Anno V – Numero 1135
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: Progetto “Un
Farmaco per tuttiâ€;
2. Eventi Mese di Giugno
3. FAF in farmaDAY
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. L’ acqua fredda è efficace
quanto quella calda per
rimuovere i germi quando
laviamo le mani
5. Intolleranza al lattosio e
vitamina
D,
quale
relazione?
6. È vero che masticare il
chewing gum fa venire
l’aria in pancia?
Martedì 13 Giugno 2017 – S. Antonio
Proverbio di oggi….……..
Suonno porta suonno. (Sonno porta sonno).
cà uce.
L’ ACQUA FREDDA è EFFICACE quanto
quella CALDA per RIMUOVERE i GERMI
QUANDO LAVIAMO le MANI
Acqua calda o fredda? Poco Chi troppo per lavarsi beneil le mani la
importa, s’inchina, mostra sedere
temperatura non c’entra.
Ecco come disinfettarsi al meglio ed eliminare i batteri.
L'acqua fredda contrasta i germi tanto quanto quella
calda quando ci laviamo le mani.
A darci questa notizia è uno studio pubblicato sul Journal
of Food Protectionâ€.
Quindi come dobbiamo lavarci le mani?
Prevenzione e Salute
7. Riso, pasta e legumi: più
benefici per la salute se
mangiati freddi
8. Malattie
reumatiche:
si prova a prendere sul
serio la fibromi algia.
Meteo Napoli
Martedì 13 Giugno
ï‚· Variabile
Minima: 20° C
Massima: 31 °C
Umidità :
Mattina = 49%
Pomeriggio = 59%
Lo studio. Per capire gli effetti della temperatura dell'acqua sull'effettiva
‘pulizia', i ricercatori hanno ‘aggiunto' alcuni batteri pericolosi sulle mani di un
gruppo di 21 partecipanti, per più volte nell'arco di sei mesi, e successivamente
hanno chiesto loro di lavarle a 15, 26 e 38 con 0,5 ml, 1 ml e 2 ml di sapone.
I RISULTATI: non ci sono sostanziali differenze quando si parla di temperature,
dalla più fredda alla più calda non si evidenzia un maggior o minore effetto sui
batteri, lo stesso discorso vale per le quantità di sapone utilizzate:
in questo caso però, spiegano, sono necessari ulteriori approfondimenti perché
è necessario comprendere quali saponi siano più efficaci contro i batteri.
TEMPI E RISPARMIO. Un dato rilevante dello studio è la durata del lavaggio
delle mani. I ricercatori spiegano infatti che lavarsi le mani per almeno 10
secondi permette di ridurre significativamente i batteri dalle mani.
Quanto scoperto è fondamentale a livello di risparmio energetico.
Come lavarsi le mani. L'OMS ricorda come possiamo lavarci al meglio le mani:
1. bagnarsi le mani con acqua
2. applicare il sapone in modo da coprire la superficie intera delle mani
3. massaggiare i palmi tra loro, spalmare il sapone sul dorso e intrecciare le dita
4. sfregare i palmi e intrecciare di nuovo le dita
5. sciacquare togliendo bene il sapone
6. asciugare con cura (Salute, Fanpage)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
E-MAIL:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.;
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli
PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135
PREVENZIONE E SALUTE
RISO, PASTA E LEGUMI: PIÙ BENEFICI
PER LA SALUTE SE MANGIATI FREDDI
L’aumento di amido resistente dovuto alla bassa temperatura evita picchi glicemici
e protegge il colon
Se vi piace il riso freddo come quello di molte insalate estive,
vi interesserà sapere che, come riporta l’Asia Pacific Journal
of Clinical Nutrition,
il riso raffreddato
 contiene, rispetto a quello appena cotto, una quantitÃ
più che doppia di amido resistente, una particolare
frazione dell’amido (il carboidrato complesso che
costituisce circa il 70% del peso del riso crudo) sempre
più studiata per i suoi effetti positivi.
MEGLIO I LEGUMI DI SALUMI E FORMAGGI
: I legumi sono una fonte di amido
resistente ancora più rilevante dei cereali,
e dal momento che anche nei legumi cotti questa frazione dell’amido aumenta con il raffreddamento,
può essere una buona idea utilizzare fagioli, piselli, ceci e lenticchie nelle insalate di riso.
Meglio ancora se in sostituzione di altri ingredienti, spesso fin troppo presenti, come salumi e formaggi.
Le insalate preparate in questo modo, oltre ad avere un maggior contenuto di amido resistente, sono
anche più equilibrate rispetto alle classiche insalate - o alcuni altri piatti caldi - a base di riso .
IL MECCANISMO
Ma che cos’è di preciso questa frazione dell’amido e perché suscita tanto interesse tra i ricercatori?
«L’amido resistente — risponde Francesca Scazzina, ricercatrice del Dipartimento di scienze degli
alimenti e del farmaco dell’Università degli studi di Parma —
 è una frazione di amido che, in seguito al raffreddamento, assume una struttura inattaccabile
dagli enzimi digestivi umani e quindi, diminuendo la quantità di amido digeribile e assimilabile,
riduce anche la densità energetica dell’alimento.
Proprio quello che accade con la fibra altrettanto pure “inassimilabileâ€. «Poiché l’amido resistente aiuta
anche a modulare la risposta glicemica al pasto — aggiunge Scazzina— un piatto di riso freddo, o di pasta
fredda, ha un impatto glicemico più contenuto rispetto alla versione calda. Inoltre, l’amido resistente, in
modo simile alla fibra, giunge inalterato nel colon dove viene fermentato dalla microflora intestinale
dando origine a acidi grassi a corta catena, che proteggono l’epitelio del colon.
Aumentare il consumo di amido resistente può quindi contribuire ad aumentare l’apporto di composti
non digeriti e svolgere un ruolo protettivo rispetto a malattie degenerative del sistema
gastrointestinale».
(Salute, Corriere)
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135
PREVENZIONE E SALUTE
MALATTIE REUMATICHE:
SI PROVA a PRENDERE sul SERIO la FIBROMIALGIA
In Emilia Romagna associazioni di pazienti e specialisti studiano come affrontare
la malattia. Il gruppo individuerà criteri di diagnosi precisi e le strategie di intervento che
possano orientare i pazienti tra le soluzioni farmacologiche e complementari
Racconta Tiziana: «La sera vai a letto sperando di riposare,
anche quando riesci a dormire, però, la mattina ti svegli che sei
già stanca. A volte ti senti impazzire dal dolore. Non è mai
sparito del tutto nonostante abbia assunto farmaci
miorilassanti, antidepressivi e anche antiepilettici. Quando si è
disperati, capita di provarle tutte per trovare la soluzione
giusta. L’anno scorso ho speso migliaia di euro tra visite
private, terapie a pagamento, cicli di fisioterapia non
rimborsati dal Servizio sanitario.
Senza successo».
Laura soffre di FIBROMIALGIA da più di vent’anni:
«Esistono ancora pregiudizi, a volte ci considerano malati
immaginari o “mattiâ€; gli esami sono nella norma, ma il nostro
non è un problema “di testa†perché stiamo davvero male.
Capita che non ti credano nemmeno i parenti o gli amici; al
lavoro, poi, pensano che tu non abbia voglia di lavorare».
DIAGNOSI DIFFICILE
Dolore cronico diffuso e stanchezza pesano come macigni per
chi soffre di fibromialgia. Spiega Giovanni Minisola, presidente
emerito della Società Italiana di Reumatologia:
«Si tratta di una malattia reumatica classificata tra le sindromi da sensibilizzazione centrale del dolore,
essendo state identificate le anomalie molecolari che la contraddistinguono a livello delle vie di
trasmissione del dolore lungo il sistema nervoso centrale».
Anche per questo è più complessa la gestione del dolore.
Ma il percorso a ostacoli comincia già a partire dal riconoscimento della malattia.
«I pazienti consultano molti specialisti prima di arrivare a una diagnosi precisa e corretta.
Il ritardo, anche di molti anni, dipende essenzialmente dalla mancanza di esami di laboratorio e
strumentali specifici e dai numerosi segni e sintomi comuni ad altre malattie reumatologiche e non.
La scarsa conoscenza della malattia, poi, comporta una sotto-diagnosi e, di conseguenza, un mancato
trattamento appropriato».
IL PROGETTO IN EMILIA ROMAGNA
Per fornire risposte concrete ai bisogni dei pazienti e dei loro caregiver, l’Emilia Romagna ha approvato
nel luglio 2016 la prima “Determinazione†in Italia sulla fibromialgia, che ha istituito un gruppo tecnico di
lavoro col compito di produrre entro fine anno un documento di consenso sulla malattia.
La “squadraâ€, già al lavoro, è composta da reumatologi delle Aziende sanitarie, ma anche da altri
specialisti - per esempio, medici di cure palliative - e rappresentanti dei pazienti.
«L’obiettivo è arrivare a proposte concrete e condivise pr garantire una presa in carico reale e
appropriata dei pazienti.
PAGINA 4
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135
Sulla base delle evidenze scientifiche il gruppo tecnico individuerà sia criteri di diagnosi precisi per
identificare la fibromialgia, in particolare le forme più gravi e invalidanti, sia un panel di strategie di
intervento che possano e orientare correttamente pazienti e clinici tra le soluzioni farmacologiche e
complementari oggi validate e a disposizione.
L’urgenza di offrire una risposta concreta — sottolinea Conti — nasce anche dalla necessità di intervenire
sulle soluzioni, a dir poco fantasiose, che spopolano sul web e che espongono a rischi severi per la salute
decine e decine di malati, oltre a incidere sulle tasche dei pazienti».
A OGGI LA FIBROMIALGIA NON È INSERITA NELL’ELENCO DELLE MALATTIE CRONICHE
Tra i compiti del gruppo tecnico regionale, oltre all’individuazione di criteri diagnostici e percorsi
assistenziali condivisi, c’è quello di migliorare la conoscenza della malattia e della sua epidemiologia a
livello regionale, dal momento che mancano - anche a livello nazionale - dati certi su incidenza e
prevalenza della fibromialgia.
Dovranno, poi, essere programmati interventi di comunicazione e formazione per gli operatori, i pazienti
e le loro famiglie.
I risultati finali saranno presentati alla Conferenza delle Regioni come contributo per la stesura di
indicazioni nazionali per il riconoscimento della fibromialgia e per la tutela delle persone malate.
A oggi la fibromialgia non è inserita nell’elenco delle malattie croniche soggette ad esenzione.
«ONLINE UN VERO E PROPRIO MERCATO DI PROTOCOLLI MIRACOLOSI»
Il dolore spesso non dà tregua e può capitare che i malati, nel tentativo di alleviarlo, s’imbattano in
soluzioni non supportate da evidenze scientifiche. «Stiamo registrando la presenza di un vero e proprio
mercato online e del passaparola con proposte di protocolli “miracolosi†per la fibromialgia — riferisce
Daniele Conti, dell’Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna — .
Si va da integratori e diete, delle più disparate quando va bene, fino a proposte di interventi chirurgici privi di fondamento scientifico - eseguiti in cliniche private anche all’estero».
«La fibromialgia è tra le malattie “preferite†dai ciarlatani — dice il past president della Società Italiana di
Reumatologia, Ignazio Olivieri, direttore del Dipartimento regionale di reumatologia della Regione
Basilicata —. Speculano sulla salute dei pazienti proponendo loro trattamenti costosi che promettono
miracoli ma sono privi di valore scientifico e non risolutivi».
MA COME EVITARE DI ESSERE RAGGIRATI?
«Innanzitutto — essendo una malattia reumatologica va diagnosticata dal medico specialista, il
reumatologo. A oggi esiste a livello nazionale una rete capillare di centri di reumatologia pubblici: il
paziente può rivolgersi alla struttura più vicina, dove riceverà la diagnosi e verrà preso in cura ricevendo
il trattamento più idoneo per il suo caso». (Salute, Corriere)
È VERO CHE MASTICARE IL CHEWING GUM FA
VENIRE L’ARIA IN PANCIA?
Sì, perché masticando, insieme alla saliva, si inghiotte anche l’aria.
Questo succede sempre quando si mangia qualcosa, ma a differenza di un pasto
regolare, che dura di solito mezzora, il chewing-gum spesso lo mastichiamo per buona
parte della giornata. Stimolando così per ore la produzione di saliva e ingoiando molta più aria del
normale. Le gomme attualmente in commercio, inoltre, sono senza
MENO CARIE, PIU’ GAS
zucchero. Cosa positiva per i nostri denti, perché prevengono le carie,
ma un po’ meno per la pancia. Nello stomaco e nell’intestino, infatti, i
dolcificanti (come per es. il sorbitolo) fermentano, creando molti più gas di quanto non succeda con le
vecchie gomme zuccherate. A volte può capitare quindi, che non si riesca a espellere come si dovrebbe il
surplus di gas provocato dalla gomma da masticare e che si creino fastidiosi gonfiori, soprattutto per
alcune persone che sono più soggette a questo tipo di problema. (Salute, Focus)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135
SCIENZA E SALUTE
INTOLLERANZA AL LATTOSIO E VITAMINA D,
QUALE RELAZIONE?
L’intolleranza al lattosio si caratterizza per l’incapacità di digerire il lattosio, lo zucchero
contenuto nel latte e nei prodotti da esso derivati.
Questa problematica può accompagnarsi anche a un’altra condizione, la carenza di vitamina D. Ne
parliamo con la dottoressa Beatrice Salvioli, gastroenterologa di Humanitas.
Una conferma di questa associazione arriva da una ricerca della University of
Toronto (Canada) e pubblicata di recente sul Journal of Nutrition. Lo studio, che
ha coinvolto poco meno di 1500 individui di entrambi i sessi, da 20 a 29 anni di
età , ha visto come i soggetti con intolleranza al lattosio di origine genetica
presentavano un livello di vitamina D più basso della popolazione generale.
VITAMINA D ed ESPOSIZIONE ai RAGGI SOLARI
La forma di intolleranza al lattosio considerata era quella caratterizzata da una variazione del gene LCT, il
gene responsabile della produzione di lattasi, l’enzima necessario per digerire il lattosio. Le mutazioni del
gene sono associate a un deficit congenito di lattasi.
La vitamina D è un micronutriente molto importante per l’organismo, per i muscoli, ad es., e soprattutto
per le ossa.
Questa vitamina regola il metabolismo del calcio, a sua volta fondamentale per la mineralizzazione delle
ossa tanto è vero che un suo deficit può essere causa di rachitismo nei bambini.
Le fonti di vitamina D sono di origine alimentare ma per la sua sintesi è decisiva l’esposizione ai raggi del
sole.
Perché l’intolleranza al lattosio spesso è associata alla carenza di vitamina D?
«In realtà non è chiaro il motivo, in quanto, innanzitutto l’apporto alimentare di vitamina D copre solo il
20% del fabbisogno del nostro organismo, essendo il restante 80% dovuto all’esposizione solare»,
risponde la dottoressa Salvioli.
«Inoltre gli alimenti più ricchi in vitamina D sono alcuni tipi di pesce (come aringa, tonno, alici, acciughe,
pesce spada, sgombro, salmone), uova e funghi. Il latte di per sé, ne contiene una minima quantità (un
decimo rispetto a quella che si trova nel salmone) tanto è che negli Stati Uniti e Nord America viene
“fortificato†con supplementazioni vitaminiche.
«Probabilmente i soggetti studiati, avendo eliminato latte e latticini (compreso il burro che contiene più
vitamina del latte normale), non assumono un quantitativo adeguato degli altri alimenti che ne sono
molto più ricchi. I risultati dello studio scientifico pubblicato sono senza dubbio veritieri, ma
probabilmente non dipendono dalla restrizione dietetica, bensì da alterazioni concomitanti dei geni della
lattasi e del recettore per l’assorbimento della vitamina D».
: «A mio avviso seguendo una corretta alimentazione,
comprendente l’ampia varietà di pesci già in parte elencata,
Come devono comportarsi allora
unita a una regolare esposizione solare (sono sufficienti 15
i soggetti INTOLLERANTI?
minuti al giorno passeggiando all’aria aperta), non
dovrebbero manifestarsi carenze vitaminiche.
E tanto meno in chi non assume latte vaccino per un problema di intolleranza.
La supplementazione con vitamina D ha ragion d’essere in situazioni in cui si ha maggior predisposizione
alla riduzione della densità ossea (cioè l’osteoporosi), come nella donna in menopausa e nei soggetti
anziani di entrambi i sessi», conclude la specialista.
(Salute, Humanitas)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno IV – Numero 1135
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
DATA
TITOLO
GIOVEDÌ
15
Giugno
Ore 21,00
Corso TEORICO PRATICO sulle MANOVRE di I° SOCCORSO in caso di:
TRAUMA Spinale, Cranico, Toracico, Addominale da Incidenti Stradali;
INCIDENTI sul Lavoro, INCIDENTI Domestici, INCIDENTI dello Sport
IV PARTE
Prof. M. Santomauro; Università di Napoli Federico II
VaccinarSÌ:
Informazioni sulle Vaccinazioni
VENERDÌ
16
Giugno
Ore 21,00
Cosa Conoscere e Cosa Cambia –
Tutto quello che il Farmacista deve Sapere
Cosa c’è da sapere.
Parliamone con il prof. Carlo Tascini, Direttore Prima Divisione Malattie
Infettive, Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli, Napoli
La partecipazione all`evento eroga un corso FAD di 30 CF
ORDINE: “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA
Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite,
Tosse, Sinusite, Patologie dell’Orecchioâ€
Di seguito schema generale del corso.
SCHEMA DEL CORSO FAD IN FARMADAY: 30 CF
Modulo
TITOLO
Data
N.
Modulo
TITOLO
Data
N.
5/D
5/E
5/F
5/G
5/H
5/I
Rinite 4
Rinite 5
Rinite 6
Rinite 7
Rinite 8
Rinite 9
QUESTIONARIO n. 5
Tosse 1
Tosse 2
Tosse 3
Tosse 4
Tosse 5
Tosse 6
13-Giu
14-Giu
15-Giu
16-Giu
19-Giu
20-Giu
32
33
34
35
36
37
6/G
6/H
6/I
29-Giu
30-Giu
3-Lug
44
45
46
4-Lug
5-Lug
6-Lug
47
48
49
21-Giu
22-Giu
23-Giu
26-Giu
27-Giu
28-Giu
38
39
40
41
42
43
Tosse 7
Tosse 8
Tosse 9
QUESTIONARIO n. 6
Sinusite 1
Sinusite 2
Sinusite 3
QUESTIONARIO n. 7
Patologie dell’Orecchio 1
Patologie dell’Orecchio 2
Patologie dell’Orecchio 3
QUESTIONARIO n.8
7-Lug
10-Lug
11-Lug
50
51
52
6/A
6/B
6/C
6/D
6/E
6/F
7/A
7/B
7/C
8/A
8/B
8/C
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135
Modulo 5/D:
SINTOMI IN FARMACIA:
Ruolo del Farmacista
RINITE (IV)
Rinite Allergica: Ruolo del Farmacista nel Trattamento Terapeutico
La rinite allergica stagionale (febbre da fieno) colpisce il 10-15% delle persone e milioni di pazienti ricorrono a
medicinali OTC per il trattamento. I sintomi delle riniti allergiche si presentano dopo una risposta
infiammatoria che coinvolge il rilascio di istamina, che scaturisce dalla presenza di allergeni che si depositano
nella mucosa nasale. Gli allergeni responsabili della rinite allergica stagionale includono i pollini dell’erba,
pollini degli alberi e spore fungine delle muffe. Le riniti allergiche perenni si verificano quando i sintomi
persistono per tutto l’anno e sono comunemente causate da acari della polvere e peli di animali. Alcuni
pazienti possono soffrire di riniti perenni, le quali peggiorano durante i mesi estivi. Una volta che il
Farmacista ha escluso condizioni più serie, si può raccomandare la cura con OTC appropriati.
Per una Scelta Terapeutica Appropriata Cosa Deve Conoscere il Farmacista?
Il Farmacista deve conoscere dettagliatamente l’efficacia del trattamento che consiglia e raccomanda al
cittadino-paziente associando a
questa esperienza professionale
Raccogliere Informazioni Ascoltando il Cittadino-paziente
anche le preferenze e le
caratteristiche del cittadino- 1. Età del cittadino-paziente: Neonato, Bambino o Adulto
2. Comparsa, durata e gravità dei sintomi
paziente.
3. Anamnesi del cittadino-paziente
4. Terapie in corso
Importanza e Significato delle Domande e delle Risposte (I)
1. Età del cittadino-paziente, Bambino o Adulto: i sintomi della rinite allergica possono
iniziare ad ogni età , sebbene il suo inizio sia più comune nei bambini, nei ragazzi e nei
giovani (per questi la patologia si presenta più comunemente tra i 20 e i 30 anni).
C’è frequentemente una storia familiare di rinite allergica. Perciò i genitori che soffrono
di tale patologia hanno più probabilità di trasmetterla ai loro figli. Le condizioni spesso
migliorano o si risolvono quando i bambini crescono.
L’età dei pazienti deve essere tenuta in considerazione quando ci sono medicinali da
prescrivere.
Dovrebbero essere presi in considerazione i giovani che si sottopongono ad esami,
perché in questi dovrebbe essere evitato un trattamento che possa provocare
sonnolenza.
Il link che vi “porterà †direttamente sulla piattaforma FAD del Provider.
https://fad.ocmcomunicazioni.com
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135
ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTIâ€
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre,
ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o
integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione
spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito
di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire
I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla
Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo
contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le
informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
RACCOLTI FINORA PIÙ DI 65.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI
AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:
La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania,
Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta,
Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa,
Consegna dei Farmaci
all’Elemosiniere del Santo
Padre,
Arcivescovo
KONRAD KRAJEWSKI,
“L’uomo che aiuta i poveri
per conto del
Papa FRANCESCOâ€.
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 1135