Anno VI – Numero 1232
Giovedì 23 Novembre 2017 – S. Clemente
AVVISO
Proverbio di oggi………
Ordine
1. Ordine: Pharmexpo 2017
2. Caduceo d’Oro 2017
e
Pur' 'e pùlice tènono 'a tosse. Anche le pulci hanno la tosse
Giuramento di Galeno
3. Vigilanza degli ordini sul
corretto
esercizio
professione
della
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Tumore ovari quali sono i
fattori di rischio?
5. quanti batteri vivono nel
nostro ombelico?
Prevenzione e Salute
6. chemioterapia e capelli che
cadono:
cosa si può fare?
7. Tutte le insidie degli
antiacidi per lo stomaco
TUMORE OVARICO,
QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO?
In un caso su tre di tumore maligno all’apparato genitale
femminile la diagnosi è di tumore ovarico.
Questa neoplasia rappresenta il 3% dei tumori femminili e la sua incidenza è
lievemente maggiore dopo la menopausa.
Ma quali sono i suoi fattori di rischio?.
Tra i fattori di rischio non modificabili c’è la
familiarità . Si stima che in circa un caso su dieci il
tumore sia associato a un’alterazione a carico
dei geni BRCA1 e BRCA2, correlati con lo sviluppo
di tumori ovarico e mammario, che può
tramandarsi di generazione in generazione.
Una diagnosi di tumore ovarico in famiglia fa dunque aumentare il rischio di
questa neoplasia nelle consanguinee rispetto alla popolazione generale.
«In questo caso – è quindi importante il consulto genetico per una corretta
valutazione del rischio di sviluppare tumore ovarico e mammario e per
impostare un’adeguata prevenzione e un percorso diagnostico».
GRAVIDANZA E STILE DI VITA
Meteo Napoli
Giovedì 23 Novembre
ï‚· Nuvoloso
Minima: 11° C
Massima: 17 °C
Umidità :
Mattina = 56%
Pomeriggio = 57%
Gli altri fattori di rischio riguardano da vicino la vita riproduttiva della donna.
Sono meno esposte al rischio di insorgenza di un tumore ovarico le donne che
abbiano avuto più figli – una riduzione che viene stimata intorno al 30% – e le
donne
che
abbiano
fatto
ricorso
per
lunghi
periodi
alla contraccezione ormonale orale. Con riferimento all’uscita dal periodo
fertile, le donne che in menopausa abbiano seguito una terapia ormonale
sostitutiva per almeno 10 anni presentano invece un maggior rischio di tumore.
Se si considerano infine gli stili di vita, tra i fattori associati a maggiori
probabilità di sviluppare un tumore all’ovaio ci sono l’abuso di alcol, l’obesità e
aver seguito una dieta ad alto contenuto di grassi; «la sospensione dal fumo di
sigaretta ha, in generale, una correlazione con la riduzione del rischio di
recidiva di malattia». (Salute, Humanitas)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1232
PREVENZIONE E SALUTE
CHEMIOTERAPIA E CAPELLI CHE CADONO:
COSA SI PUÃ’ FARE?
È il primo pensiero che le donne, ma non solo, hanno subito dopo la fatidica frase: «DovrÃ
fare un ciclo di chemioterapia».
Una volta superato lo choc e la paura di morire a causa del tumore, il disagio per la perdita dei capelli è un
grande trauma per tutti i pazienti. Il 75 % dei malati oncologici cita l’alopecia tra i più temuti effetti
collaterali delle terapie, tanto che per questo motivo un 10% di loro valuta persino l’opzione di rifiutare il
trattamento anticancro. Ecco tutto quello che c’è da sapere e che si può fare.
QUALI SONO I FARMACI CHE FANNO CADERE I CAPELLI?
I chemioterapici che più frequentemente causano alopecia sono:
 le ANTRACICLINE (come doxorubicina, epirubicin),
 gli Antagonisti dei Microtubuli (paclitaxel, docetaxel)
 gli AGENTI ALCHILANTI (ciclofosfamide, ifosfamide, etoposide).
«La caduta dei capelli è un effetto collaterale molto comune in corso di
chemioterapia -, ma non tutti i farmaci citotossici causano l’alopecia, che a volte può essere talmente lieve
da essere quasi irriconoscibile. In altri casi può verificarsi invece un’alopecia temporanea, parziale o totale.
In altri casi ancora può succedere che si verifichino fenomeni quali caduta delle sopracciglia, delle ciglia,
dei peli che ricoprono il pube e tutto il resto del corpo».
È importate non sottovalutare questo aspetto nei pazienti, perché la perdita dei capelli ha sicuramente un
notevole impatto negativo sulla loro qualità di vita, specie nelle donne. Influisce negativamente nei
rapporti sociali, nelle relazioni personali e può anche determinare
l’insorgenza di depressione.
PER QUALI TUMORI SONO UTILIZZATI?
Si calcola che circa il 65% dei pazienti con un tumore sviluppi alopecia
durante o dopo la chemioterapia. Si tratta soprattutto di persone che
soffrono di una neoplasia a colon, seno, ovaio e polmone, nella terapia dei
quali vengono appunto impiegati i farmaci chemioterapici che hanno
un’azione anche sui follicoli di peli e capelli.
«L’impatto negativo di questo effetto collaterale si evidenzia ancor di più se consideriamo che tra l’8 e il
10% dei pazienti rifiuta di sottoporsi alla chemioterapia proprio per timore di perdere i capelli.
Proprio per questo è fondamentale informare i pazienti oncologici che è possibile attuare delle terapie per
curare l’alopecia nel momento in cui si manifesta e che ci sono strategie per prevenirla».
SI PUÒ PREVENIRE L’ALOPECIA DA CHEMIOTERAPIA?
Attualmente non esistono farmaci in grado di prevenire con certezza la caduta dei
capelli, anche se sono in fase di sperimentazione preclinica alcune soluzioni
farmacologiche. «Sulla base di una visita dermatologica, poi, si può strutturare
una terapia proattiva e preventiva in base al tipo di alopecia a cui i pazienti
andranno incontro. Ai pazienti con alopecia da chemioterapici che afferiscono
agli ambulatori de Il Corpo Ritrovato viene prescritto un protocollo terapeutico personalizzato, che
consiste nell’applicazione di topici (per es. il minoxidil 2%), associati all’assunzione di integratori
contenenti antiossidanti, aminoacidi solforati e altri principi attivi capaci di ripristinare la fisiologia del
capello che possono essere utili per contrastare l’effetto tossico della chemioterapia e abbreviare i tempi
di ricrescita. Accanto alla terapia medica, ad ogni paziente vengono forniti dei consigli sulla cura
quotidiana dei capelli, i prodotti meno aggressivi per lavarli e prendersene.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1232
LA CUFFIA RAFFREDDANTE: COS’È E COME FUNZIONA?
Attualmente, uno dei più semplici per prevenire la perdita dei capelli nei
pazienti oncologici è l’utilizzo di una termo cuffia (comunemente detta
casco di ghiaccio). «Il principio su cui si basa il suo utilizzo è la
vasocostrizione indotta dall’ipotermia, che riduce il flusso di sangue ai
follicoli dei capelli, con conseguente riduzione della concentrazione di
chemioterapico al cuoio capelluto - spiega Gabriella Fabbrocini, docente di
Dermatologia clinica, allergologica e venereologica dell'Università Federico II di Napoli. Tuttavia va
ricordato che il “casco di ghiaccio†è efficace solo per alcuni tipi di cancro, in particolare i tumori solidi, e
alcuni tipi di farmaci». In genere, più si indossa la cuffia meglio è, ma un limite alla sua diffusione sono gli
effetti collaterali (cefalea, sensazione di freddo, disagio) che spesso provocano l’interruzione del
trattamento preventivo.
IL CASCO «SCALP COOLER»: COS’È E COME FUNZIONA?
Ora è disponibile anche una nuova cuffia ipotermica (o scalp cooler),
che risulta meglio tollerata. «Per prevenire l’alopecia da chemioterapici
è possibile ricorrere anche all’utilizzo dello scalp cooling - prosegue
Fabbrocini -. È una cuffia a temperatura molto bassa (tra -18 e -25
gradi) che va posizionata sul capo prima, durante e dopo la seduta di
chemioterapia. Uno degli effetti collaterali maggiormente temuto,
come conseguenza dell’utilizzo di tale dispositivo, è l’aumento del
rischio di metastasi al cuoio capelluto, causate dalla ridotta concentrazione di chemioterapico in questa
sede. L’uso va quindi valutato caso per caso. Per alcuni pazienti inoltre può essere fastidioso o
insopportabile»
Dove trovare la cuffia raffreddante?
«Lo scalp cooling in alcuni studi clinici ha dimostrato di ridurre l’impatto
della perdita di capelli del 30-40%, mentre in una ricerca italiana condotta a
Carpi il 56% delle pazienti arruolate per la ricerca ha completato il
trattamento con un grado di alopecia zero o molto basso, quindi senza
perdita della chioma o comunque molto lieve (a fronte di un numero medio
di 5,4 sedute). Ne esistono diversi modelli e in Italia le aziende che la
distribuiscono sono principalmente due:
 le cuffie sono presenti nelle strutture ospedaliere che le acquistano per i pazienti.
L’uso della cuffia per i nostri malati è gratuito durante il trattamento, mentre negli Stati Uniti è a
pagamento».
QUANDO I CAPELLI INIZIANO A CADERE, CHE FARE?
La caduta inizia generalmente giorni o settimane dopo l’inizio della
chemioterapia, mentre la ricrescita avviene 3-6 mesi dopo la fine dei
trattamenti. «Tagliarli è sicuramente un modo per non assistere alla
caduta massiva - dicono le esperte -, quindi è un passaggio consigliabile
soprattutto da un punto di vista psicologico. Inoltre, il cuoio capelluto
rasato permette maggior assorbimento delle lozioni restitutive.
L’uso di uno shampoo cosmeticamente valido è, infatti, sempre importante: meglio usare basi lavanti
delicate (tensioattivi scarsi o nulli, sempre a base vegetale), non aggressive, senza derivati del petrolio
(petrolati) e siliconi che tendono ad occludere.
Specie se si indossa la parrucca, si sente il bisogno di un lavaggio frequente, che non è affatto
controindicato se si usano i prodotti giusti».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1232
LA PARRUCCA È UN DIRITTO?
Purtroppo il rimborso della parrucca non è previsto dal Servizio Sanitario
Nazionale e quelle di buona fattura sono molto costose. Alcune Regioni
stanziano però fondi a parziale o totale contributo per l'acquisto della
parrucca (per maggiori informazioni consultare il sito dell’associazione
Aimac). Emma Bonino, che ha serenamente raccontato la sua esperienza di
malata oncologica, ha optato per il turbante, ma la maggior parte delle donne fatica a vedersi senza
capelli. Esistono però associazioni di pazienti che hanno realizzato uno scambio di parrucche quando non
servono più (si può cercare online oppure chiedere al personale medico, infermieristico e alle associazioni
di volontari spesso presenti negli ospedali).
QUANDO RICRESCERANNO I MIEI CAPELLI?
A seconda del tipo di tumore e quindi della terapia effettuata, la
ripresa del ciclo vitale del capello varia: generalmente, a 3-6 mesi
massimo la ricrescita è compiuta.
«Se sono stati utilizzati topici e integratori allo scopo di limitare
al massimo lo stress sul follicolo e se, dove possibile, si è
effettuata una terapia preventiva, i tempi si accorciano
sicuramente - concludono le esperte -.
Spesso si osservano nella ricrescita alcuni cambiamenti, talvolta sostanziali come capelli più bianchi o
il contrario rispetto a prima, capelli diversi (da ricci a lisci e viceversa). Comunque, in linea di
massima, i capelli ricrescono bene e più forti di prima. Solo in casi estremamente rari, dopo l’uso di
alcuni farmaci (taxani utilizzati nella cura del cancro al seno) l’alopecia può essere irreversibile».
(Salute, Corriere)
PREVENZIONE E SALUTE
QUANTI BATTERI VIVONO NEL NOSTRO OMBELICO?
Più di quanto potresti immaginarti.
In media, nei nostri ombelichi vivono più di 1.400 specie di batteri, di cui
662 sconosciute, stando ai calcoli di Jiri Hulcr, dell’Università della North
Carolina (sotto, un suo esperimento).
Lo studio fa parte del Belly Button Biodiversity project (progetto sulla biodiversità dell’ombelico) che ha
l’obiettivo di conoscere meglio la flora microbica del corpo, a partire da quella delle cavità nascoste.
DALL’OCEANO. I batteri sono stati prelevati da 95 volontari con un
tampone simile a un cotton fioc. L’analisi del Dna ha rivelato la
presenza di un genere batterico trovato finora solo nell’oceano,
il Marimonas, e di un altro proveniente dal Giappone, il Georgenia.
IGIENE. La quantità di batteri varia, spiegano i ricercatori, a seconda di
quanto bene ci si lava l'ombelico:
 i volontari che hanno dichiarato di lavarsi accuratamente e
quotidianamente hanno infatti fatto rilevare livelli di batteri
molto bassi o addirittura nulli.
(Salute, Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1232
PREVENZIONE E SALUTE
TUTTE LE INSIDIE DEGLI ANTIACIDI PER LO STOMACO
Tecnicamente si chiamano inibitori di pompa protonica. Prescritti per ulcera e
reflusso gastroesofageo, aumenterebbero i rischi di fratture, infezioni da clostidrium
difficile e infarto del miocardio
SONO TRA I FARMACI PIÙ CONSUMATI DAGLI
ITALIANI, SECONDI solo a quelli MIRATI alla
PREVENZIONE della SALUTE CARDIOVASCOLARE:
 statine (riducono i livelli di colesterolo),
 ACE-inibitori e sartani (tengono a bada la
pressione sanguigna).
Gli inibitori di pompa protonica bloccano la sintesi di acido cloridrico da parte delle cellule parietali dello
stomaco e sono prescritti per la terapie dell’ulcera gastrica e del reflusso gastroesofageo.
Possono essere somministrati, assieme agli antibiotici, anche per l’eradicazione dell’helicobacter pylori,
responsabile delle ulcere e considerato un fattore di rischio per il cancro dello stomaco, e come
«protettori» in corso di terapie con cortisonici e antinfiammatori (per ridurre il rischio di emorragie
gastrointestinali).
Ma alla base della loro diffusione c’è pure un utilizzo senza una precisa indicazione e inopportuno per la
salute. Il messaggio riecheggia già da diversi anni sulle
QUALI I POSSIBILI EFFETTI AVVERSI?
riviste scientifiche. Adesso a fare il punto sui possibili
eventi avversi legati al consumo inopportuno di farmaci
antiacidi è una review pubblicata sul Canadian Medical Journal Association.
Dallo studio emerge che un uso prolungato degli inibitori di pompa protonica - che andrebbero assunti
per non più di due mesi e intervallando i trattamenti con un periodo di pausa di diverse settimane risulta correlato a un aumento delle:
 fratture osteoporotiche ,
 delle infezioni da clostridium difficile
 da una riduzione dei livelli di magnesio e di vitamina B12 nel sangue.
Motivo per cui, secondo gli estensori del paper, «c’è l’urgenza di identificare una strategia in grado di
limitare le prescrizioni inappropriate di questi farmaci e di valutare in maniera comparativa gli effetti
degli inibitori di pompa protonica e degli H2 antagonisti, anch’essi efficaci nella prevenzione delle ulcere
gastriche».
: Risale a pochi mesi fa uno studio da cui è emerso che, tra quasi
PRUDENZA SOPRATTUTTO
due milioni di pazienti che soffrivano di bruciore di stomaco, chi
PER GLI ANZIANI
faceva uso degli inibitori di pompa protonica aveva un rischio più
alto tra il 16 e il 21% di incorrere in un infarto del miocardio.
Questa classe di farmaci è utilizzata soprattutto nella popolazione anziana. Osservando un gruppo di
pazienti anziani dimessi da undici reparti italiani per acuti di medicina interna e geriatria, i ricercatori
hanno indagato la relazione tra l’uso di inibitori di pompa protonica e la mortalità . Dal lavoro, è emerso un
aumento superiore al 50% del rischio di mortalità tra gli utilizzatori di inibitori di pompa protonica
nell’anno successivo alla dimissione.
IL RUOLO DELLA “VECCHIA†RANITIDINA: Un’alternativa a questi farmaci potrebbe derivare dagli
H2 antagonisti. Il più noto tra questi è la ranitidina, tra i primi rimedi impiegati contro l’ulcera gastrica e il
reflusso gastroesofageo, in quanto in grado di inibire il rilascio di acido cloridrico da parte della parete
gastrica (con un meccanismo differente rispetto a quello impiegato dagli inibitori di pompa protonica). Nel
lungo periodo, la loro efficacia va scemando. Ma le conseguenze, soprattutto per l’apparato
cardiovascolare, sono decisamente inferiori. (Salute, La Stampa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1232
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
PHARMEXPO 2017 – 24-25 e 26 Novembre
Gli Eventi Organizzati dall’ORDINE e da FEDERFARMA
Anche quest’anno l’Ordine sarà presente insieme a Fedefarma con il proprio stand e
con l’organizzazione di corsi ECM e convegni (vedi Tabella).
 Ore 12.00 - 13.00
Sala ISCHIA Pad. 6
“La NUOVA TARIFFA NAZIONALE dei FARMACI:
COSA CAMBIAâ€,
Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio
Relatori: Prof. Francesco Barbato, Dott. Flavio Bosco,
Dott. Riccardo Petrone
ï¶ Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM
Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della
Provincia di Napoli e Federfarma Napoli
Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA
 Ore 14.00 - 15.00
Sala PROCIDA Pad. 6
“NUTRACEUTICI E CARDIOPATIE:
IL RUOLO DEL FARMACISTAâ€,
Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio
Relatori: Prof. Maurizio Cini, Dott. F. Palagiano
ï¶ Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM
Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della
Provincia di Napoli e Federfarma Napoli
Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA
 Ore 17.00 – 18.00
 Ore 09.30 - 10.30
Sala ISCHIA Pad. 6
“MANOVRE ANTISOFFOCAMENTO nel
LATTANTE e nel BAMBINO in caso di
OSTRUZIONE delle VIE AEREEâ€,
Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio
Relatore: Prof. Maurizio Santomauro
ï¶ Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM
Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della
Provincia di Napoli e Federfarma NA
Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA
  Ore 10.45 - 11.30
Sala PROCIDA Pad. 6
“FARMACI INNOVATIVI:
il RUOLO del FARMACISTAâ€,
Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio
Relatore:Prof. F. Frecentese Prof. G. Pignataro
ï¶ Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM
Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della
Provincia di Napoli e Federfarma NA
Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA
Sala PROCIDA Pad. 6
“DISPOSITIVI MEDICO – SANITARI
in FARMACIAâ€,
Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio
Relatore: Dott. Bruno Pizzochero
ï¶ Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM
Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della
Provincia di Napoli e Federfarma Napoli
Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA
La partecipazione ad ogni evento darÃ
50CF ECM in forma GRATUITA
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
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Anno VI – Numero 1232
ORDINE di NAPOLI: CONCERTO DI NATALE,
CADUCEO D’ORO, MEDAGLIE di BENEMERENZA alla
PROFESSIONE e GIURAMENTO di GALENO
Domenica 17 Dicembre,ore 18.00–Teatro Auditorium Mostra D’Oltremare– NA
Si ringraziano tutte le aziende per la sensibilità avuta nel patrocinare questa cerimonia rivolta alla
valorizzazione dell’intera Categoria e rendendo lo sforzo dell’Ordine per nulla oneroso.
Sul sito dell’Ordine, nella Home page, sezione News, Medaglie alla Professione – Consegna delle Medaglie
trovi il regolamento sulle:
CONTRIBUZIONI VOLONTARIE A FAVORE della MANIFESTAZIONE
Di seguito il link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordinenuovo/images/pdffiles/regolamentocontributi-volontari-manifestazione-2017.pdf
Ad oggi hanno già contribuito con Patrocinio Volontario le aziende riportate nel panel.
Man mano che aderiranno altre Aziende il Panel
sarà aggiornato.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1232
ORDINE: i prossimi EVENTI di Novembre e Dicembre
DATA
Mercoledì
29
Novembre,
ore 21.00
Lunedì
4 Dicembre,
ore
21.00
Sede Ordine
TITOLO
Il Ruolo ed il Consiglio del Farmacista nelle piccole
patologie Ortopediche
Relatori:
 Dr Raffaele CANTONE – Farmacista
 Dr Gerardo GIUDICE – P.O. dei Pellegrini – Rep. Ortopedia eTraumatologia
NOTE
30 Crediti
Formativi
Sede Ordine
Presentazione del libro
“Maritè non mordeâ€:
Saluti: Prof. V. Santagada
Interverrà : Dr.ssa Veronica Tranfaglia
Sinossi: Questa è una storia semplice e, allo stesso tempo,
profondissima. Ci emoziona, ci fa commuovere, ci fa ridere e
piangere. «Di che razza è? Signora, dico a lei. Di che razza è
la bimba?»
«Non è mica un cane! – fu la mia risposta secca – è italiana mia ï¬glia».
«Ah, ma allora suo marito è asiatico?»
«No, mio marito è napoletano. Io pure. La bimba ha la sindrome di Down».
VIGILANZA DEGLI ORDINI SUL CORRETTO ESERCIZIO
DELLA PROFESSIONE
Nota di sintesi su alcuni elementi fondamentali da ricordare per il corretto esercizio
della professione e la lotta all’abusivismo negli ambiti in cui opera il farmacista.
Il Consiglio Nazionale della Federazione, ha deliberato di porre in essere “una lotta serrata all’abusivismo in
tutti gli ambiti in cui opera il farmacista:
dalla farmacia di comunità all’ospedale, dalla distribuzione alla ricerca†e, in questo senso, tutti gli Ordini
provinciali sono invitati a vigilare con la massima attenzione sul corretto esercizio della professione.
L’art. 8 della L. 175/1992 riconosce agli Ordini professionali la facoltà di promuovere ispezioni presso le sedi
professionali dei propri iscritti, al fine di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti alla professione. A tal
proposito è opportuno rammentare alcuni profili di fondamentale importanza.
ESERCIZIO ABUSIVO della PROFESSIONE: Al farmacista è vietato porre in essere, consentire o agevolare
a qualsiasi titolo l’esercizio abusivo della professione (cfr. art. 3, comma 2, del Cod. Deont. Farm.).
Tale comportamento costituisce anche un grave reato, sanzionato dall’art. 348 del Codice Penale e, per il
farmacista che consenta o agevoli l’abusivismo, l’art. 8 della legge 175/1992 prevede anche l’interdizione dalla
professione per un periodo non inferiore ad un anno.
Obbligo di indossare il CAMICE BIANCO e il DISTINTIVO PROFESSIONALE:
Oltre ad essere previsto in alcune Regioni da specifiche disposizioni di legge, costituisce preciso obbligo
deontologico per il farmacista (art. 5, comma 1, Cod. Deont. Farm.) che presta la propria attività al pubblico
indossare il camice bianco e il distintivo professionale. La ratio di tale disposizione è di tutta evidenza e risiede
nella necessità di garantire al cittadino la possibilità di individuare agevolmente e senza possibilità di equivoci il
farmacista, UNICO professionista abilitato a fornire consigli sui medicinali.