Anno II – Numero 164 Mercoledì 24 Aprile 2013, S. Fedele, Gastone DOMANDE E RISPOSTA PERCHÉ FA MALE LA MILZA? Se si accusa una fitta proveniente dalla sinistra dell’addome, localizzata in profondità, mentre si sta compiendo uno sforzo, si Notizie in Rilievo è abituati a dire che fa male la milza. Prevenzione e salute 1. Gli esami del sangue: l’azotemia 2. Federica: morta dopo un tatuaggio. Forse uno stafilococco cattivo. Scienza e Salute 3. Batteri radioattivi contro il cancro Alimenti e Salute La diagnosi è generalmente corretta, dal momento che il dolore è legato a una particolare funzione della milza che viene messa in atto solo in situazioni di necessità. Più ossigeno. Una persona non allenata, per es., mettendosi a correre può trovarsi ad avere bisogno di un maggiore apporto di ossigeno: in questo caso l’organismo reagisce con una contrazione nervosa della milza (il riflesso che provoca il dolore) che serve a immettere nei vasi sanguigni nuovi globuli rossi in grado di trasportare ossigeno (anche più di un decilitro di sangue alla volta, contenuto nell’organo). La milza, posta dietro allo stomaco, è un organo molto vascolarizzato che, in situazione di normalità, mantiene l’equilibrio nella composizione e nella quantità di sangue circolante: produce infatti linfociti, distrugge i globuli rossi che hanno esaurito la loro funzione e “filtra” i batteri. (Focus) 4. Cambia la stagione, cambia l’alimentazione. CHE COS’È L’EPIDURALE? Domande e Risposte 5. Perché fa male la L’anestesia peridurale è una forma di ‘anestesia locoregionale’ che permette di eliminare la sensibilità al dolore della donna durante il parto, ma la mantiene cosciente. milza. 6. Che cos’è l’epidurale? Comporta l’iniezione di un anestetico nello spazio peridurale, la zona compresa tra il tessuto di rivestimento interno delle vertebre e la dura madre, che è la membrana di rivestimento del midollo spinale. Per effettuarla si usa un ago, lungo e sottile, detto ago di Tuohy, che viene inserito tra la II e la III vertebra lombare (o tra la terza e la quarta), in prossimità dei nervi periferici che raccolgono gli stimoli dolorosi per trasmetterli al midollo spinale. L’introduzione dell’ago viene effettuata dopo una lieve anestesia locale. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 164 PREVENZIONE E SALUTE GLI ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto Capire e interpretare gli esami di laboratorio è compito del medico. I valori dei test ematici, infatti, molto raramente dicono qualcosa di significativo se considerati singolarmente. Possono dare indicazioni attendibili solo se letti nel loro insieme e interpretati in base alle caratteristiche della persona per la quale sono stati richiesti dal medico. Lo scopo delle informazioni che si possono trovare in questa pagina non è quindi di indurre a una lettura «fai da te» (inutile e persino potenzialmente pericolosa) dei parametri che si possono trovare sul referto del laboratorio, ma piuttosto di fornire una base culturale per capirsi meglio col medico, e prepararsi, eventualmente, a fargli le domande giuste. Esami per il RENE Azotemia, Creatininemia EMOCROMO MCHC, MCV, RDW, Emoglobina, Ematocrito, Globuli rossi, Globuli bianchi, elettroforesi delle proteine plasmatiche Esami per il FEGATO Bilirubina, Gamma GT, Fosfatasi alcalina, Transaminasi Esami per CUORE e Colesterolo, Trigliceridi, Glicemia, Troponina, D-Dimero, NT-proMETABOLISMO BNP, Proteina C-reattiva, Calcemia o Calcio sierico, Paratormone, Vitamina D, Calcitonina Sideremia, Transferrina serica, Ferritina Esami per il FERRO Esami per le Malattie Test per l’HIV INFETTIVE Oggi parliamo degli esami per il Rene: Azotemia; nei prossimi giorni tratteremo i vari altri esami. ESAMI PER IL RENE: AZOTEMIA CHE COSA SI MISURA: L’esame misura la concentrazione di azoto non proteico nel sangue, cioè la concentrazione di urea nel sangue. L’urea è un composto di scarto che deriva dalla degradazione delle proteine. È prodotta dal fegato e rilasciata nel sangue, per poi essere filtrata dai reni ed eliminata con le urine. L’azotemia indica la funzionalità dei reni. Valori diversi da quelli di riferimento segnalano un’imperfetta depurazione del sangue da parte dei reni. QUANDO E PERCHÉ IL TEST È INDICATO: Insieme al test della creatinina, l’azotemia fa parte degli esami che vengono prescritti di routine per controllare la funzione renale. L'esame è indicato: 1. per coloro che lamentano un malessere non specifico; 2. per i soggetti che mostrano segni o sintomi di qualche alterazione renale; 3. per vedere se i reni funzionano prima di iniziare alcune terapie farmacologiche; 4. prima e durante i ricoveri ospedalieri; 5. per accertare l’efficacia della dialisi o di altri trattamenti in pazienti con malattie renali croniche e acute; 6. per le persone che soffrono di malattie croniche come il diabete e lo scompenso cardiaco (controlli a intervalli regolari). COME SI FA IL TEST: È sufficiente il prelievo di un campione di sangue dalla vena di un braccio. QUALI SONO I VALORI NORMALI: I valori di riferimento sono: 10-50 mg/dl, con una variabilità che dipende dall’età e dal sesso. Nei bambini molto piccoli i valori sono circa il 60% di quelli degli adulti; negli anziani (dopo i 60 anni) aumentano lievemente. Nelle donne si osservano in genere valori un poco più bassi rispetto agli uomini. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 164 COME INTERPRETARE I RISULTATI DELL’ESAME: La maggior parte delle malattie dei reni o del fegato possono alterare i livelli di urea nel sangue. Infatti l’azotemia aumenta se il fegato produce più urea o se i reni ne filtrano meno. Valori superiori a quelli normali possono essere causati da: malattie renali acute o croniche, da qualsiasi causa di ostruzione delle vie urinarie (calcoli) da un ridotto flusso di sangue ai reni dovuto per es. a scompenso cardiaco, shock, ustioni, traumi, emorragie. Anche altre condizioni possono far aumentare l’azotemia: una dieta ricca di proteine, il digiuno, alcune malattie infettive gravi (leptospirosi, tubercolosi renale, pielonefrite), la cirrosi, la gotta, le emorragie intestinali. Valori inferiori a quelli normali non sono molto comuni; possono essere causati da: alcune malattie del fegato (epatiti), un eccesso di idratazione, una dieta povera di proteine e malnutrizione. L’azotemia non è comunque utilizzata per diagnosticare o seguire queste condizioni. INFORMAZIONI AGGIUNTIVE: Oltre ai due esami dell’azotemia e della creatinina, per valutare la funzionalità renale il medico può prescrivere anche i cosiddetti esami degli elettroliti, che misurano le concentrazioni di alcune particelle cariche chimicamente nel sangue (ioni), come sodio, potassio e calcio. Talvolta il medico valuta il rapporto tra azotemia e creatinina presente nel sangue, per capire meglio le cause di un aumento dei due parametri. Il rapporto è di norma compreso tra 10:1 e 20:1. Un rapporto più basso potrebbe essere dovuto a un ridotto flusso di sangue ai reni (scompenso cardiaco, disidratazione), a emorragie gastrointestinali o a diete iperproteiche. Invece, un rapporto più alto può essere causata da una malattia del fegato o da malnutrizione. (Salute, Corriere) BATTERI “RADIOATTIVI” CONTRO IL CANCRO Microrganismi in grado di "uccidere" le metastasi del tumore al pancreas nei topi Batteri "radioattivi" sarebbero efficaci anche contro il cancro al pancreas, dopo la formazione di metastasi. Nella pratica clinica questa condizione lascia pochissime chance di sopravvivenza che grazie ai microrganismi potrebbero aumentare. Questi i risultati di uno studio su topi condotto dall'Albert Einstein College of Medicine e pubblicato su PNAS. IL TEST -I batteri in questione sono una forma attenuata di Listeria (che normalmente causa intossicazioni alimentari). I microrganismi sono in grado di infettare le cellule delle metastasi ucciderle veicolando al loro interno la radioterapia. Gli esperti hanno dimostrato che i batteri radioattivi uccidono in poco più di una settimana di terapia il 90% delle metastasi, senza danneggiare i tessuti sani circostanti. Il cancro al pancreas è uno dei tumori meno curabili: si scopre spesso quando è già in fase di metastasi (perché il tumore primario - in genere operabile - non dà sintomi) e quindi quando è ormai inoperabile. Gli esperti avevano già dimostrato in provetta che batteri attenuati (e quindi innocui per i tessuti sani, ma infettivi per i tessuti tumorali non protetti immunologicamente) caricati con radioisotopi erano in grado di attaccare e uccidere cellule tumorali. Hanno così testato i “batteri radioattivi” su topi malati di cancro al pancreas con metastasi. I Listeria hanno attaccato le metastasi eliminandone il 90% in poco tempo mentre i topolini non trattati cominciavano già a morire. (TGcom24, Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 164 ALIMENTI E SALUTE CAMBIA LA STAGIONE, CAMBIA L’ALIMENTAZIONE! Addio alle calorie in eccesso e ai pesanti cibi invernali. Con la bella stagione in tavola alimenti freschi e leggeri senza tralasciare mai frutta e verdura La stagione primaverile non è solo un periodo di rinascita; spesso provoca sonnolenza, stanchezza e un senso di spossatezza. Anche il tipo di alimentazione gioca un ruolo chiave in questo contesto in quanto il fisico, ha bisogno in qualche modo di disintossicarsi e rivitalizzarsi non solo per sentirsi meglio, ma anche per ovviare a quel senso di pesantezza legato ai chili messi su durante l’inverno. Mangiare con gusto rimanendo in forma durante la bella stagione? Si può! L’ALIMENTAZIONE A PRIMAVERA: Visto che il clima diventa più mite non è necessario apportare calorie al nostro corpo anche per aumentare la temperatura corporea. È meglio perciò orientarsi su alimenti meno calorici. Tra i cereali scegliamo quelli più rinfrescanti, come orzo, farro, riso e abbandoniamo il grano saraceno, e l’avena, più calorici e difficili da digerire. Anche i metodi di cottura dovranno diventare più semplici e meno ricchi di grassi: questo è il tempo delle grigliate di carne e di pesce, ma anche la bollitura o il vapore possono diventare gustosi in questo periodo perché la stagione invita a mangiare carni, pesce e uova e i legumi anche freddi, sotto forma di gustose insalate di proteine e verdure. LA COLAZIONE IDEALE PER LA STAGIONE: È il pasto più importante della giornata ed è la prima regola per evitare quel senso di spossatezza tipico di questo periodo. Perciò, saltare la colazione al mattino, vuol dire innescare nel nostro organismo una serie di meccanismi volti a risparmiare energia e quindi a diminuire il metabolismo per il resto della giornata. L’arrivo della bella stagione ci porta a preferire alimenti freschi per cui una colazione equilibrata, potrebbe essere costituita da una tazza di latte parzialmente scremato, o per gli intolleranti a questo alimento, da una tazza di latte di riso o di soia, da uno yogurt magro con dei cereali integrali o dalle fette biscottate con marmellata. UN PIATTO DI ENERGIA: Oltre alla colazione per sentirsi meno “stanchi” è consigliabile mangiare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. È importante scegliere frutta e verdura di stagione, non solo perché meno costosa, ma perché la maturazione spontanea arricchisce questi alimenti delle vitamine e dei sali minerali, necessari al nostro organismo in questo periodo. Per i malesseri stagionali sono fondamentali le vitamine del gruppo B, che aiutano il buon funzionamento del metabolismo cellulare, e i Sali minerali in particolare il potassio, utile per mantenere l’equilibrio idro-salino e per prevenire la pressione bassa, oltre a favorire la buona funzionalità di cuore e muscoli. Gli asparagi, i cavoli, i ravanelli, la rucola sono ricchi di tali sostanze. Oltre a combattere il malessere e la stanchezza del periodo, la fibra e gli zuccheri contenuti nella frutta e nella verdura di stagione, aiutano il nostro intestino a mantenersi attivo e questo è importante non solo per eliminare di volta in volta le sostanze di scarto dal nostro corpo, ma anche per mantenere attivo il nostro sistema immunitario: a livello del tubo digerente infatti, si trova il 90% del nostro sistema immunitario per cui un intestino sano e non infiammato vuol dire anche un sistema immunitario pronto a reagire alla spossatezza del periodo primaverile. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 164 PREVENZIONE E SALUTE FEDERICA, MORTA DOPO UN TATUAGGIO «FORSE UNO STAFILOCOCCO "CATTIVO"» L'infettivologo Massimo Galli: «Difficile pensare che un tattoo abbia causato tutto questo, sarebbe un caso eccezionale» «Se mi presentassero un caso di questo genere, con uno choc irreversibile e manifestazioni emorragiche, e non sapessi del tatuaggio, penserei subito a una sepsi meningococcica», ovvero una gravissima infezione causata dal meningococco. Ma è ancora tutta da stabilire la relazione tra il tatuaggio e la morte di Federica Iammatteo, 23 anni, morta sabato due giorni dopo essersi fatta fare un disegno sulla spalla destra e in questo senso sarà decisivo il risultato dell'autopsia. È il parere di M. Galli, prof. di Malattie Infettive all'Univ. di Milano. Che non esclude come causa della morte uno stafilococco molto "cattivo". PORTA D'INGRESSO - «Se si fosse trattato di allergia all'inchiostro, come è stato ipotizzato, lo choc anafilattico si sarebbe manifestato subito - spiega l'infettivologo - e invece in questo caso la reazione è arrivata dopo diverse ore», anche se la ragazza aveva accusato un senso di malessere già durante l'incisione. «Il tatuaggio è sempre una porta d'ingresso, ma la sua invasività è molto minore rispetto per esempio a un intervento chirurgico. Che le infezioni chirurgiche esistano lo sappiamo e spesso non derivano da negligenza ma da casi sfortunati. Potrebbe trattarsi di un caso simile, ma la letteratura medica non descrive situazioni di questo genere successive a un tatuaggio: se così fosse, sarebbe un caso di assoluta novità ed eccezionalità». Una delle ipotesi avanzata dagli esperti è che Federica sia stata infettata da uno stafilococco particolarmente "cattivo". «Va confermata dalle analisi - , ma se così fosse bisognerebbe andare a vedere se il batterio è presente nei pigmenti o sugli strumenti usati per il tatuaggio. Il batterio poteva essere anche già presente sulla cute della ragazza, per capirci lo stafilococco - nelle forme meno "cattive" - è il batterio dell'acne e dei brufoli: in questo caso saremmo di fronte a un caso veramente sfortunato e il tatuaggio avrebbe avuto il ruolo di porta d'ingresso per un germe già presente sulla cute». I RISCHI - Ma quali sono in generale i rischi associati ai tatuaggi? «La letteratura riporta di casi recenti di tattoo che sono stati causa di quadri settici gravi e di fasciiti in chi si è sottoposto a un cosiddetto tatuaggio rituale samoano, eseguito su una vasta superficie corporea con strumenti tradizionali di zanna di cinghiale. C'è poi un solo caso di infezione mortale in un leucemico, un paio di casi di endocardite e un caso di ascesso spinale. I casi di trasmissione di HIV documentati sono due, per tatuaggi eseguiti in carcere in condizioni immaginabili, anche se è stato ipotizzato un ruolo dei tatuaggi nella diffusione del virus in Vietnam e Giamaica, e in linea teorica ovunque le condizioni di esecuzione non garantiscano il rispetto rigoroso delle norme». Esiste anche il rischio di contrarre l'epatite, sia B, sia C, sempre e comunque legato alle condizioni di esecuzione, e infezioni batteriche locali di modesta entità, non infrequenti, che spesso sono sovrainfezioni da grattamento dell'area cutanea infiammata dal tatuaggio. Sono inoltre descritte rare infezioni da micobatteri atipici e un solo caso di inoculazione di Herpes simplex. (Salute, Corriere)