Anno II – Numero 146 AVVISO 1. I farmacisti napoletani incontrano i farmacisti Europei: Praga Notizie in Rilievo Farmaci e Salute 2. Iperplasia prostatica benigna. Confermati i buoni risultati per la combinazione Tadalafil/Finasteride. Prevenzione e Salute 3. Carie, uno spray al bicarbonato ci salverà? Scienza e Salute 4. Uno studio accusa le bibite zuccherate: ogni anno 180 mila morti nel mondo Alimenti e Salute 5. Abbuffate pasquali, rischi acne e cellulite • Curiosità 6. Si può allattare con il seno rifatto? Giovedì 28 Marzo 2013, S. Sisto SI PUÒ ALLATTARE CON IL SENO RIFATTO? Dipende. Se il seno è stato “aumentato” sì: l’intervento di mastoplastica additiva (che permette di correggere la forma e di aumentare il volume delle mammelle) consiste infatti nell’inserimento di una protesi (un “sacchetto” di silicone di volume variabile tra i 120 e i 450 centimetri cubici) in una “tasca” creata dal chirurgo dietro il muscolo pettorale, oppure tra la ghiandola mammaria e il muscolo. La ghiandola, l’areola (che sta attorno al capezzolo) e il capezzolo stesso non vengono coinvolti dall’intervento e continuano a funzionare. MA SE SI RIDUCE... Diverso è il caso della mastoplastica riduttiva, praticata per ridimensionare mammelle troppo grandi: alcuni tipi di intervento richiedono lo spostamento di capezzolo e areola, che vengono rimossi e poi reimpiantati. In questi casi (pochi rispetto agli interventi riduttivi), la perdita della sensibilità e della funzione nutritiva del capezzolo è totale. E A LETTO CAMBIA QUALCOSA? il seno rifatto pare che sia anche l’anticamera del tradimento. Secondo un’indagine realizzata da Giulio Basoccu, chirurgo estetico e docente dell’Univ. “La Sapienza” di Roma, il rischio di tradimento cresce dopo un intervento di questo genere. Basoccu ha intervistato un campione di 300 donne sposate o fidanzate (tra i 25 e i 40 anni) che negli ultimi 5 anni sono andate sotto i ferri per aumentare il seno. Ebbene, il 35% delle donne che hanno risposto alle domande, sono e si sentono sessualmente più reattive dopo una mastoplastica additiva. I farmacisti Napoletani incontrano i Farmacisti Europei: PRAGA SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 146 FARMACI E SALUTE IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA. Confermati i buoni risultati per la combinazione TADALAFIL/FINASTERIDE I dati presentati al congresso EAU (European Association of Urology): una terapia combinata è più efficace rispetto al solo finastaride più placebo contro i sintomi urinari. Come difficoltà ad urinare, aumento nella frequenza, bisogno di urinare spesso la notte, incompleto svuotamento della vescica. Sei mesi di terapia combinata di TADALAFIL (PDE-5, 5 mg) e FINASTERIDE (classe di farmaci 5ARI) apportano un forte miglioramento per i sintomi urinari rispetto alla terapia con finasteride e placebo. Il risultato è visibile a partire dalla quarta settimana e per tutte le 26 settimane di terapia, senza riportare differenze nel livello di soddisfazione rispetto al dosaggio e agli effetti collaterali. CIRCA TRE MILIONI E MEZZO DI MASCHI ITALIANI DI MEZZA ETÀ (i fastidi crescono con l’aumentare dell’età) sono afflitti dai sintomi del basso tratto urinario (LUTS – lower urinary tract symptoms) ossia difficoltà ad urinare, aumento nella frequenza, bisogno di urinare spesso la notte, incompleto svuotamento della vescica. Con la stessa incidenza, i disturbi di questo tipo sono associati a un’altra condizione patologica, ovvero la disfunzione erettile. L’origine dei due disturbi, infatti, si può ricondurre alla stessa fisiopatologia: si riduce la funzione muscolare che fa arrivare il sangue al pene e favorisce l’eliminazione dell’urina. Si deteriorano i “cavi” del sistema nervoso che trasmettono i messaggi e le vie si fanno sempre più tortuose. Peggiora la circolazione del sangue nella parte bassa dell’addome. Nasce dalla miscela di questi tre fattori un doppio problema comune a 3 milioni e mezzo di baby-boomers italiani: disfunzione erettile e sintomi urinari. GLI INIBITORI DELLA ALFA REDUCTASE (5ARI) sono comunemente utilizzati per trattare i sintomi del basso tratto urinario (LUTS) legati all’iperplasia prostatica benigna (BPH) in pazienti con prostata aumentata di volume, ma questa classe di farmaci può, a volte, causare effetti collaterali sulla sfera sessuale del paziente. Lo studio presentato da Lilly ha valutato per la prima volta l’efficacia della terapia con 5ARI in associazione a tadalafil (classe dei PDE-5) per trattare i sintomi urinari legati all’iperplasia prostatica benigna. I pazienti trattati con la terapia combinata finasteride e tadalfil 5 mg hanno mostrato un significativo miglioramento rispetto alla terapia con finasteride più placebo. “Questo studio apre nuovi scenari di terapia per i pazienti che soffrono di sintomi urinari dovuti all’ingrossamento della prostata. In questa classe di pazienti, la terapia con tadalafil 5 mg potrebbe apportare un significativo miglioramento terapeutico”, ha spiegato L. Da Pozzo, Primario di Urologia Osp. Riuniti di Bergamo. QUESTO NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO RAPPRESENTEREBBE UN ULTERIORE PASSO avanti della terapia giornaliera di tadalafil:tadalafil 5 mg, già indicato per gli uomini con disfunzione erettile, è stato recentemente approvato anche per il trattamento dei sintomi urinari (LUTS), collegati all’iperplasia prostatica. Tadalafil 5 mg da assumere una volta al giorno quindi rappresenta a oggi la prima terapia indicata per trattare contemporaneamente sia i sintomi delle basse vie urinarie che la disfunzione erettile.“Alla luce dei risultati emersi da questo studio la terapia combinata con tadalafil e finasteride è superiore in efficacia alla sola finasteride nel trattare i sintomi urinari legati all’ingrossamento della prostata”, ha aggiunto Da Pozzo. “I dati mostrano come la terapia giornaliera con tadalafil al dosaggio di 5 mg tratta la disfunzione erettile, frequentemente presente in associazione alla LUTS, oltre a indurre un miglioramento nella sintomatologia irritativa legata a quest’ultima condizione”. (Farmacista online) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 146 PREVENZIONE E SALUTE CARIE, "UNO SPRAY AL BICARBONATO CI SALVERÀ?" Usato dopo i pasti, restituirebbe alla saliva il suo potere protettivo sui denti. "Non sostituisce spazzolino, filo e scovolino" Le perplessità La guerra alla carie dentale si combatte ogni giorno con spazzolino e dentifricio, filo interdentale e scovolino. Nuovi strumenti si aggiungono con gli studi sul ruolo del pH, la scala di misura dell'acidità o basicità della saliva. Fisiologicamente neutra (pH 7,0) la saliva protegge i denti fornendo calcio, fosfato, fluoro, neutralizza gli attacchi acidi ma il suo effetto “tampone” viene a mancare se il pH si abbassa con alcuni cibi o bevande, farmaci, fumo. Almeno per mezz’ora si assottiglia la superficie di smalto (erosione), i denti diventano più sensibili alla carie. Tanto che da qualche tempo gli studiosi consigliano di non lavare i denti subito dopo aver mangiato: in questa fase l’azione meccanica dello spazzolino rischia di peggiorare le cose. «Nelle situazioni quotidiane in cui viene a mancare la capacità tampone della saliva (dovuta al bicarbonato già presente nella saliva) bisogna intervenire», precisa Luca Levrini, università dell’Insubria. Con G.M. Abbate, G. Colangelo (Dip. Scienze chirurgiche e morfologiche, corso di laurea in Igiene dentale) ha condotto una ricerca pubb. sulla Rivista italiana igiene dentale, sugli effetti di uno spray mucoadesivo a base di bicarbonato applicato sulle mucose orali come sostegno della capacità tampone della saliva. «Ogni volta che mangiamo o beviamo qualcosa, nella nostra bocca il pH si abbassa per la fermentazione dei carboidrati da parte dei batteri presenti sulle superfici dentarie, con perdita di tessuto minerale del dente. Ripetuta e protratta nel tempo, provoca carie ed erosione dentale, anche senza causa batterica», sostiene Levrini. Lo spray (bicarbonato di sodio, xilitolo, polioli, acido ialuronico, eccipienti), brevettato, è già in farmacia (€6,90 il formato tascabile, 15 ml). Consigliato dopo cibo o bevande, quando non è possibile l’igiene orale o prima di usare lo spazzolino. «Può essere un aiuto, ma non credo sia la soluzione dei mali odontoiatrici. L’accumulo di placca resta il problema per cui si creano carie e malattie parodontali, la chiave vincente resta una buona detersione. Questo spray dovrebbe evitare il primo passo verso la carie. Ma è difficile insegnare ai pazienti con malattia parodontale avanzata di portarsi dietro gli scovolini portatili che non ingombrano, figuriamoci una bomboletta», commenta Raniero Barattolo, odontoiatra, endodonzista, a Bari. «Il principio è sano, l’ausilio è importante, l’associazione è utile ma da inserire in un programma quotidiano con i 4 capisaldi che rimangono ben fermi: igiene personale, alimentare, applicazione fluoro, sigillatura solchi nei bambini. L’auspicio è che s’inventi prima o poi qualcosa che davvero ci liberi dalla carie e avremo fatto goal!», chiarisce Giampietro Farronato, università Milano, presidente corso di laurea Igiene dentale. (Fonte: A.M. Messa, Salute Repubblica) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 146 SCIENZA E SALUTE UNO STUDIO ACCUSA le BIBITE ZUCCHERATE: "OGNI ANNO 180MILA MORTI NEL MONDO" Le stime di una ricerca dell'Harvard School of Public Health di Boston alla conferenza annuale dell'American Heart Association dedicata alla nutrizione e alle malattie metaboliche LE BIBITE zuccherate a base di soda, le bevande sportive o energy drink e i succhi di frutta dolci sono responsabili ogni anno nel mondo della morte di 180.000 persone, 500 al giorno. A stimarlo è una ricerca presenta dall'Harvard School of Public Health di Boston. "Questa tipologia di prodotti consumati in tutto il mondo contribuiscono all'eccesso di peso, una delle cause dell'aumento del rischio di sviluppare patologie croniche come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro", spiegano i ricercatori della Harvard School di Boston. Lo STUDIO, esaminando precedenti ricerche, ha collegato l'assunzione di bevande zuccherate a 133.000 decessi per diabete, 44.000 per malattie cardiovascolari e 6.000 per le neoplasie. Il 78% di queste morti sono avvenute in Paesi dove la popolazione ha redditi medio-bassi, piuttosto che in quelli più ricchi. "La nostra ricerca - avvertono gli scienziati - mostra che negli Stati Uniti, circa 25.000 decessi nel 2010 sono collegati a questo tipo di bevande zuccherate". L'American Heart Association raccomanda di consumare non più di 450 calorie a settimana provenienti dalle bevande zuccherate, sulla base però di una dieta di 2.000 calorie. I DATI. I ricercatori hanno calcolato i quantitativi di zucchero e dolcificanti assunti dalla popolazione mondiale grazie alle bibite. Raggruppando i risultati per età e sesso, ma anche effetti sull'obesità e il diabete, e decessi correlati. Ebbene su nove regioni del pianeta nel 2010 la zona America Latina-Caraibi ha registrato il maggior numero di morti per diabete (38.000) legato proprio al consumo di bevande zuccherate. Mentre l'Asia ha il maggior numero di decessi per patologie cardiovascolari (11.000). Tra i 15 Paesi più popolosi del mondo, il Messico ha il più alto consumo pro-capite di bevande zuccherate e il tasso più alto di decessi: 318 morti per milione di adulti legate all'assunzione di bevande dolci. Mentre il Giappone, uno dei Paesi con il più basso consumo pro-capite di bevande zuccherate del mondo, ha anche fatto registrare il più basso tasso di mortalità associato con il consumo di queste bibite: circa 10 decessi per milione di adulti. UN PROBLEMA PER I BAMBINI. Un problema quello delle bevande zuccherate che risulta dannoso soprattutto per i bambini. Fra i ragazzini che le consumano, le bibite di questo tipo sono la prima causa di un apporto calorico troppo alto. A dirlo uno studio della University of North Carolina di C. Hill pubblicato sull'American Journal of Preventive Medicine. Inoltre, il consumo di bibite come la soda dolcificata, i drink alla frutta e gli energy drink, e' associato anche con un piu' alto consumo di cibi poco sani. Gli scienziati hanno esaminato i dati provenienti dal 2003-2010 What We Eat in America e dai National Health and Nutrition Examination Surveys: i ricercatori hanno esaminato campioni provenienti da 10.955 bambini fra i 2 e gli 8 anni. Le bibite zuccherate sono le principali cause del maggior apporto calorico fra i bambini di 1-5 anni e quelli fra 6 e 11 anni. LE VENDITE. Negli Stati Uniti il consumo di bevande zuccherate è molto diffusa. E' recente l'ultima notizia nel braccio di ferro fra autorità e produttori sul consumo di questi prodotti. Pochi giorni fa è stato infatti bloccato a poche ore dalla sua entrata in vigore, lo stop alla vendita di bibite ad alto contenuto zuccherino in contenitori più grandi di 16 once (poco meno di mezzo litro) nella città di New York. (Fonte: Salute, Repubblica) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 146 ALIMENTI E SALUTE ABBUFFATE PASQUALI, RISCHI ACNE E CELLULITE Troppi carboidrati minacciano la pelle. I consigli dell'esperta per evitare problemi Linea e pelle a dura prova con la maratona gastronomica prevista per il prossimo weekend pasquale. Il rischio è la comparsa di acne e cellulite. Ma basta qualche accorgimento per evitare che la pausa pasquale ci lasci come souvenir brufoli e rotolini. LA SORPRESA DENTRO L'UOVO È L'ACNE - L'allerta arriva da Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia all'Università di Napoli Federico II: "L'elevato apporto di carboidrati e di cibi particolarmente zuccherini innalza la glicemia e fa dilatare il girovita. E' stato dimostrato che un eccesso di glucosio, imputabile per lo più al latte contenuto nel cioccolato delle uova pasquali, faciliti lo sviluppo dell'acne. L'eccessiva quantità di glucosio nel sangue, infatti, induce una insulino resistenza con effetto moltiplicatore nella stimolazione delle ghiandole sebacee". LA CELLULITE PEGGIORA - Stesse sorti anche per le cellule adipose: "Una nutrizione ad alto carico glicemico induce anche a un aumento del peso corporeo e ad accumuli di grasso, in particolare nella cavità addominale per l'uomo e nel tessuto sottocutaneo per la donna quindi con un peggioramento della cellulite" spiega Fabbrocini I CONSIGLI DELL'ESPERTA - Per frenare i danni la specialista raccomanda, prima e nei giorni di feste, di limitare il consumo di carboidrati, consumare proteine soprattutto di origine vegetale, abbondare con frutta e verdura, bere molto e fare attività fisica. Oltre a usare i cosmetici idonei alla pelle grassa e sottoporsi a terapie dermatologiche per il trattamento della cellulite. (Fonte: Tgcom salute) IL MALTOLO FA "SUICIDARE" IL CANCRO La sostanza naturale è contenuta in malto, caffè, cicoria e cocco Il maltolo può avere una funzione antitumorale aiutando a costruire classi di molecole che spingono al "suicidio" le cellule malate. A individuare l'attività anticancro di questa sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco e nel caffè, due team di ricerca dell'Univ. degli Studi di Urbino "Carlo Bo". La scoperta è stata pubb. sul British Journal of Cancer e sul Journal of Organic Chemistry. UNA SOSTANZA INNOCUA - Mirco Fanelli e Vieri Fusi, hanno spiegato che il maltolo è una molecola innocua, utilizzata a volte come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma se opportunamente modificata può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. TEST DI LABORATORIO- Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità di indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici. Questa classe di composti ha proprietà chimicofisiche che le rendono capaci sia di raggiungere l'interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina). Fanelli e Fusi hanno dimostrato che alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) sono sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis). Le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce a un vero e proprio suicidio, una morte cellulare programmata. (Fonte: Tgcom salute)