Anno II – Numero 141 AVVISO 1. Concorso straordinario: Umbria. Notizie in Rilievo Alimenti e Salute 2. Pompelmo triplica effetti dei farmaci anticancro 3. Andare a scuola a piedi previene la trombosi Scienza e Salute 4. Tampone vaginale: come si esegue e a cosa serve; 5. In cucina attenti a Plastica e &Co: sostanze nocive sempre in agguato Farmaci e Salute 6. Maggior rischio cistifellea per le donne che assumono estrogeni 7. Chemioterapia target anche per contrastare il cancro del pancreas Giovedì 21 Marzo 2014, S. Benedetto CONCORSO STRAORDINARIO FARMACIE. IL BANDO DELL'UMBRIA La data di scadenza per la presentazione delle domande, è stata stabilita per il 18 aprile 2013, ore 18.00. Le sedi a concorso sono 39. BENVENUTA PRIMAVERA….anche se...NON ci sono più PROFUMI (e API) di UNA VOLTA La primavera è sempre meno "odorosa"? Colpa dell'inquinamento! Dai gas di scarico alle emissioni industriali, le attività dell'uomo stanno divorando gli odori della natura. E i primi a pagarne le conseguenze sono gli insetti come le api, che abbandonano gli alveari alla ricerca di profumi che non esistono più. Se siete tra quelli che si lamentano che le zucchine di oggi non hanno sapore, sappiate che nemmeno i fiori se la cavano bene. Perché a quanto pare i fiori stanno progressivamente perdendo il loro profumo, inglobato, o addirittura annullato, dai gas prodotti dall'inquinamento. La scoperta viene da una ricerca dell'Univ. della Virginia (Usa), che ha studiato il movimento delle molecole odorose. «Quelle prodotte dai fiori in ambienti poco inquinati»; «riescono a percorrere fino a 1.000/1.200 metri. Oggi, nei luoghi più inquinati, percorrono solamente 200 o 300 metri.» L'inquinamento, e in particolare le molecole prodotte dai gas di scarico delle autovetture, "catturano" i profumi emessi da petali e boccioli, distruggendoli. L'ODORE DELLA PRIMAVERA: la conseguenza, purtroppo, non è solamente una primavera meno odorosa, perché il profumo dei fiori serve agli insetti sia per l'impollinazione sia per orientarsi alla ricerca di nutrimento, e senza di esso sono spinti a spostamenti eccessivamente lunghi. La scoperta potrebbe spiegare, per es., il fenomeno noto come colony collapse disorder, un vero e proprio "collasso" nel n. di esemplari nelle colonie di api registrato soprattutto in Nord America, dove, gli apicoltori hanno rilevato la misteriosa sparizione in massa degli insetti, tra il 50 e il 90% della popolazione degli alveari. Erano forse in fuga alla ricerca di luoghi più profumati...(Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 141 ALIMENTI E SALUTE POMPELMO TRIPLICA EFFETTI DEI FARMACI ANTICANCRO La combinazione del frutto con i medicinali potrebbe contribuire a ridurre il dosaggio consigliato Bere un succo di pompelmo al giorno potrebbe triplicare gli effetti di una dose di farmaco anticancro. La combinazione dei medicinali e del succo di pompelmo potrebbe contribuire, inoltre, a ridurre gli effetti collaterali associati alle alte dosi dei farmaci e ridurre notevolmente i costi. La ricerca pubb. sulla rivista Clinical Cancer Research, indaga gli effetti combinati di cibo e farmaci anticancro. Effetti triplicati: gli scienziati hanno scoperto che il succo incrementa del 350% gli effetti del sirolimus, un farmaco approvato per i pazienti trapiantati ma che potrebbe aiutare anche le persone che soffrono di cancro. Un altro farmaco, il ketoconazolo, aumenta del 500% gli effetti del sirolimus. Ezra Cohen, autore dello studio spiega: “Il succo di pompelmo aumenta notevolmente i livelli nel sangue di questi farmaci. Una somministrazione controllata del succo di pompelmo potrebbe incrementare l'efficacia e la disponibilità di farmaci come il sirolimus”. Sovradosaggio: Naturalmente, per evitare di incorrere nei problemi tipici del sovradosaggio dei farmaci, si potrebbe mettere a punto una terapia combinata che, includendo il succo di pompelmo, consenta di assumere un terzo della quantità di farmaco raccomandata. Sempre sconsigliato il fai da te: occorre che tali risultati siano supportati da ulteriori test prima che l'uso del succo di pompelmo in combinazione con i farmaci anticancro venga validato dalla comunità medica oltre che dalle normative farmaceutiche dei singoli Stati. (Fonte: salute Tgcom) ANDARE A SCUOLA A PIEDI PREVIENE LA TROMBOSI L'attività fisica migliora il metabolismo e aiuta a evitare di incorrere in gravi patologie La prevenzione si fa a piccoli passi. Così, per evitare di sviluppare la trombosi da adulti, bisognerebbe cominciare a fare prevenzione da bambini anche solo andando a scuola a piedi. Lo ricorda M. Moia, segretario scientifico dell'Associazione lotta alla trombosi (Alt). Prima causa di morte nei Paesi industrializzati - Problemi da non prendere sottogamba vista l'incidenza del fenomeno. Moia ha aggiunto: "Le malattie cardiovascolari da trombosi, come infarto, ictus, embolia e trombosi, sono l'epidemia dei nostri giorni e ogni anno in Italia colpiscono 600 mila persone. Sono la prima causa di morte nei paesi industrializzati. Per questo è bene prevenirle fin dall'infanzia, con alimentazione sana e attività fisica". Una tattica vincente - Moia ha proseguito: "L'attività fisica e sportiva sono fondamentali per ridurre il rischio cardiovascolare, e insieme all'eliminazione del fumo e il controllo del peso sono la strategia vincente contro quest'epidemia che ci colpirà nei prossimi vent'anni". Si inizia da bambini -Iniziare a muoversi fin da piccoli è fondamentale, e basta poco. "Per es. andare a scuola camminando riduce il peso corporeo e migliora la situazione metabolica. Inoltre andrebbero aumentate le ore scolastiche di attività fisica. Ogni bambino dovrebbe fare almeno un'ora al giorno di esercizio fisico, anche solo correndo in cortile. Senza una strategia di prevenzione la spesa per la presa in carico di queste malattie diventerà insostenibile per il SSN e a pagarne il prezzo saranno le fasce più povere della popolazione". (Fonte: salute Tgcom) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 141 SCIENZA E SALUTE Tampone vaginale: come si esegue e a cosa serve Il tampone vaginale è una semplicissima operazione che si effettua durante la visita ginecologica e che serve per appurare se la paziente abbia contratto una infezione – fungina o batterica, ad es. agli organi genitali. Si tratta di una procedura rapida e assolutamente indolore, che si rende necessaria qualora la donna abbia dei sintomi che possono far sospettare una vaginite. Perdite più abbondanti del solito, magari maleodoranti, dolore durante i rapporti sessuali, prurito e senso di pesantezza al basso ventre sono tipici di un problema a livello vaginale, ma non sempre le patologie infettive agli organi riproduttivi danno dei segnali riconoscibili. Talvolta sono asintomatiche, ma non per questo prive di conseguenze per la salute femminile. Per questo motivo tutte le donne in età fertile che hanno una vita sessuale attiva, devono, periodicamente, sottoporsi al tampone vaginale o cervicale dal proprio ginecologo proprio per scoprire la eventuale presenza di microrganismi infettivi nei propri organi riproduttivi. Vediamo come si effettua il tampone vaginale. Come si effettua: Il tampone vaginale si effettua dal ginecologo, sdraiate sull’apposito lettino con le gambe divaricate. Il medico inserirà in vagina un cotton fioc alla profondità di circa 5 cm, facendolo ruotare delicatamente in modo da raccogliere le secrezioni da analizzare. Qualora il medico voglia anche effettuare un tampone cervicale (necessario per individuare una infezione da Clamidia o Micoplasma), userà lo speculum, uno strumento usato anche in caso di Pap-test, che serve a dilatare le pareti della vagina per prelevare le secrezioni prodotte a livello di cervice. Successivamente il materiale viene subito analizzato al microscopio con dei reagenti. Per effettuare il tampone vaginale la donna dovrà seguire qualche semplice regola per non compromettere o rendere inutile il test. Intanto, segnare l’esame in una data lontana almeno di qualche giorno dalle mestruazioni, astenersi dai rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti, astenersi da bagni e igiene intima il giorno della visita e sospendere tutte le eventuali cure locali (con ovuli, creme eccetera). A cosa serve: il tampone vaginale è un metodo di indagine che ci consente di stabilire se a carico degli organi riproduttori femminili si annidi un’infezione batterica e se la risposta è positiva, che tipo di famiglia è implicata nella malattia. Tale procedura evita di “sparare” nel mucchio utilizzando antibiotici diversi senza conoscere se nella sede dell’infezione vi sia o meno presenza di quell’agente sensibile all’antibiotico stesso. Ma non è finita qui, il passo successivo è rappresentato dall’antibiogramma, una metodica questa utilizzata per stabilire la carica e la natura dell’infezione in modo da stabilire quale molecola farmacologica sia più adatta a curare l’infezione. Nel caso di una contaminazione batterica, ad es. se il tampone vaginale segnali la presenza di Escherichia coli o Trichonomas, oppure della temibile Clamidia che può anche portare ad una ostruzione delle tube e conseguente infertilità, il farmaco giusto sarà un antibiotico, mentre se parliamo di funghi, come la Candida, allora si somministrerà una cura antimicotica. Naturalmente il tampone vaginale, qualora negativo, indicherà assenza di infezioni a livello genitale. PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 141 Tampone vaginale in gravidanza: Durante la gravidanza il ginecologo effettuerà un tampone vaginale e rettale sulla gestante. Per quale motivo? E’ molto semplice: scoprendo una eventuale infezione da germi precocemente, si potranno evitare problemi successivi sia alla mamma che al bambino. Il tampone si effettua una prima volta a inizio gravidanza, e in caso di positività la futura mamma dovrà sottoporsi alla cura del caso a base di antibiotici o antimicotici. Un secondo esame si effettua tra la 35ma e la 37ma settimana di gestazione. In questo caso il tampone vaginale si rende necessario per scoprire la presenza dello streptococco beta-emolitico, un microrganismo che non dà sintomi, ma che potrebbe infettare il neonato durante il parto. Il tampone vaginale e il tampone rettale, uniti ad una orino-coltura, permettono di scongiurare questa eventualità consentendo di seguire una specifica profilassi durante il parto qualora i test siano positivi. (Fonte: Salute, Pour Femme) FARMACI E SALUTE MAGGIOR RISCHIO CISTIFELLEA PER LE DONNE CHE ASSUMONO ESTROGENI Uno nuovo studio francese, pubblicato sul Canadian Medical Association Journal, dimostra che la terapia estrogenica orale per le donne in menopausa e' associabile a un aumentato rischio di subire un intervento chirurgico alla cistifellea. La colelitiasi. o calcolosi biliare, e' molto comune nei paesi sviluppati e le donne sopra i 50 anni d'eta' sono piu' a rischio. Altri fattori associati sono l'obesita', il diabete, il colesterolo alto, la cattiva alimentazione e l'aver dato alla luce due o piu' figli. La ricerca, condotta da A. Racine dell'Institut national de la sante' et de la recherche medicale, ha dimostrato che la terapia ormonale orale aumenta il rischio di intervento chirurgico alla cistifellea (colecistectomia) a causa dell'insorgenza di calcoli biliari. L'indagine ha coinvolto 70.928 donne in menopausa dal 1992 al 2008. "In questo ampio studio prospettico abbiamo rilevato che il rischio di colecistectomia aumenta tra le donne esposte agli estrogeni assunti per via orale per la terapia ormonale in menopausa, in particolare a regimi orali senza progestinico. Altre tipologie di terapie ormonali in menopausa, come quelle effettuate attraverso cerotti o gel, non sono state associate ad un aumentato rischio di colecistectomia. La colelitiasi - ha concluso dovrebbe essere aggiunta alla lista dei potenziali eventi avversi da considerare nel bilanciamento dei benefici e dei rischi associati alla terapia ormonale in menopausa. (Fonte: Sn) "CHEMIOTERAPIA TARGET" ANCHE PER CONTRASTARE IL CANCRO DEL PANCREAS E' la 'chemioterapia target' la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Nanoparticelle che funzionano come una sorta di droni, in grado di attraversare la massa densa che circonda il tumore e di trasportare il farmaco in maniera selettiva solo nelle cellule malate, in concentrazioni maggiori e senza danneggiare i tessuti sani. Uno di questi farmaci, il Paclitaxel, già utilizzato con successo nel tumore del seno, presto potrà essere utilizzato anche per il tumore del pancreas che non registra ancora terapie efficaci. Una strada rivoluzionaria che ripercorre quella della terapia personalizzata resa possibile dalla nanomedicina. "Le nanotecnologie modificano i principi della lotta al cancro ed aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione della terapia, sono il futuro. (Fonte: Sn) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 141 IN CUCINA ATTENTI A PLASTICA&CO SOSTANZE NOCIVE SEMPRE IN AGGUATO Il cibo può essere contaminato dai metalli pesanti delle pentole o dalle resine dei contenitori sottoposti a forti temperature. Le stoviglie importate dalla Cina spesso non rispettano le normative. Evitare i prodotti con prezzi assai economici, eliminare le padelle graffiate. La scritta "BPA free" apposta da molti produttori di contenitori e plastiche alimentari potrebbe non essere più una garanzia di sicurezza. Anche il nuovo plastificante utilizzato per piatti, contenitori e biberon, infatti, sembra essere dannoso. Si tratta del bisfenolo S (BPS) che ha sostituito il bisfenolo A (BPA) ormai messo al bando per i suoi effetti tossici sulla salute. Un recente studio pubb. su Environmental Health Perspectives, ha dimostrato che proprio come il BPA, il bisfenolo S persino a dosi bassissime interferirebbe con la risposta delle cellule agli estrogeni, modificando i processi di crescita e morte delle cellule e la stessa produzione ormonale. INTERATTIVO: un altro recente studio ha, invece, evidenziato che mangiare zuppe e minestre in piatti di plastica melaminica può aumentare il rischio di calcoli renali. "Già nel 2010 l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha abbassato il limite di migrazione della melamina da 30 mg/Kg di alimento a 2.5 mg - spiega M. Milana, dell'ISS - un limite al quale tutti i produttori europei devono attenersi e che pone questi prodotti sotto il mirino proprio perché si è visto che possono rilasciare sia melamina che formaldeide". Un provvedimento scattato anche a seguito del caso del latte in polvere e dei suoi derivati provenienti dalla Cina e contaminati da melamina. E anche nel caso delle stoviglie in plastica il rischio arriva sempre da Cina e Hong Kong i cui prodotti, non soggetti ai limiti europei, arrivano talvolta anche in Italia. In base ai dati del Sistema di allerta rapido europeo sulla sicurezza alimentare gli articoli da cucina provenienti dalla Cina costituiscono circa il 70% del totale dei ritiri e delle notifiche in Europa. E l'Italia è fortemente interessata al fenomeno. Le cause più frequenti dei ritiri sono due: l'eccessivo rilascio di metalli pesanti (cromo, nichel, manganese, presenti nell'acciaio inossidabile e in altri metalli usati per le pentole) la "migrazione globale", cioè un parametro che misura in modo aspecifico ciò che viene ceduto all'alimento e che spesso ha valori molto superiori ai limiti consentiti. "Per precauzione - raccomanda Milana - sarebbe bene acquistare tutti i prodotti destinati a venire in contatto con il cibo in negozi di marca e diffidare dei prezzi troppo bassi". Un'importante precauzione riguarda l'uso di queste stoviglie. "Non bisogna mettere in queste ciotole zuppe o altri cibi caldi e neppure usarli nel microonde specie se si usano alimenti acidi come la salsa di pomodoro. Queste precauzioni sono ancora più importanti se le stoviglie sono quelle usate dai bambini che hanno un peso corporeo inferiore e in caso di rilascio di sostanze tossiche corrono un rischio superiore". Cautela anche se si scelgono stoviglie realizzate con le plastiche ecologiche: "Quelle biodegradabili sono plastiche più sottili e possono risentire più di quelle tradizionali della temperatura, della luce, dell'ossigeno" precisa l'esperta dell'ISS. L'attenzione deve essere alta anche con le padelle antiaderenti che hanno il fondo rivestito con più strati di ceramica. In questo caso, ci potrebbe essere una eventuale migrazione di piombo e cadmio, metalli che si trovano negli smalti utilizzati per la colorazione. Dopo la smaltatura gli oggetti subiscono una cottura per fissare i componenti. Se questa operazione non viene eseguita correttamente, gli oggetti possono cedere sostanze indesiderate agli alimenti. "Tutte le stoviglie, di qualunque materiale siano vanno eliminate non appena il fondo si graffia perché il rischio che rilascino sostanze tossiche aumenta ".(Fonte: I. D'aria, Salute Rep.)