Anno V – Numero 1119
Venerdì 19 Maggio 2017 – S. Pietro di Morrone Papa
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Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Dipendenza
da
messaggio: il 34% dei
ragazzi li scrive durante la
doccia
5. 60 secondi o 1 minuto:
per il nostro cervello non
è la stessa cosa
Prevenzione e Salute
6. Prolasso genitale rinforza
il pavimento pelvico per
evitarlo
7. Per avere più energia
meglio fare una rampa di
scale che bere un caffè?
8. Un maschio su mille ha il
cancro al seno
Meteo Napoli
Venerdì 19 Maggio
ï‚· Variabile
Minima: 17° C
Massima: 26 °C
Umidità :
Mattina = 60%
Pomeriggio = 47%
Proverbio di oggi….……..
‘O cane mòzzeca ò stracciato. Il cane morde lo straccione.
DIPENDENZA DA MESSAGGIO: sedere
Chi troppo s’inchina, mostra il
il 34% dei ragazzi li scrive durante la doccia
Il 34% degli studenti universitari invia sms mentre fa la
doccia, più del 22% lo fa nel corso delle cerimonie religiose e
circa il 7,4% durante i rapporti sessuali.
È quanto emerge da uno studio pubb. sulla rivista Social
Science Journal, secondo cui nonostante sappiano che è
sbagliato, i ragazzi non riescono a resistere alla tentazione di
scrivere sms anche nei momenti meno opportuni.
La ricerca è stata condotta sulle abitudini di 152 studenti
universitari, ai quali è stato chiesto di rispondere a un
questionario volto ad accertare il loro utilizzo degli sms. In
particolare, il sondaggio intendeva appurare se i ragazzi inviassero messaggi
anche in situazioni ritenute “socialmente inopportuneâ€, come durante
i funerali, sotto la doccia, durante i rapporti sessuali e mentre erano in bagno.
Risultati: dall’analisi è emerso che nonostante la maggior parte dei
partecipanti ritenesse che fosse sbagliato,
 il 34% degli intervistati mandava sms mentre faceva la doccia,
 più del 22% lo faceva durante le cerimonie religiose,
 l’11% nel corso del Giuramento di fedeltÃ
 circa il 7,4% durante i rapporti sessuali.
Per la maggior parte degli studenti scrivere messaggi quando si è in bagno o
mentre si mangia è normale.
Secondo i ricercatori l’incapacità di resistere alla tentazione di rispondere agli
sms si fonderebbe sui principi della selezione naturale: i suoni e le luci
lampeggianti provenienti dai telefonini potrebbero indicare la presenza di
nuove opportunità o minacce, che indurrebbero le persone a prestare meno
attenzione al contesto in cui si trovano e a prendere in considerazione
ogni possibile eventualità . "Siamo tutti programmati per notare i movimenti e
i cambiamenti, pertanto i ronzii e i suoni degli sms potrebbero determinare la
necessità di capire cosa stia accadendo, proprio come in passato certi rumori
segnalavano la presenza dei predatoriâ€. (Salute, Sole 24ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1119
PREVENZIONE E SALUTE
PROLASSO GENITALE,
rinforza il pavimento pelvico per evitarlo
Per prevenire il prolasso genitale è utile rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico,
ovvero quei muscoli che chiudono verso il basso la cavità addominale partendo all’interno dei
fianchi, in corrispondenza dell’osso pubico e della base della colonna vertebrale.
Una recente ricerca pubblicata su Lancet ha confermato l’efficacia
dell’ESERCIZIO FISICO mirato contro il prolasso genitale.
Il prolasso degli organi pelvici è una ernia dell’apparato genitale
caratterizzato dalla discesa dei tessuti di vagina o utero.
È una condizione patologica associata a gravidanze e parti multipli o
difficoltosi ma anche all’invecchiamento. I sintomi, tra cui
l’incontinenza urinaria, riguardano, secondo alcune stime, anche fino al
30% delle donne dopo i 40 anni.
MENO SINTOMI DI PROLASSO CON L’ATTIVITÀ FISICA
Diversi ricercatori provenienti hanno condotto uno studio su 412 donne di Regno Unito e Nuova Zelanda
per valutare l’efficacia dell’esercizio fisico sullo sviluppo dei sintomi del prolasso genitale.
Le donne, che manifestavano già dei primi segnali di prolasso, sono state divise in due gruppi: al primo è
stato chiesto di partecipare a cinque lezioni individuali in cui avrebbero appreso le tecniche
di esercizi per il pavimento pelvico, oltre a lezioni di pilates da fare anche a casa.
Queste donne hanno ricevuto anche dei consigli personalizzati sullo stile di vita. Alle restanti donne sono
stati impartiti invece solo questi consigli.
Nell’arco di due anni – è emerso dalla ricerca – le donne del primo gruppo hanno riferito una minore
incidenza di sintomi di prolasso genitale: solo il 6% di loro ha dovuto ricorrere a qualche forma di
trattamento (dalla chirurgia all’utilizzo dell’ovulo vaginale) rispetto a una percentuale maggiore nel
secondo gruppo, pari al 14,4%.
Fino alla comparsa dei primi segnali di prolasso genitale è possibile dunque intervenire con la
fisioterapia: «Le donne coinvolte nella ricerca in oggetto – presentavano un prolasso di grado lievemedio. In caso di maggiore severità del prolasso gli esercizi non sarebbero utili alla donna, mentre
l’attività fisica è utilissima proprio in chiave preventiva, prima della comparsa dei sintomi iniziali».
QUANDO E COME È POSSIBILE PREVENIRE IL PROLASSO GENITALE?
«Una donna che ha partorito può cominciare a fare degli esercizi per rinforzare il pavimento pelvico nelle
prime settimane dopo il parto, compatibilmente con le sue condizioni di salute. Se una donna non ha
avuto gravidanze può comunque cominciare ad allenare la muscolatura pelvica prima della menopausa.
L’ideale sarebbe svolgere esercizi mirati, ma anche yoga e pilates possono aiutare. Meglio se la donna si
fa guidare per 3-4 sedute da figure professionali, fisioterapisti od ostetrici, prima di praticare gli esercizi a
domicilio», suggerisce lo specialista.
LA PREVENZIONE DEL PROLASSO È UN ELEMENTO DI CUI SI TIENE CONTO
PER LA SCELTA DEL TIPO DI PARTO, SE NATURALE O CESAREO?
«Certamente una donna che, per es., abbia partorito due volte con taglio cesareo ha meno probabilità di
sviluppare prolasso rispetto a chi l’abbia fatto naturalmente. In ogni caso la comunità scientifica è
contraria alla scelta di ricorrere al cesareo per evitare il prolasso, sia perché si tratta comunque di un
intervento chirurgico sia perché il prolasso è una condizione che potrebbe presentarsi a distanza di 30
anni dal parto. Infine perché il parto non è il solo fattore di rischio di prolasso genitale: sono rilevanti, ad
es., la stessa gravidanza, il peso del bambino alla nascita e la durata del travaglio, ma anche altri elementi
come l’assuefazione al fumo di sigaretta, la stipsi e una tosse cronica». (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1119
PREVENZIONE E SALUTE
PER AVERE PIÙ ENERGIA MEGLIO FARE
UNA RAMPA DI SCALE CHE BERE UN CAFFÈ?
Su e giù da una rampa di scale meglio di una tazzina di caffè.
Per una iniezione di energia in una giornata sonnolenta sarebbe meglio salire e scendere alcuni gradini
piuttosto che fare il pieno di caffeina. È la conclusione di una
ricerca pubblicata su Physiology and Behavior. Il commento della
professoressa Daniela Lucini, responsabile della Sezione di
Medicina dell’Esercizio di Humanitas.
Basterebbero 10 min., e senza strafare,
tenendo cioè un passo normale
Il team ha coinvolto 18 studentesse tra 18 e 23 anni di età che avevano riferito di soffrire di disturbi del
sonno (dormivano circa 6 ore e mezzo a notte).
Alle partecipanti è stato chiesto di fare le scale per 10 minuti, senza correre, tenendo una bassa intensità ,
o di assumere capsule contenenti 50 mg di caffeina o un placebo. 50 mg è grosso modo il contenuto di
caffeina di una tazzina di espresso.
Per testare gli effetti dell’assunzione di caffeina e dell’attività fisica, alle ragazze è stato chiesto di
eseguire dei test per valutare le performance cognitive.
Sebbene né la caffeina né l’esercizio fisico avessero indotto grandi miglioramenti nella memoria e
nell’attenzione, chi aveva fatto le scale aveva mostrato comunque una maggiore motivazione. L’effetto
dell’esercizio fisico era comunque temporaneo, concludono i ricercatori.
L’ATTIVITÀ FISICA COME – SE NON MEGLIO – DI UNA SOSTANZA STIMOLANTE?
«Da un lato fare attività fisica in maniera costante protegge dal rischio di insorgenza di malattie
cardiocerebrovascolari e del metabolismo, ma questo non è l’unico beneficio. È importante anche quello
che succede mentre si fa attività fisica: l’organismo reagisce con un aumento dell’attività simpatica, basti
pensare semplicemente all’aumento del battito cardiaco».
«Ebbene – continua – se questa attività può rappresentare un rischio in caso di attività particolarmente
intense e in soggetti con qualche fattore di rischio cardiovascolare, normalmente è proprio ciò che
“sveglia†il soggetto.
Fare le scale, ad es., innesca un tipo di attività simpatica sufficiente a questo scopo. Inoltre muoversi
stimola il rilascio di neurotrasmettitori associati a una sensazione di benessere. Ecco perché il consiglio è
quello di dedicare 5-10 minuti all’attività fisica quando si sta facendo qualcosa di noioso, stressante o
impegnativo, basta anche una camminata.
Un consiglio valido, per esempio, per gli studenti impegnati in lunghe sessioni di studio al fine
di recuperare energie e rendere di più in seguito», conclude l’esperta. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1119
SCIENZA E SALUTE
60 SECONDI O 1 MINUTO:
PER IL NOSTRO CERVELLO NON È LA STESSA COSA
Dividete il tempo in parti più piccole: il futuro vi sembrerà più vicino. Una ricerca
pubblicata su Psychological Science dal titolo suggestivo «Quando inizia il futuro?»
Attenzione, questo articolo sparirà dal sito senza lasciare traccia:
1) entro domani
2) entro 1440 minuti
3) entro 86400 secondi
Se trovaste uno di questi avvisi prima di un articolo, dato per scontato che
parli di qualcosa che v’interessa, quale dei tre v’indurrebbe a leggerlo prima?
 Con la prima avvertenza molti rimanderebbero la lettura a domani.
 Con la seconda è probabile che lo leggiate prima
 Con la terza lo leggerebbe subito ancora più gente.
Eppure le 24 ore che ci separano da domani equivalgono proprio a 1440 minuti o a 86.400 secondi, ma
per darsi una mossa il nostro cervello ha bisogno di una quantificazione del tempo che sia la più
parcellizzata possibile.
Il tempo è «piccolo»: Per come funziona, infatti, 60 secondi o 1 minuto per il cervello non sono la
stessa cosa: l’hanno scoperto i ricercatori della Michigan University che hanno appena pubblicato su
Psychological Science uno studio dal titolo suggestivo “Quando inizia il futuro?â€, in cui analizzano la
percezione soggettiva del tempo studiando i piani per un esame di alcuni studenti universitari, una
categoria spesso colpita dalla cosiddetta sindrome di procrastinazione che porta a lasciare a domani ciò
che si potrebbe fare oggi, condizione che risulta affliggere anche i prossimi pensionati.
Il framing: la parola chiave per capire la percezione temporale è framing, che letteralmente significa
“inquadramento†e assume significati diversi a seconda del contesto in cui è usata, dalla sociologia
all’informatica, alle telecomunicazioni, al mondo dei network, ecc.
Nel ’74 il sociologo Erving Goffman, ha definito il framing come la capacità di creare schemi
d’interpretazione con cui classifichiamo fatti ed eventi, strutturandone il significato grazie a cornici
interpretative della realtà in cui organizziamo esperienze e azioni.
Framing temporale e percezione di malattia
Un esempio classico di percezione influenzata dal framing temporale è quello indicato nello studio
“Quando un giorno vale più di un anno: gli effetti del framing temporale sul giudizio dei rischi per la
saluteâ€: il rischio di malattia che percepiamo dalla frase
 “Ogni giorno muoiono 1206 americani per colpa del fumo†suona più grave di quello della frase
 “Ogni anno 440mila americani muoiono per colpa del fumoâ€.
Eppure si tratta esattamente della stessa cosa, ma la cosiddetta CFC, sigla di consideration of future
consequences, cioè considerazione delle conseguenze future, è influenzata dal framing temporale che
non attribuisce a un giorno lo stesso valore della 365ma parte di un anno.
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