Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno VI – Numero 1218 Venerdì 03 Novembre 2017 – S. Silvia AVVISO Ordine 1. Ordine: Turni Città di Napoli 2018 2. Caduceo d’Oro 2017 Giuramento di Galeno e Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Chi ha il diabete non avverte i dolori dell'infarto 4. i mancini non sono più creativi (ma forse dormono peggio): 5 miti a cui non credere 5. nuova strategia terapeutica per la malattia di Crohn Prevenzione e Salute 6. Autopalpazione e ispezione del seno, i segnali da non sottovalutare 7. Raffreddore, per "scongiurare" il contagio meglio baciarsi che tenersi la mano. Meteo Napoli Venerdì 03 Novembre ï‚· Variabile Minima: 12° C Massima: 19 °C Umidità: Mattina = 68% Pomeriggio = 72% Proverbio di oggi……… Tutt''o llassato è perduto. Tutto ciò che si lascia è perso.… Chi ha il DIABETE non Avverte i DOLORI dell'INFARTO Chi ha il diabete non avverte allo stesso modo degli altri i sintomi dell'infarto, come quello classico di un dolore acuto al petto. Li percepisce in maniera differente, più attenuata, e questo offre una possibile spiegazione del perché in chi ha questa patologia tali episodi siano più spesso fatali. Non solo: nei diabetici vengono collegati all'infarto anche altri sintomi, come quello della mancanza di respiro e dell'indigestione, correlati ad altre malattie presenti. A evidenziarlo è uno studio guidato dallo University College London, pubblicato su Bmj Open. Gli studiosi hanno preso in esame un campione di 39 persone, prevalentemente uomini tra i 40 e i 90 anni. La maggioranza dei partecipanti alla ricerca aveva il diabete 2, solo quattro persone quello di tipo 1 e tutti hanno sperimentato un infarto e ricevuto cure in tre ospedali di Londra. La maggior parte dei partecipanti, in base all'esame dei dati di alcune interviste, ha riferito di aver sentito un pò di dolore al torace, ma spesso che non si aspettava o che non credeva fosse davvero un infarto. Quello sperimentato non era insomma un dolore che rispondeva alle aspettative di quello che un infarto dovrebbe essere. Secondi i ricercatori il diabete colpisce anche i nervi ed è probabile che sia per questo che così come un diabetico può non percepire la sensazione di dolore a un dito del piede lo stesso possa avvenire a livello cardiaco, non facendo sentire il dolore al petto come qualcosa di molto forte. (Salute, Il Mattino) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 PREVENZIONE E SALUTE AUTOPALPAZIONE E ISPEZIONE DEL SENO, I SEGNALI DA NON SOTTOVALUTARE L’ispezione e l’autopalpazione del seno sono due buone pratiche che una donna dovrebbe eseguire regolarmente sin da giovane. Si possono eseguire in autonomia, a casa, per valutare eventuali variazioni del tessuto mammario: «Per quanto il ruolo dell’autopalpazione sia molto importante poiché rappresenta un primo vero gesto di prevenzione, dev’essere abbinata a regolari visite senologiche ed esami strumentali più precisi, come l’ecografia Mammaria che viene consigliata, in genere, dai 30 anni e la Mammografia a partire dai 40», spiega la dott.ssa Giovanna Masci, oncologa di Humanitas. Il tumore al seno È il tumore più frequente nella popolazione femminile. E lo è in ogni fascia d’età in cui si divide la popolazione per valutare l’incidenza dei tumori: fino a 49 anni circa quattro diagnosi su dieci sono di tumore mammario, fino a 69 anni e oltre, invece, l’incidenza cala (35% e 22% rispettivamente). La prevenzione primaria del tumore al seno va iniziata dopo la pubertà con l’adozione di uno stile di vita sano, che escluda la dipendenza dal fumo di sigaretta, che includa invece un’alimentazione salutare e la regolare attività fisica. Crescendo è fondamentale che le donne facciano prevenzione secondaria, ovvero che si sottopongano a  ecografia mammaria dopo i 30 anni  ad una mammografia dopo i 40 anni o comunque secondo le indicazioni dei programmi di screening, rivolgendo particolare attenzione alla salute del proprio seno in caso di familiarità per tumore. Ispezione e autopalpazione: La prevenzione primaria e secondaria dovrebbe essere associata all’attenta osservazione e all’autopalpazione del seno. Fatte con costanza, una volta al mese, permettono alle donne di conoscersi a fondo e di valutare l’aspetto del seno, la sua forma e le condizioni del capezzolo. La costanza è importante perché ci si abitua a riconoscere quelle variazioni fisiologiche dovute agli ormoni e al ciclo mensile. Il periodo più indicato per l’autopalpazione è tra il settimo ed il quattordicesimo giorno del mestruo. «L’autopalpazione è consigliata anche in menopausa con una frequenza mensile. Si deve tener conto che il 57% circa dei tumori mammari viene diagnosticato dal 50° anno di età in poi e quindi il valore dell’autoesame rimane rilevante. Inoltre, con l’avanzare dell’età, il tessuto mammario subisce un’involuzione della ghiandola a favore del tessuto adiposo (grasso) e questo accresce il valore diagnostico della autopalpazione». In piedi e poi distese Ispezione e autopalpazione si eseguono prima davanti allo specchio, con la donna che osserva i propri seni in piedi, e poi da sdraiata, con un movimento circolare delle dita premendo leggermente. È bene che le dita palpino tutto il seno fino al cavo ascellare: «I segni rilevati con l’autopalpazione a cui prestare attenzione sono:  noduli, ispessimenti o protuberanze nel seno o anche nella zona ascellare;  retrazioni della cute o cambiamenti della pelle del tipo a “buccia d’arancia”, avvallamenti, raggrinzimenti, rilievi o fossette sulla superficie della cute;  variazioni nell’aspetto del capezzolo compreso una retrazione dello stesso o secrezioni anomale, anche eritema o rossori posti attorno all’areola. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 Anche il dolore non giustificato e persistente della mammella o al cavo ascellare possono essere un campanello d’allarme». Non sempre dunque: «Sicuramente possono trattarsi di segnali benigni. Si deve tener contro che il seno è per sua natura nodulare e che, nove volte su dieci, queste formazioni non sono preoccupanti. Il seno è sede di diverse malattie che vanno dalla presenza di cisti, noduli benigni che sono noti col termine di fibroadenomi, alle mastiti, ovvero infiammazioni. Queste condizioni normalmente non richiedono un intervento chirurgico ma solo controlli periodici e, talvolta, terapie anti-infiammatorie». (Salute, Humanitas) PREVENZIONE E SALUTE I MANCINI NON SONO PIÙ CREATIVI (ma forse dormono peggio): 5 miti a cui non credere Sebbene appena il 10% della popolazione mondiale usi la mano sinistra, circolano numerose leggende sulle presunte differenze con i destrimani: per la maggior parte si tratta di pura aneddotica Mito 1: i mancini sono più creativi Le persone molto creative hanno tante caratteristiche in comune: l'essere mancini non è una di queste. La convinzione contraria è solo un mito di lunga data, probabilmente avallato da uno studio risalente al 1995, che aveva evidenziato un maggior pensiero creativo nella risoluzione dei problemi da parte degli uomini che usano di preferenza la mano sinistra, sebbene nelle donne mancine tale differenza non fosse risultata altrettanto evidente. Mito 2: i mancini sono leader nati Anche se ben 6 degli ultimi 12 presidenti Usa erano o sono mancini, ciò non significa che tale caratteristica sia un requisito per ottenere l'incarico, poiché non esiste alcuna prova scientifica che leghi la capacità manuale con la leadership. «Alla base di queste considerazioni fra leadership e manualità c'è l'analisi di alcune carismatiche figure storiche - e la deduzione a cui si è arrivati è che questi personaggi dovevano avere qualcosa in comune fra loro per essere così autorevoli e di successo, come appunto l'essere mancini». Mito 3: i mancini sono più intelligenti Tutti possono essere più o meno intelligenti, indipendentemente dalla mano di riferimento. «Uno studio degli anni Settanta ha esaminato oltre 7mila studenti delle elementari e non ha riscontrato alcuna differenza nelle abilità intellettive dei mancini rispetto ai destrimani». Casomai, i mancini possono pensare in maniera diversa: questo perché la maggior parte degli oggetti di uso quotidiano è ideata e realizzata per persone che usano la mano destra, quindi i mancini hanno dovuto imparare a essere più flessibili nel pensiero, trovando il modo migliore per utilizzare questi attrezzi nella vita di tutti i giorni. Mito 4: i mancini sono introversi Un altro luogo comune è che i mancini tendano ad essere più introversi dei destrimani, ma a sfatare questo stereotipo ci ha pensato uno studio neozelandese del 2013, che non ha rilevato alcuna differenza fra i due gruppi con diversa manualità in nessuno dei cinque tratti della personalità analizzati. PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 Mito 5: i mancini usano l'emisfero destro del cervello Poiché la maggior parte dei destrimani utilizza l'emisfero sinistro del cervello per elaborare il linguaggio, si potrebbe facilmente pensare che i mancini facciano il contrario. In realtà, non è necessariamente così: infatti, sempre nello studio neozelandese di cui si parlava nella precedente scheda, Gina Grimshaw, direttore del Cognitive and Affective Neuroscience Laboratory dell'Università di Wellington, ha scoperto che il 98% dei destrimani e il 70% dei mancini usa l'emisfero sinistro del cervello, confutando così la teoria che i due gruppi abbiano i cervelli “invertiti”. I mancini hanno più problemi a dormire (forse) Un piccolo studio pubblicato sulla rivista Chest ha monitorato il movimento periodico degli arti inferiori (un fattore che può disturbare gravemente il sonno) di mancini e destrimani durante il riposo, scoprendo così che ne soffre il 94% dei primi rispetto ad appena il 69% dei secondi. I mancini hanno più probabilità di soffrire di schizofrenia? Stando a uno studio dell'Università di Yale condotto su un piccolo gruppo di soggetti provenienti da una clinica psichiatrica, coloro che presentano disturbi psicotici come la schizofrenia avrebbero il 40% di probabilità in più di essere mancini rispetto invece a chi soffre di disturbi dell'umore quali depressione o disturbo bipolare. L'obiettivo dei ricercatori era quello di analizzare il legame fra manualità e caratteristiche della psicosi (come allucinazioni o visioni), al fine di identificare biomarcatori che consentano di arrivare a una più rapida individuazione della malattia, così che un giorno si possa trovare un trattamento su misura più efficace per il tipo di disturbo mentale diagnosticato. (Salute, Corriere) SCIENZA E SALUTE RAFFREDDORE, per "SCONGIURARE" il CONTAGIO MEGLIO BACIARSI che TENERSI la MANO Lo rivela uno studio dell'Università di Cardiff: se il partner ha usato un fazzoletto, rischia di diffondere il virus col contatto epidermico attraverso il muco "Non ti bacio perché ho il raffreddore". Una frase ricorrente nella vita di coppia quando un partner si ammala. Uno studio Inglese, però, smonta questo luogo comune rivelando che il contagio è più probabile se ci si tiene mano nella mano. La diffusione del virus, infatti, avviene attraverso il muco piuttosto che tramite la saliva, mettendo più a rischio chi stringe la mano al partner raffreddato che ha tenuto in mano un fazzoletto impregnato. Giù le mani - "Le dita possono facilmente diventare contaminate dai virus tenendo per mano qualcuno che ha tossito o starnutito, oppure ha toccato maniglie o corrimano nei luoghi pubblici". "per diffondere l'infezione è necessario avere uno stretto e prolungato contatto con altre persone o trasmettere secrezioni dal naso attraverso le mani". Il bacio fa ancora paura - Nonostante la scoperta, i luoghi comuni sono difficili da sradicare. Secondo un sondaggio, il 57% degli inglesi rifiuterebbe un primo bacio da un partner raffreddato e l'86% preferirebbe stringergli la mano. (Ansa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 SCIENZA E SALUTE NUOVA STRATEGIA TERAPEUTICA PER LA MALATTIA DI CROHN Attraverso monitoraggio e intensificazione terapeutica basata sui biomarcatori di infiammazione, si migliora la risposta dei pazienti con malattia di Crohn precoce Il Crohn è una patologia cronica e progressiva che causa un’infiammazione del tratto gastrointestinale. Può favorire lo sviluppo di restringimenti, fistole o ascessi che richiedono un intervento chirurgico metà dei pazienti entro dieci anni dalla diagnosi. La malattia viene trattata con l’utilizzo sequenziale di corticosteroidi, immunomodulatori, inibitori dei fattori di necrosi tumorale (TNF) e altri farmaci biologici, ma la terapia può non essere sufficiente a controllare in maniera adeguata l’infiammazione sottostante. Guarigione delle ulcere Ora, in uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Lancet, i ricercatori di 74 centri di ricerca (Europa, Stati Uniti, Giappone, Sudafrica e Israele), hanno dimostrato che ï‚· la tempestiva intensificazione di terapia con farmaci biologici anti-TNF (inibitori dei fattori di necrosi tumorale, una citochina che regola le cellule del sistema immunitario), sulla base di sintomi clinici associati a biomarcatori nei pazienti affetti da malattia di Crohn di recente diagnosi, comporta migliori risultati clinici ed endoscopici rispetto al trattamento basato solo sui sintomi, con guarigione delle ulcere intestinali e riduzione del numero dei ricoveri ospedalieri. I sintomi non bastano «Questo lavoro rivoluziona la strategia di trattamento della malattia di Crohn - spiega Silvio Danese, fra gli autori dello studio, responsabile del Centro Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali di Humanitas, poiché dimostra che  i sintomi da soli non sono un parametro sufficiente su cui modificare la terapia di mantenimento della remissione a lungo termine dei pazienti,  mentre il monitoraggio stretto e l’intensificazione terapeutica basata sui biomarcatori di infiammazione può portare a una migliore remissione endoscopica (guarigione delle ulcere intestinali), controllo clinico (assenza di sintomi) e a ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri legati alla malattia». Lo studio multicentrico di fase III in aperto, randomizzato e controllato, è stato condotto in 22 Paesi e ha coinvolto pazienti adulti (18-75 anni) con malattia di Crohn precoce e mai esposti a terapia immunosoppressiva o biologica. Infiammazione intestinale «I biomarcatori di infiammazione intestinale, come la CALPROTECTINA FECALE e la Proteina C Reattiva, sono usati nel monitoraggio dei pazienti con malattia di Crohn, ma non vi è ancora certezza sul fatto che il loro utilizzo nel monitorizzare l’attività di malattia e modificare la terapia in base a questi migliori i risultati nel lungo termine nei pazienti. Abbiamo cercato di confrontare i risultati endoscopici e clinici nei pazienti con malattia da Crohn moderata o grave che sono stati gestiti con un algoritmo di monitoraggio stretto, utilizzando i sintomi clinici e i biomarcatori, rispetto a quelli dei pazienti gestiti con un algoritmo di gestione clinica (solo sintomi clinici)» conclude Danese. (Salute, Corriere) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca TURNI delle Farmacie della CITTÀ di NAPOLI - 2018 Si informa che sul sito istituzionale dell’Ordine, al link seguente: https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/turni-bacheca-2018 è possibile consultare e scaricare i turni delle farmacie relativi alla Città di Napoli. I Sig.ri titolari sono invitati a esporre con estrema chiarezza e leggibilità le farmacie di turno Festivo, Pomeridiano e notturno, della propria zona, così come riportati nella sezione “TURNO BACHECA” FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 7 Anno VI – Numero 1218 ORDINE di NAPOLI: CONCERTO DI NATALE, CADUCEO D’ORO, MEDAGLIE di BENEMERENZA alla PROFESSIONE e GIURAMENTO di GALENO Domenica 17 Dicembre,ore 18.00–Teatro Auditorium Mostra D’Oltremare– NA Si ringraziano tutte le aziende per la sensibilità avuta nel patrocinare questa cerimonia rivolta alla valorizzazione dell’intera Categoria e rendendo lo sforzo dell’Ordine per nulla oneroso. Sul sito dell’Ordine, nella Home page, sezione News, Medaglie alla Professione – Consegna delle Medaglie trovi il regolamento sulle: CONTRIBUZIONI VOLONTARIE A FAVORE della MANIFESTAZIONE Di seguito il link: https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordinenuovo/images/pdffiles/regolamentocontributi-volontari-manifestazione-2017.pdf nel Panel le aziende che lo SCORSO ANNO hanno contribuito, con patrocinio volontario, alla realizzazione dell’evento. PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO Domenica 17 Dicembre, ore 18.00, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO Domenica 17 Dicembre, ore 18.00, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare PAGINA 10 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 PAGINA 11 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218 PAGINA 12 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1218

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