Anno II – Numero 124 AVVISO 1. Corso teorico-pratico di BLSD 2. farmaDAY in formato iBooks Notizie in Rilievo Psicologia e Salute 3. Se il piccolo arriccia il naso o fa i saltelli. Patologie e Salute 4. Che cos’è il fuoco di sant’Antonio Nutrizione e Salute 5. Ciocco-benessere: perché possiamo mangiarlo senza sensi di colpa Mercoledì 27 Febbraio 2013, S. Leandro INIZIATO il CORSO TEORICO-PRATICO di RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE e DEFIBRILLAZIONE CARDIACA PRECOCE SEMIAUTOMATICA Il corso "BLSD" abilita alle manovre rianimatorie e all'impiego del Defibrillatore semi-Automatico Esterno. I corsi rivolti ai Farmacisti sono accreditati presso il Min. della Salute per il Programma Naz. per la Formaz. degli operatori della Sanità (ECM). Per il calendario consulta il sito dell’Ordine nella sez. ECM. Obiettivo del corso: Acquisire le conoscenze e le capacità operative relative alla rianimazione cardiopolmonare mediante l’applicazione del Basic Life Support e della defibrillazione precoce. Sarà consegnato ad ogni partecipante un attestato di frequenza al corso. Il superamento del corso autorizza all’uso del Defibrillatore semiautomatico. Sport e Salute 6. Ginnastica del respiro per dimagrire Scienza e Salute 7. I bebè imparano la lingua nel pancione 8. Isterosalpingografia: per la ricerca dell’infertilità Curiosità 9. Perché si dice “solo come un cane?” FARMADAY IN FORMATO iBooks Sul sito dell’Ordine, nella sezione farmaDAY, da oggi puoi consultare il notiziario sanitario dell’Ordine non solo in formato pdf (ediz. quotidiana) ma anche in formato iBooks (ediz. mensile) PERCHÉ SI DICE “SOLO COME UN CANE”? La frase deriva dall’osservazione che un cane tenuto isolato, lontano dai propri simili (come spesso succede ai cani da guardia), è sofferente e bisognoso di compagnia. Il cane è, infatti, al pari dell’uomo, un animale sociale. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 124 PSICOLOGIA E SALUTE SE IL PICCOLO ARRICCIA IL NASO O FA SALTELLI Tre bambini su cento soffrono di tic. L’approccio cognitivo-comportamentale per imparare a gestirli Chiudere gli occhi ripetutamente, arricciare il naso, fare saltelli, emettere colpi di tosse. Gesti rituali, involontari, stereotipati. Sono disturbi da tic e di solito insorgono intorno ai 5-6 anni di età. Ne soffrono circa tre bambini su cento. Durante l’adolescenza tendono a intensificarsi per poi sparire quasi del tutto quando si cresce, anche se il 10-15% degli adulti continua a soffrirne, il più delle volte, però, riuscendo spontaneamente a gestirli e a camuffarli. Un modello innovativo per il loro trattamento viene proposto al Centro per la diagnosi e il trattamento dei disturbi da tic e della sindrome di Tourette dell’Unità operativa di neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva presso la Fondaz. Don Gnocchi Santa Maria Nascente di Milano, in collaboraz. con la neuropsichiatria infantile della Fondazione - Istituto neurologico Besta. NON È UN PROBLEMA PSICOLOGICO - «Fino a non molto tempo fa i tic erano considerati un disturbo emotivo e relazionale, quindi psicologico - spiega Lucia Angelini. Oggi sappiamo che si tratta di un "disordine del movimento" di natura neuroevolutiva, cioè un disturbo funzionale della neuromodulazione, ovvero dell’equilibrio tra i principali neurotrasmettitori, a livello dei circuiti tra i nuclei della base e la corteccia cerebrale, da cui dipende il governo del movimento». PREDISPOSIZIONE GENETICA E FATTORI AMBIENTALI - A scatenare i tic in chi ha già una predisposizione familiare sono fattori ambientali legati a disagi emotivi e stili di vita esigenti. Di certo, i tic sono più frequenti nei Paesi industrializzati, dove ci sono ritmi di vita frenetici. DIAGNOSI - Ma come accertarsi che si tratta di un disturbo e non di una spia, per es., di una malattia neurologica? «La diagnosi va fatta dal neuropsichiatra infantile. È necessario un esame neurologico per escludere altri segni o sintomi neurologici. Il tic va poi classificato (semplice o complesso, motorio, vocale o verbale). Per es., chiudere gli occhi ripetutamente segnala la presenza di un tic motorio semplice, mentre si tratta di un tic motorio complesso se il bambino fa saltelli o inchini. Ci sono poi i tic vocali, anch’essi semplici (emissione di suoni o rumori, come soffiare col naso) o complessi (emissioni incontrollate di parole e turpiloquio). Occorre poi verificare se al tic si associano altri disturbi, come quello compulsivo o il deficit dell’attenzione, capire se il suo esordio è recente oppure no, e quindi se è un disturbo transitorio o cronico: in quest’ultimo caso occorre accertare se si è in presenza della sindrome di Tourette». TERAPIA - Ma come curare i tic? «Non esiste una terapia causale ma solo sintomatica, che aiuta quindi a gestirli. Nelle forme più severe può essere indicato l’uso di farmaci mirati, che tendono cioè a riequilibrare la neuromodulazione: possono essere utili per un determinato periodo, tenendo conto, però, dei possibili effetti collaterali negativi. Ma va soprattutto operata una presa in carico del ragazzo e della sua famiglia per capire eventuali episodi antecedenti, il decorso dei sintomi nel tempo, i fattori scatenanti. E il bambino va aiutato ad acquisire la consapevolezza dei suoi tic. Nel nostro ambulatorio adottiamo un approccio cognitivo-comportamentale ai tic, come l’Habit Reversal Training. Oltre a sedute di terapia individuale per i pazienti, poi, abbiamo incontri con i genitori per dare loro informazioni e suggerimenti su come migliorare la gestione delle difficoltà dei figli, ma anche con gli insegnanti per fornire loro strategie didattiche ed educative». APPROCCIO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE - «La terapia cognitivo-comportamentale - è un approccio terapeutico che ha elaborato diverse tecniche basate sui principi della scienza del comportamento, che dimostrano la sua efficacia nei tic sia di origine nervosa che neurologica». PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 124 Ma come intervenire? «Innanzitutto - occorre far sì che il bambino sia consapevole dei suoi tic, perché spesso li nega. Per es., dice che sbatte gli occhi perché gli bruciano, o che tossisce perché ha il raffreddore. Deve poi imparare a riconoscere e gestire quelle sensazioni premonitrici caratterizzate da tensione crescente, avvertita come urgenza, che deve essere risolta attraverso il tic». ESERCIZI «COMPETITIVI» - Il paziente segue un training che gli permetterà di acquisire strategie di gestione del proprio disturbo. «È necessario conoscere esattamente il tipo di tic di cui soffre il bambino, che viene poi "addestrato" per attivare una serie di comportamenti "competitivi", che hanno lo scopo di attivare gruppi muscolari antagonisti rispetto a quelli impiegati per il tic, in modo da rendere quest’ultimo inattuabile, fino a sostituirlo. Per es., mantenendo alcune posture, come appoggiare la schiena alla sedia o i piedi al pavimento con una certa tensione, si riesce a inibire alcuni tic di flessione del tronco o alcuni tic delle gambe. In molti casi anche le tecniche di rilassamento possono affiancare in modo efficace le sedute di esercizi "competitivi" per allentare la tensione emotiva del bambino». (Salute Corriere) PATOLOGIE E SALUTE CHE COS'È IL «FUOCO DI SANT’ANTONIO»? Nervi e pelle infiammati: il virus che provoca la varicella non viene eliminato del tutto e in caso di stress si può riattivare Il «fuoco di Sant'Antonio» è una infezione che interessa i nervi e la pelle, causata dal virus varicella-zoster. «Il virus varicella-zoster o Herpes virus umano 3 è lo stesso che provoca la varicella - spiega Luigi Naldi, dermatologo agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Dopo la guarigione da questa malattia, in genere contratta nell'infanzia, il virus non viene eliminato del tutto, ma rimane confinato, inattivo (o latente), nei gangli nervosi dei nervi sensitivi. Ci sono però condizioni che ne possono provocare il risveglio: un periodo stressante, un indebolimento del sistema immunitario come quello che si osserva con l'avanzare dell'età o con l'impiego di alcuni farmaci immunosoppressori. Il virus riattivato si moltiplica e risale lungo il fascio nervoso di un nervo periferico fino a raggiungere la cute innervata da questo fascio». QUALI SONO I SINTOMI?: «Nei bambini l'Herpes zoster è poco comune e in genere non si accompagna a dolore. Negli adulti man mano che si invecchia la malattia tende a essere più frequente e grave. Il primo sintomo, e anche il più insidioso, è il dolore neuropatico avvertito come una puntura, una pugnalata nell'area innervata da un nervo sensitivo, solo da un lato del corpo. In genere il dolore è intermittente. Non esiste una posizione che aiuti a sopportare meglio il dolore. Questo sintomo può essere accompagnato da bruciore, prurito, ipersensibilità, formicolii e pizzicore. Nella maggior parte dei casi, dopo 24-48 ore, compaiono sulla pelle arrossamento e vescicole, che si presentano in gettate successive ed evolvono in croste. Toccando queste lesioni l'infezione può trasmettersi e provocare, in soggetti che non sono mai venuti a contatto col virus, la varicella». CHE COSA BISOGNA FARE SE SI SOSPETTA LA MALATTIA?: «Di solito sintomi e lesioni cutanee permettono di formulare la diagnosi. Il virus si combatte con farmaci antivirali, in genere sempre raccomandati sopra i 50 anni. Per accorciare la durata complessiva delle manifestazioni è importante iniziare questo trattamento il più presto possibile. Una terapia precoce sembra anche ridurre il rischio di sviluppare la complicanza più temibile, cioè la nevralgia posterpetica. Per controllare il dolore nella fase acuta si ricorre a farmaci analgesici, utilizzati regolarmente e non "al bisogno" con una strategia a scalini che combini progressivamente più farmaci in caso di mancata risposta. Recentemente, è stato approvato un vaccino costituito da un virus attenuato che viene proposto in soggetti con più di 60 anni non immunodepressi per la prevenzione dell'Herpes zoster». (Salute Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 124 NUTRIZIONE E SALUTE CIOCCO-BENESSERE: PERCHÈ POSSIAMO MANGIARLO SENZA SENSI DI COLPA È così buono e consolatorio che ci siamo convinti tutti che debba necessariamente far danni. E, invece, il cioccolato non fa per niente male e anzi numerosi studi ci dicono che, tra le altre cose, è un potente antinfiammatorio. A “sdoganare” il cioccolato dai cibi vietati è anche uno studio pubblicato sul British Medical Journal in cui si confermano i benefici del suo consumo, soprattutto se fondente, per l’apparato cardiovascolare. E che dire degli effetti sull’umore? In inverno con cielo grigio, pioggia e giornate più corte, a tutti serve un po’ di cioccolata che stimola il rilascio di endorfine, sostanze che ci fanno sentire immediatamente bene e scatenano nell’organismo una reaz. simile a quella dell’innamoramento. E per la dieta, come si fa? No problem! Da uno studio pubblicato su Archives of Internal Medicine e condotto su circa 1.000 persone, è emerso che il cioccolato è ricco di sostanze che possono favorire la perdita di peso. I ricercatori hanno chiesto ai volontari quanto cioccolato consumassero durante la settimana e poi ne hanno misurato l’indice di massa corporea rilevato sui volontari. Contrariamente a quello che si aspettavano, i ricercatori si sono accorti che il maggior consumo di cioccolato era associato a indici di massa corporea più bassi, quindi a soggetti più magri. Meglio di così! A patto, come sempre, di non esagerare. (Salute Repubblica) SPORT E SALUTE GINNASTICA DEL RESPIRO PER DIMAGRIRE Per molti di noi il respiro è un atto del tutto inconsapevole e automatico. Nemmeno ce ne rendiamo conto. Magari chi si allena in palestra è un tantino più attento se non altro perché in ogni esercizio c’è sempre una fase di inspirazione ed espirazione. Respirando bene e profondamente ci calmiamo, ci rilassiamo e distendiamo nervi tesi. Persino la mimica facciale ne trae beneficio. Ma che respirando si potesse anche dimagrire è proprio una sorpresa. Invece, il nutrizionista Pier Luigi Rossi spiega che l’ossigeno è un nutriente fondamentale per il nostro benessere e, quindi, anche per un buon dimagrimento. Per “bruciare” un solo grammo di grasso, infatti, servono ben due litri di ossigeno. “Senza il giusto volume di ossigeno le cellule riducono il loro volume, degenerando, in particolare nella cute con comparsa di rughe e in estetismi vari. Quando c’è poco ossigeno si ha anche riduzione di energia, stanchezza, pigrizia e poca voglia di essere attivi, dinamici. Significa anche riduz. del metabolismo cellulare con il risultato finale di accumulare grasso con aumento del peso corporeo”. Dunque, ricordiamoci di respirare ogni giorno e profondamente. La miglior ginnastica respiratoria va fatta in tre tempi, con calma e in ambiente ben areato, almeno due volte al giorno. L’importante è farlo correttamente riempiendo i polmoni sollevando addome e diaframma (muscolo respiratorio che con il passare degli anni tende ad atrofizzarsi) e poi espirando profondamente. Del resto esiste persino un sito www.dimagrirerespirando.net) che propone la dieta del respiro: basterebbero 15 minuti al giorno per bruciare 900 calorie! (salute Repubblica) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 124 SCIENZA E SALUTE I BEBÈ IMPARANO LA LINGUA NEL PANCIONE Mentre sono ancora nella pancia i bebè già imparano il linguaggio dalle loro mamme. Almeno questo è quanto emerso da uno studio dell’Univ. di Washington condotto da P. Kuhl, direttrice dell’Insitute for Learning & Brain Sciences, e pubb. sulla rivista Acta Paediatrica. La ricerca ha dimostrato che i bimbi nati da poche ore sono in grado di distinguere i suoni provenienti da una lingua sconosciuta da quelli appartenenti alla propria lingua nativa. Ciò evidenzia che i bebè iniziano ad apprendere la lingua sin da quando crescono nel ventre materno durante i mesi di gestazione. I meccanismi sensoriali e cerebrali relativi allo sviluppo dell’udito si determinano alla trentesima settimana del periodo di gestazione. La nuova ricerca statunitense ha rilevato che i bimbi non ancora nati riescono a percepire ed apprendere la lingua ascoltandola dall’interno del ventre dalla voce della propria mamma durante le ultime dieci settimane di gravidanza. In particolare, i piccoli percepiscono il suono delle vocali prodotto dalle madri perchè si tratta dei toni più acuti e rumorosi e quindi più facili da sentire. Il feto familiarizza con questi suoni e diventa in grado di distinguerli alla nascita sin dalle prime trenta ore dopo il parto. (Salute Ansa) ISTEROSALPINGOGRAFIA: PER LA RICERCA DELL'INFERTILITÀ DELLA DONNA Il prezioso esame radiologico che ci dà risposte sullo stato di salute dell’utero e delle tube L'infertilità capita che metta in “pausa” speranze e sogni, in questi casi la diagnostica ci viene incontro, chiarisce dubbi e placa le ansie. L'isterosalpingografia è un esame radiologico dell’utero e delle tube che rientra spesso nell’iter per la ricerca dell’infertilità di coppia. COS'È L'ISTEROSALPINGOGRAFIA?: E’ un esame che ci da informazioni sulla morfologia della cavità uterina e sulla pervietà tubarica. Attualmente lo studio dell’utero viene più agevolmente ottenuto con l’esame ecografico ma per quanto riguarda la pervietà tubarica l’isterosalpingografia rimane l’esame di riferimento. IN QUALE CASO È CONSIGLIATO RICORRERE A QUESTO ESAME? Quando, nel corso degli accertamenti per la sterilità di coppia, risulta possibile applicare una tecnica di primo livello come ad esempio l’inseminazione intrauterina IUI. Le tecniche di primo livello prevedono che almeno una tuba sia pervia e questo esame serve per averne la prova. È UN ESAME INVASIVO, DOLOROSO? L’esame consiste nell’inserire un sottile catetere all’interno dell’utero per via transvaginale. Attraverso questo catetere viene iniettato un mezzo di contrasto radio opaco (cioè ben visibile su di una radiografia) e vengono scattate delle lastre radiografiche che ci consentono di visualizzare la morfologia della cavità uterina ma soprattutto il percorso del mezzo di contrasto attraverso di essa e poi lungo le tube fino al loro sbocco in prossimità delle ovaie. È quindi un esame minimamente invasivo ed un poco doloroso. (Sani e Belli)