Anno VII – Numero 1293
Giovedì 22 Febbraio 2018 – S. Margherita
AVVISO
Proverbio di oggi………
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Quota sociale 2018
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Angioplastica,
un
palloncino medicato in
caso di restenosi
5. Mangiare troppo veloce,
una cattiva abitudine?
6. Epidurale:
riduce
il
dolore, ma aumenta il
tempo di travaglio
Prevenzione e Salute
7. Il mal di testa può
interferire
significativamente con la
vita lavorativa
8. Nodulo
di
natura
«imprecisata» alla tiroide:
che cosa vuole dire?
Miètte speranza a rrecchie:campe assaje!.
Spera in ciò che odi: vivrai a lungo.
ANGIOPLASTICA, UN PALLONCINO
MEDICATO IN CASO DI RESTENOSI
Lo scorso settembre ha compiuto quarant’anni.
È l’angioplastica, l’intervento con cui, grazie all’inserimento di
un palloncino e di una piccola rete cilindrica, si dilata un’arteria
ostruita.
Da quel primo intervento, eseguito in
Svizzera all’ospedale universitario di Zurigo,
sono stati effettuati milioni di operazioni
simili nel mondo, essendo diventata
l’angioplastica percutanea uno standard
della cardiologia.
Oggi si stimano circa due milioni di
operazioni di angioplastica. Diversi
interventi però, con una frequenza via via più bassa, sono stati seguiti da altri
interventi per riaprire nuovamente l’arteria richiusa.
Seppur minimo il paziente sottoposto ad angioplastica ha infatti un rischio di
restenosi, ovvero di richiusura dell’arteria. Ne parliamo con il dottor Giulio
Stefanini, ricercatore universitario in Cardiologia di Humanitas University.
L’angioplastica
Meteo Napoli
Giovedì 22 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: 8° C
Massima: 13 °C
Umidità :
Mattina = 52%
Pomeriggio = 50%
Il lume di un’arteria coronarica, i grossi vasi sanguigni che portano il sangue al
cuore, può ridursi per la formazione di un coagulo di sangue o di una placca
aterosclerotica.
Lungo le sue pareti possono formarsi dei depositi di colesterolo, grassi e altri
materiali, come il calcio, che ostruiscono il vaso medesimo. In caso di rottura
della placca e di formazione di un coagulo di sangue in prossimità del deposito
stesso, si interrompe l’afflusso di sangue al cuore e dunque la sua ossigenazione.
La malattia coronarica, a seconda della gravità , può comportare l’insorgenza di
malattie come l’angina o l’infarto del miocardio.
(Salute, Humanitas)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
E-MAIL:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.;
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli
PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1293
SCIENZA E SALUTE
MANGIARE TROPPO VELOCE, UNA CATTIVA ABITUDINE?
Masticare per bene e non mangiare in fretta.
Gli adulti lo ripetono ai bambini troppo voraci ma anche i
grandi spesso non osservano queste piccole regole, tra
pause pranzo troppo veloci e panini divorati in pochi
secondi.
Si tratta di abitudini scorrette che potrebbero rappresentare
un’insidia per il benessere individuale.
A suggerirlo è una nuova ricerca condotta presentata al
congresso scientifico dell’American Heart Association.
Mangiare troppo velocemente è stato associato a un aumento delle probabilità di sviluppare
la SINDROME METABOLICA, un insieme di fattori di rischio per la salute cardiovascolare.
Ne parliamo con la prof.ssa Daniela Lucini, Resp. della Sez. di Medicina dell’Esercizio di Humanitas.
I DATI
Allo studio hanno partecipato 642 uomini e 441 donne con età media pari a poco più di
cinquantuno anni che non presentavano la sindrome metabolica.
Questi sono stati suddivisi in tre gruppi in base alla velocità con cui tendevano a mangiare:
lentamente, normalmente o velocemente.
Dopo cinque anni è emersa questa correlazione
 tra il mangiare veloce e le maggiori probabilità di aver sviluppato la sindrome metabolica
(l’11,6% di loro contro il 6,5% fra il gruppo a velocità intermedia e il 2,3% fra i più lenti).
 alla maggiore velocità era associato anche il maggiore aumento di peso,
 i valori più alti di glicemia a digiuno e un girovita più largo.
Proprio la glicemia a digiuno è uno dei marcatori della sindrome metabolica.
Con questa ci sono anche l’obesità addominale (misurata dalla circonferenza vita), aumento dei
valori pressori, alti livelli di trigliceridi e bassi valori di colesterolo “buono†HDL.
Ne bastano tre per configurare questa sindrome che a sua volta aumenta il rischio di diabete e
malattia cardiaca.
Ma perché addentare e masticare in fretta non è un’abitudine salutare?
: In primo luogo si altera il processo della digestione perché chi mastica male ingerisce cibo non ben
lavorato e aggrava il lavoro dello stomaco.
La digestione – inizia con la masticazione grazie all’azione degli enzimi contenuti nella saliva».
«Inoltre – si tende a ingerire aria, un fattore che può scatenare fastidio e disturbi gastroenterici;
infine si tende a mangiare di più perché si dedica meno tempo alla masticazione.
Chi mastica per un tempo maggiore, ci impiega di più e ha la sensazione di aver mangiato di più, ma in
verità è solo perché ha fatto più fatica ed è sazio».
«È quello che succede ai neonati prima dello svezzamento. Il neonato che è allattato al seno fa più fatica
per estrarre il latte con la suzione e mangia adeguatamente a differenza del neonato nutrito con latte
artificiale dal biberon che può indurre a ingerire tanto. Questa abitudine potrà essere mantenuta anche
crescendo e può spiegare le differenze di peso tra chi è stato allattato naturalmente e chi no, come hanno
indicato diversi studi. I primi hanno la tendenza a non accumulare chili di troppo».
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1293
Per gli adulti un momento cruciale è quello
della pausa pranzo a lavoro quando può sorgere la
tentazione di mangiare velocemente e di farlo davanti
al Pc: «Anche questa è un’abitudine da evitare poiché la pausa pranzo è un’occasione per dedicare tempo
per sé, per staccare dal lavoro, riposarsi e recuperare energie anche mangiando.
Ma non dev’essere vista come una finestra temporale in cui, semplicemente, ingurgitare qualcosa al volo e
introdurre calorie. Mangiare davanti al Pc, magari mentre si organizza il lavoro per il pomeriggio, potrebbe
indurre a mangiare più in fretta perché spinge le persone a dover tornare alle proprie attività ».
IL GIUSTO TEMPO PER MANGIARE
Come prendersi il giusto tempo?
«Magari si può consumare qualcosa con forchetta e coltello per compiere dei gesti che possano
accompagnare un pasto da esaurire in un tempo congruo.
Questo senza dimenticare l’apporto dell’acqua. Bere è importantissimo per aiutare la digestione.
Sull’opportunità di farlo durante il pasto c’è chi sostiene che in questo modo si tende a mangiare di più.
Al contrario c’è chi dice che non bevendo durante il pasto si fa più fatica e si mangia di meno. Prima,
durante o dopo è comunque sempre importante farlo», dice la professoressa.
Un ultimo consiglio. Meglio arrivare a pausa pranzo o al pasto serale non del tutto a stomaco vuoto:
«Chi non “spezza la fame potrebbe consumare un pasto in maniera più vorace.
Sono fondamentali, per evitare ciò, la colazione e uno spuntino di metà mattinata o metà pomeriggio,
sempre facendo attenzione a quello che si mangia», conclude la specialista. (Salute, Humanitas)
PREVENZIONE E SALUTE
IL MAL DI TESTA PUÃ’ INTERFERIRE SIGNIFICATIVAMENTE
CON LA VITA LAVORATIVA
Per alcuni è un problema saltuario, mentre per altri è una compagnia costante.
Emicrania cronica: lavoro a rischio
In questi ultimi casi, l'emicrania può compromettere fortemente la quotidianità .
A risentirne sono sia la vita di relazione, sia quella lavorativa; il 69% di coloro
che soffrono di emicrania cronica ne fa le spese proprio in ambito lavorativo.
In Italia, il problema è addirittura il 72% dei pazienti con emicrania cronica a
riportare difficoltà sul lavoro.
Questo problema – che per definizione è una forma di mal di testa che colpisce
almeno 15 giorni al mese e che in almeno 8 di questi giorni è accompagnato da
sintomi come nausea, ipersensibilità a luce e rumori e dolore localizzato – porta
a difficoltà a mantenere un lavoro stabile (problema indicato dal 39% dei
pazienti) e nel 24% dei casi ha fatto addirittura perdere l'occupazione.
Le radici di questa associazione sono facilmente intuibili se si considerano i problemi scatenati
dall'emicrania, che quando è cronica porta il 65% dei pazienti a sentirsi esausto.
Non solo, il 51% delle persone con emicrania cronica o episodica di sente “limitatoâ€, il 43%
“stressatoâ€, il 40% “frustrato†e il 36% “depressoâ€.
Per affrontare al meglio la situazione “ è fondamentale non sottovalutare i mal di testa e affidarsi a
un medico specializzato per avere una diagnosi accurataâ€.
“L’automedicazione non è una soluzione – anzi, spesso si rischia di abusare dei farmaci e di
cronicizzare i sintomiâ€. L'esperto ricorda che solo un medico può capire qual è l’approccio terapeutico
migliore per gestire le fasi acute e prevenire, per quanto possibile, gli attacchi di emicrania cronica.
Quando effettuati da mani esperte i trattamenti “producono una netta e progressiva diminuzione
dell’intensità delle crisi, della frequenza dei giorni con emicrania e soprattutto una consequenzial e
riduzione dell’uso di terapie farmacologiche con analgesici o triptaniâ€. (Salute, Sole 24ore)
PAGINA 4
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1293
PREVENZIONE E SALUTE
EPIDURALE: RIDUCE IL DOLORE,
MA AUMENTA IL TEMPO DI TRAVAGLIO
L’anestesia epidurale riduce sì il dolore, ma ha come effetto collaterale un aumento dei tempi
di travaglio di almeno un paio di ore. Lo studio.
Da quando l’anestesia epidurale è entrata a far parte
dell’ospedalizzazione di una donna in travaglio, ha senz’altro
portato il sorriso a moltissime partorienti. Non solo l’anestesia è
indolore, ma lo è quasi del tutto persino il travaglio.
Come in molte delle belle scoperte mediche, però, anche in
questo caso c’è un piccolo effetto “collateraleâ€: il travaglio può
divenire più lungo di due ore oltre quelle che ci sarebbero volute
normalmente.
Per lo meno, questo è ciò che suggeriscono alcuni ricercatori dell’Università della California a San Francisco
(UCSF) che hanno condotto uno studio coordinato dalla dottoressa Yvonne Cheng.
«L’effetto dell’epidurale può essere più lungo di quanto si pensa, ma finché il bambino sembra star bene e
le donne fanno comunque progressi, non necessariamente si deve intervenire ed eseguire un taglio
cesareo», spiega Cheng, specialista in medicina materno-fetale presso l’UCSF.
In merito ai dati acquisiti durante lo studio, le donne che portano in grembo il loro primo figlio di norma
impiegano nella seconda fase del travaglio, circa 197 minuti (poco più di tre ore) di media, mentre con
l’epidurale i tempi si allungano di molto: 336 minuti – circa cinque ore e mezza. La differenza che intercorre
sfiora la media delle due ore.
Ma può essere persino più alta se si parla di donne che hanno già avuto un bambino. Nella seconda fase,
infatti, impiegano indicativamente 81 minuti – quindi poco più di un’ora – senza epidurale e 255 minuti con
l’anestesia (più di quattro ore).
Secondo gli studiosi, i parti cesarei sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni, e questo
generalmente è dovuto a un rallentamento del parto, probabilmente anche causato dall’aumento di
interventi di anestesia epidurale. Tutto ciò, tuttavia, comporta un susseguirsi di problemi e rischi sia per la
mamma che per il neonato, con ricoveri decisamente più lunghi.
Durante lo studio sono stati confrontati i dati relativi a parti avvenuti a San Francisco tra il 1976 e il 2008. Le
donne ricoverate erano circa 42mila e la metà di queste ha ricevuto l’anestesia epidurale.
Dai risultati è emerso che mediamente una donna impiega due ore in più, partendo dalla seconda fase del
travaglio, a partorire un bambino quando è stata sottoposta ad anestesia epidurale.
Secondo il suo parere i risultati di tale studio non sono affatto sorprendenti, ma bisogna considerare altri
fattori che possono allungare i tempi di travaglio. Così come ritiene che non si debba evitare l’anestesia
solo perché può esserci il pericolo di un allungamento del travaglio. «Ci sono molte ragioni per avere
l’epidurale», afferma Fox.
Il dottor Christopher Glantz, specialista di gravidanze ad alto rischio presso la University of Rochester
Medical Center di New York chiarisce invece che sebbene la salute dei bambini nei gruppi epidurali non era
identica a quelli che non avevano richiesto l’anestesia, le madri sicuramente hanno più probabilità di
complicazioni se il travaglio è troppo lungo.
Cheng invita i medici a meditare sui dati da loro evidenziati e a pensare che quelli che sono stati utilizzati
fino a ora forse non erano così precisi o sufficienti. In fin dei conti, le prove le possono ottenere sulle
pazienti con cui ogni giorno hanno a che fare. (Salute, Tgcom24)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1293
PREVENZIONE E SALUTE
NODULO DI NATURA «IMPRECISATA» ALLA TIROIDE:
CHE COSA VUOLE DIRE?
La diagnosi di TIR3: statistiche all amano, nel 30% dei casi si tratta di una lesione
maligna (per lo più carcinoma follicolare), nel 70% è benigna
A mia mamma è spuntato un piccolo bozzo sul collo che si è rivelato essere un nodulo tiroideo. Sono stati
eseguiti vari esami: ecografia, esame del sangue con valori di TSH e ago
aspirato. È risultato che si tratta di un nodulo di natura indeterminata
TIR3 e quindi, come ci hanno spiegato, non è possibile stabilire se la
natura della lesione sia benigna o maligna.
Questo ci lascia molto perplessi, come è possibile?
Di cosa si tratta esattamente?
Che rischi corre mia madre?
Ci è stato proposto di operarla, rimuovendo interamente la
tiroide: è corretto o ci sono altre soluzioni?
Risponde Gioacchino Giugliano, direttore dell’Unità Neoplasie tiroidee e salivari, Istituto Europeo di
Oncologia, Milano
La diagnosi di TIR3 ci pone in effetti di fronte a una situazione indeterminata: statistiche alla
mano, nel 30% dei casi si tratta di una lesione maligna (per lo più carcinoma follicolare), nel 70% è benigna.
Perciò, davanti a un TIR3 la diagnosi definitiva può essere fatta solo con l’esame istologico, cioè attraverso
un intervento chirurgico che asporti totalmente o parzialmente la ghiandola tiroidea. Tra gli specialisti,
alcuni ritengono che un dubbio di malignità giustifichi la tiroidectomia totale; altri pensano che possa
essere sufficiente un’asportazione parziale della ghiandola (emitiroidectomia) essendo statisticamente
molto probabile che si tratti di una lesione benigna.
Ogni approccio ha pro e contro.
L’asportazione totale è diagnostica e terapeutica nello stesso tempo e non richiede successive
operazioni, ma richiede l’assunzione a vita di ormone tiroideo e ha un maggiore rischio di effetti collaterali
e complicanze: se la diagnosi è di benignità ci si rammarica poi di non aver conservato il lobo tiroideo sano.
Mentre l’emitiroidectomia nel 95% dei casi consente di ottenere una cura completa, con rischi operatori
dimezzati e la conservazione di una metà della ghiandola, che molto spesso è conservatrice anche della
funzione ormonale.
Potrebbe però richiedere un secondo intervento per l’asportazione dell’altra metà di tiroide qualora
l’istologia evidenziasse un tumore aggressivo (fatto che accade molto di rado). (Salute, Corriere)
SI BEVE PIU' ALCOL QUANDO SI FA ATTIVITA' FISICA
Grazie a uno studio realizzato con l'impiego di smartphone e di App, i ricercatori
hanno scoperto un curioso fenomeno: i giorni in cui le persone praticano piu' sport
sono anche quelli in cui si tende a consumare piu' alcol di tutti.
Dal giovedi' alla domenica infatti aumenta sia la quantita' di alcol consumato
sia i chilometri percorsi nella corsa o in bicicletta, "mentre dal lunedi' al
mercoledi' - le persone e' come se chiudessero i boccaporti".
"I motivi per cui si assiste ad un aumento dei consumi di alcol tra le persone che
fanno piu' attivita' non sono noti, ma dal momento che il consumo di alcol e' un problema di salute
pubblica, abbiamo il dovere di approfondire questo fenomeno". (Salute, Agi)
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1293
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE:
IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2018
E’ in riscossione la quota sociale 2018 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e
Euro 41,80 per la FOFI.
Si Comunica che in questi giorni, Equitalia, Agente della riscossione dell’Ordine della Provincia di Napoli, sta
recapitando l’avviso di pagamento relativo la Tassa di iscrizione all’Ordine per l’anno 2018.
Il pagamento sarà possibile effettuarlo entro il 28 Febbraio p.v.
Si ricorda che è obbligo di ogni iscritto il versamento della quota d’iscrizione annuale e
che un eventuale ritardo comporta l’aggravio delle spese di esazione.
Il mancato adempimento, oltre a causare un’infrazione alla deontologia professionale,
fa venir meno il requisito necessario per mantenere l’iscrizione all’Albo Professionale.
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti
all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che
si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha
approvato uno specifico “Fondo di solidarietà †messo a bilancio nel 2018.
Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un
sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da
almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche.
Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti
 i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà ; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da:
1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA
Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti
Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15 del
20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza legale
di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per ogni
successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30.
A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti
modalità : Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1293
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1293
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1293