito presente febbre di grado elevato, muco e sangue nelle feci, prostrazione e senso di stanchezza generale. Di solito l'enterocolite, se in forma lieve, si risolve nel giro di massimo 2 o 3 giorni. CONSIGLI TERAPEUTICI : La terapia si basa sul riposo a letto, sul digiuno per 12 giorni e sulla reidratazione. In alcuni casi possono essere utili farmaci atti a ridurre l'attività intestinale. NOTE:Consultare il medico in caso di febbre e di muco e sangue nelle feci. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 661 PREVENZIONE E SALUTE LAVARSI IL VISO, I 10 ERRORI PIÙ COMUNI Lavarsi la faccia: uno dei riti quotidiani più semplici che ci siano. Almeno apparentemente, perché in realtà un gesto tanto banale viene a volte compiuto nel modo sbagliato, irritando la pelle al punto da renderla troppo secca (oppure eccessivamente untuosa) o da causare brufoli e sfoghi cutanei. Tutti problemi che potrebbero essere evitati imparando a riconoscere questi 10 errori comunemente commessi quando si lava il viso, in modo da non ripeterli più (e dare così sollievo alla pelle). I consigli del professor Antonino Di Pietro per compiere nel modo giusto un gesto tanto banale. 1.Scegliere un prodotto non adatto: Il detergente giusto deve rimuovere completamente trucco e impurità senza privare la pelle dei suoi oli naturali. «Ecco perché è bene scegliere un prodotto che non sia troppo aggressivo – ovvero, che non sgrassi eccessivamente la cute, eliminandone il film lipidico di acqua e sebo necessario a creare una barriera che impermeabilizza la pelle e a mantenere le cellule superficiali cutanee più adese l’una con l’altra». 2. Lavarsi troppo spesso: A meno di circostanze particolari (ovvero, se si usano creme solari e trucco o si suda molto), lavarsi più di due volte al giorno può finire per irritare la pelle, rendendola, paradossalmente, ancora più unta. Ragion per cui a volte conviene saltare l’appuntamento serale con il detergente, sostituendolo con della semplice acqua tiepida per dare un break alla pelle. 3. Sbagliare la temperatura dell’acqua: Un luogo comune diffuso, ma sbagliato, sostiene che l’acqua calda apra i pori e che quella fredda li richiuda. In realtà, i pori non hanno affatto questa capacità apri-e-chiudi e anche se l’acqua calda può avere un effetto piacevole sulla pelle, «usarla in abbinamento a un prodotto detergente rischia di "sciogliere" il sebo», avverte Di Pietro, che non a caso raccomanda di utilizzare sempre l’acqua tiepida, che deterge delicatamente ma in modo efficace. 4. Esagerare con l’esfoliante. Esfoliare la pelle è senz’altro una buona abitudine per liberarla dalle cellule morte, ma non bisogna esagerare: via libera dunque agli scrub naturali (a base di acidi della frutta) da applicare con le dita anziché con un panno per non tirare troppo la pelle, non più di 2-3 volte a settimana. 5. Non risciacquare bene il viso (o non farlo affatto). Affrettare l’operazione perché la mattina si è in ritardo o, per contro, la sera si è stanchi morti, non è mai saggio, perché così facendo si lasciano residui di prodotto e di sporco che ostruiscono i pori e seccano la pelle. «La pelle è abituata all’acqua – quindi sono sempre favorevole ad abbondare col risciacquo, gesto che invece ultimamente sembra essere un po’ dimenticato, prestando attenzione in particolare a mascella, attaccatura dei capelli e naso, che sono in genere i posti più dimenticati». 6. Usare prodotti che contengono sostanze irritanti o fanno troppa schiuma: E’ consigliato leggere le etichette dei prodotti detergenti, avendo cura di lasciare dove sono quelli che contengono profumi, coloranti e conservanti sintetici come i parabeni. «Ma anche un eccesso di schiuma non è mai un buon segnale – perché significa che il prodotto contiene troppi tensioattivi e, di conseguenza, il suo utilizzo finisce col rendere la pelle più secca, causando possibili irritazioni o reazioni allergiche». 7. Sfregare l’asciugamano in modo troppo energico: C’è chi tende a strofinare l’asciugamano sul viso a mo’ di carta vetrata, convinto in questo modo di pulire più a fondo la pelle. «In realtà bisognerebbe piuttosto tamponare il viso con un asciugamano morbido e non già sfregarlo – per evitare che la pelle, perdendo il sebo in profondità, si disidrati e perda elasticità, esponendosi così alle rughe». 8. Rimandare l’applicazione della crema idratante: Una volta che la pelle è completamente asciutta, per la crema o il siero idratante diventa più difficile raggiungerne gli strati più profondi e il viso appare così unto ed appiccicaticcio. Un inconveniente però evitabile applicando il prodotto idratante subito dopo la detersione, quando la pelle è ancora umida, così da massimizzare l’assorbimento dei principi attivi. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 661 Spendere una fortuna per un detergente: Meglio optare per un detergente basic, che contenga ingredienti semplici e naturali, e investire casomai qualche euro in più per prodotti che offrano benefici più a lungo termine. «In questo caso l’ideale sono i sieri contenenti Fospidin, un composto attivo che recenti studi hanno identificato come il miglior rimedio da un punto di vista scientifico per la rigenerazione cellulare – suggerisce Di Pietro – perché sfrutta le proprietà della glucosamina, un particolare zucchero che, opportunamente veicolato regola lo scambio d’informazioni fra le cellule, e dei fosfolipidi, che aiutano ad irrobustire la pelle e rigenerarla». Non prendere in considerazione l’olio come prodotto detergente: Demonizzati per lungo tempo, perché accusati di ostruire i pori, ultimamente gli esperti stanno in realtà rivalutando l’utilizzo degli oli detergenti per tutti i tipi di pelle, anche quelle grasse o con tendenza ai brufoli. Ovviamente bisogna scegliere l’olio giusto (spaziando da quello di mandorle o al nocciolo di albicocca fino a quello di girasole), avendo cura di massaggiarlo sul viso e di rimuoverlo accuratamente con un panno morbido bagnato in acqua calda. (Salute, Corriere) DAL POLLO E DAL TACCHINO PROTEINE DI QUALITÀ E SOLO POCHE CALORIE Questi alimenti, nutrienti ma «leggeri», riducono il pericolo di sviluppare patologie Mangiate più pollo, pesce e legumi: così si legge nel sito dell’ American Heart Association, cui fa eco l’ American Cancer Society con l’invito a scegliere anche il pollame, oltre al pesce e ai legumi, al posto delle carne rossa. Ma perché dare tanto rilievo alle carni avicole? Il profilo nutrizionale: Ciò che emerge, innanzitutto, è il profilo nutrizionale decisamente positivo di queste carni. Del resto basta guardare la composizione del petto di pollo (ma anche della fesa di tacchino) per rendersi conto di come la ricchezza in proteine di elevata qualità si accompagni a una quantità di grassi irrisoria e a un apporto calorico contenuto. E anche nei tagli meno magri il grasso è concentrato soprattutto nella pelle: togliendola le calorie possono perfino dimezzarsi . Gli studi epidemiologici: «Ciò che più pesa a favore delle carni avicole sono però i risultati degli studi epidemiologici - spiega Franca Marangoni, che indicano chiaramente, a fronte degli importanti valori nutrizionali, l’assenza di effetti negativi per la salute. Di più: l’assunzione di questi alimenti, nel contesto di una dieta varia ed equilibrata, si associa a benefici in termini di riduzione del rischio di alcune patologie, come le malattie cardiovascolari e, secondo studi recenti, anche di alcuni tumori». Ma che cosa dire delle notizie sulla possibile presenza nelle carni avicole di ormoni e antibiotici? «Gli ormoni non sarebbero di nessuna utilità, sia perché inefficaci negli uccelli - chiarisce Guido Grilli, del Dipartimento di scienze veterinarie e sanità pubblica della Università di Milano e presidente della Società italiana di patologia aviare - sia perché il ciclo vitale di questi animali è troppo breve perché possano avere effetto sulla crescita. E gli antibiotici, vengono utilizzati solo a scopi terapeutici e su prescrizione del veterinari, responsabili del loro utilizzo, anche in termini di dosaggi e rispetto del tempo di sospensione. Ci sono poi i controlli di organismi istituzionali, sia durante l’allevamento sia al macello». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 661 SCIENZA E SALUTE VIA LIBERA AI SUPERFARMACI ANTICOLESTEROLO La Food and Drug Administration dà parere favorevole alle nuove sostanze capaci di far scendere i grassi “cattivi” nel sangue fino al 70%: potrebbero entrare in commercio già entro un anno in Italia Anche gli americani sono pronti ad accogliere i nuovi «superfarmaci» che abbattono il colesterolo, sposando il modello europeo del «più basso è, meglio è». Un panel di esperti della Food and Drug Administration, l’agenzia americana che regola i farmaci, ha infatti già dato parere positivo all’approvazione di uno dei due farmaci anti-colesterolo che potrebbero ridurre drasticamente gli eventi cardiovascolari, come l’infarto. Il primo candidato è alirocumab, prodotto dalla Sanofi e dalla Regeneron Pharmaceuticals, su cui il comitato di esperti si è già espresso positivamente. Il secondo candidato è evolucumab, già approvato in via preliminare dall’Agenzia Europea dei Medicinali. La casa farmaceutica produttrice di evolucumab, Amgen, ha presentato ieri i dati clinici agli esperti, da cui ora si aspetta il parere. Le attuali statine «La posta in gioco è molto alta», sottolinea Alberto Margonato, primario di cardiologia clinica e terapia intensiva coronarica all’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. «Oggi sono due i farmaci – continua - che aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo: le statine, che inibiscono la sintesi del colesterolo, e l’ezetimibe che inibisce l’assorbimento. Entrambi non sono sempre sufficientemente efficaci e le statine spesso non sono tollerate, in quanto possono provocare debolezza muscolare». I nuovi farmaci sarebbero più efficaci e con meno effetti collaterali. «Sono anticorpi monoclonali che hanno come target la proteina Pcsk9 che ha un ruolo strategico nel metabolismo del colesterolo Ldl». «Questi anticorpi, ”spegnendo” Pcsk9, aumentano la disponibilità di recettori Ldl sulla superficie delle cellule del fegato che si occupano di eliminare il colesterolo Ldl», aggiunge. I farmaci vengono somministrati attraverso delle iniezioni ogni due settimane o una volta al mese, a seconda della formulazione. Le aziende hanno chiesto l’approvazione all’uso per tre gruppi di pazienti:  quelli con alti livelli di colesterolo Ldl che non traggono abbastanza benefici dalle statine;  le persone ad alto rischio che hanno già avuto un infarto o hanno il diabete e che non rispondono bene alle statine;  e le persone con alti livelli di Ldl che non tollerano le statine. «I dati disponibili dimostrano che questi farmaci hanno una potenza mostruosa sia in associazione con le statine che da soli. In un soggetto in terapia, l’aggiunta di questi anticorpi monoclonali riduce il colesterolo Ldl del 70%». Bisognerà però aspettare il 2017 prima di avere qualche dato in più sul legame tra questi farmaci e il rischio di infarto e morte, perché sono ancora in corso studi clinici più ampi. «Su evolucuman i risultati degli studi hanno dimostrato un dimezzamento del rischio cardiovascolare:  la riduzione di Ldl è stata più che significativa, del 61%,  mentre la riduzione del rischio relativo di sviluppare eventi cardiovascolari è stata di oltre il 53%». (Salute, La Stampa). PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 661 15 MINUTI PER CURARE IL GIRADITO Rosicchiarsi le unghie fino a farle sanguinare o tirare insistentemente una pellicina dal dito della mano o del piede sono brutte abitudini che possono avere come conseguenza il giradito (o patereccio), caratterizzato da dolore, infiammazione e arrossamento attorno all'unghia. In termini medici si chiama perionissi e significa appunto "infiammazione attorno all'unghia". Il disturbo è causato dall'ingresso nei tessuti circostanti di batteri che vivono nell'ambiente esterno o sulla pelle stessa, soprattutto lo Streptococcus pyogenes e, in percentuali minori, lo Pseudomonas aeruginosa e l'Escherichia coli. Per prevenirlo, ma anche per non peggiorare la ferita, è importante indossare sempre guanti in gomma o in lattice sottile durante i lavori domestici, quando si fa giardinaggio o se si utilizzano strumenti taglienti o appuntiti. Non si tratta di un disturbo serio, ma non dev'essere sottovalutato: se non curato, potrebbe causare un ' infiammazione cronica e problemi all'articolazione. 3 MINUTI PER FARE UN IMPACCO DI MELALEUCA: Per disinfettare la zona e favorire la guarigione è bene evitare soluzioni alcoliche o aggressive, che potrebbero causare dolore. Sono utili i rimedi naturali, che esercitano proprietà antisettiche, cicatrizzanti e lenitive. Si può per es. preparare un impacco a base di olio essenziale di melaleuca (tea tree oil) in gocce: ne bastano 3 o 4, dissolte in un cucchiaino di olio di oliva o di mandorle dolci. Si applica sul dito malato, si massaggia e si avvolge la parte in una garza sterile. 2 MINUTI PER APPLICARE UNA POMATA ANTIBIOTICA: Una volta che il dito affetto da patereccio presenta una diminuzione del gonfiore e del rossore, è possibile applicare una pomata antibiotica di automedicazione, reperibile in farmacia, per combattere l'azione dei germi. Per proteggere la zona e aiutare l'azione della crema, è consigliabile mettere un cerotto o una garza, solo per il tempo necessario a permettere all'antibiotico di agire. 8 MINUTI PER BAGNARE IL DITO IN ACQUA E SALE: Immergere il dito della mano o del piede interessato in una bacinella di acqua calda e sale è un rimedio facile e di grande efficacia. È sufficiente far scaldare in una pentola due litri d'acqua e sciogliervi almeno 3 cucchiai da cucina di sale grosso, mescolando bene per far sciogliere il sale e farlo diffondere nell'acqua. Il sale ha un'azione antisettica e antinfiammatoria, aiuta a lenire il gonfiore e l'arrossamento, mentre il caldo umido favorisce la fuoriuscita del pus facendo maturare l'infezione. Il trattamento va ripetuto 3 volte al giorno per 2 o 3 giorni. Non esagerare con lo smalto: Gli smalti e i solventi in commercio sono molto meno aggressivi di una volta. I dermatologi avvertono: meglio comunque non esagerare perché smalti coprenti, colle e unghie finte possono creare disturbi sia alle unghie sia al contorno delle unghie stesse. Anche l'uso ripetuto di forbicine, lime e bastoncini per respingere le pellicole può irritare la base ungueale, favorendo l'insorgenza del giradito. Inoltre, dipingere spesso le unghie significa impedire loro di respirare e non poter osservare eventuali alterazioni di colore e consistenza che potrebbero essere il segnale di disturbi locali (come una micosi) o generali. È importante lasciare le unghie libere dallo smalto almeno per una settimana al mese. Due tipi: superficiale e profondo: a seconda della serietà del giradito, gli esperti ne distinguono 2 tipi: superficiale e profondo. Quello superficiale è il più comune: colpisce la zona attorno all'unghia e qualche volta i polpastrelli, riguarda essenzialmente la prima e la seconda falange e si manifesta con un'infiammazione che causa gonfiore attorno all'unghia, pelle lucida, arrossamento, dolore intenso e qualche volta febbre. Il giradito profondo è una complicanza del giradito superficiale e si verifica, sia pur raramente, quando i germi riescono a penetrare più in profondità. L'infezione può raggiungere ossa e articolazioni causando forme di artrite, infiammazioni delle ossa, dei tendini o di tutta la mano. In quest'ultimo caso la mano è gonfia e arrossata e non si riesce a muovere le dita. Se è colpita la guaina del tendine flessore, il dito indice assume una forma a uncino. Se non si interviene, si rischia una forma di setticemia, con diffusione di germi nella circolazione sanguigna. In questo caso è indispensabile rivolgersi al medico. (Come stai) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 661 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca ORDINE CORSI OBBLIGATORI: SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO I corsi avranno inizio giorno 8 Giugno 2015, ore 13.30, sede Ordine Come è noto il D.Lgs 81/2008, oltre a prevedere gli obblighi formativi per i datori di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori e gli addetti alla gestione delle emergenze e al primo soccorso, stabilisce che i lavoratori, in occasione della costituzione del rapporto di lavoro o del trasferimento o cambio di mansioni, devono ricevere una adeguata formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Pertanto, l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli ha organizzato i seguenti Corsi Obbligatori: Diritto alla salute e sicurezza sul lavoro in Farmacia (R.S.P.P.): Corso obbligatorio per tutti i datori di lavoro che intendono svolgere in prima persona il compito di Resp. del servizio di prevenzione e protezione. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S.): corso obbligatorio è riservato a tutto il personale di farmacia che intende svolgere il compito di responsabile della sicurezza per i lavoratori. L’antincendio: corso obbligatorio per tutti i datori di lavoro che intendono svolgere in prima persona il compito di addetto all’antincendio nonché per coloro che debbono ricoprire il ruolo di addetto antincendio designati dal datore di lavoro. Il primo soccorso: corso obbligatorio per tutti i datori di lavoro che intendono svolgere in prima persona il compito di addetto al pronto soccorso nonché per coloro designati dal datore di lavoro. Formazione dei Lavoratori: corso obbligatorio per tutti i lavoratori delle farmacie. ORDINE:Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato nel Consiglio del 19 Novembre 2014 uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2015. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2015 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti :  i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà; modalità di partecipazione. L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)

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