Anno II – Numero 183 Notizie in Rilievo Governo e Professione 1. Concorso Farmacie, all’appello mancano due regioni. Gli Ordini: noi siamo pronti. Prevenzione e Salute 2. Gli esami del sangue: Paratormone 3. Contro il diabete 4-5 cucchiai di olio di oliva al giorno. 4. Colesterolo cattivo e malattie cardiache: un aiuto dall’anguria. 5. Metalli tossici nei rossetti? Patologie e Salute E’ grave se il cuore accelera all’improvviso? 7. Matematica e lettura a voce alta. I farmaci per combattere la demenza senile 6. Alimenti e Salute 8. Più infezioni da E. Coli con troppe fibre Giovedì 23 Maggio 2013, S. Desiderio Concorso Farmacie, all’appello mancano due Regioni. Gli Ordini: noi siamo pronti Si avvia a completamento il mosaico delle regioni italiane in cui è stato pubblicato il bando del concorso straordinario per nuove sedi. Ormai mancano solo la Campania e le Provincie autonome di Trento e Bolzano, che per motivi diversi devono ancora attendere per vedere il bando in G.U. I solleciti, soprattutto da parte degli Ordini provinciali, non mancano. In Campania, dove «deve ancora essere portato a termine il “vecchio” concorso del 2009», fa sapere il presidente dell’Ordine di Napoli, Vincenzo Santagada, «c’è piena disponibilità da parte dell’Ordine a collaborare per l’espletamento di entrambi i concorsi, affinché quello vecchio venga ultimato e quello nuovo venga pubblicato. Non sappiamo a che cosa siano dovuti i ritardi, di certo non alle attività di competenza dell’Ordine provinciale di Napoli che a gennaio erano già state completate, in pari con le altre Regioni in cui il concorso è già stato pubblicato. Va precisato che i due concorsi non interferiscono tra loro e il loro espletamento rappresenta un’importante opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani farmacisti, una priorità in una Regione in cui il problema occupazionale è molto forte. Come presidente dell’Ordine, pertanto, sollecito ancora una volta la Regione Campania alla pubblicazione del bando». Nelle Provincie autonome di Trento e Bolzano, invece, sembra che si dovrà attendere lo svolgimento del concorso straordinario in tutte le altre Regioni, in modo da poter intervenire sull’ostacolo principale: l’assenza del bilinguismo nella piattaforma del Ministero. «Secondo lo Statuto» chiarisce Maximin Liebl, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bolzano «nessun concorso pubblico è valido se non viene reso pubblico rispettando il bilinguismo, e in questo caso sia i contenuti sia i comandi di gestione della piattaforma dovrebbero essere nella doppia lingua. A oggi, abbiamo superato l’ostacolo del finanziamento dell’attività di traduzione, per il quale sembra che la Provincia abbia trovato i fondi, ma un’indicazione ministeriale ha chiesto di attendere che le altre regioni concludano le operazioni per evitare confusione in una piattaforma che ha accesso nazionale». (S. Zazzetta, Farmacista 33) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 183 GLI ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto Esami per il RENE EMOCROMO ESAMI PER IL FEGATO ESAMI PER CUORE E METABOLISMO Esami per il FERRO Esami Malattie Infettive Azotemia, Creatininemia MCHC, MCV, RDW, Emoglobina, Globuli rossi, Ematocrito, Globuli bianchi, elettroforesi di proteine plasmatiche Bilirubina, Gamma GT, Fosfatasi alcalina, Transaminasi Colesterolo, Trigliceridi, Glicemia, Troponina, D-Dimero, Proteina Creattiva, Calcemia, PARATORMONE, Vitamina D, Calcitonina Sideremia, Transferrina serica, Ferritina Test per l’HIV GLI ESAMI PER IL CUORE E IL METABOLISMO Esistono diversi test per verificare la salute del cuore e dei vasi, che è spesso correlata anche al buon funzionamento del metabolismo. Nella tabella alcuni fra quelli più spesso prescritti. PARATORMONE Che cosa si misura: Il test misura la concentrazione di paratormone (PTH) nel sangue. Il PTH è un ormone, cioè una proteina, ed è prodotto dalle paratiroidi, piccole ghiandole posizionate vicino alla tiroide. Il PTH regola l’equilibrio del calcio all’interno dell’organismo. Quando i livelli di calcio nel sangue sono bassi, le paratiroidi rilasciano il PTH, che determina aumenti della calcemia agendo in tre modi diversi: aumentando il rilascio di calcio dalle ossa, favorendone l’assorbimento intestinale (attraverso la vitamina D) e diminuendone l’eliminazione attraverso le urine. Quando il calcio torna ai livelli normali, il PTH diminuisce. Quando e perché il test è indicato: L’esame serve a determinare se il PTH risponde in modo adeguato alle variazioni di calcio nel sangue. Il medico lo prescrive quando i valori del calcio nel sangue sono più alti (ipercalcemia) o più bassi (ipocalcemia) della norma, quando vuole valutare il funzionamento delle ghiandole paratiroidi, oppure quando ci sia il sospetto di una malattia renale. Inoltre, il PTH viene controllato regolarmente nei pazienti con malattie che alterano l’equilibrio del calcio o che sono in cura per disturbi delle paratiroidi. Come si fa il test: Per effettuare il test è sufficiente prelevare un campione di sangue dalla vena di un braccio. In laboratorio viene poi eseguito il dosaggio, cioè la misurazione della concentrazione della proteina nel campione di sangue prelevato. Quali sono i valori normali: I livelli di PTH variano molto durante la giornata, raggiungendo un picco alle due di mattina. In genere il prelievo si fa verso le otto del mattino. La concentrazione media è pari a 1-5 pmol/L. Come interpretare i risultati dell’esame: Bassi livelli di PTH possono essere dovuti a: condizioni che causano ipercalcemia, ipoparatiroidismo, una condizione caratterizzata da una ridotta produzione di PTH. Aumenti di PTH possono dipendere da: iperparatiroidismo primario, in genere causato da un tumore benigno delle paratiroidi, iperparatiroidismo secondario, dovuto per esempio a insufficienza renale, assunzione di alcuni farmaci (rifampicina, fosfati, anticonvulsivanti, steroidi, litio, isoniazide). Per interpretare correttamente i risultati del test del PTH, bisogna confrontarli con i valori di calcio. Se sia il calcio che il PTH sono normali, significa che il sistema di regolazione del calcio funziona bene. Se invece uno o entrambi i parametri sono alterati, bisogna fare una valutazione specifica della situazione. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 183 PATOLOGIE E SALUTE È GRAVE SE IL CUORE ACCELERA ALL'IMPROVVISO? La tachicardia va indagata se insorge a riposo Il cuore comincia a battere all'impazzata: è la tachicardia. Spesso spaventa, ma nella gran parte dei casi è un fenomeno benigno, e in ogni caso, può essere gestita piuttosto bene. «La tachicardia è l'aumento della frequenza del ritmo cardiaco al di sopra del valore considerato normale a riposo, cioè 100 battiti al minuto — spiega Claudio Tondo, dir. del Dip. di aritmologia dell'Istituto cardiologico Monzino di Milano. È normale dopo uno sforzo, quando il cuore viene stimolato a contrarsi più rapidamente per aumentare l'afflusso di sangue ai muscoli. Va, invece, guardata con sospetto se insorge all'improvviso, senza motivi». Quali sono le possibili cause? «Il cuore può cominciare a battere rapidamente in diverse circostanze per esempio in seguito a un consumo elevato di bevande eccitanti come tè e caffè oppure all'uso di alcune droghe o farmaci (per es. i broncodilatatori per l'asma). Anche alcune malattie cardiovascolari, come infarto e scompenso cardiaco, possono causare tachicardia. La frequenza può salire inoltre quando, per qualche ragione, insorgono problemi a livello delle "centraline" e delle "reti elettriche" che regolano il ritmo cardiaco. In questi casi si parla di aritmie che possono manifestarsi o meno con tachicardia. Talora la causa va ricercata al di fuori del cuore, per esempio in un disturbo della tiroide (ipertiroidismo), in una sindrome ansiosa, nella febbre o nella disidratazione. Per non correre rischi, in caso di sintomi sospetti è comunque sempre buona prassi studiare la tachicardia per risalirne alla causa». Quali esami possono essere utili? «Innanzitutto l'elettrocardiogramma, che consente di rappresentare graficamente l'attività elettrica cardiaca. Per cercare di capire l'origine della tachicardia può inoltre essere utile eseguire una registrazione elettrocardiografica prolungata per un periodo variabile da un giorno a una settimana («Holter»). In questi casi si usa un dispositivo portatile che misura l'andamento del battito nel tempo. Talvolta possono essere utili anche esami del sangue nonché, nei casi più severi, accertamenti ospedalieri in cui si utilizzano delle sonde per stimolare il cuore e indurre artificialmente aritmie». Quali sono le cure possibili? «Esistono varie opzioni, dalla terapia farmacologica all'intervento chirurgico. Quando è opportuno si usano farmaci antiaritmici che hanno l'obiettivo di ristabilire la normale frequenza cardiaca. In altri casi si ricorre all'ablazione cardiaca, in cui la zona di tessuto che determina il problema elettrico viene distrutta sfruttando le radiofrequenze. Infine, quando gli episodi di tachicardia possono essere espressione di aritmie, soprattutto ventricolari, potenzialmente fatali, si può impiantare un defibrillatore-cardiovertitore». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 183 ALIMENTI E SALUTE PIÙ INFEZIONI DA E. COLI CON TROPPE FIBRE Il batterio può produrre diverse patologie. Necessari maggiori controlli Consumare troppe fibre può aumentare il rischio di infezioni e patologie trasmesse dal batterio Escherichia Coli. A rivelarlo una ricerca condotta dagli scienziati della Uniformed services Univesity of health science a Bethesda, nel Maryland, e pubblicata su Pnas Controlli più rigorosi - Gli esperti hanno dimostrato che i topolini di laboratorio che seguivano una dieta ricca di fibre avevano livelli elevati di butirrato nell'intestino. Il composto è un derivato delle fibre alimentari che si forma nell'intestino per opera della flora batterica locale e si lega alle tossine del super-batterio E.Coli. "La connessione fra dieta ricca di fibre e infezione batterica non significa che non si deve più assumerle perché sono indispensabili per la salute. Sarebbe invece auspicabile che vi siano maggiori e più rigorosi controlli per quei prodotti alimentari a base di fibre che provengono da ogni parte del mondo e che contengono contaminati microbici". (Tgcom 24, Salute) MATEMATICA E LETTURA A VOCE ALTA I «FARMACI» PER COMBATTERE LE DEMENZA SENILE Carta e matita per eseguire operazioni matematiche e lettura ad alta voce. Sarebbe questa, secondo Ryuta Kawashima, lo scienziato giapponese noto per avere ideato il videogioco 'Brain Training', la ricetta per migliorare - senza l’uso farmaci - le capacità cerebrali delle persone affette da demenza senile. «La 'Learning therapy for the senile dementia' – ha spiegato Kawashima - è una risposta al problema del decadimento delle capacità cognitive degli anziani. Si tratta di un percorso di formazione, ormai somministrato a più di diecimila persone in Giappone, basato su semplici operazioni con i numeri fatte con carta, matita, lettura ad alta voce e interazione verbale con un allenatore». L’effetto è quello di mantenere in esercizio e migliorare la funzione pre-frontale, compresa quella cognitiva, la capacità di comunicazione e d’indipendenza. L’efficacia di questo trattamento, che non prevede l’uso di farmaci, è stata confermata su pazienti giapponesi affetti da demenza senile sui quali ha agito come sistema di riabilitazione cognitiva, permettendo una riduzione del carico assistenziale e quindi del relativo costo sociale. Entro il 2020 il numero delle persone con più di 65 anni supererà nel mondo quello dei bambini con meno di 5 anni, mentre entro il 2040 quello delle persone con più di 80 anni sarà cresciuto del 233%. In Italia nel 2040 il 32,6% della popolazione avrà più di 65 anni, il 10,4% più di 80. «Le conseguenze del progressivo invecchiamento globale della popolazione – ha aggiunto Stefania Bandini, ordinario di Intelligenza artificiale nel Dipartimento di Informatica dell’Università di MilanoBicocca - sono importanti soprattutto in termini di aumento della spesa pubblica e della contemporanea contrazione della crescita economica, dovuta alla diminuzione del numero di lavoratori e al rallentamento del risparmio». (Salute, Sole 24ore) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 183 SCIENZA E SALUTE METALLI TOSSICI NEI ROSSETTI? Livelli di metalli pesanti superiori al dovuto in alcuni prodotti statunitensi; più sicuri i cosmetici europei Cromo, cadmio, manganese, alluminio e perfino piombo. Metalli tossici che si troverebbero in quantità superiori al «livello di guardia» in molti rossetti, stando a un'indagine dell'università di Berkeley per la quale sono stati testati 32 prodotti reperibili sugli scaffali di profumerie e supermercati d'oltreoceano. STUDIO – pubblicato su Environmental Health Perspectives, è stato condotto dai ricercatori perché in passato si sono già avuti allarmi in merito a sostanze tossiche contenute nei rossetti, ma nessuno ha mai dosato quanto dei metalli pesanti eventualmente presenti passi davvero a chi porta questi cosmetici e quanto la «dose» sia vicina o lontana dalle soglie di sicurezza. «Trovare metalli nei rossetti non è di per sé un fatto preoccupante – spiega la docente di scienze ambientali Katharine Hammond. Gli effetti sulla salute di chi li porta infatti si possono avere se questi composti sono presenti a livelli troppo elevati: per questo dosarli è molto importante. Non a caso, poi, fra tutti i cosmetici sono stati scelti i rossetti e i lucidalabbra: infatti questi prodotti possono pian piano essere ingeriti e assorbiti da chi li usa». Il primo passo quindi è stato definire l'uso di rossetto, indicando come «utilizzo medio» quello che comporta un'ingestione quotidiana di trucco di circa 24 milligrammi e come «utilizzo elevato» un impiego che provoca un'assorbimento pari a circa 87 milligrammi di cosmetico, in genere correlato all'abitudine di ripassare più volte il rossetto durante il giorno. METALLI – I dati raccolti indicano che con un uso medio di rossetto si potrebbe già essere esposte a un eccesso di cromo, un metallo che è stato connesso allo sviluppo di tumore allo stomaco; un utilizzo elevato di questo cosmetico potrebbe inoltre sovraesporre all'alluminio, al cadmio e al manganese, quest'ultimo associato a tossicità sul sistema nervoso. E nei rossetti poi c'è perfino il piombo: in 24 campioni su 32 ne sono state trovate tracce ma in questo caso, dicono gli autori, le concentrazioni sono risultate mediamente inferiori a quelle ritenute pericolose e non dovrebbero perciò provocare danni alla salute. «Il piombo nei rossetti e lucidalabbra esaminati, tuttavia, è un rischio potenziale per le bambine che spesso giocano con i cosmetici delle mamme: nei più piccoli non esiste, infatti, una soglia di tossicità accertata per il piombo». Quindi che si fa, si buttano via tutti i rossetti? «No, perché nella maggior parte dei casi non vi sono rischi consistenti, viste le quantità moderate di metalli presenti nei prodotti e l'uso medio che ne fa la maggioranza delle consumatrici – dice l'esperta. Tuttavia questi dati indicano che gli enti regolatori dovrebbero essere più attenti e severi in merito alle soglie di metalli consentiti nei cosmetici». Bisogna sottolineare che si tratta di uno studio americano, condotto su prodotti in vendita oltreoceano dove non vigono le regole europee e non esistono standard in merito al contenuto di metalli accettabile nei rossetti: nell'Unione Europea il livello di cadmio, cromo e piombo consentito nei cosmetici è infatti pari a zero. Per ridurre i rischi, quindi, meglio acquistare rossetti, ombretti e altri prodotti per il trucco che siano stato fabbricati secondo le norme di sicurezza europee. E, se si vuole essere sempre aggiornati sui cosmetici sui quali vi siano state segnalazioni di pericolosità in Europa, si può consultare il Rapid Alert System for non-food dangerous products: in questo database si possono trovare tutti i prodotti non alimentari e non farmaceutici per i quali siano stati registrati casi di tossicità. (E. Meli, Salute) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 183 PREVENZIONE E SALUTE CONTRO IL DIABETE 4-5 CUCCHIAI AL GIORNO DI OLIO D'OLIVA Un condimento sano contro il diabete: bastano 4-5 cucchiai di olio d'oliva al giorno, possibilmente insieme a una dieta sana e un po' di esercizio fisico, per proteggere il fegato e allontanare il diabete. Merito degli acidi grassi monoinsaturi che consentono di ridurre di un terzo l'accumulo di grasso nel fegato, un problema per l'80% dei pazienti con diabete di tipo 2, quello che si sviluppa in età adulta. Il potere dell'olio d'oliva è al centro di uno studio italiano condotto dai ricercatori della Società italiana di diabetologia (SId) dell'Univ. Federico II di Napoli. I ricercatori guidati da Angela Rivellese hanno studiato gli effetti su 45 pazienti con diabete di tipo 2 di una dieta ricca di acidi grassi monoinsaturi – ne sono ricchi oltre all'olio d'oliva anche mandrole, nocciole e pistacchi – per otto settimane, scoprendo che riducono l'accumulo di grasso del 25-30%. “Gli acidi grassi monoinsaturi sono perciò estremamente utili per i diabetici – spiega Rivellese -, che vanno incontro a steatosi epatica nell’80% dei casi: la steatosi infatti è correlata all’insulino-resistenza, può essere coinvolta nell’insorgenza e nella progressione del diabete e può avere altre conseguenze deleterie sulla salute". La virtù principale dell'olio potrebbe essere quella di aiutare il fegato a “consumare” più grassi. Il consiglio è di “non eccedere e mantenere il giusto peso corporeo” aggiungendo "4-5 cucchiai di olio d’oliva al giorno come condimento - ricorda la ricercatrice -, all’interno di una dieta con il giusto numero di calorie”. (C. Colasanto, Sole 24 ore) COLESTEROLO CATTIVO E MALATTIE CARDIACHE: UN AIUTO DALL'ANGURIA Previene le problematiche cardiache grazie alla riduzione dei livelli del colesterolo cattivo (scientificamente conosciuto come 'Lld') e aiuta a contrastare l'aumento di peso, oltre a essere gustosissimo. Il cocomero, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry, potrebbe rivelarsi la nuova arma alimentare a favore di cuore e linea. Il merito sarebbe della citrullina, una sostanza contenuta nel frutto dissetante e già conosciuta dalla comunità scientifica per le sue proprietà benefiche nella prevenzione dell'ipertensione e delle malattie cardiache. Quanto cocomero serve per dare effetti benefici? Basta una fetta al giorno, assicurano i ricercatori della Purdue Univ. (Usa) che hanno realizzato lo studio. I ricercatori hanno nutrito due gruppi di topi con una dieta ricca di grassi, e hanno poi dato a un gruppo acqua da bere e all'altro succo di anguria: dopo averli osservati per diversi mesi è emerso che, nonostante avessero consumato la stessa dieta, i topi che avevano bevuto il succo di anguria avevano i livelli di colesterolo Ldl del 50% inferiori a quelli che avevano pasteggiato solo con acqua e, mediamente, avevano il 50% in meno di placche aterosclerotiche depositate sulle pareti interne dei vasi sanguigni. Non solo: i topi che avevano bevuto succo di anguria pesavano, in media, il 30% in meno. «Sappiamo che l'anguria fa bene alla salute perché contiene la citrullina -, ma non sappiamo ancora a che livello molecolare lavori questa sostanza». (Salute, Sole 24ore)