Anno VII – Numero 1292
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Quota sociale 2018
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Che cos’è la pubalgia? E
come si cura?
5. Ti senti grassa? Se hai il
ciclo
è
normale:
sono gli ormoni
Prevenzione e Salute
6. Separazione "pericolosa": il
divorzio può causare gravi
danni alla salute
7. Un nodulo al polmone
deve
preoccupare?
Le giuste analisi
8. Come si riconosce l'herpes
genitale?
Meteo Napoli
Mercoledì 21 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: 8° C
Massima: 13 °C
Umidità :
Mattina = 52%
Pomeriggio = 50%
Mercoledì 21 Febbraio 2018 – S. Eleonora
Proverbio di oggi………
Mentre ‘o miedeco sturèa, ‘o malato se ne more
Mentre il medico studia, il malato muore
SEPARAZIONE "PERICOLOSA": IL DIVORZIO
PUÃ’ CAUSARE GRAVI DANNI ALLA SALUTE
Secondo i ricercatori la rottura può provocare ipertensione,
depressione e insonnia, aumentando il rischio di morte
prematura
Il divorzio fa male alla salute. Lo rivela "in via
ufficiale" uno studio secondo il quale la
separazione tra moglie e marito può provocare
stress, ipertensione, depressione e insonnia,
aumentando in questo modo il rischio di morte
prematura. I ricercatori hanno esaminato 138
persone separate o divorziate per circa otto mesi, individuando il pericolo
principale nelle difficoltà di addormentamento.
Mancanza di sonno: campanello d'allarme - I dati della ricerca mostrano il
legame diretto tra la persistenza dei problemi di sonno dopo la separazione e la
probabilità di insorgenza dell'ipertensione. La situazione di stress violento e
prolungato che segue il divorzio può inoltre danneggiare anche gravemente sia il
sistema immunitario che quello cardiocircolatorio. Cercare di "salvare" il proprio
matrimonio, quindi, può voler dire evitare potenziali problemi di salute.
Il rischio a soli due mesi dal "sì": La possibilità di separazione sembra più
probabile per chi presto rinuncia alle "dolci attenzioni" per il proprio partner sin
dai primi 2 mesi che seguono il matrimonio. A rivelarlo è un altro studio condotto
su un campione di 156 coppie sposatesi nel 1981. Uno spiccato coinvolgimento
iniziale lascia spazio a una forma di "abitudinarietà " già dopo il primo anno.
Stando ai dati dei ricercatori, dopo 13 anni:
 68 coppie erano ancora felicemente sposate
 32 unite in maniera infelice
 56 avevano divorziato.
Gli studiosi hanno concluso che
ï¶ "le chance di divorzio dipendono da quanto il matrimonio cambia
rispetto all'ideale romantico nei primi due anni". (Salute, Tgcom24)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1292
SCIENZA E SALUTE
CHE COS’È LA PUBALGIA? E COME SI CURA?
Una sindrome dolorosa muscolo-tendinea dovuta perlopiù a microtraumi ripetuti
Calciatori, schermidori, tennisti, ballerini e, più in generale, chiunque pratichi un’attività fisica che richieda
un’intensa sollecitazione delle gambe: sono le vittime predilette della
pubalgia, sindrome dolorosa che interessa la regione addominale,
inguinale fino alla zona interna delle cosce.
A che cosa è dovuta? «Le cause possono essere molte, ne sono
state identificate più di 70 - dice Rodolfo Capanna, presidente della
Società italiana di ortopedia e traumatologia e primario di ortopedia
oncologica all’Osp. Careggi di Firenze.
Nella maggior parte dei casi, però, la pubalgia rientra tra le “patologie
da sovraccaricoâ€, la cui origine si fa risalire a una serie di microtraumi
ripetuti nel tempo che possono creare danni a livello dei punti di inserzione sull’osso pubico di diversi
muscoli, tra cui addominali e adduttori.
In pratica, si tratta di un dolore muscolo-tendineo (mioentesite) che riguarda diversi gradi di lesione dei
muscoli della zona frontale e bassa dell’addome e della sinfisi pubica (articolazione fra le due ossa
pubiche)».
Esistono fattori di rischio? «Numerosi fattori possono favorire il sovraccarico funzionale e dare il là alla
sindrome dolorosa. Tra questi, sbilanciamenti funzionali tra muscoli addominali deboli e muscoli adduttori
forti e rigidi, debolezza intrinseca di muscoli addominali o inguinali, contratture di alcuni muscoli (per es.
flessori dell’anca) che a loro volta possono indurre alterazioni della postura, presenza di un’accentuata
curvatura lombare o di patologie congenite dell’anca.
Possono contribuire allo sviluppo della pubalgia anche fattori esterni, per esempio allenamenti su terreni
non adatti (troppo cedevoli o irregolari) o il cambiamento del tipo di scarpe. Sebbene la pubalgia abbia una
predilezione per gli sportivi, specialmente di sesso maschile, può colpire anche le donne soprattutto a fine
gravidanza. In questi casi, il dolore è scatenato, da una parte dal peso del bambino sui muscoli dell’addome,
dall’altra dalla secrezione dell’ormone relaxina che conferisce maggiore elasticità alla sinfisi pubica per
favorire il parto».
Come si riconosce la pubalgia?
: «Caratteristico è il dolore nella zona del pube, che può
irradiarsi fino all’interno coscia, in genere unilaterale.
Nella maggior parte dei casi, nelle fasi iniziali il dolore compare al risveglio e si manifesta quando si
comincia l’attività sportiva, per poi scomparire dopo il riscaldamento:
la pubalgia è quindi tale da consentire la prosecuzione dell’attività , ma sarebbe meglio stare a riposo per
non rischiare di peggiorare il quadro. In forme particolarmente importanti il dolore può sopraggiungere
all’improvviso, durante lo svolgimento dell’attività sportiva, ed essere tale da impedirne la continuazione».
Come si cura? «In una prima fase è fondamentale il riposo per evitare di complicare la situazione. Per
alleviare i disturbi si usano antinfiammatori e antidolorifici. Se questo approccio non è sufficiente si può
tentare con terapie fisiche, come onde d’urto o laserterapia.
Passata la fase acuta, è utile un programma di riabilitazione con esercizi di rinforzo muscolare, stretching
dei muscoli adduttori, mesoterapia, accorgimenti per correggere la postura, ginnastica propriocettiva.
Quest’ultima serve a recuperare la capacità di rispondere adeguatamente agli stimoli variabili che
provengono sia dal terreno, sia dall’attività sportiva in carico (cambi di direzione, arresti improvvisi, salti).
Nella maggior parte dei casi la terapia medica è sufficiente. La chirurgia può essere necessaria in casi
selezionati». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1292
PREVENZIONE E SALUTE
UN NODULO AL POLMONE DEVE PREOCCUPARE?
LE GIUSTE ANALISI
Sono molto diffusi nei forti fumatori: di solito sono una «cicatrice», un granuloma,
oppure un’infezione, meno spesso un tumore
Se avete fatto un esame al torace, magari per altri motivi, e avete
scoperto di avere un nodulo al polmone, mantenete la calma. Nella
maggior parte dei casi non si tratta di un tumore; tuttavia, per
mettersi il cuore in pace, è meglio rivolgersi a un esperto e magari
fare qualche altro accertamento. «Nei nostri protocolli di
prevenzione del tumore al polmone non è affatto raro individuare
noduli con la Tac - fa notare Lorenzo Spaggiari, direttore del
Programma polmone e della divisione di Chirurgia Toracica
dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano -. Su 5 mila
soggetti esaminati, con più di 50 anni e forti fumatori, troviamo noduli nella metà dei casi, ma alla fine solo
50 risultano tumorali».
Quali sono le cause dei noduli polmonari? «Nella maggior parte dei casi sono benigni, dovuti, per
esempio, a esiti cicatriziali di precedenti infiammazioni, come broncopolmoniti, a granulomi, oppure sono
segno di infezioni come la tubercolosi. Altre volte, sono, invece, di natura maligna e quindi spia di un
tumore al polmone o di metastasi polmonari di tumori di altra provenienza. Ecco perché, pur senza
allarmarsi, non vanno sottovalutati».
Come si può capire la natura di un nodulo? «Il primo passo è valutare fattori di rischio come, per
esempio, età (sopra i 50 anni è più facile incorrere in un tumore), fumo, famigliarità per tumore al polmone
o ad altri organi, oppure cure già effettuate per altre neoplasie. Poi si esamina il nodulo con la Tac. Rispetto
alla tradizionale radiografia del torace, che visualizza noduli polmonari con diametro di almeno 1-2
centimetri, mostrando opacità non ben definite, la Tac consente di rilevare noduli di dimensioni inferiori al
centimetro nonché diversi parametri, tra cui densità , forma, presenza di calcificazioni. Le Tac più recenti
possono anche ricostruire l’aspetto volumetrico del nodulo, permettendo di valutarne con precisione la
crescita nel tempo. L’analisi di tutti questi parametri orienta la diagnosi, evitando, in molti casi, inutili esami
e tanta ansia».
Come si procede nella diagnosi? «Se la Tac fa pensare che il nodulo sia benigno, e a questo si associano
informazioni rassicuranti sul paziente (giovane età , non fumatore) si osserva l’eventuale crescita nel tempo,
con Tac ogni 3-4 mesi per 2 anni. La stazionarietà delle dimensioni in questo tempo è tipica delle formazioni
benigne. Se la situazione è dubbia a volte basta una Tac con mezzo di contrasto per capire se il nodulo è
vascolarizzato, informazione che può spostare l’ago della bilancia verso la malignità . Per confermare o
escludere che si tratti di una lesione maligna, il passo successivo è fare una Pet (tomografia a emissione di
positroni), per vedere quanto il nodulo è attivo dal punto di vista metabolico e se ci sono metastasi a
distanza. Se la Pet è positiva si fanno ulteriori indagini, tra cui broncoscopia con prelievo istologico e
talvolta ago aspirato. Infine, se tutte queste indagini non sono sufficienti non resta che eseguire una biopsia
chirurgica mininvasiva. Nel nostro protocollo abbiamo un patologo in sala operatoria che analizza subito il
campione di tessuto prelevato: se si ha una conferma della malignità del nodulo, lo si toglie nella stessa
seduta operatoria».
Si può fare prevenzione? «Non fumare è la prima regola. Se si è stati forti fumatori a lungo si può
considerare l’opportunità di controlli periodici con la Tac dopo i 50 anni. Questo esame permette una
diagnosi precoce di tumore al polmone nel 75% dei casi, il che aumenta le possibilità di guarigione».
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1292
PREVENZIONE E SALUTE
TI SENTI GRASSA? SE HAI IL CICLO È NORMALE:
SONO GLI ORMONI
Nel periodo mestruale le donne tendono a sentirsi in sovrappeso e in colpa per le
proprie abitudini alimentari. Allo stesso tempo cercano compensazione nel cibo
Durante il ciclo la percezione del proprio corpo cambia, ci si vede più grasse e con il cibo si instaura un
rapporto più problematico: non è solo che “in quei giorni†le
donne tendono a sentirsi più gonfie, né si può spiegare
unicamente con il tipico blues mestruale.
Secondo un recente studio infatti il fenomeno ha una spiegazione
nel fatto che il cosiddetto cibo emotivo, ovvero quello guidato
non dal senso di appetito bensì dai comportamenti compensativi,
è influenzato da alcuni ormoni prodotti nel ciclo mestruale.
Il rapporto in realtà non è diretto: in sostanza nel periodo del
ciclo questi ormoni stimolano l’appetito e si tende ad avere un
approccio più emotivo con l’alimentazione. Questa attitudine
genera a sua volta un senso di colpa e aumenta inevitabilmente la conflittualità con il proprio corpo.
Un collegamento tra ormoni mestruali e preoccupazioni sul peso
Durante il ciclo mestruale infatti le donne tendono a percepirsi più grasse della realtà ed esiste un link tra
livelli di ormoni mestruali, preoccupazioni sul peso, disordini nell’alimentazione e altri comportamenti
compensativi.
Motivo per cui il gentil sesso dovrebbe diffidare della percezione del proprio corpo nei giorni del ciclo. Le
preoccupazioni riguardo al proprio peso variano significativamente, ma secondo le interviste realizzate e i
dati incrociati hanno un picco nella fase premestruale e mestruale in concomitanza con la produzione di
alcuni ormoni specifici.
Un periodo in cui il senso di fame aumenta
Il ciclo mensile può essere diviso in due parti, quella
 follicolare
 luteale
nella prima, precedente l’ovulazione, prevalgono gli estrogeni,
nella seconda il progesterone.
La fase luteale è il periodo di circa 14 giorni che va dall’ovulazione fino all’arrivo delle mestruazioni,
caratterizzato dalla produzione di progesterone. In questo arco temporale, e in particolare nei giorni delle
mestruazioni, il senso di fame aumenta e succede spesso di cedere a quello che gli angolosassoni chiamano
BED (acronimo dell’inglese Binge Eating Disorder), ovvero disturbo da alimentazione incontrollata.
Inutile dire però che se tratta sempre di sensazioni psicologiche e non oggettive, come sottolineano sia la
ricerca statunitense che il buon senso.
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1292
PREVENZIONE E SALUTE
COME SI RICONOSCE L'HERPES GENITALE?
Risponde: Aldo Di Carlo, dermatologo e direttore scientifico dell’Istituto
Dermatologico San Gallicano di Roma
Temo di aver contratto l’Herpes genitale dal mio partner. Come posso esserne sicura, quali sono le
caratteristiche della ‘malattia’ e soprattutto le cure?
L’Herpes genitale è una fra le più diffuse malattie a trasmissione
sessuale. L’infezione può essere trasmessa dal partner in fase di malattia
acuta o sintomatica o anche durante la fase di latenza (il cosiddetto
shedding).
Quindi la malattia potrebbe essere acquisita anche in un questo periodo
di tempo, ovvero nella fase in cui non è visibile ad occhio nudo.
Responsabile è il virus erpetico di tipo 2 nella maggior parte dei casi,
anche se attualmente sono di frequente riscontro anche le forme causate dal tipo 1 (herpes labialis).
Sintomi: L’Herpes genitalis si manifesta a 5-6 giorni dal rapporto a rischio, con un iniziale bruciore nell’area
genitale che annuncia la successiva comparsa di piccole vescicole piene di liquido sieroso, spesso riunite a
grappolo, sulle piccole e grandi labbra, sulla mucosa vaginale e perianale e nell’area cutanea perivulvare e
perianale.
Vista la sede delle vescicole, l’autodiagnosi è quasi impossibile. Il consiglio da dare a tutte le donne è quello
di rivolgersi fin dai primi bruciori al proprio ginecologo o a un dermatologo per effettuare una visita ed
esporre il problema, utile ad impostare la giusta terapia.
Questa è esclusivamente medica e consiste nell’applicazione di creme locali a scopo lenitivo e antidolorifico
- nella donna l’herpes può essere molto doloroso - e di una terapia sistemica per bocca.
La terapia generale peraltro risolve solo momentaneamente il problema, senza eradicarlo.
Va detto, infatti, che una volta contratto, il virus permarrà per sempre nell’organismo e potrà ripresentarsi
con ciclicità , soprattutto nei momenti di maggiore stress, e anche se sono passati anni dall’iniziale contagio.
La cadenza delle recidive è individuale:
può accadere che in alcune donne i bruciori insorgano nuovamente a distanza di 5-6 mesi dalla prima
manifestazione, quindi con solo un paio di episodi all’anno, o con una frequenza anche mensile.
Da qui l’importanza di sapere come trattare il problema.
La regola è quella di applicare delle creme antivirali sulla parte interessata che leniscano il bruciore, anche
se l’effetto non è sempre efficace o garantito, fino a quando la fase vescicolo-erosiva non cessa (perdura in
genere una settimana).
Sono efficaci, nella fase acuta dei bruciori, anche dei frequenti lavaggi (bidet) con acqua tiepida in cui è
stata diluita una bustina di acido borico da 30 grammi, ovvero tramite impacchi con soluzione borica al 3%,
acquistabili entrambi in farmacia senza ricetta medica. Le terapie attuali comprendono diversi farmaci
antivirali (aciclovir, valaciclovir, famciclovir), scelti a seconda del consiglio medico, e con diversa modalitÃ
di assunzione.
Infine nei casi in cui gli episodi di Herpes genitale siano molto frequenti, è possibile proporre una terapia
soppressiva che ha l’obiettivo di ridurre la replicazione virale e quindi distanziare nel tempo le recidive.
Essa consiste nella somministrazione quotidiana dell’antivirale per un periodo di sei mesi la cui risposta è
generalmente buona ed ha il vantaggio di non presentare effetti significativi collaterali.
(Salute, Fondazione Veronesi)
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1292
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE:
IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2018
E’ in riscossione la quota sociale 2018 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e
Euro 41,80 per la FOFI.
Si Comunica che in questi giorni, Equitalia, Agente della riscossione dell’Ordine della Provincia di Napoli, sta
recapitando l’avviso di pagamento relativo la Tassa di iscrizione all’Ordine per l’anno 2018.
Il pagamento sarà possibile effettuarlo entro il 28 Febbraio p.v.
Si ricorda che è obbligo di ogni iscritto il versamento della quota d’iscrizione annuale e
che un eventuale ritardo comporta l’aggravio delle spese di esazione.
Il mancato adempimento, oltre a causare un’infrazione alla deontologia professionale,
fa venir meno il requisito necessario per mantenere l’iscrizione all’Albo Professionale.
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che
si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2018.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un
sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da
almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da:
1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15 del
20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza legale
di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per ogni
successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti
modalità : Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1292
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1292
PAGINA 9
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Anno IV – Numero 1292