Anno V – Numero 1159
Venerdì 14 Luglio 2017 – S. Camillo de Lellis
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto
Farmaco per tuttiâ€; i
“Un
Proverbio di oggi………
'E figlie se vasano 'nzuonno
2. Eventi Mese di Luglio
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Tumore al seno, un test
genomico per scegliere chi
sottoporre
a
chemioterapia
4. Tiroide, come accorgersi
della presenza di un
nodulo?
Prevenzione e Salute
5. Quali sono i segni
dell'artrosi all'anca?
6. Vene varicose degli arti
inferiori
Meteo Napoli
Venerdì 14 Luglio
ï‚· Sereno
Minima: 24° C
Massima: 31 °C
Umidità :
Mattina = 56%
Pomeriggio = 67%
TUMORE AL SENO, UN TEST GENOMICO
Chi troppo s’inchina, mostra il sedere
PER SCEGLIERE CHI SOTTOPORRE A
CHEMIOTERAPIA
Una sorta di screening nelle pazienti con tumore al seno per
individuare le candidate alla chemioterapia.
Grazie a un test genomico, chiamato Oncotype Dx, si può
 prevedere in quali donne questo tipo di trattamento potrebbe essere
più efficace.
Oncotype DX fornisce preziose informazioni sulla
neoplasia mammaria, la forma di tumore più
diagnosticata nel sesso femminile e la
responsabile di più decessi per cancro fra le donne.
Il test genomico analizza infatti l'attività di un insieme di geni che riguarda il
modo in cui un tumore potrebbe evolvere e rispondere ai trattamenti.
Grazie ai risultati di questo esame si può avere un quadro più chiaro della
prognosi della malattia oncologica:
i medici possono avere un'idea più chiara di quali pazienti potrebbero
avvantaggiarsi di un trattamento chemioterapico in aggiunta alla terapia
ormonale. Il test è anche in grado di valutare il rischio di ricaduta del tumore al
seno.
Sono 21 i geni che vengono analizzati con il test genomico e la sua validità è
stata oggetto di studi scientifici che hanno coinvolto circa 4mila pazienti.
Le pazienti su cui potrebbe essere effettuato il test sono donne con “tumore
invasivo della mammella, linfonodi negativi o positivi fino a un massimo di 3,
con recettori ormonali positivi, pazienti che in base ai prelievi anatomo-clinici e
biologici sono in una zona di confine, in una fase in cui si può includere o
escludere con certezza il trattamento chemioterapico rispetto alla sola
ormonoterapiaâ€, spiega l'oncologo Francesco Cognetti, direttore dell'Oncologia
medica dell'Istituto nazionale Regina Elena di Roma.
L'ospedale romano è tra gli 11 centri del Lazio che hanno aderito al
programma di sperimentazione PONDx. (Salute, Sole 24Ore)
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1159
SCIENZA E SALUTE
TIROIDE, come accorgersi della presenza di un nodulo?
Tra le patologie più frequenti a carico della tiroide c’è il nodulo tiroideo.
È prevalente nel sesso femminile e nella maggior parte dei casi si rivela
essere una formazione benigna.
Tendenzialmente il nodulo tiroideo è silente e la sua scoperta è spesso
incidentale ma ci sono casi in cui può sorgere il sospetto di un nodulo alla
tiroide: «Quando un paziente lamenta difficoltà nella deglutizione o un
senso di costrizione al collo o quando il nodulo è chiaramente visibile»,
ricorda il prof. Andrea Lania, docente di Endocrinologia presso Humanitas
University.
«Il nostro è un Paese a endemia gozzigena per via di una carenza lieve/moderata di iodio, un elemento
essenziale per la funzionalità della tiroide. E’ quindi necessario apportare con la dieta una adeguata
quantità di iodio, cosa possibile se si utilizza il sale iodato. L’apporto di iodio diventa ancora più
importante – spiega il professor Lania – in condizioni particolari come la gravidanza».
Ci sono fattori associati allo stile di vita che potrebbero favorire l’insorgenza di un nodulo?
«No. L’unico che può essere associato a un incremento di rischio è il consumo quasi esclusivo nella dieta
di brassicacee (la famiglia dei cavoli, cavolfiori, ecc.), uno scenario difficilmente ipotizzabile se
consideriamo le abitudini alimentari prevalenti nel nostro Paese».
A proposito di noduli tiroidei si parla di incidentalomi, ovvero di nodularità riscontrate per caso
(incidentalmente) in corso di esami eseguiti per sintomi non chiaramente riconducibili ad una malattia
della tiroide: «Come accade durante un ecocolordoppler dei vasi sovraortici o una risonanza magnetica
della colonna vertebrale a livello cervicale. La presenza di un nodulo può essere dunque riscontrata
casualmente oppure può essere sospettata semplicemente osservando il collo del paziente», aggiunge lo
specialista.
Ci sono invece sintomi che dovrebbero spingerci a cercare specificamente la presenza di un nodulo?
«Solo in due casi: principalmente quando si lamenta una sintomatologia compressiva sulla trachea o
sull’esofago e quindi si ha difficoltà a deglutire o a respirare; più raramente se si manifestano i sintomi
tipici dell’ipertiroidismo.
In questi casi si procede con un’ecografia per escludere o meno la presenza di un nodulo». Tra i sintomi
principali dell’ipertiroidismo ci sono la tachicardia, l’aritmia cardiaca, la perdita improvvisa di peso,
l’aumento dell’appetito e della sudorazione.
UNA VOLTA DIAGNOSTICATO UN NODULO COME SI PROCEDE?
«Dopo aver valutato lo stato funzionale della ghiandola si decide se procedere o meno con l’esame
citologico del nodulo mediante agoaspirazione per escludere la presenza di un carcinoma tiroideo.
L’indicazione all’esecuzione di tale approfondimento diagnostico si base sulle caratteristiche ecografiche
del nodulo e sulla presenza di fattori di rischio specifici quali una pregressa irradiazione al collo».
«Nei casi in cui il nodulo tiroideo risulti citologicamente o ecograficamente benigno e quando le sue
dimensioni non sono tali da determinare compressione tracheale o esofagea sarà sufficiente monitorare
ecograficamente le eventuali modificazioni dimensionali del nodulo con cadenza non inferiore all’anno».
Quali terapie sono previste? «Non ci sono terapie mediche per prevenire la crescita del nodulo. SarÃ
prescritta una terapia medica solo in caso di disfunzione tiroidea. Nel caso di noduli di grosse dimensioni
associati a sintomatologia compressiva o nel caso di un esito citologico positivo per neoplasia tiroidea è
indicato l’intervento chirurgico. Nel caso invece di un nodulo iperfunzionante (associato cioè ad
ipertiroidismo) si potrà decidere se optare per la chirurgia o per il trattamento radiometabolico con
iodio», conclude il professor Lania. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1159
PREVENZIONE E SALUTE
QUALI SONO I SEGNI DELL'ARTROSI ALL'ANCA?
Segnale tipico è la difficoltà a mettere le calze o le scarpe per un dolore alla coscia
durante il movimento
Quando a essere interessata è
Metà delle persone dopo i 60 anni soffre di artrosi.
l’articolazione dell’anca, la più
«L'artrosi dell'anca (coxartrosi) è frequente e comporta
la progressiva distruzione della cartilagine articolare, con
grande del corpo, il problema non
conseguenti danni anche all'osso e interessamento della
può essere trascurato.
muscolatura circostante».
Come si presenta l’artrosi dell’anca? «I tre segnali caratteristici sono dolore, rigidità e zoppia.
All’inizio il dolore è di solito all'inguine o al gluteo, spesso anche lungo la coscia, anteriormente, fino al
ginocchio.
La limitazione del movimento è un segno che in genere appare
quando l'artrosi comincia ad essere di grado più elevato e può
compromettere alcuni movimenti.
La zoppia appare quando il dolore è tale da indurre a mettere in
atto meccanismi di protezione per abbreviare l'appoggio sull'arto
dolente.
Per confermare la presenza di un processo coxartrosico, basta una
radiografia dell'anca, solo in alcuni casi servono TAC o RMN per
capire meglio le cause del problema».
«Non ci sono farmaci capaci di guarire l'artrosi o di farla regredire, ma solo medicinali che aiutano a
controllare il dolore.
Se l'artrosi è in fase iniziale si può però tentare di rallentarne l'evoluzione con alcuni accorgimenti, per
esempio perdendo peso, se si è in sovrappeso, ed evitando di affaticare l'articolazione con attivitÃ
sportive (calcio, tennis, sport di contatto, ecc.) o lavorative pesanti.
Per migliorare la mobilità dell'articolazione può essere utile un programma personalizzato di fisioterapia,
una moderata attività fisica, privilegiando nuoto, bicicletta, ginnastica dolce».
«Quando l'artrosi causa importanti limitazioni funzionali e il dolore non è più
QUANDO È
controllabile.
Negli ultimi anni ricerche sui materiali, biotecnologie e procedure chirurgiche
NECESSARIO
meno invasive, hanno permesso notevoli progressi;
RICORRERE ALLA
gli approcci chirurgici mininvasivi, ovvero di risparmio dei tessuti (tissue
PROTESI?
sparing), ci hanno permesso di ottenere recupero funzionale più rapido,
abbattimento del dolore, cicatrici più piccole, riduzione delle perdite di
sangue intra e post-operatorie.
Oggi in centri specializzati questa chirurgia sta raggiungendo l'obiettivo di essere eseguita "senza o con
minimo impegno doloroso";
Un programma di questo tipo conduce il paziente da un’accurata pianificazione preoperatoria
all'intervento mini invasivo fino al post-operatorio senza dolore e all'assistenza domiciliare condivisa tra
tutti gli specialisti.
Dopo questo tipo di intervento non serve un programma di riabilitazione particolare, ma solo un
controllo fisioterapico della deambulazione per circa 40 giorni a domicilio».
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1159
PREVENZIONE E SALUTE
VENE VARICOSE DEGLI ARTI INFERIORI
L’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori e le sue manifestazioni (varici e
telangiectasie) rappresentano una delle più frequenti patologie nei paesi
industrializzati. Ne è affetto infatti tra il 10 e il 40% della popolazione adulta.
In Italia ne soffre almeno il 40% delle donne e il 25% degli uomini.
Per vene varicose (o varici) si intendono delle tortuosità , delle dilatazioni (i gavoccioli venosi) evidenti sul
decorso delle principali vene superficiali della gamba. In posizione eretta il ritorno del sangue dagli arti
inferiori al cuore (sangue venoso) è facilitato dalla presenza di numerose valvole all’interno dei condotti
venosi.
La perdita di funzionalità di queste valvole associata ad alterazioni della parete delle vene comporta la
comparsa di vene varicose.
Teleangiectasie indica il termine medico per descrivere quelle antiestetiche trame di capillari che spesso
compaiono sulle gambe di chi soffre di insufficienza venosa.
Come si
La sintomatologia classica è data dalla sensazione di pesantezza delle gambe,
dai crampi notturni, dal formicolio, dal bruciore e dal gonfiore.
Riconoscono
I disturbi si fanno sentire soprattutto in estate quando le vene, di per sé poco
no?
toniche, vengono indotte dalle alte temperature esterne a dilatarsi ulteriormente.
Le varici diventano così più evidenti e “palpabiliâ€, a volte dolenti; le gambe si appesantiscono, le caviglie
si gonfiano, le scarpe stringono.
Con l’aggravarsi della patologia possono comparire macchie brune, eczemi, ipodermiti (aree cutanee più
o meno estese, arrossate, dolenti e indurite), tromboflebiti, ulcerazioni e sanguinamenti.
Diagnosi
Per la diagnosi viene effettuata una visita specialistica di chirurgia vascolare e, se
necessario, un ecocolordoppler venoso degli arti inferiori. L’ecocolordoppler
rappresenta attualmente la metodica diagnostica più efficace per ottenere un quadro obiettivo e
inequivocabile delle caratteristiche funzionali delle vene.
Si tratta di un esame non invasivo che consente di analizzare il circolo venoso superficiale, valutare la
continenza delle valvole e di individuare le vene “insufficientiâ€.
Permette inoltre di verificare che il circolo venoso profondo non presenti occlusioni: una condizione
determinante per decidere se effettuare o meno l’intervento di asportazione del circolo superficiale delle
safene.
Non si riconosce un fattore causale diretto evidente che spieghi l’eziologia della
Chi si
patologia varicosa; esistono ipotesi patogenetiche e fattori favorenti.
Ammala?
Le ipotesi patogenetiche sono rappresentate dall’incontinenza ostiale valvolare (safenofemorale o safeno-poplitea) o delle valvole iliaco-femorali e dalla debolezza primitiva
della parete venosa per diminuzione degli elementi elastici.
I fattori che favoriscono la malattia sono:
 familiarità ,
 sesso femminile,
 abitudini di vita (soprattutto vita sedentaria),
 attività lavorativa (professioni che costringono a stare molto tempo in posizione eretta),
 peso corporeo (obesità ),
 gravidanza (per modificazioni ormonali e per la compressione causata dal feto sulle vene iliache),
farmaci estro-progestinici, dieta e fumo.
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
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Come si
curano?
Anno IV – Numero 1159
Ci sono diverse tipologie di trattamento.
ï‚·
Trattamento medico. Consiste
 nell’uso di calze a compressione graduata
(scelte con l’aiuto del medico)
 di bendaggi elastici che aiutano a compensare parzialmente
l’insufficienza venosa, (favorendo il ritorno di sangue verso il
cuore)
 nell’uso di farmaci vasotonici che tonificano la parete venosa
(favorendone la funzionalità e riducendo sintomatologie ed
edema).
: Le teleangiectasie vengono trattate
Trattamento
ambulatorialmente con iniezioni sclerosanti o
Ambulatoriale
attraverso l’uso del laser. Nel primo caso viene
iniettato un liquido che provoca la sclerosi del vaso e la sua successiva chiusura.
La terapia con il laser utilizza un mezzo fisico differente (la luce) per ottenere lo stesso effetto di chiusura
del capillare. Entrambe le terapie, essendo praticate su vasi molto piccoli e in zone limitate, non creano
problemi di irrorazione e non hanno conseguenze particolari.
Trattamento
Chirurgico
: L’asportazione completa del vaso si esegue solo per la grande e per la piccola
safena varicose e prevede l’intervento chirurgico di safenectomia. La safenectomia
rimane l’intervento classico e più usato. Il suo successo dipende sia dall’esperienza
maturata in anni di pratica chirurgica, sia dal fatto che la tecnica iniziale è stata costantemente
aggiornata con l’introduzione di nuovi materiali e nuovi tipi di anestesia. Il recupero nel postoperatorio è
rapido, in genere bastano quattro o cinque giorni di riposo moderato e i risultati a lungo termine, anche
dal punto di vista estetico, sono ottimi. L’asportazione di piccole vene varicose che non interessano la
piccola o grande safena è chiamata flebectomia e può essere effettuata anche in anestesia locale. L’avere
una vena in meno non crea alcun problema alle gambe del paziente perché, quando l’indicazione è
corretta, il circolo venoso profondo e, in parte, il circolo cutaneo riescono a drenare efficacemente anche
le zone normalmente vascolarizzate delle safene.
Endo Venous
: È la versione endoscopica della classica terapia laser e viene utilizzata per il
Laser Therapy
trattamento della piccola e della grande safena varicose. Il chirurgo deve
(EVLT).
pungere la safena all’altezza del ginocchio e introdurre una sonda a fibre ottiche.
La sonda viene fatta avanzare sotto guida ecografica e, giunta nel tratto di vaso
da trattare, emette il fascio di luce laser che chiude il vaso sanguigno. L’intervento risulta meno invasivo
e può essere effettuato in anestesia locale. (Salute e Benessere)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno IV – Numero 1159
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
FAD in farmaDAY:
un NUOVO MODO di AGGIORNARSI
FAD in farmaDAY è una nuova opportunità che l’Ordine da ai propri iscritti per ottemperare
all’obbligo dell’aggiornamento ECM
Gentili Colleghi,
Vi comunichiamo che Martedì 11 LUGLIO è stato pubblicato su Farmaday l'ultimo micro modulo che
ha concluso il corso FAD in farmaDAY
"Sintomi in Farmacia – Ruolo del FARMACISTA
(Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite, Tosse, Sinusite, Patologie
dell’Orecchio)" che consente l’acquisizione di ben 30 CF.
RISULTATI
hanno partecipato al corso più di 800 Colleghi che hanno fruito 30 CF leggendo
solamente il farmaDAY
1. Tutti coloro che avranno completato il percorso potranno stamparsi l'attestato del Corso o
richiederlo inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
2. Tutti coloro che NON hanno completato il percorso avranno la possibilità di completarlo fino
al 31 Luglio
Per i Colleghi che NON hanno Partecipato
Abbiamo deciso di prorogare fino al 31 LUGLIO le iscrizioni per dare loro un ulteriore possibilità a
fruire del Corso che, ricordiamo, consente l'acquisizione di ben 30 Crediti Formativi.
COME PARTECIPARE
Inviare all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. la richiesta di fruizione del Corso.
Tale richiesta deve contenere i seguenti dati:
a)
b)
c)
d)
e)
Nome,Cognome;
In 48 ore sarà inviata una Username e una
Luogo e Data di Nascita;
Password personale all’indirizzo e-mail da
Codice Fiscale;
Voi indicato
Num. di Iscrizione all'Albo;
Indirizzo mail,
f) Num. Telefonico: sarà utilizzato solo per comunicazioni ufficiali dell'Ordine.
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1159
ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTIâ€
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre,
ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o
integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione
spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito
di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire
I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla
Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo
contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le
informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
RACCOLTI FINORA PIÙ DI 70.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI
AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:
La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania,
Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta,
Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa,
ORDINE: SERATA STRAORDINARIA in
OCCASIONE della VISITA del CARDINALE di
Napoli, S.E. Crescenzio SEPE, presso la
Sede dell’ORDINE
Lunedì 3 Luglio, ore 20.30, Sede OrdineMetropolita di Napoli
Arcivescovo
Se vuoi vedere la registrazione della Visita del Cardinale S.E. Crescenzio
SEPE, presso la sede dell’Ordine, basta cliccare sul seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/?option=com_content&view=article&layout=edit&id=1801
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1159
ORDINE: CAMPAGNA INFORMATIVA
DI PREVENZIONE AL MELANOMA
L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma
ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto “La Prevenzione sul Melanomaâ€.
CALENDARIO visite gratuite per la
Prevenzione del MELANOMA
Un gruppo di Dermatologi è a disposizione dei
Cittadini per un CONSULTO GRATUITO presso la
Sede dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di
Napoli secondo il Calendario riportato nella
locandina
LUGLIO: Venerdì 21 Luglio ore 16.00 – 19.00