Anno II – Numero 176 Martedì 13 Maggio 2013, S.S.Mattia, Corinna, Gemma, Bonifacio STILI DI VITA E SALUTE DENTI SANI? CENA SENZA CARBOIDRATI Notizie in Rilievo Prevenzione e Salute 1. li esami del sangue: Cuore e metabolismo: Colesterolo Stili di vita e Salute 2. Denti sani? Cena senza carboidrati 3. Tre regole per la corretta alimentazione dei bambini. 4. Più attività fisica allena il cervello contro il declino cognitivo. Alimenti e Salute 5. La cellulite arriva dagli alimenti. Scienza e Salute 6. La mineralometria ossea ad ultrasuoni La sera, malgrado spazzolino e dentifricio, il rischio carie aumenta Meglio limitare i carboidrati nel pasto serale per mantenere denti e gengive sane. Via libera, invece, a insalate di verdure miste, pesce, carne bianca e formaggi. La prima ricerca italiana sul dosaggio del glucosio salivare dimostra che, pur lavandosi i denti dopo cena, il glucosio di notte tende a concentrarsi nella saliva, specie se si esagera con i dolci alla sera. La ricerca - Lo studio condotto all'Università di Milano su 37 persone a cui è stata prelevata la saliva per il dosaggio del glucosio al mattino, prima di essersi lavati i denti e aver fatto colazione. Poi, i partecipanti hanno mangiato e pulito i denti per sottoporsi ai prelievi dopo un'ora, un'ora e mezza, due e tre ore. I risultati: hanno mostrato che nel primo prelievo, ovvero nella saliva rimasta a contatto con i denti nella notte, la concentrazione di glucosio era elevata, dopo un'ora dalla colazione e dopo l'igiene orale lo zucchero nella saliva raggiungeva un valore minimo, quindi sale di nuovo per scendere ancora negli ultimi prelievi a maggior distanza di tempo dal pasto. Di notte il flusso salivare è ridotto rispetto al giorno, per cui lo zucchero si concentra moltissimo nella poca saliva presente. Quindi, il glucosio scende subito dopo essersi lavati i denti ma poi tende a salire di nuovo, in coincidenza con l'innalzamento del glucosio nel sangue che si ha dopo il pasto del mattino. Anche dopo cena si ha lo stesso meccanismo: al crescere del glucosio nel sangue aumenta quello nella saliva, che però, dopo il pasto serale resta a contatto con denti e gengive per tutta la notte. Per mantenere la bocca sana, quindi no a cibi ricchi di zuccheri e con un alto indice glicemico come pane, pasta e riso ma sì a una cena leggera che prediliga verdura, frutta e cibi proteici come pesce, carne bianca o formaggi leggeri. (Salute, Tgcom 24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: ordinefa@tin.it; info@ordinefarmacistinapoli.it SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 176 GLI ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto Esami per il RENE EMOCROMO Azotemia, Creatininemia ESAMI PER IL FEGATO ESAMI PER CUORE E METABOLISMO Esami per il FERRO Esami MalattieInfettive MCHC, MCV, RDW, EMOGLOBINA, GLOBULI ROSSI, EMATOCRITO, GLOBULI BIANCHI, ELETTROFORESI DI PROTEINE PLASMATICHE BILIRUBINA, GAMMA GT, FOSFATASI ALCALINA, TRANSAMINASI Colesterolo, Trigliceridi, Glicemia, Troponina, D-Dimero, NT-proBNP, Proteina C-reattiva, Calcemia, Paratormone, Vitamina D, Calcitonina Sideremia, Transferrina serica, Ferritina Test per l’HIV GLI ESAMI PER IL CUORE E IL METABOLISMO Esistono diversi test per verificare la salute del cuore e dei vasi, che è spesso correlata anche al buon funzionamento del metabolismo. Nella tabella alcuni fra quelli più spesso prescritti. COLESTEROLO Che cosa si misura: L’esame misura la concentrazione di colesterolo nel sangue: con tre misurazioni diverse si ottengono i livelli di colesterolo totale, colesterolo HDL (cosiddetto "colesterolo buono") colesterolo LDL (o "colesterolo cattivo"). Il colesterolo è un tipo di grasso in parte prodotto dall’organismo e in parte introdotto con la dieta. Esso è essenziale per la vita perché forma le membrane delle cellule, è utilizzato per sintetizzare alcuni ormoni indispensabili per la crescita, lo sviluppo e la riproduzione, e forma gli acidi biliari che partecipano all’assorbimento intestinale dei grassi. Una piccola parte di colesterolo è presente nel sangue dove è legato a speciali proteine chiamate lipoproteine. Alcune di essere, le HDL (lipoproteine ad alta densità) trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato, dove viene eliminato; le LDL (lipoproteine a bassa densità) lo trasportano invece in periferia, favorendone il deposito nei tessuti. Quando e perché il test è indicato: Valore (rischio cardiovascolare) Desiderabile (rischio basso) Limite (rischio moderato) Elevato (rischio elevato) Colesterolo totale Colesterolo "cattivo" Colesterolo "buono" (LDL) (HDL) Questo test viene meno di 200 meno di 130 maggiore di 60 usato per valutare il mg/dl mg/dl mg/dl rischio di sviluppare 200-240 130-160 40-60 una malattia mg/dl mg/dl mg/dl cardiovascolare maggiore di 240 maggiore di 160 meno di 40 mg/dl mg/dl mg/dl (malattia coronarica, infarto miocardico, ictus cerebrale). I valori di colesterolo-insieme ai dati relativi alla glicemia, alla pressione arteriosa, all’età, alla storia di fumo- permettono di definire il rischio cardiovascolare di un soggetto (calcolo del rischio). Vi è una correlazione diretta tra i valori di colesterolo LDL e rischio di sviluppare malattia cardiaca o morte cardiovascolare (CV). Pertanto il suo controllo fa parte di una pratica preventiva di routine. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 176 Negli adulti al di sopra dei 20 anni la misurazione del colesterolo dovrebbe essere effettuata almeno una volta ogni 5 anni. Nei soggetti con storia di malattia cardiaca, nei diabetici o nei soggetti in terapia con farmaci per abbassare il colesterolo il controllo dovrebbe essere fatto almeno 2 volte all’anno per determinare l’efficacia della terapia o del cambiamento dello stile di vita. Come si fa il test: Per determinare la colesterolemia, cioè la concentrazione di colesterolo nel sangue, è sufficiente un prelievo di sangue dalla vena di un braccio. Il test può essere effettuato anche su campioni di sangue prelevati pungendo con un ago la punta di un dito. Per dosare il colesterolo totale non è necessario il digiuno perché un singolo pasto non è in grado di variare i livelli di colesterolo nel sangue. Il valore può variare in seguito a cambiamenti delle abitudini alimentari, ma sono necessarie diverse settimane. La valutazione del colesterolo LDL richiede invece un digiuno di almeno 12 ore, visto che il colesterolo LDL viene calcolato in modo indiretto a partire dai risultati di altri esami che richiedono il digiuno. Infatti Colesterolo LDL = (Colesterolo totale - Colesterolo HDL) – trigliceridi/5 Tale formula non è applicabile se i livelli di trigliceridi sono > 400 mg/dl. Quali sono i valori normali e quelli anomali: Il criterio di normalità per il colesterolo è un problema complesso. C'è accordo sul fatto che valori elevati di colesterolo totale e LDL si associano ad un alto rischio cardiovascolare, mentre il colesterolo HDL è inversamente proporzionale al rischio: quanto maggiore è il colesterolo HDL, tanto minore è il rischio. Per quanto riguarda i valori riconosciuti normali si può semplificare come segue: Colesterolo totale < 200 mg/dl, HDL > 40 mg/dl negli uomini e > 50 mg nelle donne, Colesterolo LDL < 130 mg/dl. Tuttavia i valori cosiddetti desiderabili variano molto a seconda del soggetto e della presenza di altri fattoti di rischio. Per esempio, una donna senza familiarità per malattie cardiovascolari e non in sovrappeso, avrà un valore di colesterolo desiderabile più elevato rispetto a quello di un uomo diabetico, obeso e fumatore. A questo scopo oggi si usano le cosiddette «carte del rischio cardiovascolare», che permettono di stabilire per ogni persona i livelli desiderabili colesterolo. In ogni caso tenere presente che: 1) soggetti con storia nota di malattie cardiovascolari (ictus, infarto miocardico) devono mantenere valori di colesterolo LDL obbligatoriamente inferiori a 100 mg/dl e meglio inferiori a 70 mg/dl; 2) i soggetti diabetici debbono mantenere valori di colesterolo LDL inferiori a 100 mg/dl. Come interpretare i risultati dell’esame: Il colesterolo può aumentare sia per una dieta ricca di cibo ad alto contenuto in colesterolo e grassi saturi, sia per una predisposizione ereditaria. Esistono infatti patologie ereditarie che si accompagnano ad accumulo di colesterolo (ipercolesterolemia poligenica e iperlipemie familiari). Altre patologie possono determinare un accumulo di colesterolo: ipotiroidismo, malattie renali, malattie epatiche). Alcuni farmaci possono alzare i livelli di colesterolo: steroidi anabolizzanti, cortisonici, betabloccanti, pillola anticoncezionale. Valori molto bassi di colesterolo si rilevano in caso di ipertiroidismo, malnutrizione, diete vegetariane. Contrariamente a quanto ritenuto in passato bassi valori di colesterolo non correlano a maggior incidenza di suicidi o neoplasie. Che cosa fare in caso di aumento di colesterolo: Il trattamento iniziale deve essere dietetico. In particolare limitare l’assunzione di latticini (burro, panna, latte intero, formaggi), carni rosse ,uova e crostacei. Incrementare l’apporto di frutta, verdura e pesce. È utile incrementare l’attività fisica di tipo aerobico (bici, corsa, nuoto) perché questo porta a riduzione del colesterolo totale e aumento del colesterolo HDL. Laddove il controllo dietetico appare insufficiente si può ricorrere alla terapia farmacologia. Esistono farmaci che riducono la sintesi epatica di colesterolo (statine), farmaci che riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo (steroli, ezetimibe), farmaci che sequestrano gli acidi biliari (resine). (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 176 STILI DI VITA E SALUTE TRE REGOLE PER LA CORRETTA ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI Varietà dei cibi, evitare gli spuntini tra un pasto e l'altro e proporre pasti equilibrati, senza sovralimentare i piccoli In un momento storico in cui sovrappeso e obesità infantile sono, in Italia, un fenomeno che ha assunto le caratteristiche di una vera e propria epidemia, rispetto delle regole, varietà ed equilibrio sono le tre linee guida indicate ai genitori da Andrea Vania, pres. dell’European Childhood Obesity Group, intervenuto al 69esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria che in corso a Bologna. «Rispetto delle regole - spiega l’esperto - nel senso che devono essere i genitori e non i figli a decidere cosa mangiare, mentre oggi assistiamo sempre di più a una sorta di dannosissimo menu a la carte proposto ai bambini, anche piccoli, per assecondare le loro voglie e i loro desideri alimentari. Invece, i bambini devono abituarsi a mangiare quello che i genitori ritengono opportuno che si mangi, in base a scelte operate con criteri diversi rispetto al solo "mi piace - non mi piace". Varietà, perché uno degli elementi essenziali di una buona dieta, in particolare per un soggetto in età evolutiva, è proprio il non fossilizzarsi su un numero ristretto di alimenti, anche se scelti secondo criteri nutrizionalmente ineccepibili. Equilibrio, infine, perché oggi è molto diffusa la tendenza da parte dei genitori a sovralimentare i bambini anche quando è evidente che non ce n’è bisogno». Ma come mai ancora sopravvive nei genitori questa mania di rimpinzare i figli oltre misura? «Da un lato - c’è sempre l’insano confronto con l’amichetto o l’amichetta che mangia di più, senza tener presente che il fabbisogno nutrizionale è assolutamente individuale; dall’altro lato, a volte è vero che molti bambini, ai pasti, rifiutano la "porzione" anche se è quantitativamente corretta, ma questo è spesso frutto del fatto che hanno mangiato disordinatamente tra un pasto e l’altro e che arrivano a tavola senza più appetito. Anche evitare questa cattiva abitudine fa parte di quel rispetto delle regole che invoco e che prescinde dal tipo di alimenti. Intendo dire che se tra un pasto e l’altro, invece di merendine e dolciumi, si mangia ogni ora una mela, ugualmente non è un fatto positivo, perché una corretta alimentazione significa un mix corretto tra alimenti, quantità e tempi». Altra tendenza alimentare è quella del biologico. Bio è buono? «Innanzitutto - è bene essere consapevoli di cosa significa biologico: prodotto agroalimentare realizzato con un utilizzo nullo o bassissimo di additivi chimici e utilizzando tecniche rispettose degli equilibri e dei ritmi naturali. Per capirci, un carciofo prodotto in serra senza additivi chimici non è un vero prodotto biologico. Il prodotto biologico dovrebbe avere una totale tracciabilità e rintracciabilità su luoghi, metodi, componenti utilizzati, filiera del trasporto. Fatta questa doverosa premessa - continua Vania - un prodotto biologico è certamente più sano: basti solo pensare che la "durata" di un alimento ottenuto attraverso coltivazioni biologiche è minore e quindi deve essere necessariamente consumato più fresco, il che preserva maggiormente le qualità organolettiche e nutrizionali». Naturalmente questo ha un costo che viene mediamente stimato tra il 50 e il 100% in più rispetto all’omologo non biologico. Anche senza entrare nel merito se questo incremento di costi sia equo o speculativo, la domanda che ci si pone, in un momento di grande difficoltà economica per le famiglie, è capire quanto sia importante per il benessere dei propri figli questo sacrificio economico. «Anche se non ci fosse alcuna barriera economica - la produzione biologica potrebbe coprire solo una piccolissima parte della domanda. Avere un’alimentazione totalmente biologica è pressoché impossibile, per cui: niente fanatismi. Sul rapporto costi/benefici per quanto concerne, in generale, l’alimentazione dell’infanzia, specie in una situazione economica molto pregiudicata, ciò che in coscienza mi sento di dire è che, in assenza di latte materno, anticipare l’introduzione del latte vaccino nella dieta di un lattante togliendogli prematuramente i latti per l’infanzia (certamente più costosi) procura un danno al bambino. (Salute) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 176 SCIENZA E SALUTE La MINERALOMETRIA OSSEA ad Ultrasuoni o Ultrasonografia Ossea. Parliamo della MINERALOMETRIA (DENSITOMETRIA) OSSEA ed in particolare della modernissima tecnica ad ultrasuoni. L’osteoporosi è una malattia cronica degenerativa dell’osso caratterizzata da una progressiva perdita di sostanza minerale (calcio) con conseguente perdita di resistenza ed alterazione dell’architettura sia esterna (corticale) che interna (trabecolare). La conseguenza di questa demineralizzazione è una aumentata fragilità ossea che si traduce in una maggiore facilità alla frattura e che talvolta nei casi più gravi può presentarsi anche per eventi meccanici anche del tutto irrilevanti come può esserlo anche un semplice colpo di tosse. La mineralometria ossea chiamata anche densitometria ossea ha un ruolo diagnsotico importante. Le fratture possono tipicamente presentarsi a livello femorale e vertebrale oppure interessare strutture più perfiferiche come le ossa lunghe dell’avambraccio (tipica la frattura di Colles in occasione anche di piccole cadute); inoltre il loro insorgere può avere esiti funzionali (con algie intense e limitazioni nei movimenti) molto invalidanti per i soggetti colpiti. Chiamata anche “malattia silenziosa” si manifesta infatti clinicamente solo in occasione delle fratture che in realtà rappresentano complicanze finali. La consapevolezza di questa evoluzione per lungo tempo asintomatica (priva di qualsiasi disturbo per il paziente) ha indotto lo sviluppo di tecniche strumentali in grado di individuare molto precocemente la perdita ossea di calcio e monitorarla nel tempo. Tra queste tecniche di particolare interesse si è dimostrata la DENSITOMETRIA OSSEA AD ULTRASUONI. Il funzionamento di questi apparecchi si basa sull’attenuazione e sulle alterazioni che il fascio ultrasonico subisce nell’attraversare un tessuto. L'attraversamento è in fatti direttamente proporzionale alla consistenza dei tessuti ma riflette anche l'architettura stessa. Ormai da oltre quindici anni l'ultrasonografia ossea quantitativa (QUS - MOC US) è stata introdotta nella pratica clinica per l'indagine del tessuto osseo. L'interesse per la densitometria ossea ad ultrasuoni (ultrasonografia ossea) è legato ad alcune delle sue caratteristiche: si tratta di una indagine relativamente semplice, poco costosa, facile da attuare e che non utilizza radiazioni ionizzanti. La misura ultrasonografica mineralometrica consente non solo di avere una quantificazione attendibile della densità minerale ossea ma anche informazioni sulla struttura e resistenza meccanica del tessuto osseo esaminato con capacità previsionali non ottenibili con altre metodiche. Lo strumento che utilizziamo ha come segmento osseo di indagine le falangi della mano e la motivazione di questa scelta è legata al fatto che queste piccole strutture ossee avendo un giusto rapporto tra osso midollare (trabecolare) e corticale (compatto) consentono una stima ottimale della mineralizzazione scheletrica generale. Il costo dell'esame è di circa Euro 70,00 ed il tempo complessivo per l'effettuazione di circa 10 minuti; non occorrono preparazioni particolari. Non vi è alcun rischio biologico collegato alla metodica. Viene rilasciata al termine dell'indagine una refertazione computerizzata con analisi automatica del rischio di frattura ed eventuali annotazioni del Medico. (Salute, Donna) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 176 PIÙ ATTIVITÀ FISICA ALLENA IL CERVELLO CONTRO IL DECLINO COGNITIVO Un nuovo studio conferma l'effetto benefico dell'attività fisica sulle capacità cognitive. I suoi risultati, presentati al Canadian Cardiovascular Congress di Toronto da Martin Juneau del Montreal Heart Institute (Canada), dimostrano che durante la mezza età bastano 4 mesi di esercizio ad alta intensità per apprezzare questo beneficio a livello sia delle capacità di ragionamento, sia di quelle di ricordare e di prendere rapidamente delle decisioni. Non solo, tanto maggiore è l'attività fisica, tanto più si diventa perspicaci. La ricerca di Juneau e colleghi ha coinvolto individui di età media pari a 49 anni, tutti sovrappeso e sedentari. Al termine del programma di allenamento - basato su esercizi alla cyclette abbinati ad attività mirate alla perdita di peso da eseguire due volte alla settimana - i ricercatori hanno valutato la composizione corporea, il flusso di sangue al cervello, la funzionalità cardiaca, la capacità massima di tollerare l'esercizio e, attraverso test neuropsicologici, le capacità cognitive di ciascun partecipante. Come atteso, l'esercizio ha portato alla riduzione del peso, dell'indice di massa corporea, della massa grassa e della circonferenza alla vita dei partecipanti. A questi effetti si sono aggiunti un aumento del 15% delle capacità di esercitarsi e gli effetti positivi sulle capacità cognitive. Juneau ha sottolineato anche che se è vero che esistono farmaci per tenere sotto controllo problematiche associate al sovrappeso, come colesterolo e pressione sanguigna troppo elevati, non esistono medicinali in grado di aumentare le capacità cognitive che aiutino a contrastarne il declino tipico durante l'invecchiamento. “Se si parla con persone che fanno esercizio, dicono di sentirsi più perspicaci – spiega il ricercatore -. E' rassicurante sapere che è possibile prevenire almeno in parte questo declino esercitandosi e perdendo peso”. “150 minuti di attività fisica moderata-intensa alla settimana possono fare un'enorme differenza in termini di gestione dei fattori di rischio per malattie cardiache e ictus – spiega Beth Abramson, portavoce della Heart and Stroke Foundation -. L'esercizio può aiutare anche se è suddiviso in tranche da 10 minuti o più alla volta. In effetti, per ottenere il massimo beneficio, è meglio aggiungere più attività alla propria vita in diversi giorni della settimana”. (S. Soligon, Sole 24 ore)