Anno VII – Numero 1259
AVVISO
Ordine
1. Progetto “Un farmaco per
tutti†e “Una Visita per tuttiâ€
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
2. È vero che agli uomini,
dopo aver fatto l'amore,
scappa la pipì?
3. Falsi miti della salute
4. Nevralgia del trigemino,
una fitta lancinante che dura
pochissimo
5. TUMORE AL SENO:
donne vive dopo la diagnosi
aumentate del 26 %
6.
Prevenzione e Salute
7. MAL di TESTA al
RISVEGLIO, che relazione
c’è con il sonno?
Venerdì 05 Gennaio 2018 – S. Amelia
Proverbio di oggi………
'O pietto forte vence 'a mala sciorta
Il coraggio vince la sfortuna
È VERO CHE AGLI UOMINI, DOPO AVER
FATTO L'AMORE, SCAPPA LA PIPÌ?
Sì, sebbene non succeda proprio a tutti.
Sì, sebbene non si tratti di una sensazione comune a tutti. Anzi, dal punto di
vista fisiologico, l'uomo dopo i rapporti sessuali
dovrebbe fare più fatica a mingere, a causa di
alcune molecole, le catecolamine, che, prima
dell'eiaculazione, agiscono sul collo della
vescica in modo tale da impedire che il liquido
seminale vada verso la vescica stessa. Questa
sensibilizzazione della vescica, in alcuni casi,
potrebbe però spiegare lo stimolo a urinare.
Da un punto di vista più psicologico, l'eccitazione del rapporto sessuale può far
accantonare la necessità di urinare, che si ripresenta subito dopo. Non si può
però escludere una situazione di infiammazione della prostata, da far
controllare da un medico. (Focus)
FALSI MITI DELLA SALUTE
I precetti popolari in difesa della salute sono radicati. E ne
nascono di nuovi in continuazione. Sono sensati? Spesso no. Ecco
qualche esempio.
Meteo Napoli
Farmaci: Le supposte sono più efficaci delle
compresse? Di solito è vero il contrario. A paritÃ
ï‚· Nuvoloso
di principio attivo, i farmaci in supposta sono
Minima: 10° C
assorbiti più lentamente dall'organismo rispetto a
Massima: 17 °C
quelli in compresse, capsule o altro. Come se non
Umidità :
bastasse l'assorbimento è solo parziale ed è per
Mattina = 50%
questo che il loro dosaggio è in genere più alto rispetto ad altre preparazioni.
Pomeriggio = 49%
(Focus)
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Venerdì 05 Gennaio
PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259
SCIENZA E SALUTE
NEVRALGIA del TRIGEMINO,
una fitta lancinante che dura pochissimo
In genere è interessato soltanto un lato del volto, quasi sempre
nella parte centrale e inferiore
Il dolore è terribile, improvviso, scatenato magari da una carezza, dal lavarsi i denti, da un soffio d’aria.
La nevralgia del trigemino riguarda 1 persona su 25 mila, quasi sempre sopra i 50 anni.
«In circa il 70% dei casi a provocarla è una compressione del nervo da parte di un’arteria: ciò crea un
conflitto con il trigemino, lo irrita, danneggiando la guaina di mielina che lo riveste e provocando una specie
di corto circuito che produce il dolore - spiega A. Franzini, dir. della Neurochirurgia dell’Ist. Besta di Milano.
L’unico fattore di rischio noto per la nevralgia del trigemino è la sclerosi multipla, che provoca la
demielinizzazione dei nervi.
Esiste comunque una discreta quota di casi in cui non c’è conflitto fra arteria e nervo né una sclerosi
multipla: allora si può pensare a un tumore che preme sul nervo o ad altre cause».
COME SI ARRIVA ALLA DIAGNOSI?
«Con la raccolta della storia clinica e dei sintomi: il dolore è infatti caratteristico.
 È molto violento,
 improvviso e dura pochissimo,
 per poi ripetersi a distanza di minuti o ore:
 un dolore che dura mezz’ora non è mai nevralgia del trigemino.
Inoltre, il dolore è limitato a metà viso e quasi sempre interessa la parte
centrale e inferiore del volto.
Con questi segni ci si può già orientare;
spesso, poi, viene prescritta una risonanza magnetica per escludere sclerosi
multipla, masse tumorali o altre malattie.
L’esame può anche verificare la presenza di un conflitto vascolare, ma non
sempre riesce a distinguerlo con certezza».
QUALI SONO LE POSSIBILI TERAPIE?
«Durante la crisi si può fare ben poco: le cure servono soprattutto per prevenire gli attacchi.
Il primo passo è la terapia con farmaci e il più efficace è l’antiepilettico CARBAMAZEPINA: va preso tutti i
giorni, iniziando con dosi basse e proseguendo fino alla remissione, per la quale possono servire anche
mesi. Quando torna la nevralgia, che purtroppo non guarisce da sola e anzi tende a peggiorare, provocando
attacchi sempre più ravvicinati e gravi, si incrementa il dosaggio.
I farmaci risolvono circa il 30% dei casi; negli altri, dopo 4-5 anni gli effetti collaterali superano i benefici e si
passa alla neurochirurgia. In chi ha meno di 70 anni e un conflitto vascolare dimostrato si propone la
decompressione vascolare , intervento attraverso cui si appone un “cuscinetto†sull’arteria per evitare che
prema sul trigemino. Il metodo è risolutivo in circa il 70% dei pazienti; se la nevralgia torna, ma anche nei
soggetti più anziani e nei casi in cui il disturbo non è provocato dalla pressione di un’arteria, si può optare
per la radiochirurgia, che consiste nell’irradiare il trigemino per provocarvi piccole alterazioni che
eliminano il dolore.
Nel 60-70% dei casi ciò ottiene una remissione temporanea, ma la radiochirurgia non può essere eseguita
più di due volte nello stesso soggetto. Nei casi in cui la nevralgia torna a farsi sentire si passa alle procedure
percutanee che, con un palloncino o il calore, danneggiano il nervo in modo più profondo. Questi metodi
possono essere ripetuti più volte, ma vi si ricorre dopo aver provato tutto il resto, perché provocano una
perdita della sensibilità nella zona innervata». (Salute, Corriere)
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259
SCIENZA E SALUTE
TUMORE AL SENO: DONNE VIVE dopo la
diagnosi aumentate del 26 %
307mila italiane hanno superato il cancro da oltre 10 anni e secondo
alcuni studi potrebbero vivere più a lungo delle loro coetanee «sane». Ecco quali sono le
novità più importanti, dai nuovi test diagnostici ai farmaci sempre più efficaci
Quello al seno è il tumore più frequente fra le donne italiane. Nel 2017 sono state 50.500 le nuove
diagnosi, ma le prospettive per chi si ammala, soprattutto se la neoplasia viene scoperta agli inizi, sono
ottime: in otto anni (tra il 2010 e il 2017) nel nostro Paese le donne vive dopo la diagnosi sono aumentate
del 26 % e oggi, sono 766.957 le italiane che hanno affrontato un cancro al seno. E se non si può ancora dire
di averlo sconfitto, né è possibile parlare di guarigione in tutti casi, ci sono studi che dimostrano come le
donne operate in fase iniziale abbiano una prospettiva di vita persino migliore delle coetanee che non si
sono mai ammalate.
307MILA ITALIANE HANNO SUPERATO IL CANCRO DA OLTRE 10 ANNI
«È certo un risultato molto importante, mai raggiunto in precedenza, soprattutto se si considera che per
quasi 307mila connazionali (oltre il 40% del totale) la diagnosi è stata effettuata da oltre un decennio sottolinea Francesco Cognetti, dir. dell’Oncologia Medica all’Ist. Nazionale Tumori Regina Elena di Roma.
Oggi la sopravvivenza a 5 ANNI dalla diagnosi supera il 90%». Questi progressi sono da ricondurre
 alle campagne di prevenzione,
 a una maggiore diffusione della diagnosi precoce e dello screening con mammografia
 a terapie innovative sempre più efficaci.
Oggi abbiamo molte armi a disposizione, dalla chemioterapia all’ormonoterapia, alle terapie target fino
all’immunoterapia. E si stanno aprendo nuove prospettive per personalizzare i trattamenti, grazie a esami
genomici che analizzano il Dna del tumore per capirne l’aggressività ».
NUOVI TEST AIUTANO GLI ONCOLOGI A SCEGLIERE LA TERAPIA PIÙ ADEGUATA
«Grazie alla ricerca scientifica, l’armamentario degli oncologi continua a crescere.
Ad esempio ora abbiamo un test prognostico e predittivo che supporta l’oncologo nella personalizzazione
delle terapie in pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale.
È uno strumento utile nella scelta del trattamento per le donne che, in base alle caratteristiche
anatomopatologiche e cliniche, sono in una sorta di zona grigia, in una fase in cui non si può includere o
escludere con certezza la chemioterapia rispetto alla sola ormonoterapia».
La diminuzione dell’utilizzo improprio della chemioterapia può tradursi, da un lato, in un beneficio clinico
per le pazienti che non vengono più esposte a un eccesso di trattamento e al relativo rischio di tossicitÃ
immediate e tardive, dall’altro in un impatto favorevole sulla spesa sanitaria che oggi rappresenta un
elemento di importanza fondamentale con cui anche i clinici devono confrontarsi.
BIOPSIA LIQUIDA: un test del sangue per scoprire metastasi (e non solo)
Un risparmio di risorse che può essere ottenuto anche grazie a diagnosi sempre più precoci.
«La sfida è individuare in poche gocce di sangue i primissimi segni del cancro.
È la BIOPSIA LIQUIDA, una tecnologia innovativa molto promettente, utilizzata oggi per la prevenzione
secondaria durante il follow up, cioè per scoprire la formazione di eventuali recidive e metastasi nelle
donne che hanno già sviluppato il tumore.
Le tecnologie attuali ci permettono di capire nel 70-75% dei casi se la malattia svilupperà metastasi.
Altre applicazioni sono in fase di sperimentazione con l’obiettivo di scoprire la malattia in fase preclinica,
prima ancora che sia rilevabile dalla mammografia. La biopsia liquida è facilmente ripetibile nel tempo,
bastano 8-10 ml di sangue, a differenza della tradizionale che richiede l’escissione del tessuto tumorale».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259
FARMACI INNOVATIVI per le pazienti con metastasi
«Oggi si sta poi affacciando una nuova classe di farmaci target, che intervengono nel rallentare la
progressione del tumore del seno, inibendo due proteine chiamate chinasi ciclina-dipendente 4 e 6 (CDK4/6).
Queste molecole hanno dimostrato di essere superiori rispetto alla terapia standard nella fase metastatica
e studi in corso hanno evidenziato la loro efficacia anche nella malattia di nuova diagnosi come trattamento
preoperatorio.
Nell’immediato le sfide riguardano i casi di tumore del seno più difficili da trattare: quelli triplo negativi e
con metastasi cerebrali, per i quali nuove prospettive sono offerte dall’immunoterapia».
«La stimolazione del sistema immunitario - funziona soltanto in poche donne con tumore del seno, ma in
questi casi con risultati davvero importanti, soprattutto nelle forme triplo negative, che costituiscono circa
il 15% del totale.
Nelle pazienti resistenti inoltre sono in fase di sperimentazione le combinazioni di immunoterapia e
chemioterapia che può favorire la risposta del nostro naturale organismo di difesa».
Terapie specifiche quando c’è la mutazione del gene BRCA
Nuovi farmaci biologici come gli inibitori di Parp sono più efficaci della chemioterapia nelle pazienti che
presentano mutazioni del gene BRCA, perché agiscono direttamente sui danni del Dna.
«Dobbiamo parlare di diversi sottotipi di questa neoplasia, definiti in relazione alle alterazioni molecolari sottolinea Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e direttore
Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia -.
Questo ci consente di scegliere in maniera altamente selettiva il trattamento in relazione alle
caratteristiche di ogni sottogruppo.
Inoltre, nei tumori del seno che esprimono il gene HER2 (una mutazione presente in circa un quinto delle
pazienti), sono in corso studi su anticorpi bifunzionali, che da un lato attaccano il bersaglio molecolare
(HER2), dall’altro attivano il sistema immunitario.
Queste molecole sono molto potenti perché coniugano le caratteristiche delle terapie target e
dell’immunoterapia.
I risultati iniziali nella malattia metastatica sono estremamente promettenti, con una risposta globale
raggiunta nel 50 % delle pazienti pretrattate.
In fase neoadiuvante, cioè prima della chirurgia, nelle forme HER2 positive sono inoltre disponibili
associazioni di diversi farmaci anti-HER2 e ormonoterapia, evitando così il ricorso alla chemioterapia e
ottenendo gli stessi risultati in termini di efficacia.
Sono in corso sperimentazioni per verificare quali pazienti possano giovarsi di questo approccio».
Capire quando e perché il tumore resiste alle terapie
Proprio nei tumori del seno HER2 positivi si stanno aprendo nuove strade nella comprensione dei
meccanismi di resistenza alle terapie. «In circa il 90% delle pazienti con malattia metastatica che esprimono
il gene HER2, dopo 3-5 anni i farmaci non sono più efficaci.
In studi condotti è stato evidenziato che, in alcune pazienti, si sviluppano mutazioni del gene HER2.
E proprio la loro presenza determina la resistenza alle terapie.
Abbiamo individuato queste alterazioni analizzando il Dna circolante nel sangue, un tipo di biopsia liquida.
Inoltre in queste pazienti che presentano sia la sovra-espressione che la mutazione di HER2 è risultata
particolarmente efficace una nuova molecola (NERATINIB, recentemente approvata dall’ente regolatorio
americano, la Fda), indicata dopo una prima terapia adiuvante per diminuire ancora di più le probabilità che
la malattia si ripresenti».
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259
SCIENZA E SALUTE
MAL di TESTA al RISVEGLIO, che relazione c’è con il sonno?
Il legame tra disturbi del sonno e mal di testa è molto saldo ed è a doppio filo.
Da un lato l’insonnia, ma non solo, può lasciare in eredità questo disturbo, dall’altro chi soffre di mal di
testa, ad esempio di emicrania, rischia spesso di non godere di un
sonno ristoratore. Chi si sveglia al mattino con un forte dolore al capo,
non occasionale, farebbe bene a rivolgersi al medico per individuare la
causa di questa condizione e indagare sulla relazione tra riposo
notturno e mal di testa.
D’altronde il legame non è casuale: sono le stesse aree cerebrali a
controllare sonno e mal di testa. Ne parliamo con il dottor Vincenzo
Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle
cefalee di Humanitas.
Cefalee e sonno
La correlazione tra sonno e cefalee è variegata. Per cominciare, le ore notturne possono essere il periodo in
cui si è colpiti da una crisi di mal di testa ed ecco perché, rispetto alla popolazione generale, i pazienti che
soffrono di mal di testa hanno un rischio maggiore di soffrire di disturbi del sonno.
I pazienti che sono affetti da cefalea a grappolo, una delle forme più invalidanti di cefalea, spesso possono
dover fare i conti con un attacco notturno di mal di testa, in particolare durante la fase REM del sonno.
Anche chi soffre di emicrania ne sa qualcosa: buona parte delle crisi emicraniche si verifica tra le quattro e
le nove del mattino e non è quindi così infrequente che gli emicranici si sveglino con la sensazione di non
aver riposato a sufficienza.
La ricerca scientifica ha documentato, poi, una forma particolare di mal di testa notturno, ovvero la
cosiddetta cefalea ipnica, che sorge esclusivamente durante il sonno ed è causa di risveglio.
«Questo tipo di cefalea, caratterizzata tendenzialmente da un dolore bilaterale nei 2/3 dei casi, è pressoché
tipica dell’età avanzata e il dolore è lieve-moderato (severo in 1/5 dei pazienti) con una durata fino a 4 ore
dopo il risveglio», spiega il dottor Tullo.
Il mal di testa al risveglio può essere associato anche a malattie come l’ipertensione arteriosa oppure agli
stili di vita come, ad esempio, l’abuso di alcol prima di mettersi a letto oppure l’assunzione di posture
errate durante il riposo notturno. In quest’ultimo caso si parla di cefalea tensiva:
il mal di testa è associato a dolori muscolo-articolari della regione cervicale.
Gambe, denti e mal di testa
Svegliarsi con il mal di testa è un importante campanello d’allarme.
Le tempie che pulsano, su uno o entrambi i lati del capo, appena aperti gli occhi, non sono proprio un indice
di un buon risveglio e, anzi, possono indicare che il sonno “inquinato†sta causando il mal di testa. È
importante dunque valutare il sonno come possibile fattore scatenante di questa affezione.
Qualsiasi disturbo del sonno può causare il mal di testa, a cominciare naturalmente dall’insonnia: dormire
troppo poco è alleato del mal di testa. Altri disturbi del sonno possono essere indiziati:
 dalla sindrome delle apnee ostruttive del sonno ai disturbi del ritmo circadiano,
 dalla sindrome delle gambe senza riposo fino al bruxismo,
quella condizione in cui si digrignano o si serrano i denti durante il sonno.
«Anche comportamenti più tipici del weekend o di una vacanza – continua lo specialista – quali dormire più
a lungo o restare a letto a sonnecchiare, possono facilmente scatenare un attacco di emicrania che è la
cefalea più frequente e invalidante nel mondo.
Quindi in generale, per chi soffre di mal di testa, qualunque sia la tipologia, è sempre molto vantaggioso
mantenere abitudini di sonno regolari e non dormire oltre il necessario», conclude il dottor Tullo.
(Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
VIGILANZA DEGLI ORDINI SUL CORRETTO ESERCIZIO
DELLA PROFESSIONE
Nota di sintesi su alcuni elementi fondamentali da ricordare per il corretto esercizio
della professione e la lotta all’abusivismo negli ambiti in cui opera il farmacista.
Il Consiglio Nazionale della Federazione, ha deliberato di porre in essere “una lotta
serrata all’abusivismo in tutti gli ambiti in cui opera il farmacista:
dalla farmacia di comunità all’ospedale, dalla distribuzione alla ricerca†e, in questo
senso, tutti gli Ordini provinciali sono invitati a vigilare con la massima attenzione sul
corretto esercizio della professione.
L’art. 8 della L. 175/1992 riconosce agli Ordini professionali la facoltà di promuovere
ispezioni presso le sedi professionali dei propri iscritti, al fine di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti
alla professione. A tal proposito è opportuno rammentare alcuni profili di fondamentale importanza.
ESERCIZIO ABUSIVO della PROFESSIONE: Al farmacista è vietato porre in essere, consentire o
agevolare a qualsiasi titolo l’esercizio abusivo della professione (cfr. art. 3, comma 2, del Cod. Deont.
Farm.).
Tale comportamento costituisce anche un grave reato, sanzionato dall’art. 348 del Codice Penale e, per il
farmacista che consenta o agevoli l’abusivismo, l’art. 8 della legge 175/1992 prevede anche l’interdizione
dalla professione per un periodo non inferiore ad un anno.
Obbligo di indossare il CAMICE BIANCO e il DISTINTIVO PROFESSIONALE:
Oltre ad essere previsto in alcune Regioni da specifiche disposizioni di legge, costituisce preciso obbligo
deontologico per il farmacista (art. 5, comma 1, Cod. Deont. Farm.) che presta la propria attività al pubblico
indossare il camice bianco e il distintivo professionale. La ratio di tale disposizione è di tutta evidenza e
risiede nella necessità di garantire al cittadino la possibilità di individuare agevolmente e senza possibilità di
equivoci il farmacista, UNICO professionista abilitato a fornire consigli sui medicinali.
REGIONE CAMPANIA: CONCORSO STRAORDINARIO
IN CORSO LA VALUTAZIONE DEI TITOLI
BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016
Di seguito la composizione della commissione:
Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli
Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute
Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno
Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare
Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia
Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia mediante
l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o
integratori e dispositivi medici non ancora scaduti
provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e
Aziende Farmaceutiche, nonché di organizzare visite
specialistiche gratuite attraverso il camper della salute
dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal progetto
“Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali, il Consiglio
dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare
in modo capillare, ed in collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove
forme assistenziali e di prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tutti†andrebbe a
costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e supportato in modo
sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1259