Anno II – Numero 153 AVVISO
Martedì 9 Aprile 2013, S. Demetrio CURIOSITÀ 1. I farmacisti napoletani incontrano i farmacisti Europei: Praga GRAZIE
ALL'OLIO
D'OLIVA
SI
AVVERTE
MENO
LA
FAME
Notizie
in
Rilievo
• 2. Articolo 62, legge 27/2012. Intervista all’onorevole Paolo Russo.
• Alimentazione
e
Salute 3. Stanchezza di primavera? Un aiuto dalla dieta dei colori • Scienza
e
Salute 4. La nostra vera identità: di che cosa è fatta la coscienza di sé Curiosità
5. Grazie all’olio di oliva si avverte meno la fame
Pranzo
finito,
ma
ancora
fame?
Potrebbe
dipendere
da
come
si
è
condita
l’insalata.
Per
esempio,
con
un
po’
d’olio
ci
si
sente
più
sazi.
Lo
sostiene
uno
studio
della
Technische
Universität
di
Monaco
di
Baviera
(TUM)
e
dall'Università
di
Vienna
che
ha
messo
sotto
la
lente
del
microscopio
una
lista
di
quattro
diversi
grassi
-‐
strutto,
burro,
olio
di
colza
e
olio
d’oliva
-‐
per
dare
a
una
risposta
a
un
interrogativo
noto
a
molti:
perché
chi
consuma
cibi
light
spesso
sente
più
fame
e
compensa
questa
“leggerezza”
mangiando
di
più?
I
ricercatori
hanno
scoperto
che
nel
“cuore
chimico"
di
alcuni
grassi
esistono
alcuni
elementi
che
danno
un
maggior
senso
di
sazietà.
Per
capire
quali
hanno
prima
di
tutto
condotto
un
esperimento
con
un
gruppo
di
volontari
ai
quali,
per
tre
mesi,
è
stato
somministrato
uno
yogurt
speciale
ogni
giorno,
arricchito
con
i
quattro
diversi
grassi.
Alla
fine
dell’esperimento,
sul
primo
gradino
del
podio
è
andato
l’olio
d’oliva.
“L’olio
d’oliva
ha
dimostrato
l’effetto
di
sazietà
maggiore”,
afferma
Peter
Schieberle,
che
ha
guidato
lo
studio.
“Il
gruppo
che
ha
mangiato
lo
yogurt
con
l’olio
d’oliva
-‐
spiega
ancora
lo
scienziato
-‐
aveva
nel
sangue
la
maggiore
concentrazione
di
serotonina,
l’omrone
della
sazietà”.
Altri
due
dati
a
favore
del
succo
d’oliva
sono
mostrati
dal
fatto
che
le
persone
hanno
trovato
lo
yogurt
all’olio
d'oliva
più
appagante
degli
altri
e
che
“durante
il
periodo
di
studio,
nessun
membro
del
gruppo
-‐
dice
l'autore
dello
studio
-‐
ha
registrato
un
aumento
della
percentuale
di
grasso
corporeo
o
del
peso”.
Il
mistero
non
è
ancora
risolto,
ma
i
ricercatori,
tra
i
vari
fattori,
pensano
di
aver
individuato
un
ingrediente
“magico”:
l’esanale,
contenuto
nell’olio
d’oliva.
L’esanale,
presente
nell'olio
sotto
due
forme,
aiuta
a
ridurre
e
ritardare
l’assorbimento
di
glucosio
da
parte
delle
cellule
del
fegato,
rallentando
il
calo
glicemico
che
viene
tradotto
dall’organismo
con
un
nuovo
segnale
di
fame.
(Fonte:
Salute
24)
SITO
W EB
I STITUZIONALE:
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Farmaday
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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 153 ARTICOLO
62,
LEGGE
27/2012.
INTERVISTA
ALL’ONOREVOLE
PAOLO
RUSSO.
L’Art.
62
del
cosiddetto
“Cresci-‐Italia”
(Legge
27/2012),
relativo
ai
termini
di
pagamento
nella
cessione
dei
prodotti
agricoli
e
agroalimentari,
era
stato
“tacitamente
abrogato”
dalla
Legge
192/2012
che
recepisce
la
Direttiva
Europea
2011/7/UE
in
tema
di
tempi
e
modalità
di
pagamento.
E’
quanto
afferma
la
recente
interpretazione
fornita
dal
Ministero
dello
Sviluppo
Economico
in
data
26
marzo
2013.
Ma
fin
da
subito,
l’applicazione
dell’Articolo
62
alla
Filiera
del
Farmaco
aveva
lasciato
molte
perplessità:
infatti,
la
cessione
di
integratori
alimentari
e
di
alimenti
particolari
avviene
nel
quadro
di
relazioni
commerciali
ben
diverse
da
quelle
tipiche
della
filiera
agroalimentare,
cui
sarebbe
stato
destinato
l'Articolo
62.
Il
primo
ad
evidenziare
formalmente
tali
criticità
con
la
presentazione,
e
successiva
approvazione,
di
un’apposita
Risoluzione
alla
Commissione
Agricoltura
della
Camera,
è
stato
l’Onorevole
Paolo
Russo
(PDL).
On.
Russo,
cosa
c’entravano
le
farmacie
con
la
previsione
normativa
dell’articolo
62?
“La
ratio
legis
dell’articolo
62,
non
riguarda
né
le
farmacie,
né
tutti
i
soggetti
della
filiera
distributiva
del
farmaco,
ma
costituisce
un
intervento
da
tempo
sollecitato
dal
mondo
agricolo.
Infatti,
come
ben
evidente
nel
corso
dei
lavori
parlamentari
relativi
all'articolo
62
e
come
emerge
anche
dal
decreto
ministeriale
di
attuazione,
la
disciplina
fa
riferimento
particolare
alle
relazioni
economiche
tra
gli
operatori
della
filiera
agroalimentare
connotate
da
un
significativo
squilibrio
nelle
rispettive
posizioni
di
forza
commerciale,
proprio
per
assicurare
una
maggiore
trasparenza,
per
favorirne
il
riequilibrio
e
per
contrastare
le
pratiche
commerciali
sleali
a
danno
del
contraente
debole”.
La
nota
del
Ministero
dello
Sviluppo
Economico
evidenzia
comunque
che
intanto
è
intervenuta
la
Legge
192/2012
che
recepisce
un’apposita
Direttiva
UE
in
tema
di
pagamenti.
“La
risoluzione
approvata
in
commissione
Agricoltura,
evidenziava
già
nella
premessa
che
alle
transazioni
commerciali
concluse
dal
1°
gennaio
2013
si
sarebbe
applicata
la
nuova
normativa
sui
termini
di
pagamento
che
prevede,
nelle
transazioni
tra
imprese,
la
possibilità
di
pattuire
termini
diversi
rispetto
a
quelli
stabiliti
dall’articolo
62”.
Si
può
considerare
conclusa,
quindi,
la
diatriba
sull’applicazione
dell’Articolo
62
alla
Filiera
del
Farmaco?
“Se
vuole
il
mio
parere,
per
la
filiera
del
farmaco,
non
sarebbe
mai
dovuta
iniziare”.
Volgono
al
termine,
quindi,
le
criticità
che
l’articolo
62
avrebbe
comportato
per
il
settore
della
Filiera
del
Farmaco
per
i
rilevanti
oneri
organizzativi
e
burocratici,
non
congrui
per
prodotti
come
gli
integratori
alimentari
e
gli
alimenti
speciali,
per
i
quali
alle
farmacie
si
effettuano
consegne
ripetute
anche
più
volte
al
giorno.
PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 153
ALIMENTAZIONE E SALUTE STANCHEZZA
DI
PRIMAVERA?
UN
AIUTO
DALLA
DIETA
DEI
COLORI
Per
chi
ha
problemi
d’insonnia
meglio
sfruttare
l’azione
“rilassante”
del
blu
di
frutti
di
bosco
o
delle
melanzane,
l’azzurro
del
pesce
per
fornire
la
Vitamina
B6,
il
bianco
di
latte
e
yogurt
per
assicurare
il
giusto
fabbisogno
di
calcio
e
di
Vitamina
B12.
Sono
i
colori
della
dieta
ideale
per
affrontare
il
difficile
cambio
di
stagione.
La
stanchezza
di
primavera
si
combatte
anche
così.
Magnesio,
calcio,
zinco
e
vitamine
del
gruppo
B
per
aumentare
la
produzione
di
energia.
Probiotici
per
migliorare
la
flora
intestinale
e
favorire
l’attività
dei
muscoli,
grazie
all’azione
dei
batteri
che
vivono
nel
nostro
apparato
digerente.
E
ancora,
il
bianco
del
riso,
il
marrone
scuro
di
cacao
e
cioccolato,
il
tenue
grigio
della
crusca
per
offrire
il
magnesio,
il
marrone
di
legumi.
Affidandosi
a
delle
scelte
alimentari
precise,
come
ricordano
i
consigli
degli
esperti
della
Fondazione
Istituto
Danone,
si
possono
contrastare
le
difficoltà
del
passaggio
stagionale:
batterie
scariche,
sonnolenza,
mancanza
di
forze
e
di
concentrazione.
“Il
problema
non
è
solo
psicologico
–
spiega
Andrea
Ghiselli
dell'Istituto
nazionale
di
ricerca
per
gli
alimenti
e
la
nutrizione
(Inran)
-‐.
Per
le
persone
che
non
hanno
un’adeguata
alimentazione,
o
magari
seguono
diete
particolarmente
strette
per
prepararsi
all’estate,
si
possono
verificare
carenze
alimentari
che
non
consentono
la
produzione
di
energia
da
parte
dell’organismo.
Ad
esempio,
se
la
dieta
è
eccessivamente
ridotta
col
tempo
il
corpo
non
è
più
in
grado
di
produrre
quantità
sufficienti
di
Adenosin-‐tri-‐fosfato
(ATP),
la
principale
fonte
di
energia
per
le
reazioni
cellulari.
Per
questo
occorre
offrire
all’organismo
–
continua
Ghiselli
-‐
ciò
di
cui
ha
bisogno,
rispettando
il
ritmo
dei
pasti
e
soprattutto
facendo
attenzione
ad
assicurare
il
fabbisogno
di
micronutrienti
come
calcio,
magnesio
e
zinco,
oltre
alle
vitamine
del
Gruppo
B,
la
C
e
la
E
per
la
loro
azione
antiossidante”.
Molto
utile,
in
questi
periodi,
può
essere
l’assunzione
regolare
di
yogurt
con
probiotici.
E
non
solo
perché
assicura
un
valido
quantitativo
di
calcio
e
Vitamina
B12.
“I
probiotici
contribuiscono
a
mantenere
ottimale
il
microbioma
intestinale,
che
rappresenta
per
l’organismo
una
sorta
di
“centrale
operativa
–
spiega
Lorenzo
Morelli,
Preside
della
Facoltà
di
Agraria
e
Direttore
Istituto
di
Microbiologia
dell’Università
Cattolica
del
Sacro
Cuore
-‐
Favorisce
e
regola
la
digestione
degli
alimenti
e
soprattutto
contribuisce
a
creare
energia
utilissima
per
il
corpo.
Ad
esempio,
oltre
ad
favorire
la
produzione
di
vitamine
del
gruppo
B,
tra
cui
la
B12
utilissima
per
il
sistema
nervoso
e
che
è
prodotta
proprio
dai
batteri
intestinali,
grazie
ai
batteri
eubiotici
–
dice
Morelli
-‐
si
aiuta
anche
a
mantenere
i
muscoli
in
forma,
e
quindi
ad
assicurarsi
una
miglior
riuscita
e
una
maggior
resistenza
nell’attività
fisica.
Addirittura
anche
i
loro
prodotti
di
scarto
si
trasformano
in
sostanze
utili
per
l’organismo:
gli
acidi
grassi
a
catena
corta
prodotti
dai
germi,
come
l’acido
acetico,
il
propionico
o
il
butirrico
possono
diventare
uno
dei
principali
“carburanti”
di
muscolo,
cuore
e
cervello,
perché
sono
una
fonte
di
energia
di
rapido
consumo”.
(Fonte:
Salute
24)
PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 153 SCIENZA E SALUTE LA
NOSTRA
VERA
IDENTITÀ:
DI
CHE
COSA
È
FATTA
LA
COSCIENZA
DI
SÉ
Ecco come capiamo chi siamo: il ruolo della nostra storia, degli altri e perfino della nostalgia Non
ce
lo
chiediamo
tutti
i
giorni,
ma
ogni
tanto
farebbe
bene
domandarsi
chi
siamo.
Per
esempio,
da
un
punto
di
vista
psicologico
siamo
più
simili
a
una
collana
di
perle
o
a
una
corda?
La
collana
è
fatta
di
elementi
che
cambiano
restando
però
sempre
uguali
e
che
sono
tenuti
insieme
da
un
filo
continuo,
mentre
una
corda
è
costituita
da
fibre
che
stanno
saldamente
insieme,
anche
se
non
c'è
nessuna
fibra
che
corra
per
intero
lungo
tutta
la
corda.
L'esperienza
comune
porta
a
credere
che
l'identità
personale
sia
più
simile
a
una
collana
di
perle
con
il
suo
filo
unico
e
continuo,
ma
le
prove
che
vengono
dalla
ricerca
sembrano
indicare
che
assomigliamo
di
più
a
una
corda.
Quindi,
nel
tempo
non
ci
sono
componenti
della
nostra
vita
mentale
che
persistono
costanti.
E
non
solo:
singole
componenti
di
noi
stessi
possono
manifestarsi
autonomamente
e
prendere
decisioni,
che
erroneamente
crediamo
essere
state
prese
dal
nostro
Sé
completo.
A
questo
complesso
argomento
dell'identità
personale
e
della
sua
costanza
o
incostanza
nel
tempo
ha
dedicato
recentemente
ampio
spazio
la
rivista
New
Scientist.
Se
dunque
la
ricerca
ha
dimostrato
che
la
nostra
identità
è
più
che
altro
un
insieme
non
continuo
di
componenti,
qualcosa
deve
tenere
insieme
tutti
questi
pezzi,
altrimenti
non
potremmo
percepirci
come
persona
unica;
qualcosa
ci
tiene
insieme
dal
punto
di
vista
psicologico,
integra
tutte
le
informazioni
che
provengono
dall'interno
del
corpo
e
dal
mondo
esterno,
oltre
che
dalla
nostra
storia
personale,
illudendoci
di
essere
un'identità
unica.
È
questo
«qualcosa»
che
«tiene
insieme»
a
costituire
ciò
che
chiamiamo
la
nostra
personalità,
il
Sé,
l'identità,
che
è
anche
l'agente
che
pensa
i
nostri
pensieri
e
compie
le
nostre
azioni.
Si
tratta
del
risultato
di
un'azione
complessa
di
cui
quasi
mai
ci
rendiamo
conto,
e
che
dipende
dal
buon
funzionamento
del
cervello.
Ma
c'è
di
più.
Oltre
all'illusione
del
Sé
esisterebbe
anche
l'illusione
di
essere
gli
autori
coscienti
delle
nostre
azioni,
che
invece
sarebbero
determinate
da
imperscrutabili
meccanismi
inconsci,
come
peraltro
già
Freud
aveva
intuito.
Dicono
in
proposito
gli
psicologi
Daniel
Wegner
e
Thalia
Wheatley
dell'University
of
Virginia,
autori
di
un
classico
articolo
pubblicato
sulla
rivista
American
Psychologist:
«Credere
che
i
nostri
pensieri
coscienti
siano
la
causa
delle
nostre
azioni
è
un
errore
basato
sull'esperienza
illusoria
della
volontà».
E
poi,
dato
che
sembra
non
esserci
limite
all'incertezza,
forse
non
esiste
neanche
il
presente,
che
è
proprio
il
tempo
nel
quale
percepiamo
la
nostra
identità
corrente.
PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 152 Diversi
studi
sulla
percezione
hanno
dimostrato
che
c'è
un
piccolo
ma
significativo
scarto
tra
gli
eventi
del
mondo
che
ci
circonda
e
la
nostra
percezione.
Un
esperimento,
chiamato
flash
lag
illusion
(l'illusione
del
flash
che
resta
indietro)
dimostrerebbe
che
il
presente
che
percepiamo
è
solo
una
ricostruzione
di
qualcosa
che
è
appena
passato.
L'esperimento
viene
realizzato
con
un
disco
rotante
sul
quale
è
disegnata
una
freccia
con
la
punta
rivolta
verso
il
bordo
del
disco.
Vicino
al
disco
c'è
una
luce
che
si
accende
ogni
volta
che
passa
la
punta
della
freccia
e
che
dovrebbe
quindi
essere
percepita
esattamente
al
suo
passaggio.
Invece,
quello
che
succede
è
che
la
luce
viene
percepita
in
ritardo
rispetto
al
passaggio
della
punta
della
freccia.
Il
fenomeno
è
stato
studiato
da
David
Eagleman
del
Baylor
College
of
Medicine
di
Houston,
in
Texas,
e
dal
Terrence
Sejnowski
del
Salk
Institute
for
Biological
Studies
di
La
Jolla,
in
California.
Dato
che
non
è
possibile
pensare
che
la
nostra
mente
possa
estrapolare
il
futuro,
la
spiegazione
che
i
ricercatori
danno
del
fenomeno
è
che
il
cervello
usa
il
passato
immediato
per
costruire
quello
che
percepiamo
come
presente.
Viviamo
un
passo
indietro
a
ciò
che
realmente
accade.
Un
rinforzo
alla
costruzione
del
Sé
viene
però
dalla
relazione
con
gli
altri,
come
afferma
lo
psicologo
Bruce
Hood
dell'University
of
Bristol,
autore
del
libro
The
Self
Illusion:
«In
quanto
esseri
umani
abbiamo
una
radicata
tendenza
a
interagire
con
gli
altri
e
questo
ci
aiuta
a
scoprire
chi
siamo».
E
per
poter
interagire
adeguatamente
è
prima
necessario
aver
ben
fissato
i
confini
della
propria
identità.
Operazione
che
non
riesce
del
tutto
alle
persone
che
soffrono
di
autismo,
le
quali
mostrano
un
ritardo
nel
riconoscere
se
stessi
allo
specchio,
ma
hanno
anche
la
tendenza
a
costruire
un
minor
numero
di
ricordi
autobiografici.
Un'ipotesi
neurofisiologica
oggi
accreditata
è
che
chi
soffre
di
autismo
possa
avere
un
malfunzionamento
di
un’area
della
corteccia
cerebrale
prefrontale
destinata
proprio
a
questo
tipo
di
compiti,
ma
contemporaneamente
anche
a
quello
di
comprendere
le
azioni
degli
altri.
L'importanza
dell'interazione
sociale
nella
costruzione
e
nel
mantenimento
del
Sé
è
tale
che
lo
psicologo
Antonio
Damasio,
dell'University
of
Southern
California,
ha
coniato
l’espressione
The
social
me
(Il
me
sociale).
Visto
che
una
funzione
primaria
dell’autoidentità
è
costruire
relazioni,
ne
consegue
che
le
caratteristiche
del
Sé
dipendono
in
gran
parte
dall'ambiente
in
cui
esso
vive.
E
ci
sono
prove
sperimentali
del
fatto
che
esistono
differenze
marcate
nelle
identità
che
si
sviluppano
in
contesti
culturali
differenti.
Ad
esempio,
gli
orientali
tendono
a
focalizzare
le
loro
memorie
personali
su
fatti
storici
e
di
rilevanza
sociale,
mentre
gli
occidentali
danno
maggior
peso
a
eventi
personali
e
di
raggiungimento
di
specifici
obiettivi.
Una
differenza
che
testimonia
come
in
diverse
culture
si
formino
Sé
diversi,
ciascuno
con
un
suo
bagaglio
di
memorie
autobiografiche
che
contribuiscono
a
tenere
insieme
l'identità
personale.
Interessanti
ricerche
sono
state
realizzate
a
proposito
di
quella
che
può
essere
considerata
un
tipo
particolare
di
memoria
autobiografica
associata
a
un
forte
sentimento:
la
nostalgia.
Secondo
un
gruppo
di
ricercatori
statunitensi
guidati
da
Constantine
Sedikides,
dell'University
of
Southhampton,
il
sentimento
della
nostalgia
avrebbe
come
scopo
principale
il
mantenere
una
condizione
psicologica
di
continuità
del
Sé.
Chi
vive
il
proprio
passato
con
quel
tipico
senso
agrodolce
che
dà
il
ricordo
nostalgico,
sta
in
realtà
dando
valore
alle
proprie
identità
passate
e
anche
alle
persone,
ai
luoghi
e
agli
eventi
della
sua
vita
trascorsa.
Un'operazione
al
servizio
dell'unità
del
Sé.
«La
nostalgia
viene
dispiegata
al
servizio
di
un
incremento
della
continuità
del
Sé
—
dicono
i
ricercatori
statunitensi
—.
Attraverso
le
fantasticherie
nostalgiche
la
persona
va
avanti
e
indietro
tra
i
suoi
Sé
individuali
e
collettivi,
nello
sforzo
di
esplorare
e
comprendere
in
maniera
significativa
non
solo
la
propria
rilevanza
per
le
vite
degli
altri,
ma
anche
il
posto
tenuto
dagli
altri
nella
propria
vita».
Una
funzione
psicologicamente
decisiva,
che
contribuisce
a
tenere
insieme
le
varie
identità
che
l'individuo
sviluppa
nel
corso
della
sua
vita
e
al
tempo
stesso
a
proteggere
la
salute
psichica.
È
stato
infatti
dimostrato
che
quando
il
Sé
interiore
diventa
troppo
frammentato,
possono
insorgere
manifestazioni
patologiche
di
depersonalizzazione,
ma
anche,
più
semplicemente,
episodi
di
ansia,
depressione
e
difficoltà
di
integrazione
sociale.
(Fonte:
Corriere)