Anno VII – Numero 1286
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Concorso Straordinario
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. menopausa indotta da
farmaci, cosa fare per
alleviare i sintomi?
5. CAR-T therapy, la grande
speranza per chi ha un
tumore del sangue
6. Perché vedi quei pallini
colorati quando ti strofini
gli occhi?
Prevenzione e Salute
7. L'inquinamento
atmosferico
interferisce
con il ciclo mestruale?
8. La tricotillomania
Meteo Napoli
Martedì 13 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: 4° C
Massima: 13 °C
Umidità :
Mattina = 54%
Pomeriggio = 51%
Martedì 13 Febbraio 2018 – S. Maura
Proverbio di oggi………
'E figlie so' ppiezz''e còre.
I figli sono frammenti di cuore
MENOPAUSA INDOTTA DA FARMACI, COSA
FARE PER ALLEVIARE I SINTOMI?
La menopausa farmacologica, indotta per esempio nel trattamento di
alcuni tipi di tumori al seno, non si differenzia da quella fisiologica –
spiega Andrea Sagona, chirurgo senologo di Humanitas Cancer Center –
neppure nei sintomi che, anzi, a volte possono essere anche più intensi rispetto
alla menopausa fisiologica.
Anche se la menopausa farmacologica si
manifesta con gli stessi sintomi di quella
fisiologica, cioè vampate, irritabilità , insonnia,
secchezza vaginale e dolore durante i rapporti
sessuali, riduzione della memoria e dolori
articolari, il modo in cui possono essere
affrontati è diverso:
ï‚· vampate, ovvero i sintomi vasomotori, possono essere placati con la
somministrazione di un farmaco, la venlafaxina, anche se può avere
effetti indesiderati di tipo gastrointestinale, emicrania, o fitoestrogeni di
origine vegetale, per esempio dalla soia, anche se con efficacia minore
rispetto alla terapia ormonale sostitutiva.
 atrofia vaginale, chiamata anche secchezza vaginale, può essere trattata
per brevi periodi con estrogeni somministrati a livello locale (in questo
modo l’assorbimento degli ormoni estrogeni è limitato), oppure, se il
periodo della menopausa farmacologica è prolungato, si può ricorrere alla
laser-terapia
 artralgia, cioè il dolore alle articolazioni, si è dimostrata efficace
l’agopuntura.
Diverso invece è il tempo che impiega la menopausa per manifestarsi:
rapidamente, in quella farmacologica; più lentamente, anche in qualche anno, in
quella fisiologica. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1286
SCIENZA E SALUTE
CAR-T therapy,
la grande speranza per chi ha un tumore del sangue
È un trattamento sperimentale per alcuni tumori, che potrebbe rappresentare un’alternativa
per malati che non hanno tratto benefici da terapie convenzionali.
Prevede il prelievo di linfociti T dal paziente, la loro modificazione genetica per renderli in grado di
riconoscere e uccidere in modo selettivo le cellule tumorali, e la successiva infusione nel malato.
I nuovi casi di tumori del sangue diagnosticati ogni anno in Italia sono 33mila.
Tentata in un bambino a Roma
«Si tratta di una terapia cellulare, destinata a pazienti con tumori giunti a
stadi molto avanzati, che prevede il prelievo dei linfociti T del malato, che
vengono rimaneggiati in laboratorio in modo tale da renderli capaci di
riconoscere in modo selettivo le cellule tumorali.
In pratica, tramite un virus non patogeno, viene introdotto nei linfociti T
un gene che produce un recettore, chiamato CAR (Chimeric antigen
receptor), che riconosce una proteina espressa sulle cellule cancerose.
I linfociti così rimaneggiati e potenziati vengono reinfusi nel paziente e cominciano la loro battaglia contro
il tumore» spiega Paolo Corradini, dir. del Dipartimento di oncologia e onco-ematologia dell’Univ. degli
Studi di Milano e presidente della Società italiana di ematologia.
All’Ospedale Bambino Gesù di Roma il trattamento sperimentale è stato eseguito su un bambino di 4 anni
affetto da leucemia linfoblastica acuta, che non rispondeva alle terapie convenzionali.
La «CAR-T therapy» era stata già impiegata nell’agosto 2016 all’ospedale di Monza su un altro bimbo con lo
stesso tipo di tumore del sangue. Trattandosi di una cura che è ancora in fase di sperimentazione clinica,
servono molti mesi per poter parlare di guarigione.
In cosa consiste la tecnica
1) Prelievo dei linfociti T: il paziente viene sottoposto a un
prelievo e dal suo sangue vengono estratti i linfociti T
(un particolare tipo di globuli bianchi), mediante una
tecnica chiamata linfocitoaferesi;
2) modificazione genetica dei linfociti T: con l’aiuto di un
vettore virale (un virus particolare, privato della sua
componente dannosa), viene introdotto, all’interno dei
linfociti T prelevati, un gene che gli permette di
riconoscere le cellule tumorali;
3) il recettore CAR: i linfociti CAR-T ottenuti esprimono sulla propria superficie il recettore CAR (Chimeric
antigen receptor), che riconosce una proteina tipica delle cellule cancerose (antigene CD 19);
4) moltiplicazione e infusione dei linfociti CAR-T: i linfociti CAR-T vengono coltivati in laboratorio, fatti
moltiplicare e quindi reinfusi nell’organismo del paziente, dove dovrebbero distruggere in modo mirato
le cellule tumorali.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1286
I RISCHI DELLA TERAPIA
Questa terapia cellulare può portare a una remissione completa e duratura, ma comporta alcuni rischi: i
linfociti CAR-T reinfusi possono creare reazioni nell’organismo dei pazienti (sindrome da rilascio di
citochine).
Possibili complicanze possono essere risolte solo se i pazienti vengono seguiti in centri con grande
esperienza.
«Sebbene possa trasformare in curabile, e persino guaribile, un paziente ormai dato per spacciato, la CAR-T
therapy può avere delle complicanze molto gravi che, se non gestite da equipe con grande esperienza
specifica, possono risultare fatali - dice Corradini -.
Mi riferisco, in particolare, alla sindrome da rilascio di citochine, causata da una risposta immunitaria
eccessiva in seguito all’infusione dei linfociti T modificati. La grande potenza e velocità di azione di queste
cellule può, infatti, creare violente reazioni nell’organismo dei pazienti, con il rilascio di citochine
infiammatorie e lo sviluppo di tutta una serie di sintomi che vanno disturbi simil-influenzali lievi o moderati,
facilmente gestibili, a manifestazioni più gravi e pericolose per la vita».
LE POSSIBILI APPLICAZIONI
«Finora sono stati ottenuti risultati molto soddisfacenti nei linfomi e in alcune
forme di leucemia (leucemia linfoblastica acuta) - spiega Corradini -.
In questi casi è stata utilizzata una terapia CAR-T mirata anti CD19, una
proteina presente nella maggior parte delle cellule di questi tumori del sangue.
Risultati incoraggianti sono stati ottenuti anche nel mieloma multiplo, un
tumore che colpisce le plasmacellule, una componente molto importante del sistema immunitario.
Le plasmacellule sono il risultato della maturazione dei linfociti B che, assieme ai linfociti T, rappresentano
le due principali tipologie cellulari coinvolte nella risposta immunitaria.
Sono in corso studi anche sui tumori solidi e su altri tumori del sangue.
Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (Fda, l’ente che si occupa della regolamentazione dei
medicinali e dei dispositivi medici) ha già approvato due terapie CAR-T, attualmente al vaglio anche
dell’Agenzia europea del farmaco (Ema)».
LE TERAPIE APPROVATE
In Italia la nuova strategia terapeutica non è ancora disponibile, ma ci sono
state alcune sperimentazioni e si apriranno nel 2018 altri studi clinici.
Negli Usa per ora sono state approvate due terapie cellulari con linfociti CART anti CD19, una proteina presente nella maggior parte delle cellule di linfomi
e leucemie.
Il primo trattamento si chiama tisagenlecleucel: è stato approvato per l’uso in
bambini e giovani con forme aggressive di leucemia (leucemia linfoblastica
acuta). Il secondo trattamento si chiama axicabtagene ciloleucel: è stato
autorizzato per gli adulti affetti da linfomi aggressivi a cellule B, che sono stati già sottoposti ad almeno due
trattamenti chemioterapici senza alcun beneficio.
La CAR-T therapy è stata al centro dei lavori, al congresso della Società americana di ematologia (Ash) di
Atlanta.
«Gli esiti degli studi sono molto promettenti, ma la tossicità può essere elevata e il costo della terapia è
altissimo - sottolinea Fabrizio Pane, past president della Società italiana di ematologia -.
In Italia non è ancora disponibile, ma ci sono state delle sperimentazioni e altre sono al via». (Salute,
Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1286
SCIENZA E SALUTE
PERCHÉ VEDI QUEI PALLINI COLORATI QUANDO TI
STROFINI GLI OCCHI?
Quei lampi di luce si chiamano fosfeni e sono un inganno ordito dalla retina. Li vede spesso
anche chi soffre di emicrania, chi fa forti starnuti e - curiosamente - chi lavora nello Spazio.
Lo sperimentiamo spesso, quando siamo stanchi: basta strofinarsi gentilmente gli
occhi per veder comparire, nel campo visivo, veloci flash di luce colorata,
immagini distorte o motivi "a scacchi" bianchi e neri. Di che cosa si tratta?
Sono fosfeni, sensazioni visive di punti luminosi o scintille percepite anche in
assenza di uno stimolo di luce. Si verificano in diverse occasioni, ma i più comuni
sono - appunto - quelli che derivano da una pressione meccanica del bulbo
oculare. Quando stropicciamo gli occhi o li strizziamo con vigore, i fotorecettori
nella retina inviano al cervello un segnale del tutto analogo a quello che lancerebbero in presenza di uno
stimolo luminoso. Incapace di differenziare le due situazioni, il sistema nervoso centrale ci restituisce
l'immagine di un lampo fugace.
ALTRE CAUSE. I fosfeni possono manifestarsi anche quando si tossisce o starnutisce, o se si soffre di
ipertensione (sempre per ragioni legate alla pressione); accompagnano alcuni forti episodi di emicrania
(forse per motivi che hanno a che fare con l'attività elettrica del cervello); e li vede chi è sottoposto a
stimolazioni elettromagnetiche o fa uso di droghe.
NELLO SPAZIO. Si avvertono quando si fissa a lungo una fonte luminosa (non fatelo: danneggia la retina),
o se si è esposti a fonti di radiazioni: uno studio su decine di astronauti della Nasa ha appurato che 47 su 59
che hanno risposto avevano visto flash improvvisi di luce bianca durante missioni in orbita bassa. (Focus)
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO INTERFERISCE CON IL
CICLO MESTRUALE?
L'ultimo inaspettato effetto dello smog potrebbe riguardare la salute delle teenager. Quelle
più esposte al particolato corrono un rischio più alto di mestruazioni irregolari.
È di poche settimane fa la notizia dell'influenza dello smog su forma e
dimensioni degli spermatozoi, in altri termini sulla fertilità maschile. Ora
un altro studio si concentra sugli effetti dell'inquinamento atmosferico sul
ciclo mestruale femminile: l'esposizione al particolato durante
l'adolescenza, soprattutto tra i 14 e i 18 anni, aumenterebbe, anche se di
poco, la possibilità di averlo irregolare e il periodo di tempo necessario
affinché diventi regolare.
La ricerca è pubblicata sulla rivista Human Reproduction. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 34.800
pazienti tratti dal Nurses’ Health Study. I dati su località di residenza e salute generale sono stati confrontati
con quelli di esposizione al pulviscolo atmosferico.
INTERFERENZE ORMONALI. I risultati mostrano che per ogni 45 microgrammi (milionesimi di grammo) al
metro cubo di aumento di particolato, le teenager corrono un rischio aumentato dell'8% di avere un ciclo
irregolare (in Italia la soglia limite di particolato è fissata a 50 microgrammi al metro cubo, ma molto spesso
si "sfora": nell'ottobre 2017, in Pianura Padana siamo arrivati a 7 volte tanto, ossia quasi 350 µg al metro
cubo). Alti livelli di polveri sottili, ossia di sostanze inquinanti o non sospese nell'aria, correlano anche con
più alti livelli di ormoni sessuali maschili. Dosi eccessive di questi ormoni nell'organismo femminile possono
interferire con il ciclo mestruale. La ricerca suggerisce che lo smog abbia anche l'effetto di dilatare la
fisiologica finestra di tempo che il ciclo impiega per diventare regolare. (Salute, Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1286
PREVENZIONE E SALUTE
LA TRICOTILLOMANIA
E' l'impulso irrefrenabili a strapparsi i capelli, un
meccanismo estenuante che è come una droga alla quale
non si riesce a rinunciare. L'esperto di Ok Paolo Cavedini
spiega da cosa nasce e come affrontarlo
I disturbi “satellite†dell’area ossessivo-compulsiva sono numerosi e più frequenti di quanto si possa
immaginare. Alcuni arrivano a creare danni non soltanto psicologici, ma anche estetici, come nel caso della
tricotillomania. Affrontiamo l’argomento con il professor Paolo Cavedini, psichiatra e dottore di ricerca,
responsabile dello IEDOC, l’Istituto Di Eccellenza per i Disturbi Ossessivo Compulsivi a Villa San Benedetto in
provincia di Como).
Tricotillomania: quando il disturbo prende di mira i capelli. La tricotillomania è una delle patologie
dello spettro ossessivo compulsivo. Si tratta dell’impulso irrefrenabile a strapparsi i capelli, ma nei casi più
gravi anche sopracciglia, barba, baffi, fino a provocare la comparsa di zone completamente glabre.
Il meccanismo è estenuante e spesso è associato a rituali specifici; il gesto, che è come una droga alla quale
non si riesce a rinunciare, segue schemi predefiniti e si focalizza dapprima su aree ben specifiche, per poi
allargarsi a quelle circostanti.
Non esiste un’unica causa che concorre a provocare la patologia, ma
QUAL È LA CAUSA?
diversi fattori correlati tra di loro: ambientali, psicologici, biologici. Ci sono
diversi livelli di gravità del disturbo, le differenze sono date
principalmente dalla intensità e continuità del meccanismo: quanto tempo
ed energia porta via al soggetto che ne è colpito, il disagio sociale che ne consegue, la difficoltà a stare in
mezzo agli altri.
QUALI SOGGETTI SONO
PIÙ COLPITI?
Può esordire a qualsiasi età ma è un disturbo frequente negli adolescenti
tra i dodici e i 18 anni. È una patologia precoce che colpisce un po’ di più le
donne rispetto agli uomini, forse per cause ormonali, ma questa tesi non è
stata avvalorata da studi mirati. Ha un’incidenza del 2/3 per cento nella popolazione.
Dopo la fase iniziale, si sviluppa negli anni fino a diventare, nei casi più gravi, una vera e propria mania che
occupa la maggior parte del tempo del soggetto affetto.
Questo tipo di comportamento, che è più frequente di quanto si
IL DANNO È SIA ESTETICO
pensi, è una valvola di sfogo all’ansia e non un semplice vizio, che
SIA PSICOLOGICO
aumenta in risposta a stress emotivi intensi che generano una forte
tensione interna.
Il gesto di strapparsi i capelli subito provoca sollievo, ma in seguito, quando si realizza che cosa si è fatto, si
prova disagio, senso di colpa e di incapacità . La tendenza a nascondere il problema, a sottovalutarlo,
soprattutto all’inizio, è molto comune.
Come tutti i disturbi ossessivo-compulsivi: a una terapia psicoterapia cognitivoCOME SI CURA?
comportamentale si associa spesso un trattamento farmacologico. Se si
interviene nel modo giusto e per tempo, i risultati sono molto soddisfacenti.
Un disturbo sottoposto a terapia si può contenere e “tenere a badaâ€, anche per
limitare i danni estetici in questo caso specifico della tricotillomania.
Purtroppo un disturbo lasciato a sé stesso non si risolve se non per brevi periodi, non se ne va da solo ma
soltanto con l’aiuto di uno specialista. (OK, Salute)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1286
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
REGIONE CAMPANIA:
CONCORSO STRAORDINARIO IN CORSO LA
VALUTAZIONE DEI TITOLI
BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016
Di seguito la composizione della commissione:
Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli
Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute
Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno
Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare
Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia
Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che
si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2018.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un
sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da
almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da:
1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15
del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza
legale di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per
ogni successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti
modalità : Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1286
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1286
AVVISO
le iscrizioni al corso sono ancora aperte.