Anno V – Numero 1154
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: Progetto “Un
Farmaco per tuttiâ€; Visita del
Cardinale di Napoli
2. Eventi Mese di Luglio
3. FAF in farmaDAY
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Cervello «in fiamme» in
chi soffre di disturbo
ossessivo-compulsivo
5. Un test per sapere se il
bimbo
appena
nato
ha cardiopatie congenite
6.
Prevenzione e Salute
7. Borsite dell’anca, tra i
fattori di rischio anche la
corsa
8. Dieta e sedentarietà .
gli esami che ti dicono se
cambiare stile di vita
Meteo Napoli
Venerdì 7 Luglio
ï‚· Sereno
Minima: 22° C
Massima: 31 °C
Umidità :
Mattina = 72%
Pomeriggio = 43%
Venerdì 7 Luglio 2017 – S. Claudio
Proverbio di oggi….……..
O’ ciucc quand ‘o mettn e sold ngann
o chiammn DON ciucc.
L'ABBRONZATURA?
GONFIORE SU UNA CICATRICE:
Chi FARE?
COSA troppo s’inchina, mostra il sedere
I soldi fanno cambiare opinione delle persone
Dopo un intervento chirurgico addominale, che richiede
un’apertura più o meno grande della parete e una sua chiusura, la
sutura può lasciarsi andare, parzialmente o in toto, dando origine
alla fuoriuscita del contenuto addominale (visceri, tessuto adiposo,
ecc.).
Questa ernia su incisione si chiama laparocele ed è
una vera e propria ernia attraverso un difetto della
parete addominale.
Il paziente, a distanza di tempo variabile da un
pregresso intervento addominale, si ritrova a livello
della cicatrice, una tumefazione o un gonfiore più o
meno fastidiosi, che tendono ad aumentare nel corso
della giornata.
Al mattino, appena svegli, il laparocele può essere quasi invisibile, mentre al
termine della giornata e dopo qualche sforzo fisico, diventare più appariscente,
a volte anche doloroso.
Il laparocele non è un problema solo estetico.
Anzi, rispetto a tutte le altre ernie, ha spesso dimensioni importanti e un
contenuto quasi sempre viscerale, soprattutto intestinale.
Come tutte le ernie, anche il laparocele può strozzarsi e causare una occlusione
intestinale o, peggio, il suo contenuto può andare in necrosi. In entrambi i casi
è sempre necessario un intervento d’urgenza.
Generalmente, comunque, fatta diagnosi di laparocele, l’indicazione è il
trattamento chirurgico che richiede quasi sempre il posizionamento di una
protesi (rete) per rafforzare la solidità della parete addominale.
In Humanitas Mater Domini, questa procedura avviene per via laparoscopica
(mininvasiva). (Salute, Humanitas)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
E-MAIL:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.;
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli
PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
SCIENZA E SALUTE
CERVELLO «IN FIAMME» IN CHI SOFFRE
DI DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
Livelli più elevati di infiammazione soprattutto nelle aree cerebrali che nei pazienti
funzionano in modo anomalo: le prospettive per possibili terapie
C’è chi è ossessionato da un pensiero ricorrente, chi non riesce a
impedirsi di controllare e ricontrollare mille volte al giorno il proprio
battito cardiaco, chi accumula oggetti senza riuscire a smettere pur
essendosi riempito casa di cianfrusaglie.
E non mancano gli esempi famosi, dal produttore Howard Hughes e la sua
fissazione per l’igiene, a Nikola Tesla ossessionato dal numero tre:
 il disturbo ossessivo-compulsivo è un problema diffuso e forse,
come molte altre patologie, potrebbe dipendere da un eccesso di infiammazione.
STUDIO DI IMAGING CEREBRALE
Lo ipotizza una ricerca pubblicata su JAMA Psychiatry, secondo cui nel cervello di pazienti con disturbo
ossessivo-compulsivo si può rilevare uno stato infiammatorio del 32% superiore rispetto a chi non ne
soffre.
Il dato arriva dall’analisi di 40 volontari, per metà sani e per metà affetti da disturbo ossessivocompulsivo, con una PET (tomografia ad emissione di positroni) modificata per “vedere†l’infiammazione
nel cervello grazie a una speciale tecnologia che attraverso un tracciante consente di valutare l’attivitÃ
delle cellule cerebrali con una funzione immunitaria, la microglia.
I ricercatori hanno misurato così l’infiammazione in sei diverse aree cerebrali note per avere un ruolo nel
disturbo, scoprendo che in media nei pazienti è superiore del 32% rispetto ai sani e anche che c’è una
variabilità fra i malati che potrebbe riflettere quella biologica della patologia;
per es., si è osservato che i soggetti in preda a un’ansia maggiore quando tentano di evitare di mettere in
atto i gesti compulsivi sono anche quelli con un maggior grado di infiammazione.
L’obiettivo degli autori, ora, è identificare marcatori specifici, nel sangue o fra i sintomi, che possano
identificare i pazienti con un maggior livello di infiammazione che più potrebbero beneficiare di terapie
mirate per ridurla.
ANTINFIAMMATORI PER UN DISTURBO MENTALE?
Dal momento che a oggi le terapie non funzionano in circa un terzo dei casi di disturbo ossessivocompulsivo, un problema che riguarda circa l’1-2% della popolazione, identificare una nuova terapia
sarebbe molto utile:
 «Farmaci pensati per ridurre l’infiammazione cerebrale in altre patologie potrebbero rivelarsi
efficaci per i pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo;
dobbiamo capire quali fattori specifici contribuiscano all’infiammazione in questi soggetti e individuare
modi per ridurla e mantenere solo gli aspetti positivi dell’attivazione della microglia.
La relazione fra infiammazione cerebrale e disturbo ossessivo-compulsivo è forte, specialmente nelle
aree che sappiamo funzionare in maniera diversa nei pazienti:
un dato nuovo sulla biologia della malattia che speriamo porti presto a nuove cure con l’obiettivo di
ridurre l’infiammazione quando diventa potenzialmente dannosa e promuovere invece la risposta
infiammatoria “buona†non eccessiva, con effetti curativi.
Un’infiammazione cerebrale maggiore rispetto ai sani peraltro non è propria solo di questo disturbo,
l’abbiamo verificata anche nel caso della depressione, che spesso vi si accompagna:
terapie che possano controllarla potrebbero perciò costituire una svolta per i pazienti». (Salute, Corriere)
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
PREVENZIONE E SALUTE
BORSITE DELL’ANCA, TRA I FATTORI DI
RISCHIO ANCHE LA CORSA
Movimenti ripetuti e il sovraccarico possono causare l’insorgenza
di borsite, l’infiammazione delle borse, quelle sacche con il fluido
che riduce la frizione tra le ossa e i tessuti di un’articolazione.
Tra le sedi in cui può sorgere questo disturbo c’è l’anca.
Cosa fare in caso di borsite e come poterla prevenire?
L’abbiamo chiesto al dr Federico Della Rocca, capo sezione di Ortopedia dell’anca e chirurgia protesica di
Humanitas.
Nell’anca ci sono diverse borse ma quella che più frequentemente si infiamma è la borsa che ricopre il
grande trocantere, una delle porzioni del femore dove si inseriscono diversi muscoli. Questa forma di
borsite si chiama borsite trocanterica. Il sintomo principale della borsite è un dolore acuto e intenso.
Corsa e pedalata possono sovraccaricare l’anca
A causare la borsite possono essere infezioni, condizioni di salute come l’artrite reumatoide o disturbi
alla colonna vertebrale ma tra i suoi fattori di rischio ce ne sono alcuni legati all’attività fisica:
 correre e pedalare sono i tipi di movimenti ripetitivi che sovraccaricano l’anca e che spesso si
associano a questo disturbo.
Anche il sovrappeso, con lo stress che arreca all’articolazione, può contribuire all’insorgenza della
borsite.
In che modo chi fa running può prevenirne l’insorgenza?
«Il rinforzo muscolare e lo stretching sono molto importanti per prevenire l’insorgenza della borsite
trocanterica nei soggetti che praticano running.
Allo stesso modo, come già evidenziato, è necessario controllare il peso per evitare un sovraccarico.
Inoltre, è molto importante che l’allenamento sia progressivo e adeguato alle condizioni e alle
potenzialità dello sportivo.
Un modo per assicurarsi una protezione per evitare eccessive sollecitazioni è l’utilizzo di scarpe da
running con massimo ammortizzamento.
È utile anche scegliere i terreni su cui eseguire il proprio allenamento (sarà da preferire la scelta di un
terreno che possa assorbire in parte i “colpi†evitando i terreni con fondo sconnesso ed instabile)».
In caso di diagnosi di borsite cosa si può fare al di là del trattamento farmacologico?
«Il
paziente
dovrÃ
osservare
tutti
gli
accorgimenti
per
ridurre
il sovraccarico
dell’articolazione dell’anca». «Pertanto dovrà stare a riposo (no ad attività sportive, pesi da sollevare,
salire le scale, etc.); inoltre, in caso di sovrappeso, risulterà utile un calo ponderale per ridurre le
sollecitazioni sulle articolazioni degli arti inferiori».
«Nello stesso tempo – si consiglia di eseguire esercizi di tonificazione dei muscoli glutei ed esercizi di
stretching soprattutto del tensore della fascia alata, che spesso risulta contratto in questi casi.
Localmente, si raccomanda l’utilizzo di ghiaccio più volte al giorno per ridurre l’infiammazione».
Quando è necessario invece l’intervento chirurgico?
«Risulta necessario qualora i trattamenti farmacologici e fisioterapici non sortiscano effetti positivi
nell’arco di sei mesi dal sorgere della problematica. L’intervento è un intervento mininvasivo in
artroscopia realizzato attraverso due piccoli accessi di 3-4 mm, che ha l’obiettivo, innanzitutto, di
rimuovere la borsa infiammata e, in secondo luogo, di allungare il tendine contratto del tensore della
fascia alata. L’intervento dura 30 min. e viene eseguito in day surgery con una sola notte di ricovero».
(Salute, Humanitas)
PAGINA 4
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
SCIENZA E SALUTE
UN TEST PER SAPERE SE IL BIMBO APPENA NATO
HA CARDIOPATIE CONGENITE
Il test è a punto. Basterà misurare l’ossigeno nel sangue per sapere subito se un bambino è
affetto o meno da cardiopatie congenite.
L’efficacia di questo test di screening è stata confermata in uno
studio multicentrico a cui hanno partecipato 17 diversi centri
neonatologici italiani, tra cui l’Unità Operativa Complessa di
Neonatologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino
Gemelli, afferente al Polo Scienze della Salute della Donna e del
Bambino, diretto dal professor Giovanni Scambia, e ha coinvolto 42.169 neonati.
Pubblicata recentemente sul Journal of Pediatrics, la ricerca ha evidenziato che l’utilizzo del test prima
che mamma e bimbo lascino l’ospedale dopo il parto consente di incrementare la rilevazione delle
cardiopatie congenite del 71% nei centri nascita di primo e secondo livello.
Diversi studi hanno dimostrato che la diagnosi precoce di tali patologie comporta una significativa
riduzione della mortalità tra il 15 e il 20%.
Per la Neonatologia del Gemelli lo studio è stato coordinato dal prof. Antonio Alberto Zuppa, associato
di Pediatria Generale e Specialistica dell’Università Cattolica e responsabile dell’Unita Operativa Semplice
di Area di Medicina Preventiva Neonatale-Rooming-in del Policlinico.
L’incidenza di cardiopatie congenite gravi in Italia è di 3 neonati su 1000 nati vivi.
«Il nostro studio – spiega il professor Zuppa - è il primo in Italia su larga scala ed è tra gli studi con una
casistica più numerosa effettuati a livello internazionale sull’argomento».
Il TEST
: La metodica di screening neonatale, lo screening pulso-ossimetrico, per la diagnosi
precoce delle cardiopatie congenite gravi nel neonato si effettua attraverso la rilevazione
nei primissimi giorni di vita del neonato della quantità di ossigeno nel sangue arterioso attraverso
un’apparecchiatura medica non invasiva chiamata pulsossimetro.
La maggior parte delle cardiopatie congenite può determinare una riduzione di tale quantità di ossigeno
nel sangue. Pertanto con questo metodo è possibile rilevare gravi cardiopatie congenite che possono
altrimenti rimanere misconosciute, in quanto risultano clinicamente silenti nei primi giorni di vita,
durante quindi il ricovero ospedaliero, per poi manifestarsi con quadri di diversa gravità nelle prime
settimane dopo la dimissione dall’ospedale.
La diagnosi tardiva si accompagna a un più elevato rischio di mortalità ; la diagnosi precoce invece
aumenta le possibilità di intervenire chirurgicamente quando il neonato non è ancora scompensato con
una significativa riduzione della mortalità .
Si tratta di una metodica semplice e rapida da effettuare, assolutamente non invasiva o indaginosa per il
bambino e a costo zero.
Al Gemelli tale screening viene ormai effettuato gratuitamente da quasi 10 anni.
«L’introduzione di questo screening all’interno della Neonatologia del Gemelli, dove ogni anno nascono
oltre 4mila bambini, ha permesso di implementare la diagnosi di queste gravi patologie neonatali.
Solo da pochi anni, evidenziandosi la sua importanza, lo screening pulso-ossimetrico è stato diffuso in
tutto il mondo e recentemente è entrato nelle raccomandazioni del FDA statunitense.
In Italia non è uno screening obbligatorio e non è effettuato presso tutti i centri nascita».
«Trattandosi di una metodica non invasiva e a costo zero la sua introduzione non grava sul paziente e
sulla spesa sanitaria. (Salute, La Stampa)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
PREVENZIONE E SALUTE
DIETA E SEDENTARIETÀ.
GLI ESAMI CHE TI DICONO SE CAMBIARE STILE DI VITA
Semplici, ma non banali, esami del sangue possono emettere questo verdetto: bisogna
cambiare stile di vita.
Sono esami da laboratorio che possono essere prescritti per un
semplice check up o quando c’è già il sospetto che qualcosa possa
non andare. Livello dei trigliceridi, dell’omocisteina e dell’acido
urico, tutti parametri che ci dicono se stiamo mangiando bene o
male: «Le analisi di laboratorio ci dicono come sta funzionando
l’organismo e in che stato sono i diversi apparati: ad esempio
guardare il livello dei trigliceridi ci dice la qualità e il tipo di cibi che
privilegiamo», spiega il dottor Roberto Colombo, coordinatore dei
laboratori di analisi di Humanitas.
«I trigliceridi sono grassi che derivano dall’alimentazione, in particolare se si consumano grassi animali.
Se i valori sono superiori a 170 mg/dl il sospetto è che la persona sia un forte mangiatore di insaccati,
carni rosse; se invece sono su 65/70 la persona mangia tantissime verdure», sottolinea lo specialista.
«Se il livello dei grassi del sangue (colesterolo e trigliceridi) è ridotto posso dedurre un’alimentazione
ricca di pesce azzurro (sgombri, sardine, tonno, salmone). Questi alimenti contengono omega 3, grassi
molto importanti per i nostri metabolismi.
Gli omega 3 non vengono prodotti dal nostro organismo e quindi dobbiamo introdurli con la dieta; il
pesce azzurro è l’alimento che più ne contiene».
Quali sono gli effetti benefici degli omega3? «Abbassano il colesterolo (non a tutti) e i trigliceridi (a
quasi tutti). Sono messaggeri positivi per il funzionamento di tre sistemi del nostro organismo che ci
mantengono giovani: il sistema nervoso, il sistema immunitario, il sistema endocrino».
Utile l’esame per valutare il livello di acido urico
?
«Carni rosse e frattaglie, troppi grassi
animali: l’acido urico ematico è alto se lo è
il consumo di questi alimenti. In questo modo il rischio di infiammazione è maggiore».
E ancora il livello di omocisteina: «È un aminoacido indice del rischio cardiovascolare. Il suo valore si
aggiunge agli indicatori di rischio tradizionali (fumo, colesterolo, diabete, ipertensione). Se il dosaggio nel
sangue risulta alto, significa che il consumo di verdure è scarso».
Con il grasso addominale aumentato si possono infine trovare le transaminasi GPT/ALT elevate:
«Queste analisi possono evidenziare una sofferenza delle cellule del fegato determinata da steatosi che
popolarmente è chiamata “fegato grassoâ€. Si tratta della malattia del fegato più diffusa fra gli italiani e
che spesso si associa al sovrappeso.
Oltre alla dieta, per disintossicare il fegato si può impiegare il cardo mariano (parente povero del
carciofo) e l’insalata che cresce spontanea nei campi, il tarrassaco».
Quando sottoporsi a questi esami?
«L’indicazione generale è di eseguire questi esami almeno annualmente. Se invece si hanno malattie del
metabolismo la frequenze è maggiore.
Un medico attento controlla con sospetto l’aumento di peso, e può indagare richiedendo questi esami.
Se i valori sono alterati allora bisogna cambiare stili di vita, correggere l’alimentazione e cominciare a
muoversi di più. La formula magica da seguire è 5-30-200: 5 porzioni di verdura al giorno; 30 minuti di
camminata al giorno; 200 di colesterolo», conclude il dottor Colombo. (Salute, Humanitas)
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: SERATA DEDICATA AL CAMBIAMENTO DELLA
PROFESSIONE
Lunedì 10 Luglio, ore 20.30 – Renaissance Naples Hotel Mediterraneo –
L’Ordine in collaborazione con la Business School ha organizzato
l’importante evento che ha come focus “Il Cambiamento della
Professioneâ€.
Si invitano i Colleghi a partecipare a questo evento.
Nel corso della serata sarà offerto un buffet nel Roof Garden Terrazza
Angiò, all’undicesimo piano.
Interverranno:
Presidente di
Federfarma Napoli,
Michele DI IORIO
Federfarma Servizi,
Antonello MIRONE
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
.
Anno IV – Numero 1154
Modulo 8/A:
SINTOMI IN FARMACIA:
Ruolo del Farmacista
Patologie dell’Orecchio (I)
Otalgia, perdita dell’udito, otorrea, acufeni e vertigini sono i principali sintomi di patologia dell’orecchio.
Per capire come mai le persone ed in particolare i bimbi soffrano così spesso di otite e a
volte non si riesca assolutamente a farli guarire, bisogna conoscere un minimo di anatomia
del naso e dell'orecchio. Nella figura sono evidenziati i rapporti che intercorrono tra di essi:
1. la parte cruciale è la “tuba di eustachio†(in rosso). Essa è un canale che mette in
comunicazione la cassa del timpano con il naso. Possiede due funzioni principali:
-permettere all’aria di entrare nell’orecchio medio equilibrando la pressione ai due lati della
membrana timpanica;
-permettere al muco, normalmente prodotto, di uscire dall’orecchio attraverso il naso.
Se poi la situazione perdura, il catarro si infetta e si arriva all'otite, con febbre e possibile
perforazione del timpano.
Nel neonato e poi nel bimbo della prima infanzia, i raffreddori sono all'ordine del giorno, la
tuba è molto stretta e tortuosa e il suo sbocco è spesso semi ostruito dalle adenoidi!(in
giallo nella figura).
Ecco spiegate le ragioni delle otiti recidivanti nel bimbo piccolo! Un bambino che è sempre raffreddato tenderà ad avere le
adenoidi grosse, specie se è allergico, e prima o poi manifesterà un'otite.
Da quanto detto ne consegue che la terapia preventiva dell'otite è quella del raffreddore! Pulizia del naso con soluzione
fisiologica e un blando decongestionante, un mucolitico per tentare di far uscire dalla tuba il catarro ammorbidendolo, e nei
casi dove si sospetta un allergia, un antistaminico.
Se nonostante questo sopraggiunge l'otalgia, conviene sostituire l'antistaminico semplice con uno associato a un
decongestionante sistemico (baby rinolo o actifed). Se poi arriva anche la febbre è giusto ricorrere all'antibiotico che in
genere va dato dai sette ai dieci giorni.
Patologie dell’orecchio
Otalgia (dolore all’orecchio): compare per cause otologiche e non riferite all’orecchio da processi patologici remoti. Un
dolore cronico deve far prendere in considerazione la presenza di un tumore, in particolare negli anziani. Ostruzione della
tromba di Eustachio inibisce l’equilibrio fra la pressione nell’orecchio medio e quella atmosferica, causando dolore con
modificazioni della pressione ambientale. L’otite media produce un’infiammazione dolorosa della mucosa e dolore per
aumento della pressione nell’orecchio medio, con estroflessione della membrana timpanica.
Valutazione: le cause otologiche sono in genere diagnosticate nel corso dell’esame otoscopio. A seconda dei rilievi clinici,
le cause non otologiche possono richiedere delle valutazioni, tra cui l’audiometria, esame della funzione vestibolare,
radiografie dentarie, TC di cranio, osso temporale, collo e seni e RM.
Trattamento: i pazienti con patologia temporo-mandibolare devono essere visitati da un dentista esperto ed evitare di
masticare gomme e cibi duri. L’otalgia è spesso causata da traumi derivanti da irrigazioni dell’orecchio. Le relative cause
vengono trattate adeguatamente. Il dolore può essere trattato con analgesici orali (es. FANS, paracetamolo). I pazienti non
devono eseguire irrigazioni dell’orecchio a meno che non indicato dal medico, ma solo delicatamente. Non si dovrebbe
mai utilizzare un irrigatore orale.
Il link che vi “porterà †direttamente sulla piattaforma FAD del Provider
https://fad.ocmcomunicazioni.com
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
ORDINE: CAMPAGNA INFORMATIVA
DI PREVENZIONE AL MELANOMA
L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma
ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto “La Prevenzione sul Melanomaâ€.
Il Mese di LUGLIO è dedicato alla Prevenzione del MELANOMA
Un gruppo di Dermatologi è a disposizione dei Cittadini per un CONSULTO GRATUITO
presso la Sede dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli secondo il Calendario
riportato nella locandina
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
PAGINA 10
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
ORDINE: LOCANDINA CAMPAGNA INFORMATIVA
PREVENZIONE AL MELANOMA
L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma
ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto una locandina informativa che
riporta le raccomandazioni ed i consigli per la prevenzione del Melanoma
Le Locandine e
i Volantini
saranno
distribuiti dal
mese di Luglio
a tutte le
farmacie di
NAPOLI e
PROVINCIA.
PAGINA 10
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154
ORDINE: SERATA STRAORDINARIA in OCCASIONE della
VISITA del CARDINALE di Napoli, S.E. Crescenzio SEPE,
presso la Sede dell’ORDINE
Lunedì 3 Luglio, ore 20.30, Sede Ordine- Arcivescovo Metropolita di Napoli
Nel corso della serata si è parlato del Progetto “Un Farmaco per Tutti†che ha come obiettivo quello di
contrastare
la
PovertÃ
Sanitaria.
Ad oggi hanno aderito 131
Farmacie.
Nel corso dell’incontro, in una
cornice di Colleghi delle grandi
occasioni e alla presenza di
autorità Istituzionali e di
Categoria, il presidente Enzo
Santagada ha consegnato al
Cardinale
di
Napoli
S.E.
Crescenzio SEPE una targa per
aver insegnato alla Nostra
Professione, con il Suo Magistero all’insegna della carità e attraverso il progetto solidale “Un Farmaco
per Tutti†che “Dio Ama chi Dona con Gioiaâ€.
Alla cerimonia erano presenti in tantissimi, la sala convegno stracolma e una partecipazione attiva ha
reso l’atmosfera coinvolgente soprattutto quando è entrato il Cardinale di Napoli. Un lungo applauso ha
salutato il suo arrivo e i partecipanti si sono tutti alzati per omaggiarlo.
Alcuni dei Momenti della Serata
PAGINA 10
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1154