Anno IV – Numero 774
AVVISO
Ordine
Giovedì 17 Dicembre 2015, S. Lazzaro
Proverbio di oggi………..
1. ORDINE: un Farmaco
per tutti
Dopp' 'e cunfiette jesceno 'e defiette
Notizie in Rilievo
COLPO DELLA STREGA? ECCO COSA FARE
Scienza e Salute
2. Perché
non
tutti
ricordano i sogni?
3. Perché si formano le
macchie sulla pelle?
Prevenzione e
Salute
4. Colpo della strega? ecco
cosa fare
5. Le pere il segreto per
restare magri?
6. La vaginite infettiva più
comune: la vaginosi
batterica
Meteo Napoli
Giovedì 17 Dicembre
 Cielo Variabile
Minima:11°C
Massima: 15°C
Umidità :
Mattina = 64%
Pomeriggio = 58%
Come prevenire convivere e curare il "colpo della strega" ,
ovvero quando la schiena si blocca. L'età più
a rischio è quella che meno ti aspetti. Eccola.
Il colpo della strega è subdolo e infido, anche più del
suo parente stretto: il mal di schiena. E sempre molto doloroso. È quella
forma acuta di lombalgia che si manifesta con una fitta lancinante alla parte
bassa della schiena. E fa restare bloccati, doloranti, inermi. Al contrario di
quanto si immagina, però, la categoria più colpita dal colpo della strega non è
quella degli anziani, ma dei trentenni e quarantenni.
Gli over 65 soffrono di colpo della strega solo in casi davvero rari.
Perché si manifesta : Quasi sempre, l’origine del problema sta in uno sforzo
fisico eccessivo (più di rado, in un colpo di freddo): lo stress muscolare in
quella particolare area del corpo provoca la fitta lancinante che mette ko.
I "nervi spinali", radici nervose che controllano muscoli, organi addominali e
arti inferiori, vengono irritati o compressi. Il dolore che ne deriva induce i
muscoli intorno a contrarsi, impedendo ogni altro possibile movimento.
Le terapie per la schiena: Dal colpo della strega non si guarisce all’istante.
I farmaci cui di solito si ricorre sono antidolorifici, ma intervengono solo sulla
conseguenza (il dolore, appunto) e non sul disturbo vero e proprio.
Nota bene: il riposo assoluto (per es. a letto), a dispetto di quanto si creda,
non è la soluzione migliore. L’ideale, magari passate le prime 12 ore dalla fitta
iniziale, è di rimettersi in moto gradualmente e senza mai sforzare, per
consentire alla muscolatura contratta di rilassarsi naturalmente.
Prevenire il colpo della strega : Ci sono tre particolari situazioni che
espongono al colpo della strega. Conoscerle significa evitarle. Eccole:
ï‚· No a tutte le posture asimmetriche: mai caricare tutte le buste della spesa
su un unico braccio, meglio distribuire i pesi in modo equilibrato.
ï‚· Mai spingere grossi oggetti (vaso, un armadio a muro) facendo forza solo
sulle braccia. Appoggiateci contro la schiena e sfruttate la forza delle gambe.
ï‚· Non restate mai seduti nella stessa posizione troppo a lungo: alzatevi ogni
2 ore e fare due passi, la colonna ritroverà da sola il proprio equilibrio.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 774
PREVENZIONE E SALUTE
LE PERE IL SEGRETO PER RESTARE MAGRI?
Magri grazie alle pere? Chi consuma regolarmente pere ha un peso corporeo inferiore e
ha meno probabilità di diventare obeso rispetto a chi non ne mangia.
È la conclusione di uno studio pubblicato su Journal of Nutrition and Food Science e realizzato da un
team di ricercatori della Lousiana State University (Usa).
I ricercatori hanno valutato l’associazione tra il consumo di pere e la
qualità della dieta seguita e il peso corporeo di un campione di oltre
24mila persone di almeno 19 anni. Le informazioni sono state ricavate
da un database che ha raccolto i risultati di un sondaggio durato 9 anni
(il National Health and Nutrition Examination Survey, dal 2001 al
2010).
Dalla ricerca è emerso che, a parità di apporto calorico generale e di
quantità di attività fisica praticata, le persone che
mangiavano pere erano più magre e avevano il 35% di probabilità in meno di diventare obese.
LE PERE ALLONTANANO IL RISCHIO DI SOVRAPPESO: MERITO DELLE FIBRE
Gli autori della ricerca attribuiscono il merito di questi effetti benefici delle pere al loro contenuto
di fibre. Inoltre lo studio ha dimostrato come il consumo di pere caratterizzasse un regime alimentare
più sano, con un apporto ridotto di grassi saturi, monoinsaturi e di zuccheri aggiunti.
«I risultati andrebbero rivalutati», dice la dottoressa Manuela Pastore, dietista dell’ospedale
Humanitas: «Il campione è ampio pertanto i risultati sono apprezzabili ma, come sottolineano gli
autori stessi, ci sono dei limiti. I numeri non sono sufficienti dal punto di vista epidemiologico, gli
strumenti utilizzati per raccogliere i dati non sono completamente oggettivi e infine le variabili sono
numerose».
«Nello studio si parla del beneficio legato allo stile di vita
NELLE PERE FIBRE, VITAMINA C,
in generale e in particolare a un adeguato consumo di
MAGNESIO E POTASSIO
alimenti ricchi di fibra, vitamina C, magnesio e potassio.
La pera è solo uno dei tanti frutti che contengono questi
nutrienti così come molti ortaggi. Si può quindi affermare – spiega la dottoressa – che probabilmente
viene attribuito alla pera un beneficio che in realtà potrebbe essere riconducibile a buone abitudini
alimentari in generale. Infatti nello studio vengono esclusi a priori i soggetti che non raggiungono un
punteggio stabilito in un test validato che misura la qualità della dieta. La relazione fra stile di vita e
incidenza minore di obesità e sovrappeso si conosce da tempo, difficile attribuire solo al consumo
di pere la garanzia di un peso normale».
La pera è un frutto molto leggero.
La fonte di energia è quasi esclusivamente il suo contenuto di
 carboidrati (94%)
 l’apporto di acqua è dominante con 87,4 grammi.
«Con un apporto calorico modesto, circa 60 kcal, una pera contiene un buon quantitativo di fibra,
minerali e vitamine. Un frutto medio contiene 5.7 g di fibra (5% dei LARN*), vitamina C 6 mg (6% dei
LARN), magnesio 10.5 mg (4.3% dei LARN), potassio 190 mg (13% dei LARN), calcio 16.5 mg (1.6% dei
LARN)», conclude la specialista.
(Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 774
SCIENZA E SALUTE
PERCHÉ NON TUTTI RICORDANO I SOGNI?
“Aiuto! Non ricordo cosa ho sognato!â€. Spesso ci si sveglia storditi, si avverte qualcosa, si
capisce di aver sognato ma non si riesce a raccontare quanto vissuto nel sonno.
La voglia di riferire un sogno è pressante ma proprio no, non si riesce a ricordarlo.
Perché succede questo?
Sembra che tutti dimentichino oltre il 90% dei sogni fatti:
«Cominciamo col dire che capita a tutti di non ricordare i propri sogni.
Tutti sogniamo per circa il 25% della durata del sonno, ma non sempre
riusciamo a richiamare i sogni.
Pertanto non ci dev’essere nessuna “angoscia†o “frustrazione†se non
si riesce a rievocare quello che si è sognato dormendo», dice il
dottor Paolo Amami, neuropsicologo e psicoterapeuta dell’ospedale
Humanitas.
SE AL RISVEGLIO SI È DISTRUTTI,
DIFFICILMENTE SI RICORDANO I SOGNI
«La capacità di ricordare i sogni dipende da una serie di fattori. La fase del sonno in cui ci si sveglia è
importante, infatti non sogniamo per l’intera durata della notte ma in fasi specifiche che si alternano
nel corso del sonno. Perciò se il risveglio avviene in una delle fasi in cui si sogna (le fasi REM) è più
probabile riuscire a ricordare il sogno. Anche le condizioni del risveglio sono rilevanti».
«In media il ricordo del sogno permane per circa 15 minuti dopo il risveglio perciò se non si è subito
concentrati a memorizzarlo è facile che sfugga.
Per esempio se al risveglio si è distratti da altre questioni o in ritardo, sarà improbabile avere un
buon ricordo di quanto sognato.
Altri fattori importanti riguardano le caratteristiche del sogno, per esempio sogni molto intensi
emotivamente, che ci hanno addirittura svegliato o particolarmente bizzarri, sono ricordati più
facilmente. Un buon trucco per ricordarsi i sogni è quello di tenere una sorta di diario, magari proprio
sul comodino, a portata di mano, per appuntare quanto si è sognato appena svegli.
Un esercizio che può essere utile anche per stimolare la memorizzazione dei sogni nel tempo».
MA I SOGNI COSA
RIVELANO?
«Non si è ancora arrivati ad una risposta univoca. Per esempio, secondo la
psicoanalisi classica, quella di Freud, i sogni sarebbero una delle vie
preferenziali per comprendere i nostri contenuti e impulsi inconsci.
I sognisarebbero la rappresentazione onirica mascherata di impulsi inconsci. La mente, per non
interrompere il sonno, trasforma questi impulsi in sogni: se gli impulsi si manifestassero
improvvisamente avrebbero un impatto dirompente e dunque, per dar loro voce, la mente li trasforma
in immagini visive spesso senza un apparente flusso logico».
«Tuttavia negli ultimi anni, anche grazie alle possibilità offerte da alcune tecniche di visualizzazione del
cervello come la risonanza magnetica funzionale e la PET, le neuroscienze cognitive hanno cambiato il
modo d’intendere i sogni. Si è potuto scoprire che il cervello è molto attivo durante la fase del sogno,
per nulla a risposo.
Per alcuni ricercatori il sogno, per quanto bizzarro, sarebbe un processo cognitivo che aiuterebbe i
meccanismi di consolidamento della memoria o che darebbe seguito a processi di elaborazione già in
corso durante la veglia», conclude il dottor Amami. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 774
PREVENZIONE E SALUTE
LA VAGINITE INFETTIVA PIÙ COMUNE:
la VAGINOSI BATTERICA
Col termine vaginite si intende designare ogni processo infiammatorio a carico
della vagina caratterizzato da eritema (arrossamento), prurito, sensazione di
bruciore vulvo-vaginale, leucorrea più o meno maleodorante e dispareunia (dolori
durante i rapporti) variamente associati fra di loro.
La definizione di “vaginite†è importante per giustificare il termine “vaginosiâ€
che sta ad indicare che nel corso dell’infezione, pur riscontrandosi intensa
leucorrea, non è possibile evidenziare la presenza di un vero stato infiammatorio.
La VAGINOSI BATTERICA (VB) rappresenta una delle più comuni affezioni vaginali
in età fertile. Si stima che circa il 20-50% delle donne che richiedono un consulto
ginecologico per una sintomatologia flogistica genito-urinaria sia affetto da VB.
I dati indicano una prevalenza del 29% nella popolazione tra i 14 e i 49 anni.
Patogenesi: La VB è caratterizzata da un sostanziale sovvertimento
dell’ecosistema vaginale:
diminuzione del numero dei lattobacilli di Doderlein che porta il pH vaginale da
acido verso valori alcalini, creando un ambiente favorevole alla crescita massiva
di specie microbiche presenti nella flora saprofitica come la GARDNERELLA VAGINALIS e altri batteri
anaerobi. Questo porta a discutere se la VB possa essere considerata una infezione sessualmente
trasmessa (MST) o sia piuttosto il risultato di una interazione di molteplici fattori quali:
 inserimento IUD (spirale),
 il fumo di sigaretta,
 l’utilizzo di lavande vaginali.
La contraccezione ormonale (pillola, anello e cerotto) sembra svolgere un ruolo protettivo nei
confronti della VB, probabilmente gli estrogeni inducono una maggiore produzione di glicogeno da
parte delle cellule vaginali, creando un ambiente ideale alla crescita dei lattobacilli che favoriscono il
mantenimento del pH acido.
Manifestazioni cliniche: Il sintomo principale della VB è rappresentato da una abbondante
secrezione a volte schiumosa, di colore bianco-grigiastra e con caratteristico odore di “pesce avariatoâ€
che si accentua dopo i rapporti sessuali o durante il periodo mestruale, che la donna riferisce non
senza disagio e preoccupazione. Obiettivamente, la leucorrea si presenta fluida, in parte aderente alle
pareti vaginali. Ridotti o assenti i segni infiammatori a carico delle mucose vaginali e vulvari, né si
apprezzano particolari aspetti colposcopici sulla cervice uterina. Il pH è > 4,5.
Diagnosi: Quasi sempre la determinazione del pH vaginale, l’esecuzione di un esame microscopico a
fresco delle secrezioni vaginali che consente l’individuazione delle cosiddette “clue cells†e l’esecuzione
di un WHIFF TEST o test al KOH positivo (esame che valuta l'odore di "pesce avariato"), consentono
una diagnosi sicura.
Complicanze ginecologiche ed ostetriche: La vaginosi, se non correttamente diagnosticata e
trattata, può avere importanti sequele sia di natura ginecologica che ostetrica. In ambito ginecologico
si associa a PID (infezioni pelviche), endometriti post-aborto e puerperali, cerviciti.
Terapia: Il regime terapeutico attualmente raccomandato si avvale del METRONIDAZOLO per via
orale o topica. L’altro farmaco di scelta è rappresentato dalla Clindamicina che ha dimostrato una pari
efficacia terapeutica. La prevenzione delle recidive si mette in atto con: la ristabilizzazione della flora
lattobacillare, ripristino del normale pH vaginale e eliminazione dei batteri anaerobi. (La Stampa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 774
SCIENZA E SALUTE
PERCHÉ SI FORMANO LE MACCHIE SULLA PELLE?
Il melasma si presenta soprattutto sul volto. Le lentigo solari, anche su decoltè,
braccia e dorso delle mani
Le macchie scure della pelle, alla cui formazione molto contribuisce
l'esposizione al sole, soprattutto se prolungata e incontrollata, sono
molto comuni E chi pensa che siano prerogativa di chi è ormai più in lÃ
con gli anni, si sbaglia: oggi sempre più spesso si vedono sul volto di
persone ancora giovani.
«Le iperpigmentazioni cutanee sono provocate da un'aumentata
produzione di melanina, delle cellule (melanociti) che la producono, o da
entrambi i fattori - spiega Norma Cameli, responsabile del Servizio di dermatologia estetica
dell'Istituto dermatologico San Gallicano di Roma -. Ne esistono di diversi tipi, ma quelle a cui in
genere ci si riferisce quando si parla macchie cutanee sono il melasma e le lentigo solari».
«Il melasma predilige le donne e si presenta
soprattutto sul volto, sotto forma di macchie
QUALI SONO LE LORO CARATTERISTICHE?
scure irregolari, che tendono a confluire e ad
accentuarsi con l'esposizione al sole.
Non sono ancora chiari i meccanismi che causano questa iperpigmentazione, ma diversi fattori, tra cui
la predisposizione genetica, l'esposizione ai raggi solari o artificiali (lampade), i contraccettivi orali, la
gravidanza e, più in generale, i cambiamenti ormonali, giocano un ruolo importante.
Le lentigo solari, dette anche senili, perché più comuni negli anziani, sono macchie scure circoscritte
della cute esposta ai raggi solari o alle lampade abbronzanti. Sono il risultato di un'eccessiva e
incontrollata fotoesposizione.
Oltre a essere più diffuse negli anziani, hanno una predilezione per chi ha un fototipo chiaro (I e II) e
quindi una pelle più delicata. Compaiono soprattutto nelle zone più esposte alla luce solare(viso,
decoltè, braccia e dorso delle mani), e hanno un colore dal marrone chiaro al nero e dimensioni da
pochi mm a 1-2 cm».
«Esistono diverse contromisure, ma prima di metterle in atto è
COME SI POSSONO
fondamentale un'accurata diagnosi basata non solo sulla valutazione
CONTRASTARE?
delle macchie, ma anche, quando opportuno, su ulteriori metodiche
che permettono di definirne le caratteristiche per poter meglio
indirizzare le terapie. In particolare tanto più va in profondità nella cute la macchia, tanto maggiore
sarà la difficoltà a eliminarla.
I cardini della terapia sono prodotti depigmentanti locali, sempre abbinati prodotti solari protettivi,
preparati che favoriscono l'esfoliazione della cute, peeling chimici, crioterapia (per le lentigo solari)
nonché laser specifici e luce pulsata.
A seconda dei casi, poi, si possono abbinare tra loro più trattamenti. Per evitare la formazione di nuove
macchie sono fondamentali alcuni accorgimenti, a partire dalla protezione delle pelle dai raggi solari.
Attualmente sono in corso diversi studi su terapie innovative che, per ora, hanno dato buoni risultati in
vitro. Per esempio con metodiche di biologia molecolare si è provato a silenziare i geni coinvolti nella
sintesi delle proteine del citoscheletro, una rete di filamenti coinvolta nel trasferimento della melanina
dai melanociti ai cheratinociti.
O ancora, sulla base dell'ipotesi per la quale il melasma è favorito da alterazioni vascolari che
stimolano la produzione di melanina, si è provato ad agire su questo fronte con farmaci mirati».
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 774
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Ordine: “UN FARMACO PER TUTTI†:
FIRMATO IL PROTOCOLLO D’INTESA
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre,
ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o
integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione
spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a
seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
Inoltre si considerano anche farmaci acquistati in farmacia da un cittadino e immediatamente donati.
Il tutto per finalità umanitarie ed assistenza socio-sanitaria. I farmaci raccolti all’interno delle farmacie
resesi disponibili, previa catalogazione presso la struttura messa a disposizione dall’Ospedale
dell’Annunziata, saranno poi smistati ai vari enti assistenziali che hanno aderito all’iniziativa.
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le
informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 774
2000 VOLTE GRAZIE AD OGNUNO DI VOI:
“Giuramento di Galeno e Medaglie alla Professioneâ€:
ALCUNI MOMENTI DELLA SERATA
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 774
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 774