Anno V – Numero 1145
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: Progetto “Un
Farmaco per tuttiâ€;
2. Eventi Mese di Luglio
3. FAF in farmaDAY
4. Sussidio e consulenza
legale gratuita
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
5. Perché le donne hanno
solo due seni, mentre altri
animali di più?
6. Fibrillazione
atriale,
l’attivitÃ
fisica
è
controindicata?
Prevenzione e Salute
7. Prolasso
genitale,
rinforza il pavimento
pelvico per evitarlo
8. Condizionatore:
sai
usarlo in modo corretto?
9. “Gambe gonfie, le scarpe
senza
tacco
danno
sollievoâ€, vero o falso?
Meteo Napoli
Lunedì 26 Giugno
ï‚· Sereno
Minima: 23° C
Massima: 30 °C
Umidità :
Mattina = 73%
Pomeriggio = 56%
Lunedì 26 Giugno 2017 – S. Elisa
Proverbio di oggi….……..
'E det d' 'a man nunn so' tutt'egual
(Le dita della mano non sono tutte uguali)
e
PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI,
Chi troppo s’inchina, mostra il sedere
MENTRE ALTRI ANIMALI DI PIÙ?
Le donne hanno due seni perché in genere nutrono solo un figlio
alla volta.
Nelle altre specie di mammiferi, invece, forma
e numero di mammelle variano secondo il
numero e le esigenze dei piccoli.
In rari casi, alcune donne possiedono un terzo
seno. In pratica si tratta di una mammella extra
sotto il seno sinistro.
Un tempo era indice di grande bellezza.
Il terzo seno è presente nello 0,4% delle donne inglesi e nel 5 delle giapponesi.
Quale la ragione di questa "intrusione"? Forse perché in un passato lontano i
nostri progenitori avevano più mammelle.
QUESTIONI DI MISURE: Il seno delle donne ha dimensioni molto variabili.
Esistono canoni classici cui si riferiscono i chirurghi plastici.
Nel seno ideale le mammelle devono avere pari dimensioni, pari altezza e stesso
tipo di attaccatura.
Compreso tra la seconda e la settima costola, dovrebbe avere una forma a goccia e
un volume compreso tra i 150 e 350 cc.
MAGGIORATE NATURALI: Le mammelle più grosse sono quelle della
balenottera azzurra. Sono due (come gli uomini, normalmente partoriscono un
figlio alla volta), nascoste sotto uno strato di grasso, misurano 2,4 metri per 50 cm
e possono produrre fino a 72 litri di latte al giorno che vengono "sparati" dal
capezzolo direttamente nella bocca del piccolo.
Le più numerose sono quelle del tenrec, un insettivoro del Madagascar che
assomiglia a un riccio. Ne ha 12 paia.
Le più piccole sono quelle del toporagno: misurano 2 mm. Le più strane, infine,
sono quelle dell'ornitorinco: sono ghiandole senza mammella. Il latte esce dai pori
e scende lungo peli che i piccoli leccano. (Salute, Focus)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
SCIENZA E SALUTE
FIBRILLAZIONE ATRIALE,
L’ATTIVITÀ FISICA È CONTROINDICATA?
Se il cuore batte in maniera irregolare, l’esercizio fisico è sempre da evitare?
La FIBRILLAZIONE ATRIALE è la forma più frequente di aritmia cardiaca. I pazienti che ne soffrono
possono muoversi, rimanere fisicamente attivi o devono arrendersi alla
sedentarietà ?
Ne parliamo con il dottor Maurizio Gasparini, Responsabile dell’UnitÃ
Operativa di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione di Humanitas.
In caso di fibrillazione gli atri del cuore non riescono a contrarsi in maniera
adeguata e gli impulsi elettrici che lo fanno battere non arrivano in
maniera corretta, inoltre arrivano ai ventricoli con una frequenza più alta
ed è per questo che il cuore batte a velocità maggiore.
La fibrillazione atriale è tra i principali fattori di rischio di trombosi, e
quindi di ictus, ma anche di scompenso cardiaco dal momento che il cuore pompa il sangue con minore
efficienza.
I sintomi principali sono:
ï‚· sensazione di stanchezza
ï‚· palpitazioni
ï‚· giramenti di testa
ï‚· alterazione del respiro
L’attività fisica è controindicata? «Generalmente non si può dire che l’esercizio fisico sia controindicato
per i pazienti affetti da fibrillazione atriale. Inevitabilmente bisogna distinguere caso per caso», aggiunge
lo specialista.
«Se a soffrirne in maniera cronica è una persona anziana che però non presenta ulteriori disturbi di
natura cardiaca, allora l’attività fisica moderata non rappresenta un fattore di rischio per la sua salute.
Se invece consideriamo un paziente più giovane che pratica sport ad alta intensità , come la corsa su
lunghe distanze o il ciclismo, allora l’attività fisica può esasperare la fibrillazione atriale.
Per questi pazienti, sebbene non ci sia proibizione, l’indicazione è di praticare attività fisica a intensitÃ
minore, per due volte a settimana».
Cosa potrebbe comportare fare attività fisica a ritmi sostenuti?
«Più che un peggioramento dei sintomi, si potrebbe esasperare la situazione anatomica del paziente.
L’atrio sinistro, o entrambi gli atri, sono già ingranditi e con l’esercizio fisico intenso il volume potrebbe
ulteriormente aumentare facendo incrementare il rischio di embolia».
Un altro rischio che potrebbe derivare dall’esercizio fisico è legato ai traumi da caduta:
«Una condizione alquanto diffusa tra chi soffre di fibrillazione atriale è la mancata coagulazione del
sangue. Molti pazienti assumono infatti dei farmaci anticoagulanti che rendono più fluido il sangue ed è
per questo che, in caso di caduta, possono formarsi degli ematomi di vasta entità .
Ecco perché sarebbe meglio evitare discipline intense in cui il rischio di caduta è alto, ad esempio il
ciclismo», conclude il dottor Gasparini.
(Salute, Humanitas)
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
PREVENZIONE E SALUTE
PROLASSO GENITALE,
RINFORZA IL PAVIMENTO PELVICO PER EVITARLO
Per prevenire il prolasso genitale è utile rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico,
ovvero quei muscoli che chiudono verso il basso la cavità addominale partendo all’interno dei
fianchi, in corrispondenza dell’osso pubico e della base della colonna vertebrale.
Una recente ricerca pubblicata su Lancet ha confermato l’efficacia
dell’esercizio fisico mirato contro il prolasso genitale.
Il prolasso degli organi pelvici è una ernia dell’apparato genitale
caratterizzato dalla discesa dei tessuti di vagina o utero. È una
condizione patologica associata a gravidanze e parti multipli o difficoltosi
ma anche all’invecchiamento.
I sintomi, tra cui l’incontinenza urinaria, riguardano, secondo alcune
stime, anche fino al 30% delle donne dopo i 40 anni.
Meno sintomi di prolasso con l’attività fisica
Diversi ricercatori hanno condotto uno studio su 412 donne di Regno Unito e Nuova Zelanda per valutare
l’efficacia dell’esercizio fisico sullo sviluppo dei sintomi del prolasso genitale.
Le donne, che manifestavano già dei primi segnali di prolasso, sono state divise in due gruppi:
 al primo è stato chiesto di partecipare a cinque lezioni individuali in cui avrebbero appreso le
tecniche di esercizi per il pavimento pelvico, oltre a lezioni di pilates da fare anche a casa. Queste
donne hanno ricevuto anche dei consigli personalizzati sullo stile di vita.
 Alle restanti donne sono stati impartiti invece solo questi consigli.
Nell’arco di 2 anni – le donne del I° gruppo hanno riferito una minore incidenza di prolasso genitale:
 solo il 6% di loro ha dovuto ricorrere a qualche forma di trattamento (dalla chirurgia all’utilizzo
dell’ovulo vaginale)
ï‚· rispetto a una percentuale maggiore nel secondo gruppo, pari al 14,4%.
Fino alla comparsa dei primi segnali di prolasso genitale è possibile dunque intervenire con la
fisioterapia: «Le donne coinvolte nella ricerca in oggetto – presentavano un prolasso di grado lievemedio. In caso di maggiore severità del prolasso gli esercizi non sarebbero utili alla donna, mentre
l’attività fisica è utilissima proprio in chiave preventiva, prima della comparsa dei sintomi iniziali».
Quando e come è possibile prevenire il PROLASSO GENITALE?
«Una donna che ha partorito può cominciare a fare degli esercizi per rinforzare il pavimento pelvico nelle
prime settimane dopo il parto, compatibilmente con le sue condizioni di salute. Se una donna non ha
avuto gravidanze può comunque cominciare ad allenare la muscolatura pelvica prima della menopausa.
L’ideale sarebbe svolgere esercizi mirati, ma anche yoga e pilates possono aiutare. Meglio se la donna si
fa guidare per 3-4 sedute da figure fisioterapisti od ostetrici, prima di praticare gli esercizi a domicilio».
La prevenzione del prolasso è un elemento di cui si tiene conto per la scelta del tipo di parto,
se naturale o cesareo?
«Certamente una donna che, per es., abbia partorito due volte con taglio cesareo ha meno probabilità di
sviluppare prolasso rispetto a chi l’abbia fatto naturalmente. In ogni caso la comunità scientifica è
contraria alla scelta di ricorrere al cesareo per evitare il prolasso, sia perché si tratta comunque di un
intervento chirurgico sia perché il prolasso è una condizione che potrebbe presentarsi a distanza di 30
anni dal parto. Infine perché il parto non è il solo fattore di rischio di prolasso genitale: sono rilevanti, ad
es., la stessa gravidanza, il peso del bambino alla nascita e la durata del travaglio, ma anche altri elementi
come l’assuefazione al fumo di sigaretta, la stipsi e una tosse cronica». (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
PREVENZIONE E SALUTE
CONDIZIONATORE: sai usarlo in modo corretto?
Qualche consiglio per stare al fresco senza rischi per la salute… e senza ricevere una bolletta
elettrica bollente
Non tutti lo amano, ma di certo il condizionatore d’aria è il
migliore amico del benessere nelle giornate afose d’estate.
Rinfresca, deumidifica, ci aiuta a riportare la casa a una
temperatura gradevole e a riposare bene di notte, anche
quando le città si infuocano nelle giornate afose dell’estate. In
ogni caso è necessario adoperarlo in modo corretto per
evitare malanni anche fastidiosi e per non avere brutte
sorprese al momento di aprire la bolletta dell’elettricità .
Ecco qualche suggerimento.
LA POSIZIONE – Scegliere preferibilmente un apparecchio di classe A:
 sono un po’ più costosi, ma garantiscono una migliore efficienza e risparmio energetico.
Il condizionatore va installato in alto, in modo da ottenere una distribuzione omogenea del flusso d’aria:
verificare che l’aria circoli liberamente davanti alle prese dell’aria in entrata e in uscita (senza tende,
piante o altri ostacoli), altrimenti il condizionatore non serve a nulla.
MANUTENZIONE INNANZI TUTTO – Prima ancora di cominciare ad accenderlo (e quindi
bisognerebbe giocare di anticipo sui primi caldi), è necessario verificare che l’apparecchio sia efficiente e
i filtri perfettamente puliti: una volta l’anno è opportuno far verificare da un tecnico il livello del gas
refrigerante e la pulizia della serpentina.
La pulizia dei filtri è invece da controllare ed eventualmente ripetere ogni due mesi quando l’aria
condizionata resta accesa per molte ore.
Si tratta di solito di un’operazione semplice che si può fare da sé: nella maggior parte dei casi i filtri si
sfilano e si lavano con acqua e sapone di marsiglia, si fanno poi asciugare al sole e si rimontano. Le
istruzioni di manutenzione si trovano nel libretto che accompagna l’apparecchio.
OCCHIO ALLA TEMPERATURA – Sembra superfluo ricordarlo, ma di fatto non è così:
se all’esterno ci sono più di 30 gradi, non serve impostare il condizionatore a 18 per avere fresco.
In questo modo si consuma solo più elettricità .
Per godere una sensazione di frescura, basta ottenere in casa 4-5 gradi in meno che all’esterno: una
differenza maggiore espone il fisico a uno sbalzo di temperatura eccessivo e nocivo per la salute.
Meglio accendere l’apparecchio una mezz’ora prima di soggiornare nella stanza, magari utilizzando il
timer, e attendere senza troppa impazienza che la temperatura diminuisca.
ATTENZIONE A PORTE E FINESTRE – Quando il condizionatore è in funzione, mantenere ben chiuse
le porte e le finestre per limitare lo scambio con l’aria calda dell’esterno.
Sfruttiamo invece le ore più fresche della sera e del primo mattino per arieggiare bene i locali perché il
ricambio d’aria è comunque indispensabile.
Nelle ore più calde della giornata o nei momenti in cui le finestre sono esposte al sole diretto, tenere le
persiane socchiuse o le tapparelle abbassate, per limitare l’esposizione agli ardenti raggi solari.
Ricordiamoci di spegnere il condizionatore quando usciamo da una stanza o addirittura di casa.
LA FUNZIONE DRY – Quando abbiamo raggiunto una temperatura gradevole, utilizziamo la funzione
dry, ovvero il comando di deumidificazione.
Contribuisce a mantenere l’aria fresca e asciutta e consuma molto energia elettrica.
A titolo indicativo, il grado di umidità relativa ideale è compreso tra il 40 e il 60%.
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
Tenere il condizionatore a palla per tutta la notte (e dormire magari
rannicchiati sotto il copriletto) è uno spreco di corrente elettrica e ci espone al
rischio di infreddature e dolori osteo-muscolari.
Nella maggior parte dei casi di notte la temperatura esterna si abbassa:
 basta arieggiare le stanze e sfruttare la frescura esterna per una camera da letto dalla
temperatura gradevole.
Se il calore è ancora intenso, raffrescare la stanza un’ora prima di coricarsi e poi regolare il
condizionatore sui 25-26 gradi per mantenere la temperatura, o passare alla funzione dry.
I RISCHI DEL FRESCO ARTIFICIALE – I pericoli maggiori vengono dagli sbalzi termici, ad esempio
quando si entra tutti sudati in una stanza o nell’auto fredda, e dalla insufficiente pulizia degli apparecchi.
Nei filtri si possono annidare polvere, acari, microrganismi e muffe nocive, responsabili di allergie e di
infezioni. La più temibile è la LEGIONELLA, dovuta a un batterio, la Legionella pneumophila:
 nei casi lievi il microrganismo è responsabile di mal di testa, febbre e malessere generale che si
risolve in pochi giorni.
In qualche caso, però, può accompagnarsi a tosse, sintomi gastroenterici, neurologici e cardiaci, anche
mortali: in Italia si registra qualche centinaia di casi di legionella all’anno.
MEGLIO IL VENTILATORE? – Chi preferisce le pale o i ventilatori portatili ha comunque un certo
sollievo all’afa e costi sicuramente inferiori.
L’unica accortezza da seguire nell’utilizzo è tenere il ventilatore vicino a sé, ma non dirigere direttamente
il getto d’aria addosso alla persona.
Se proprio non si può evitarlo, tenere la velocità al minimo e ricordarsi di bere molto: il getto d’aria
favorisce l’evaporazione del sudore e ci si può disidratare senza accorgersene. (Salute, TGcom24)
SCIENZA E SALUTE
Ma la Notte NO
“GAMBE GONFIE, LE SCARPE SENZA TACCO DANNO
SOLLIEVOâ€, VERO O FALSO?
Secondo alcuni le scarpe senza tacco danno sollievo in caso di gambe gonfie. Vero o falso?
L’abbiamo chiesto alla Dott.ssa Maria Grazia Bordoni, chirurgo
vascolare dell’ospedale Humanitas.
Indossare scarpe senza tacco tipo ballerine così come scarpe con il
tacco troppo alto soprattutto in estate e quando fa caldo favorisce anziché dare
sollievo se caso di gambe gonfie.
Non solo le scarpe, anche l’abbigliamento troppo attillato, indossato per tutta una
giornata, andrebbe evitato per ridurre e prevenire le gambe gonfie.
I piedi sostengono infatti tutto il peso della persona e hanno il compito di gestire il circolo di ritorno
venoso del sangue e della circolazione linfatica dal basso verso il cuore.
Indossare le scarpe sbagliate provoca un ostacolo alla circolazione linfatica e l’effetto si vede sulle gambe
e caviglie che tendono a gonfiarsi.
Scarpe strette, scarpe col tacco molto alto o completamente prive di tacco come le ballerine andrebbero
pertanto sostituite con scarpe che favoriscano un corretto appoggio plantare, fondamentale per il buon
funzionamento della circolazione.
 Le scarpe ideali dovrebbero avere 3-5 cm di tacco con una base d’appoggio sufficientemente
ampia.
Se le gambe gonfie si fanno sentire anche durante la notte, può aiutare a dare sollievo dormire con le
gambe appena rialzate rispetto al piano del letto. Senza modifiche complicate dell’arredamento, sono
sufficienti due libri posti sotto i piedi del letto dello spessore di 7-8 cm oppure un cuscino sotto il
materasso in prossimità dei piedi.†(Salute, Humanitas)
FALSO
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo
che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2017.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un
sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da
almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da:
1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: Il CARDINALE di Napoli, S.E. Crescenzio SEPE
per la prima volta incontra, presso la Sede dell’Ordine,
i Farmacisti Napoletani
Lunedì 3 Luglio, ore 20.30, Sede Ordine- Arcivescovo Metropolita di Napoli
Nel corso della serata si parlerà anche del Progetto “Un Farmaco per Tutti†che ha come obiettivo quello
di contrastare la Povertà Sanitaria. Ad oggi hanno aderito 128 Farmacie.
Si invitano i Colleghi a partecipare a questo importante evento.
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
ORDINE: SERATA DEDICATA AL CAMBIAMENTO DELLA
PROFESSIONE
Lunedì 10 Luglio, ore 20.30 – Renaissance Naples Hotel Mediterraneo –
L’Ordine in collaborazione con la Business School ha organizzato
l’importante evento che ha come focus “Il Cambiamento della
Professioneâ€.
Si invitano i Colleghi a partecipare a questo evento.
Nel corso della serata sarà offerto un buffet nel Roof Garden
Terrazza Angiò, all’undicesimo piano.
Interverrà il
Presidente di
Federfarma Napoli,
Michele DI IORIO
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
ORDINE: CAMPAGNA INFORMATIVA
DI PREVENZIONE AL MELANOMA
L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma
ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto “La Prevenzione sul Melanomaâ€.
Il Mese di LUGLIO è dedicato alla Prevenzione del MELANOMA
Un gruppo di Dermatologi è a disposizione dei Cittadini per un CONSULTO GRATUITO
presso la Sede dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli secondo il Calendario
riportato nella locandina
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
PAGINA 10
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
ORDINE: LOCANDINA CAMPAGNA INFORMATIVA
PREVENZIONE AL MELANOMA
L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma
ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto una locandina informativa che
riporta le raccomandazioni ed i consigli per la prevenzione del Melanoma
Le Locandine e
i Volantini
saranno
distribuiti dal
mese di Luglio
a tutte le
farmacie di
NAPOLI e
PROVINCIA.
PAGINA 11
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1145
Modulo 6/D:
SINTOMI IN FARMACIA:
Ruolo del Farmacista
TOSSE (IV)
Importanza e Significato delle Domande e delle Risposte (II)
3. ANAMNESI E VALUTAZIONE.
Tosse da sindrome da gocciolamento nasale: i sintomi di un’infezione delle vie aeree superiori e dei seni
paranasali suggeriscono la sindrome da gocciolamento nasale posteriore, ma il gocciolamento retronasale causa
spesso la tosse senza altri sintomi.
Tosse da reflusso gastro-esofageo: la pirosi, la raucedine e la tosse cronica notturna o al mattino presto,
specialmente se non sono presenti altri sintomi, suggeriscono il reflusso gastro-esofageo.
Tosse da asma: la tosse dopo l’esposizione a polveri o ad allergeni.
Tosse da fumatori: la tosse cronica con produzione di escreato purulento nei fumatori suggerisce una bronchite
cronica. In questi pazienti una modificazione della tosse può, comunque, essere una manifestazione precoce di un
carcinoma polmonare. Uno su tre fumatori, a lungo termine sviluppa una tosse cronica.
Se la tosse è ricorrente e persistente il Farmacista può offrire dei consigli di educazione alla salute e informare
circa i benefici ricavati dallo smettere di fumare, suggerendo una terapia sostitutiva della Nicotina o quant’altro.
Bisogna sottolineare che quando si smette di fumare inizialmente la tosse potrebbe peggiorare poichè l'azione di
pulizia delle ciglia è ristabilita durante i primi giorni.
Tosse da broncolitiasi: una tosse produttiva con escreato sabbioso può indicare broncolitiasi.
Tosse da reflusso carcinoma bronchiolaveolare: abbondanti quantità di espettorato fanno pensare a un
carcinoma bronchioalveolare.
Esame obiettivo: l’esame obiettivo deve essere focalizzato sui segni di sinusite, rinite e gocciolamento
retronasale. L’auscultazione polmonare durante la tosse può aiutare a identificare i rumori polmonari suggestivi di
asma (sibili) o di bronchiectasie (ronchi).
Esami Strumentali: la maggior parte dei pazienti con tosse acuta o cronica non caratterizzata da una chiara
eziologia all’anamnesi o all’esame obiettivo, può essere trattata per una sindrome da gocciolamento retronasale,
una malattia da reflusso gastroesofageo o per asma, sulla base del giudizio clinico.
Una risposta adeguata a tali interventi terapeutici preclude la necessità di ulteriori esami. Può essere eseguita una
radiografia del torace, ma risulta di scarsa utilità . I pazienti con tosse cronica e risposta inadeguata alla terapia
possono essere sottoposti a esami più approfonditi per l’asma o per il reflusso gastro-esofageo. In quelli in cui si
sospetta una neoplasia polmonare o altri tumori bronchiali, deve essere eseguita una broncoscopia.
4. Terapie in corso: bisogna conoscere quali medicinali sono attualmente assunti dal cittadino-paziente. Questo
include quelli prescritti dal medico o gli OTC comprati in Farmacia. Questo è importante per ricordare le possibilitÃ
di interazioni che si possono verificare con i medicinali utilizzati per la tosse. Sarebbe utile sapere quindi quali
medicinali per la tosse sono stati già assunti. Se senza successo allora è opportuno consultare il medico.
Inibitori dell’enzima convertente l'angiotensina (ACE). La tosse cronica può manifestarsi in pazienti,
particolarmente nelle donne che assumono ACE inibitori come enalapril, captopril, lisinopril e ramipril.
Il problema ora è ben riconosciuto ed i pazienti possono sviluppare la tosse nei primi giorni del trattamento o
dopo un periodo di poche settimane o anche dopo mesi. Tipicamente la tosse è irritante, secca e persistente.
Qualunque ACE inibitore può scatenare la tosse e sembra sia poco vantaggioso cambiare da uno ad un altro
farmaco. La tosse potrebbe risolversi o potrebbe persistere; in alcuni pazienti la tosse è così fastidiosa ed
angosciante che la terapia degli ACE inibitori potrebbe essere interrotta.
Il link che vi “porterà †direttamente sulla piattaforma FAD del Provider
https://fad.ocmcomunicazioni.com