Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno VII – Numero 1267 AVVISO Ordine 1. Progetto “Un farmaco per 2. tutti” e “Una Visita per tutti” Elezioni FOFI e ENPAF. Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Ansia, un indicatore iniziale dell'Alzheimer? 4. Gel contraccettivo maschile: nel 2018 un importante test clinico 5. Coumadin, da veleno a salvavita contro l’ictus Mercoledì 17 Gennaio 2018 – S. Antonio Abate Proverbio di oggi……… Chello ca nun se pava, nun se stima. Ansia, un indicatore iniziale dell'Alzheimer? In età avanzata, l’ansia potrebbe rappresentare uno dei primi sintomi dell’Alzheimer. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista The American Journal of Psychiatry, secondo cui esisterebbe un'associazione tra la presenza elevata di beta-amiloide – la proteina ritenuta responsabile della demenza e dei deficit mnemonici tipici della malattia di Alzheimer - e il peggioramento dei sintomi dell’ansia nei soggetti anziani. Nel corso della ricerca, gli autori hanno analizzato i dati di uno studio volto a definire i cambiamenti neurobiologici e clinici nella malattia di Alzheimer. L’indagine includeva 270 persone cognitivamente normali di entrambi i sessi, di Prevenzione e Salute 6. Perché si ingrassa in età compresa tra 62 e 90 anni, che non presentavano disturbi psichiatrici attivi. inverno? grasso: le cellule I partecipanti sono stati sottoposti a una serie di esami diagnostici lipidiche si assottigliano alla comunemente utilizzati per rilevare l’Alzheimer, che prevedevano anche luce del sole scansioni cerebrali, e a un test chiamato Geriatric depression scale (Gds), che viene impiegato per valutare la depressione negli anziani. L’indagine ha dimostrato che i volontari che nell’arco di cinque anni avevano accumulato livelli più elevati della proteina beta-amiloide nel cervello avevano anche mostrato un aumento dei sintomi dell’ansia. Secondo gli esperti, questo potrebbe indicare che il peggioramento dei sintomi ansiosi-depressivi può costituire un indicatore precoce della presenza di elevati Meteo Napoli livelli di beta-amiloide nel cervello. Inoltre, potrebbe supportare l'ipotesi che i sintomi neuropsichiatrici rappresentino una manifestazione precoce della Mercoledì 17 Gennaio malattia di Alzheimer. “Rispetto ad altri sintomi della depressione come la ï‚· Nuvoloso Minima: 7° C tristezza o la perdita d’interesse, i sintomi dell’ansia sono aumentati nel tempo Massima: 14 °C nei soggetti che avevano livelli di beta-amiloide più elevati nel cervello. Questo Umidità: suggerisce che i sintomi dell'ansia potrebbero rappresentare una Mattina = 51% manifestazione dell’Alzheimer che precede l’insorgenza dei deficit cognitivi e Pomeriggio = 47% costituire un indicatore precoce della malattia per trattare e potenzialmente rallentare o prevenire lo sviluppo della malattia”. (Sole 24ore) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook – Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1267 PREVENZIONE E SALUTE PERCHÉ SI INGRASSA IN INVERNO? Grasso: le cellule lipidiche si assottigliano alla luce del sole I grassi corporei sembrano restringersi in risposta all'esposizione solare: una scoperta del tutto casuale che potrebbe spiegare, in parte, perché si ingrassa in inverno. Non è solo per le quantità industriali di biscotti e cioccolato che ingeriamo nel tentativo di "tirarci su" se d'inverno tutti o quasi mettiamo su peso, è forse anche a causa di un grande assente di queste fredde e buie giornate: il Sole. Quando siamo esposti alla luce solare, e in particolare alla componente blu del suo spettro,  le gocce di grasso nelle cellule lipidiche del corpo umano si restringono, e vengono liberate all'esterno. No, un po' di sole dopo würstel e patatine in quota non vi farà dimagrire... L'hanno scoperto alcuni ricercatori dell'Università di Alberta, in Canada, che di Sole in inverno ne prendono meno di noi. E che hanno, perciò, ragionato al contrario: l'insufficiente esposizione solare nei mesi invernali alle alte latitudini potrebbe contribuire al tipico aumento di peso che si registra nella "brutta stagione". COLPO DI FORTUNA. La scoperta, descritta su Scientific Reports, è avvenuta per caso. Gli scienziati stavano cercando di creare cellule di grasso ingegnerizzate per produrre insulina in risposta alla luce solare, come possibile trattamento per il diabete di tipo-1, quando si sono accorti che le cellule di grasso umano nel gruppo di controllo si stavano anche assottigliando, davanti allo stimolo luminoso. Il fenomeno non era mai stato descritto in letteratura, e le dinamiche non sono ancora del tutto chiare: non si sa, per esempio, dopo quanto tempo si verifichi né a quale intensità di luce. RITMO NATURALE. Un'ipotesi interessante è che le cellule di grasso rispondano alla luce come una sorta di orologio biologico periferico, attivandosi in modo automatico agli stimoli luminosi, un po' come le cellule retiniche che regolano i ritmi circadiani - anch'esse sensibili alla luce blu:  ecco perché è bene non leggere il cellulare prima di andare a letto. Se fosse vero, si spiegherebbero così anche l'accumulo e la perdita di grasso in relazione alle stagioni: si mette su peso in inverno (quando serve di più) e lo si perde in estate. Per ora, comunque, sono congetture. Esporvi al sole come lucertole non servirà a dimagrire: l'effetto, visibile solo al microscopio, non può compensare gli eccessi alimentari. Senza contare che i raggi UV sono pericolosi per la salute della pelle. (Salute, Focus) FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 3 Anno VII – Numero 1267 SCIENZA E SALUTE GEL CONTRACCETTIVO MASCHILE: NEL 2018 UN IMPORTANTE TEST CLINICO Ad aprile partirà la più ampia sperimentazione sull'uomo, che coinvolgerà oltre 400 coppie per 4 anni, anche in Italia. Nuova la modalità di somministrazione: il prodotto si spalma (ma non sui genitali). Di contraccettivi ormonali maschili si parla ormai da diversi anni, ma uno studio clinico che partirà nel 2018 potrebbe essere il più importante e promettente mai tentato finora. I ricercatori del National Institute of Child Health and Human Development americano hanno messo a punto un gel che blocca temporaneamente la produzione di spermatozoi. Da aprile 2018, e per quattro anni, lo daranno da usare a oltre 400 coppie negli USA, Regno Unito, Italia, Cile, Svezia e Kenya per verificare efficacia e facilità di somministrazione. I contraccettivi del futuro si spalmano sulle braccia CHE COSA CONTIENE. Il gel è a base di due ormoni sintetici, una versione di testosterone e una di progestina (una sostanza ormonale simile al progesterone). Quest'ultima impedisce ai testicoli di produrre dosi di testosterone sufficienti a garantire normali quantità di spermatozoi. Il testosterone sintetico serve semplicemente a garantire che non ci siano squilibri ormonali (ma non a formare spermatozoi). DOVE SI METTE? Il prodotto si spalma sulla pelle, ma non, come si potrebbe pensare, nella zona genitale: se ne applica ogni giorno mezza tazzina da caffè su spalle e braccia, e si assorbe in un minuto. Se ci si ricorda di farlo con costanza, la combinazione dei due ormoni sopprime la produzione di spermatozoi per 72 ore. I volontari useranno il gel per almeno 4 mesi, mentre i loro livelli di spermatozoi saranno monitorati (per prevenire una gravidanza, la conta deve scendere a meno di un milione per millilitro di sperma). Solo a quel punto anche le partner possono abbandonare altre forme di contraccezione. NOTO DA TEMPO. Il prodotto si era già dimostrato efficace in un primo trial di sei mesi effettuato nel 2012, ma in quel caso i gel erano due, da spalmare su parti distinte del corpo. La nuova formulazione è più semplice da somministrare. LE ALTRE SPERIMENTAZIONI. All'inizio di quest'anno un gel contraccettivo maschile si era dimostrato efficace nei macachi, e con effetti reversibili. In quel caso però, il metodo era totalmente diverso: il prodotto bloccava meccanicamente i dotti che veicolano gli spermatozoi dai testicoli all'uretra. Altre forme di contraccezione maschile basate su iniezioni di ormoni si erano rivelate efficaci, ma con effetti collaterali significativi e non accettabili (come la depressione). Se il gel dovesse passare i test clinici, i maggiori ostacoli a un suo approdo sul mercato saranno forse in termini di accettabilità. Per secoli infatti la contraccezione è stata socialmente considerata un'incombenza principalmente femminile. (Salute, Focus) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1267 SCIENZA E SALUTE COUMADIN, DA VELENO A SALVAVITA CONTRO L’ICTUS Gli anticoagulanti nacquero come prodotto anti-topi e si diffusero come cura grazie alla pubblicità che ne fece «involontariamente» il presidente USA Dwight Eisenhower Gli anticoagulanti hanno cambiato la storia della medicina. Eppure –in pochi lo sanno- prima di essere utilizzati su una«cavia» di tutto rispetto come il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower, le molecole in questione venivano somministrate come veleno per topi. Sconosciuti sino a poco più di 50 anni fa oggi gli anticoagulanti hanno permesso di evitare milioni di «incidenti» come ictus e trombo-embolie. Ma se quelli di prima generazione –oggi comunque ancora in usorichiedono ancora un costante monitoraggio e un’attenzione a possibili interazioni, quelli di nuova generazione stanno cambiando radicalmente la vita di chi li utilizza. TUTTO COMINCIA IN UNA FATTORIA DEL WISCONSIN A differenza di quanto si possa pensare la scoperta degli anticoagulanti non fu frutto della ricerca bensì di un evento casuale. A darne il via ad inizio ’900 fu un allevatore del Wisconsin preoccupato per la continua perdita di bestiame dovuta a delle misteriose emorragie. Del caso si interessarono diversi scienziati e la conclusione fu che nel foraggio utilizzato in inverno per alimentare il bestiame era presente un prodotto di fermentazione chiamato DICUMAROLO. Grazie a più approfonditi studi venne isolata la molecola «warfarin» (dalle iniziale dell’università), una delle più potenti molecole anticoagulanti. Insieme fu identificato anche il suo antidoto, la vitamina K. Proprio per le forti capacità di generare emorragie il warfarin trovò larga diffusione principalmente come veleno. L’INVOLONTARIA PUBBLICITÀ DI DWIGHT EISENHOWER Il cambio di indicazione -ovvero l’utilità nell’uomo- arrivò solo a metà anni ’50. Anche in questo caso fu un fatto del tutto casuale: un uomo tentò senza successo di togliersi la vita utilizzando il warfarin ad alte dosi. Un caso unico che cominciò a far sospettare i medici che forse questa molecola non era poi così tossica nell’uomo. Iniziati i primi esperimenti per verificarne le proprietà terapeutiche la svolta la si ebbe nel 1955 grazie al presidente USA Dwight Eisenhower. Sofferente di trombosi coronarica -un’ostruzione delle coronarie causata dalla presenza di coaguli di sangue- chiese di poter assumere il farmaco più potente in grado di risolvere il problema: il warfarin (noto ai più in Italia con il nome commerciale di Coumadin). L’inizio del successo degli anticoagulanti. MENO ICTUS PER FIBRILLAZIONE ATRIALE «Questa classe di farmaci - ha rivoluzionato il campo della cardiologia degli ultimi 50 anni». Il perché è presto detto: alla base dello sviluppo degli ictus vi è la formazione di vere e proprie ostruzioni a livello dei vasi chiamate trombi. Quando questi si staccano dalla sede dove si sono formati e migrano diventano emboli. Questi ultimi possono essere molto pericolosi perché in grado di ostruire i vasi che irrorano i tessuti causando così l’ictus e altri problemi legati al circolo sanguigno. «Poter avere a disposizione delle molecole in grado di evitare la formazione di questi trombi è di fondamentale importanza per prevenire questo genere di eventi». Un esempio su tutti è la fibrillazione atriale, un’anomalia del ritmo cardiaco che espone chi ne soffre ad un aumentato rischio ictus. Alla base vi è un problema di flusso sanguigno a livello degli atri che genera nel tempo la formazione di trombi. «La soluzione - è evitare che ciò accada tenendo il sangue più fluido. Ciò è possibile farlo attraverso la somministrazione di anticoagulanti». PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1267 MONITORAGGIO COSTANTE A ATTENZIONE ALLE INTERAZIONI Un successo, quello del warfarin, che non deve far dimenticare che gli anticoagulanti rappresentano un’arma a doppio taglio poiché spesso sono molecole da assumere a vita. «Se da un lato questi farmaci ci consentono di evitare la formazione di trombi, dall’altro bisogna stare attenti al rischio emorragie. Il dosaggio dei farmaci dicumarolici è di fondamentale importanza» spiega Fiorentini.  Chi li ha utilizzati lo sa bene, il monitoraggio dei valori attraverso il dosaggio del tempo di protrombina deve avvenire molto frequentemente. Non solo, una semplice azione quotidiana come il pranzo e la cena possono influire enormemente sull’efficacia del farmaco. «I cibi da tenere sotto controllo sono soprattutto le verdure a foglia larga. Quantità troppo elevate di questi alimenti possono andare ad interferire con l’attività anticoagulante in quanto ricchi di vitamina K, la sostanza che ha un’attività opposta e che spesso viene usata come antidoto» spiega l’esperto. MIGLIORE GESTIONE CON I NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI Dopo oltre mezzo secolo di onorato servizio gli anticoagulanti classici potrebbero però andare in pensione. Se da un lato queste molecole hanno fatto «miracoli» in chiave preventiva, dall’altro i continui aggiustamenti di dosaggio, il monitoraggio e le interazioni con gli alimenti hanno spinto la comunità scientifica a cercare nuove molecole prive di questi «effetti collaterali». Dopo anni di ricerca da poco tempo sul mercato sono sbarcati i nuovi anticoagulanti orali (NAO) come  Rivaroxaban, Apixaban e Dabigatran. Agendo su fattori diversi della coagulazione rispetto al classico warfarin questa nuove classe di composti presenta molti meno effetti collaterali. «Proprio per la loro capacità di agire su meccanismi differenti -conclude Fiorentini- oggi i NAO stanno lentamente sostituendo i vecchi farmaci anticoagulanti. Il principale vantaggio è quello della stabilità dei livelli del farmaco nel sangue. Un fattore importante che libera il paziente -almeno in parte- a continui controlli». (Salute, La Stampa) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1267 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca Elezioni FOFI: conferma per Mandelli, D’Ambrosio Lettieri, Pace e Giaccone. Ecco la squadra Si cono concluse ieri le elezioni per il rinnovo del Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani. Sì a un nuovo mandato per presidente, vice presidente, segretario e tesoriere. Ecco tutti i nomi del nuovo Comitato centrale e del Collegio dei Revisiori. Si sono concluse domenica le elezioni per il rinnovo del Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. La consultazione, che ha registrato una partecipazione del 99%, ha confermato per il prossimo triennio, la compagine uscente che vede il senatore Andrea Mandelli presidente, il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri vicepresidente, Maurizio Pace segretario e Mario Giaccone tesoriere. “In una fase delicata come quella attuale - ha dichiarato Mandelli - nella quale si prospetta un profondo mutamento dello scenario in cui operano, a tutti i livelli, i farmacisti italiani, questa compattezza della professione è fondamentale per proseguire nell’opera di innovazione che abbiamo condotto, a tutela dei professionisti ma soprattutto a tutela del cittadino e della qualità delle cure”. Per D’Ambrosio Lettieri, “la professione farmaceutica ha un ruolo di rilievo, tra l’altro, nella sfida per garantire la sostenibilità del servizio sanitario, che vede nella presenza capillare delle farmacie di comunità e nelle competenze professionali del farmacista un prezioso patrimonio per garantire una l’universalità, l’efficacia e l’equilibrio economico dell’assistenza”. “Aver creato le condizioni perché il farmacista possa svolgere un ruolo sempre più centrale nel sistema salute richiede un impegno sempre maggiore anche sul fronte della formazione e dell’aggiornamento, e della salvaguardia dei livelli occupazionali”, ha commentato Pace. “L’efficacia del lavoro svolto trova conferma in questo risultato elettorale. La professione si sente realmente rappresentata dal dinamismo e dalla capacità di proposta della dirigenza pronta a continuare, pur con il necessario ricambio generazionale, nel programma seguito finora”, ha dichiarato Giaccone. Gli altri componenti del Comitato Centrale della FOFI sono: Andrea Carmagnini; Vitaliano Corapi; Luciano Diomedi; Giovanni Gerosa; Maximin Liebl; Paolo Manfredi; Roberto Pennacchio; Gianfranco Picciau; Giovanni Zorgno Al Collegio de Revisori dei Conti sono stati eletti: Florindo Cracco; Antonino D’Alessandro; Andrea Giacomelli; Ferdinando Foglia (Supplente) ENPAF: SANTAGADA entra a far parte del Nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ente La prossima settimana convocato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’ENPAF. PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1267 ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI” e “UNA VISITA PER TUTTI” I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine. Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal progetto “Un Farmaco per Tutti” ma anche forme di attività assistenziali, il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.). Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tutti”, insieme al progetto “Un Farmaco per Tutti” andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale” che merita di essere considerato e supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche. PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1267 PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1267

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