Anno VII – Numero 1296
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Quota sociale 2018
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Favismo,
quell’«allergia
letale» alle fave
5. Magnesio, lo sai che
assumerlo 7 giorni prima
del ciclo evita il mal di
testa?
Prevenzione e Salute
6. Dieta a base vegetale
riduce il rischio di tumore
all’intestinoâ€, vero o falso?
7. Anche fumare di tanto in
tanto fa male
Meteo Napoli
Martedì 27 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: -2° C
Massima: 7 °C
Umidità :
Mattina = 50%
Pomeriggio = 53%
Martedì 27 Febbraio 2018 – S. Leandro
Proverbio di oggi………
Vivere non è un piacere ma un dovere.....
DIETA A BASE VEGETALE riduce il rischio di
Spera in ciò che odi: vivrai a lungo.
tumore all’intestinoâ€, VERO o FALSO?
Molti credono che seguire una dieta a base vegetale come
quella vegana, riduca il rischio di tumore all’intestino. Vero o
falso?
L’abbiamo
chiesto
alla
dottoressa Sara
Testa, dietologa dell’Unità di Chirurgia Bariatrica
presso Humanitas.
“Un recente studio ha evidenziato
FALSO che
 seguire una dieta a base vegetale come
quella vegana o vegetariana per es., non
riduce
il
rischio
di
ammalarsi
di tumore all’intestino e all’apparato digerente in generale.
I dati dimostrano infatti che nel tumore dell’intestino la componente genetica è
un fattore di rischio più importante della dieta – spiega la dottoressa.
Cambiare il proprio stile di vita a favore di una dieta a base vegetale o seguire
una dieta a base vegetale quindi diventare prevalentemente vegani non si è
dimostrato un fattore di riduzione del rischio del tumore, perché quando è
presente un fattore di rischio genetico il tumore all’intestino si sviluppa senza
differenza sia nella popolazione di vegani e vegetariani sia di onnivori, cioè chi
mangia anche pesce e carne.
La dieta ideale invece sarebbe una dieta a base vegetale che includa però anche
il consumo uova, latticini e pesce, ricco di omega3, acidi grassi essenziali nella
prevenzione di molte malattie anche infiammatorie.
Un discorso a parte merita però la carne: infatti, non è tanto la carne in sé che
provoca i già ben noti problemi alla salute ma la scelta della carne che si porta in
tavola. Infatti, il problema delle carni è il metodo di allevamento intensivo che
richiede l’utilizzo di antibiotici e ormoni per evitare che gli animali si ammalino e
si contagino, e per farli crescere in tempi rapidi.†(Salute, Humanitas)
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1296
SCIENZA E SALUTE
FAVISMO, QUELL’«ALLERGIA LETALE» ALLE FAVE
La vicenda più recente è di pochi giorni fa: un bimbo di due anni ricoverato d’urgenza
al Policlinico Sant’Orsola di Bologna per aver mangiato pasta e fave al nido.
Potenzialmente mortale, specialmente nei bambini, eppure prevenibile, il favismo sarebbe protagonista
perfetto di una puntata della serie tv del «dottor House». Al centro della storia, infatti, c’è un difetto
genetico, la carenza da glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD):
 chi ne è portatore, se mangia le fave, rischia la vita.
Una malattia rara in generale, ma più diffusa in certe zone del mondo, tra
le quali parti d’Italia.
Una malattia «vecchissima» e non tanto rara
Potrebbe essere stato persino Pitagora, più noto per le sue doti
matematiche e il relativo teorema che come medico, a scoprire per la
prima volta nel V secolo avanti Cristo che le fave potevano essere molto
pericolose, persino letali, per alcuni esseri umani. A questa patologia,
meno rara di quanto si creda, la prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine ha
recentemente dedicato un articolo, firmato da due dei maggiori esperti sul tema, gli italiani Lucio Luzzatto e
Paolo Arese.
Una storia da «manuale» di medicina al primo anno
Come mai un legume ricco di proteine possa essere anche un killer è una vicenda scritta nei manuali che si
studiano al primo anno di medicina: la chiave sta nella genetica di chi mangia le fave.
«Già il poeta e filosofo Lucrezio aveva scritto che “quello che è buon cibo per alcuni, può essere un veleno
per altri†– sottolinea Luzzatto, docente di Ematologia presso l’Univ. di Muhimbili a Dar-es-Salaam in
Tanzania (Africa) -.
Le fave, ottime per molti, possono così essere mortali per le persone che hanno un’anomalia genetica di un
enzima presente nei globuli rossi del sangue.
Questo enzima, il G6PD, è essenziale per il corretto funzionamento e la
sopravvivenza dei globuli rossi. E l’anomalia non è rara in diverse parti
dell’Italia (Sardegna, delta del Po, alcune aree del Sud) e anche in altre
popolazioni, comprese quelle qui portata dai flussi migratori (come i paesi
dell’Africa Sub-Sahariana o vaste aree del Sud-Est Asiatico)».
Carenza di G6PD e fave, chi è in pericolo?
«La carenza di G6PD (o enzimopenia G6PD), dovuta a una mutazione del
rispettivo gene, non è mai completa – spiega Paolo Arese, che è professore emerito di Biochimica
all’Università di Torino -.
Per fortuna la G6PD residua, talvolta anche meno del 10%, è sufficiente per i fabbisogni di base delle
cellule: perciò in generale le persone G6PD enzimopeniche non hanno sintomi e stanno benissimo.
I problemi avvengono quando queste persone non sono consapevoli del loro difetto genetico e mangiano le
fave, che contengono quantità elevate di due sostanze chimiche (vicina e convicina) le cui proprietà sono
quelle di agenti ossidativi potenti.
Nei soggetti normali la G6PD presente nei globuli rossi li difende efficacemente dall’ “attacco ossidativoâ€.
Se invece la G6PD è carente i globuli rossi vengono distrutti: si ha cioè un’anemia acuta, in una parola il
favismo».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1296
Quante persone ne soffrono e perché è presente solo in certe zone?
«Non esistono numeri certi perché non ci sono registri che cataloghino i
casi– chiarisce Luzzatto, che la lavorato anche al Memorial Sloan-Kettering
Cancer Center di New York e all’Istituto Toscano Tumori -, ma si stima che ne
l mondo ci siano almeno 500 milioni di persone con enzimopenia G6PD, che
predispone al favismo ma non è di per sé una malattia.
La stragrande maggioranza di loro, ad esempio in Africa tropicale, non
mangia mai fave perché non vengono coltivate in quelle aree. Il favismo è invece frequente in Medio
Oriente, Nord Africa e parti dell’Asia meridionale, dove si hanno probabilmente migliaia di casi ogni anno. Il
motivo per cui la carenza di G6PD ha una caratteristica distribuzione geografica è interessante:
l’enzimopenia G6PD, nelle donne eterozigoti, è protettiva nei confronti della malaria e per questo è
presente dovunque la malaria è stata o è tuttora endemica. Ecco perché in Italia, ad es., è più comune non
solo in Sardegna, ma anche nel Delta padano e in alcune zone Meridione».
Quali sono cibi o altri fattori pericolosi?
«Le fave sono l’unico cibo che dà il favismo –: gli altri legumi non
contengono vicina e che possano scatenare anemia è una leggenda da
sfatare al più presto.
Proprio come il falso mito relativo ai pollini emessi dalle piante di questi
legumi: non c’è alcun pericolo nel camminare in mezzo a un campo di
fave, basta non mangiarle. Invece è importante sapere che alcune
infezioni acute (ad es. epatite, polmonite lobare) e alcuni farmaci (quali
primachina e rasburicasi, usati rispettivamente per il trattamento della
malaria e per iperuricemia, cioè l’eccesso si acido urico nel sangue) possono causare un’anemia, anche
grave, in persone con carenza di G6PD».
Quali sono i sintomi e cosa fare se compaiono?
Nella maggior parte dei casi il paziente è un bambino maschio tra i 2 e i 10 anni, che viene portato al pronto
soccorso perché pallido, presenta itterizia, ha forti mal di pancia e spesso febbre. «La crisi si manifesta
improvvisamente, da 12 a 48 ore dopo l’ingestione di cibi o farmaci a rischio.
L’anemia acuta causa, infatti, un grave indebolimento, tachicardia, dolori addominali urine scure, ittero.
Occorre intervento medico immediato, quando un bimbo (ma anche un adulto) mostra questi segnali è
sempre meglio andare in ospedale senza temporeggiare».
Quali sono le cure?
Se l’anemia non è grave, il trattamento sarà solo di supporto idratazione e
monitoraggio parametri vitali. Mentre se è grave, il trattamento
trasfusionale è d’obbligo. «Sovente sono necessarie più trasfusioni nei primi
giorni di ricovero il cui numero varia a seconda della gravità dell’anemia, che
spesso può richiedere il ricovero in ambiente semi-intensivo per alcuni giorni
– precisa Luzzatto -. Per fortuna, dopo trattamento corretto la guarigione
dal favismo è rapida e completa: il paziente viene dimesso con l’imperativo
di non mangiare più fave, mentre può assumere altri legumi come fagiolini, fagioli o ceci».
Quando si muore per favismo?
«L’attacco di favismo è pericoloso soprattutto nei bambini – risponde Luzzatto -:
in meno di 24 ore possono venire distrutti i due terzi dei globuli rossi del sangue.
Se viene fatta diagnosi corretta e iniziata tempestivamente la cura (una
trasfusione di sangue) l’attacco viene superato, senza problemi. La malattia può
essere fatale solo se non viene riconosciuta o se non si procede subito al
trattamento».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1296
Come si trasmette?
Il difetto enzimatico si trasmette ereditariamente con il cromosoma X del sesso:
i maschi ne sono colpiti in forma grave mentre le femmine, che sono portatrici
del gene anomalo e possono trasmetterlo ai propri figli, si ammalano di forme
più lievi.
Si può prevenire?
«Sì, e la Sardegna ne è un buon esempio – dice
Luzzatto -. Nell’isola fino agli anni Settanta il favismo era assai frequente, poi
grazie allo screening neonatale e all’informazione, la popolazione è avvertita
e la maggior parte delle persone enzimopeniche si trattiene dal magiare
fave. Queste misure preventive hanno funzionato e ora i casi di favismo
sono pochi all’anno. E’, insomma, assai raro che arrivi al pronto soccorso un
paziente che ha bisogno di una trasfusione urgente».
A questo proposito la Società Italiana Talassemie Emoglobinopatie e Anemie rare (SITE) ha sviluppato un
documento di rapida consultazione per poter rispondere alle domande più frequenti collegate alla
patologia, dedicato a pazienti, medici del territorio e farmacisti. (Salute, Corriere)
SCIENZA E SALUTE
MAGNESIO, LO SAI CHE ASSUMERLO 7 GIORNI PRIMA DEL
CICLO EVITA IL MAL DI TESTA?
Tra i vari sintomi e disagi della sindrome premestruale, uno dei più fastidiosi è proprio
il mal di testa da ciclo.
Tuttavia – spiega il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e
responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas –, il mal di
testa prima del ciclo può essere alleviato con l’assunzione,
una settimana prima del ciclo, di un prezioso sale minerale,
il magnesio.
Il pidolato di magnesio, ovvero un sale di magnesio che favorisce
l’ingresso del magnesio all’interno della cellula dove più serve, migliora
l’umore, stimola la trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione dei muscoli. Per godere dei suoi
benefici, il magnesio va assunto a partire da una settimana prima dell’inizio del ciclo mestruale, fino al suo
termine.
L’assunzione del magnesio è così efficace da rientrare nelle terapie preventive per alleviare i sintomi della
sindrome premestruale. Oltre al magnesio, anche l’assunzione di un analgesico della famiglia dei triptani a
partire da 4-5 giorni prima dell’inizio del ciclo fa parte della strategia terapuetica preventiva per i sintomi
della sindrome premestruale.
In caso di cefalee premestruali, si può anche adottare la terapia sintomatica: in questo caso, i sintomi
vengono curati nel momento in cui si manifestano.
La terapia sintomatica prevede l’assunzione di paracetamolo, antinfiammatori non steroidei e triptani.
Quest’ultimi farmaci agiscono sulla serotonina, comunemente chiamata “ormone della felicità â€.
Anche queste sono soluzioni efficaci e conferiscono un rapido sollievo.
Tuttavia, se il mal di testa persiste, è molto intenso e le soluzioni precedentemente elencate non mostrano
nessun effetto benefico, è importante rivolgersi ad uno specialista ed effettuare una visita neurologica per
trovare una terapia adatta e recuperare il benessere. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1296
SCIENZA E SALUTE
ANCHE FUMARE DI TANTO IN TANTO FA MALE
Qualche sigaretta con gli amici, il sabato sera.
Per alcune persone il rapporto con il fumo di sigaretta si esaurisce in poche boccate a settimana.
Sono i fumatori occasionali la cui salute non è però al riparo.
Secondo una ricerca pubblicata di recente su American Journal of
Health Promotion anche i fumatori saltuari avrebbero lo
stesso rischio cardiovascolare di quelli regolari, quelli che
dipendono dal fumo di sigaretta.
«Indipendentemente dal numero di sigarette fumate e dal quando
si fuma, per entrambe le categorie il consiglio è sempre quello
di smettere di fumare per proteggere il cuore e il sistema
circolatorio e per il benessere generale», aggiunge la
dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo di Humanitas Cancer Center.
LO STUDIO
I ricercatori della Ohio State University (Stati Uniti) hanno analizzato i dati riferiti a 39.555 individui arruolati
in un programma statale di promozione della salute. I dati erano relativi alle loro abitudini e ai valori
di ipertensione e colesterolo sieroso.
Di questi oltre il 10% si qualificava come fumatore occasionale (social smoker, nella dizione anglosassone),
ovvero tendeva ad accendere sigarette in occasioni quali feste, eventi, pranzi e cene di famiglia o al bar con
gli amici. Il 17% si qualificava invece come fumatore regolare, il resto come non fumatore.
In entrambe le categorie circa il 75% degli individui presentava ipertensione e all’incirca il 54% aveva livelli
di colesterolo più alti del normale.
Il rischio cardiovascolare è risultato pertanto identico fra tutti i fumatori, occasionali o no.
TUTTI RISCHIANO
Le modalità con cui era stato condotto lo screening rappresentano alcune limitazioni allo studio; i
ricercatori hanno infatti fotografato i comportamenti dei partecipanti solo al momento in cui erano stati
coinvolti nel programma, senza sapere pertanto che tipo di abitudini avessero seguito prima. In ogni caso
gli autori dello studio suggeriscono come non ci siano differenze nella prevalenza dell’ipertensione e
dell’ipercolesterolemia tra i due gruppi di fumatori.
«Sappiamo che il fumo è un fattore di rischio non solo della pressione alta ma anche del colesterolo alto
per l’azione dannosa che esercita sui vasi sanguigni.
Ed entrambi contribuiscono in maniera rilevante all’insorgenza delle patologie cardiovascolari», ricorda la
dottoressa Siracusano.
«Il fumo, in tutte le forme che può assumere questa abitudine, nella maggior parte dei casi comunque una
vera e propria dipendenza, è sempre nocivo per i polmoni, il cuore, il cervello.
Certamente il rischio e l’entità dei danni dipendono da quanto si fuma.
Ad esempio rispetto a un non fumatore, il rischio di tumore al polmone di un forte fumatore (più di venti
sigarette al giorno) è venti volte tanto, mentre un fumatore “semplice†presenta un rischio pari a
quattordici volte quello di chi non fuma.
Tuttavia, non si può fissare un’asticella a un livello di assuefazione al fumo che non sia dannoso per la
salute e che non sia associato a un aumento di rischio di patologie cardiovascolari o respiratorie», conclude
la specialista.
Una ricerca del 2016 pubblicata su Jama Internal Medicine, ad esempio, ha indicato come nelle persone che
avessero fumato in media meno di una sigaretta al giorno nella loro vita, il rischio di mortalità prematura
fosse maggiore del 64% e tra una e dieci sigarette dell’87% rispetto ai non fumatori.
(Salute, Humanitas)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno VII – Numero 1296
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE:
IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2018
E’ in riscossione la quota sociale 2018 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e
Euro 41,80 per la FOFI.
Si Comunica che in questi giorni, Equitalia, Agente della riscossione dell’Ordine della Provincia di Napoli, sta
recapitando l’avviso di pagamento relativo la Tassa di iscrizione all’Ordine per l’anno 2018.
Il pagamento sarà possibile effettuarlo entro il 28 Febbraio p.v.
Si ricorda che è obbligo di ogni iscritto il versamento della quota d’iscrizione annuale e
che un eventuale ritardo comporta l’aggravio delle spese di esazione.
Il mancato adempimento, oltre a causare un’infrazione alla deontologia professionale,
fa venir meno il requisito necessario per mantenere l’iscrizione all’Albo Professionale.
AVVISO
GLI ISCRITTI CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO
L’AVVISO DI PAGAMENTO,
POSSONO SCARICARLO dal sito dell’Ordine
INSERENDO il PROPRIO CODICE FISCALE
al seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1381-quotasociale-2018
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1296
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1296
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1296