Anno IV – Numero 1020
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Adempimenti
professionali e scadenze di
fine annoâ€
2. Ordine:ENPAF: Previdenza
- scadenze
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. “ossa
fragili
e
osteoporosi, minore il
rischio con l’attività fisica
fin da bambini�
Prevenzione e Salute
4. otto piccoli cambiamenti
(facili) che vi faranno
perdere peso in modo
duraturo
5. ipertensione, la pressione
alta si può ereditare?
Meteo Napoli
Giovedì 29 Dicembre
ï‚· Variabile
Minima: 5°C
Massima: 11°C
Umidità :
Mattina = 55%
Pomeriggio = 63%
Giovedì 29 Dicembre 2016, S. Tommaso Becket
Proverbio di oggi….……..
‘A malinconia nun leva ‘e diébbete.
quando si è carichi di guai, l’essere tristi non risolve niente
“OSSA FRAGILI E
OSTEOPOROSI, MINORE IL
RISCHIO CON L’ATTIVITÀ
FISICA FIN DA BAMBINI�
Tra i tanti benefici dell’attività fisica,
molti credono anche che praticarla fin
da bambini riduca il rischio di avere ossa
fragili e osteoporosi da adulti. Vero o
falso?
“VERO. L’attività fisica praticata con regolaritÃ
fin da bambini e per tutto il periodo dell’adolescenza è molto importante per
mantenere una buona densità ossea per tutta la vita, situazione che si
traduce in un minor rischio di osteoporosi e ossa fragili da adulti ed anziani.
Molti sono i fattori che contribuiscono a rendere le ossa forti e a ridurre il
rischio di osteoporosi. Mentre alcuni dei fattori che concorrono
all’insorgenza dell’osteoporosi in età adulta non sono modificabili, come per
es. i fattori genetici, altri invece sono modificabili agendo sui propri stili di
vita. Infatti, essere attivi evitando la sedentarietà che frequentemente è
presente nelle fasi più adulte della vita, praticare un’attività fisica di media
intensità , mantenere il peso costante durante tutta la propria vita, evitare il
fumo di sigaretta e avere una sana alimentazione ricca di calcio sono fattori
che aumenta la resistenza delle ossa.
Costruire ossa più forti fin da bambini significa avere un minor rischio non
solo di osteoporosi ma anche un minor rischio di fratture da anziani che sono
la causa di immobilizzazione e perdita di indipendenza per molti anziani.
Mentre però non esistono studi dedicati che possano confrontare l’effetto
dei diversi tipi di attività fisica nelle diverse fasce di età , si ritiene comunque
che debbano essere preferite le attività sportive che portino ad un maggior
carico di peso sulle ossa. Pertanto, per quanto riguarda la salute delle ossa, è
da preferire la camminata veloce al nuoto.†(Salute, Humanitas)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1020
SCIENZA E SALUTE
OTTO PICCOLI CAMBIAMENTI (FACILI) CHE
VI FARANNO PERDERE PESO IN MODO DURATURO
In autunno è facile ritrovarsi con qualche chilo di troppo: le giornate più corte agiscono
sull’umore spingendo a cercare gratificazione nel cibo, il tempo piovoso tiene in casa chi
prima faceva sport all’aperto, il freddo favorisce la scelta di alimenti più calorici. Se non si
inverte la rotta, dopo Natale sarà ancora più difficile ritrovare il peso salutare. Per non
dover ricorrere a diete drastiche e dannose si possono introdurre questi piccoli
cambiamenti, facilmente realizzabili
: Per chi non beve solo acqua (la scelta migliore), ecco un cambiamento di
gusto graduale e possibile:
 iniziate a diluire le bevande zuccherate e i succhi di frutta, proprio come si fa con i bambini
piccoli.
 Poco a poco il vostro palato si abituerà e allora potrete anche
aumentare il rapporto a favore dell’acqua.
Due litri al giorno di acqua di rubinetto o in bottiglia assicurano al corpo
il ricambio idrico e facilitano il mantenimento o la conquista della forma.
Zero calorie: l’acqua aiuta la regolarità intestinale e funge da potenziatore
di un regime alimentare dimagrante. Per chi ama le bollicine non c’è
problema:
«Alternate la liscia alla frizzante . Quest’ultima può essere causa di un
lievissimo gonfiore che sparisce in pochi minuti. Chi teme un effetto del genere può optare per la
leggermente e naturalmente frizzante, più gradita al palato».
: Allenatevi a smettere di mangiare quando avrete
Imparate a capire quando siete sazi
raggiunto circa l’80% di quanto fareste e attendete 20
minuti.
È il tempo necessario perché lo
stomaco segnali al cervello di aver
mangiato abbastanza.
La sazietà dipende dalle emozioni,
da mediatori ormonali, da come ci
mettiamo a tavola e da quanto
dobbiamo masticare il cibo, ma
contano anche le differenze in
macronutrienti degli alimenti.
 Optate per fibre e proteine al
posto di zuccheri e grassi che
hanno un potere saziante
immediato
che,
però,
sparisce dopo pochissimo
tempo.
Nella tabella sotto gli indici di sazietà con il confronto tra i vari alimenti, calcolati usando il pane come
valore di riferimento (pane=100).
Le patate riempiono quasi sette volte più dei croissant,
 dolciumi e biscotti sono tra gli alimenti meno sazianti,
 il pesce lo è più della carne magra o del pollame.
DILUITE CON ACQUA
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1020
«Contrariamente a quanto si ritiene
- una buona prima colazione non
sazi
aumenta il rischio di eccedere con le calorie totali.
Chi fa regolarmente colazione è meno predisposto al sovrappeso e all’obesità .
E la prima colazione deve prevedere, oltre ai carboidrati, anche proteine e
grassi, per la loro capacità di prolungare il senso di sazietà .
Qualche mandorla, noce o nocciola, un bicchiere di latte o yogurt interi, un uovo sono una buona scelta
perché oltre a proteine e grassi contengono vitamine e minerali di fondamentale importanza».
Anche l’opzione “salata†va bene: regola l’appetito per tutto il giorno.
Se consumate uova, prosciutto, formaggio al mattino, dovete però ricordarvi di non riportarli in tavola
a pranzo e cena. «Una scelta adeguata è, ad es., un toast di pane integrale con una fettina di prosciutto
cotto e una di scamorza o formaggio a media stagionatura, meglio ancora se sostituita da un velo di
ricotta. Vanno bene anche la focaccia al pomodoro
o quella bianca, senza troppo sale aggiunto in
superficie».
Fate sempre una (ricca)colazione
Mangiate un po’ meno. Bastano 100 calorie
: 100 calorie in meno al giorno è quanto
corrisponde a una manciata di patatine o a una
birra.
Eliminarle ogni giorno significherebbe togliere
l’equivalente di 700 calorie a settimana e potrebbe
portare a quasi 10 chili in meno in un anno.
Scegliere una pasta con sugo di verdure anziché a
base di formaggio e insaccati basta e avanza.
Il giorno seguente potete sgranocchiare carote crude al posto di una manciata di patatine e ogni
giorno fare una scelta salutare di questo tipo, anche ogni volta differente.
Abituatevi anche alle “giuste†porzioni, perché spesso non si riesce a calcolarle correttamente.
Un’indagine dello United States Department of Agricolture ha confermato che la maggioranza si
inganna, di solito sovrastimando le proprie porzioni di frutta, latticini e carne rispetto a quelle reali e
ritenendo, al contrario, di mangiare meno dolci e grassi di quelli davvero consumati.
: Imparate a mangiare leggero la sera perché più si cena tardi, più non avrete
Leggeri a cena
modo di smaltire le calorie
introdotte.
Per un adulto con un fabbisogno calorico giornaliero di 2
mila kcal, la cena ne dovrebbe fornire circa 600. Ma che
cosa mangiare?
È consigliabile preferire i carboidrati a basso o a medio
indice glicemico (come cereali integrali), per limitarne
l’impatto sulla glicemia, da abbinare a una buona fonte
proteica come pesce o carne bianca o legumi,
accompagnati da verdura e frutta.
Da moderare l’uso di sale e cibi grassi o fritti, che
rendono più laboriosa la digestione e potrebbero interferire con il sonno.
Quanto agli alcolici, è consigliabile limitarsi a un bicchiere con preferenza per il vino rosso.
Non dimenticate, che la cena deve essere saziante, per non sentire più tardi il bisogno di
mangiucchiare, e proteine e fibra - come quella di cereali integrali, legumi, frutta e ortaggi - sono
importanti anche per questo.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1020
Camminate. Scegliete da soli quanto. Ma fatelo.
Camminate. Quanto volete, ma fatelo
E ogni giorno cercate di fare un po’ meglio.
sempre una (ricca)colazione
Un cambiamento che fornirà notevoli benefici alla salute e non solo in termini di peso perso.
Usate le moderne app contapassi oppure scendete due fermate prima di arrivare al lavoro e
sazi
muovetevi.
Gianfranco Beltrami, docente del corso di laurea in scienze motorie dell’Università di Parma e
membro del consiglio direttivo della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) spiega:
«Camminare fa bene a tutti gli organi e apparati.
 Riduce la pressione arteriosa e il rischio di tutte le malattie di cuore e vasi;
 diminuisce l’incidenza dei tumori;
 rinforza i muscoli della cassa toracica,
perciò migliora la ventilazione polmonare
ed è indicato per chi soffre di asma e
bronchite;
 regola il metabolismo tanto da essere un
potente “farmaco†per la prevenzione e la
cura del diabete.
In più, aiuta chi soffre di stitichezza; previene e
contrasta l’osteoporosi; aiuta chi deve perdere
chili; infine, ha un’efficacia antiansia e antistress,
contribuendo pure a diminuire la probabilità di
depressione».
: Come per la camminata, cercate di esercitare i
Aumentate la vostra massa muscolare
muscoli e incrementarne la massa.
Dopo i 30 anni, la massa muscolare inizia a ridursi di
circa l’1% all’anno. Ecco perché le persone anziane tendono a ingrassare. Il muscolo è
metabolicamente più attivo del tessuto grasso e consuma calorie anche a riposo.
«La massa muscolare magra è il tessuto che brucia più calorie: potenziarla tramite l’esercizio fisico
significa perciò incrementare anche il metabolismo basale, oltre che consumare energia durante
l’allenamento. Inoltre, a seconda di intensità e tipo di esercizio, il nostro organismo continua ad avere
una maggiore attività metabolica anche fino a 12 ore dopo lo sport.
Si chiama consumo post-esercizio ed è un meccanismo che spiega perché chi vuole dimagrire fa bene
ad allenarsi al mattino, meglio ancora se a digiuno: in questo modo infatti i grassi si bruciano prima e di
più».
Scegliete contenitori più piccoli
: Mai mangiare nel contenitore originale degli alimenti.
Pensate al pacchetto di patatine:
quante volte ci avete infilato la mano dentro con un gesto quasi
automatico e dopo pochi minuti vi siete sorpresi fosse già vuoto?
 Tirate fuori i cibi dai loro contenitori e scegliete di dividerli e servirli
in porzioni più piccole.
Il colore dei piatti, l’altezza dei bicchieri, il tipo di luce nella stanza dove si cena, l’identificazione del
tavolo giusto al ristorante: gli studi confermano come molte scelte possano aiutare a tagliare le calorie
senza rendersene manco conto.
Piatti e scodelle piccoli sembreranno più pieni e sarete soddisfatti anche mangiando un po’ meno.
Attenzione anche alle posate: usando un dosatore di gelato piccolo, ad es., le porzioni si possono
ridurre fino al 14%. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
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PREVENZIONE E SALUTE
IPERTENSIONE, la PRESSIONE ALTA SI PUÃ’ EREDITARE?
I genitori, oltre al colore degli occhi, possono trasmettere anche l’ipertensione.
Ma in che modo il rischio aumenta a seconda del modo in cui questa si manifesta in famiglia?
Secondo uno studio preliminare presentato all’ultimo congresso
dell’American Heart Association,
 se mamma e papà hanno dovuto fare i conti con
la pressione alta prima dei 55 anni i figli avrebbero un
maggior rischio di sviluppare ipertensione.
I ricercatori hanno guardato ai dati raccolti nel Framingham
Heart Study relativi all’ipertensione di genitori e figli a partire
dal 1948. Il team si è concentrato su 1635 individui di età media
pari a 32 anni che all’inizio dello studio non erano affetti da
questa condizione. Gli individui sono stati divisi in 4 gruppi:
ï‚· senza parenti con ipertensione;
 con uno o due genitori con ipertensione tardiva, sorta ad almeno 55 anni di età ;
ï‚· con un genitore con ipertensione precoce, manifestatasi prima dei 55 anni;
ï‚· con entrambi i genitori con ipertensione precoce.
È emerso che i soggetti con maggiore probabilità di sviluppare ipertensione erano quelli del quarto
gruppo: in un follow up di dieci anni,
 nel primo gruppo 6 su 100 hanno sviluppato ipertensione;
 negli altri gruppi, rispettivamente, 8, 11 e 19 su 100.
 Chi aveva entrambi i “genitori ipertesi precocemente†aveva un rischio maggiore di 3,5 volte di
quello dei figli di genitori senza alcun problema di pressione alta.
L’IPERTENSIONE È FRA I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Nel mondo ne sono affetti ben 1,13 miliardi di persone, un numero quasi raddoppiato in 40 anni (tra il
1975 e il 2015), secondo una recente ricerca pubblicata su Lancet.
E se nei Paesi ad alto reddito, tra cui l’Italia, l’incidenza dell’ipertensione è in calo, sta crescendo
invece in quelli a basso e medio reddito, soprattutto Africa e Sud Asia.
In Europa resta al top il Regno Unito.
Come altre condizioni a carico dell’apparato cardiocircolatorio, l’ipertensione è una malattia
multifattoriale, in cui pesa tanto la predisposizione genetica quanto l’ambiente:
«Maggiore è la presenza dell’ipertensione in famiglia, magari con l’interessamento precoce allargato
di genitori e parenti, e maggiori saranno le probabilità che si manifesti anche nei discendenti.
«Se la componente ereditaria di una patologia è fortemente rappresentata – tenderà ad avere
un’ampia e precoce “penetrazione†familiare.
Finirà quindi per comparire in più membri della famiglia e, se possibile, ancor prima nei discendenti
rispetto agli antenati.
Se invece la componente ereditaria è poco rappresentata e quello che conta maggiormente è
l’ambiente (lo stile di vita, l’esposizione esterna a certi agenti patogeni, lo stress della vita quotidiana)
la reale presenza della malattia nelle famiglie sarà piuttosto limitata, disperdendosi in pochi individui
che vengono a trovarsi casualmente nelle condizioni ambientali più sfavorevoli».
Cosa può fare un soggetto i cui geni lo predispongono alla comparsa dell’ipertensione?
«In primo luogo deve controllare la pressione arteriosa anzitempo, ovvero dai 20 anni, così come i
valori della glicemia e il profilo lipidico per scongiurare il rischio d’insorgenza di diabete e dislipidemia.
Inoltre – deve condurre una vita sana e non esporsi agli altri fattori di rischio cardiovascolare:
 non deve fumare, alimentarsi in maniera bilanciata, praticare regolare attività fisica aerobica».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
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PAGINA 7
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ENPAF: CONTRIBUTI PREVIDENZIALI
Sono iscritti d'ufficio all'ENPAF e tenuti al versamento dei contributi previdenziali e
assistenziali obbligatori tutti gli iscritti agli Albi professionali degli Ordini provinciali
( art. 21 del DLCPS n. 233/1946)
ISCRIZIONE
L'iscrizione o la cancellazione dall'Albo professionale producono effetto ai fini della
iscrizione o della cancellazione dall'ENPAF dalla data di adozione della relativa
deliberazione da parte del Consiglio direttivo dell'Ordine. Non potranno essere prese in
considerazione pertanto deliberazioni di cancellazione con effetto retroattivo rispetto alla data di
adozione. E' pertanto necessario che l'istanza di cancellazione venga presentata dall'interessato in
tempo utile per consentire al Consiglio di adottare la delibera entro la fine dell'anno solare,
diversamente è dovuto il contributo anche se l'iscrizione è stata conservata per un solo giorno nel
corso dell'anno (art. 3 dello statuto dell'ENPAF).
DECORRENZA
I contributi previdenziali sono dovuti da tutti gli iscritti agli albi degli Ordini
provinciali dei farmacisti, essi vengono riscossi tramite bollettini bancari, l'ENPAF, di
norma, ricorre alla cartella esattoriale, localmente notificata dai concessionari territorialmente
competenti, nel caso in cui l'iscritto nell'anno precedente abbia omesso in tutto o in parte di versare la
contribuzione dovuta utilizzando i bollettini bancari trasmessi, ovvero abbia posto in essere una
evasione contributiva non denunciando nei termini la modifica della propria condizione giuridica che
gli ha fatto perdere il diritto alla riduzione contributiva. Nelle ipotesi indicate la cartella esattoriale reca
anche la sanzione civile che viene applicata sul contributo omesso.
CONTRIBUTI
Il contributo previdenziale ENPAF è stabilito in cifra fissa, tuttavia ove l'iscritto
appartenga ad alcune categorie ha la possibilità di chiedere la riduzione del
contributo in particolare:
 riduzione nella misura del 33,33%, del 50% ovvero dell'85%
A. agli iscritti che esercitino attività professionale in relazione alla quale siano soggetti per
legge all'assicurazione obbligatoria ovvero ad altra forma di previdenza obbligatoria;
B. agli iscritti che si trovino in condizione di disoccupazione involontaria con inserimento
nelle liste anagrafiche dei competenti Centri per l'impiego.
 La riduzione massima dell'85% può essere conservata per non più di cinque anni contributivi
complessivi, una volta superato questo periodo il soggetto che permanga in stato di
disoccupazione ha diritto alla riduzione massima del 50% in quanto equiparato all'iscritto che
non esercita attività professionale;
 riduzione nella misura del 33,33% ovvero del 50% per gli iscritti i quali non esercitino attivitÃ
professionale;
 riduzione nella misura massima del 33,33%, del 50% ovvero dell'85% per gli iscritti che siano
titolari di pensione diretta (vecchiaia, anzianità , invalidità ) erogata dall'ENPAF e nel contempo
non esercitino attività professionale;
 riduzione nella misura del 33,33% ovvero del 50% per gli iscritti che siano titolari
esclusivamente di pensione erogata da Ente di previdenza diverso dall'ENPAF e non esercitino
attività professionale (tale disposizione avrà effetto a decorrere dal 2005 per l'anno 2004
temporaneamente trova ancora applicazione l'ipotesi precedente).
RIDUZIONI
Chi sceglie di versare il contributo previdenziale in misura ridotta otterrà una prestazione pensionistica
proporzionalmente ridotta.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1020
Casi particolari
Non hanno diritto alla riduzione del contributo previdenziale ENPAF
 i titolari di farmacia,
 i soci di società che gestiscono farmacie private ai sensi della legge n. 362/1991
 i collaboratori di impresa familiare
 e in genere tutti gli associati agli utili della farmacia.
Non hanno diritto ad alcuna riduzione gli iscritti che:
 svolgano attività professionale in relazione alla quale non sono soggetti ad altra previdenza
obbligatoria oltre a quella dell'ENPAF (attività svolta in regime di collaborazione coordinata e
continuativa ovvero con apertura di partita IVA, borse di studio non assoggettate all'obbligo della
contribuzione alla Gestione Separata INPS):
TERMINI DI DECADENZA
La riduzione del contributo previdenziale non è attribuita d'ufficio a chi si trovi in una delle
condizioni indicate dal Regolamento (art. 21) bensì viene riconosciuta soltanto dietro presentazione
della relativa domanda redatta sulla modulistica predisposta dagli Uffici.
A partire dalla contribuzione posta in riscossione per l’anno 2014 sono stati modificati i termini di
decadenza previsti dall’art. 21 del Regolamento per la presentazione della domanda di riduzione del
contributo previdenziale o di attribuzione del CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ.
 La domanda di riduzione (o di riconoscimento del contributo di solidarietà ) può essere presentata
nello stesso anno in cui si intende beneficiarne, purché il possesso della condizione per usufruirne si
protragga per almeno sei mesi e un giorno nel corso dell’anno stesso;
 Il termine di decadenza per presentare la domanda è fissato al 30 settembre dell’anno in cui si
intende beneficiare della riduzione o del contributo di solidarietà ma è prorogato al 31 dicembre
nel caso in cui il periodo utile ai fini della maturazione del diritto (sei mesi e un giorno) si consegua
dopo il 30 settembre ma entro il 31 dicembre;
 I nuovi iscritti, a pena di decadenza, devono presentare domanda entro il 30 settembre dell’anno
successivo a quello di iscrizione;
 Il termine per i nuovi iscritti è prorogato al 31 dicembre, nel caso in cui il periodo utile ai fini della
maturazione del diritto alla riduzione (riguardante l’anno successivo a quello dell’iscrizione)
si consegua dopo il 30 settembre ma entro il 31 dicembre.
Coloro che si iscrivano a partire dal 1° gennaio 2004 hanno facoltà di
chiedere di versare il contributo di solidarietà in luogo della
contribuzione previdenziale seppure nella forma ridotta prevista; oltre al contributo di solidarietÃ
l'iscritto dovrà versare anche quello per la gestione assistenza e per l'indennità di maternità .
Contributo di solidarietÃ
Chi può optare per il contributo di solidarietÃ
 gli iscritti che esercitino attività professionale in relazione alla quale siano soggetti all'assicurazione
generale obbligatoria ovvero ad altra previdenza obbligatoria e che non abbiano redditi
professionali esenti da contribuzione previdenziale:
 gli iscritti che si trovino in condizione di disoccupazione involontaria. La contribuzione di solidarietÃ
e/o la riduzione contributiva massima non potranno essere conservate in ogni caso per più di
cinque anni complessivi.
I TERMINI PER PRESENTARE LA DOMANDA PER ESSERE AMMESSI A VERSARE IL CONTRIBUTO DI
SOLIDARIETÀ SONO GLI STESSI INDICATI PER LA RIDUZIONE.