Anno V – Numero 1131
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: Progetto “Un
Farmaco per tuttiâ€;
2. Linee Guida in materia
di Tirocini Formativi e di
Orientamento
3. FAF in farmaDAY
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Indice di massa corporea
– IMC come calcolarlo
5. Arriva l'orologio 'rivelaparkinson', progetto italobritannico
Mercoledì 07 Giugno 2017 – S. Roberto
Proverbio di oggi….……..
‘O peggio passo è chillo d’ ‘a porta.
Il momento più brutto è quello in cui ci si chiude la porta alle spalle
INDICE DI MASSA CORPOREA - IMC
COME CALCOLARLOmostra il sedere
Chi troppo s’inchina,
L'IMC è stato studiato per valutare i rischi correlati al
sovrappeso e all'obesità in soggetti adulti (18-65 anni)
L'Indice di Massa Corporea (IMC, kg/m2) si calcola:
dividendo il peso, espresso in kg per il quadrato
dell'altezza, espressa in metri, come indice indiretto
di adiposità .
70/1,752 = 22,86
Prevenzione e Salute
6. Diabete, dieci REGOLE
(più
una) per
non
sbagliare le iniezioni di
insulina
7. Tumore al seno, il rischio
diminuisce
assumendo
basse dosi di acido
acetilsalicilico?
Nel riquadro è riportato l’esempio di una persona che pesa 70 Kg e con
un’altezza pari a 175cm: il risultato calcolato dal programma corrisponde ad
un’indice di massa corporea pari a 22,86. Tale valore rientra nella scala di
soggetto Normo peso.
Meteo Napoli
Mercoledì 07 Giugno
ï‚· Variabile
Minima: 20° C
Massima: 26 °C
Umidità :
Mattina = 69%
Pomeriggio = 57%
E’ possibile calcolare direttamente il proprio valore di IMC attraverso l’utilizzo
dell’applicativo disponibile al link:
https://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=135&area=Vivi_sano
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131
PREVENZIONE E SALUTE
Diabete, dieci REGOLE (PIÙ UNA)
PER NON SBAGLIARE le iniezioni di insulina
Come iniettare l’insulina nel modo giusto?
Trattandosi di una pratica necessaria più e più volte al giorno, tutti i giorni, le «istruzioni per l’uso» non
sono secondarie, soprattutto all’inizio, anche perché gli errori possono compromettere la terapia.
Sui Mayo Clinic Proceedings sono state pubblicate le nuove raccomandazioni per una corretta terapia
insulinica. Necessarie perché sbagli e imprecisioni sono all’ordine del giorno:
 il 65% usa soluzioni di insulina «lattiginose», la metà dei pazienti
riutilizza gli aghi per comodità o per ridurre i costi
SCEGLIERE L'AGO GIUSTO
L’insulina va iniettata nel tessuto sottocutaneo, non nel muscolo e neppure nel
derma; per questo gli esperti raccomandano l’uso di penne con un ago da 4
mm di lunghezza, da inserire perpendicolarmente rispetto alla pelle. Se per qualsiasi motivo si devono
usare aghi più lunghi o le siringhe, è bene sollevare la cute in una plica e poi iniettare, per evitare di
andare oltre il tessuto sottocutaneo.
SCEGLIERE I PUNTI PIÙ ADATTI PER L'INIEZIONE
 Addome, gambe (il terzo superiore delle cosce, davanti e di lato),
 glutei (nella parte alta e laterale)
 braccia (il terzo mediano, sulla parte posteriore)
sono le zone migliori per inserire l’ago.
LA ROTAZIONE È FONDAMENTALE
Cambiare a rotazione i siti di iniezione è indispensabile perché altrimenti il tessuto reagisce con
un'atrofia locale, la cosiddetta lipodistrofia:
si forma una sorta di piastra di tessuto connettivo fibroso in cui ci sono pochi vasi, per cui l'insulina non
va in circolo come dovrebbe e risulta perciò meno efficace proprio perché le occorre più tempo per
distribuirsi. Per evitare tutto ciò è bene fare le iniezioni ad almeno un dito di distanza una dall’altra e non
ripetere l’iniezione nello stesso posto prima di un mese.
I RISCHI DELLA MANCATA ROTAZIONE
La lipodistrofia si associa a un peggiore controllo della glicemia ma anche a un aumento della variabilitÃ
del glucosio nel sangue e del rischio di ipoglicemie. Senza contare che spesso molti, vedendo come dopo
l'iniezione la glicemia resti alta lo stesso, incrementano in autonomia i dosaggi senza che ce ne sia
bisogno, spendendo di più per il farmaco e soprattutto rischiando un'altalena glicemica dovuta al cattivo
assorbimento. Mai, quindi, fare l’iniezione in una zona con lipodistrofia.
UN CHECK DAL MEDICO UNA VOLTA L'ANNO
Almeno una volta l’anno bisogna sottoporsi a una visita di controllo dal medico per controllare i punti
dove viene fatta l’iniezione e verificare che non ci siano lipodistrofie.
Se queste sono presenti, è consigliabile che vengano segnalate (e magari circoscritte con un pennarello
adatto alla pelle per renderle ben visibili), così che non siano utilizzate come sito di iniezione
dell’ormone.
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131
NEI BAMBINI
Le regole sono le stesse, ma ovviamente serve qualche attenzione in più: fare
l’iniezione sollevando una plica cutanea è ancora più raccomandato, perché
bambini e ragazzi sono più a rischio di iniezioni intramuscolari accidentali
essendo mediamente inferiore la distanza fra pelle e muscolo.
NON GETTARE GLI AGHI NELLA PATTUMIERA
I dati raccolti nello studio pubblicato sui Mayo Clinic Proceedings parlano
chiaro:
 il 48% butta le siringhe nella pattumiera semplicemente rimettendo il cappuccio,
 il 23% le mette in recipienti improvvisati come bottiglie di plastica vuote, solo uno su cinque
utilizza contenitori appositi.
Tuttavia aghi e siringhe costituiscono un rischio, sarebbe perciò opportuno avere a casa un raccoglitore
adeguato da smaltire poi in maniera corretta, portandolo in farmacia.
NO AL RIUTILIZZO
Il 56 % di chi utilizza le penne e il 39% di chi usa le siringhe non le getta dopo un
primo impiego:
la maggioranza lo fa per comodità o per risparmiare e c’è un 30 % che usa lo
stesso ago per sei o più iniezioni.
Gli esperti però sottolineano che si tratta di una cattiva abitudine, perché anche il riutilizzo degli aghi può
favorire la lipodistrofia ma soprattutto perché l’ago non è più sterile dopo il primo uso; inoltre, nelle
penne in cui resta l’ago può entrare aria o fuoriuscire farmaco, modificando l’accuratezza dei dosaggi
successivi.
CONSERVARE BENE L'INSULINA
Tanti pazienti non si attengono alle giuste regole per la conservazione
dell’insulina, che variano da prodotto a prodotto ma devono essere
scrupolosamente seguite.
Altrettanto importante assicurarsi che l’ormone sia sciolto bene nella
soluzione che ci si inietta:
il 65 % dei pazienti ammette di aver usato sospensioni di insulina “lattiginoseâ€, ma se l’ormone non è
correttamente risospeso nel liquido l’assorbimento può cambiare e la risposta clinica essere
imprevedibile.
È bene quindi controllare ogni volta, muovendo la penna per risospendere l’insulina se l’aspetto è
lattiginoso (ma senza scuotere forte altrimenti si possono formare bolle d’aria che possono alterare i
dosaggi).
RICORDARSI LE INIEZIONI
Il 45% dei diabetici salta spesso una “dose†di insulina. La maggior parte delle volte capita per semplice
dimenticanza, ma è importante attenersi allo schema terapeutico e fare le iniezioni quanto e quando
serve per non rischiare un’alta variabilità glicemica e pericolose ipo- o iperglicemie.
PARLARE DI DISAGI E PAURE
Aver paura degli aghi o di sentire male è normale, perciò gli esperti sottolineano l’importanza di un
sostegno adeguato da parte dei diabetologi soprattutto nelle fasi di avvio della terapia con insulina: non
bisogna vergognarsi a esprimere i propri dubbi, chiedendo aiuto e consigli in modo da minimizzare disagi
e dolore.
(Salute, Corriere)
PAGINA 4
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131
SCIENZA E SALUTE
ARRIVA L'OROLOGIO 'RIVELA-PARKINSON',
PROGETTO ITALO-BRITANNICO
Un'idea semplice, economica ma geniale: dalla ricerca italo-britannica arriva un orologio da
polso in grado di rivelare, con un test di appena 10 secondi, se una persona è affetta da
malattia di Parkinson.
Il
dispositivo
innovativo,
sviluppato
dai
ricercatori
dell'Università Campus Bio-Medico di Roma in collaborazione con i
colleghi dell’Università di Oxford, è già una realtà : il brevetto del
sistema è già stato depositato.
E i risultati relativi all'applicazione di questo strumento su un grande
numero di pazienti sono stati da poco pubblicati su 'Brain', oltre ad
essere stati presentati al congresso internazionale su Parkinson e disturbi del movimento, in corso a
Vancouver.
Primo autore della ricerca e co-titolare del brevetto è Lazzaro Di Biase, neurologo presso l’UniversitÃ
Campus Bio-Medico di Roma, che spiega:
"Da molti anni i neurologi tentavano di arrivare a ciò che abbiamo scoperto: un indice diagnostico non
invasivo della malattia di Parkinson con un'accuratezza vicina al 92%".
Il dispositivo indica se il tremolio delle mani del paziente è diagnosticabile come Parkinson o è un
tremore essenziale, patologia che non presenta un’evoluzione progressiva e richiede un diverso
trattamento.
Il dato degli studi effettuati è di gran lunga migliore rispetto all’80% raggiunto dalla diagnosi clinica,
ritenuta finora il gold standard per i parkinsoniani, come pure in confronto ai risultati della Spect
cerebrale, esame diagnostico che utilizza un tracciante radio-nucleare per differenziare la classe di
parkinsonismi da quella dei tremori essenziali.
La Spect, peraltro, utilizza raggi dannosi per la salute, non è presente in tutti i centri ospedalieri e ha liste
d’attesa lunghe e costi elevati.
"Il nostro indice, invece - specifica Di Biase - è operatore-indipendente, rapido nell'utilizzo e ha un costo
bassissimo, perché per funzionare necessita solo di un accelerometro, che costa dai 3 ai 15 euro".
Il segreto del risultato sta tutto nel particolare algoritmo brevettato dagli scienziati, capace di predire in
modo automatico la diagnosi del paziente, partendo proprio dall'analisi del tremore.
Il sistema funziona anche con la tecnologia laser, registrando la velocità di movimento di un dito sul
quale è stata applicata della carta riflettente.
"Con l’approccio attuale – l’errore diagnostico è pari a circa il 40% nei casi di tremore essenziale e al
20% nel Parkinson. Ma parliamo di valutazioni fatte da neurologi specialisti in disturbi del movimento,
che visitano centinaia di pazienti affetti da queste patologie ogni anno.
Per un neurologo non esperto, la percentuale di errore può salire ancora".
Questo perché, nonostante mezzo secolo di ricerche per cercare di differenziare il tremore generato
dagli oscillatori patologici presenti nel cervello di un paziente parkinsoniano rispetto a quello dei soggetti
con tremore essenziale, la frequenza di entrambi oscilla tra i 5 e i 10 Hertz.
Il sistema si candida all’utilizzo negli ambulatori dei medici di famiglia o per l'uso domestico.
ï‚· E per il futuro i ricercatori puntano a raggiungere un indice di accuratezza del 99%.
"I risultati ottenuti con il nostro strumento - conclude l'inventore dello speciale orologio rivela-Parkinson
- andranno testati sui dati di pazienti di cui sono disponibili anche gli esiti delle autopsie cerebrali, perché
la diagnosi di certezza sul Parkinson ad oggi è possibile solo verificando la riduzione delle cellule che
producono dopamina nella sostanza nera del mesencefalo". (Salute, Adnkronos)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131
PREVENZIONE E SALUTE
TUMORE AL SENO, IL RISCHIO DIMINUISCE ASSUMENDO
BASSE DOSI DI ACIDO ACETILSALICILICO?
Un nuovo studio ha associato l’assunzione regolare di acido acetilsalicilico alla riduzione del
rischio oncologico.
In questo caso i ricercatori del Cancer Prevention Institute of
California (USA) hanno suggerito
 un legame tra assunzione di basse dosi di acido
acetilsalicilico e diminuzione del rischio di tumore al
seno.
Ne parliamo con il dottor Andrea Sagona, chirurgo senologo di
Humanitas Cancer Center.
All’assunzione di acido acetilsalicilico a basse dosi (81 mg) almeno tre volte a settimana è stata associata
una diminuzione del rischio generale di tumore alla mammella del 16% e del 20% per il tumore al seno
positivo per i recettori di estrogeni e/o progesterone HER2 negativo, il sottotipo più comune di questa
neoplasia.
Il motivo per cui questo farmaco potrebbe sortire questo effetto non è però ancora del tutto chiaro:
«Come hanno dimostrato altri studi, probabilmente
 l’acido acetilsalicilico agisce a livello della infiammazione locale che sembra favorire la
progressione neoplastica;
 altro meccanismo potrebbe essere quello di un’azione inibitoria sull’enzima aromatasi coinvolto
nella sintesi degli ormoni, lo stesso bersaglio per i farmaci utilizzati nella terapia del tumore alla
mammella».
I RISULTATI DELLO STUDIO
I dati analizzati si riferiscono a poco più di 57 mila donne.
Nel 1995-96, tramite un questionario, i ricercatori avevano acquisito informazioni sulla loro storia
familiare di tumore, su dieta, attività fisica, consumo di alcol e storia riproduttiva.
La ricerca è stata pubblicata su Breast Cancer Research.
Le caratteristiche della popolazione di riferimento rappresentano delle limitazioni alla portata dei
risultati dello studio:
«Si è evidenziata un’incidenza più alta di tumore alla mammella rispetto alla popolazione generale
californiana. Questo probabilmente per la maggiore esposizione, in questo sottogruppo di popolazione, a
fattori di rischio come l’obesità , il ricorso alla terapia ormonale sostitutiva, il consumo di alcol o per il
diverso profilo riproduttivo, avendo partorito ad età più avanzate».
DA ALTRE RICERCHE DATI CONTRASTANTI
«I dati, comunque, restano validi in generale ed indicano che l’assunzione di basse dosi di acido
acetilsalicilico potrebbe ridurre il rischio di un tipo particolare di neoplasia mammaria, cioè quella più
diffusa, che risponde al trattamento antiormonale.
Lo stesso effetto non è stato infine riscontrato per altre tipologie di tumore mammario (ad es. quello che
non esprime i recettori per gli estrogeni ed il progesterone) né per la assunzione di altri farmaci
antinfiammatori non steroidei eventualmente assunti dalle donne come ibuprofene, nimesulide etc».
«Si tratta in definitiva di ulteriori evidenze che si aggiungono a precedenti studi che avevano fornito
risultati simili.
Sul tema però – conclude il dottor Sagona – non ci sono ancora dati conclusivi dal momento che altre
meta-analisi hanno riferito risultati contrastanti». (Salute, Humanitas)
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Anno IV – Numero 1131
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131
Modulo 4/F:
SINTOMI IN FARMACIA:
Ruolo del Farmacista
MAL di GOLA (VI)
Aspetti pratici
Diabetici: collutori e gargarismi sono appropriati e possono essere raccomandati. Pasticche senza zucchero
sono disponibili ma lo zucchero contenuto ora non è considerato importante per uso a breve termine.
Collutori e gargarismi: i pazienti si dovrebbero ricordare che colluttori e gargarismi non devono essere
ingoiati. La tossicità potenziale dei prodotti OTC di questo tipo è bassa ed è improbabile che ci siano
conseguenze ingoiando piccole quantità . C'è comunque, un piccolo rischio di tossicità per via sistemica
ingoiando prodotti che contengono iodio. Le case farmaceutiche raccomandano ai pazienti di chiedere
consiglio su come usare i colluttori diluiti o non diluiti.
Casi Pratici di Soggetti Affetti da Mal di Gola che si Presentano in Farmacia
Caso 1: una donna chiede consiglio al Farmacista per la gola molto infiammata di suo figlio di 15 anni, che è a
casa a letto. Lei riferisce che il figlio presenta febbre e un muco bianco sul fondo della gola. Lui sembra
letargico e non mangia bene perché ha la gola infiammata. L'infiammazione è iniziata circa 5 giorni fa ed è
rimasto a letto dal giorno prima. Le ghiandole del collo sono gonfie.
Punto di vista del Farmacista: sarebbe opportuno che il figlio di questa donna fosse visitato dal dottore. I
sintomi sembrano essere severi e si sente male al punto di rimanere a letto. La febbre ghiandolare è comune
in questa età ed è una possibilità . Nel frattempo si raccomanda il paracetamolo in forma solubile o di
sciroppo, più facile da ingoiare. Gli effetti dell' analgesico e dell' antifebbrile sono entrambi utili.
Punto di vista del Medico: il Farmacista fa bene a raccomandare un rimedio. La descrizione suggerisce una
tonsillite severa la quale sarà causata da un’infezione virale o batterica. Se è virale, la febbre ghiandolare è
una forte possibilità . Il dottore dovrebbe mettere insieme le idee, preoccupazioni e aspettative della madre
del figlio e poi spiegare le cause probabili e il trattamento. Spesso non è possibile eliminare un'infezione da
batterio (lo streptococco), in questa fase le penicilline orali sono le più sicure da prescrivere, o l' eritromicina
se il paziente è allergico alla penicillina. A seconda della disponibilità del servizio del laboratorio il dottore
può prendere un tampone per la gola che identificherebbe un'infezione batterica. Se l'infezione prosegue da
quasi una settimana un'analisi del sangue può identificare una mononucleosi infettiva (febbre ghiandolare).
Anche se non c'è uno specifico trattamento per la febbre ghiandolare, è utile al paziente sapere da cosa è
affetto per conoscere quello che succederà e quando aspettarsi il pieno recupero.
Caso 2: una donna di mezza età si reca in Farmacia per una brutta tosse che ha suo marito. Egli ha una voce
roca da circa un mese e ha provato varie pillole e compresse senza successo. L’uomo è stato un accanito
fumatore (fumava un pacchetto di sigarette al giorno) per oltre 20 anni e lavora come autista di bus.
Punto di vista del Farmacista: il marito della donna dovrebbe consultare un medico. I sintomi descritti non
sono quelli di una tosse lieve. Sulla base della lunga durata del problema e dell’insuccesso della cura a base di
diversi OTC, sarebbe meglio per l’uomo consultare un medico.
Punto di vista del Medico: una persistente alterazione della voce, con raucedine, è una chiara indicazione per
consultare uno specialista. L’uomo avrebbe bisogno di un esame alle corde vocali che richiede l’intervento di
un’equipe specializzata. E’ possibile che l’uomo abbia un cancro alle corde vocali (laringe), specialmente
perché è un fumatore.
Il link che vi “porterà †direttamente sulla piattaforma FAD del Provider.
https://fad.ocmcomunicazioni.com
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131
ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTIâ€
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre,
ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o
integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione
spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito
di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire
I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla
Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo
contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le
informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
RACCOLTI FINORA PIÙ DI 65.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI
AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:
La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania,
Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta,
Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa,
Consegna dei Farmaci
all’Elemosiniere del Santo
Padre,
Arcivescovo
KONRAD KRAJEWSKI,
“L’uomo che aiuta i poveri
per conto del
Papa FRANCESCOâ€.
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 1131