Anno VII – Numero 1289
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Concorso Straordinario
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. La carica dei composti
ANTI-ETÀ, ecco i più
promettenti
5. Endometrio: se la diagnosi
è precoce basta un
intervento chirurgico
Prevenzione e Salute
6. Obesità ,
le
bibite
zuccherate hanno favorito
la sua diffusione
7. Le gengive si ritirano?
impariamo a lavarci i denti
Venerdì 16 Febbraio 2018 – S. Giuliana
Proverbio di oggi………
Ntiempo ‘e tempesta…..ogne pertuso è puorto!
PERCHÉ PROVIAMO PIACERE MANGIANDO
COSE DOLCI: è merito dell’INSULINA
Il picco di questo ormone dopo pranzo contribuisce all’aumento
dei livelli di dopamina (dal 20% al 55%), neurotrasmettitore
coinvolto nei processi di motivazione e di ricompensa
L’insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel
sangue attivando l’assorbimento del glucosio dopo un
pasto, potrebbe avere un ruolo critico anche nel
controllo dell’alimentazione.
Secondo uno studio, essa è in grado di aumentare la
produzione di dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nei processi di
motivazione e di ricompensa.
LA RELAZIONE TRA INSULINA E DOPAMINA
La relazione tra insulina e dopamina non era del tutto nuova, ma le ricerche fin
qui condotte non avevano suggerito un legame tanto forte e non avevano
dimostrato un aumento dei livelli di dopamina ad opera dell’insulina.
«Lo studio rivela un ruolo completamente nuovo per l’insulina come parte del
sistema di ricompensa nel cervello» (Nature Communications).
PER I RATTI A DIETA REAZIONE ANCORA PIÚ IMPONENTE
Meteo Napoli
Venerdì 16 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: 3° C
Massima: 11 °C
Umidità :
Mattina = 54%
Pomeriggio = 51%
Gli esperimenti condotti su ratti e su topi hanno mostrato che il picco di insulina
dopo pranzo contribuisce ad un aumento dei livelli di dopamine (dal 20% al 55%)
nella regione dello striato, area cerebrale associata con il piacere.
E l’effetto è maggiore nei ratti tenuti a dieta, il cui organismo si è rivelato molto
più sensibile, rilasciando dopamina ad un minimo aumento di insulina.
É PROPRIO L’ORGANISMO A RICHIEDERE DOPAMINA
Quando gli animali venivano lasciati liberi di scegliere tra più opzioni, essi
respingevano le bevande addizionate con farmaci insulino-bloccanti, preferendo
invece quelle che consentivano loro di sentire gli effetti dell’insulina.
«I dati indicano che la scelta di consumare cibi ricchi di carboidrati o a basso
contenuti di grassi che alzano l’insulina è in realtà finalizzata ad aumentare il
rilascio di dopamina». (Salute, La Stampa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1289
SCIENZA E SALUTE
OBESITÀ, LE BIBITE ZUCCHERATE HANNO FAVORITO LA
SUA DIFFUSIONE
Una fonte di calorie che alimenta sovrappeso e obesità sono le bevande zuccherate.
Il loro consumo, forte e regolare, è uno dei fattori che nel mondo contribuisce all’accumulo di chili extra,
tanto nei bambini quanto negli adulti. Una nuova conferma è arrivata da
una ricerca pubblicata su Obesity Facts realizzata da un team
internazionale di ricercatori. La relazione è rilevante per la salute pubblica
poiché l’obesità è un chiaro fattore di rischio per l’insorgenza di diverse
patologie a cominciare dal diabete.
Ne parliamo con il dr Giuseppe Marinari, Resp. di Chirurgia bariatrica di
Humanitas.
INDICE DI MASSA CORPOREA IN AUMENTO
La ricerca è una meta-analisi di trenta studi pubblicati fra il 2013 e il 2015 con dati riferiti a poco meno di
duecentocinquanta mila individui, sia bambini che adulti. Venti studi erano stati condotti sui bambini, dieci
avevano valutato invece l’impatto del consumo di bevande zuccherate negli adulti.
Le popolazioni coinvolte provenivano da diverse aree geografiche, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Australia
al Centro e Sud America.
Nei bambini l’impatto del consumo di bevande zuccherate è stato valutato misurando le variazioni
dell’Indice di massa corporea. Fra gli adulti, invece, oltre a questo, l’accumulo di peso in eccesso è stato
correlato all’aumento del girovita.
Il 93% degli studi esaminati ha confermato l’associazione tra l’obesità in età infantile e in età adulta e
l’assunzione di queste bevande. L’unico studio che aveva valutato gli effetti della sostituzione delle bibite
con l’acqua in un gruppo di adulti non ha dato risultati statitisticamente rilevanti.
CIRCA IL 40% IN ECCESSO DI PESO
L’obesità , infantile ma non solo, è un problema rilevante in tutto il mondo.
Come ricordano gli autori della meta-analisi, gli ultimi decenni hanno visto aumentare la prevalenza di
sovrappeso e obesità :
dal 1975 al 2014 è passata dal 23% al 39% nel sesso femminile e dal 21% al 38% in quello maschile.
Anche i consumi di bevande zuccherate sono aumentati. E come sottolineano i ricercatori queste bibite
sono la principale fonte di zuccheri aggiunti della dieta.
La correlazione tra questi due fenomeni è stata documentata da diversi studi benché altre ricerche abbiano
dato risultati contrastanti.
La nuova meta-analisi ha confermato invece il legame tra questa abitudine alimentare e l’eccesso di peso.
Alla luce di questa associazione – le politiche pubbliche dovrebbero cercare di disincentivare il consumo di
queste bevande e incoraggiare quello di alternative più salutari come l’acqua.
Diversi Paesi, si legge nello studio, hanno attuato delle contromisure come l’aumento dei prezzi o la
diffusione di campagne di informazione e di educazione scolastica.
MENO ZUCCHERI?
Un esempio da seguire potrebbe il programma di graduale riduzione del sale nel Regno Unito che ha visto
l’industria diminuire la quantità di sale aggiunto ai cibi processati negli ultimi dieci anni.
La riduzione del 15% del consumo di sale nella popolazione generale potrebbe essere attribuiti proprio a
questa strategia.
E il ridotto consumo di sale potrebbe tradursi in una riduzione dell’incidenza di ipertensione e, a sua volta,
della mortalità per malattie cardio-cerebrovascolari.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1289
La stessa relazione si potrebbe instaurare fra riduzione della quantità di zuccheri aggiunti nelle bibite,
riduzione dei livelli di obesità /sovrappeso e magari una minore incidenza di diabete?
«Non credo che una riduzione degli zuccheri sia utile: o si preparano delle bibite a zero calorie, con
dolcificanti, che però utilizzati in grande quantità possono lo stesso essere nocivi per la salute, o
semplicemente si salta il problema riducendo la quantità di bibite utilizzate», risponde il dottor Marinari.
«Le soluzioni più in voga, dove il problema è stato già affrontato, sono l’aumento dei prezzi attraverso
un aumento delle tasse sulle bibite, e soprattutto la riduzione del volume delle confezioni.
In pratica abolire le bottiglie di bibite da due litri o da un litro e mezzo, usare al massimo bottiglie da un
litro, o meglio da 750 ml, e lattine da 250 (o meno) invece che da 330.
In molti ambienti di lavoro e nelle scuole si potrebbe agire semplicemente abolendo l’utilizzo di bevande
zuccherate, così come è già stato fatto con alcol e fumo; sempre di salute si tratta».
Per evitare l’aumento di peso le abitudini salutari vanno apprese sin dall’infanzia:
«Nell’età infantile molto passa attraverso l’aumento dell’attività fisica – sottolinea lo specialista; certo poi è
anche questione di educazione familiare, se a tavola i genitori mettono le bibite invece dell’acqua, o se
friggono tutti i giorni, allora l’attività fisica potrebbe non bastare». (Salute, Humanitas)
PREVENZIONE E SALUTE
LE GENGIVE SI RITIRANO? IMPARIAMO A LAVARCI I DENTI
Spazzolare poco o troppo forte, provoca un danno che può richiedere chirurgia
Spazzolare male i denti o al contrario essere troppo zelanti nel farlo sono due abitudini potenzialmente
pericolose per la salute delle gengive; queste, infatti, possono essere
danneggiate sia dall'accumulo di placca (tipico di chi spazzola poco), sia
dall'azione meccanica esagerata durante lo spazzolamento, sino a
ritirarsi lasciando scoperta la radice del dente e 'rovinando il sorriso'.
Il danno può essere così grave da richiedere un intervento chirurgico.
Lo spiega Raffaele Acunzo dell'Università Statale di Milano.
IL PROBLEMA
Il ritiro della gengiva (indicato dai dentisti come recessione gengivale) è un problema molto diffuso: a
seconda della popolazione analizzata si stima interessi dal 30 al 100% degli individui. Negli Usa, circa il 58%
degli over-30 presenta recessioni gengivali maggiori di 1mm, in media il 22,3% dei denti ne risulta colpito.
Diffusione e gravità del problema tendono ad aumentare con l'età del paziente.
LE CAUSE
L'origine della recessione gengivale è fondamentalmente
 di natura infiammatoria (legata quindi alla placca batterica)
 traumatica (legata all'atto dello spazzolamento).
"Ultimamente stiamo osservando la comparsa del problema anche nei pazienti che hanno un piercing
labiale che può determinare traumatismo sul tessuto gengivale; e in pazienti suscettibili dopo il
trattamento con un apparecchio ortodontico". In ogni modo, la cattiva igiene orale o lo spazzolare con
troppa forza restano le due cause principali.
LA TERAPIA
La terapia della recessione gengivale inizia quindi con controllo e eliminazione di queste abitudini scorrette,
solo successivamente il paziente può essere sottoposto a una procedura chirurgica (chirurgia
mucogengivale) per riposizionare correttamente il margine della gengiva.
L'intervento consiste nella ricostruzione del tessuto gengivale al di sopra delle radici dentali scoperte; si
esegue utilizzando il tessuto gengivale del paziente (prelevato dalle zone adiacenti e/o dal palato) o
alternativamente si fa uso di biomateriali riducendo il discomfort post-operatorio per i pazienti.
La chirurgia muco-gengivale oggi è un intervento richiesto dai pazienti stessi, prevalentemente per ragioni
estetiche, soprattutto se le gengive che si ritirano sono quelle dei denti del "settore frontale del sorriso".
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1289
SCIENZA E SALUTE
La carica dei composti ANTI-ETÀ, ecco i più promettenti
Nel laboratori di tutto il mondo i ricercatori sono al lavoro su circa 200 composti
geroprotettori, molecole che potrebbero cioè rallentare l'arrivo delle malattie legate all'età e
garantire una vecchiaia in salute.
"I Paesi ad alto reddito spendono l'80% del budget per la sanità per curare
malattie ricorrenti in persone anziane. Solo in Gb si parla di 45 miliardi
all'anno, questo per avere un'idea del valore di mercato di questo
settore".
Lo dichiara all'AdnKronos Salute l'italiana Ilaria Bellantuono, dal 2005
all'University of Sheffield, autrice di un articolo su 'Nature' sulla necessità di eliminare gli ostacoli che
rallentano l'arrivo dei geroprotettori nel nostro armadietto dei medicinali.
MA QUALI SONO LE MOLECOLE PIÙ PROMETTENTI?
"Molte sono allo stato iniziale.
I farmaci più testati in modelli animali sono la metformina, la rapamicina e i senolitici, molecole che
eliminano le cellule senescenti".
Farmaci 'spazzini', in pratica, in grado di bersagliare selettivamente alcune cellule.
Nel mirino "cellule vecchie, che hanno perso la loro funzione, ma - spiega Bellantuono - secernono fattori
infiammatori. Si pensa che questi fattori infiammatori accelerino il processo di invecchiamento e il rischio di
malattia. L'unico trial in persone anziane, però - precisa l'esperta - è con la rapamicina, per ringiovanire le
cellule immunitarie e migliorare la risposta ai vaccini in questi pazienti".
Quali sono le patologie più promettenti da trattare breve-medio termine?
"A breve termine - risponde la studiosa - il nostro consiglio è di concentrarsi sui pazienti fragili che, ad
esempio, devono sottoporsi a chirurgia, o con malattia ostruttiva polmonare cronica che devono sottoporsi
alla riabilitazione polmonare.
Questo perché la fragilità è data da un accumulo di varie problematiche, ha un effetto negativo sulla
prognosi e dei trattamenti di pochi mesi potrebbero dimostrare se c'è un effetto.
Nel lungo periodo la speranza è che pazienti a rischio di contrarre più di una malattia possano prendere
questi farmaci per prevenirle. In modelli animali ci sono già delle evidenze sulla possibilità di prevenire
osteoporosi, osteoartrite e cataratta".
"Stiamo lavorando su varie molecole - racconta - Quella in stadio più avanzato è lo Zoledronato, un
farmaco usato al momento per la prevenzione dell'osteoporosi. Noi abbiamo dimostrato che interferisce
con il processo di invecchiamento e stiamo testandolo in vari modelli animali per dimostrare che promuove
la vita in salute".
Parlare di farmaci in grado di allontanare il decadimento dell'età , dunque, non è più fantascienza.
"No - concorda Bellantuono - ma questo non significa rimanere sempre giovani. Qui si parla di rallentare
l'invecchiamento a sufficienza per ridurre il rischio di malattia dovuto all'età e riuscire a invecchiare sani.
Lo scopo è quello di ridurre il numero di anni che ognuno di noi è costretto a vivere afflitto da varie
malattie". Non una promessa di eterna gioventù, quindi, ma di una vecchiaia in salute.
L'obiettivo è proprio quello di "portare all'attenzione di governi, policy makers e pazienti questa
opportunità . Ma anche di incoraggiare gli investimenti per testare queste molecole in modelli animali
appropriati e nei pazienti". "Al momento - ci sono delle barriere da superare, come il problema
dell'approvazione per avviare i trial clinici e quello della misurazione degli effetti nei pazienti. Queste
barriere bloccano gli investimenti da parte dell'industria. Proponiamo dunque delle soluzioni per superare
queste barriere, in modo che queste opportunità - possano essere sfruttate al più presto". (Adnkronos)
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Anno VII – Numero 1289
PREVENZIONE E SALUTE
ENDOMETRIO: SE LA DIAGNOSI È PRECOCE BASTA UN
INTERVENTO CHIRURGICO
Gli specialisti americani fanno il punto su come procedere nei vari casi: radioterapia
esterna, brachiterapia o chemioterapia a seconda degli stadi di malattia
Quando serve davvero la radioterapia per
curare il tumore all’endometrio?
Quale tipo di irradiazione è più indicata nei
vari stadi di malattia?
Per rispondere a queste domande in modo definitivo e univoco, 17 esperti
dell’Associazione americana di Radioterapia (ASTRO) hanno analizzato i dati contenuti in oltre 330
sperimentazioni cliniche e studi scientifici pubblicati fra il 1980 e il 2011.
Linee guida per scegliere la cura più efficace
«Fortunatamente in molti casi il carcinoma endometriale viene diagnosticato agli stadi iniziali quando per
curarlo è sufficiente il solo intervento chirurgico - spiega Paolo Scollo, presidente della Società italiana di
oncologia ginecologica.
In circa un terzo dei casi però, a seconda dello stadio e della diffusione della malattia, è necessario
sottoporre le pazienti a chemio o radioterapia.
Proprio per stabilire in modo uniforme quale trattamento eseguire, qual è il più efficace in ciascuna
condizione, servono le linee guida».
Il primo punto delle nuove linee guida americane elenca infatti proprio i casi in cui non servono ulteriori
cure dopo l’intervento (per es. se non c’è alcun residuo di malattia e nelle forme di cancro ai primi stadi).
A seguire gli specialisti riportano le indicazioni su quando eseguire la radioterapia interna, quando invece
quella esterna, quando una combinazione di entrambe e infine quando sottoporre le malate a un
trattamento abbinato di radio e chemioterapia.
Diagnosi precoce facile e veloce
«Oggi in Italia - dice Scollo - si procede generalmente con
 brachiterapia (ovvero una forma di irradiazione endovaginale che si basa sull’introduzione di piccoli
«semini» radioattivi che rilasciano radiazioni dall’interno) se il rischio di recidiva della paziente è
considerato di grado intermedio;
 si predilige la radioterapia tradizionale esterna, eventualmente con l’aggiunta di brachiterapia, se il
pericolo che la malattia si ripresenti o si diffonda è più elevato».
Nel nostro Paese sono circa 5mila ogni anno i nuovi casi di tumore dell’endometrio e l’età media delle
pazienti è sopra i 60 anni.
«Poiché spesso un primo segnale della presenza di questa neoplasia sono le perdite ematiche - e la maggior
parte dei casi riguarda donne già in menopausa è facile avere una diagnosi precoce: è fondamentale recarsi
dal medico per un sanguinamento anomalo e, con una semplice ecografia, si riesce a individuare la malattia
nelle fasi iniziali.
A quel punto si procede con l’isterectomia, l’operazione di asportazione dell’utero, che può da sola essere
risolutiva». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1289
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
REGIONE CAMPANIA:
CONCORSO STRAORDINARIO IN CORSO LA
VALUTAZIONE DEI TITOLI
BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016
Di seguito la composizione della commissione:
Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli
Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute
Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno
Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare
Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia
Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che
si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2018.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un
sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da
almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da:
1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15
del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza
legale di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per
ogni successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti
modalità : Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1289
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1289
AVVISO
le iscrizioni al corso sono ancora aperte.