Anno IV – Numero 796
Martedì 26 Gennaio 2016, S. Tito
AVVISO
Ordine
1. Ordine:
Assistenza
legale gratuita
2. ORDINE: “Un Farmaco
per Tuttiâ€â€
3. Sconfezionamento dei
medicinali
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Diabete, dipende da ciò
che si mangia (e sono a
rischio anche i magri)
Prevenzione e
Salute
5. Quella sensazione di
sentire lo smartphone
vibrare (ma non è vero)
6. Dimmi cosa mangi e ti
dirò come dormi
7. Colazione, prima o
dopo lo sport?
8. Donne, attente alle
patate: aumentano il
rischio
di
diabete
gestazionale
Meteo Napoli
Martedì 26 Gennaio
 Nuvoloso
Minima:10°C
Massima:16°C
Umidità :
Mattina = 80%
Pomeriggio = 76%
Proverbio di oggi………..
Don Giuvanno, 'o tène annanze e 'o va' truvanno
Don Giovanni, ce l' ha davanti e non lo vede
DONNE, ATTENTE ALLE PATATE:
AUMENTANO IL RISCHIO DI
DIABETE GESTAZIONALE
Meglio preferire legumi e cereali integrali
Per evitare il diabete gestazionale si dovrebbe ridurre il consumo di patate
già prima della gravidanza. A suggerirlo sono i risultati di uno studio
pubblicato sul British Medical Journal, secondo cui le donne che prima di
rimanere incinte mangiano molte patate corrono un maggior rischio di
sviluppare questo problema anche se in buono stato di salute e se non hanno
mai avuto a che fare con questa forma di diabete.
I ricercatori sono giunti a questa conclusione analizzando dati sul consumo di
patate da parte di 15 mila donne, dal 1991 fino al 2001. Alle partecipanti è
stato chiesto quanto spesso mangiassero questi tuberi nelle forme più
svariate (dal purè alle patate fritte, passando anche per le patatine
confezionate)â€. Studi di questo tipo non permettono di accertare associazioni
di tipo causa-effetto, ma le informazioni a disposizione hanno acceso i dubbi
dei ricercatori, portandoli a cercare di stimare i benefici di
un'eventuale sostituzione delle patate con altre fonti di carboidrati.
Ne è emerso che sostituire 2 porzioni di patate a settimana con altri vegetali
potrebbe ridurre il rischio di diabete gestazionale del 9%.
Se al posto delle patate si mangiassero dei legumi il rischio potrebbe invece
diminuire del 10%, e se si scegliesse di effettuare la sostituzione con dei
cereali integrali potrebbe essere ridotto ancora di più (-12%).
Solo ulteriori studi permetteranno di verificare se siano davvero le patate ad
aumentare la probabilità di avere a che fare con il diabete gestazionale e se le
sostituzioni proposte dagli esperti siano davvero utili. Ciò che è certo è che
ridurre i rischi deve essere una priorità per le donne che intendono diventare
mamme: un livello eccessivo di zuccheri nel sangue non mette in pericolo
solo la salute della gestante ma anche quella del bambino. ( Sole 24ore)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 796
SCIENZA E SALUTE
DIABETE, DIPENDE DA CIÃ’ CHE SI MANGIA
(E SONO A RISCHIO ANCHE I MAGRI)
Non conta il peso, ma la genetica e lo stile di vita. Un cibo è pro-diabete a prescindere dal
peso di chi lo mangia. La malattia si può prevenire, o guarire, a tavola e con lo sport
Chi pensa di essere al sicuro dal diabete di tipo due
solo perché non ha problemi di peso si sbaglia
:un’alimentazione
scorretta
comporta in chi è magro gli stessi
“sconquassi
metaboliciâ€
che
favoriscono la comparsa della
malattia nelle persone in sovrappeso.
Lo dimostra uno studio danese su coppie di gemelli nelle quali uno aveva chili di troppo o era obeso e
l’altro normopeso: in entrambi i casi la risposta al cibo del fast food è la stessa e predispone al
diabete nel medesimo modo.
Contano l’alimentazione e la genetica
L’esperimento, pubblicato su FASEB Journal, ha coinvolto coppie di gemelli
giovani e sani, identici geneticamente ma diversi per peso corporeo.
Tutti hanno mangiato un pasto da fast food, quindi sono stati sottoposti a
ripetuti prelievi di sangue nelle ore successive, misurando diverse
sostanze coinvolte nella comparsa del diabete (come insulinemia e
glicemia), aminoacidi, acidi grassi e altri metaboliti con un ruolo nella patologia.
«La risposta al pranzo è risultata simile in entrambi, nel gemello magro e in quello grasso.
Il profilo genetico quindi incide più del peso nella risposta metabolica al pasto, così come la
composizione della flora batterica intestinale: abbiamo verificato infatti che specifici gruppi batterici
sono associati a una risposta al cibo più o meno “diabetogenaâ€Â».
Nella probabilità di ammalarsi di diabete conta perciò la predisposizione di ciascuno, ma forse ancor di
più quel che si mangia: un’alimentazione “sbagliata†infatti fa male indipendentemente dal peso,
come ha sottolineato in un editoriale di accompagnamento alla ricerca Gerald Weissmann:
«Quando qualcuno è sovrappeso o a rischio di diabete, il consiglio è sempre quello di perdere i chili di
troppo: questo è vero, ma non basta. I dati di questo studio dimostrano che ciò che mangiamo e
beviamo, e non solo il numero di calorie che introduciamo, incide sulla nostra salute: se un alimento è
“pro-diabete†lo sarà a prescindere dal peso di chi lo mangia».
Cambiare lo stile di vita: Tutto ciò, in fondo, è una buona notizia: significa infatti che seguendo una
dieta sana ed equilibrata è possibile prevenire il diabete. E cambiando lo stile di vita si può anche
sconfiggerlo: «Il diabete è un’emergenza globale, ma può essere prevenuto e fermato con modifiche
delle proprie abitudini.
Quando la malattia è nelle fasi iniziali è infatti possibile tornare a una fase di “pre-diabeteâ€, se si è ad
alto rischio uno stile di vita sano previene il problema. L’attività fisica regolare è alla base dei
comportamenti anti-diabete: oggi la maggioranza delle persone è sedentaria, l’obiettivo è fare almeno
30 minuti di esercizio tutti i giorni camminando, correndo, nuotando o andando in bicicletta, magari
associando queste attività aerobiche alla tonificazione muscolare». Seconda “regolaâ€, mangiare cibi
ricchi di fibre: sono infatti in grado di rallentare digestione e assorbimento di molti cibi.
«Inoltre, le fibre consentono un utilizzo dei carboidrati più prolungato ed efficiente.
Infine, bisogna limitare l’introito di grassi saturi che si trovano in alimenti come carni grasse, dolci,
formaggi. Una dieta sana e ipocalorica può riportare alla norma un diabete in fase iniziale in pochi
giorni». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 796
PREVENZIONE E SALUTE
QUELLA SENSAZIONE DI SENTIRE LO SMARTPHONE
VIBRARE (MA NON È VERO)
Si chiama «sindrome della vibrazione fantasma» e colpisce 9 persone su 10. Non si tratta
di allucinazioni ma di ansia, ipersensibilità e ossessione per il cellulare
Alzi la mano a chi non è mai successo. Sentire vibrare lo
smartphone in tasca, o nella borsa, prenderlo in mano e
scoprire di non aver ricevuto alcuna notifica o sms.
Succede quando siamo in metropolitana, magari in piedi,
un po’ annoiati con il desiderio recondito di comunicare
(via chat) con qualcuno.
Oppure se siamo in riunione, quando c’è sempre la
speranza di interrompere una lunga e noiosa esposizione.
Ecco, sappiate che non siete soli.
Ben 9 persone su 10 hanno a che fare con la cosiddetta
«sindrome della vibrazione fantasma».
Almeno così spiegano i ricercatori del Georgia Institute of Technology che hanno condotto uno studio
su un gruppo di studenti, pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavoiur.
No, non c’è da allarmarsi. Non si tratta di allucinazioni. Non ci sarebbe nulla
NESSUNA
da ricollegare a presunte alterazioni cerebrali indotte dalla tecnologia come
ALLUCINAZIONE
commenta Vincenzo Tullo, neurologo e responsabile dell’ambulatorio delle
cefalee all’ospedale Humanitas di Milano:
«Secondo l’autore dello studio infatti si tratterebbe solo di questione di abitudine. Avere il cellulare in
tasca è come indossare gli occhiali: ci si dimentica di averlo. È come se il dispositivo diventasse parte di
sé e così si è indotti a scambiare qualsiasi vibrazione, per esempio un fruscio, una contrazione
muscolare, un lieve rumore, per un segnale lanciato dal nostro cellulare».
E poi naturalmente entra in gioco la natura ossessiva dell’uomo che ci spinge a controllare spesso lo
smartphone anche quando sappiamo che non ci sono messaggi.
Ma dietro alla «sindrome della vibrazione fantasma» ci sarebbe anche l’ansia come
L’ANSIA
spiega il dottor Tullo:
«Chi sente le vibrazioni anche quando non ci sono è spesso ipersensibile per via di
un’ansia anticipatoriaâ€. Queste persone provano ansia per le tante cose che devono portare a termine
e vivono con esasperazione il loro rapporto con la tecnologia».
Il precedente
Già un’altra ricerca risalente al 2007 si era interessata al fenomeno collegandolo sempre all’ansia. Lo
studio della Alliant International University aveva parlato di «ringxiety», parola composta da «ring»,
squillo e «anxiety» .
La ricerca concluse che quasi 7 persone su 10 avevano sviluppato una sorta di dipendenza dal telefono
e che più la persona utilizzava il telefono, più aveva probabilità di sentirlo suonare anche se muto.
(salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 796
PREVENZIONE E SALUTE
DIMMI COSA MANGI E TI DIRÃ’ COME DORMI
Così l'apporto di fibre, grassi e zuccheri influenza la qualità del sonno
Non è solo una questione di età , né tutta colpa dello stress: dormire
male può dipendere anche da quello che mangiamo.
Lo sostiene un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, nel quale gli autori
dimostrano che una dieta povera di fibre e ricca di grassi saturi e zucchero è associata a un sonno più
leggero, più spesso interrotto e di conseguenza
meno ristoratore.
"La nostra scoperta principale è che la qualità della
dieta influenza la qualità del sonno", spiega
Marie-Pierre St-Onge, autrice principale e
assistente presso il Dipartimento di Medicina e
l'Istituto di Nutrizione Umana presso il Columbia
University Medical Center di New York.
"Il dato più sorprendente è stato che un solo
giorno di maggiore assunzione di grassi e
inferiore consumo di fibre possa aver influenzato
i parametri del sonno".
Lo studio randomizzato ha coinvolto 26 adulti, 13 uomini e 13 donne, di peso normale e con un'etÃ
media di 35 anni.
Durante 5 notti trascorse in un laboratorio del sonno i partecipanti hanno passato 9 ore a letto, dalle
22 alle 7, dormendo in media per 7 ore e 35 minuti per notte.
I dati sul sonno sono stati raccolti grazie alla polisonnografia, cioè l'impiego di più strumenti che
misurano dati fisiologici come respirazione, frequenza cardiaca, movimenti del corpo ecc., per stabilire
se il soggetto sta dormendo.
Il sonno dei partecipanti è stato misurato dopo tre giorni di alimentazione controllata e poi di nuovo la
quinta notte, dopo un giorno di dieta libera ma monitorata.
Gli autori hanno scoperto che la qualità del sonno variava in corrispondenza con la
RISULTATI
dieta.
 Nei giorni in cui i partecipanti avevano consumato pasti bilanciati, forniti da un nutrizionista,
con meno grassi saturi e più proteine rispetto ai pasti autosomministrati, si addormentavano
più rapidamente: ci impiegavano in media 17 minuti contro i 29 necessari a prender sonno dopo
aver consumato cibi e bevande di loro scelta.
Ma non è tutto. I risultati mostrano che
 una maggiore assunzione di fibre garantisce un tempo più lungo trascorso nella fase di sonno
profondo, anche detto sonno a onde lente.
 Al contrario, quando una più alta percentuale di energia arriva dai grassi saturi il sonno a onde
lento dura meno.
 Infine una maggiore assunzione di zucchero è stata associata un maggior numero di risvegli.
"La scoperta che la dieta può influenzare il sonno ha implicazioni enormi per la salute", chiosa
St.Onge, "dato il crescente riconoscimento del ruolo del sonno nello sviluppo di malattie croniche
come l'ipertensione, il diabete e le malattie cardiovascolari". (Salute, Panorama)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 796
PREVENZIONE E SALUTE
COLAZIONE, PRIMA O DOPO LO SPORT?
60% DEGLI ITALIANI MANGIA E POI “SUDAâ€
Prima la colazione, poi lo sport.
Più di 6 italiani su 10 preferiscono mangiare qualcosa al mattino
prima di mettersi in movimento e sudare un po’ mentre una
percentuale molto più contenuta, il 7%, sceglie di fare attività fisica a
digiuno.
Sono i dati della ricerca “Italiani e sport al mattino. Che ruolo per la
colazione?†realizzata dall’Osservatorio Doxa-Aidepi “Io comincio
beneâ€.
Dai dati emerge il quadro di un popolo piuttosto attivo: al mattino 1 italiano su 3 (35%)
fa sport almeno una volta a settimana e 1 su 5 (11 milioni di persone) lo fa quasi tutti i giorni.
Se la metà degli sportivi mattutini mette qualcosa fra i denti prima di fare attività fisica, per il 9% del
campione la colazione è doppia:
colazione-sport-colazione è la routine del mattino. Infine il 30% decide di fare colazione solo dopo e
avere più tempo a disposizione per rigenerarsi.
«Le linee guida indicano di fare attività sportiva dopo aver mangiato;
un’indicazione che vale a maggior ragione per pazienti in particolari
Colazione prima o
condizioni come le persone con diabete», risponde la prof.ssa Daniela
dopo lo sport?
Lucini, resp. della Medicina dell’Esercizio dell’osp. Humanitas.
Perché è importante fare sport dopo la colazione?
«Per fare attività fisica ha bisogno, oltre che di ossigeno, anche di glucosio circolante. Ebbene
la colazione serve proprio a fornire questa fonte di energia pronta. Se poi facciamo tanta attività ,
allora possiamo anche mobilizzare le riserve di grassi per produrre energia.
Fare colazione serve per non andare incontro a problemi di ipoglicemia, attenzione però che dipende
anche da cosa e quanto si mangia! Una colazione ricca, specie di grassi non va bene», risponde la
specialista.
Ma con cosa fanno colazione gli amanti del fitness? Per l’86% il menù è sempre lo stesso, sport o
non sport, dice la ricerca: biscotti, fette biscottate (con marmellata o crema spalmabile al cacao),
cereali, cornetto, frutta, con una tazza di caffè, latte o cappuccino.
«Per la colazione va bene un frutto, come una banana o
una mela, un paio di fette biscottate, qualche biscotto
Cosa può, o meglio dovrebbe,
mangiare chi fa sport al mattino?
secco, uno yogurt ma anche una tazza di latte.
L’importante – conclude la professoressa – è l’equilibrio:
non appesantirsi ad es. con una colazione all’inglese.
Infine, ricordarsi di bere, di mangiare qualcosa in più se l’attività è molto intensa e di fare anche una
seconda colazione se l’attività svolta è veramente tanta.
Per chi fa sport agonistico, o comunque alte dosi di esercizio, le regole alimentari possono essere un
po’ diverse». (Salute, Humanitas)
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Anno IV – Numero 796
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15
del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli
iscritti un servizio di assistenza legale di primo livello. Tale iniziativa si inquadra nell’ambito di un
processo di sempre maggiore vicinanza che l’Ordine ha instaurato con i propri iscritti in un momento
nel quale i problemi che investono i laureati in farmacia, nelle sue varie declinazioni, appaiono sempre
più attuali. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per ogni
successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30. A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso
la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti modalità :
1. Telefonando al numero 081 551 0648
2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
3. Inviare e-mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ORDINE: SCONFEZIONAMENTO DEI MEDICINALI
il Consiglio di Stato si è pronunciato favorevolmente sulla possibilità di
sconfezionare medicinali di origine industriale per utilizzarli nell’allestimento di
preparati magistrali.
Nel dettaglio si afferma che il farmacista, a fronte di una prescrizione medica, deve approvvigionarsi
della materia prima, tuttavia qualora questa fosse irreperibile, ma fosse contenuta in un medicinale
industriale, il farmacista non può fare altro che utilizzare quest’ultimo, non essendovi altro modo per
garantire al paziente il medicinale necessario. Si ribadisce che la pratica dello sconfezionamento deve
mantenere lo status di eccezionalità , quindi essere presa in considerazione quando non siano
disponibili in commercio idonee formulazioni, o il principio attivo non sia reperibile o non lo sia presso
gli abituali fornitori in tempi compatibili con l’urgenza della spedizione della ricetta e, infine qualora
motivi tecnici consiglino di utilizzare il medicinale industriale (ad es. preparati sterili) per ovvi motivi di
sicurezza e qualità .
ORDINE: “UN FARMACO PER TUTTIâ€
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni
siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come
presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non
ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di
cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di
cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le
informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
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