Anno VII – Numero 1278
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Concorso Straordinario
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Timido e introverso: le
caratteristiche ideali del
donatore
di
sperma
perfetto
5. ANTINFIAMMATORI:
perché possono fare male
al cuore
Prevenzione e Salute
6. “malattia delle arterie,
camminare allevia il dolore
alle gambeâ€, vero o falso?
7. Sindrome delle gambe
senza
riposo,
perché
peggiora di sera?
8. Fibrillazione
atriale,
quando si può ricorrere
all’intervento di ablazione?
Meteo Napoli
Giovedì 1 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: 6° C
Massima: 14 °C
Umidità :
Mattina = 57%
Pomeriggio = 52%
Giovedì 1 Febbraio 2018 – S. Severo
Proverbio di oggi………
Vivere non è un piacere ma un dovere.....
Timido e Introverso: le caratteristiche ideali
del Donatore di Sperma Perfetto
Secondo un'analisi della Queensland University, le donne che
decidono di affidarsi alla fecondazione in vitro preferirebbero nei
donatori caratteri pacati e non esuberanti
Giovane, bello, intellettuale,
benestante e soprattutto Timido
: questo è l'identikit di un principe azzurro sui
generis, o meglio del donatore "ideale" di
sperma. Secondo l'analisi condotta dalla
Queensland University of Technology, infatti,
molte sono le caratteristiche passate al vaglio dalle donne che decidono di
affidarsi alla fecondazione in vitro e tramite le quali scelgono il donatore ideale. A
svettare in testa la classifica è proprio la pacatezza del carattere, preferito
nettamente all'espansività e all'irrequietezza.
L'analisi è stata condotta su un campione di uomini, provenienti da tutti i paesi
tra cui anche l'Italia, che hanno donato il proprio seme su siti web o forum,
dimostrando come la maggior parte di essi venissero scelti parallelamente al loro
profilo caratteriale, oltre che al fattore fisico.
"La domanda mondiale di donatori di sperma è così estesa che è fiorito un
mercato online in cui i figli si programmano al di fuori dell'ambiente più formale
delle cliniche della fertilità "Ci si aspetterebbe che in un ambiente virtuale, chi è più estroverso venga
preferito, ma in realtà è esattamente l'opposto".
Il "mercato online", quindi, facilita una maggiore interazione tra beneficiario e
donatore, permettendo in tal modo di esplorare le singole caratteristiche della
personalità dei donatori. Se l'età e lo stipendio vengono sempre presi comunque
in considerazione, le donne risultano meno propense a scegliere lo sperma di
uomini irrequieti, vivaci ed estroversi. (Salute, Tgcom24)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1278
PREVENZIONE E SALUTE
“MALATTIA delle ARTERIE, CAMMINARE ALLEVIA il
DOLORE alle GAMBEâ€, VERO o FALSO?
Chi soffre di arteriopatia periferica, cioè ha le arterie delle gambe malate e in qualche tratto
anche ostruite, conosce quel dolore al polpaccio che insorge come un
crampo durante la camminata.
Nonostante il dolore, alcuni però ritengono che camminare con regolarità dia
sollievo. Vero o falso?
Ne parliamo con la dottoressa Maria Grazia Bordoni, Responsabile di Chirurgia
vascolare di Humanitas.
: Camminare per almeno 30-40 minuti, quattro-cinque volte la
VERO settimana, con pause adeguate quando compare il dolore di tipo
crampiforme, per consentire il pieno recupero prima di rimettersi a camminare, è da considerarsi come il
massimo beneficio e parte integrante della terapia dei pazienti affetti da arteriopatia degli arti inferiori.
Anche se il dolore che può interessare il gluteo, la coscia, il polpaccio o più distretti contemporaneamente,
accade sempre in relazione all’attività motoria perché dalle arterie malate non arriva sufficiente sangue e
ossigeno al muscolo, tuttavia i pazienti che manifestano iniziali disturbi del cammino legati alla malattia
delle arterie hanno un grande giovamento dal movimento ed in particolare dal semplice cammino purché
esercitato quotidianamente con costanza.
In particolari condizioni, cioè quando non è possibile camminare a causa del clima o di altre limitazioni,
eseguire stretching muscolare può essere un buon surrogato.
Inoltre, per migliorare la circolazione arteriosa delle gambe, è utile ricordare che, oltre a camminare è
importante evitare il fumo di sigaretta.†(Salute, Humanitas)
SINDROME DELLE GAMBE SENZA RIPOSO, PERCHÉ
PEGGIORA DI SERA?
Disturbo neurologico che si presenta con una sensazione di fastidio o irrequietezza a una o
entrambe le gambe e che si allevia con il movimento, la sindrome delle gambe senza
riposo peggiora di sera
– spiega la dottoressa Lara Fratticci, neurologa di Humanitas –
a causa di una disfunzione del sistema che regola la
dopamina.
La necessità indifferibile di muovere le gambe per averne
sollievo tende a peggiorare proprio di sera e di notte a causa della riduzione dei livelli di dopamina che
normalmente si riduce di sera, anche nelle persone sane, ma è più bassa in chi soffre di sindrome delle
gambe senza riposo.
Il sistema dopaminergico in sede sottocorticale, infatti, è costituito da neuroni che controllano il
movimento;
 una disfunzione di questo sistema qualifica la sindrome e i suoi sintomi che migliorano proprio con
l’assunzione di farmaci dopaminergici.
Infine, chi soffre di questa sindrome tende anche a soffrire di insonnia dal momento che l’irrequietezza
delle “gambe senza riposo†trova sollievo solo con il movimento, costringendo il paziente ad alzarsi dal
letto e influenzando anche la qualità del riposo notturno. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1278
PREVENZIONE E SALUTE
FIBRILLAZIONE ATRIALE, QUANDO SI PUÃ’ RICORRERE
ALL’INTERVENTO DI ABLAZIONE?
Correggere l’aritmia con onde elettromagnetiche ad alta frequenza o con crioenergia.
È ciò che fa, in estrema sintesi, l’ablazione del tessuto cardiaco, un tipo d’intervento transcatetere o
chirurgico per la risoluzione della fibrillazione atriale.
Ne parliamo con il dr A. Davide Fumero, cardiochirurgo di Humanitas.
Atri e ventricoli fuori ritmo
La fibrillazione atriale è la forma più comune di aritmia cardiaca:
 il cuore si contrae in maniera irregolare, asincrona e, spesso, troppo
velocemente.
Questa anomalia deriva da un difetto del sistema elettrico del muscolo
cardiaco che fa sì che le due camere atriali e ventricolari non lavorino in modo sincronizzato.
Gli atri, cioè, si contraggono ad una frequenza superiore dei ventricoli.
Su uno dei due atri, quello di destra, si trova il punto in cui si origina il segnale elettrico:
 è il nodo seno-atriale.
Da qui il segnale giunge all’atrio sinistro, gli atri si contraggono e il sangue viene pompato nei ventricoli.
Successivamente sono i ventricoli a contrarsi e a pompare il sangue ai polmoni e a tutto l’organismo.
In caso di fibrillazione atriale, però, i segnali elettrici non partono solamente dal nodo seno-atriale ma
possono anche originare da un altro punto dell’atrio o essere conseguenza di circuiti di rientro.
L’alterazione del ritmo cardiaco può farsi sentire dal soggetto colpito da fibrillazione con una sensazione di
cuore che batte in maniera accelerata, di “cuore in golaâ€.
I sintomi potranno essere avvertiti episodicamente o in maniera più frequente durante gli sforzi, ovvero
potranno essere del tutto assenti; infatti la fibrillazione atriale può essere anche asintomatica.
Farmaci e chirurgia
La diagnosi e il trattamento della fibrillazione atriale sono decisivi poiché questa forma di aritmia aumenta il
rischio di ictus.
Il sangue che si raccoglie negli atri e che il cuore non riesce a espellere del tutto può determinare la
formazione di coaguli.
Questi trombi possono raggiungere l’encefalo causando l’insorgenza di un ictus cerebrale.
Prevenire il rischio di coaguli e alleviare i sintomi del paziente sono i due obiettivi del trattamento della
fibrillazione atriale.
Questo richiede la somministrazione di farmaci e il ricorso alla cosiddetta cardioversione, una procedura
con cui ripristinare il normale ritmo cardiaco. In alcuni casi, però, quando la cardioversione risulta inefficace
potrà essere necessario ricorrere a un trattamento transcatetere o chirurgico: l’ablazione.
«I pazienti candidabili al trattamento di ablazione sono i soggetti in fibrillazione atriale parossistica,
persistente o cronica sintomatici nonostante un trattamento farmacologico ottimale per il controllo della
frequenza o i pazienti che presentano un’intolleranza al trattamento antiaritmico o anticoagulante».
In cosa consiste l’intervento?
L’Ablazione «Esistono due possibili procedure, una transcatetere ed una chirurgica. L’obiettivo è il
ripristino del normale ritmo cardiaco, il ritmo sinusale.
L’ablazione della fibrillazione atriale – continua lo specialista – consiste nell’isolamento elettrico delle vene
polmonari attraverso la somministrazione di radiofrequenze o crioenergia all’interno del cuore.
La procedura transcatetere, che risulta sempre di prima scelta per chi non ha mai effettuato un
trattamento ablativo, viene eseguita utilizzando un catetere che raggiunge l’endocardio tramite una
puntura dei vasi femorali in regione inguinale».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1278
«La procedura chirurgica viene usata in seconda battuta quando la
fibrillazione atriale dovesse recidivare dopo il trattamento
transcatetere.
In questo caso l’ablazione viene eseguita attraverso un intervento
mini-invasivo con una piccola incisione sul torace
(minitoracotomia) ed utilizzando manipoli che erogano la
radiofrequenza o la crioenergia non solo all’interno del cuore ma
su tutto lo spessore del muscolo cardiaco. Inoltre la procedura
chirurgica può essere effettuata a tutti i pazienti in fibrillazione
atriale che per altre patologie cardiache devono già essere
sottoposti ad un intervento chirurgico al cuore.
All’ablazione può essere associata la chiusura dell’auricola sinistra quale ulteriore prevenzione del rischio di
formazione dei trombi».
L’ablazione è risolutiva? «Alcuni parametri, quali le dimensioni degli atri, la durata della fibrillazione
atriale e il tipo di fibrillazione – sottolinea il dottor Fumero – sono responsabili delle differenze nelle
percentuali di successo del trattamento.
L’ablazione transcatetere è risolutiva in circa il 70% dei pazienti trattati con fibrillazione atriale parossistica
ed in circa il 50% dei pazienti con fibrillazione atriale persistente o cronica, ma i numeri possono essere
inferiori se gli atri sono particolarmente dilatati o se la fibrillazione atriale è presente da diversi anni».
«Ovviamente la procedura transcatetere può essere ripetuta più volte.
Normalmente però, quando dopo 2-3 procedure percutanee il problema persiste, si può intervenire con il
trattamento chirurgico con una percentuale di successo superiore al 90% per la fibrillazione atriale
parossistica e superiore all’80% circa per la fibrillazione atriale persistente o cronica.
I migliori risultati della chirurgia sono però frutto anche di una maggiore invasività ».
All’intervento sono associati alcuni rischi: «Le complicanze di un trattamento ablativo (tutte con percentuali
<1%) possono essere la comparsa di un attacco ischemico transitorio (TIA) o ictus, il tamponamento
cardiaco, e la possibile necessità d’impianto di un pace-maker.
La stenosi delle vene polmonari e le lesioni esofagee sono complicanze molto rare descritte solo in caso di
trattamento transcatetere», conclude lo specialista. (Salute, Humanitas)
PREVENZIONE E SALUTE
PERCHÉ SI DICE 'INFINOCCHIARE'?
Il verbo infinocchiare si utilizza come sinonimo di raggirare, imbrogliare, ingannare.
Il termine deriva chiaramente da finocchio, ma per quale motivo ha assunto nel
tempo questo significato?
Il motivo va ricercato in una peculiarità del finocchio: se consumato crudo, la sua
aromaticità è in grado di alterare i sapori. In particolar modo maschera il sentore di
aceto che può assumere il vino se è di scarsa qualità o è mal conservato. Proprio per
questo motivo gli osti di una volta, per rifilare vino inacidito agli avventori del proprio locale, servivano
antipasti a base di finocchio. In questo modo i clienti, con la bocca alterata dal gusto del finocchio, non si
accorgevano del bidone che gli veniva rifilato e bevevano senza lamentarsi. Venivano quindi "infinocchiati".
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1278
PREVENZIONE E SALUTE
ANTINFIAMMATORI: perché possono fare male al cuore
Assunti per lunghi periodi aumentano il rischio di infarto e di ictus. Scopri perché e cosa fare
Li assumiamo a stomaco pieno per evitare di ammalarci di ulcera. E, per la stessa ragione, siamo bravi ad
associarli a un gastroprotettore, per difendere la mucosa gastrica.
Bene no? Sì, ma non basta. Perché pochi sanno che i
farmaci antinfiammatori, usati comunemente per combattere i dolori di
vario genere, possono far male al cuore.
Gli studi che li collegano a un aumentato rischio di problemi cardiaci non
mancano.
L’ultima ricerca, pubblicata sull’European heart journal cardiovascular pharmacotherapy, ha preso in esame
28.947 casi di arresto cardiaco registrati in Danimarca nell’arco di 10 anni.
Risultato: l’uso degli antinfiammatori non steroidei è risultato legato a un aumento medio di rischio di
infarto del 31%.
CHI DEVE VIGILARE DI PIÙ
«Questi farmaci indeboliscono l’endotelio vascolare, cioè il tessuto che ricopre internamente la parete
di arterie e vene, diminuendone l’elasticità e la capacità di vasodilatarsi».
«Non solo. In chi ha già lesioni dell’endotelio, gli antinfiammatori influiscono sulle placche aterosclerotiche,
aumentandone la capacità di staccarsi e di vagare pericolosamente nel circolo sanguigno, con un aumento
del rischio di infarto e di ictus».
Insomma, non c’è da scherzare con questi farmaci, pericolosi soprattutto per chi soffre di ipertensione,
oppure è stato sottoposto a un intervento di angioplastica, o di posizionamento di stent.
Anche nei pazienti che assumono anticoagulanti queste medicine possono provocare emorragie.
«Il rischio esiste, in particolare, in caso di utilizzo prolungato», precisa l’esperto.
«Pensiamo per esempio agli ultrasessantenni che li assumono per il dolore da artrosi».
Vanno presi solo “al bisognoâ€
Questo non significa eliminare gli antinfiammatori non steroidei, ma farne un uso oculato e corretto. Questi
medicinali, infatti, vanno bene “al bisognoâ€, mentre danno più effetti collaterali che benefici per il
trattamento del dolore cronico, cioè quando il problema dura da oltre tre mesi.
Allora è necessario rivolgersi allo specialista per impostare una cura ad hoc con altri tipi di farmaci, in grado
di eliminare il male senza ripercussioni sull’apparato cardiaco. Per esempio la tachipirina, ma sempre e solo
se il cardiologo è d’accordo.
Le regole per non sbagliare quando li usi
1. Diversi antinfiammatori non steroidei sono farmaci di automedicazione, cioè senza obbligo di ricetta
medica. Fanno parte di questa categoria principi attivi quali acido acetilsalicilico, ibuprofene e diclofenac,
per citarne solo alcuni. Se sei iperteso o hai problemi cardiaci o vascolari verifica col cardiologo (una
visita obbligatoria nel tuo caso) se puoi utilizzarli.
2. Vanno usati per un periodo breve: significa che se nell’arco di 2-3 giorni i disturbi non migliorano o
addirittura peggiorano, bisogna rivolgersi al medico di famiglia.
3. Anche se si possono acquistare senza ricetta, bisogna sempre chiedere consiglio prima al medico se si è
in gravidanza, se si stanno seguendo cure per altre malattie o se a prenderli è una persona anziana o un
bambino.
4. Molti di noi li hanno in casa. La prossima volta che li usi chiediti: la tua pressioneè ok? Il colesterolo?
Anche il farmacista può controllarli. (Salute, Starbene)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1278
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
REGIONE CAMPANIA:
CONCORSO STRAORDINARIO IN CORSO LA
VALUTAZIONE DEI TITOLI
BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016
Di seguito la composizione della commissione:
Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli
Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute
Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno
Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare
Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia
Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che
si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2018.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un
sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da
almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da:
1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15
del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza
legale di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per
ogni successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti
modalità : Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1278
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1278
AVVISO
le iscrizioni al corso sono ancora aperte.