Anno V – Numero 1136
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: Progetto “Un
Farmaco per tuttiâ€;
2. Eventi Mese di Giugno
3. FAF in farmaDAY
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. un’endoscopia
può
curare il diabete?
5. Le
benzodiazepine
possono essere usate per
gli attacchi di panico?
6. Cellulite: 5 falsi miti
Mercoledì 14 Giugno 2017 – S. Eliseo
Proverbio di oggi….……..
Ogne bella scarpa cu’ ‘o tiempo addiventa scarpone
TEST: QUANTO È SANO IL TUO CUORE?
Chi troppo s’inchina, mostra il sedere
Sei domande per conoscere il vostro rischio di infarto o ictus nei
prossimi 10 anni
LE DOMANDE: Il test consiste in sei semplici
domande, che hanno lo scopo di quantificare il rischio
di sviluppare un evento cardiovascolare (infarto o
ictus) in base a sei fattori di rischio: sesso, abitudine al
fumo, diabete, età , pressione arteriosa e
colesterolemia.
IL PROFILO DI RISCHIO: Il rischio cardiovascolare è calcolato in base alle
Prevenzione e Salute
7. test: quanto è sano il tuo
cuore?
8. Le azioni positive della
melatonina (e un effetto
collaterale per gli atleti)
Meteo Napoli
Mercoledì 14 Giugno
ï‚· Variabile
Minima: 20° C
Massima: 31 °C
Umidità :
Mattina = 49%
Pomeriggio = 59%
vostre risposte e indica la percentuale di persone con il vostro stesso profilo
che sono attese ammalarsi nei prossimi 10 anni.
I LIMITI DEL TEST: Il test è pensato per donne e uomini di età compresa fra
40 e 69 anni che non hanno avuto precedenti problemi cardiovascolari.
Non è utilizzabile per le donne in gravidanza.
Il test, inoltre, non fornisce risultati utili per valori estremi dei fattori di
rischio:
 pressione arteriosa sistolica (massima) superiore a 200 mmHg o
inferiore a 90 mmHg
 colesterolemia totale superiore a 320 mg/dl o inferiore a 130 mg/dl.
Al fine della valutazione del rischio cardiovascolare i valori degli esami clinici di
glicemia e colesterolemia sono validi se eseguiti da non più di tre mesi.
(Salute, Corriere)
Clicca il link di seguito e potrai valutare il tuo cuore:
https://www.corriere.it/salute/cuore/
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
E-MAIL:
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136
PREVENZIONE E SALUTE
UN’ENDOSCOPIA PUÒ CURARE IL DIABETE?
Il «ringiovanimento della mucosa duodenale» ha mostrato risultati positivi sui 100 pazienti
coinvolti nelle prime fasi di studio: grazie a questa tecnica sarebbe possibile ridurre e poi
stabilizzare in maniera potenzialmente definitiva la glicemia
Il “ringiovanimento della mucosa duodenale†è una tecnica endoscopica che potrebbe un giorno curare
il diabete di tipo 2, evitando ai pazienti di assumere farmaci a
vita per tenere sotto controllo la malattia.
Lo studio è ancora in corso, sta infatti iniziando la
sperimentazione clinica di fase II.
Per la prima volta, i diabetici (che in Italia sono quasi 4 milioni)
potrebbero avere un’alternativa, ossia un unico trattamento
definitivo per via endoscopica, all’unica terapia ad oggi
disponibile, che prevede un’assunzione costante e crescente
di farmaci, migliorando così notevolmente la loro qualità di vita.
AGIRE SUL DUODENO
Grazie alla tecnica, che ha già mostrato risultati positivi sui 100 pazienti coinvolti nelle prime fasi di
studio, sarebbe possibile ridurre e poi stabilizzare in maniera potenzialmente definitiva la glicemia,
evitando al paziente l’assunzione di farmaci, che negli stadi più avanzati comporta la somministrazione di
iniezioni di insulina più volte al giorno.
Il trattamento agisce sul duodeno, un organo considerato nevralgico nello sviluppo del diabete, per
riportare nella norma la sua funzionalità :
 si usa il calore per inspessire e rigenerare la mucosa intestinale, ripristinando la normale
composizione degli ormoni prodotti dall’intestino e migliorando il controllo della glicemia e,
quindi, il diabete.
«L’endoscopia sta vivendo una continua evoluzione: dalla diagnostica fino al trattamento mini-invasivo di
malattie benigne e maligne per le quali prima era previsto solo l’intervento chirurgico.
Ora, grazie alle sempre maggiori competenze, alle nuove tecniche e strumenti utilizzati, è possibile
ampliare sempre più l’ambito di applicazione, fino ad uscire da quello strettamente gastroenterologico e
rappresentare una valida alternativa terapeutica per patologie come il diabete, il fegato grasso e
l’obesità .
Questo studio, rappresenta il primo caso di applicazione al di fuori delle patologie classiche» .
SI CERCANO PAZIENTI
La tecnica è stata sviluppata dall’azienda Fractyl Laboratories Inc. Finora sono stati trattati nel mondo
oltre 100 pazienti nella fase 1 dello studio, di cui 7 al Policlinico Universitario Gemelli di Roma dal team
guidato da Guido Costamagna, direttore dell’Endoscopia digestiva chirurgica e direttore dell’Istituto di
clinica e terapia chirurgica all’Università Cattolica di Roma.
La terapia è risultata ben tollerata e priva di rischi, con significativi miglioramenti di parametri tra cui
glicemia, emoglobina glicata e enzimi epatici nella maggior parte dei pazienti.
«La fase sperimentale - si concluderà nell’arco di circa due anni; se i risultati si confermeranno positivi
questo innovativo trattamento potrà essere esteso a tutti quei pazienti affetti da diabete che non
riescono a tenere sotto controllo la terapia con i farmaci e che costituiscono circa la metà del totale».
Lo studio prevede l’arruolamento di pazienti tra i 28 e i 74 anni, affetti da diabete di tipo 2, in terapia con
farmaci antidiabetici orali ma non ancora sottoposti a insulina, con valori di emoglobina glicata (HbA1c)
tra 7,5 e 10%. (Salute, Humanitas)
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136
SCIENZA E SALUTE
LE BENZODIAZEPINE POSSONO ESSERE
USATE PER GLI ATTACCHI DI PANICO?
Si corrono rischi di attenuazione dell’effetto nel tempo, abuso e crisi di
astinenza. Per questo non sono considerati farmaci di prima scelta per chi soffre di disturbo di
panico
Ho 23 anni e soffro di disturbi di ansia da circa tre anni e, ultimamente, anche di attacchi di panico «classici»
con tachicardia, battiti oltre i 100 al minuto e così via. Ho assunto regolarmente Diazepam per più di un anno,
ma da qualche tempo ho la sensazione di avere il «cuore debole» e ho paura anche a prendere 5-10 gocce.
Potreste spiegarmi come agisce questo farmaco?
Risponde G. Cerveri, del dip. di Neuroscienze dell’ASST-Fatebenefratelli -MI
Per cominciare il Diazepam appartiene al gruppo degli ansiolitici benzodiazepinici.
La sua domanda mi permette, dunque, di riportare l’attenzione sulle benzodiazepine, una classe
farmacologica molto utilizzata nella pratica clinica e composta da molecole diverse accomunate però dal
medesimo meccanismo di azione.
Le benzodiazepine sono state introdotte in commercio negli anni Sessanta del secolo scorso.
Hanno mostrato immediatamente un enorme vantaggio in termini di tollerabilità rispetto alla classe
farmacologica precedentemente utilizzata a scopo sedativo: i barbiturici.
Le benzodiazepine più note in uso in Italia sono il Lorazepam, il Diazepam, il Delorazepam, il
Lormetazepam, l’Alprazolam, ma in commercio ne esistono molte altre.
Il meccanismo d’azione è unico e ben noto: tutte le molecole che appartengono a questa classe agiscono
aumentando le azioni di una sostanza chimica naturalmente presente nel cervello:
 il GABA (acido gamma-aminobutirrico), un neurotrasmettitore, cioè un agente che trasmette i
messaggi da un neurone a un altro. Il messaggio trasmesso è «inibitorio»: in pratica ai neuroni
viene detto di rallentare gli impulsi nervosi o di smettere di generarli.
Questa azione svolta dal GABA viene amplificata in presenza di benzodiazepine, il che significa che la
reattività neuronale di ampie aree del sistema nervoso centrale diminuisce.
COME AGISCONO Gli effetti che queste molecole sono in grado di produrre sono di quattro tipi:
1. innanzitutto hanno un rapido effetto ansiolitico la cui durata dipende dal tempo che l’organismo
impiega a eliminare la molecola assunta (si va da poche ore a diversi giorni).
2. Il secondo effetto è «ipnoinducente»: se somministrate a dosaggi sufficienti e in tempi adeguati (la
sera) le benzodiazepine sono in grado di indurre e mantenere il sonno, pur “alterandone
l’architettura†cioè modificando il naturale alternarsi delle fasi di sonno leggero, profondo e REM (le
fasi in cui si sogna).
3. La benzodiazepine sono anche dei «miorilassanti», diminuiscono, cioè, la contrazione della
muscolatura liscia del nostro corpo (l’effetto è in funzione del dosaggio), il che può portare a
diminuzione della peristalsi, difficoltà nel controllo degli sfinteri, ma anche ad abbassamento della
pressione e senso di debolezza.
4. Infine le benzodiazepine possono proteggere dal rischio di crisi epilettiche, anche se non sono farmaci
di prima scelta per queste condizioni. L’effetto è simile per tutte le diverse molecole, la scelta del
farmaco viene spesso operata in funzione della sua durata (poche ore - tutta la giornata) e della
differente complessità metabolica per l’eliminazione.
CIRCOLO VIZIOSO: I problemi più frequentemente associati a questi farmaci sono: il rischio di
attenuazione dell’effetto nel tempo, l’abuso e le crisi di astinenza.
Per questi motivi non sono considerati i farmaci di prima scelta per chi soffre di disturbo di panico, in
quanto rischiano di produrre un circolo vizioso caratterizzato da continui aumenti di dosaggio con
perdita dell’effetto terapeutico in tempi brevi. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136
PREVENZIONE E SALUTE
LE AZIONI POSITIVE DELLA MELATONINA
(E UN EFFETTO COLLATERALE PER GLI ATLETI)
Dall’azione antiossidante tanti possibili vantaggi, in gran parte da confermare con studi più
approfonditi. Melatonina da ridurre, però, se si è sportivi impegnati in gare serali
a. Aiuta a dormire bene;
b. è un’alleata contro il Jet Lag;
c. sincronizza l’orologio biologico
la melatonina è conosciuta soprattutto come l’ormone “del riposoâ€, ma
da qualche tempo si sta iniziando a capire che è molto più di questo.
Un ormone che arriva da lontano
Le potenzialità di questo ormone prodotto nell’epifisi, una ghiandola che si trova nel cervello (ma anche
altri organi la sintetizzano, dalla retina alla placenta, dal midollo osseo alla mucosa del tratto
gastrointestinale, fino alla pelle), arrivano da lontano:
«La melatonina è una molecola antica, apparsa sulla Terra 2,5-3 miliardi di anni fa come “scavenger†dei
radicali liberi, ovvero come una sorta di “spazzino†in grado di eliminare queste sostanze potenzialmente
pericolose per il DNA. In seguito ha acquisito anche una potente attività antiossidante e durante
l’evoluzione ha perciò iniziato ad avere altre proprietà interessanti, dalla stimolazione del sistema
immunitario al controllo dei tumori, fino alla capacità di ridurre la pressione arteriosa e il rischio di
sindrome metabolica».
La melatonina stimola la produzione di interleuchine da linfociti e monociti, modulando la funzionalità del
sistema immunitario in senso positivo; si sta inoltre studiando in oncologia perché da esperimenti in vitro
e in vivo si è osservata una possibile attività antitumorale, probabilmente proprio grazie alla capacità di
modulare il sistema immunitario o di ridurre la sintesi di sostanze pro-infiammatorie.
Tanti effetti positivi
Tutte caratteristiche tuttavia ancora allo studio, come gli effetti sul sistema cardiovascolare:
«Nell’uomo una marcata riduzione dei livelli di melatonina nel sangue si è osservata in pazienti con
patologie cardiovascolari e pare possa essere correlata ad alterazioni del ritmo giorno/notte della
pressione arteriosa (che di norma è più bassa nelle ore notturne), al punto da arrivare a invertirlo.
Buoni livelli di melatonina, quindi, possono avere effetti antipertensivi, anche perché l’ormone
protegge i vasi sanguigni e riduce l’attività del sistema nervoso simpatico, che tende ad aumentare la
pressione». Questo ormone dalle mille facce sembra poi una molecola anti-invecchiamento, se si
introduce in buona quantità per contrastare il naturale calo della produzione che si ha con gli anni:
negli animali, grazie ai suoi effetti antiossidanti, riduce lo stress cellulare, ritarda la progressione di
alterazioni dell’invecchiamento fisiologico e sembra responsabile almeno in parte degli effetti anti-aging
delle diete in cui si “tagliano†di molto le calorie introdotte.
Tutto ciò si traduce anche in un minor rischio di aterosclerosi, di accumulo di grasso e di sviluppare la
resistenza all’insulina, tanto che la melatonina sembra in grado di prevenire la sindrome metabolica,
condizione in cui girovita, peso, colesterolo, pressione e glicemia tendono all’eccesso.
Alcuni studi hanno inoltre suggerito che la melatonina possa avere effetti antidolorifici in casi di
emicrania a grappolo, cefalea, sindrome dell'intestino irritabile, fibromialgia.
«Sembra poi coinvolta nell’impedire il rigetto immunologico nei primi mesi della gravidanza e nella
prevenzione della pre-eclampsia (malattia che mette a rischio mamma e bimbo, nella quale la pressione
sale molto)».
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136
Molte di queste proprietà sono da confermare attraverso studi più ampi e
approfonditi, ma la melatonina secondo alcuni è perfino fra i responsabili
degli effetti benefici della dieta mediterranea, visto che si trova in
abbondanza in tanti cibi tipici della nostra tradizione, dal vino all’olio extravergine d’oliva. «La
melatonina è stata identificata nelle piante una ventina di anni fa e ora sappiamo che si trova in radici,
foglie, germogli, semi, fiori e frutti di specie come ciliegie, fragole, pomodori, riso - dice Rezzani -.
Il consumo di alimenti ricchi di melatonina ne influenza i livelli circolanti e migliora lo stato antiossidante
generale, con molteplici benefici per la salute.
Assumerla in via preventiva può essere utile per evitare che i livelli plasmatici si abbassino troppo con
tutte le conseguenze negative del caso: il dosaggio massimo attuale tramite integratori è pari a un
milligrammo, ma portare spesso in tavola i cibi che ne sono ricchi potrebbe incrementare il dosaggio
ottenuto con effetti vantaggiosi e senza comportare rischi».
MELATONINA E I CIBI
A volte può far male
In alcuni casi però la melatonina non aiuta, anzi parrebbe essere d’intralcio.
 Lo suggerisce uno studio pubblicato nelle scorse settimane su Frontiers in Physiology che dimostra
come l’esposizione alla luce blu prima di una gara sportiva, con la relativa riduzione della
produzione di melatonina, aiuti gli atleti ad avere performance migliori e soprattutto ad avere uno
“sprint†finale più efficace.
I ricercatori spiegano che quando una gara si tiene alla sera molti sportivi vedono peggiorare le
prestazioni perché il loro orologio biologico non è tarato per lo sforzo, ma propenderebbe al riposo
favorito appunto dalla produzione di melatonina.
Bloccarla esponendosi alla luce blu, quella che più compromette la sintesi dell’ormone, ha migliorato la
resistenza dei partecipanti all’indagine, soprattutto negli ultimi minuti di gara. ( Corriere)
Cellulite: 5 falsi miti
Se dimagrisco perdo la cellulite. FALSO Nella maggior parte dei casi si tratta solo di una vana
speranza. Se parliamo di cellulite nel terzo o quarto stadio, difficilmente potrà scomparire
con una dieta, se invece si parla di cellulite nelle fasi iniziali, legata soprattutto all’accumulo
di liquidi (ritenzione idrica) o ad un aumento di peso repentino, allora potrebbe ridursi
sensibilmente con un dimagrimento.
Fare molto sport da giovane contrasta la comparsa della cellulite in età matura. FALSO.
Dopo i 40 anni, il problema è legato soprattutto al sistema endocrino femminile. La cellulite può comparire
quando la donna subisce alterazioni ormonali.
La cellulite è solo un problema delle persone in sovrappeso.FALSO
Assolutamente NO! La cellulite può venire a chiunque! Quindi anche le magrissime
possono tranquillamente averla.
Le creme e i rimedi naturali sconfiggono e totalmente e definitivamente la cellulite. FALSO
Il disturbo investe lo strato sottocutaneo ed è, quindi, difficile risolverlo con trattamenti locali. Alcune
soluzioni possono ridurre l’aspetto a buccia d’arancia per qualche tempo ma non
costituiscono una soluzione definitiva. I trattamenti offerti dalla chirurgia estetica però non
sono l’unico rimedio efficace. Esistono infatti molte possibilità non invasive che, abbinate
ad una dieta equilibrata e ad un’attività fisica costante, potranno essere
funzionali per contrastare la cellulite.
La cellulite riguarda solo le donne. FALSO
La cellulite può essere anche un problema maschile. Il testosterone, solitamente, ne limita
la formazione ma in caso di disfunzioni ormonali, anche l’uomo può avere la cellulite. (Salute, La Repubblica)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno IV – Numero 1136
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
DATA
TITOLO
GIOVEDÌ
15
Giugno
Ore 21,00
Corso TEORICO PRATICO sulle MANOVRE di I° SOCCORSO in caso di:
TRAUMA Spinale, Cranico, Toracico, Addominale da Incidenti Stradali;
INCIDENTI sul Lavoro, INCIDENTI Domestici, INCIDENTI dello Sport
IV PARTE
Prof. M. Santomauro; Università di Napoli Federico II
VaccinarSÌ:
Informazioni sulle Vaccinazioni
VENERDÌ
16
Giugno
Ore 21,00
Cosa Conoscere e Cosa Cambia –
Tutto quello che il Farmacista deve Sapere
Cosa c’è da sapere.
Parliamone con il prof. Carlo Tascini, Direttore Prima Divisione Malattie
Infettive, Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli, Napoli
La partecipazione all`evento eroga un corso FAD di 30 CF
ORDINE: “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA
Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite,
Tosse, Sinusite, Patologie dell’Orecchioâ€
Di seguito schema generale del corso.
SCHEMA DEL CORSO FAD IN FARMADAY: 30 CF
Modulo
TITOLO
Data
N.
Modulo
TITOLO
Data
N.
5/E
5/F
5/G
5/H
5/I
Rinite 5
Rinite 6
Rinite 7
Rinite 8
Rinite 9
QUESTIONARIO n. 5
Tosse 1
Tosse 2
Tosse 3
Tosse 4
Tosse 5
Tosse 6
14-Giu
15-Giu
16-Giu
19-Giu
20-Giu
33
34
35
36
37
6/G
6/H
6/I
29-Giu
30-Giu
3-Lug
44
45
46
21-Giu
22-Giu
23-Giu
26-Giu
27-Giu
28-Giu
38
39
40
41
42
43
Tosse 7
Tosse 8
Tosse 9
QUESTIONARIO n. 6
Sinusite 1
Sinusite 2
Sinusite 3
QUESTIONARIO n. 7
Patologie dell’Orecchio 1
Patologie dell’Orecchio 2
Patologie dell’Orecchio 3
QUESTIONARIO n.8
4-Lug
5-Lug
6-Lug
47
48
49
7-Lug
10-Lug
11-Lug
50
51
52
6/A
6/B
6/C
6/D
6/E
6/F
7/A
7/B
7/C
8/A
8/B
8/C
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136
Modulo 5/E:
SINTOMI IN FARMACIA:
Ruolo del Farmacista
RINITE (V)
Importanza e Significato delle Domande e delle Risposte (II)
2. Comparsa e durata dei sintomi: i sintomi possono iniziare ad aprile quando nell’aria sono presenti i pollini degli
alberi e si hanno casi di febbre da fieno, prima nel sud e poi nel nord dell’Inghilterra. La febbre da fieno raggiunge il suo
apice durante i mesi di maggio e luglio, quando i livelli di polline dell’erba sono più alti e le condizioni climatiche sono
buone, tanto che i pazienti sono indotti a ricorrere al consiglio del Farmacista. Chi si presenta con brividi, probabilmente
della durata di qualche settimana, può essere stato colpito da febbre da fieno. Anche le spore dei funghi rappresentano
una causa e sono presenti per più tempo, spesso fino a settembre. Le persone possono soffrire di sintomi da
raffreddamento senza sapere di essere affetti da rinite perenne.
Sintomi
RINORREA: un naso che gocciola è un sintomo comune della rinite allergica. La suppurazione è spesso diluita, pulita e
acquosa, ma può diventare densa, colorata e purulenta. Ciò fa pensare ad un’infezione secondaria, sebbene il trattamento
per la rinite allergica non cambi. Non vi è bisogno di un trattamento con antibiotici. Congestione nasale: la risposta
infiammatoria causata dagli allergeni produce vasodilatazione dei vasi sanguigni nasali provocando congestione nasale.
Congestioni gravi possono provocare emicrania e occasionalmente mal d’orecchio. Possono presentarsi infiammazioni
secondarie come otite e sinusite.
PRURITO AL NASO: si presenta comunemente. Può presentarsi qualche volta irritazione del palato.
Irritazione degli occhi e lacrimazione. Tali sintomi sono i risultati di una congestione del dotto lacrimale e dell’azione
diretta del polline da grano che, depositandosi negli occhi, provoca una risposta infiammatoria locale. Coloro che soffrono
di rinite allergica possono essere ipersensibili alla luce intensa.
FEBBRE DA FIENO: la risposta allergica comincia con il sintomo dello starnuto, poi rinorrea, fino a diventare congestione
nasale. In genere i sintomi da febbre da fieno sono più severi al mattino e alla sera poiché il polline viene rilasciato la
mattina e si deposita la notte. I pazienti manifestano peggioramenti nei giorni ventosi quando il polline è sparso o si ha una
riduzione dei sintomi quando piove in quanto il polline diminuisce. Per contro in quelli allergici alle spore fungine della
muffa i sintomi peggiorano quando il clima è umido. Quando sono presenti più sintomi quali costrizione della gabbia
toracica, respiro affannoso, respiro corto o tosse è consigliabile agire immediatamente.
RESPIRO AFFANNOSO: la difficoltà nel respirare e la tosse fanno pensare ad un attacco asmatico. Alcuni sofferenti
sperimentano attacchi di asma solamente durante la stagione di febbre da fieno. L'asma stagionale spesso non ha un
rimedio adatto per le emergenze, così gli attacchi frequenti possono diventare veramente rischiosi.
MAL D'ORECCHIO E DOLORE FACCIALE: con l'arrivo del freddo e l'influenza la rinite allergica può essere complicata
da un'infezione batterica secondaria dell'orecchio medio o dei seni. In entrambe i casi persiste il dolore severo.
CONGIUNTIVITE PURULENTA: occhi lacrimanti e irritati sono un comune accompagnamento alla rinite allergica.
Occasionalmente questa congiuntivite allergica è complicata da un'infezione secondaria. Quando ciò accade gli occhi
diventano più doloranti (sensazione granulosa) e più rossi, e la suppurazione cambia da chiara ed acquosa a colorata ed
appiccicosa (purulenta). E' necessaria una visita medica.
Il link che vi “porterà †direttamente sulla piattaforma FAD del Provider.
https://fad.ocmcomunicazioni.com
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136
ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTIâ€
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre,
ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o
integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione
spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito
di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire
I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla
Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo
contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le
informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
RACCOLTI FINORA PIÙ DI 65.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI
AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:
La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania,
Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta,
Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa,
Consegna dei Farmaci
all’Elemosiniere del Santo
Padre,
Arcivescovo
KONRAD KRAJEWSKI,
“L’uomo che aiuta i poveri
per conto del
Papa FRANCESCOâ€.
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL
FARMACISTA
Anno IV – Numero 1136