Anno VII – Numero 1285
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Concorso Straordinario
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. “le donne riposano meglio
degli uominiâ€, vero o falso?
5. Tumore del colon: tutto
quello che serve sapere sul
«big killer» che si può
prevenire
Prevenzione e Salute
6. Dieta, l'ormone dell'amore
in spray nasale aiuta a
mangiare meno
7. A 17 anni ancora senza
ciclo. Quale può essere la
causa?
Meteo Napoli
Lunedì 12 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: 4° C
Massima: 13 °C
Umidità :
Mattina = 54%
Pomeriggio = 51%
Lunedì 12 Febbraio 2018 – S. Eulalia
Proverbio di oggi………
Ogne altare tene 'na croce
Ognuno ha i suoi problemi
“LE DONNE RIPOSANO MEGLIO DEGLI
UOMINIâ€, VERO O FALSO?
Riposo senza interruzioni, sereno e profondo, che fa sentire davvero
meglio il giorno dopo. Secondo alcune persone, sarebbero le donne,
piuttosto che gli uomini, a godere del tanto desiderato sonno
ristoratore.
Vero o Falso?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Alessandra Ibba, pneumologa di Humanitas.
“: Sembra che le donne riposino meglio degli uomini, perché questi
VERO
ultimi sono più predisposti a sviluppare la sindrome delle apnee del
sonno – spiega la dottoressa -.
La sindrome colpisce generalmente persone di sesso maschile, con più di 40 anni,
spesso russatori e obesi, anche se nelle donne aumentano le probabilità di apnee
del sonno dopo la menopausa.
Se quindi neppure le donne, dopo la menopausa, sono protette dallo sviluppare
la sindrome delle apnee notturne, sono invece gli uomini in età adulta ad avere
un rischio maggiore che le vie aeree vengano ostruite durante il sonno.
L’ostruzione comporta una situazione di apnea che interrompe il sonno,
provocando microrisvegli di cui, spesso, il paziente non è consapevole.
Come effetto delle apnee notturne, la mattina dopo ci si sente ancora più stanchi
di quando si è andati a letto la sera prima, si ha mal di testa, si soffre di deficit di
memoria, cali di concentrazione e sonnolenza durante il giorno che, soprattutto
sul lavoro, possono aumentare il rischio di incidenti.
Spesso è il partner con cui si divide la camera da letto ad accorgersi del
problema, e spinge il russatore a rivolgersi al medico.
Per risolvere il problema, e le patologie che spesso sono associate alle apnee
notturne, come l’ipertensione di cui soffre oltre la metà dei pazienti colpiti dalla
sindrome delle apnee notturne, aritmie cardiache, ipotiroidismo, alterazioni
ormonali e metaboliche, è importante affidarsi ad esperti per effettuare una
corretta diagnosi e, quindi, un’adeguata terapia. (Salute, Humanitas)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1285
SCIENZA E SALUTE
TUMORE DEL COLON: TUTTO QUELLO CHE SERVE SAPERE
SUL «BIG KILLER» CHE SI PUÒ PREVENIRE
È la forma di cancro in assoluto più frequente tra la popolazione residente nel nostro Paese,
che nel 2017 ha colpito oltre 53mila italiani.
Risente molto degli stili di vita come il sovrappeso o una dieta scorretta, ma partecipare ai programmi di
screening con il test Sof, semplice e indolore, può ridurre fino al 20% la mortalità . Grazie alle diagnosi
precoci e alle nuove terapie oggi però sempre più pazienti riescono a sconfiggere la malattia.
Quali i sintomi a cui prestare attenzione?
Questo tumore spesso non manifesta sintomi particolari, almeno nelle sue prime fasi.
«Nell’80 % dei casi è causato dalla trasformazione in senso maligno di polipi o adenomi: piccole
escrescenze, di per sé benigne, dovute alla riproduzione incontrollata delle cellule della mucosa intestinale
- sottolinea C. Pinto, dir. dell'Oncologia Medica al Clinical Cancer Centre dell'AUSL-IRCCS di Reggio Emilia. I
principali campanelli d’allarme che devono essere segnalati al medico, soprattutto dopo i 50 anni, sono:
 presenza di sangue rosso vivo, talvolta misto a muco, nelle feci,
 senso di incompleta evacuazione,
 defecazione in più tempi ravvicinati,
 perdita di peso senza causa evidente,
 senso di spossatezza,
 febbricola, specialmente nelle ore serali».
Quante persone colpisce e quali le speranze di guarire?
Secondo i dati raccolti dall’Associazione Italiana Registri Tumori, con 53mila nuove diagnosi nel 2017 quello
del colon retto è il secondo tipo di cancro più frequente nella popolazione italiana (dopo la prostata per i
maschi e il seno per le femmine) e il secondo più letale in assoluto (dopo il polmone).
Grazie alla diffusione dei programma di screening e dei progressi nelle terapie, la mortalità per questa
patologia è in calo in entrambi i sessi. Oggi il 65% di chi si ammala riesce a sconfiggere la neoplasia e sono
quasi mezzo milione gli italiani che vivono dopo aver affrontato un tumore del colon-retto.
Cosa si può fare per prevenirlo?
Risente molto degli stili di vita scorretti come il grave eccesso di peso o la dieta
errata: si calcola, infatti, un aumento del rischio di ammalarsi del 15% nelle
persone in sovrappeso e del 33% negli obesi.
L’eccesso di alcolici, invece, è responsabile di un caso su dieci. «Circa 8
carcinomi del colon-retto su 10 insorgono a partire da lesioni precancerose
(adenomi con alterazioni cellulari via via crescenti).
Gli stili di vita e la familiarità sono chiamati in causa quali fattori di aumento
del rischio di incidenza di queste lesioni. Un ruolo cruciale nella prevenzione è dato dall’alimentazione:
ï‚· fattori dietetici quali il consumo di carni rosse e di insaccati,
ï‚· farine e zuccheri raffinati e il consumo di cibi salati, conservati o affumicati fanno salire il pericolo di
ammalarsi,
 come l’eccessivo consumo di bevande alcoliche e il fumo.
Le probabilità aumentano anche per chi è sovrappeso, obeso e fa poca attività fisica. Una protezione,
invece, può essere prodotta dal consumo di frutta e verdure, carboidrati non raffinati, vitamina D e calcio».
Infine, è stato dimostrato che l’uso regolare della cardio-aspirina diminuisce il rischio di varie forme di
cancro, primo fra tutti quello del colon retto.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1285
Quali esami servono per la diagnosi precoce?
In Italia tutte le persone fra i 50 e i 70 anni vengono invitate
gratuitamente a eseguire ogni due anni il test per la ricerca del sangue
occulto nelle feci (Sof). L’esame è semplice e completamente indolore:
si esegue mediante la raccolta di un campione di feci, che può svelare un
sanguinamento, non visibile a occhio nudo, che può avere avuto origine
da una lesione precancerosa (quale un adenoma o un polipo) a da un
carcinoma già sviluppato. Se il Sof risulta positivo, si invia il paziente a fare una colonscopia che permette
di evidenziare e asportare un’eventuale lesione o di eseguire una biopsia.
«Troppi italiani rifiutano l’invito al Sof che, come dimostrano le statistiche, diminuisce del 20 % il pericolo di
ammalarsi di carcinoma colorettale e del 40% quello di morirne» ricorda l’esperto.
Colonscopia: tradizionale o virtuale?
La colonscopia tradizionale (endoscopica) rappresenta l’esame di prima
scelta in quanto permette una visione diretta del viscere e la possibilità di
eseguire nella stessa seduta una biopsia e l’asportazione di polipi se
presenti. Nei casi di impossibilità o di rifiuto a fare quella tradizionale si
può procedere con la colonscopia virtuale, che rappresenta un esame
radiologico dinamico del viscere.
In caso di presenza lesioni evidenziate con la colonscopia virtuale, si dovrà poi in ogni caso effettuare una
colonscopia tradizionale per prelevarle e analizzarle.
Chi è più a rischio di ammalarsi?
«Circa un terzo dei tumori del colon-retto presenta caratteristiche di familiaritÃ
ascrivibile a mutazioni genetiche ereditarie. Solo una parte di questo rischio
familiare (stimato intorno al 2-5%) è riconducibile a sindromi in cui sono state
identificate mutazioni genetiche associate ad aumento del rischio di carcinoma
del colon-retto. Sappiamo poi che il pericolo di cancro al colon è più alto per
chi soffre di sindromi (anch’esse ereditarie) quali la poliposi adenomatosa familiare (FAP) e la sindrome di
Lynch. Per gli individui appartenenti a gruppi familiari a rischio non ancora inquadrati in sindromi definite,
invece, il rischio di ammalarsi di carcinoma del colon-retto è circa doppio rispetto alla popolazione generale
nel caso in cui sia presente un consanguineo di primo grado, e più che triplo qualora quest’ultimo abbia
contratto il tumore prima dei 50 anni di età . In questi casi è auspicabile dei controlli endoscopici periodici».
Come si cura: quando può bastare solo la chirurgia?
Il ricorso al bisturi è di solito il primo passo nella lotta contro la neoplasia.
Consiste nell’asportazione del tratto di intestino interessato dal tumore e
nella rimozione delle aree di drenaggio linfatico, ricostruendo la continuitÃ
del canale intestinale per un fisiologico controllo della defecazione. In
alcuni casi si predispone una colostomia (cioè la creazione di un passaggio
per l’evacuazione delle feci è solo temporanea) definita “di protezioneâ€,
con l’obiettivo di permettere al colon inferiore o al retto di riprendere il suo normale funzionamento. Dopo
l’intervento il paziente dovrà indossare uno speciale sacchetto per la raccolta del materiale evacuato fino
a quando con un successivo intervento chirurgico si procederà con la ricanalizzazione.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1285
Quando la sede del tumore nel caso di tumore del retto è vicino all’ano e questa vicinanza rimane anche
dopo chemio-radioterapia pre-operatoria bisognerà effettuare una colostomia permanente.
Il ruolo della chirurgia è molto importante anche in caso di metastasi al
fegato, il 30% delle quali può essere già operabile o può diventare
operabile dopo chemioterapia.
Come si cura: quando serve la chemioterapia?
Dopo l’intervento: una chemioterapia preventiva definita come
“adiuvante†(con 5-fluorouracile/capecitabina, oxaliplatino) trova
indicazione in seguito all’asportazione di un tumore, perché la malattia
può ripresentarsi nella stessa sede o in altri organi.
Il rischio di ricaduta può essere efficacemente contrastato con cicli di
terapia della durata globale solitamente di 6 mesi. Se i linfonodi asportati durante l’operazione chirurgica
risultano positivi, la chemioterapia “adiuvante†riduce di circa il 30% le probabilità di recidiva.
Prima dell’intervento: si utilizza in due circostanze,
1. quando il tumore è localizzato al retto (in questo caso combinata con la radioterapia) per ridurre la
comparsa di recidive e/o per cercare di preservare la funzione sfinterica;
2. oppure se la neoplasia è diffusa solamente al fegato (in questo caso la riduzione è essenziale per
potere poi asportare chirurgicamente le metastasi se non operabili direttamente).
Quando la malattia è metastatica: per prolungare la sopravvivenza, contrastare i sintomi della patologia e
migliorare la qualità di vita dei pazienti. La chemioterapia è di solito prescritta per diversi mesi in relazione
alla regressione della patologia e al miglioramento delle condizioni del paziente.
Come si cura: a cosa servono i farmaci biologici?
«Si tratta di molecole capaci di bloccare la crescita del tumore. Negli ultimi
anni l’introduzione di nuovi farmaci biologici anti-angiogenetici
(bevacizumab, aflibercept) e anti-EGFR (cetuximab, panitumumab) in
combinazione con la chemioterapia ha determinato un ulteriore rilevante
miglioramento dell’efficacia dei trattamenti, con una sopravvivenza che può
superare i 30 mesi.
Le terapie biologiche con farmaci anti-EGFR non sono adatte per tutti i
pazienti, ma soltanto per quelli con precise caratteristiche molecolari (assenza di mutazioni del gene RAS)».
Come si cura: quali sono le nuove terapie?
«Un farmaco multitarged (regorafenib) ha prodotto un ulteriore progresso in
sopravvivenza confrontato con la migliore terapia di supporto in pazienti in
progressione dopo tutte le terapie standard - conclude Pinto -. In questo stesso
tipo di malati, con tumore in avanzamento dopo terapie standard, anche una
nuova fluoropirimidina orale, ottenuta con la combinazione di trifluridina e
tipiracil (denominata TAS-102), ha dimostrato un significativo miglioramento
della sopravvivenza».
«Inoltre, il 4-5% dei pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico con gene RAS non mutato presenta
una positività per HER2: per loro, in progressione dopo più linee di terapia, un’interessante attività è stata
osservata con la combinazione dei farmaci anti-HER2 trastuzumab e lapatinib.
Di recente, studi di immunoterapia hanno evidenziato una importante attività con lunghi periodi di risposta
al trattamento con
 l’impiego degli anticorpi monoclonali anti-PD-1 (nivolumab, pembrolizumab) in malati con carcinoma
del colon-retto metastatico pretrattati caratterizzati da instabilità dei microsatelliti (MSI-H).
In questo stesso gruppo, l’associazione di due farmaci immunoterapici (ipilimumab, un anticorpo
monoclonale anti-CTL4, e nivolumab) ha dimostrato un ulteriore miglioramento delle risposte».
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1285
PREVENZIONE E SALUTE
DIETA, L'ORMONE dell'AMORE in SPRAY NASALE AIUTA a
MANGIARE MENO
L'ormone dell'amore e del parto (ossitocina), somministrato sotto forma di spay
nasale, riduce l'introito calorico di una persona, la quantità di cibi ingeriti, specie di
quelli grassi e potrebbe divenire un ottimo strumento antiobesità .
E' quanto dimostra uno studio, condotto per ora solo su uomini, mostra anche che
l'ossictocina aumenta il metabolismo e migliora il controllo glicemico (dello zucchero
nel sangue). Resta da capire il meccanismo d'azione dell'ormone che non sembra agire
sul senso di sazietà percepito. L'ormone è fondamentale al momento del parto ma anche nell'instaurarsi
del legame affettivo madre-figlio sin dai primissimi giorni di vita del bebé. Il suo uso è stato ipotizzato per
svariate patologie anche complesse come l'autismo. L'ossitocina spray è un prodotto già approvato dalle
autorità europee di controllo sui farmaci ma non da quelle statunitensi. Gli esperti Usa l'hanno
somministrata a un campione di maschi dopo un breve periodo di digiuno e prima che venisse offerta loro
una lauta colazione. Un altro campione di soggetti, invece, riceveva una spruzzata di placebo nella stessa
formulazione spray e nelle stesse condizioni sperimentali. Ebbene, una sola dose di ossitocina è risultata
sufficiente a ridurre l'introito calorico e la quantità di cibi consumati a colazione dai volontari. L'ossitocina
risulta efficace anche nel migliorare il metabolismo e il controllo glicemico e nel ridurre il consumo dei
grassi. (Il Messaggero)
A 17 ANNI ANCORA SENZA CICLO
QUALE PUÃ’ ESSERE LA CAUSA?
Il ritardo può infatti dipendere da un’alterazione del sistema
ipotalamo-ipofisi-ovaio oppure dalla mancata formazione di utero o ovaie
La mia sorellina a 17 anni non ha ancora avuto le mestruazioni. Ho torto a preoccuparmi?
Risponde Paolo Scollo, presidente Società italiana di oncologia ginecologica.
Non c’è un’età precisa per il menarca, direi però che dopo i 17 anni è bene chiedere la consulenza di un
ginecologo ed eventualmente di un endocrinologo. Il ritardo può infatti dipendere da un’alterazione del
sistema ipotalamo-ipofisi-ovaio oppure dalla mancata formazione di utero o ovaie. Nel primo caso bisogna
verificare dove si è verificato un problema nella «catena di comunicazione» che lega l’attività di ipotalamo,
ipofisi e ovaio, che determinano il controllo endocrino della funzione riproduttiva nella donna.
L’ipotalamo coordina i segnali che provengono da aree cerebrali superiori e dalla periferia (ovaie) e, tramite
la produzione di neurormoni, stimola la ghiandola ipofisaria a secernere gonadotropine.
Le gonadotropine ipofisarie inducono, a livello ovarico, la produzione di ormoni steroidei (estrogeni,
progesterone e androgeni) e la gametogenesi (sviluppo della cellula uovo).
Gli ormoni ovarici, specie gli estrogeni, modulano a loro volta l’attività endocrina ipotalamo-ipofisaria. Se
qualcosa in questa «catena» si interrompe le mestruazioni non arrivano.
Basta però eseguire alcuni esami del sangue per misurare la presenza dei vari ormoni, capire se c’è un
problema e stabilire la cura. Nella grande maggioranza dei casi sono sufficienti farmaci (che sopperiscono o
a stimolano la funzione interrotta) per riportare la situazione alla normalità . La mancata formazione di
utero od ovaie è invece una condizione piuttosto rara, che si può accertare con un’ecografia pelvica.
Se la ragazza non ha sviluppato le ovaie, si potrà sopperire alla loro funzione con una terapia ormonale.
Infine, molto spesso la mancanza delle mestruazioni (per la prima volta o anche in giovani «già sviluppate»)
è dovuta a obesità , anoressia o bulimia. La prima cosa da valutare, quindi, è lo stato di salute psico-fisica
generale della ragazza. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1285
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
REGIONE CAMPANIA:
CONCORSO STRAORDINARIO IN CORSO LA
VALUTAZIONE DEI TITOLI
BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016
Di seguito la composizione della commissione:
Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli
Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute
Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno
Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare
Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia
Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che
si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2018.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un
sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da
almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da:
1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15
del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza
legale di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per
ogni successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti
modalità : Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1285
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1285
AVVISO
le iscrizioni al corso sono ancora aperte.