Anno II – Numero 150 Giovedì 04 Aprile 2013, S. Isidoro Vescovo CURIOSITA’ Notizie in Rilievo Patologie e Salute 1. Piede piatto nel bambino: quando è davvero un problema? 2. Che cosa è l’ambliopia e come si fa a diagnosticarla? È VERO CHE USARE IL WEB INQUINA? Secondo Alex Wissner-Gross, fisico dell’Università di Harvard, ogni ricerca sul Web sarebbe responsabile dell’immissione nell’atmosfera di 7 grammi di CO2, la metà di quelli generati dalla preparazione di una tazza di tè, ai quali si sommerebbero altri 0,02 grammi per ogni secondo di navigazione su Internet. Spedire una email? Costerebbe invece 4 grammi. DI CHI È LA COLPA?: dei combustibili fossili utilizzati per produrre la corrente elettrica necessaria al funzionamento di data center, server e apparecchiature di rete varie. Alimenti e Salute E, secondo Greenpeace, nel 2020 Internet 3. No al cibo solido ai consumerà più energia di Francia, Germania, neonati troppo presto. Canada e Brasile insieme. 4. I salumi aumentano A finire sotto accusa sono i grandi operatori come del 72% il rischio di morte prematura Facebook e Google, responsabili, secondo gli ecologisti, della costruzione di grandi centri di Scienza e Salute elaborazione dati che consumano moltissima 5. Un filo per tessere organi artificiali. energia elettrica. Anche i nuovi servizi, come il Cloud, hanno un'impatto ecologico non indifferente. • Prevenzione e Sempre secondo un rapporto di Greenpeace, Salute imprese come Apple, Microsoft e Amazon utilizzano enormi quantità di 6. Francia: sigarette elettroniche sotto enregia, spesso da fonti inquinanti, per offrire i loro servizi Cloud. accusa Il problema non è banale e i grandi del web si stanno adoperando per evitare sprechi inutili. • Curiosità 7. E’ vero che usare il LE CONTROMOSSE DI GOOGLE: Recentemente Google, in un suo data web inquina? center in Belgio, sta sperimentando un nuovo tipo di condizionamento. Nella server farm di St. Ghislain la temperatura di esercizio si aggira intorno ai 35 gradi centigradi. Non viene utilizzato nessun impianto di condizionamento se non quello derivato dall’immissione di aria dall’esterno a temperatura ambiente. Rispetto alla temperatura di 20/21 gradi di altri data center è un bel risparmio. E l'aria calda viene riutilizzata per riscaldare uffici e case limitrofe. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 150 PATOLOGIE E SALUTE PIEDE PIATTO NEL BAMBINO: QUANDO È DAVVERO UN PROBLEMA? Il piede piatto (tecnicamente “piede pronato vago”) è un abbassamento di entità variabile dell’arcata plantare interna, che può raggiungere anche il limite estremo di un completo appiattimento. Preoccupazione frequente nei genitori, il piede piatto è la prima causa di visite ortopediche pediatriche. Bisogna però considerare prima di tutto che i bambini nascono naturalmente con il piede piatto ed è nel corso della crescita che si forma la volta plantare; solo quando si raggiunge l’età di 10-12 anni si può considerare maturo il piede. Nel momento in cui il bambino raggiunge questa età e ci si accorge che lo sviluppo del suo piede non è avvenuto, allora i genitori devono rivolgersi a un ortopedico pediatrico per capire come comportarsi. Vi sono differenti opinioni in merito all’efficacia di esercizi che possano aiutare il piede a maturare, come stare in punta di piedi e muovere l’alluce, oppure sull’uso di plantari che possano aiutare in senso positivo la maturazione del piede. I plantari sono certamente utili nei bambini piccoli che presentano una grave deformità del piede perché aiutano le ossa a maturare meglio, permettendo loro di modellarsi le une con le altre, ma non sono una garanzia di risoluzione del problema. Tuttavia il piede matura o non matura quasi indipendentemente dalle azioni esterne. Qualora, intorno alla pubertà, il piede non sia maturato e persista un piattismo importante dell’arcata mediale, esiste la possibilità con un piccolo intervento chirurgico di ottenere la correzione immediata dell’arcata del piede. Si tratta di un intervento non precoce, semplice e poco invasivo, deciso insieme alla famiglia e comunque ponderato su basi cliniche e radiografiche ben definite. In concreto, il trattamento chirurgico consiste nell’inserimento di una vite nel calcagno a livello del seno del tarso – attraverso una mini-incisione, e senza un’anestesia generale bensì con una sedazione associata a una anestesia locale. Non servono gessi e il giorno stesso il bambino è dimesso dall’ospedale e può tornare a casa; il giorno successivo il bambino può già appoggiare il piede e dopo circa una settimana riesce a camminare senza supporti Solo in un’esigua percentuale di casi si verifica un’intolleranza alla vite, che può creare fastidio e anche dolore: in questo caso il trattamento è inizialmente conservativo con terapia farmacologica, fisioterapia strumentale e manuale. Se il dolore persiste ed è molto invalidante, la vite viene rimossa; in questo caso il 35% circa dei piedi mantiene lo stesso la correzione. Un’osservazione forse non scontata: questa patologia interessa in uno stesso individuo entrambi i piedi; quindi i piedi piatti sono, anche se di entità magari differente, bilaterali. L’eventuale intervento chirurgico verrà però eseguito inizialmente solo su un piede, osservando nei successivi 6-8 mesi quali siano i miglioramenti e le reazioni alla vite inserita. Spesso capita che il secondo piede vada “spontaneamente” a posto dopo l’intervento sul primo, poiché l’operazione va ad agire su un sistema di controllo motorio complesso, regolato dal midollo spinale, che permette un ricondizionamento delle forze muscolari che agiscono su entrambe i piedi. Se un genitore osserva la tendenza al piede piatto nel proprio bambino, non deve quindi avere fretta ed attendere gli 8-10 anni prima di sottoporlo a una prima visita specialistica mirata a diagnosticare e a programmare un’eventuale correzione chirurgica della patologia. All’estremo opposto non bisogna neanche sottovalutare il problema quando il piede è maturo e si presenta piatto. Se non si cura, infatti, il bambino quando diventerà adulto potrà soffrire di una deformità evidente con dolore e difficoltà nel cammino. (Fonte: N. Portinaro, Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 150 PATOLOGIE E SALUTE CHE COSA È L’AMBLIOPIA E COME SI FA A DIAGNOSTICARLA? Il termine ambliopia si riferisce ad un’incompleta maturazione del sistema visivo. Ogni organismo vivente nasce con tutte le potenzialità evolutive ma non è detto che sempre e chiunque arrivi a svilupparle in maniera completa ed ottimale. Alla nascita non sappiamo camminare e non sappiamo parlare, allo stesso modo il processo della visione è ancora in fase evolutiva. Se, nel periodo plastico (quando il cervello apprende una attività) qualche problema ostacola la funzione dell’organo, la maturazione si interrompe o procede in maniera meno spedita e valida. L’ambliopia, o occhio pigro, è una condizione in cui uno , o, più raramente, entrambi gli occhi non raggiungono la capacità visiva attesa e, indipendentemente dall’uso di correzione ottica, la vista rimane subnormale. Si tratta di un problema socio-sanitario rilevante se quasi 5 bambini su 100 ne sono affetti, per questa ragione è giustificata una stringente campagna di prevenzione precoce. L’ambliopia è infatti una condizione che può essere riconosciuta presto e corretta pienamente con opportune e precoci terapie (entro la prima decade di vita). Quanto più precocemente si interviene tanto prima e meglio se ne guarisce. Alla base dell’ambliopia frequentemente ci sono 1. i difetti refrattivi (ipermetropia e astigmatismo in primis, miopia poi) che, trasferendo una immagine meno nitida alla corteccia cerebrale, impediscono il normale sviluppo delle cellule cerebrali che sono deputate alla visione 2. lo strabismo, che, sostenendo un meccanismo di rivalità tra le due immagini retiniche, finisce per costringere il cervello a sopprimere uno dei canali visivi. Per fortuna, altre cause organiche, come la cataratta o la ptosi congenite incidono in maniera meno rilevante, anche se in queste condizioni l’ambliopia è significativamente più difficile da trattare. La diagnosi è possibile a qualsiasi età, a tre anni, lo stesso pediatra ha degli strumenti con cui valutare, anche se grossolanamente, il rischio di ambliopia. Ritengo che comunque in questo periodo un tagliando fatto proprio dal medico oculista sia fortemente raccomandato. In casi particolari, quando il genitore evidenzia, uno strabismo persistente dopo il 2-3 mese di vita, quando l’occhio sembra “strano” (pupilla bianca, dimensioni del bulbo asimmetriche e/o insolite, eccessiva lacrimazione, ecc.) o quando esistano particolari patologie oculari in famiglia il parere dello specialista è opportuno il prima possibile. (Fonte: P, Nucci, Salute, Corriere) NO AL CIBO SOLIDI AI NEONATI TROPPO PRESTO Troppe mamme danno ai propri figli cibo solido prima del tempo, spesso quando ancora non sono pronti a digerirlo. Lo afferma uno studio del Center for Diseases Control and Prevention di Atlanta, centro di riferimento mondiale per gli studi su controllo e prevenzione delle malattie, pubb. dalla rivista Pediatrics. Secondo gli esperti, ''iniziare troppo presto a somministrare cibo solido può portare a malattie come obesità, celiachia e diabete, oltre a gastroenteriti e diarrea". (Sani e Belli) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 150 ALIMENTI E SALUTE I SALUMI AUMENTANO DEL 72 PER CENTO IL RISCHIO DI MORTE PREMATURA Un largo studio europeo suggerisce che il consumo di carne lavorata, come i salumi, è collegato a malattie cardiovascolari, cancro e morte precoce Mangiare con regolarità prosciutti, salsicce, salame, pancetta e simili aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare tutta una serie di malattie, come quelle cardiovascolari, il cancro, e morte precoce. Lo STUDIO che mette in evidenza i rischi di una dieta scorretta è stato condotto seguendo per circa tredici anni mezzo milione di persone di età compresa tra i 35 e i 70 anni, provenienti da dieci Paesi europei. I RISULTATI sono stati pubb. sulla rivista BMC Medicine e riportano che chi è solito consumare insaccati, e carni lavorate in genere, vede aumentare in modo significativo il rischio di morte prematura. I ricercatori dell’Università di Zurigo hanno raccolto una mole di dati relativi alla dieta dei cittadini europei. I dati comprendevano il consumo personale di carne rossa, bianca e lavorata. Nello specifico, la CARNE ROSSA includeva quella di bovino, suino, equino e ovino; la CARNE BIANCA il pollame in genere, ma anche anatra e coniglio. Infine, la CARNE LAVORATA includeva prosciutti, salami, salsicce, pancetta e tutti i salumi e insaccati in genere. Durante il periodo di follow-up, una persona su 17 è morta. Di questi, chi mangiava circa 160 grammi al giorno di carne lavorata vedeva aumentare il rischio di morte del 44%, rispetto a coloro che ne mangiavano circa 20 grammi al giorno. Nei circa 13 anni di studio, ci sono stati 5.556 decessi per malattie cardiache e vascolari, 9.861 mori per cancro e 1.068 a causa di malattie respiratorie. Analizzando i dati per causa, si è scoperto che il consumo di carne lavorata era quello che aumentava maggiormente il rischio di malattie e morte prematura: nella fattispecie mangiare molta carne lavorata aumentava del 72% il rischio di malattie cardiovascolari e dell’11% il rischio di cancro. (Fonte: Salute, La Stampa) SCIENZA E SALUTE UN FILO PER TESSERE ORGANI ARTIFICIALI Un filo artificiale per 'tessere' nuovi organi oppure ricostruire fibre muscolari, vasi sanguigni o reti neurali: è possibile grazie a una micro fibra, lunga anche diversi metri, 'ripiena' di cellule immerse in un tessuto connettivo. Lo ha realizzato un gruppo di ricercatori dell'Università di Tokyo e in uno dei primi esperimenti, descritto su Nature Materials, sono state ottenute microfibre con le cellule del pancreas produttrici di insulina e trapiantate in un topo. (Fonte: Sani e Belli) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 150 PREVENZIONE E SALUTE FRANCIA, SIGARETTE ELETTRONICHE SOTTO ACCUSA Il governo di Parigi apre un'indagine. E il ministro Balduzzi chiede l'intervento della Ue Le sigarette elettroniche, sempre più sulla bocca di tutti, finiscono sotto accusa. In Francia, dove almeno mezzo milione di persone hanno già scelto il fumo elettronico, il governo ha chiesto l'apertura di un'indagine per valutare gli eventuali rischi di un prodotto di cui si sa ancora molto poco e su cui anche i medici sono divisi. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha chiesto l'intervento dell'UE perché venga stabilita una regolamentazione comune adeguata sulla materia. Fare luce sulla ''e-cig'', sui suoi effetti sulla salute, dare delle regole ad un mercato in esplosione, sembra dunque diventare urgente per le autorita'. In Francia - dove si contano 14 milioni di fumatori di classiche ''bionde'' e l'industria del tabacco ha fatturato 17,5 miliardi di euro nel 2011 - circa 500 mila persone sono passate al fumo elettronico, visto come un rimedio al fumo tradizionale. Nessuno sa davvero se ''svapare'', come si dice orami comunemente, fa male o se è senza danni. Non si conoscono in particolare gli effetti a lungo termine legati all'inalazione del GLICOLE PROPILENICO e della GLICERINA (che insieme creano l'illusione del classico fumo, rispettivamente dando il gusto e creando il vapore acqueo) contenuti in certe sigarette elettroniche. Nel maggio 2011, l'Agenzia francese di sicurezza sanitaria aveva raccomandato di non consumare questo tipo di sigaretta con dosi variabili di nicotina che ''anche in quantità deboli possono comportare effetti indesiderati gravi''. Il quotidiano Le Parisien ha pubblicato un'inchiesta col titolo ''LA SIGARETTA ELETTRONICA, MIRAGGIO O MIRACOLO?''. La ministra francese della Sanità, Marisol Touraine, ha chiesto ai francesi di ''essere prudenti'' e ha deciso che è tempo di mettere fine ai dubbi aprendo un'indagine ad ampio raggio per valutare ''il rapporto rischi-benefici'' della e-cig: ''Ho chiesto al mio staff di dirmi con precisione che tipo di prodotto si tratta. Un prodotto di grande consumo o un dispositivo medico?''. Il ministro della Salute italiano, Renato Balduzzi, ha sollecitato una riflessione sulle sigarette elettroniche: ''La loro diffusione è contraria agli sforzi di disincentivare la moda dell'uso di sigarette - ha scritto in una nota - anche perché possono essere usate per aggirare i divieti, sia sulle aree smoke free che sui minori, e poi perché‚ possono contenere nicotinoidi''. La Commissione europea ha varato di fatto una direttiva specifica, ma l'iter del testo si annuncia lungo. L'Istituto superiore di sanità (ISS), come del resto l'OMS, hanno già espresso il loro scetticismo a riguardo. In Italia, dove i fumatori ''tradizionali'' sono circa 12 milioni, si contano 400 mila ''svapatori'', ma secondo i produttori potrebbero diventare un milione entro la fine dell'anno. I negozi aperti in tutta Italia sono 1.500, per un giro di affari di 350 milioni di euro. In Germania gli svapatori sono anche di più, già 2 milioni, in Grecia, nonostante la crisi, sono 400 mila. La sigaretta elettronica, nata in Cina nel 2003, è invece vietata in Brasile, in Israele e ancora a Singapore. (Salute Tgcom24)