Anno IV – Numero 794
Venerdì 22 Gennaio 2016, S. Vincenzo Martire
AVVISO
Ordine
1. Ordine:
Assistenza
legale gratuita
2. ORDINE: Lo psicologo in
3.
Farmacia
“Un Farmaco per Tuttiâ€â€
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Lo sai che le onde d’urto
servono per rigenerare i
tessuti?
5. Ecco come vivremo fino
a 150 anni lavorando
(e studiando) un secolo
Prevenzione e
Salute
6. La guida prolungata può
inibire l’attività sessuale?
7. Psoriasi
genitale,
superare l’imbarazzo per
curarla
8. Reflusso: bruciore, tosse,
rigurgiti: perché compare
e come alleviarlo
9. Le abitudini scorrette
che causano il torcicollo
Meteo Napoli
Venerdì 22 Gennaio
 Nuvoloso
Minima:9°C
Massima:12°C
Umidità :
Mattina = 66%
Pomeriggio = 56%
Proverbio di oggi………..
'E cavure 'a rinta e 'e fridde 'a fore
I caldi dentro e i freddi fuori
LA GUIDA PROLUNGATA PUÃ’ INIBIRE
L’ATTIVITÀ SESSUALE?
La guida prolungata può inibire l’attività sessuale? Vero o falso?
Vero. La guida prolungata, specie in professioni che prevedono migliaia di
Km ogni anno, può inibire l’attività sessuale nel senso che
non è coadiuvante la salute del pavimento pelvico e
dell’apparato urogenitale. La pressione sugli organi
genitali, il calore più intenso dei tessuti pelvici, lo stress
da guida potrebbero inibire la sfera del piacere sessuale,
spiega la dott.ssa Elena Longhi, sessuologa dell’ospedale
Humanitas. Inibire non significa annullare, ma essere condizionati da infezioni
urinarie, cistiti recidivanti, clamidia, specie in soggetti già ipersensibili o con
caratteri ipertesi. Senza per questo farne una regola generale. (Salute,
Humanitas)
LO SAI CHE LE ONDE D’URTO SERVONO
PER RIGENERARE I TESSUTI?
Lo sai che le onde d’urto servono per rigenerare i tessuti?
Le onde d’urto sono già utilizzate in ambito ortopedico e riabilitativo per la
risoluzione delle patologie dei tendini e delle fratture che
non riparano. Le onde d’urto, inoltre, servono per stimolare
la rigenerazione dei tessuti e curare alcune fibrosi, specie se
dolorose, in seguito a traumi sportivi o dopo interventi
chirurgici, afferma la dott.ssa M. Cristina D’Agostino,
specialista ortopedico e responsabile del Centro Terapia Onde d’Urto di
Humanitas. Le onde d’urto, infatti, innescano nei tessuti trattati delle reazioni
biologiche che li disinfiammano. Inoltre, le onde d’urto rimodellano i tessuti,
stimolano la microcircolazione e le cellule staminali.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 794
SCIENZA E SALUTE
ECCO COME VIVREMO FINO A 150 ANNI LAVORANDO
(E STUDIANDO) UN SECOLO
I guru del Forum di Davos sono convinti: «L’ipotesi è realistica già per chi oggi è adulto»
E in Giappone studiano come adattare la mobilità all’invecchiamento
VIVERE FINO
A 150 ANNI?
Se il cambiamento
è il filo conduttore
del
World
Economic Forum
di Davos, i potenti
della
terra
discutono anche di
una
rivoluzione
grande così e delle conseguenze che l’aumento esponenziale dell’aspettativa di vita avrà non solo su
economia e politica, ma anche sulla nostra vita quotidiana, trasformando il modo in cui amiamo,
studiamo, lavoriamo e trascorriamo il nostro tempo libero.
«Non è un traguardo visionario, ma la cosa più importante è come ci arriveremo», afferma Elizabeth
Blackburn, biologa australiana Nobel per la medicina nel 2009.
«Sappiamo che l’invecchiamento non è irreversibile e la medicina si sta già occupando di questo.
Negli animali abbiamo individuato il gene responsabile. Negli uomini non è così facile. Ma già oggi
sappiamo tanto sul declino del corpo umano, a cominciare dal ruolo delle malattie vascolari. E infatti
quando osserviamo i centenari, che sono sempre più numerosi, vediamo che non muoiono mai di
problemi vascolari, ma di malattie più banali, che vengono sottovalutate a causa della loro età ».
La capacità di cambiare e adattarsi
La scienziata non nasconde un’enorme fiducia sui progressi della medicina, ma di certo un
allungamento della vita di questa portata ci obbligherà a rendere l’esistenza produttiva più lunga.
«Per prima cosa dovremo estendere l’età pensionabile. In uno studio che abbiamo fatto ipotizzando
un’età media di un secolo, si dovrebbe lavorare fino a 79-82 anni. Fino a 150 anni cambia poco».
Ma poi dobbiamo chiederci: lavorare facendo cosa? Se si lavora fino a 80 anni, bisogna continuare a
imparare. Servirà una formazione continua». E ancora: «Perché decidere la nostra carriera a 20 anni?
Probabilmente dovremo rivedere la durata e l’organizzazione dell’istruzione. Ma credo che il nodo
cruciale sarà la capacità di cambiare e saperci adattare».
LAVORARE FINO
La longevità mette a rischio anche le relazioni affettive: quanto dureranno i
matrimoni? E quando è il momento giusto per avere figli se i tempi si
A 100 ANNI?
allungano? Secondo un sondaggio online, inevitabilmente
 si divorzierà e ci si risposerà più frequentemente (per il 58%),
 i figli si faranno più avanti negli anni (per il 54%).
 In pensione si andrà almeno a cent’anni (per il 62%).
E le nuove tecnologie potranno aiutarci ad allungare l’età riproduttiva. «Grazie allo screening
preventivo, potremo inoltre non scegliere la procreazione naturale, ma selezionare il bambino
potenzialmente più resistente e sano da un punto di vista genetico, e quindi più longevo, anche
quando saremo in età avanzata».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 794
La sfida non riguarda solo le scelte individuali. Le aziende non sono
preparate, i governi non sono preparati.
Per Thomas DeRosa, ceo Di WellTowers, la società immobiliare
americana che investe in proprietà dedicate specificamente alla
terza età , dobbiamo creare «un mondo nuovo per una società più vecchia». Spiega: «Serve una
discussione politica e una pianificazione». Città come Singapore e Tokio hanno già cominciato a
pensarci e passano molto tempo a capire come adattare la mobilità all’invecchiamento della
popolazione. Ad es., studiano quanto deve durare il semaforo per garantire l’attraversamento sicuro
di un anziano.
Ma chi paga per una vita che si allunga fino a 150 anni? L’unico modo per rendere questo
invecchiamento economicamente sostenibile è che non solo si lavori più a lungo ma che in famiglia si
lavori in due, il che implica parità effettiva tra uomo e donna, dice Gratton.
Ma «dovremo anche ripensare l’equilibrio tra famiglia e carriera nell’arco della vita, ipotizzando
periodi in cui dedicarsi più intensamente alla famiglia e altri in cui impegnarsi di più al lavoro, senza
che questo diminuisca la produttività nel lungo periodo», suggerisce Blackburn.
Il welfare andrà rivisto, ipotizzando anche polizze assicurative per invecchiare felicemente. La strada è
complessa, meglio cominciare a parlarne da giovani. (Salute, Corriere)
ADATTARE LA MOBILITÀ
ALL’INVECCHIAMENTO
LE ABITUDINI SCORRETTE CHE CAUSANO IL
TORCICOLLO
Ecco le cause e i rimedi per alleviare la cervicomialgia, comunemente detta torcicollo
Il torcicollo è il nome comunemente utilizzato per indicare la cervicomialgia, la patologia legata al
dolore al collo. Si tratta di una patologia comunissima: insieme alla lombalgia è sicuramente una tra le
patologie che interessa il più grande numero di pazienti.
CAUSE: Di solito si sviluppano per difetti posturali o per posture scorrette: da quella al lavoro, a
scuola, a causa di pesanti attività lavorative. Ma ne soffrono anche coloro che viaggiano molto e sono
costretti a stare molto tempo in macchina o in aereo. Non dimentichiamo anche le posture notturne:
molto spesso un cuscino molto alto e rigido può portare a avere problemi di cervicale. Molto meglio
un cuscino più basso ed eventualmente un cuscino ortopedico. Anche il clima può causare
cervicomialgia: per esempio l’umidità , il freddo, anche perché aumenta la contrattura della
muscolatura, quindi può portare a avere problemi. Il banale capello bagnato - quando uno non se li
asciuga e quindi resta umidità nella zona del collo - non è sicuramente la causa principale della
cervicalgia ma causare gravi conseguenze nei pazienti che sono già predisposti.
RIMEDI: Bisogna correggere le abitudini scorrette: quindi cambiare cuscino adatto, a volte anche
materasso, asciugarsi i capelli e soprattutto andare a lavorare sulla postura corretta. Inoltre è
indispensabile fare dell’attività sportiva, della ginnastica o della rieducazione posturale.
Le altre terapie, dalla farmacologia, alle infiltrazioni, dalle terapie fisiche, molto spesso sono dei
palliativi, perché sì può risolvere il problema momentaneamente, si elimina il sintomo, ma alla lunga se
manteniamo le nostre abitudini scorrette il problema si ripresenta.
Quindi per risolverlo in modo definitivo è necessario dedicarsi a un’attività consona alla soluzione del
problema, con le indicazioni che ho precedentemente descritto.
Parlando di posture a lavoro, soprattutto per chi sta alla scrivania, magari al computer, è
fondamentale avere una sedia ergonomica con un piccolo schienale che permetta di avere una
postura a 90°, con una schiena molto dritta, la posizione del computer e delle tastiere in particolare
deve essere anche questa ergonomica per evitare di averla troppo alta o troppo massa, e il monitor a
una distanza giusta per evitare di abbassare troppo il collo o alzarlo troppo, o averlo sempre in una
posizione ruotata rispetto all’asse principale. (Health News)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 794
PREVENZIONE E SALUTE
PSORIASI GENITALE,
SUPERARE L’IMBARAZZO PER CURARLA
Seppur raramente, può manifestarsi anche nelle zone intime e con un aspetto «diverso»
dal solito che rende la diagnosi un po’ più difficile. Terapie efficaci e consigli per
proteggere la pelle
Per quanto imbarazzante possa sembrare, il primo passo da
compiere è superare il «muro del silenzio» e parlare con un medico.
Accade di rado che la psoriasi interessi le zone genitali, è molto più
frequente in altre parti del corpo quali ginocchia, gomiti, cuoio
capelluto, mani o piedi. E quando ad essere interessate sono le parti
intime frequentemente la diagnosi arriva in ritardo, un po’ perché i
diretti interessati tendono a posticipare la visita per pudore, un po’
perché non è raro che in prima battuta si pensi ad altri tipi di patologie (come funghi, verruche,
eritemi) e si proceda con terapie non idonee che nel migliore dei casi sono inutili, oppure finiscono per
creare ancora più disturbi. «La buona notizia è che esistono cure efficaci – ricordano gli esperti. Troppo
spesso le persone temporeggiano, si confidano con amici o magari con il farmacista, ma serve una
diagnosi precisa e una visita con il dermatologo, che può prescrivere la cura più idonea».
Una forma «diversa» che può ingannare
Solitamente la psoriasi si manifesta con la formazione di placche infiammatorie sormontante da
squame biancastre, ma nell’area genitale le lesioni possono avere un aspetto diverso (che può trarre in
inganno anche medici non specializzati) ed essere piuttosto arrossate, levigate, secche.
Si sviluppa più comunemente nella parte alta delle cosce, soprattutto sull’inguine, vicino all’ano, sul
pube e sia sui genitali che al loro interno (sebbene molto rara, ad es., anche dentro la vulva).
Non di rado causa un fastidioso prurito, che tende a peggiorare se non si inizia una terapia o, peggio, si
applicano trattamenti sbagliati.
«A nessuno piace l’idea di avere un problema nelle parti più intime del corpo e di farsi vedere, ma
bisogna sempre ricordare che tutti i medici hanno fatto lunghi anni di scuola e di pratica, rotazioni nei
reparti e al pronto soccorso. Sono preparati a vedere ogni sorta di patologia e per quanto possa
sembrare sgradevole al paziente, per un medico è differente: ha scelto di curare le persone, qualunque
sia il problema che deve affrontare».
Parlare con il medico ed essere onesti è fondamentale anche dopo la
TERAPIE E CONSIGLI PER
diagnosi. Poiché l’area da trattare è delicata, meglio dire
PROTEGGERE LA PELLE
chiaramente se il rimedio prescritto provoca un disagio non
superabile:
la cura va seguita scrupolosamente, spesso per periodi lunghi (anche se a intermittenza), se si vuole
avere un risultato. «Poiché la pelle dell’area genitale è sottile, molti rimedi topici (creme, unguenti, gel
e simili) usati per la psoriasi in altre parti del corpo non sono adatti.
Solitamente si usano creme a base di steroidi, che riducono infiammazione e prurito, ma che non
possono essere applicate troppo a lungo perché rischiano di causare altri effetti collaterali.
In alternativa ci sono preparati con la vitamina D e altre cure con azione antinfiammatoria, lenitiva e
assorbente. Le terapie a disposizione sono diverse e efficaci, ma servono costanza e dialogo con il
dermatologo per risolvere il problema. Infine è importante usare biancheria intima non troppo spessa
e di un buon cotone, carta igienica di buona qualità e adottare ogni accorgimento utile per proteggere
la cute il più possibile». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 794
REFLUSSO: BRUCIORE, RIGURGITI E TOSSE.
PERCHÉ COMPARE E COME ALLEVIARLO
In Italia ne soffre il 44% della popolazione. Fra le cause il peso corporeo, lo spostamento
in avanti degli orari dei pasti e il cattivo funzionamento di una valvola nello stomaco
L’aumento del peso corporeo della popolazione e lo spostamento
in avanti degli orari di vita sono i due fattori che hanno
determinato l’aumento dei casi di malattia da reflusso esofageo
nell’ultimo ventennio. Da un lato, infatti, la presenza del grasso
addominale tende a esercitare una pressione sullo stomaco in
direzione dell’esofago, dall’altro l’abitudine di cenare a ridosso
dell’ora di dormire può interferire con il normale processo
digestivo. In entrambi casi, a essere favorita è la risalita verso l’alto del cibo presente nello stomaco e
il conseguente ingresso nell’esofago di succhi gastrici o bile che provocano dolori e bruciori.
QUELLA SENSAZIONE DELLO STOMACO IN FIAMME È questa la manifestazione più
caratteristica della malattia da reflusso esofageo, i cui sintomi arrivano a interessare il 44% della
popolazione italiana. Tuttavia è la frequenza di questi fastidi a determinare la patologia. «Un conto è
accusare un reflusso transitorio dopo una grande abbuffata o uno stato di stress, un altro conto è
soffrire di disturbi più frequentemente, anche con cadenza settimanale o giornaliera. È in quest’ultimo
caso che parliamo di malattia da reflusso esofageo» afferma G. Caletti, dir. dell’Unità Operativa di
Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Università di Bologna presso l’Ospedale di Imola.
LA CAUSA: DIFETTO ANATOMICO OPPURE STILE DI VITA? Eccesso di peso e cattive abitudini di
vita sono soltanto due possibili fattori alla base del disturbo, che può essere ricondotto anche a difetti
funzionali o anatomici della valvola che separa l’esofago dallo stomaco: il cardias. Una larga parte di
casi di reflusso, ad es., è determinata dall’ernia iatale: un disturbo spesso asintomatico con cui convive
circa 1 italiano su 10 e caratterizzato dal «passaggio» di una parte di stomaco all’interno del torace
attraverso un foro del diaframma. Altrimenti, a innescare il reflusso possono essere fattori non legati
all’esofago, come l’intestino pigro, che può determinare nel tempo una pressione aumentata
nell’addome e quindi la possibile risalita dei contenuti gastrici all’interno dell’esofago.
TOSSE E RAUCEDINE TRA I SINTOMI Così come le cause, anche i sintomi possono essere molto
diversi tra loro. «I sintomi si dividono in due tipi: quelli esofagei che determinano i caratteristici dolori
e bruciori gastrici o retrosternali, eruttazioni acide o rigurgiti; e quelli extra-esofagei, rappresentati
da asma, tosse cronica e stizzosa, laringite o raucedine». Proprio a causa di questo ampio spettro di
segnali, non è raro che il primo specialista di riferimento dei pazienti con reflusso esofageo non sia il
gastroenterologo, ma il cardiologo, lo pneumologo o anche l’otorinolaringoiatra.
POCHI ACCORGIMENTI A VOLTE BASTANO PER UN SOLLIEVO A determinare la cura è invece il
tipo di sintomo e la sua gravità . «Nei casi di disturbo lieve si tende a curare il reflusso mettendo a
posto lo stile di vita, ad es. consigliando al paziente di non mangiare troppo di sera e magari fare del
movimento prima di coricarsi, regolarizzare l’intestino, perdere peso, rinunciare al fumo e
all’alcol e ridurre il consumo di alimenti grassi specialmente a cena». «In alternativa si può prescrivere
una terapia farmacologica a base di inibitori della pompa protonica, ideale in questi casi».
IL RICORSO ALLA CHIRURGIA SOLO IN CASI ESTREMI Un trattamento più invasivo per i casi più
difficili è invece rappresentato dalla chirurgia, attraverso cui si mira a ristabilire la corretta funzionalitÃ
del cardias e ad eliminare il disturbo alla radice, anche se raramente si giunge a una soluzione
definitiva attraverso questo percorso. «Ritengo che l’intervento chirurgico trovi indicazione solo in un
ristretto numero di casi, ad es. quando i farmaci inibitori della pompa protonica generano effetti
collaterali oppure quando il disturbo è causa di rigurgiti molto pronunciati». (La Stampa)
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Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del
bando 1635/15 del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso
disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza legale
di primo livello.
Tale iniziativa si inquadra nell’ambito di un processo di sempre maggiore vicinanza che l’Ordine ha
instaurato con i propri iscritti in un momento nel quale i problemi che investono i laureati in farmacia,
nelle sue varie declinazioni, appaiono sempre più attuali.
Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per ogni successivo
Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le
seguenti modalità :
1. Telefonando al numero 081 551 0648
2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
3. Inviare e-mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ORDINE: LO PSICOLOGO IN FARMACIA
Dal 18 al 23 Gennaio riparte la II° settimana del benessere in Farmacia
Tale iniziativa, completamente gratuita sia per i farmacisti che per i cittadini, si articolerà in cinque
settimane durante l’anno, ciascuna dedicata ad un tema pregnante per la salute pubblica.
ORDINE: “UN FARMACO PER TUTTIâ€
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui
confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai
farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi
medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea
da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a
seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in
modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore
per la raccolta dei farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
PAGINA 7
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Anno IV – Numero 794