Anno II – Numero 157 Notizie in Rilievo Prevenzione e Salute 1. Pillola anticoncezionale: meccanismo e rischi. 2. Un test del sangue per evitare l’amniocentesi Lunedì 15 Aprile 2013, S. Annibale, Anastasio Corsi ECM Di seguito il calendario dei prossimi eventi organizzati dall’Ordine Lunedì 15 Aprile ore 20.45 Lunedì 15 Aprile ore 20.45 RELATORI: Scienza e Salute 3. Danni al cervello: così funziona la cocaina 4. Tumori: bere moderato abbassa il rischio morte cancro al seno. 5. Tumori: sostanza nella soia ostacola cancro al colon retto. 6. Il mese di nascita influisce sul sistema immunitario Farmaci e Salute 7. FDA: al via iter approvazione trattamento vene varicose Curiosità 8. Scoperto il suono più fastidioso del mondo I Edizione Attività di Vigilanza sulle Farmacie Pubbliche e Private Convenzionate con il SSN II Edizione Attività di Vigilanza sulle Farmacie Pubbliche e Private Convenzionate con il SSN Mariano Fusco, Agrippino, Graziano, P. Di Capua, Vincenzo D’ambrosio, Manuela Feola, Luca Franco AVVISO I Colleghi interessati ai Corsi possono prenotarsi direttamente presso la sede dell’Ordine al momento dell’espletamento degli eventi formativi CURIOSITÀ Scoperto il Suono più Fastidioso del Mondo Il suono più fastidioso del mondo non è la voce del vostro capo che vi rimprovera e nemmeno lo stridere del gesso sulla lavagna, ma è il pianto dei bambini. Lo afferma una ricerca condotta da R. Sokol Chang, piscologa presso la State Univ. di New York. La Chang ha chiesto a un gruppo di volontari di risolvere dei quiz matematici prima in silenzio e poi durante l'esposizione a quattro diversi rumori: chiacchiere, bambini che parlottano, bambini che piangono rumori meccanici. Le performance del gruppo sono crollate proprio sul pianto. «E non importa che tu sia uomo o donna» sottolinea la ricercatrice, «tutti sono stati distratti e infastiditi allo stesso modo». Secondo gli scienziati questo risultato potrebbe essere il frutto di una specifica evoluzione, che ha portato i cuccioli dell'uomo a modulare un suono particolarmente fastidioso per richiamare l'attenzione. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 157 PILLOLA ANTICONCEZIONALE:MECCANISMO E RISCHI La pillola anticoncezionale è sicuramente il metodo di più comprovata efficacia per evitare una gravidanza indesiderata e contemporaneamente godere di una vita sessuale appagante con il proprio partner. Tuttavia, quando ci rechiamo al consultorio o dal ginecologo per la prescrizione della pillola anticoncezionale ricordiamoci che questo contraccettivo è un farmaco a tutti gli effetti, che agisce sul nostro corpo producendo una serie di reazioni e conseguenze. E’ importante conoscere il funzionamento della pillola anticoncezionale e i suoi possibili effetti collaterali per poterla assumere in piena consapevolezza, valutando, eventualmente, quando sia il momento di metterla da parte, magari proprio perché stiamo cercando una gravidanza. In commercio troviamo tanti tipi e marche di contraccettivi orali, esiste la pillola anticoncezionale leggera e quella a maggior carico ormonale, ma esiste anche la cosiddetta pillola del giorno dopo, e anche dei 5 giorni dopo, impropriamente chiamata contraccettivo d’emergenza, che ha caratteristiche differenti e che deve esser usata solo una tantum perché si tratta di una vera “bomba ormonale”. Ma vediamo come funziona la normale pillola anticoncezionale. COME FUNZIONA: La pillola anticoncezionale è una farmaco orale che rilascia due ormoni: il progesterone e l’estradiolo, molecole sintetizzate in modo da essere simili alle omologhe prodotte naturalmente dal corpo umano femminile. A seconda della tipologia e della marche, la pillola anticoncezionale può variare nelle concentrazioni di progesterone (ma non tanto da rendere meno efficace la copertura contraccettiva), ma non l’estradiolo. In realtà esistono anche delle pillole di solo progestinico adatte a periodi particolari come l’allattamento. Questi due ormoni hanno lo scopo di bloccare l’ovulazione agendo sull’ipofisi, che è la ghiandola endocrina preposta proprio alla funzionalità ovarica, ma non solo. Durante il periodo di assunzione del contraccettivo, si producono delle modifiche a livello di mucosa cervicale (secerne un muco “nemico” degli spermatozoi) e di mucosa uterina, che diventa inadatta ad accogliere l’ovulo fecondato. Tutte queste modifiche, che impediscono alla donna di restare incinta, sono reversibili e non compromettono la funzionalità ovarica. Dopo anni di pillola si può diventare mamme anche subito. COME SI ASSUME E CONTROINDICAZIONI: come si assume la pillola anticoncezionale? Una cpr al giorno, sempre alla stessa ora, per un ciclo di 21 giorni, poi si ricomincia. Considerando che per essere assimilata dall’organismo la pillola impiega circa 5 ore, dovete sempre tener conto che se in quel lasso di tempo vomitate o avete degli attacchi di diarrea, la pillola andrà ripresa. Inoltre, attenzione agli altri medicinali. Se in contemporanea alla vostra pillola anticoncezionale dovete assumere un antibiotico, ad es., controllate nel bugiardino se può comprometterne l’efficacia. Per quanto riguarda la protezione dalle gravidanze indesiderate, siamo intorno al 99%, quindi si tratta di una copertura altissima, tuttavia, a proposito di effetti collaterali, ricordate che questo contraccettivo non è efficace contro le malattie a trasmissione sessuale, Papilloma Virus incluso se non siete vaccinate. Usate la pillola in tranquillità se avete una relazione stabile e collaudata, certamente la vostra vita intima ne trarrà grande giovamento. Molte ragazze alle prese con la scelta del proprio contraccettivo, evitano la pillola anticoncezionale convinte che faccia ingrassare. In realtà, l’unica controindicazione, che comunque varia in modo notevole da donna a donna, è una lieve maggior tendenza alla ritenzione idrica. Attenzione anche alla circolazione venosa, alcuni studi hanno rilevato una maggior predisposizione alla formazione di trombi provocata dall’assunzione della pillola contraccettiva di nuova generazione. La cosa migliore è affrontare il discorso con il ginecologo, informandovi sui pro e i contro di ogni prodotto presente in commercio. (Salute: Pour femme) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 157 SCIENZA E SALUTE UN TEST DEL SANGUE PER EVITARE L'AMNIOCENTESI Scoprire le anomalie genetiche più frequenti senza i rischi dell'amniocentesi e della villocentesi, ma con un semplice esame del sangue, più accurato e più sicuro. Si tratta di un test prenatale, basato sull’analisi del Dna fetale circolante nel sangue della madre, ed è in grado di rivelare alcune tra le anomalie cromosomiche più frequenti. Ad oggi, in Italia, l’unico modo per sapere certamente se il feto presenti anomalie dei cromosomi, è quello di sottoporsi a villocentesi e amniocentesi, procedure che comportano un rischio di aborto (1 caso ogni 150-200 circa). Il test combinato del primo trimestre, noto anche come Dual Test, pur essendo non invasivo, ha un’attendibilità inferiore nello stabilire il rischio a priori di una donna nell’avere un bambino con le suddette anomalie cromosomiche, presentando circa il 10% di mancati riconoscimenti della malformazione. La ricerca scientifica, che si basa sul sequenziamento del genoma, ha dato vita un test per il quale le gestanti potranno sottoporsi al test a partire dalla decima settimana di gravidanza. L’esame ha dimostrato un’attendibilità superiore al 99% nel rivelare la trisomia 21 (Sindrome di Down) e rispettivamente del 98% e 80% nel rilevare le trisomie 18 e 13 (Sindrome di Edwards e Sindrome di Patau). Il tasso di falsi positivi di 50 volte inferiore a quello degli attuali esami di screening riduce in maniera significativa il rischio che una gestante venga indirizzata inutilmente a sottoporsi ad un approfondimento diagnostico invasivo come l’amniocentesi. (Fonte: S. Soligon. Salute, Sole 24 ore) DANNI AL CERVELLO: COSÌ FUNZIONA LA COCAINA Alla base dei danni cerebrali causati dalla cocaina c’è un’alterazione della funzione delle sinapsi, i ponti di comunicazione tra i neuroni. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Univ. Cattolica del Sacro Cuore-Policlinico Gemelli di Roma, insieme con colleghi dell’Univ. degli Studi dell’Insubria di Varese, che con uno studio pubb. sulla rivista Brain dimostrano in che modo la cocaina fa danni nel cervello. Scoperta che potrebbe aiutare chi soffre di dipendenza. Uno dei bersagli colpiti dall'abuso di cocaina è una molecola, la d-serina, indispensabile per assicurare una corretta comunicazione tra i neuroni a livello delle sinapsi. La diminuzione della concentrazione di d-serina si traduce in malfunzionamento neuronale. “Abbiamo dimostrato che l’abuso cronico di cocaina induce, in animali da esperimento, una diminuzione della concentrazione di d-serina nel nucleus accumbens, un nucleo cerebrale coinvolto nei fenomeni di dipendenza da sostanze psicostimolanti”, spiega il prof. M. D’Ascenzo dell’Ist. di Fisiologia Umana dell’Univ. Cattolica di Roma che insieme a C. Grassi ha coordinato la ricerca. “Tale deficit molecolare - determina, in questa area cerebrale, una ridotta capacità dei neuroni di modificare l’efficienza della trasmissione sinaptica che è alla base delle alterazioni comportamentali indotte dalla cocaina”. “Sebbene siano necessarie ulteriori indagini, i risultati di questo studio potrebbero rappresentare un punto di partenza verso il possibile impiego della d-serina come farmaco nel trattamento della dipendenza da cocaina”. Si stima che circa il 4,8% della popolazione italiana di età compresa tra 15-64 anni ha provato ad assumere cocaina almeno una volta nella vita, mentre lo 0,9% ammette di averne consumata anche nel corso dell’ultimo anno. (Fonte: C. Colasanto. Salute, Sole 24 ore) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 157 SCIENZA E SALUTE TUMORI: BERE MODERATO ABBASSA RISCHIO MORTE CANCRO AL SENO Le donne con un tumore al seno che prima della diagnosi avevano un consumo moderato di alcol hanno una probabilità leggermente minore di morire per la malattia. Lo afferma uno studio del Fred Hutchinson Cancer Research Center in Seattle pubb. dal Journal of Clinical Oncology. I ricercatori hanno monitorato 23mila donne che hanno avuto una diagnosi di tumore al seno tra il 1985 e il 2006, chiedendo loro di riportare le abitudini all'alcol e altre caratteristiche come la quantità di esercizio fisico. RISULTATI: Le donne che bevevano da tre a sei drink alla settimana avevano il 15% in meno di probabilita' di essere morte per il tumore 11 anni dopo la diagnosi: "Ovviamente non stiamo dicendo alle donne di uscire e bere smodatamente - scrive la rivista in un commento - ma lo studio evidenzia che un consumo moderato non e' nocivo per la salute". (AGI.it) TUMORI: SOSTANZA NELLA SOIA OSTACOLA CANCRO AL COLON-RETTO Un composto estratto dalla soia potrebbe ridurre la proliferazione delle cellule tumorali nel cancro colon-rettale. La ricerca del The Mount Sinai Hospital e' stata presentata durante il meeting della American Association for Cancer Research. Lo sviluppo del cancro al colon-retto e' ampiamente guidato da una rete di proteine critiche, chiamato Wnt, che contribuiscono alla crescita cellulare. Un'iperattivita' di questa rete si ritrova nell'85% dei casi di cancro al colon e al retto. Precedenti ricerche hanno mostrato che la genisteina, un supplemento naturale contenente soia, riesce a modulare questa rete. Nel nuovo studio, il team di scienziati ha trattato linee cellulari cancerose del colon-retto con genisteina e ha scoperto che questa sostanza inibisce la crescita delle cellule e blocca i segnali provenienti dal Wnt. (Agi.it) FARMACI: FDA, AL VIA ITER APPROVAZIONE TRATTAMENTO VENE VARICOSE L'Fda ha iniziato la valutazione di un nuovo trattamento contro le vene varicose basato su una microschiuma, che potrebbe quindi arrivare sul mercato Usa entro il 2014. Lo ha annunciato la Btg, l'azienda farmaceutica britannica che lo sta mettendo a punto. La terapia dovrebbe essere in grado di sostituire quelle tradizionali, a partire dalla rimozione chirurgica, almeno secondo i test clinici. L'approvazione dell'Fda dovrebbe arrivare entro metà dell'anno prossimo: "Il mercato mondiale potenziale del trattamento - potrebbe raggiungere i 500 milioni di dollari l'anno". (Agi.it) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 152 IL MESE DI NASCITA INFLUISCE SUL SISTEMA IMMUNITARIO I nati a novembre i più «protetti». I bebè di maggio i più vulnerabili e più a rischio di sviluppare la sclerosi multipla Dallo zodiaco al sistema immunitario il passo sembra enorme, ma ora a sostenere l'influsso del mese di nascita sulle difese dell'organismo è un team di ricercatori britannici, finanziati fra l'altro dal Medical Research Council e dalla Fondazione italiana sclerosi multipla, in uno studio pubb. su Jama Neurology. I ricercatori hanno scoperto che lo sviluppo del sistema immunitario dei neonati e i livelli di vitamina D dei piccoli variano in base al mese di nascita. E che i più «fortunati» da questo punto di vista sono i bebè nati a novembre. COMPLEANNO E RISCHIO SCLEROSI - E La ricerca, condotta da scienziati della Queen Mary University, dell'Univ. di Londra e dell'Univ. di Oxford, fornisce una base biologica sul perché il rischio di sviluppare la sclerosi multipla è influenzato dal mese del compleanno. La sclerosi multipla è il risultato di un intervento del sistema immunitario che danneggia il sistema nervoso centrale. Lo sviluppo della malattia è ritenuto frutto di una complessa interazione tra geni e ambiente. In passato un certo numero di studi ha suggerito che il mese di nascita può influenzare il rischio di sviluppare la sclerosi multipla. Questo effetto è particolarmente evidente in Inghilterra, dove un picco di pazienti è stato registrato fra i soggetti nati a maggio, mentre il numero minore si è concentrato tra chi compie gli anni a novembre. Secondo i ricercatori, dal momento che la vitamina D è formata dalla pelle quando è esposta alla luce del sole, l'«effetto mese di nascita» proverebbe il ruolo della vitamina D prenatale nel rischio di sclerosi multipla. LE ANALISI - Ebbene, in questo studio sono stati esaminati campioni di sangue del cordone ombelicale da 50 bambini nati a Londra nel mese di novembre e da altrettanti nati nel maggio, tra il 2009 e il 2010. Il sangue è stato analizzato per misurare i livelli di vitamina D e di cellule T autoreattive. Le cellule T sono globuli bianchi che giocano un ruolo cruciale nella risposta immunitaria dell'organismo: «soldati» che identificano e distruggono agenti infettivi che invadono l'organismo. Ma le T autoreattive sono in grado di attaccare le cellule del proprio corpo, innescando malattie autoimmuni, e devono essere eliminate dal sistema immunitario durante il suo sviluppo. Questo processo di trasformazione cellule T viene svolto dal timo, organo che si trova nella cavità toracica superiore. I RISULTATI - I risultati hanno mostrato che i bebè di maggio avevano livelli significativamente più bassi di vitamina D (circa il 20% inferiori a quelli nati nel mese di novembre) e livelli significativamente più alti (circa il doppio) di cellule T autoreattive rispetto al campione nato a novembre. Secondo il co-autore, Sreeram Ramagopalan, «dimostrando che il mese di nascita ha un impatto misurabile nello sviluppo del sistema immunitario in utero, questo studio fornisce una possibile spiegazione biologica per l'effetto mese di nascita nella sclerosi multipla». «Livelli più elevati di cellule T autoreattive potrebbero spiegare perché i bambini nati in maggio sono a più alto rischio di sviluppare la malattia». Inoltre la correlazione con la vitamina D «suggerisce che proprio questo potrebbe essere il motore dell'effetto» rilevato dall'analisi dei certificati di nascita dei pazienti. «Occorrono studi a lungo termine per valutare l'effetto dei supplementi di vitamina D nelle donne in gravidanza e il conseguente impatto sullo sviluppo del sistema immunitario e sul rischio di sclerosi multipla e altri malattie autoimmuni». (Adn-Kronos)