Anno V – Numero 1090
Giovedì 06 Aprile 2017 – S. Celestino
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: farmaDAY-FAD
dal mese di Aprile, 30CF
2. Visita guidata a Pietrelcina
3. ORDINE: eventi mese di
Aprile
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Saltare
i
pasti?
Fa venire la pancetta
5. Traumi:
come
guariscono
i
lividi?
cosa significa il colore
6. BPCO: 6 cose da saper
sulla broncopneumopatia
cronica ostruttiva
Prevenzione e Salute
7. Perché si sbadiglia?
8. Le
7
risposte
cortisone
sul
Meteo Napoli
Giovedì 6 Aprile
ï‚· Variabile
Minima: 11° C
Massima: 18 °C
Umidità :
Mattina = 50%
Pomeriggio = 62%
Proverbio di oggi….……..
Pigliate ‘a bona quanno te vene,
ca ‘a malamente nun manca maje
SALTARE I PASTI?
FA VENIRE LA PANCETTA
Troppe fluttuazioni di insulina e zucchero
fanno ingrassare. Lo studio Usa su topi che
hanno fatto un pasto unico e poi digiunato
Saltare i pasti provoca una serie di «errori» metabolici
che portano a un aumento di peso localizzato a livello
addominale, insomma allo sviluppo della pancetta.
È quanto emerge da una ricerca pubb. sul Journal of Nutritional Biochemistry.
L’esperimento sui topi: Gli studiosi hanno svolto degli esperimenti su topi
in laboratorio divisi in 2 gruppi:
1. un unico pasto al giorno in modo che digiunassero per il resto del
tempo
2. gruppo di controllo, libero accesso al cibo.
Risultati: Dai risultati è emerso che i topi messi a seguire per tre giorni una
dieta ristretta, un unico pasto con metà delle calorie giornaliere, hanno perso
peso rispetto al gruppo di controllo, riguadagnandolo mano mano fino a
quando al sesto giorno sono state aggiunte calorie alla dieta ma il grasso
localizzato a livello addominale, l’equivalente della pancetta per l’uomo, ha
pesato di più nei topi con una dieta limitata che in quelli che erano liberi di
sgranocchiare tutto il giorno.
Effetto contrario: un eccesso di questo tipo di grasso è associato a insulinoresistenza e il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
«Questo supporta l’idea che i piccoli pasti durante la giornata possano essere
utili per la perdita di peso, anche se questo potrebbe non essere pratico per
molte persone»; «se si vogliono diminuire le calorie meglio non saltare i
pasti perché ciò provoca grandi fluttuazioni di insulina e glucosio
nell’organismo e potrebbe tradursi in un guadagno anziché una perdita di
peso». E soprattutto provoca un effetto contrario per chi vuole far
scomparire l’odiata pancetta. (Ansa)
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1090
SCIENZA E SALUTE
TRAUMI: COME GUARISCONO I LIVIDI?
ECCO COSA SIGNIFICA IL COLORE
Basta un colpo un po’ più forte e il gioco è fatto: i capillari presenti subito sotto alla
superficie della pelle si rompono, il sangue presente al loro interno invade i tessuti
circostanti e si formano dei lividi.
In genere perché scompaiono sono necessarie dalle 2 alle 3 settimane,
ma non mancano i casi in cui il processo di guarigione è più lento.
Ad entrare in gioco sono fatto come la gravità del trauma e dalla sua
localizzazione; i lividi che compaiono su braccia e gambe, ad esempio,
possono impiegare più tempo per scomparire. Nel frattempo, tutti i
lividi tendono a cambiare colore seguendo una sequenza precisa:
dapprima rossastri, diventano presto blu-violacei per poi virare verso il
verde e svanire poco alla volta assumendo tonalità giallo-marroncine
sempre più tenui.
Il processo è talmente ripetibile che sulla base del colore del livido è
possibile stimare la sua età e in quale fase della guarigione si trova. Tutto, infatti, dipende prima
dalla perdita di sangue e poi dal suo riassorbimento. I lividi “freschi†sono rossi o rosati a causa della
fuoriuscita del sangue dei capillari; inoltre possono infiammarsi ed essere sensibili al tatto. In pochi
giorni, però, diventano blu o viola a causa del cambiamento del colore dell’emoglobina. Infatti in
condizioni di scarsità di ossigeno e di infiammazione questa proteina, presente nei globuli rossi
trasportati dal sangue, tende a diventare da rossa a blu. A partire dal sesto giorno dopo il trauma inizia
anche a degradarsi; per questo il livido diventa verde pallido.
Il passaggio a questa terza tonalità indica che il processo di guarigione è iniziato. Al suo procedere (in
genere a partire dal settimo giorno dopo il trauma) il livido inizia a diventare sempre meno evidente e
ad assumere una pallida colorazione gialla o marroncina. Da qui in poi il suo colore non cambierà più
ma tenderà a svanire gradualmente fino a non lasciare alcuna traccia della sua presenza.
Se il processo di guarigione non dovesse procedere in questo modo sarebbe meglio rivolgersi al
medico. Il livido potrebbe infatti nascondere problemi più seri, come un ematoma o un’ossificazione.
Nel primo caso l’area interessata potrebbe essere dura, la macchia potrebbe tendere ad estendersi e il
suo sviluppo potrebbe essere associato a un dolore crescente. In caso, invece, di ossificazione (un
fenomeno dovuto al deposito di calcio attorno all’area del trauma) il livido potrebbe risultare duro e
sensibile al tatto.
Altri segnali che dovrebbero portare a chiedere consiglio a un medico sono la mancanza di segni di
miglioramento per più di due settimane, la formazione frequente di lividi, dolori ad articolazioni vicine
ai lividi, problemi alla vista causati dalla presenza di un livido vicino all’occhio e sintomi come
fuoriuscita di pus o febbre.
In assenza di complicazioni, invece, la guarigione può essere accelerata con semplici rimedi casalinghi,
come l’applicazione di ghiaccio o impacchi caldi, l’accortezza di mantenere, se possibile, l’area colpita
ad un’altezza superiore rispetto a quella del cuore per favorire il riassorbimento del sangue, tenere il
più possibile a riposo l’area colpita e, in caso di dolori, assumere degli antidolorifici da banco.
(salute, Sole 24Ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1090
SCIENZA E SALUTE
BPCO: 6 COSE DA SAPER SULLA BRONCOPNEUMOPATIA
CRONICA OSTRUTTIVA
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è una patologia dallo sviluppo
progressivo caratterizzata dall’incapacità di eliminare l’aria dai polmoni e che quindi
rende difficile la naturale operazione di respirare.
In questa definizione ricadono sia la bronchite cronica che l’enfisema, la cui
presenza può manifestarsi sia con la mancanza di fiato che con una tosse
persistente associata alla produzione di muco e con infezioni toraciche.
Nel 2015 questi problemi sono stati responsabili del 5% di tutti i decessi nel
mondo, per un totale di 3 milioni di vittime. Ecco 6 cose da sapere per
contrastarli nel modo più efficace possibile.
1. La principale causa di Bpco è il fumo, ma in realtà non si tratta di una patologia
esclusivamente legata al tabacco: tra il 10 e il 20% di chi ne soffre non ha mai fumato. Le oltre 7 mila
sostanze nocive presenti nel fumo di sigaretta riducono però la capacità dei polmoni di difendersi dalle
infezioni, e non solo; infatti queste tossine sono anche in grado di scatenare infiammazione, e con il
passare del tempo l’irritazione porta al restringimento delle vie respiratorie, gonfiore dei passaggi per
l’aria e distruzione degli alveoli, le strutture in cui avvengono i veri e propri scambi respiratori tra
ossigeno presente nell’aria inspirata e anidride carbonica trasportata ai polmoni attraverso il sangue.
Anche altri inquinanti presenti nell’aria sono, però, fattori di rischio per la Bpco; inoltre la malattia può
comparire anche in assenza di esposizione a questi fattori di rischio ambientali.
2. La Bpco può avere anche cause genetiche. E’ il caso della forma associata alla carenza di alfa-1
antitripsina (Alpha-1 Antitrypsin deficiency, A1AD), una proteina prodotta dal fegato che esercita una
funzione protettiva nei confronti dei polmoni. In caso di produzione insufficiente di alfa-1 antitripsina
da parte del fegato è possibile una comparsa precoce non solo di problemi epatici ma anche di
enfisema e Bpco. Tale situazione è l’unica in cui un fattore di rischio di tipo genetico è
stato specificamente associato alla Bpco in forma di enfisema.
3. Esistono 5 stadi di Bpco, corrispondenti a gravità da lieve a molto grave. I sintomi che dovrebbero far
allarmare sono una tosse persistente (soprattutto se associata a grandi quantità di muco), il fiato corto
anche in occasione di attività semplici, infezioni respiratorie ricorrenti, respiro sibilante, sensione di
oppressione al petto e, in alcuni casi, difficoltà a parlare, labbra o unghie blu-grigiastre e senso di
confusione.
4. La diagnosi di Bpco può essere difficoltosa. Il principale test da svolgere è la spirometria; con lo
spirometro è infatti possibile misurare quanta aria viene espirata e in quanto tempo.
5. Una diagnosi corretta è fondamentale per una terapia efficace. In alcuni casi può essere necessaria la
somministrazione di ossigeno; in altri vengono prescritti medicinali, procedure e cambiamenti nello
stile di vita che possono rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita. In
generale, è bene iniziare i trattamenti il prima possibile per ridurre il rischio di complicanze, e chi soffre
di Bpco non dovrebbe fumare, dovrebbe evitare sostanze irritanti per il polmone (come fumo passivo,
inquinanti e allergeni), garantirsi un’alimentazione sana e mantenersi fisicamente attivo (in particolare
attraverso la cosiddetta riabilitazione respiratoria).
6. La Bpco aumenta il rischio di infezioni respiratorie (raffreddori, influenza e polmoniti, ad esempio). Ciò
aumenta le difficoltà respiratorie e può danneggiare ulteriormente i tessuti polmonari. Inoltre fra le
possibili complicanze della broncopneumopatia cronica ostruttiva è possibile annoverare malattie
cardiache, ipertensione, diabete e depressione. Infine, la Bpco è associata a un aumento del rischio
di tumore del polmone. (Salute, Sole 24Ore)
PAGINA 4
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1090
PREVENZIONE E SALUTE
PERCHÉ SI SBADIGLIA?
Secondo una delle teorie recenti , si sbadiglia per “refrigerare il cervelloâ€, cioè
si sbadiglia per regolare la temperatura dell’encefalo.
Sul perché si sbadigli però non esiste una risposta univoca e il
dibattito è ancora aperto tra diverse ipotesi.
Per il senso comune, il comportamento caratteristico
dello sbadiglio, è associato allo stato di sonno, alla noia, oppure
a una condizione di rilassamento – spiega il dottor Paolo
Amami, neuropsicologo dell’ospedale Humanitas. –
Lo sbadiglio è caratterizzato da una lunga inspirazione in
corrispondenza di una pronunciata apertura della mascella che
culmina con un breve periodo di picco nella contrazione
muscolare a cui segue una chiusura passiva della mascella con una espirazione relativamente più
rapida.
Non solo l’essere umano sbadiglia, però:
 infatti, tale comportamento è stato osservato nelle varie specie di mammiferi e in altre specie
come per esempio gli uccelli.
Il fatto che questo comportamento sia comune a varie specie e a varie classi ha fatto ipotizzare una
funzione fortemente adattiva, quindi un vantaggio evolutivo, determinato da questo tipo di
comportamento.
Una delle teorie che darebbe ragione di questo vantaggio si basa su di una ipotesi di tipo fisiologico,
sostenuta da vari dati empirici, afferma che lo sbadiglio sia sostanzialmente assimilabile ad un sistema
di raffreddamento del cervello.
Anche un recente studio americano si inserisce in questa tradizione provando a dimostrare come
l’estensione dello sbadiglio, ossia la sua ampiezza, non sia tanto in relazione alla mandibola del
soggetto bensì alla dimensione relativa del cervello.
Quindi a cervelli più grandi corrisponderebbero sistemi di raffreddamento più potenti e perciò
ampiezza di sbadiglio più estesa.
Perciò, come sostenuto dai dati dello studio, lo sbadiglio potrebbe essere un indice indiretto della
dimensione del cervello.
Confrontando le dimensioni e il numero di neuroni corticali di varie specie di mammiferi (elefante
africano, cammello, scimmia cappucino, scimpanzè, cane, volpe, gibbone, gorilla, istrice, cavallo, uomo,
leone, marmotta, topo, opossum, coniglio, ratto, scimmia rhesus, pecora, scoiattolo, scimmia
scoiattolo e tricheco) gli autori hanno osservato che la dimensione dello sbadiglio è in relazione lineare
con il peso del cervello, il grado di encefalizzazione ovvero la massa del cervello relativamente alla
stazza, e il numero di neuroni corticali.
Gli sbadigli più lunghi si potevano osservare tra i primati; al contrario, la durata dello sbadiglio non era
correlata ad altre dimensioni come la grandezza del cranio o la lunghezza della mandibola.
Quindi i dati di questo studio supportano l’ipotesi di termoregolazione dello sbadiglio per cui cervelli
più grandi e più complessi necessiterebbero di un sistema di refrigerazione più potente e quindi
sbadigli più ampi.
(Salute, Sole 24Ore)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1090
PREVENZIONE E SALUTE
LE 7 RISPOSTE SUL CORTISONE
Il cortisone è un farmaco che fa molto parlare di sé, nel bene e nel male.
Spesso il suo nome genera preoccupazione – soprattutto per i possibili effetti collaterali derivanti dal
suo uso – ma fin dagli anni ’50 del secolo scorso rappresenta uno dei farmaci più efficaci per curare
patologie tra cui anche le forme più gravi delle malattie reumatiche.
Cerchiamo di conoscere meglio il cortisone rispondendo a sette domande
con l’aiuto della professoressa Bianca Marasini, responsabile
dell’Ambulatorio di Reumatologia di Humanitas Gavazzeni.
1. Il cortisone fa ingrassare?
Può succedere, perché il cortisone aumenta l’appetito e può trattenere
liquidi. Per ridurre questi effetti è necessaria una dieta a calorie controllate;
raramente, e solo per alcuni pazienti cardiopatici, è necessario un
diuretico. Il cortisone tende anche a ridistribuire il grasso corporeo che si accumula su addome, collo e
viso, dando al volto un aspetto un po’ a “luna pienaâ€. Gli arti invece tendono ad assottigliarsi anche
perché tende a ridursi la massa muscolare.
2. Il cortisone abbassa le difese immunitarie?
Il cortisone, come tutti gli immunosoppressori, può alterare la risposta immune, con conseguente
rischio di eventi infettivi, virali o microbici. Tale rischio è solitamente modesto, controllabile
con antibiotici e/o antivirali, dipende dal dosaggio e dal tempo di assunzione del cortisone, ma anche
dalla presenza di altri eventuali fattori di rischio o comorbidità .
Va comunque ricordato che il cortisone è usato anche in alcune malattie infettive proprio per ridurre la
risposta infiammatoria.
3. Il cortisone eccita?
È possibile; il medico potrà ridurre il dosaggio del cortisone e, se il caso, potrà ricorrere a blandi
sedativi e farmaci per indurre il sonno.
4. Il cortisone deve essere sospeso in caso di intervento chirurgico?
Assolutamente no, anzi sarà eventualmente da aumentarne il dosaggio delcortisone nel periodo
dell’ospedalizzazione.
5. Il cortisone deve essere sospeso in caso di vaccinazione?
Assolutamente no per alcune vaccinazioni, quale l’anti-influenzale. Alcune vaccinazioni sono invece
controindicate.
6. Il cortisone fa male alla pelle?
Nei giovani qualche volta l’uso del cortisone può peggiorare l’acne. Negli anziani rende la pelle più
fragile. Raramente si nota aumento della peluria.
È bene ridurre l’esposizione al sole. Ricordiamo che l’esposizione prolungata al sole è da evitare
comunque in molte delle malattie reumatiche (proprio in quelle per la cui cura si utilizza il cortisone).
7. Esiste un’alternativa al cortisone?
Sicuramente sì. Nei casi in cui sono necessarie dosi molto elevate oppure se si verificano effetti
collaterali non accettabili, il dosaggio del cortisone può essere diminuito o il cortisone addirittura
sospeso, ricorrendo a farmaci immunosoppressori.
Perché allora non usare questi dall’inizio? Perche l’azione del cortisone è più rapida, e sostanzialmente
con effetti collaterali spesso minori rispetto a quelli di altri immunosoppressori.
(Salute, Humanitas)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno IV – Numero 1090
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: i Prossimi EVENTI del Mese di APRILE
DATA
Martedì
11 Aprile
Ore 21,00
TITOLO
CF
15
+
FARMACI INNOVATIVI: Ruolo del Farmacista --- II PARTE
Prof. G. Pignataro; Prof. F. Frecentese
(5 + 10 Fad)
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo
che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato nel uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2016.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2016 l’erogazione di
un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si
trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti i requisiti.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata
da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: L’ORGOGLIO DELL’ APPARTENENZA
Dal mese di Luglio u.s. è disponibile presso i nostri uffici
In una fase caratterizzata da una profonda crisi di valori e di
appartenenza ad una comunità professionale, l’Ordine Professionale ha
ritenuto, al fine di rinvigorire il sentimento di legame alla nostra antica
professione, di realizzare una spilla da poter apporre sul bavero della
giacca (Uomo e Donna) che richiama il Nostro logo brevettato (Mortaio
farmaceutico, pestello, serpente e tricolore, realizzato in occasione del
Centenario della Nascita dell’Ordine Professionale di Napoli).
Realizzate due tipologie di spillo da giacca:
1. Spillo in oro 750° realizzato a MANO (tranciatura, coniatura, rifinitura, saldatura,
lucidatura)
Spillo in argento 925° realizzato a MANO (tranciatura, coniatura, rifinitura, saldatura,
lucidatura e bagno galvanico argento)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 7
Ai Titolari di Farmacie di Napoli e Provincia
Anno IV – Numero 1090
Napoli 6 Aprile 2017
Oggetto:Preparazioni magistrali a scopo dimagrante: modifiche al D.M. 22.12.2016
Cari Colleghi,
Come è noto, con decreto del 22 Dicembre 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio u.s. (ns
circolare n. 60 del 4.01.2017), il Ministero della Salute ha vietato la prescrizione e l’allestimento di preparazioni
magistrali a scopo dimagrante contenenti il principio attivo Sertralina ed altri.
Ti informo che il Ministro della salute, On. Beatrice Lorenzin, in data 31 marzo u.s., ha firmato il nuovo decreto
che modifica il D.M. 22.12.2016, accogliendo così le segnalazioni pervenute dal tavolo tecnico istituito dal
Ministero della Salute. In particolare, si segnala che l’art. 1, interamente modificativo del precedente, limita alle
seguenti le sostanze medicinali vietate nella prescrizione ed allestimento di preparazioni magistrali a scopo
dimagrante:
Sertralina
Buspirone
Acido Ursodesossicolico
Pancreatina f.u. IX ed
Acido Deidrocolico
d-fenilalanina
deanolo-p-acetamido benzoato
Fenilefrina
Spironolattone;
L-Tiroxina
Triiodotironina;
Zonisamide;
Naltrexone;
Oxedrina;
Fluvoxamina;
Idrossizina;
Nel nuovo decreto è precisato che è fatto divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di eseguire
preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti le sostanze medicinali sopra indicate in forma singola o
in combinazione associata tra loro.
E’ fatto, altresì, divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di allestire per il medesimo paziente due o più
preparazioni magistrali singole contenenti una delle suddette sostanze medicinali a scopo dimagrante.
L’articolo 2, confermando i divieti e le limitazioni vigenti circa la prescrizione e la preparazione di
preparazioni magistrali a scopo dimagrante e richiamando la disciplina di cui all’articolo 5 del decreto-legge 17
febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94, stabilisce:
A. Per il Medico l’obbligo
 di ottenere il consenso informato scritto del paziente al trattamento medico;
 di specificare nella ricetta le esigenze particolari di trattamento che giustificano il ricorso alla
prescrizione estemporanea e le indicazioni d’uso;
 di trascrivere, senza riportare le generalità del paziente, un riferimento numerico o alfanumerico di
collegamento a dati d'archivio in proprio possesso che consenta, in caso di richiesta da parte
dell'autorità sanitaria, di risalire all’identità del paziente trattato;
B. Per il Farmacista l’obbligo
 di trasmettere mensilmente le suddette ricette, in originale o in copia, all’azienda unità sanitaria locale o
all'azienda ospedaliera, che provvede al loro inoltro al Ministero della salute - Direzione generale dei
dispositivi medici e del servizio farmaceutico, per le opportune verifiche.
Al fine di monitorare l’uso e la sicurezza delle preparazioni magistrali a scopo dimagrante, la Direzione generale
dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della salute trasmetterà copia di tali ricette
all’Istituto superiore di sanità che dovrà comunicare periodicamente, almeno con cadenza trimestrale, al
Ministero della Salute gli esiti del monitoraggio, con una valutazione complessiva del rischio per la salute
sull’uso delle sostanze medicinali impiegate.
Infine, il nuovo decreto inserisce, infine, l’art. 3 che prevede l’obbligo per le ASL o le aziende ospedaliere
di trasmettere alla Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della salute
le ricette che ricevono ai sensi del citato art. 5 della L. 94/1998, anche ai fini dell’eventuale adozione da parte
del Dicastero stesso, ai sensi dell’art. 154, comma 2, del D.Lgs. 219/2006, di provvedimenti di divieto di
utilizzazione di medicinali, anche preparati in farmacia, ritenuti pericolosi per la salute pubblica.
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 8
Anno IV – Numero 1090
REGIONE CAMPANIA: CONCORSO STRAORDINARIO
IN CORSO LA VALUTAZIONE DEI TITOLI
BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016
Di seguito la composizione della commissione:
Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli
Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute
Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno
Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare
Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia
Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania
QUOTA SOCIALE 2017
E’ in riscossione la quota sociale 2017 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per
l’Ordine e Euro 41,80 per la FOFI.
Gli ISCRITTI che NON HANNO ANCORA RICEVUTO L’AVVISO DI PAGAMENTO,
POSSONO SCARICARLO dal sito dell’Ordine INSERENDO il proprio CODICE FISCALE
al seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1381-quota-sociale-2017
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio 2016 assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando
1635/15 del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad
offrire agli iscritti un servizio di assistenza legale di primo livello.
Tale iniziativa si inquadra nell’ambito di un processo di sempre
maggiore vicinanza che l’Ordine ha instaurato con i propri iscritti in un momento nel quale i problemi
che investono i laureati in farmacia, nelle sue varie declinazioni, appaiono sempre più attuali.
Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
I Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti
modalità : 1. Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
3.Inviare e-mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.