Anno VI – Numero 1255
AVVISO
Ordine
1. Adempimenti di fine anno
Venerdì 29 Dicembre 2017 – S. Davide
Proverbio di oggi………
Dà tte da fà : ca 'a jurnata è 'nu muòrze!
Datti da fare: la giornata passa in un baleno
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
2. Sospesa nell'Ue la Vendita
di PARACETAMOLO a
Rilascio Prolungato
3. «Lego molecolare» per
sostenere le cellule in
medicina rigenerativa
4. Perché quando fa freddo ci
cola il naso?
Sospesa nell'Ue la Vendita di
PARACETAMOLO a Rilascio Prolungato
Lo ha deciso l'Ema per i rischi di sovradosaggio
Sospendere la vendita in Europa dei farmaci a base
di Paracetamolo a
rilascio modificato
o prolungato: è la
raccomandazione
che arriva dal
Comitato di farmacovigilanza dell'Agenzia
Prevenzione e Salute
europea del farmaco, e approvata anche dal
5. Mattiniero o amante della
notte? a
ciascuno
il gruppo di Coordinamento (Cmdh) che si
proprio cronotipo
occupa delle autorizzazioni alla vendita dei
6. Melanoma, il sole preso in farmaci negli Stati membri.
montagna è un fattore di
Secondo gli esperti dell'agenzia i vantaggi di
rischio?
questi farmaci ad azione prolungata non
compenserebbero le complicazioni date da un
eventuale sovradosaggio e overdose.
Il Comitato per la valutazione dei rischi di
Farmacovigilanza, si legge nel comunicato
dell'Ema, non ha ancora identificato le misure
Meteo Napoli
adeguate a ridurre il rischio per i pazienti.
Venerdì 29 Dicembre
La raccomandazione vale per i prodotti contenenti paracetamolo a rilascio
ï‚· Nuvoloso
modificato, da solo o in combinazione con un farmaco oppioide, il Tramadolo.
Minima: 8° C
La sospensione dal mercato per questi prodotti durerà fin quando non verranno
Massima: 12 °C
forniti dalle aziende interessate le misure appropriate a livello europeo per
Umidità :
prevenire il sovradosaggio e di ridurre i suoi rischi.
Mattina = 52%
I prodotti a base di paracetamolo a rilascio immediato continueranno ad essere
Pomeriggio = 53%
disponibili in tutta l'Unione europea. (ANSA).
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1255
SCIENZA E SALUTE
«LEGO MOLECOLARE» PER SOSTENERE LE CELLULE IN
MEDICINA RIGENERATIVA
Ricercatori italiani sviluppano nuovi biomateriali più resistenti utilizzabili nell’ingegneria dei
tessuti. Si tratta di peptidi ottenuti sinteticamente che danno garanzia di purezza e
versatilità : la sostanza in gel resa cento volte più rigida
Si chiamano cross SAPs, che sta per peptidi auto-assemblanti crosslinked
(Self Assembled Peptides) e sono la nuova frontiera dei materiali utilizzati per
rigenerare, riparare, o sostituire organi e tessuti danneggiati a causa di traumi
o malattie.
I peptidi sono catene più o meno lunghe di aminoacidi, i quali sono i «mattoni» da cui sono composte le
proteine. A sviluppare questi
particolari peptidi è stato il
gruppo, tutto italiano, del Cnte
(Centro per la nanomedicina e
l’ingegneria
tissutale)
dell’Ospedale Niguarda di Milano,
assieme all’Irccs Casa Sollievo
della Sofferenza di San Giovanni
Rotondo, con la collaborazione
del Lawrence Berkeley National
Lab (Usa). La ricerca è stata
diretta da Fabrizio Gelain, codirettore del Cnte insieme ad Angelo Vescovi ed è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nano Research.
I MATTONCINI
Già agli inizi dell’anno, il gruppo aveva pubblicato su Trends in Biotechnology un articolo in cui si delineava
lo stato dell’arte sull’argomento. I materiali peptidici si stanno studiando dalla fine degli anni ‘90 e molti
studi sul loro utilizzo in medicina rigenerativa sono ora in dirittura d’arrivo.
Nel 2011 il Cnte è riuscito, in sperimentazione pre-clinica, a dimostrare che è possibile riparare, non
completamente, ma in misura significativa, lesioni croniche al midollo spinale proprio grazie ai SAPs.
«I peptidi sono ciò che abbiamo di più vicino ai componenti fondamentali proteici dei nostri tessuti o di altri
organismi viventi in generale — perché gli aminoacidi sono i mattoni fondamentali di cui noi tutti siamo
costituiti». Nell’ottica della ricostruzione di un tessuto più un materiale si avvicina all’originale -lo «mima» -,
più probabilità ha l’intervento di avere successo.
I peptidi auto-assemblanti, in particolare, sono molecole che hanno la capacità di organizzarsi in modo
spontaneo in strutture ordinate e stabili a livello della nanoscala (milionesimi di millimetro).
Si possono ottenere sinteticamente, controllandone la purezza.
Questi componenti di base servono a costruire l’impalcatura (scaffold tridimensionale) di supporto alla
coltura di cellule, che daranno origine al tessuto da impiantare.
PIÙ FORTI
«I peptidi dovrebbero garantire una transizione più naturale, rispetto a ciò che poi si va a innestare. Non si
tratta di un approccio solo filosofico, ma è confermato da dati scientifici: quando possono essere utilizzati
in alcuni approcci di medicina rigenerativa, i materiali peptidici sono oggettivamente meglio tollerati
rispetto ad altri materiali».
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1255
«Quella dei peptidi auto-assemblanti è un’aggregazione debole — sottolinea l’esperto.
Il risultato di solito è un gel trasparente, prevalentemente composto da acqua, che offre grandi vantaggi
quando si deve lavorare con tessuti e cellule, però da un punto di vista fisico-meccanico è fragile».
Per questo fino a oggi, il loro utilizzo è stato piuttosto limitato. Nello studio pubblicato su Nano Research si
dimostra per la prima volta che utilizzando una semplice reazione chimica, denominata di cross-linking, è
possibile aumentare di circa 100 volte la rigidità di gel costituiti da SAP. Ciò ha consentito di ottenere
supporti trasparenti e flessibili dalle più svariate forme (ad es. fili, dischi, microtubi, lamine).
«Fino ad ora — sottolinea Gelain — i peptidi hanno dato sempre ottimi risultati.
Ma il loro utilizzo è rimasto confinato ad alcune applicazioni:
 componenti di riempitivi odontoiatrici, per la rigenerazione della dentina o, in ambito chirurgico, per
prevenire le aderenze post-operatorie e anche come soluzione per fermare il sanguinamento».
IL FUTURO DELLA RICERCA: Con il cross-linking, invece, si aprono sviluppi interessanti sia per sostituire
in futuro molti dei materiali oggi utilizzati in ambito clinico, sia in diversi altri casi in cui attualmente una
terapia clinica efficace non esiste ancora, come ad esempio la ricostruzione del midollo spinale da lesione
cronica o la rigenerazione del tessuto cardiaco infartuato.
Lo scaffold fornisce infatti un supporto tridimensionale alla crescita delle cellule (nervose o del cuore), che
viene poi «innestato» nel punto in cui si è verificata le lesione del tessuto da riparare.
«Avendo come missione prioritaria quella della ricostruzione delle lesioni croniche e subacute al midollo
spinale, sono in corso sperimentazioni dedicate per testare i miglioramenti ottenuti con i nuovi crossSAPs.
Rispetto al precedente lavoro pubblicato nel 2011 abbiamo il vantaggio di poter utilizzare bioprotesi
interamente composte da peptidi su misura, mentre prima, proprio per le insufficienti proprietÃ
meccaniche di questi, si era dovuto fare ricorso a una soluzione ibrida usando anche polimeri sintetici».
«Questi miglioramenti potrebbero avvicinare la ricerca alla sperimentazione clinica in pazienti mielolesi —
conclude l’esperto— . Inoltre,è in corso la formazione di un network di ricerca di eccellenza con altri gruppi
di ricerca con lo scopo di sviluppare nuove bio-protesi per la rigenerazione di altri tessuti quali, ad es., pelle,
cuore e cartilagine». (Salute, Corriere)
PREVENZIONE E SALUTE
PERCHÉ QUANDO FA FREDDO CI COLA IL NASO?
D'inverno vi tocca girare costantemente con i fazzoletti in tasca? Succede a causa di un
meccanismo di difesa del nostro corpo. Che ci permette di non inspirare aria gelida.
Si chiama "rinite indotta dal freddo", o anche "naso dello sciatore". Se all'aperto nelle giornate invernali vi
cola spesso il naso, anche se non avete il raffreddore. MA PERCHÉ AVVIENE?
In sintesi,
 per la differenza di temperatura tra l'aria fredda e secca che inaliamo e
l'interno caldo e umido del nostro naso.
Le cavità nasali hanno il delicato compito di riscaldare e umidificare l'aria in entrata,
assicurandosi che non arrivi gelida e secca fino ai polmoni.
UN INTENSO LAVORO. Quando inspiriamo sulle piste da sci, o in altri luoghi molto freddi, l'aria all'interno
del nostro naso si trova a circa 26 °C di temperatura, e ha un'umidità del 100%.
L'aria ghiacciata e secca in entrata stimola i nervi nasali che inviano un segnale al cervello: questo risponde
intensificando l'afflusso di sangue nei vasi nasali, per facilitare il processo di riscaldamento.
Le ghiandole del muco aumentano la produzione, per ripristinare la giusta umidità dell'aria inspirata,
stimolate anche dalle cellule immunitarie che si attivano in risposta al freddo:
 si stima che questa reazione possa portare alla "perdita" di 300-400 ml di muco nell'arco di una giornata.
VAPORE ACQUEO. La perdita di liquido acquoso dalle narici è anche legata alla reazione di condensa del
passaggio di aria fredda. Per riscaldare l'aria in entrata, le calde mucose nasali si raffreddano: il vapore che
risulta da questo processo si mescola con il muco prodotto, e fuoriesce dalle narici. (Salute, Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1255
MATTINIERO O AMANTE DELLA NOTTE?
A CIASCUNO IL PROPRIO CRONOTIPO
Ognuno ha il proprio orologio interno che detta in quale momento della giornata si è più
attivi. Quindi niente più invidia verso chi riesce a tirarsi su dal letto molto presto la mattina,
magari sudando per una seduta di sport
DA BARACK OBAMA a Jack Dorsey (il creatore di Twitter) fino a Bob Iger
(l'amministratore delegato della Disney):
sono alcune delle persone di successo raccontate nel libro "What the most
successfull people do before breakfast" ("Cosa fanno le persone di
maggiore successo prima della colazione") di Laura Vanderkam.
COSA LI ACCOMUNA? L'essere mattinieri. Ad es.:
 Jack Dorsey ha dichiarato di alzarsi prima delle 6 per andare a fare jogging,
 Barack Obama di dedicare tempo ogni giorno ad esercizi fisici come strenght e cardio training
 Bob Iger di svegliarsi alle 4:30 per leggere.
Lo dice anche il detto comune: "ll mattino ha l'oro in bocca", ma forse non è così per tutti.
Quanto è Salutare per una Persona che non è affatto MATTINIERA
anticipare la sveglia per attivarsi in questo modo?
Poco, perché ognuno di noi ha il proprio cronotipo, dettato dal corredo genetico di ciascuno di noi.
I CRONOTIPI SONO DETTATI DALLA GENETICA
Per prima cosa va capito che cos'è il cronotipo. "E' la propensione di ogni individuo a essere più o meno
attivo in certi orari della giornata - spiega Sara Montagnese, ricercatrice al dip. di Medicina dell'UniversitÃ
di Padova - quelli molto estremi sono rari, infatti la maggior parte della popolazione è distribuita in una
fascia intermedia, che tuttavia comprende mattinieri e nottambuli.
Possiamo dire però che durante il corso della vita questa propensione cambia in una certa misura:
 durante l'adolescenza si ama fare le ore piccole, si va a dormire più tardi e si è più attivi durante la
seconda parte della giornata.
 con l'età che avanza si tende invece sempre di più ad attivarsi nelle prime ore della mattina".
L'IMPORTANZA DEL FUNZIONAMENTO DELL'OROLOGIO INTERNO
Chi è mattiniero ha una marcia in più, ma solo perché i ritmi della società sono maggiormente a loro favore,
basti pensare - per citare due es. - all'orario della campanella scolastica e agli orari d'ufficio.
Niente paura per chi è più attivo in altri momenti della giornata, la sera ad esempio. Perché in fondo
ciascuno di noi è programmato geneticamente per funzionare meglio in un arco temporale preciso.
Anzi, forzare l'organismo a cambiare il proprio CRONOTIPO non è per nulla raccomandabile:
"Non possiamo forzare il nostro orologio biologico a cambiare perché il cronotipo di ogni individuo è
determinato in maniera preponderante dalla genetica. Anche perché è fondamentale non far inceppare il
nostro orologio endogeno, importantissimo nella regolazione della produzione di diversi ormoni, oltre che
garantirci uno stato di salute sano". Ma è anche vero che la luce ha un effetto positivo sull'organismo.
Cosa fare se per lavoro o per piacere si vive di più di notte?
"Quello che si può fare è esporsi a una quantità di luce sufficiente, magari andando a lavoro a piedi se
possibile o facendo delle passeggiate. Perché l'occhio è il maggiore strumento che abbiamo per comunicare
al nostro orologio biologico in che parte della giornata siamo, giorno o notte:
 pensare infatti che la luce all'interno dell'ufficio sia come quella esterna è un errore.
La risposta dell'occhio alle sollecitazioni luminose ha un andamento logaritmico:
 la luce esterna è di uno/due ordini di grandezza maggiore rispetto a quella a cui siamo esposti a casa/lavoro
Per questo è importante stare alla luce il più possibile, sperimentando albe e tramonti".(Salute, Repubblica)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1255
PREVENZIONE E SALUTE
MELANOMA, IL SOLE PRESO IN MONTAGNA È UN FATTORE
DI RISCHIO?
Melanoma, quali rischi con il sole fuori stagione?
Si stima che il sole d’inverno, al mare lontano dall’Italia o in
montagna, scotti ogni anno la pelle di oltre 2 milioni di italiani.
Il dato arriva dall’indagine “Il sole fuori stagione†promossa da
Roche e condotta da GfK Eurisko su un campione
rappresentativo della popolazione italiana.
Inoltre più del 40% degli italiani crede che sia più pericoloso
il sole d’estate, sottovalutando i rischi delle scottature nei mesi
freddi:
 sommando le scottature invernali a quelle estive sale il
Cosa si rischia prendendo il
rischio di tumore della pelle.
SOLE FUORI STAGIONE?
«Il sole che si prende in montagna non è un vero fattore di rischio di melanoma», risponde il prof.
Marcello Monti, resp. di Dermatologia dell’Osp. di Ricerca Humanitas.
«A dover stare più attento alle scottature – è chi abbandona il freddo di questi mesi per prendere
il sole ai Tropici».
«In montagna, in inverno, la porzione di pelle che riceve direttamente i raggi solari è molto ridotta:
 dorso mani e volto.
Grazie all’uso di caschi e occhiali da sci, l’impatto del sole diminuisce ulteriormente.
Al mare, invece, i rischi aumentano perché tutto il corpo è esposto all’azione dei raggi solari e la pelle è
impreparata ad accoglierli.
Non dimentichiamoci che il melanoma interessa in
Cosa consigliare a chi non rinuncia
particolare la pelle della schiena negli uomini e degli arti
al sole nemmeno d’inverno?
nelle donne», sottolinea lo specialista.
«Al mare è importante proteggersi come si dovrebbe fare
d’estate: coprirsi il più possibile, applicare dei fotoriflettenti naturali all’argilla sulle parti che restano
scoperte (volto, dorso mani e dorso piedi) e non usare le creme solari.
Queste sono spesso applicate in maniera disomogenea, vengono “lavate†via dall’acqua del mare o
delle docce e danno una falsa protezione che spinge chi le usa a restare più a lungo sotto il sole».
Chi prende il sole in modo scriteriato in estate,
 in Inverno dovrebbe stare molto attento all’esposizione solare evitando anche di ricorrere
all’abbronzatura artificiale con lampade e lettini, «una pratica sempre sconsigliata, in qualsiasi
mese dell’anno, perché concentra un’alta dose di raggi UU UV ultravioletti dannosi per
la pelle aumentando il rischio di melanoma», conclude il professor Monti.
(Salute, Humanitas)
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
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PAGINA 7
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PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1255
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VI – Numero 1255