Anno VI – Numero 1211
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tuttiâ€;
2. Ordine:
abusivismo
in
farmacia
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Perché invecchiando si
dorme di meno?
4. Menisco, in quali casi è
preferibile
l’intervento
chirurgico?
Prevenzione e Salute
5. Dolore inguinale, ernia o
pubalgia?
6. Urologia, dai 50 anni è
bene
cominciare
a
sottoporsi
a
visite
periodiche
7. Undici motivi per cui
conviene perdere peso
Meteo Napoli
Mercoledì 25 Ottobre
ï‚· Variabile
Minima: 13° C
Massima: 20 °C
Umidità :
Mattina = 65%
Pomeriggio = 56%
Mercoledì 25 Ottobre 2017 – S. Daria
Proverbio di oggi………
A chi pazzea cu' 'o ciuccio nun le mancano cauce
Perché INVECCHIANDO si dorme di meno?
Il calo di forma fisica e la progressiva perdita delle cellule che
ci ordinano di dormire sono alcune possibili cause di insonnia
con il progredire dell'età .
Ormai lo sappiamo: dormire bene e per il giusto numero di
ore è indispensabile per consolidare la memoria,
stabilizzare umore e metabolismo, liberarsi delle sostanze
di scarto accumulate nel cervello ed avere un buon rendimento scolastico.
ADDIO, LUNGHI RIPOSI. Ma dopo una certa età , un'intera notte di sonno
ininterrotto può equivalere a un miraggio:
 a mano a mano che invecchiamo dormiamo di meno, e anche la qualitÃ
del riposo diminuisce, perché spesso interrotto da una serie di
microrisvegli.
Se un 25enne trascorre molte ore nella cosiddetta fase profonda del sonno,
quella in cui le onde corrispondenti all'attività cerebrale si fanno più ampie e
meno frequenti, un 70enne passa, in questo stadio, solo pochi minuti a notte.
Studi hanno dimostrato che il sonno profondo è indispensabile per il
trasferimento delle memorie a breve termine accumulate nell'ippocampo alla
corteccia prefrontale, dove si consolidano in memorie a lungo termine.
La scarsa qualità del sonno in tarda età ha cattive conseguenze anche su
questa facoltà cognitiva.
DA COSA DIPENDE L'INSONNIA DEGLI ANZIANI?
Un fattore è rintracciabile nella perdita di neuroni nel nucleo preottico
ventrolaterale dell'ipotalamo anteriore, una regione cerebrale deputata al
regolamento dei ritmi sonno-veglia: queste cellule ci "dicono" quando è ora di
dormire. E con l'età si riducono di numero.
Più il n. di neuroni nell'area diminuisce, più disturbati saranno il sonno e la
memoria.
Come si ovvia a questo peggioramento della qualità del riposo notturno?
Con il classico sonnellino pomeridiano, che aiuta a tamponare la situazione
(ma può, ahimé, rendere più difficoltoso addormentarsi alla sera).
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 2
Anno VI – Numero 1211
PREVENZIONE E SALUTE
DOLORE INGUINALE, ERNIA O PUBALGIA?
Una sensazione di fastidio fino a un vero e proprio dolore nella regione
inguinale potrebbero far pensare – in particolare chi si dedica regolarmente all’attivitÃ
fisica – a due disturbi: la pubalgia o l’ernia inguinale.
La localizzazione del sintomo è l’elemento in comune tra queste
due condizioni:
 si avverte fastidio o dolore alla base della parete
addominale, nei pressi della circonferenza della coscia.
Ma in che modo si può rafforzare il sospetto nell’uno o nell’altro
senso prima di arrivare a una diagnosi precisa dallo specialista?
L’abbiamo chiesto al dottor Stefano Bona, Responsabile della
sezione di Chirurgia Generale e Day Surgery dell’Unità Operativa
di Chirurgia Generale e Digestiva di Humanitas.
LA PUBALGIA
Agli sportivi, ma anche agli appassionati di sport, questo termine suonerà familiare:
la pubalgia è infatti una condizione piuttosto frequente che può costringere gli atleti all’interruzione
dell’attività fisica.
È una sindrome dolorosa che si può situare nella regione inguinale o del pube e può riconoscere diverse
cause, che in generale coinvolgono la parete addominale inferiore, i muscoli adduttori della coscia e la
sinfisi pubica, alla quale tali strutture sono ancorate.
Va sottolineato che il termine pubalgia si riferisce a un sintomo e non rappresenta di per sé una diagnosi.
Le cause della pubalgia sono diverse e spesso si sovrappongono fra loro, rendendo la diagnosi (e quindi il
trattamento) ancor più difficile.
L’ERNIA
L’inguine è solo uno dei punti in cui può insorgere un’ernia, ovvero dove i visceri contenuti nell’addome
possono fuoriuscire da un orifizio.
E proprio come la pubalgia, anche l’ernia inguinale può essere associata all’attività fisica:
 gli sforzi fisici, infatti, possono fare da fattore scatenante.
In presenza di dolore inguinale quali elementi dovrebbero aiutare l’individuo a propendere per la
presenza di un’ernia e non di pubalgia?
«Innanzi tutto il dubbio si pone in assenza di una tumefazione evidente, che in caso di ernia inguinale ha
caratteristiche tipiche riscontrabili alla visita», risponde il dottor Bona.
«In mancanza di tale reperto può trattarsi di una piccola ernia non visibile all’esame clinico oppure di
pubalgia. La pubalgia colpisce soprattutto atleti sia a livello amatoriale che professionistico, soprattutto
calciatori, e in misura minore giocatori di hockey, rugby e mezzofondisti».
Qual è l’esame che – oltre alla valutazione clinica – potrà chiarire definitivamente la situazione?
«L’esame di scelta per dirimere fra ernia inguinale e pubalgia è l’ecografia.
Tale esame ha il vantaggio di poter essere effettuato in condizioni dinamiche, cioè sotto sforzo,
permettendo così di distinguere
 l’ernia vera (fuoriuscita di tessuto adiposo o di visceri attraverso l’orifizio inguinale)
 dalla “sport hernia†(semplice debolezza della parete a livello inguinale, che rappresenta una delle
principali cause di pubalgia)», conclude il dottor Bona.
(Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1211
SCIENZA E SALUTE
MENISCO, IN QUALI CASI È PREFERIBILE L’INTERVENTO
CHIRURGICO?
Per cause diverse il menisco può andare incontro a una lesione a ogni età .
Proprio il momento in cui questa mezzaluna di tessuto cartilagineo subisce la lesione è rilevante per la
scelta del trattamento:
«L’intervento chirurgico è indicato per le meniscopatie che sorgono in
età giovanile mentre in età più avanzate si predilige un trattamento
conservativo», spiega il dr Enrico Arnaldi, Responsabile di Ortopedia
artroscopica e ricostruttiva del ginocchio di Humanitas.
IL MENISCO
Sono due i menischi presenti nell’articolazione del ginocchio.
Sono collocati fra il femore e la tibia; sono entrambi a forma di C e sono speculari tra di loro. La loro
funzione è quella di ammortizzare i carichi biomeccanici e ridurre le frizioni.
Le lesioni del menisco possono sorgere come conseguenza di un trauma, di diversa entità , o come esito
di un processo degenerativo:
«Le prime sono frequenti in età giovanile, dai 15 ai 35 anni in particolare; le seconde invece sono tipiche
degli individui che hanno superato i 40 anni e che sottopongono il ginocchio a uno stress continuo, sia
per motivi lavorativi (ad es. chi lavora tenendo a lungo una posizione accovacciata) sia per
l’attività fisica. In quest’ultimo caso il menisco degenerato è spesso associato alla corsa».
Nel caso di traumi il menisco può non essere il solo tessuto del ginocchio a lesionarsi:
«Un ragazzo che fa sport, che ad es. scia o gioca a calcio, può contemporaneamente rompersi
il legamento crociato anteriore e il menisco.
Il trauma che porta a infortuni di questo genere è indiretto, dovuto a movimenti di rotazione e trazione
in seguito a bruschi cambi di direzione e con il peso del corpo che grava sul ginocchio».
I traumi sono possibili anche quando l’età è più avanzata, ma sono minimi: «Possiamo definirli dei
“micro-traumiâ€, ad esempio salire o scendere le scale, sollevarsi dalla posizione seduta».
SINTOMI, DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Il dolore e il gonfiore sono i sintomi che devono far allertare il soggetto: «In caso di trauma o “microtrauma†si sente una fitta, un rumore secco nell’articolazione, nella parte interna o esterna, e poi si
avverte un cedimento, una certa impotenza funzionale.
Nei giorni seguenti si può arrivare anche a un blocco ,come se qualcosa fosse andato fuori posto
nell’articolazione che non si riesce a muovere».
La diagnosi è, quindi, clinica: «con la visita e i test a cui è sottoposto il paziente ma decisiva è la lettura
della risonanza magnetica. Questa ci mostra in che condizioni si trova il menisco, se la lesione è di natura
degenerativa o meno e se sia riparabile o no».
In alcuni casi il trattamento è conservativo: «Nel menisco degenerato il ricorso all’intervento chirurgico
è molto limitato perché potrebbe accelerare il processo artrosico.
I dati scientifici ci dicono che negli anni successivi alla meniscectomia il ginocchio può andare incontro ad
artrosi dal momento che viene a mancare quel “cuscinetto†nell’articolazione», sottolinea lo specialista.
«Pertanto spesso si interviene con infiltrazioni di acido ialuronico e con l’invito a variare lo stile di vita:
si chiede al paziente di perdere l’eventuale peso in eccesso, di ridurre i livelli di attività fisica o di
cambiare tipo di attività in modo tale da non gravare troppo sul ginocchio». Quando la lesione arriva in
età meno avanzata si interviene chirurgicamente: «Nei pazienti più giovani il menisco è un tessuto che
può ripararsi più facilmente. In ogni caso l’intervento prevede o la sutura della lesione oppure la
regolarizzazione con un’asportazione minima del tessuto meniscale stesso». (Salute, Humanitas)
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PAGINA 4
Anno VI – Numero 1211
PREVENZIONE E SALUTE
UROLOGIA, DAI 50 ANNI È BENE COMINCIARE A
SOTTOPORSI A VISITE PERIODICHE
Oltre a seguire uno stile di vita sano la prevenzione è completa se ci si sottopone
regolarmente a visite specialistiche.
Il consiglio è valido tanto per le donne quanto per gli uomini, forse più
per gli uomini che per le donne, tendenzialmente più sensibili al tema.
Questi ultimi sono invece un po’ più refrattari a fare prevenzione in
campo urologico. Come ricorda la Società italiana di Urologia, solo il
10%-20% degli uomini si sottopone a una visita di prevenzione mentre in
circa nove casi su dieci la visita dallo specialista arriva solo in caso di
gravi patologie.
In che modo, invece, va fatta la prevenzione? Ne parliamo con il dr G. Lughezzani, urologo di
Humanitas.
PERCHÉ È IMPORTANTE
Alcuni numeri possono rendere l’idea dell’importanza della prevenzione urologica. Basti pensare che i
due tumori più diagnosticati nel sesso maschile riguardano proprio due organi dell’apparato urogenitale: i testicoli e la prostata.
Il tumore ai testicoli è il più frequente nei maschi fino a 49 anni d’età mentre dai 49 ai 69 anni e oltre lo
è quello alla prostata.
Anche le patologie benigne come l’iperplasia prostatica benigna o la calcolosi urinaria fino
alle disfunzioni sessuali sono piuttosto comuni nella popolazione maschile, soprattutto nella terza età ;
ad es. la prima interessa fino a otto uomini su dieci dopo gli ottant’anni.
Il rischio di queste e altre condizioni si può controllare, proprio con la prevenzione, e dunque con le visite
periodiche che possono portare anche a diagnosi precoci e trattamenti più tempestivi.
LO STILE DI VITA
Le regole suggerite per un corretto stile di vita hanno ricadute anche sulla salute urologica e sulla
fertilità : mantenersi fisicamente attivi, mangiare in modo equilibrato, garantire un’adeguata idratazione,
non fumare, mantenere un peso corporeo nella norma.
LE VISITE PERIODICHE
Ogni quanto è bene sottoporsi a una visita dallo specialista? «La visita specialistica urologica va
programmata sulla scorta di almeno tre fattori:
la presenza o meno di fattori di rischio, l’età del paziente e, infine, la presenza di sintomi riferibili a
problemi dell’apparato urinario. Ad es., la familiarità è un fattore importante sia nell’ambito del tumore
prostatico che del tumore testicolare. A partire dai 50 anni è comunque consigliabile una valutazione
urologica periodica (da ripetersi ogni due anni circa) avendo cura di effettuare, oltre alla visita, un
dosaggio del PSA.
Tale soglia anagrafica e gli intervalli temporali tra una visita e l’altra devono essere ridotti nel caso i
pazienti presentino uno o più parenti di primo grado affetti da un tumore prostatico».
Alcuni segnali devono allertare gli uomini: «I disturbi che possono far allertare la popolazione maschile
sono molteplici e sono tipicamente associati all’ingrossamento della prostata (iperplasia prostatica
benigna), come ad es. l’aumento della frequenza minzionale diurna e notturna, l’urgenza minzionale o
la riduzione del getto urinario. Tipicamente invece il tumore della prostata è totalmente asintomatico.
Viceversa, altre problematiche come la macroematuria (presenza di sangue visibile nelle urine),
soprattutto se in assenza di bruciori minzionali, possono rappresentare un campanello d’allarme per
quanto riguarda la presenza di polipi vescicali, patologia spesso riscontrata nei fumatori». (Salute)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1211
PREVENZIONE E SALUTE
UNDICI MOTIVI PER CUI CONVIENE PERDERE PESO
Dal sesso ai minori rischi di cancro, ecco perché dire basta ai chili in più
Non solo tornare snelli è un balsamo per l'autostima e consente di avere un migliore rapporto con la
propria immagine allo specchio. Oltre l'estetica c'è di più. Dal sesso ai minori rischi di cancro, dalla pelle
più sana a un minore dolore ai piedi, ecco undici motivi per cui conviene dire basta a sedentarietà e
snack ipercalorici e cominciare a perdere peso.
1. Nel 2011, una ricerca australiana ha scoperto che tra gli uomini obesi diabetici, perdere tra il 5 e il
10% del peso corporeo porta a un miglioramento della funzione erettile e della libido.
2. Quando si è sovrappeso, anche gli ormoni che regolano l'umore sono in una condizione di
squilibrio. Quindi, perdere peso aumenta il benessere e diminuisce la depressione.
3. Essere troppo in carne sovraccarica la ghiandola surrenale che gestisce asma e allergie. Inoltre, la
condizione pesa sul sistema respiratorio e può esacerbare i sintomi di asma.
4. Uno studio recente, effettuato su persone che hanno perso 40 chili dopo la chirurgia bariatrica, ha
scoperto che il dolore ai piedi si è ridotto dell'83%.
5. Perdere peso diminuisce il dolore dovuto all'artrite.
6. La dieta di un padre prima del concepimento riveste un ruolo cruciale nella salute del bambino.
7. L'eccesso di peso può creare problemi alla pelle accentuando le infezioni. Inoltre, perdere peso può
migliorare la psoriasi.
8. I pazienti obesi non entrano nella macchina per la risonanza magnetica.
9. Perdere peso migliora la memoria.
10. Chi è più grosso anticipa la data di un possibile attacco cardiaco di 12 anni.
11. Le donne sovrappeso un rischio quattro volte superiore di sviluppare un cancro all'endometrio.
Aumentano pure le possibilità di un cancro al seno. Il motivo alla base è lo stesso: il grasso
corporeo produce estrogeni, ormoni legati a entrambe le patologie.
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1211
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
VIGILANZA DEGLI ORDINI SUL CORRETTO ESERCIZIO
DELLA PROFESSIONE
Ecco una nota di sintesi su alcuni elementi fondamentali da ricordare per il corretto
esercizio della professione e la lotta all’abusivismo in tutti gli ambiti
in cui opera il farmacista.
Il Consiglio Nazionale della Federazione ha deliberato di porre in essere “una lotta
serrata all’abusivismo in tutti gli ambiti in cui opera il farmacista:
dalla farmacia di comunità all’ospedale, dalla distribuzione alla ricerca†e, in questo
senso, tutti gli Ordini provinciali sono invitati a vigilare con la massima attenzione
sul corretto esercizio della professione.
L’art. 8 della L. 175/1992 riconosce agli Ordini professionali la facoltà di promuovere ispezioni presso le
sedi professionali dei propri iscritti, al fine di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti alla professione. A
tal proposito è opportuno rammentare alcuni profili di fondamentale importanza.
Esercizio abusivo della professione: Al farmacista è vietato porre in essere, consentire o agevolare a
qualsiasi titolo l’esercizio abusivo della professione (cfr. art. 3, comma 2, del Cod. Deont. Farm.).
Tale comportamento costituisce anche un grave reato, sanzionato dall’art. 348 del Codice Penale e, per il
farmacista che consenta o agevoli l’abusivismo, l’art. 8 della legge 175/1992 prevede anche
l’interdizione dalla professione per un periodo non inferiore ad un anno.
Obbligo di indossare il camice bianco e il distintivo professionale:
Oltre ad essere previsto in alcune Regioni da specifiche disposizioni di legge, costituisce preciso obbligo
deontologico per il farmacista (art. 5, comma 1, Cod. Deont. Farm.) che presta la propria attività al
pubblico indossare il camice bianco e il distintivo professionale.
La ratio di tale disposizione è di tutta evidenza e risiede nella necessità di garantire al cittadino la
possibilità di individuare agevolmente e senza possibilità di equivoci il farmacista, unico professionista
abilitato a fornire consigli sui medicinali.
REGIONE CAMPANIA: CONCORSO STRAORDINARIO
IN CORSO LA VALUTAZIONE DEI TITOLI
BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016
Di seguito la composizione della commissione:
Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli
Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute
Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno
Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare
Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia
Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1211
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†:
Approvata all’UNANIMITÀ la MOZIONE alla CAMERA
Concernente L’INIZIATIVA in MATERIA di RACCOLTA e
DONAZIONE dei FARMACI NON UTILIZZATI
Approvata all’unanimità nella seduta della Camera dei Deputati in data 14
Settembre 2017. Progetto per contrastare la Povertà Sanitaria.
Se Vuoi Vedere la Registrazione della dichiarazione di voto dell’On. Mara CARFAGNA alla
Camera dei Deputati, basta cliccare sul seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/?option=com_conte
nt&view=article&layout=edit&id=1830
Seduta n. 850
Giovedì 14 Settembre
Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre,
ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o
integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione
spontanea da parte di cittadini e Aziende Farmaceutiche, nonché di privati a seguito
di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.
RACCOLTI FINORA PIÙ DI 80.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI AI
SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:
La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania, Stelle in Strada,
Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta, Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa,
FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul Link sottostante e compila il Form in modo da avere le
informazioni utili riguardo il Luogo di Consegna del Contenitore per la Raccolta dei Farmaci.
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
PAGINA 8
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PAGINA 9
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