Anno I – Numero 13 Mercoledì 19 Settembre 2012, S. Gennaro Vescovo CURIOSITA’ E SALUTE Notizie in Rilievo Le Bevande ENERGIZZANTI sono EFFICACI? • Curiosità e Salute 1. Le bevande energizzanti sono efficaci? • Scienza e Salute 2. Una terapia innovativa riduce i rischi post angioplastica coronarica • L’angolo dello Specialista 3. Frutta, verdura e cereali: ogni giorno combattono il cancro al colon • Alimentazione Ricerca 4. Il potere del cacao: in giuste dosi aiuta il cervello a non invecchiare • Forma e Bellezza 5. Calvi per colpa di una proteina • Castronerie Efficaci sì, pericolose anche. Le bevande energizzanti (energy drink), addizionate di taurina e caffeina (tipo Red Bull, Atomic, Dynamite), vanno infatti consumate con moderazione. Ci sono ragazzi che ne bevono anche 5-6 lattine al giorno, un vero e proprio abuso che può causare difficoltà a stare fermi e in piedi, perdita di coscienza, visione offuscata, nausea e vertigini, oltre ad aumento del battito cardiaco e insonnia. Se poi gli energy drink si assumono assieme agli alcolici, la disinibizione che ne consegue può indurre anche a mettere a repentaglio la propria sicurezza personale. E le bibite per lo sport? Non hanno niente a che vedere con gli energy drink, invece, le bevande tipo Gatorade (sport drink). In questo caso non si tratta di drink energizzanti, bensì di mix di acqua, zuccheri e sali minerali che reidratano l’organismo durante e dopo uno sforzo intenso con conseguente “sudata”. Un allenamento intenso, infatti, può portare anche a perdere 2-3 litri di liquidi e molti sali. Gli sport drink vanno consumati prima, durante e dopo l’attività, dando la preferenza alle bevande ipotoniche (a bassa concentrazione di sostanze disciolte). La maggioranza degli esperti suggerisce di bere prima ancora di sentire la sensazione della sete. Ma anche bere troppo può essere insalubre. Uno studio pubblicato qualche anno fa su New England Journal of Medicine sosteneva che i maratoneti che bevono troppa acqua durante una corsa corrono il rischio di sviluppare una iponatremia, una condizione caratterizzata dalla carenza di sodio nell’organismo che può causare apatia, disorientamento, convulsioni e crisi respiratorie (Fonte: Focus) PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 13 SCIENZA E SALUTE UNA TERAPIA INNOVATIVA RIDUCE I RISCHI POST ANGIOPLASTICA CORONARICA Seicento pazienti arruolati, 5 anni di ricerca, risultati significativi sulla riduzione delle complicanze dell'infarto del miocardio trattato con angioplastica coronarica e, conseguente, riduzione della mortalita' per questa patologia. Sono i numeri di uno studio condotto da un pool di medici della Cardiologia dell'ospedale Misericordia di Grosseto. Risultati: riduzione del 50 % del rischio di trombosi del ventricolo sinistro (che a sua volta puo' causare l'ictus), grazie all'angioplastica primaria associata ad una doppia terapia antiaggregante, nei pazienti colpiti da infarto acuto del miocardio. In letteratura questa temibile complicanza raggiunge una percentuale che oscilla tra il 5 e l'8%. Nei 600 pazienti arruolati per lo studio, dopo somministrazione di una doppia terapia con antiaggregante, dopo essere stati trattati con angioplastica coronarica, la percentuale scende al 2 %. Riducendo questa complicanza, si riducono di conseguenza anche altri rischi ad essa legati, come l'ictus. Per i pazienti colpiti da infarto, ciò si traduce in una maggiore percentuale di sopravvivenza e in un significativo abbattimento del rischio di patologie, i cui esiti possono essere invalidanti e ad alto impatto rispetto alla qualità della vita''. (Fonte: Sn) L’ANGOLO DELLO SPECIALISTA FRUTTA, VERDURA E CEREALI: OGNI GIORNO COMBATTONO IL CANCRO AL COLON Frutta, verdura e cereali integrali aiutano a prevenire il rischio di sviluppare il cancro al colon retto. A fare la differenza sono le fibre in essi contenuti: a sostenerlo è uno studio, pubbl. sul British Medical Journal, secondo cui l'aggiunta di tre porzioni (90 g al giorno) di cereali integrali alla dieta quotidiana è legata a una riduzione del 20% del rischio di sviluppare il cancro al colon retto. Risultati: Lo studio condotto dai ricercatori dell'Imperial College di Londra, ha incrociato i dati di 25 studi condotti sull'argomento, per un totale di quasi due milioni di persone esaminate. Dalla ricerca è emerso che ogni 10 grammi di fibre assunte in più al giorno sarebbero in grado di diminuire del 10% il rischio di sviluppare questo tipo di cancro: «Più fibre si mangiano, meglio è. Bastano anche quantità moderate per ottenere degli effetti». Gli studiosi hanno rilevato che contro il cancro al colon retto un importante ruolo è ricoperto, ferma restando l'importanza delle fibre in generale, dalle fibre dei cereali e dei cereali integrali. Ulteriori studi sono necessari per comprendere in modo più dettagliato quali fibre e in che quantità vadano consumate per prevenire determinate patologie. (Fonte: Sole 24) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 13 ALIMENTAZIONE – RICERCA IL POTERE DEL CACAO: IN GIUSTE DOSI AIUTA IL CERVELLO A NON INVECCHIARE Secondo lo studio di un'équipe abruzzese, assumere flavanoli (composti naturali) in determinate quantità e nell'ambito di una dieta controllata potenzia le performance mentali degli anziani. Una scoperta che potrebbe aprire importanti orizzonti nella lotta contro l'Alzheimer Il cacao contrasta l'invecchiamento delle cellule cerebrali. Sarebbe questa l'ultima straordinaria capacità attribuita ai semi della pianta proveniente dell'America meridionale. E così oltre ad avere notoriamente un potere antiossidante tra i più elevati in assoluto, ad essere indicato per il suo alto valore energetico e, secondo alcuni studi, anche per le sue virtù antidepressive, il Theobroma cacao, questo il nome della pianta, aiuterebbe a migliorare le capacità cognitive e a tenere giovane il cervello. La scoperta, che potrebbe aprire nuovi orizzonti nella lotta contro l'Alzheimer, è stata fatta all'osp. di Avezzano e all'Univ. dell'Aquila. Studio: ha dimostrato che l'assunzione di flavanoli (composti naturali) del cacao, presi con determinati dosaggi e nell'ambito di una dieta controllata, potenzia le performance mentali degli anziani. L'équipe abruzzese ha "osservato" 90 anziani affetti da declino cognitivo lieve, reclutati tra gli utenti dell'Unità Valutativa Alzheimer. Suddivisi in modo casuale in 3 gruppi, gli anziani hanno ricevuto ogni giorno, per 8 settimane, dosi diverse di bevanda con flavonoli del cacao: 990 milligrammi (dose alta), 520 mg (media) o 45 mg (bassa). Le capacità cognitive del cervello sono state valutate attraverso test neuropsicologici che esplorano le funzioni esecutive, la memoria a breve termine, la rapidità di pensiero e la capacità cognitiva complessiva. Risultati: hanno dimostrano che chi assumeva dosi medio-alte di flavanoli del cacao mostrava performance migliori rispetto a chi ne consumava meno. Nel gruppo di anziani, selezionati per la ricerca è stata inoltre rilevata una riduzione della pressione sanguigna, dello stress ossidativo e dell'insulino-resistenza. Proprio da quest'ultimo aspetto, secondo i ricercatori, dipende il miglioramento, nella misura del 40%, delle funzioni cognitive. "L'effetto positivo sembra essere mediato principalmente da un miglioramento della sensibilità all'insulina", dice Desideri, "l'ormone che gioca un ruolo fondamentale nel tenere sotto controllo la glicemia. Resta ora da capire se questi benefici sul profilo cognitivo siano una conseguenza diretta del consumo di flavonoli del cacao oppure un effetto secondario al miglioramento della funzione cardiovascolare". "Dopo questi primi, importanti risultati" conclude il ricercatore "ora servono studi più ampi che aiutino anche a comprendere la durata degli effetti positivi e i livelli di flavanoli del cacao che possano essere necessari nel lungo termine per mantenere o migliorare lo stato di salute del cervello". (Fonte: Salute-Rep.) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 13 FORMA E BELLEZZA Calvi per colpa di una proteina Inibisce la crescita dei capelli La ricerca pubblicata su Science Translational Medicine. La scoperta potrebbe portare a nuovi trattamenti per la causa più comune della perdita di chioma. Il problema colpisce 11 milioni di persone in Italia I capelli che si diradano e la paura di perderne sempre di più. Secondo un gruppo di ricercatori statunitensi sarebbe colpa di una proteina. La scoperta potrebbe portare a nuovi trattamenti per rallentare la causa più comune di calvizie, un problema che affligge circa 11 milioni di persone in Italia. 1 Studio: L'équipe dell'università della Pennsylvania ha trovato livelli anomali di una proteina, chiamata prostaglandina D2 (Pgd2), nel cuoio capelluto di uomini con alopecia androgenetica. La molecola è presente nelle aree colpite da calvizie tre volte di più rispetto a quelle ancora popolate da capelli. Sia negli esseri umani, sia in modelli animali utilizzati per fare dei test di controllo, la proteina blocca la crescita dei capelli. E lo fa attraverso un recettore che potrebbe essere un bersaglio terapeutico promettente per rallentare e forse arrestare il problema negli uomini, ma anche nelle donne alle prese con chiome che cadono o si diradano. I ricercatori hanno preso in esame un campione di uomini colpiti da calvizie e hanno confrontato le aree prive di capelli con quelle ancora coperte da capigliatura, mettendo in evidenza l'eccesso della proteina. Si stanno ora testando farmaci già in uso per altre indicazioni (un anti asmatico) che potrebbero essere sperimentati anche contro la calvizie. "La prostaglandina era conosciuta per avere un ruolo nella crescita dei capelli, ma i risultati che abbiamo ottenuto sono sorprendenti: non si era mai pensato che queste molecole avessero una parte anche nella perdita dei capelli", afferma G. Cotsarelis, dermatologo. La calvizie colpisce nella maggior parte dei casi gli uomini, rispetto alle donne. In genere il diradamento dei capelli incomincia tra i 15 e i 40 anni. Il gruppo di Cotsarelis, tra le sue scoperte ha trovato una molecola colpevole del blocco della crescita dei capelli. Disattivandola con farmaci ad hoc, spiega, la ricrescita potrebbe ripartire 'spontaneamente'. Una notizia positiva per chi ha provato di tutto per fermare la caduta di capelli, anche se per ora si tratta ancora di una cura sperimentale. (Fonte: Sanità-Rep.) CASTRONERIE IN FARMACIA Dottore, le compresse che mi avete dato ieri…...non friggono!!! (Voleva dire che non erano effervescenti!)